Scrivo per il puro piacere di farlo e di tutto questo non mi appartiene nulla. Mi appartiene solo la stupida idea di perdere del tempo prezioso a scrive cavolate a manetta. Se però gradirete le mie cavolate potrò rivalutare il fatto che il tempo sia stato sprecato. xD
Buona lettura.
~ Sexy Bitch ~
Sexy Bitch ~ Akon feat. David Guetta
In
un enorme appartamento nel South
Kensington,
uno dei quartieri più lussuosi di Londra, una ragazza dai
capelli
corvini, dalla carnagione pallida e dai profondi occhi neri si stava
mettendo del mascara sulle lunghe ciglia finte.
Ormai
ci aveva fatto l'abitudine a quel suo stile di vita così
distante da
quello a cui era stata abituata fin da quand'era piccola.
Solo
cinque anni prima, infatti, non avrebbe mai pensato di vivere come
una Babbana.
Lei,
che era sempre stata una Serpeverde Purosangue.
Lei,
che aveva quasi preso il Marchio Nero.
Lei,
che per anni era stata la promessa sposa dell'ultimo erede dei Malfoy
e dei Black.
Ora
,lei,
non era più niente.
Non
per il mondo magico almeno...
Ma
per i Babbani... Oh...
per loro lei era una diva.
Una
diva di un nightclub, certo, ma pur sempre una diva. E a lei
essere al centro dell'attenzione era sempre piaciuto.
Yes
I Can See Her
Cause every girl here wanna be her
Ohh
she's a diva
They feel the same and I wanna lead me
Quella
sera, come al solito, si sarebbe esibita al locale e poi, se avesse
avuto fortuna, avrebbe rimorchiato qualche riccone che le avrebbe
pagato una cena in un costoso ristorante. Era ovvio cosa volessero
nel dopocena gli uomini, ma lei
non vendeva il suo corpo.
Se
il suo accompagnatore era carino, qualche volta accettava le avance,
altrimenti non si era mai fatta alcun problema a dare due di picche.
Spesso
gli uomini avevano cercato di stuprarla ma lei
si sapeva difendere benissimo. Al contrario di quanto tutti
credevano, lei
non era affatto indifesa.
Era
una pantera in tutti i sensi.
Harry
James Potter, completo bianco elegante da uomo e camicia nera con tre
bottoni slacciati, camminava per le vie affollate di Londra. Accanto
a lui un eccitatissimo Seamus Finnigan ciarlava inutilmente di un
locale Babbano che aveva scoperto per caso una sera.
Per
l'intera giornata non aveva fatto altro che implorarlo di seguirlo
perchè voleva che vedesse una cosa con i suoi occhi. In
realtà
aveva implorato anche Ron, ma appena aveva detto che era un nightclub
il locale in questione, Hermione era magicamente apparsa dal nulla
con uno sguardo assassino che fece dire al rosso un deciso no alla
proposta.
Così,
ormai sfinito dalle suppliche dell'Irlandese, aveva accettato di
uscire con lui quella sera.
“L'altra
notte, quando ci sono stato, lo spettacolo era già finito da
un
pezzo, ma c'erano un paio di ragazzi che mi hanno raccontato delle
cose su di lei. Hanno detto che oltre a ballare in modo dannatamente
eccitante, dopo il lavoro
esce sempre con qualcuno...” stava ripetendo per quella che
ormai
era la milionesima volta mentre si sistemava meglio la maglia che
indossava sotto il giubbotto in pelle aperto.
“...e
che poi se sei carino ci sta pure...Lo so Seamus, l'hai ripetuto un
casino di volte. Mi stai facendo passare la voglia di venire a vedere
questa maledetta troia...” borbottò facendo
infuriare l'amico.
They
say she low down
it's
just a roomer and I don't believe me
They say she needs to slow
down
The baddest thing around town
“Ehy,
non chiamarla così! Lei è la Diva! Non puoi
capire! Quella non è
solo una puttanella da quattro soldi! Non è neppure come le
altre
ragazze se è per questo. Sarebbe da stupidi paragonarla a
un'altra
donna. Corrisponderebbe al mangiare cavoli a merenda.” disse
con
enfasi tale che molti degli sconosciuti che incontravano per la
strada cercarono di girargli al largo.
Harry
si diede una manata in faccia.
