Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Akami92    27/03/2010    3 recensioni
[Auguri, vecchia zia! XD]
Era così seccante rimuginare su quanto tempo avesse sprecato in compagnia di quella donna, quando il suo fisico prestante e il suo volto vissuto facevano ancora battere il cuore alle giovani fanciulle di Konoha.
Eh già, aprì gli occhi, era ancora un uomo tremendamente affascinante.

#1. Odiava le donne. Odiava le donne coi capelli neri. Odiava le donne coi capelli neri raccolti in una coda. Odiava Yoshino.
#2. «Tu… tu…» il giovane si tolse la fascia dagli occhi, osservando la ragazza sbalordito. «Tu mi hai…» non sapeva proprio che pesci pigliare.
#3. «Sii ragionevole, sii ragionevole, sii ragionevole…» pregava Mikako, dietro di lei, con le mani congiunte, sperando di non dover assistere a risse di alcun genere: odiava la violenza.
#4. «Sei schizzinoso come una femminuccia.» replicò la voce, femminile.
#5. «Oh… buongiorno, signora Nara.» salutò Yoshino, mettendo temporaneamente da parte gli istinti omicidi e mostrando il suo lato più dolce ed educato. «Sono un’amica di Shikaku. Per caso è in casa?» domandò, inchinandosi.
#6. «No, tu non capisci.» sbottò l’uomo, tenendosi una mano premuta sul mento, in modo da nascondere e proteggere il prezioso pizzetto. «Il pizzetto è tutto ciò che mi rimane del mio essere uomo. Mi hai portato via tutto il resto: il monosopracciglio, gli hentai, il posto a destra del letto matrimoniale… almeno il pizzetto me lo devi lasciare!»
[Shikaku x Yoshino]
Genere: Generale, Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Al fandom addormentato

di questo sito

pulsa il cuore di Bianco,

quando smetterà?

Zia Ele, su quelle storie,

quante menti ormai,

quanto ancora col computer

tu scriverai?

 

 

Banana

Il matrimonio. In quale orribile, annoso, mefistofelico problema era andato a invischiarsi quella volta? Se non avesse cedute alle lusinghe di sua madre e di Yoshino, si troverebbe ad essere ancora un attraente scapolo, un single “per scelta” in un appartamento sopraffatto da strati di disordine e polvere, sempre pronto per scappatelle romantiche con giovani e affascinanti pulzelle.

“Che vita grama sarebbe stata” cercò di convincersi, con lo stesso tono di un uomo che ha perso l’occasione della sua vita.

Scherzi a parte, il matrimonio era stato per lui il momento più bello in tutta la sua… Ma chi voleva prendere in giro? Gli inviti, la carta degli inviti, il colore della scritta degli inviti, il buffet, il primo, il secondo, il dolce, il contorno, la frutta, l’ammazzacaffè, il coloredelletovagliechedovevaabbinarsiconilvestitodelladamigellad’onore… apriti cielo! Un’iniezione di noia concentrata!

Il suo sogno sarebbe stato quello di sbolognare il lavoro sporco a Yoshino, mentre lui se la sarebbe spassata con Choza e Inoichi in un addio al celibato protratto per sei mesi.

Ma no! Con ventidue anni suonati era stato obbligato da sua madre ad «aiutare Yoshino in questo duro lavoro», che tradotto nella lingue corrente significava: «guardare e annuire mentre Yoshino faceva tutto il lavoro.»

Ed eccola! La foto incriminante del suo matrimonio troneggiava in una intera pagina dell’album di fotografie. Che espressione eloquente che aveva stampato in viso: sembrava un condannato a morte che si dirigeva al patibolo.

 

#6. Gli amici si vedono nel momento del bisogno

Si era fatto proprio incastrare.

Stava seduto sul divano, con un’emicrania che avrebbe steso un elefante, a leggere l’infinita lista degli invitati che Yoshino si era preoccupata di stilare nelle ultime tre settimane.

«Allora, tesoro» cominciò Yoshino, così zuccherosa che Shikaku temette di ammalarsi di diabete. «Come ti sembra?»

«Su trecento invitati, almeno novanta non hanno un nome e un cognome, cara.» rispose, massaggiandosi le tempie.

«Ma sono conoscenti! È importante averli presenti al matrimonio!»

«Non credo che la signora…» si inforcò gli occhiali da vista e strabuzzò gli occhi per leggere meglio. «Eccola! La “signora della bancarella di frutta e verdura” possa essere considerato un nome proprio di persona. È irrispettoso verso la signora Nakamori.»

«Nakamori?» si illuminò Yoshino.

«Sì, è il vero nome della…» non terminò la frase, sentendosi un completo idiota. Cancellò ciò che aveva scritto Yoshino e lo sostituì con “Nakamori Aya” senza guardare la fidanzata negli occhi. Sarebbe morto se lei fosse scoppiata a ridergli in faccia.

«Ora che abbiamo dissipato ogni dubbio, tesoro.» sottolineò con tono melenso Yoshino, sedendosi sulle sue gambe e tormentandogli il pizzetto che si era fatto crescere in quell’ultimo anno. «Dobbiamo concludere un affare ancora aperto tra me e il tuo amichetto.»

Il volto di Shikaku si illuminò di gioia.

«Non quell’amichetto.» lo freddò la donna senza alcuna pietà. «Intendevo questo amichetto qua.» e gli tirò il pizzetto.

«No.» dichiarò immediatamente Shikaku, scrollandosi la fidanzata dalle gambe ed alzandosi, portandosi subito sulle difensive. «Il pizzetto non si tocca.»

