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Autore: war    17/03/2010    1 recensioni
Fra gli esorcisiti, per combattere il Conte del Millennio e i Noah, viene inviato dal Vaticano un aiuto, giunto direttamente da quel Dio che a volte ci si dimentica di amare... La strada da percorrere è una sola: ed essa è sempre stata perfettamente delineata davanti ai nostri piedi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio,
metti sul capo il diadema di gloria dell'Eterno,
perché Dio mostrerà il tuo splendore
ad ogni creatura sotto il cielo.
Sarai chiamata da Dio per sempre:
Pace della giustizia e gloria della pietà.


- Bibbia – Baruc 5



Poco dopo la funzione religiosa che Padre Leone aveva tenuto nella cappella riservata agli esorcisti mi vidi avvicinare proprio da quest’ultimo.
Seppure non in forma smagliante avevo deciso di presenziare alla messa e alla fine, assorta nei miei pensieri mi trattenuta e non mi ero resa conto di essere rimasta praticamente sola.
Forse Allen e Lavi mi avevano detto qualcosa ma li avevo liquidati con un semplice cenno del capo senza prestare loro il dovuto interesse. Un po’ me ne pentivo, soprattutto nei confronti di Allen che aveva sempre una parola di incoraggiamento e un sorriso da offrire… Eppure non potevo non riconoscere che lui fosse una parte dei miei problemi.
Sentivo l’odore del Camerlengo vicino a me… Quell’odore di tabacco e pelle che lo contraddistingueva ogni volta che stava lontano dalla Santa Sede.
Lui non mi disse nulla, semplicemente attese.
Sapevo che non era nella sua natura mostrare pazienza, ma sapevo anche che Padre Leone era dotato di una spiccata sensibilità che a volte sfiorava l’empatia quando si trattava di comprendere lo stato d’animo delle persone.
- Non mi dice nulla, Padre? – chiesi ad un tratto.
- Tu non vuoi sentirti dire nulla – rispose immediatamente, con una tranquillità che non mi pareva nemmeno sua. Di solito mi prendeva di petto e cercava di obbligarmi a reagire, ma in quel frangente, egli stesso pareva dubbioso sul modo corretto di comportarsi.
- Non è proprio così… E’ solo che già so che nessuno potrà decidere al posto mio, per quante belle parole e saggi consigli mi si possano offrire.
- Allora, se già sai queste cose perché ti angusti? Come ti ho sempre detto i problemi si dividono in due categorie: quelli che hanno una soluzione e quelli che non ce l’hanno…
- Se ho la soluzione è inutile darsi pensiero, se non si può risolvere, pensarci è solo una perdita di tempo… Solo che nella mia vita è un po’ più complesso di così… - ammisi.
Padre Leone si stiracchiò, sollevando le braccia al cielo e piegando indietro il capo. I suoi capelli, che adesso portava sciolti come una criniera, arrivarono a lambirgli la cinta sacerdotale. Erano davvero lunghi e per una volta ancora mi sorpresi di come il papato gli concedesse tutte queste libertà e violazioni della regola. D’altra parte anche per me venivano spesso fatte delle eccezioni.
- Combattiamo la stessa guerra, Angel. Forse non lo facciamo con gli stessi mezzi, ma alla fine, io credo che gli strumenti di Dio siano tutti affini, tu no? –
- Si. Siamo Suoi strumenti e non possiamo che agire secondo la Sua volontà, tuttavia io ancora mi chiedo se a quel tempo non avessi potuto fare qualcosa… Qualcosa di diverso o di migliore… Forse avrei potuto fare la differenza e lui non sarebbe stato condannato… - ammisi pensando a quando, di preciso, era successo che io e Lord Lucifero divenissimo due rette divergenti anziché due parallele. La mano di Padre Leone affondò nei miei capelli, scompigliandomeli.
- Farai quello che è giusto fare, io ne sono certo. – mi disse prima di lasciarmi di nuovo sola.



Quando scesi per cenare mi accorsi che Allen e Lenalee mi avevano tenuto un posto al tavolo con loro. Per un momento fui tentata di ignorarlo e andarmi a sedere da qualche altra parte. Non perché non volessi la loro compagnia ma perché volevo dare alla ragazza la possibilità di passare del tempo da sola con il suo… Innamorato? No, non credevo… Però Allen era la persona che piaceva a Lenalee... E aveva dentro di se il Quattordicesimo che forse era la reincarnazione di Lord Lucifero… Che gran del casino!
Vidi che l’albino si stava sbracciando nella mia direzione e con un sospiro e delle scuse mentali alla ragazza andai a sedermi con loro.