Fortuna
che aveva indossato le lenti a contatto e lasciato gli occhiali a
casa o probabilmente li avrebbe rotti.
“Sam,
non l'hai neppure mai vista, come fai a dire queste
cavolate?!”
sbottò sempre più nervoso. Non riusciva davvero a
spiegarsi tutta
quella reverenza che l'irlandese millantava nei confronti di una
squallida ballerina di nightclub.
“Senti
Harry, fidati. L'ho vista di sfuggita mentre tornava nei camerini per
cambiarsi. Ero mezzo ubriaco, certo, ma ti assicuro che quella
è
diversa.”
She
ain't nothing a girl you've ever seen before
and
nothing you can compare to a neighborhood whore
Il
moro lo guardò perplesso con un sopracciglio che aveva
raggiunto
l'attaccatura dei capelli e sulle labbra un'espressione a
metà tra
l'arrabbiato e il seccato.
Stava
quasi per decidere di andarsene quando, girando l'angolo, vide
finalmente l'entrata del locale, e cambiò idea.
*****
Le
luci al neon del Baddest
illuminavano tutto il vicolo buio e semi vuoto.
Alle
nove di sera di certo nessuno sarebbe entrato nel locale. Dopotutto
la parte divertente arrivava solo dopo le undici quando finalmente
iniziavano le esibizioni delle ragazze più sexy che si erano
mai
viste in tutti i locali più malfamati di Londra.
Nonostante
ciò ogni sera Pansy arrivava presto, per poter evitare la
fila di
gente che stava all'entrata sperando di poter essere nella cerchia
ristretta di persone che avrebbero assistito allo spettacolo di
quella notte.
E
poi, anche se per il suo numero era pagata profumatamente, non erano
certo rare le volte in cui si era messa al bancone del barista come
aiutante. Infondo Ted, il barman, aveva sempre apprezzato la sua
compagnia. Inoltre, se c'era lei a servire da bere, i ragazzi
tornavano al bancone anche quando non avevano affatto sete e ogni
volta consigliava loro ciò che di più costoso
poteva offrire il
bar.
Anche
quella sera arrivò puntuale come un orologio svizzero,
parcheggiando
la sua Porsche Carrera GT (*1)
verde metallizzata nel parcheggio a pagamento che stava a un
centinaio di metri dal locale.
Un
paio di ragazzini che non sembravano avere più di undici o
dodici
anni la osservarono scendere dalla macchina. Lei sorrise loro.
“Un
bel gioiellino, vero?” disse avvicinandosi mentre il piccolo
gruppo
la guardava ammirato.
“Quanto
ti è costata?” domandò quello che
sembrava essere il più grande.
Pansy
ghignò osservando la cosa a cui teneva di più
dopo se stessa.
“Tanti
sacrifici e umiliazioni.” sussurrò pragmatica
prima di andarsene
sotto gli sguardi perplessi dei ragazzini.
Entrò
come sempre dall'entrata principale del locale e Ted, già al
bancone
a servire quei pochi clienti che erano lì a bere come
spugne, la
salutò.
La
mora si sedette a uno degli sgabelli che fronteggiavano il bancone
appoggiandoci poi i gomiti sopra e abbandonando la testa sulle mani.
“Allora?
Com'è andata ieri sera? Abbiamo fatto molti
incassi?” chiese
mentre il barman le preparava il suo drink preferito.
“Meno
del solito purtroppo, dolcezza. Sono settimane che non vieni ad
aiutarmi qui al bancone. Se oggi venissi recupereremmo senza
problemi.” propose appoggiandosi con il bacino al tavolo su
cui
preparava gli ingredienti per i suoi famosi cocktail alla frutta.
“Sarà
per domani Ted. Questa sera non sono dell'umore adatto...”
borbottò
mentre beveva a piccoli sorsi. “Meglio se vado a prepararmi
ora. Ci
sarà sicuramente Cosette in camerino che si lamenta che
vuole essere
lei la preferita del Capo e per colpa sua ci metterò
sicuramente un
sacco di tempo per essere perfetta.” aggiunse prima di
alzarsi.
Il
barista ridacchiò salutandola e tornò a servire
gli uomini che
stavano al bancone.
Ognuno
di loro, nonostante fosse stordito dall'alcool, si voltò a
guardare
la pantera camminare a passo felpato verso la sua tana.
