Anime & Manga > Lui, il diavolo
Segui la storia  |       
Autore: Sonya    07/08/2005    0 recensioni
Sto rivedendo tutti i capitoli per poterli correggere. La storia resterà la stessa ovviamente!
Kayano corse verso di lui e lo abbracciò appoggiandosi sulle sue larghe spalle. Le lacrime inevitabilmente scesero sulle gote, bagnando anche la maglia di lui. Piangeva di gioia. Takeru sapeva essere premuroso quando lei ne sentiva più il bisogno. Era innamorata di lui, ne era certa. Ora più che mai.
In quel preciso momento avrebbe desiderato più di ogni altra cosa tornare a Shibuya, dove poche ore prima, in un albergo da quattro soldi, lei e Takeru avevano fatto l’amore per la prima volta.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
fanfiction scritta da Sonia De Giosa, ispirata dallo shoujo-manga "Akuma de Soro"

Titoloff:Backhere
Capitoli:2/??
Genere:romantico/sentimentale
Rating: MG14

 

N.B. se trovate l’asterisco * dopo alcune parole, vuol dire che a fine capitolo ci sarà una legenda, dove darò l’eventuale spiegazione della scelta di quella parola, o semplicemente il significato. ^^

DISCLAIMER: I personaggi citati non sono miei ma di proprietà di Mitsuba Takanashi   ahimè…perché  se Takeru fosse  stato mio…uhuhuhhuhu ^*^

 

Capitolo 2. Forti Emozioni

 

Casa Edogawa

Aprendo cautamente la porta, i due fratelli entrarono nell’appartamento cercando di non far rumore.

Nella casa, appena illuminata dalla fievole luce della strada, si respirava un’aria incerta.

‘Click.’

Takeru accese la luce.

Kayano notò subito il biglietto lasciato sul tavolo in cucina.

-Guarda- disse mostrandolo a Takeru.

 

                        “Rincaseremo domani, non preoccupatevi.”

                                                   Tokiko.

‘Fiuuuuu! Non ci sono.’ Tirò un sospiro di sollievo Kayano. ‘Certo però che sono due genitori sconsiderati: ci lasciano qui da soli, e per giunta un’intera notte! Sono senza dubbio degli irresponsabili!...Comunque, meglio così. Potrò rimandare le mie preoccupazioni a domani, sempre se riuscirò a dormire questa notte…sono ancora incredula…Il cuore lo sento battere così forte che quasi mi fa male.’

-Ehy?-

-Ehy?- ripeté Takeru con decisione muovendo la mano davanti agli occhi della ragazza.

-Ah…si, scusa. Ero soprappensiero.-

-Stai pensando a cose immorali? Dì la verità- le disse con fare malizioso. (ndSonya uhuhhuhuu questo ragazzo è un Dio!!!! ^*^)

-Non è vero!- eruppe Kayano guardandolo con il viso imbronciato.

-Stupido, stupido!- replicò dandogli dei colpetti sul petto.

‘Ma perché adesso si comporta come un ragazzino? Cinque minuti fa era così serio e preoccupato…Ora si prende di nuovo gioco di me! E’incorreggibile!,

Takeru rise di gusto mentre lei continuava a colpirlo sul petto. Vedere sua sorella con quell’espressione buffa lo divertiva molto. Provocandola di proposito aveva ottenuto quello che voleva: Kayano gli piaceva così, permalosa e spontanea.

Cogliendola inaspettata, la prese in braccio con facilità.

-Ma cosa fai?- gli chiese chiaramente impacciata.

-Ma quanto pesi?! Sei ingrassata per caso?- Takeru non si lasciava sfuggire l’occasione di punzecchiarla.

Gli piaceva tanto metterla in difficoltà?

Dal canto suo Kayano non poteva di certo lamentarsi: Takeru le piaceva così, con i suoi pregi e i suoi difetti. Avrebbe voluto che fosse più sensibile nei suoi confronti in quel momento, ma sapeva anche, e molto bene, quanto fosse difficile per lui esternare i propri sentimenti.

Infatti…

Sin da piccolo si era sempre fatto carico di sensi di colpa non suoi. In apparenza aveva sempre dimostrato di avere un carattere disinteressato e prepotente, aveva voluto far credere agli altri di non avere bisogno di niente e di nessuno, tacendo persino con suo padre, il quale a sua volta si era sentito fortemente responsabile nei confronti del figlio. La madre aveva deciso di andarsene, abbandonandoli, lasciando Takeru nell’atroce dubbio di essere stato la causa di quella sua estrema decisione.

Ma non era affatto così…Che colpa ne poteva avere un bambino piccolo?

Takeru però era cresciuto in solitudine, allontanando gli altri, con la convinzione di aver commesso un errore troppo grande, che non sarebbe stato perdonato. Cresciuto senza una madre e un padre spesso assente per motivi lavorativi, Takeru si era abituato a quella solitudine. Sin da piccolo aveva imparato a cavarsela da solo, a non chiedere…a non appoggiarsi agli altri. Sicuramente è per questo motivo che, crescendo, è diventato quello che è: un ragazzo ribelle e violento. Quello era l’unico modo che aveva per vivere all’esterno e allo stesso tempo punirsi.