- Ciao Angel! Allora? Come ti senti? – mi chiese Lenalee con un sorriso e gli occhi pieni di aspettativa.
- Diciamo che stavo più bene prima di venire avvelenata ma se sono qui a raccontarlo non ho di che lamentarmi… Allora, che è accaduto in questi giorni che sono stata praticamente segregata in camera? –
- Crowley e Miranda hanno recuperato dell’altra Innocence… Allen ha trovato un nuovo compatibile… Il Generale Tiedoll ha forse trovato delle tracce lasciate dal Generale Cross… Kanda è andato nella sezione americana per un paio di giorni e quando è tornato era di umore così pessimo che è stato intrattabile più o meno fino a quando non hai ripreso conoscenza… Ma che è successo fra voi due? – chiese la ragazza con aria perplessa.
- Cosa ti fa pensare che fra noi due sia successo qualcosa? – chiesi a mia volta, ringraziando il cielo di aver già inghiottito il boccone o mi ci sarei sicuramente strozzata!
- Non lo so… Però ho notato che lui ti cerca con lo sguardo ed è una cosa molto rara… Kanda considera gli altri come scocciature e non si è mai minimamente interessato a nessuno. Persino io devo stuzzicarlo per cavargli qualche parola di bocca perché se fosse per lui si limiterebbe a farmi un cenno di saluto. – ammise la ragazza infilandosi poi in bocca una patatina fritta piena di maionese.
- Abbiamo avuto solo uno scambio di idee particolarmente edificante per entrambe. Credo che ci siano ancora delle domande e delle risposte che lui si aspetta da me, ma credo anche che sia troppo orgoglioso per chiedere, quindi lo lascerò a macerare nel suo brodo, considerando anche il fatto che quelle risposte non credi di possederle. – ammisi osservando con indecisione le zucchine e le carote, indecisa su cosa spazzolare per primo.
Ho una strana abitudine alimentare: dividere ciò che mangio. Non so da dove nasca e perché io lo faccia, ma se mangio carote non mischio il loro sapore con quello della carne, del formaggio o di qualsiasi altra cosa. Nemmeno con il pane. Quando mi si presentano piatti misti, come le insalate di pollo o di riso generalmente prima mangio tutto il pollo, poi passo all’insalata, poi al sedano… Insomma, sono fatta così!
- Sai che Link ha scritto nel suo rapporto che sono un asino in geometria? – mi disse Allen con aria quasi arrabbiata.
- Non ci credo! Lo ha scritto davvero? – ho chiesto sorpresa.
- Già. E quando gli ho fatto notare che non era per nulla gentile e carino nei miei riguardi lui mi ha risposto che lui non è un bugiardo e che il rapporto chiede specificatamente informazioni dettagliate su di me e che questa rientra esattamente in quel campo! A volte sa essere odioso quanto Kanda! – Allen gonfiò le gote in uno sbuffo.
Improvvisamente mi resi conto che mi erano mancate. Quelle persone, le chiacchiere al tavolo con loro, i sentimenti che si potevano respirare e che nascevano dai loro cuori.
Ancora non comprendevo appieno tutta la gamma dei sentimenti umani, ce n’erano alcuni che mi lasciavano perplessa però… Erano così avvolgenti e davano così tanto calore che io… Io non potevo permettere a qualcosa di tanto bello e complesso di venire eliminato dalla faccia della terra solo per i desideri distorti del Conte del Millennio e della Famiglia Noah.
In quel momento avrei voluto parlare con Lord Lucifero e quindi mi ritrovai mio malgrado a cercarlo negli occhi grigi di Allen. Però di lui non vi era traccia e troppo tardi mi resi conto che il mio fissarlo lo aveva messo in imbarazzo e aveva lasciato Lenalee con qualche quesito che era meglio se non si fosse posta.
- Hai uno sguardo molto intenso, Angel. – mi sussurrò l’albino quando si alzò per prendere il suo vassoio e portarlo nell’apposito ripiano.
Non mi voltai verso di lui, anzi, finsi di non averlo nemmeno udito ma sapevo che il Quattordicesimo si era fatto strada nei gesti dell’esorcista.
- Ehi Lenalee, cos’hai da fare oggi di bello? – chiesi sistemando il mio vassoio.
- Sarei libera… - disse lei con un pizzico di titubanza.
- Perché non andiamo in città? Se resto ancora prigioniera di una stanza credo che potrei impazzire… - dissi.
- Non ti è bastata l’ultima volta? – chiese una voce maschile alle mie spalle.
Mi voltai giusto in tempo per vedere Lavi.
