Anime & Manga > D'Artagnan
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Autore: lady lina 77    28/03/2010    7 recensioni
Sono passati sei mesi dalla sconfitta di Manson e di maschera di ferro e per d'Artagnan e i suoi amici è un periodo di pace... Il guascone è tornato a Parigi e può pensare tranquillamente ai suoi amici, alla sua carriera come moschettiere e al suo rapporto con Constance. Ma sarà davvero così? Una vecchia nemica sta tornando nella sua vita, più vendicativa e pericolosa che mai. E attraverso le sue macchinazioni, i suoi piani folli e criminali, le sue azioni sconsiderate, porterà i moschettieri a vivere nuove avventure, nuovi pericoli, nuovi dolori e nuove battaglie. E stavolta la loro nemica si insinuerà non solo a Parigi, i suoi tentacoli invaderanno la Francia intera, anche senza l'aiuto del Cardinale...
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve!!! Ogni tanto riemergo con qualche nuovo aggiornamento, scusate i tempi d'aggiornamento da ere geologiche, ma è un periodo veramente pieno per me! Spero avrete la pazienza di aspettaarmi sempre, come avete fatto fin ora, con affetto! Vi ringrazio tanto per le recensioni sempre carinissime, per quello che scrivete e per i complimenti! Nonostante scriva con la velocità di un bradipo!

Questo capitolo è il mio regalo di Pasqua per voi!

Tanti auguri a voi e alle vostre famiglie di feste serene e alla prossima!


p.s. Capitolo romance ispirato dal fatto che i dvd sono arrivati alla parte romantica fra d'Artagnan e Constance, spero vi piaccia!!!

Ariciao!!!




Il matrimonio



D'artagnan galoppava a passo d'uomo tranquillamente, immerso nei colori autunnali del paesaggio della Guascogna a lui tanto caro. L'erba aveva assunto tonalità verde acre, le piante avevano foglie multicolori che creavano effetti visivi caldi e piacevoli. La campagna attorno a lui sonnecchiava tranquilla, quello era il periodo dell'anno che dava meno da lavorare a terreni ed agricoltori. Tutto sembrava sonnecchiare in quel pomeriggio tardo autunnale...

Aveva condotto il viaggio insieme a Constance in tranquillità, senza intoppi, sebbene la scarsa attitudine della ragazza a stare su un cavallo gli aveva ralletanto il passo di marcia verso la Spagna. Ma in fondo, era piacevole anche così. Constance era una più che gradevole compagnia e non era male ammirare in tutta tranquillità quei luoghi dove era nato e cresciuto. Era inutile, per quanto amasse Parigi e la sua nuova vita, la Guascogna avrebbe rappresentato sempre la sua vera casa, un posto dove era anche piacevole tornare di tanto in tanto...

Ahhh, d'Artagnan, aspettaaaaaaaaaaaaa!!!”.

Il richiamo di Constance e il successivo tonfo, lo fecero fermare. Si voltò e scoppiò a ridere come un pazzo nel vedere la sua compagna di viaggio di nuovo col sedere a terra. Era inutile, nonostante avesse noleggiato il più tranquillo e mansueto fra i cavalli della scuderia di De Treville per lei, a Constance non riusciva proprio di stare in sella per più di dieci minuti senza cadere.

Invece di ridere come un cretino, che ne diresti di darmi una mano ed aiutarmi a rialzarmi?” - chiese lei acida.

D'artagnan annuì, soffocando a stento i singhiozzi. Scese da cavallo e gli si avvicinò, porgendole la mano per farla rialzare. “Sc... Scusa, ma sei davvero buffa!!! Questa vita non ti si addice proprio Constance!!!”.

La fanciulla assunse un'espressione a metà fra l'offeso e l'imbarazzato. “NON E' VERO!!! E'... E' solo che... mi devi dare il tempo di abituarmi un po' a questo genere di viaggi! Ti ricordo che io, fin'ora, non sono stata nient'altro che la dama di compagnia della regina! Non sono abituata a viaggiare a cavallo!”.

D'artagnan sbuffò divertito. “Si, lo credo anch'io! E se vogliamo evitare che tu ti rompa qualcosa cadendo in continuazione...” - si avvicinò al cavallo di Constance, ne prese le redini e le legò a quelle di Ronzinante - “sarà meglio che viaggiamo insieme, sullo stesso animale! Almeno, arriverai intera in Spagna!”.