*****
Harry
osservò ancora una volta la lunghissima fila di persone che
stava di
fronte al locale aspettando che il buttafuori li lasciasse passare e
si chiese come avrebbero fatto loro, persone comuni come tutti gli
altri almeno lì, nel mondo babbano, ad entrare.
“Non
ti preoccupare” esclamò Sam tirando fuori dalla
tasca dei
pantaloni due foglietti. “L'altra volta ho conosciuto il
proprietario e mi ha dato due pass
esclusivi. Di solito li concede solo alle celebrità, ma ha
fatto una
piccola eccezione.” aggiunse ghignando furbescamente.
“Sam,
non dirmi che lo hai confuso per poter entrare!?” quasi
urlò il
moro.
“Era
per una buona causa” borbottò con voce infantile
l'altro
incassando la testa nelle spalle.
Di
nuovo Harry si batté una mano sulla faccia sospirando
profondamente.
Cosa
spingeva Seamus, un onesto ex Grifondoro, diventato Auror quasi a
pieni voti, con un curriculum pienamente rispettabile, a infrangere
una delle leggi su cui il mondo magico si fondava?! Infondo si
trattava solo di una stupidissima puttana!
“Quel
che è fatto è fatto... Andiamo dai.”
disse infine trascinando con
sé l'irlandese rinunciando a capire la sua mente contorta.
Quando
finalmente varcarono la soglia, i due ragazzi furono investiti dal
rumore forte che proveniva dalle casse dell'enorme impianto stereo
del locale.
Alla tenue luce che aleggiava in quello spazio che da
fuori sembra decisamente più piccolo, Harry si
osservò intorno.
Alla sua sinistra stava il bancone del bar, dove un paio di ragazzi
stavano flirtando con quelle che sembravano essere spogliarelliste in
attesa di esibirsi. Davanti a lui invece c'erano dei tavolini in
metallo, la maggior parte già occupati e, infondo alla sala,
dei
divanetti dove c'era già qualcuno che pomiciava senza badare
a
coloro che li osservava (interessato, schifato o geloso). A sinistra,
nell'enorme pista da ballo punteggiata qua e là da cubi su
cui delle
ballerine ballavano in succinti abitini di pelle, si scatenava la
maggior parte della folla che popolava il locale. Nell'angolo c'era
la postazione rialzata del DJ che mixava un pezzo dietro l'altro
senza prendersi un attimo di pausa, quasi dalla musica dipendesse la
sua sopravvivenza.
“Vieni” gli urlò Sam nell'orecchio
trascinandolo per il braccio verso la pista. In realtà Harry
scoprì
che lo stava portando vicino alla postazione del DJ e man mano che si
avvicinavano poté scorgere un piccolo palco tra la pista e
il
soppalco che ospitava il mixer. Ai lati della pista c'erano un paio
di lunghi e comodi divanetti separati da coloro che ballavano da
delle corde. Dopo aver mostrato i pass ai due uomini che
controllavano la zona, lui e Seamus si sedettero comodamente sotto
gli sguardi di alcune ragazze che dalla pista li avevano notati e li
fissavano come fossero qualcosa di particolarmente succulento e raro.
Per
un po' i due rimasero entrambi ad osservare la pista gremita di gente
poi, con la scusa della sete, l'Irlandese si era alzato e Harry non
lo vide tornare fino a mezz'ora dopo, mentre due ragazze poco
più
che diciottenni stavano appiccicate come sanguisughe alle sue
braccia.
Il
moro lo guardò interrogativo ma Sam rispose solo che era
meglio se
si trovava compagnia anche lui perchè c'era ancora molto da
aspettare.
Sbuffò
liberandosi della giacca iniziando a sentire decisamente caldo in
quel luogo per i suoi gusti anche troppo affollato. Per quella che fu
la milionesima volta si chiese cosa diavolo ci facesse lui
lì.
Lui,
un ex Grifondoro che odiava le ingiustizie.
Lui,
il Salvatore del Mondo Magico.
Lui,
che per le donne, o almeno per le donne che non vendevano sè
stesse,
provava un rispetto enorme.
Già,
le donne... Per lui,
erano un mistero... Un grande mistero.
Scocciato
dal fatto che l'amico stesse amoreggiando bellamente proprio accanto
a lui con le due ragazze seminude che aveva accalappiato, Harry si
alzò e se ne andò al bancone del bar.