Anche Yoshino si alzò. «Su, non fare storie. Per il nostro matrimonio devi essere come dico io.» si impose perentoria, senza dargli nemmeno il tempo di aprire bocca per ribattere.

«No, tu non capisci.» sbottò l’uomo, tenendosi una mano premuta sul mento, in modo da nascondere e proteggere il prezioso pizzetto. «Il pizzetto è tutto ciò che mi rimane del mio essere uomo. Mi hai portato via tutto il resto: il monosopracciglio, gli hentai, il posto a destra del letto matrimoniale… almeno il pizzetto me lo devi lasciare!»

Yoshino scoppiò in una risata inquietante.

«Amore mio, dolcissimo e carissimo topolino della mia vita,» cominciò, così sdolcinata che Shikaku sentì i denti cariarsi in pochi secondi. «ora che ti sposerai con me, sarò io l’uomo, la donna, il figlio, la figlia, tua madre e tuo padre. Starai con me per tutta la vita e mi obbedirai.» sorrise, illuminandosi.

Se la mandibola di Shikaku avesse potuto allungarsi, a questo punto avrebbe toccato terra.

«Nooo!!!» gridò, scappando via, lontano da quell’inferno.

Girò in tondo per circa un quarto d’ora, finché non incontrò Choza e Inoichi, intenti nell’ammirare una partita di kunai appena arrivata.

«Ino! Cho!» strepitò, sbracciandosi in modo che gli altri lo vedessero.

I due amici si voltarono e lo salutarono di rimando, felici di vederlo: era da oltre due settimane che non usciva di casa, impegnato com’era nell’organizzazione del suo matrimonio.

«Shika! Accidenti, da quanto tempo!» si fece incontro Choza, abbracciandolo vigorosamente. «Non ti si vede più per questi lidi, eh?»

«Lasciate perdere…» si lamento Shikaku, affranto. «Yoshino è terribile. Una donna malvagia, meschina, impossibile, noiosa, rompiscatole… una cosa insopportabile.»

«È incredibile vedere quanto la ami.» commentò Inoichi, tirandogli una pacca sulla spalla e sorridendogli con complicità.

«Già.» sospirò l’uomo, ormai arresosi di fronte all’evidenza. «Piuttosto, Choza, come sta Mikako?» chiese all’amico. Mikako era ormai incinta da quattro mesi.

«Sta benissimo. Le sta venendo un bel pancione.» commentò  Choza, tutto contento. «Burrosa così è anche più bella.»

Inoichi scoppiò a ridere. «Com’è tenero Cho quando fa l’innamorato…» tuttavia, si accorse che qualcosa tormentava l’animo di per sé già angosciato di Shikaku.

«Ehi, amico, che succede?» domandò, preoccupato.

Shikaku alzò gli occhi guardandolo disperato. «Yoshino… vuole che… mi tagli il pizzetto.» biascicò, crollando poi sulla spalla dell’amico con una mano a coprirsi il volto per non mostrare l’espressione prostrata dalla tristezza

«Su, su, non è virile…» cercò di consolarlo Inoichi, carezzandogli la nuca e comprendendo il suo dolore. «Non fare così. Reagisci, piuttosto! Imponiti!»

Come risvegliatosi da una trance, Shikaku si destò. «Dovrei reagire? Impormi? Come?» implorava, quasi piangendo.

Choza stava per rispondere, ma Inoichi fu più veloce: «Va’ da lei, spiegale la tua situazione, falle vedere chi comanda! Sei tu l’uomo! Tu porti i pantaloni, tu porti a casa il pane, tu la metti incinta! Tutta la famiglia dipende da te!» disse, infervorato, credendo fermamente in quelle parole.

Quell’iniezione di autostima portò Shikaku a dimenticarsi completamente del carattere di Yoshino e a pensare di poter riottenere i suoi diritti (povero illuso!) attraverso la diplomazia.

Fu nel momento in cui si congedò dai due amici che Choza poté finalmente parlare.

«Ino, ma non è la stessa cosa che hai fatto tu con Miho?» mormorò, interdetto, con un sussurro in un orecchio.

«Esattamente.» disse Inoichi, cominciando a camminare.

«Ma adesso tu non hai più gli hentai sotto il letto, dormi a sinistra e stai andando dal barbiere a tagliarti il pizzetto…» continuò, non capendo ancora dove l’amico avesse intenzione di andare a parare.

«Proprio così.»

«Allora non capisco: perché gli hai consigliato quelle cose?»

Inoichi si fermò e con uno scatto felino si voltò a guardare Choza. «Cho» dichiarò con enfasi, mentre gli appoggiava una mano sulla spalla. «Gli amici si vedono nel momento del bisogno. E io ho bisogno di un compagno di sventure.»

 

 

Ogni one-shot mi sembra ogni volta più demenziale XD

Caspita, avete notato come sono stata veloce ad aggiornare? Soltanto poco più di un mese! Che mostro che sono! XD

Sì, i pomodori e le verze potete lanciarmele quando avrete finito di leggere…

Chiaramente, la canzoncina da me adattata è stata scritta sul modello di Maria nella bottega del falegname, di De Andrè.

Ringrazio ancora chi lascia una recensione, chi la segue, chi si è appena accorto di questa raccolta, chi sta pensando che sia talmente demenziale da non essere degna di nota… tutti! E vi auguro una giornata molto bananosa! ^^

E non temete, scoprirete presto il significato del titolo! XD

Banana a tutti voi,

Akami

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Akami92