Nonostante – forse – il suo amor proprio avrebbe potuto rimanere offeso da tale proposta, Constance finì con l'accettare con entusiasmo. Di continuare a cadere a terra, in fondo, non ne aveva più voglia.

Salì su Ronzinante con d'Artagnan che le stringeva la vita e finalmente si rilassò, potendo godersi il meraviglioso paesaggio che li circondava. Un sorriso dolce affiorò alle sue labbra al pensiero che d'Artagnan era cresciuto in quei luoghi. Poteva quasi vederlo, con l'immaginazione, correre in quei prati da bambino, maneggiare la spada le prime volte, goffamente... Ripensò ai primi tempi che l'aveva incontrato, a come lo avesse inizialmente ritenuto un ragazzino sbruffone e smidollato. E a come, invece, d'Artagnan si era dimostrato coraggioso e altruista, prode e pronto a sacrificare la sua vita per lei e per la corona che serviva con fedeltà. D'artagnan era una persona onesta, limpida, senza secondi fini, nonché un abile ed intelligente spadaccino. Era stato difficile non affezionarsi a lui, non cominciare a volergli bene, iniziare a considerarlo qualcosa di più profondo ed importante di un semplice moschettiere. Nonostante tutto, nonostante la sua indecisione con Milady che aveva graziato troppe volte, Constance sapeva che avrebbe potuto affidare ad occhi chiusi la sua vita nelle mani di d'Artagnan e dormire sonni tranquilli fra due guanciali.

Come sei silenziosa!” - mormorò il moschettiere fra i suoi capelli.

Constance sorrise, rilassata e tranquilla. “Stavo solo ammirando il paesaggio... E' davvero bella la tua Guascogna! Questi campi, questa tranquillità mettono pace all'anima!”.

D'artagnan annuì. “Già... E' bella la mia Guascogna...”.

Stavo pensando...” - Constance si voltò a fronteggiarlo - “Stavo pensando che in fondo, questo è il nostro viaggio insieme, quello che mi avevi promesso quando sei tornato a Parigi dopo la licenza. Ricordi?”.

D'artagnan annuì. Era vero, ricordava che aveva fatto una promessa simile a Constance, che sarebbero partiti insieme per una vacanza. Era successo il suo primo giorno di ritorno a Parigi dalla Guascogna, mentre lei lo accompagnava da De Treville per riprendere possesso del suo ruolo di moschettiere e dei suoi incarichi. “E' vero Constance! Però...” - ridacchiò - “Ecco... avrei preferito farlo in altre circostanze questo viaggio... Non sulle tracce di Milady e non con tuo padre ferito a Parigi, che lotta per la vita! Avrei preferito... una vacanza!!!”.

Constance rise, pizzicandogli scherzosamente una guancia. “Uffa d'Artagnan, sempre a lamentarti tu!!! La vacanza l'hai finita poche settimane fa, mio padre era in via di miglioramento prima che partissimo e un viaggio è pur sempre un viaggio. Fin'ora è stato piacevole, no?”.

Beh, si! Ma quando arriveremo in Spagna e incontreremo Milady, la solfa cambierà e dovremo avere cento occhi apertissimi per uscirne indenni. Ricorda che saremo anche in un paese straniero, non propriamente amico della Francia!”.

Contance annuì e il sorriso non scomparve dal suo viso. “Lo so, ma sono tranquilla! Ci sei tu e ci saranno i tre moschettieri! Siete le migliori lame di Francia e non ho nessun motivo di dubitare che sconfiggerete Milady e metterete fine a questa storia!”.

Speriamo...” - annuì d'Artagnan scettico... Con Milady, mai nulla era stato scontato... Anche se in fondo era felice che Constance fosse tanto positiva ed entusiasta di prendere parte a quella missione, poteva benissimo capire l'adrenalina che si prova la prima volta che si fa un viaggio di quel genere, per servire il re. Incosienza, ignoto e la certezza di agire per qualcosa di grande e superiore. Tutte cose eccitanti, soprattutto la prima volta che le si vive di prima persona...

Constance gli diede una sonora pacca sulla schiena. “Basta pessimismo! A proposito, chissà che fine hanno fatto gli altri e come è proseguito il loro viaggio?!”.

Il volto del guascone si fece pensieroso. “Guarda, secondo me Porthos e Rochefort stanno facendo i cretini in tutte le locande di passaggio e si stanno divertendo un mondo... Litigando, bevendo fiumi di vino e sfidando a duello tutti i malcapitati che incontrano sul loro cammino! E Aramis e Athos staranno galoppando a più non posso per raggiungere la meta e servire il re... Sai che quei due prendono tutto sul serio e non si concedono distrazioni quando sono in missione, no?”.