“Che ti do?” gli
chiese subito il barista.
“Quello
che ti pare.” sbottò scocciato.
*****
Il proprietario del Baddest aveva sempre pensato che una ragazza bella, sexy e intelligente come Pansy dovesse essere per forza molto ordinata. Credeva infatti che la perfezione esteriore portasse alla ricerca della perfezione intorno a sé.Quando
però, alla fine della primissima esibizione della mora, era
entrato
nel suo camerino per complimentarsi del grande successo riscosso,
aveva scoperto di sbagliarsi. Infatti, in quelle poche ore in cui
Pansy aveva occupato la stanza per prepararsi, era riuscita a creare
un disordine assoluto.
Gli
abiti, che erano stati fino a poco prima ordinatamente appesi,
infatti, si trovavano abbandonati in giro per la stanza. Le varie
scarpe e stivali erano qua e là e non dubitava che alcune
calzature
fossero finite addirittura sotto al piccolo divanetto che stava
vicino alla porta.
Ora, dopo quasi un anno in cui la ex-serpeverde
lavorava per lui, entrava in quella stanza senza stupirsi di trovare
la sua diva intenta a cercare sotto agli abiti gettati a terra, la
compagna della scarpa che già aveva indossato.
“Tesoro,
sbrigati o Cosette è capace di uscire al tuo
posto.” le disse
sedendosi sul divanetto dopo aver gettato a terra ciò che
lei ci
aveva malamente buttato sopra.
“Non
riesco a trovare quel cazzo di stivale!” imprecò
continuando a
lanciare vestiti e scarpe ovunque.
“Vai
scalza.” scherzò lui.
Pansy
si fermò un attimo e si voltò verso l'uomo
guardandolo con sguardo
ironico e acido allo stesso tempo.
Uno
di quegli sguardi che appartenevano a un passato distante.
“Certo,
vuoi anche che mi metto le scarpette da ballerina di danza classica e
faccio una variazione della Bella addormentata?”
“Se
la fai in versione sexy magari gradiscono pure.” si
azzardò a
rispondere lui con in faccia un'espressione da schiaffi.
La
mora, infatti, lo mandò bellamente a quel paese e
continuò la sua
ricerca disperata.
*****
Il fatto che la pista si stesse riempendo più di quanto già non fosse stata fino a quel momento, fece capire a Harry che stava finalmente per vedere la famosa puttanella di cui Sam non aveva fatto altro che parlare fino a che non erano entrati nel locale. Il bello però era che, quando il moro circa un'ora prima era tornato ai divanetti vicino alla postazione del DJ, non aveva più trovato l'irlandese e di lui non si vedeva ancora traccia.Maledisse mentalmente l'ex compagno di Casa e si alzò per andarsene visto che a lui non importava nulla di vedere quella spogliarellista, quando il volume della musica diminuì leggermente e lo speaker iniziò a ciarlare più o meno come aveva fatto delle ore prima Seamus su quella fantomatica ragazza che sembrava essere, a detta di tutti, assolutamente irresistibile.
I'm
trying to find the words to describe this girl
without
being disrespectful
“Ragazzi! Rifatevi gli occhi anche stasera sulla nostra magnifica pantera nera: PANSY!!!” un boato accolse le ultime parole della presentazione mentre la folla in pista si apriva come se Mosè in persona stesse dividendo le acquee e Harry pensò che infondo, in tutto il Regno Unito, di certo non esisteva sola una ragazza che si chiamava Pansy. Eppure, quando finalmente la vide ballare a pochi passi da lui con movenze sensuali al ritmo di una musica veloce e ritmata, fu costretto ad ammettere che era proprio Pansy Parkinson la moretta che gli stava facendo seccare la bocca con la sua danza erotica ma tutt'altro che volgare.
*****
Quando Pansy ballando aveva notato chi era seduto ai divanetti a pochi passi dalla piattaforma su cui si esibiva, per poco non era inciampata sui suoi stessi piedi.A
quanto pareva il passato era finalmente arrivato a bussare alla sua
porta.
Continuò
a ballare sulle note di un remix dell'ultimo successo di Madonna(*2)
fingendo di non aver notato nulla di strano o diverso dal solito, ma
sentiva fissi su di sé gli occhi verde speranza del
Salvatore del
Mondo Magico.