- Oh, bhe… D’altra parte non posso starmene rintanata sotto le coperte a piagnucolare per il resto della mia vita, no? Incrociare il nostro cammino con quel Noah è stata proprio una sfortuna… -
- Puoi giurarci! – riconobbe Bookman jr toccandosi ancora le bende che non si era del tutto tolto.
- Però adesso sarebbe pieno giorno e poi non credo che il Noah si particolarmente interessato allo shopping – cercai una giustificazione.
- A proposito, avete sentito che stanno organizzando una festa qui alla sede? Non ho ben capito cosa vaglia festeggiare Komui ma sta mettendo in giro la voce che sabato sera ci sarà persino della musica dal vivo! – disse Lavi che era sempre aggiornatissimo su queste cose.
- Se non ricordo male dovrebbe esserci la riunione trimestrale dei vari esponenti delle sedi… So che Bak verrà di sicuro perché mi ha già fatto mandare un mazzo di fiori con un biglietto con il quale si prenotava per un ballo. – disse Lenalee
- Dubito che Komui glielo permetta – sospirammo in coro io e Allen.
- Però questa è un’ottima occasione per andare in città. Le donne, si sa, devono farsi belle per certe occasioni e noi… Noi potremmo approfittarne per fare loro compagnia e magari berci un buon tea con dei dolcetti in quella pasticceria con la terrazza panoramica sul Tamigi davanti al Tower Bridge! – esclamò Lavi allego.
- E magari troviamo il modo di mettere il conto nella nota spese… - suggerii con un sorrisone innocente.
- Perché non lo diciamo anche a Miranda e Crowley? – propose Lenalee entusiasta.
- Io lo dico a Marie, Angel lo dici tu a Kanda? – chiese Lavi allegro.
- Secondo me glielo vuole dire Allen… - scherzai.
- Ma figurati! Quello direbbe qualche acidata spaventosa e poi con quella faccia da schiaffi e quell’aria di superiorità terminerebbe con un Teme Moyashi! – e la sua imitazione fu pressoché perfetta!
- Moyashi! – ringhiò la voce del diretto interessato mentre la lama di Mugen brillava pericolosamente vicina al collo di Allen, che sollevò le mani in un gesto di resa.
- Allen, mi chiamo Allen… Bakanda quanto ti ci vuole per apprenderlo? –



Dal momento che sicuramente due di noi, nella fattispecie io e Lavi non avremmo mai e poi mai ottenuto il permesso di andarcene in città dopo quello che ci era accaduto e dopo le ferite da cui stavamo ancora guarendo, organizzammo la cosa come un’evasione in piena regola!
Con la scusa di riposare mi ritirai in camera mia, misi i cuscini sotto le lenzuola per dargli una forma vagamente umana e mi preparai a sgattaiolare nella stanza di Lavi.
Bookman jr aveva infatti scoperto l’esistenza di un passaggio segreto che conduceva nelle dispense. Una volta giunti lì, uscire sarebbe stato un gioco da ragazzi!
Sgranai gli occhi per la sorpresa di vedere che anche Kanda faceva parte del gruppo. Non me lo sarei mai aspettato ma mi guardai bene dal dire qualsiasi parola per evitare di scatenare una diatriba e magari di farlo infuriare più del solito.
Il pomeriggio trascorse in un clima sereno e allegro ed io mi sentii rinascere. Più che le cure mediche e le medicine in generale, erano quei preziosi momenti che mi ritempravano nello spirito, agevolando anche la guarigione del corpo.
Eravamo in un negozio che vendeva accessori per i capelli e mentre Lenalee cercava un cerchietto, trascinandosi dietro Kanda che aveva un volto che definire tempestoso era riduttivo. Pensai che fosse la volta buona che il giapponese puntasse Mugen anche alla gola della più dolce fra noi ma a quanto pareva avevo sottovalutato la sua pazienza.
Miranda cercava un fermaglio particolare chiedendo consiglio a chiunque le fosse vicino, da eterna indecisa e insicura qual’era.
Io mi ritrovai da sola con Allen e solo allora mi resi conto che la presenza vigile di due occhi blu era cessata. Sorrisi e cercai di fingermi interessata a qualcosa.
Stavo guardando delle mollette di madreperla, molto belle ma molto delicate che sicuramente non mi sarebbero durate molto qualora avessi deciso di acquistarle quando mi sentii afferrare con decisione il polso.
Una presa del genere non era da Allen e infatti quando osservai i suoi occhi notai che il grigio stava duellando con l’oro. Le sue labbra erano piegate ad un piccolo sorriso ironico che non gli avevo praticamente mai visto e i suoi capelli parevano più mossi o forse solo più spettinati.