Constance si fece maliziosa a quell'affermazione. “Non so...”.

Che vuoi dire?”.

La ragazza ridacchiò. “Non lo so... E' che da quando ho scoperto la verità su Aramis... beh... ho cominciato a vedere le cose in maniera diversa... Athos ad esempio... mah... mi pare a volte un po' ambiguo quando è con lei... Secondo me sa più di quanto immaginiamo su Aramis!”.

D'artagnan la fissò incredulo. Lui non aveva MAI notato niente!!! Ma in fondo l'aveva sempre saputo che le donne sono più scaltre ed hanno l'occhio più clinico a notare certe cose... Ed ora che Constance glielo faceva notare... Il suo sorriso si allargò... “Stai dicendo che si staranno dando alla pazza gioia mentre stanno andando verso la Spagna??? Sai che, in effetti, quei due non sarebbero male insieme? Dovremmo tenerli d'occhio quando ci ritroveremo con loro, alla locanda prestabilita, sul confine... Chissà che cose interessanti vedremmo se hai ragione...”.

Constance si fece rossissima in viso. “D'ARTAGNAN!!!”.

Il guascone scoppiò a ridere, stringendola a se. “E dai, che ci sarebbe di male? Sono adulti e vaccinati, e se la cosa fa loro piacere...”.

Constance non si sottrasse all'abbraccio, ma nascose il viso fra le pieghe della camicia del suo compagno. Le affermazioni scherzose e maliziose di d'Artagnan la mettevano in imbarazzo... Da quel punto di vista, faticava ancora a lasciarsi andare con lui, anche solo a parole. Sapeva bene cosa provava per il giovane, però avvicinarsi troppo a lui, fisicamente, gli faceva ancora stranamente paura. Però, da quando lui era tornato a Parigi dopo il congedo di sei mesi dalla Guascogna, a quella paura si era aggiunta una strana voglia di stargli vicino, messa solo con molta fatica a tacere.

Per questo resistette imbarazzata solo pochi istanti... Prima di scoppiare anch'essa a ridere a crepapelle...

Le piaceva quel clima, l'affiatamento con d'Artagnan, il suo modo di fare e scherzare, come riusciva a metterla a suo agio anche in una situazione come quel viaggio, tanto inusuale per lei. A dispetto di tutto, fino a quel momento quella era stata una specia di vacanza...

Il pensiero di Milady fino a quell'istante era stato lontano, quasi volutamente soffocato. Stava troppo bene dopo le preoccupazioni dei giorni precedenti per suo padre, per pensare che quello stato di grazia stesse per finire. E non aveva dubbi che una volta attraversata la frontiera con la Spagna, i guai sarebbero cominciati alla grande. Constance non era stupida e sapeva benissimo chi fosse Milady e di cosa fosse capace se provocata o arrabbiata. L'aveva provato sulla sua pelle e per poco non era morta. Al pensiero dell'esplosione in cui lei e d'Artagnan erano stati coinvolti l'anno prima, rabbrividì... E la voglia di ridere cessò immediatamente... Stavolta, sarebbe andato tutto bene come le precedenti? Ne sarebbero usciti ancora?

D'artagnan avvertì il corpo della ragazza irrigidirsi. E smise subito di ridere. “Cosa c'è?” - chiese turbato da quel repentino cambio d'umore in Constance.

La giovane sollevò lo sguardo, nuovamente preoccupata. “Nulla di che... per ora... Ma... Milady? Hai pensato a cosa fare una volta che l'avremo davanti?”.

Gli occhi blu del giovane guascone divennero cupi. Questa era una domanda che aveva paura a farsi da solo... E aveva ancora più paura che gliela facesse lei... Perchè non sapeva ancora come risponderle e allo stesso tempo sapeva che non poteva più sbagliare o essere debole con Milady, agli occhi di Constance... Tante, troppe volte l'aveva delusa e non era così sicuro che un ulteriore fallimento gli sarebbe stato perdonato. Adorava quella ragazza dai lunghi capelli biondi e dagli occhi azzurri come il mare, era il suo mondo e il suo maggior appiglio da quando era arrivato a Parigi e l'idea di perderla per la sua stupidità lo terrorizzava. Ancora non sapeva cosa avrebbe fatto con Milady, aveva evitato di pensarci, perso nel piacevole viaggio che aveva percorso fino a quel momento... Ma ormai la frontiera con la Spagna era vicina, rimandare l'inevitabile era stupido e codardo... Ma decidere il da farsi era complicato comunque perchè Milady era imprevedibile e organizzare un piano poteva rivelarsi una mossa totalmente inutile quando si aveva a che fare con lei. “Ecco... Io ancora non lo so...” - rispose afflitto...