Si
chiese perchè, di tante persone che aveva conosciuto ad
Hogwarts,
proprio lui
doveva essere lì, quella sera, a guardarla mentre rinunciava
alla
sua dignità pur di sopravvivere in un mondo a cui lei non
apparteneva e a cui mai avrebbe voluto appartenere.
Ma
Pansy non era più come in passato. Se prima si era sempre
fatta
dominare dagli altri, ora era lei la dominatrice.
Decideva
lei, una fiera pantera, della sua vita e del suo destino.
Quindi
lo avrebbe affrontato di petto, come faceva ormai con ogni problema.
Quando
il pezzo sarebbe finito, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe
stata trascinarlo con sé in un posto tranquillo dove poter
parlare.
Perchè
tanto sapeva che Potter non l'avrebbe certo ignorata.
Sicuramente
avrebbe pensato che lei aveva bisogno di aiuto e, da buon ex
Grifondoro, si sarebbe precipitato a soccorrerla, nonostante in
passato tra loro non fosse certo corso buon sangue.
Bhè,
gli avrebbe dimostrato che lei non aveva bisogno proprio di nulla...
Sopratutto non aveva bisogno della compassione che in quel momento,
mentre lo fissava negli occhi color speranza in cui si leggeva anche
una certa ammirazione,
aveva letto nel suo sguardo.
*****
In vita sua Harry non avrebbe mai immaginato di pensare cose del genere proprio su Pansy Parkinson. Ma quella notte, mentre la moretta dai corti capelli neri portati leggermente più lunghi sul davanti, si scatenava in pista avvolta in un vestito che lasciava ben poco all'immaginazione, si trovò a cercare di trattenere il suo cervello dal vagare su pensieri che avrebbero fatto di certo diventare il suo viso più rosso dei capelli di Ron.The
way that booty movin I just can't take no more
Have to stop what
I'm doing so I can pull up her clothes
I'm trying to find the
words to describe this girl
without
being disrespectful
(Damn
Girl)
Damn You's a sexy bitch, a sexy bitch
Damn you's a
sexy bitch, damn girl
Damn You's a sexy bitch, a sexy bitch
Damn
you's a sexy bitch, damn girl
Quando
la musica terminò e la mora smise di muoversi ci fu un
enorme boato
a riempire il silenzio che era durato per qualche brevissimo istante.
Per
un certo tempo era rimasto immobile esattamente com'era, fissando
Pansy con una leggerla punta di compassione.
Di
certo la sua vita non doveva essere facile. Probabilmente era anche
costretta a vendere il suo corpo. Gli tornarono in mente le parole di
Sam e le probabilità che facesse una cosa così
orribile aumentarono
a dismisura.
Era
così concentrato sui suoi pensieri che non si accorse che
Pansy
stava andando da lui finché lei non gli fu a una spanna dal
naso.
Si
era risvegliato dalla catalessi in cui era caduto ritrovandosi
però
subito a perdersi in un mare nero e profondo che per qualche istante
gli aveva ricordato i fieri occhi luccicanti malizia di Sirius.
“Guarda
chi si vede in un locale malfamato come questo. Pensavo fossi un tipo
tutto casa e chiesa Potter.” sibilò con malizia e
ironia senza
spostarsi da dov'era.
Harry deglutì e fece un passo indietro.
Non
si era neppure accorto di essersi alzato in piedi. Quando
era successo?
Lei
ridacchiò e lui finalmente si decise a parlare.
“Senti
da che pulpito arriva la predica. Non eri tu quella che diceva che i
Babbani sono spazzatura? E invece guarda dove ti trovo...”le
parole
morirono nella bocca di Harry quando vide l'espressione della ex
Serpeverde.
Era
minacciosa ma negli occhi leggeva una qual certa malinconia.
“Cosa
ne sai tu, eh? Per te la vita è stata facile dopo la morte
di
Voldemort, vero? Tu non ti sei trovato per strada senza genitori,
senza casa, senza nessuno su cui contare, solo te stessa! E senza
bacchetta! Privata della mia natura! Certo, ma tu che puoi saperne,
eh?!” sibilò furiosa.
In
un istante il moro si pentì delle sue parole. In
realtà lui non
avrebbe voluto dire quelle cose sin dall'inizio, ma per un attimo si
era sentito... stordito...