- Andiamo! – mi disse trascinandomi in un'altra stanza del negozio.
Qui vi erano oggetti più preziosi, come orecchini, collane e diademi in strass.
Mi lasciò andare all’improvviso e allungò una mano a prendere un diadema.
- Che fai? Non metterò mai quella roba! – protestai vivacemente.
- Zitta! – mi disse lui facendomi voltare verso lo specchio a figura intera che avevo di spalle e di cui non mi ero nemmeno accorta dell’esistenza.
Vidi le sue mani posare sulla mia testa quella cosa… E prima che potessi strapparmela di dosso l’immagine riflessa nello specchio mi serrò la gola e mi congelò il sangue nelle vene.
Quella era l’altra me stessa.
Azael.
Indossava una veste bianca che pareva abbracciare il suo corpo, senza tuttavia toccarlo davvero, come se persino il tessuto fosse qualcosa di impuro per quella pelle liscia e luminosa quasi fosse stata bagnata di rugiada… I capelli rossi scendevano in morbidi riccioli lungo le ravvia nude, accarezzandole come lingue di fiamma indolore. Gli occhi verdi gareggiavano in brillantezza con gli smeraldi più puri. Il capo era cinto da una coroncina aurea che diffondeva una certa luminescenza… Le quattro ali bianche si aprivano alle mie spalle e parevano abbracciare la mia figura come un manto, che nella purezza del loro bianco sembravano essere la cosa più giusta e adatta.
Alle mie spalle, seminascosto dalle mie ali piumate lo rividi.
Lui.
Lord Lucifero.
Con i capelli neri come la notte… Gli occhi dorati… Le labbra rosse che parlavano di un peccato mortale ma che promettevano piaceri indescrivibili e inducevano in tentazione… Si, lui era bello. E non solo il suo aspetto anche la sua anima di allora era stata bella. Poi la corruzione l’aveva resa inguardabile e oscena… Però nei miei ricordi Lord Lucifero era una creatura del Cielo. Ed era pura e splendente come l’astro del Mattino a cui era spesso associato.
- Ora ricordi anche il tuo vero aspetto Azael? – mi chiese con voce suadente.
- No. Ciò che mi mostri può essere tua menzogna. – dissi fissandolo negli occhi attraverso il riflesso dello specchio.
- Non sono io a mostrartelo, sei tu a mostrarlo a me. –
- Menzogne. – dissi decisa.
- Verità, Azael. Io non mi sono mai veduto in quel modo… - mi sussurrò ed io seppi che non mentiva. Quello era il Lord Lucifero che io avevo sempre veduto e amato. Era la mia illusione. Era la menzogna che avevo raccontato a me stessa ed ora non potevo far altro che fronteggiarla e soffrire per l’illusione che io avevo alimentato e creato.
Mi voltai di scatto, strappandomi il diadema dai capelli ed il mio volto sfiorò quello di Allen. - Perché? – domandai stupita.
- Cosa? – chiese lui
- Fai quella faccia… - sussurrai
- Quale? – chiese di nuovo colui che dimorava in Allen
- E’ come se tu stessi per scoppiare a piangere ma non ti ricordassi di come si fa… - dissi. - Perché tu hai scelto di nuovo Lui e non me. - mi disse.



- Ragazzi!!! – trillò Lavi e tutto sparì in un attimo. Allen era Allen e mi fissava con aria confusa… Io tenevo fra le dita il diadema e forse anche tre o quattro miei capelli, Marie osservava la scena cercando di capirci qualcosa, Crowley guardava con occhi sbarluccicosi gli strass che riflettevano la luce in piccoli arcobaleni iridati… Miranda e Lenalee andarono in estasi quando videro quei gioielli…
Deposi il diadema, consapevole che mi aveva dato altro ricordi di cui avrei fatto volentieri a meno, ma che ormai non aveva più alcun valore…
- No, io preferisco qualcosa di più sobrio – mi decisi a dire.
- Quello non si adatta a te. Questo sarebbe meglio – disse Kanda indicando un pettinino, di quelli che si usano parecchio nelle acconciature giapponesi delle donne.
- Tradizionalista! – sbuffò Lenalee dandogli una piccola spintarella.
- Tsk! – si stizzì lui allontanandosi.
Lord Lucifero lo sapeva e lo sapevo anch’io. La mie scelta era stata compiuta molto tempo prima, quando accettai di venire al mondo come Innocence reincarnata. E quella scelta, io non l’avrei tradita né rinnegata mai.


  
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