Constance sorrise mestamente. “Capisco... Non dev'essere facile ideare un piano quando si ha a che fare con Milady, vero...?”.

Il guascone prese ad odiarsi. Quanto si detestava quando la deludeva!!! Avrebbe voluto apparirle forte, sicuro e senza dubbi in quel momento, non un ragazzino smidollato e indeciso... “Sì, anche questo... Ma poi... E' che ho paura di non esserne di nuovo capace, come le altre volte...”. Sincerità... Era l'unica cosa che sapeva donarle e in quel momento decise di essere sincero, di rivelargli le sue paure. Questo gli aveva sempre insegnato suo nonno oltre la spada, la galanteria e la sincerità, soprattutto con le persone a cui si vuole bene.

'Se ami qualcuno dagli rispetto e affetto'.

Quante lezioni di vita gli aveva dato suo nonno? Tantissime, aveva fatto di lui quello che di buono era diventato. E ripassare dalla Guascogna con lei gli faceva tornare in mente tutti quei vecchi insegnamenti...

Constance abbassò lo sguardo pensierosa, come riflettendo fra se e se. Poi, risoluta, inchiodò i suoi occhi azzurri sugli occhi blu di lui. “Quindi, il tuo è un problema di 'motivazione' se non ho capito male, giusto? Ti serve … la spinta...”.

S...sì, più o meno...”.

Constance sorrise. “E allora, sconfiggerai Milady per fare un regalo a me! La promessa di batterla sarà il tuo regalo di nozze per me!!!”.

D'artagnan la fissò dapprima pensieroso perchè non capiva il senso del discorso, poi in stato catatonico, poi divenne rossissimo in viso come se stesse per esplodergli la faccia, poi fu colto da attacco di panico. “COSAAAAAAAAAAAAA??? VORRESTI SPOSARMI AL NOSTRO RITORNO A PARIGI??? HO CAPITO BENE???”.

Per nulla turbata, anzi divertita da quella reazione, Costance ridacchiò. “No, non hai capito bene!!! Io voglio sposarti ADESSO!!! E per regalo di nozze voglio che tu mi prometta che sconfiggerai Milady. Per me!!!”.

Il giovane guascone, con gli occhi fuori dalle orbite, scostandosi lievemente da lei, deglutì in preda all'ansia. Ma non doveva essere lui, secondo la tradizione, a chiedere la mano della sua bella??? Ed era normale che si sposassero per... Milady? “Co... Constance... NON ci si sposa per questi motivi! Cosa ti salta in mente? Noi... non possiamo! Così... strada facendo... Non ha senso...”.

La ragazza sospirò. “D'artagnan, da quando sei arrivato a Parigi la prima volta, non hai fatto altro che prenderti cura di me, proteggermi e ripetermi che sei innamorato di me, che vuoi stare con me! E sebbene all'inizio io fossi un pò...” - arrossì - “... sfuggente... Mi hai catturata, poco a poco, facendomi innamorare. Con la tua forza, la tua lealtà, il tuo coraggio, la tua devozione verso me e la nostra regina, con la tua simpatia. Quindi, se ora questo matrimonio può darti la spinta per trovare la motivazione giusta alla battaglia che stai per affrontare, perchè aspettare? Io lo voglio, e non cambia nulla se sarà quì o a Parigi. E' un posto meraviglioso, questa è la tua terra e stai per affrontare una dura battaglia! E' il momento giusto! Tu sei quì, io anche, siamo nella tua terra e io sono pronta! E lo voglio!”.

Il viso di Constance era talmente serio e determinato che d'Artagnan, superato l'attacco di panico, riuscì a riprendere controllo di se. Gli sorrise, ponendole gentilmente le mani sulle spalle e attirandola a se. “Constance, tu mi stai rendendo un uomo felice! Davvero! Da quando ti ho conosciuta al mio arrivo a Parigi, non ho desiderato nient'altro che starti vicino! Ma così... Non è sbagliato?”.