Lei
se ne stava andando così la seguì e fermandola
giusto poco prima
che entrasse nella zona privata a cui si poteva accedere solo se
espressamente invitati.
“Scusa...
non volevo davvero dire quelle sciocchezze. Ero solo... Sorpreso.
Insomma, non mi aspettavo certamente di vederti qui stasera.”
disse
sincero.
Pansy
lesse nei suoi occhi e vi vide solo dei purissimi smeraldi che
rilucevano alle luci stroboscopiche del locale.
“Vieni.”
mormorò prendendolo per il polso e trascinandolo con
sé fino al suo
camerino. Lo fece entrare e si chiuse la porta alle spalle sperando
che le altre ragazze non l'avessero notata.
Si
chiese perchè aveva quel comportamento. Infondo non le era
mai
importato il giudizio delle altre. Anche perchè avevano ben
poco da
criticarla. Loro vendevano spesso il loro corpo.
Lei
non lo aveva mai fatto.
“Wow...”
ridacchiò Harry osservando il caos che regnava sovrano in
quella
piccola sala. “Peggio della mia stanza ad Hogwarts”
Pansy
sbuffò e iniziò a raccattare gli abiti che aveva
gettato poco prima
in ogni dove appoggiandoli in malo modo tutti in un angolo del
camerino.
“Dettagli.
Immagino che tu voglia farmi qualche domanda, no? Ti leggo la
curiosità in faccia. Neanche avessi un'insegna al neon in
fronte...”
scherzò lei facendogli segno di accomodarsi sul divanetto
mentre si
appoggiava con i fianchi alla postazione trucco.
Lui
si grattò la testa un po' a disagio. Era una situazione
decisamente
strana quella.
“Ehm...
vediamo... Perchè lavori qui? Insomma, non sei stupida,
avresti
potuto trovare un lavoro migliore” chiese cercando un modo
per non
offenderla.
“Potter,
il M.A.G.O. Non è un diploma. Per i Babbani è
carta straccia.
Questo è l'unico lavoro che ho trovato e poi guadagno
davvero bene.
Ho un'auto costosissima, una casa nel quartiere più lussuoso
di
Londra, faccio shopping quasi tutti i giorni agli Harrods.
Per me va bene anche così. Infondo ho avuto quanto di meglio
potessi
avere in un mondo insulso come quello dei Babbani, quindi non mi
lamento.” spiegò sincera.
“Beh...
l'importante è che tu sia felice di quello che
hai.” borbottò con
un'alzata di spalle lui.
Una
lieve ombra passò negli occhi neri e profondi della
ballerina.
“Preferirei
mille volte poter tornare nel mondo dei maghi ma lì i
Mangiamorte o
quelli che ci hanno avuto a che fare non sono ben visti. Non troverei
lavoro neppure come Elfo domestico.”
Harry
chinò il viso sentendosi in colpa.
Quella
era una delle leggi che il Ministro aveva emanato e che lui non
apprezzava affatto. Alla fine che colpa ne avevano loro, i figli dei
Mangiamorte, se le loro famiglie erano cattive, corrotte? Non avevano
fatto nulla per fermarli, è vero, ma che potevano contro i
loro
genitori? Contro gli altri Mangiamorte? Contro Voldemort in
persona?
Ricordò per qualche istante la situazione di Draco
Malfoy. Lui fortunatamente era stato accettato nel mondo magico, ma
solo perchè Harry in persona aveva espresso quanto la
famiglia
Malfoy avesse fatto per determinare la vittoria del bene sul male.
Era
difficile ammettere di aver sbagliato, ma lui non era mai stato un
gran bugiardo e quella era la verità.
“Già.
C'è molta ipocrisia a questo mondo. Purtroppo l'ipocrisia va
a
braccetto con la paura e nel mondo magico temono tutti che da un
giorno all'altro si presenti un altro pazzo come Voldemort. Forse
dovremmo imparare a perdonare.” fece una pausa in cui la
guardo
negli occhi. “Io non ho nulla da perdonarti. Non hai fatto
nulla di
male. Forse mi hai un po' preso in giro a scuola, ma eravamo
ragazzini.”
Pansy sorrise. Un sorriso sincero che in pochi
avevano visto distendersi sulle sue labbra.
“Pensavo
fossi solo uno stupido megalomane. Mi sbagliavo. Sei intelligente. E
pure carino.”
Il
moro arrossì appena ridacchiando a disagio.
Cadde
tra loro il silenzio poi Harry notò l'orario che indicava
l'orologio
di Fabian Prewett che stava sempre fedelissimo al suo polso.
“Cazzo...
E ora come torno a casa?!” imprecò a voce alta.
L'ex
Serpe lo guardò con un sopracciglio alzato.
“Sei
un Mago. Smaterializzati, no?”
Harry
fece un'espressione buffa, a metà tra l'arrabbiato e
l'imbarazzato.
“Sono
venuto in auto con un amico. Ho lasciato a casa la bacchetta. Non
pensavo mi servisse tra i Babbani. E Sam, maledetto, è
sparito.”
disse per poi continuare borbottando tra sé e sè
“Ci scommetto la
mia di auto che quello è andato via con quelle due troiette
di
prima... Oh, ma lunedì in ufficio lo uccido...Anzi, lo
faccio
mandare in Germania dal capo! Lui odia le missioni all'aperto! La
Foresta Nera gli piacerà da morire.”
Pansy
ascoltò divertita il monologo del moro che, quando la
sentì
scoppiare a ridere, si voltò a guardarla in imbarazzo.
“Certo
che sei proprio pazzo tu Potter.” sussurrò tra le
risate.
L'Auror
si mordicchiò il labbro inferiore un po' a disagio.
Pansy
era davvero bella quando rideva, si ritrovò a pensare.
Poi
le rotelle nel suo cervello, gli fecero tornare in mente che la mora
aveva detto qualcosa a proposito del quartiere più lussuoso
di
Londra e degli Harrods, così ebbe un'idea.
“Ehy,
abiti nel Kensington?”
le chiese infatti.
Lei
smise di ridere e annuì.
“Potresti
darmi un passaggio allora. Io sto nella Portobello Road(*3).
Hai detto che hai un'auto, no?”
Pansy
ghignò furbescamente.
Certo che ce l'aveva un'auto! E che auto!!!
*1 Sono consapevole che sia un po' difficile pensare che Pansy guidi il modello più costo che la casa automobilistica Porsche abbia messo in vendita fino ad ora. Anche perchè ne esistono pochi modelli al mondo quindi... Ho usato questo modello solo perchè mi attirava più di altri tipi di auto particolarmente costose.
*2 La canzone in questione è Revolver. Il testo mi sembrava abbastanza azzeccato. Per un po' ero stata indecisa tra questa canzone o Rude Boy di Rihanna. Sono adatte entrambe ma alla fine la sorte ha fatto vincere Madonna. Propongo entrambe le soluzioni comunque. Scegliete pure voi tra le due.
*3 Mi piaceva particolarmente l'idea che Harry vivesse nella Portobello Road. Io a Londra non ci sono mai stata ma uno dei primi posti che vorrei visitare oltre a Notthing Hill è proprio la Portobello Road. E King's Cross ovviamente. *@* xD
NOTE DELL'AUTRICE
A quanto pare in questo periodo mi passano per la testa idee una più strana dell'altra. Forse è colpa dello stress dovuto alla scuola. Sta di fatto che sta uscendo questa piccola fic composta probabilmente solo da 2 o 3 capitoli. Sempre se non mi vengo idee geniali. Io ne dubbito -.-'''' Già di per sè questa è una cavolata colossale. Meglio non ingrandirla troppo.
Inizialmente doveva essere una one shot ma poi si è evoluta in una fic a capitoli. Pochi, ma pur sempre a capitoli. Sto lavorando al secondo ma non so quanto tempo ci metterò per finirlo. A questo capitolo infatti ci sto lavorando da... Ehm... :-> Credo siano 3 mesi ormai... Lo posto solo perchè voglio finire questa maledetta ficcy e so che se non c'è qualcuno che mi fa pressioni ci potrei impiegare un anno per porre la parola fine a questa schifezza.
Non mi aspetto molte recensioni, ma se avete perso tempo a leggere fino a qui vuol dire che avete anche il tempo per premere quella parolina magica che fa felice noi autori e lasciare un piccolo commento... anche un semplice "è una porcheria" mi farebbe felice.
Uhm... Che altro devo dire?
Niente. Bene.
Baci, Lizzy