D'artagnan non era spaventato perchè Constance era il suo sogno ed era pronto anche per il matrimonio, ma il suo viso esprimeva confusione. Anche Constance si sentiva così, nonostante la sua propost uscita di getto dalla sua mente, anche lei non aveva avuto tempo di riflettere. E di vedere appieno il matrimonio in tutte le sue sfaccettature. Ma sapeva che lo voleva e che quel matrimonio poteva aiutare d'Artagnan anche a trovare forza e coraggio per sconfiggere Milady. Perchè quel giovane guascone avrebbe preferito la morte al non mantenere una promessa alla sua neo-moglie. “D'artagnan, lo vuoi o no?”.

Il ragazzo sorrise. Non era male l'idea di Constance e anche se sapeva che la sua vita sarebbe cambiata da un momento all'altro totalmente, era... pronto. “Si... Ma come facciamo?”.

Constance si guardò intorno. La campagna guascone era stupenda. E costellata di minuscoli villaggi... Ognuno con una Chiesa. “Un posto vale l'altro! Al primo villaggio che incontreremo, andremo in Chiesa e chiederemo al Prete di sposarci! Per testimoni, prenderemo due passanti, non è importante, nessuno si rifiuterà, vedrai!”.

Il moschettiere appariva scettico. “Il prete ci farà un sacco di domande! Penserà ad un matrimonio riparatore e ci darà il tormento!”.

Constance fece spallucce. “Ma non lo è! Ci sposiamo perchè siamo innamorati e perchè è nostra volontà farlo! Ad ogni sua domanda, risponderemo sinceramente! Non abbiamo motivo di mentire e andrà bene!”.

D'artagnan sorrise. “Va bene allora, se dici che andrà bene, sicuramente sarà così! Mi fido di te! E ti prometto, come PRIMO regalo di nozze, che sconfiggerò Milady! Per te!”. Se lo sentiva, Constance aveva ragione. Quel matrimonio e quella promessa erano quello di cui aveva bisogno per sconfiggere quel demone, per guardarlo negli occhi senza paura di finire avvinghiato fra i suoi artigli. Con un gesto gentile, le scostò la frangetta, baciandole la fronte. “E così, prenderemo anche due piccioni con una fava! Milady verrà sconfitta e tuo padre guarirà!” - concluse, strizzandole l'occhio.

Che c'entra adesso mio padre?” - chiese Constance incuriosita.

Il moschettiere assunse un'aria saggia, incrociò le braccia al petto e la fissò seriamente. “Semplice! E' un problema di motivazione, come hai detto tu prima! Quando saprà cosa abbiamo fatto, senza la sua presenza, sarà motivato a guarire per inseguire con un coltello ME per tutta Parigi e farmi a fettine!!!”.

Constance sorrise. Già, suo padre... Sapeva che era scorretto tenerlo fuori dal matrimonio, ma sapeva che stavano facendo quel passo affrettato per la motivazione giusta e lui avrebbe capito. Suo padre la adorava e da sempre aveva appoggiato ogni sua scelta. No, non poteva avere cedimenti quindi... Ridacchiò. “Si d'Artagnan, probabile che vorrà ucciderti! Ma solo all'inizio e tu sei veloce a correre e riuscirai a seminarlo! Poi si calmerà, gli spiegheremo ogni cosa e tutto volgerà al meglio! Vedi allora che dobbiamo proprio sposarci?”.

Già!” - sussurrò il suo futuro marito, nell'incanto del tramonto guascone, rapito dagli occhi azzurri della sua compagna...





Quella sera, in un piccolo villaggio guascone, finalmente un giovane moschettiere e la sua amata, si giurarono eterno amore, davanti ad un Prete sconosciuto, due testimoni sconosciuti, in una minuscola Chiesa di campagna. In abiti semplici, senza cerimonie pompose, senza la presenza di reali o alti dignitari.

Solo un giovane uomo e la sua giovane moglie...

Quanto l'avevano desiderato? Erano felici, semplicemente, di essere diventati una famiglia...

La motivazione iniziale, Milady, fu dimenticata durante la cerimonia, scansata dai sentimenti che nutrivano l'uno per l'altra... Forti, troppo persino per essere vinti da Milady...

La promessa...

D'artagnan non l'avrebbe dimenticata e vi avrebbe tenuto fede...

Constance era la sua vita, era bellissima e preannunciava un dolce futuro...

E quella notte, in una normalissima e anonima locanda che divenne per loro un nido d'amore, i loro corpi, dopo anni di bisticci, avventure, ragazzate e pericoli, divennero uno solo...




  
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