A scuola si parlava spesso di lui, si diceva fosse un ragazzo affascinante ma allo stesso tempo pericoloso. Alcuni ragazzi di scuole vicine affermavano di averlo visto più volte seminare paura tra i loro coetanei, fuori dall’edificio scolastico. Ma oltre questo, nessuno sapeva chi fosse realmente Takeru Edogawa.

 …Soltanto Kayano, grazie al suo carattere disponibile e alla sua smisurata fiducia verso gli altri, era riuscita a vedere oltre quel suo comportamento scorretto. E aveva scoperto, con grande tristezza, un Takeru  punitivo nei confronti di se stesso. Dietro quel suo atteggiamento vendicativo apparentemente contro gli altri, si celava un animo ferito e sanguinante.

-Dove mi porti?- domandò la ragazza, ancora un tantino offesa. Però non le dispiaceva restare tra le braccia di suo fratello, si sentiva quasi una principessa.

‘Hiiiii’

Takeru si stava dirigendo verso la sua camera, che si trovava al piano superiore della casa.

Al solito aveva lasciato la porta aperta, quindi entrò tranquillamente in camera.

Kayano poggiò la testa sul petto vigoroso del fratello, accorgendosi all’istante delle linee ben definite dei pettorali.

Takeru non era uno di quei ragazzi muscolosi, gonfi di vanità; semplicemente aveva un bel fisico (ndSonya e che fisico!!! ^*^). Per di più, praticando sport sin dalla scuole medie, il suo corpo si era ben scolpito, lo si poteva notare anche quando indossava un maglione o una felpa. La sua figura slanciata e quel corpo tonico gli donavano un aspetto quasi divino, da mandare letteralmente in delirio le liceali.. Perfino le ragazze del terzo anno, quindi più grandi di lui, lo chiamavano “l’affascinante principe” , molte lo paragonavano addirittura alla celebre statua di Michelangiolo: Il David!

Takeru aveva un gran fascino, quasi magnetico che faceva perdere la testa a molte, ma, al contrario di quello che si potesse pensare di lui, e cioè che fosse un playboy, Takeru era popolare anche tra i ragazzi, i quali lo consideravano un leader, un punto di riferimento importante e non solo per questioni prettamente sportive.

Yohei Uozumi (ndSonya poteva mancare?^^) lo stimava in particolar modo, e sin dalle medie lo rispettava come un fratello maggiore.

Adagiò Kayano sul suo letto. La ragazza non nascose un iniziale disappunto.

Takeru non fece caso a questo e si mise su di lei, senza però che i loro corpi si toccassero, e allora Kayano si lasciò trasportare dai suoi pensieri poco morali…come li avrebbe chiamati il suo fratellastro.

Voleva sentirlo vicino…sentire nuovamente il suo corpo accendersi come un fuoco…

Com’era successo poche ore prima in quell’albergo a Shibuya.

°°°°° flashback°°°°°

I due fratelli camminavano mano nella mano nel quartiere più popolare di Tokyo: Shibuya, che quella sera pulsava di gente e i negozi sembravano emanare una luce propria. Le insegne luminose  degli enormi grattacieli riuscivano quasi a coprire il cielo…e le stelle.

Poco importava, perché l’intenso odore di ciambelline caramellate e di tsubuyokan* gratificavano gli animi e i palati della gente.

Kayano si sentiva un po’ ansiosa, quasi dovesse superare a breve un esame di fine trimestre. Allo stesso tempo però percepiva nel cuore una consapevolezza eccitante.

Al party scolastico aveva preso coraggio e, approfittando della distrazione di Rika e Yohei, aveva trascinato Takeru fuori dall’edificio.

Lui l’aveva stranamente accontentata senza protestare o chiederle nulla, almeno in un primo momento.

Una volta fuori, e lontani da occhi indiscreti, le aveva chiesto laconico –Che c’è?-

Molto agitata Kayano era riuscita solo a balbettare qualche frase senza alcun senso. –E…bhè…sai?...Tu sai che mi piaci…e…bhè si mi piaci però…cioè…e-

-E?- l’ aveva incitata lui prendendole una ciocca di capelli e cominciando a giocherellarci con le dita.

Gliel’aveva anche tirata come se avesse avuto a che fare con una bambina.

Kayano però si era adirata –Sono proprio una scema! Avevo promesso ad Harukawa e a me stessa che stavolta non avrei esitato…avevo trovato il coraggio…ma tu mi stai rendendo la cosa difficile, sai?- gli aveva lanciato un’occhiata furiosa.

-Ma…- aveva esitato per un attimo – ma tu sei uno stronzo!- Si era fermata ancora, poi aveva proseguito abbassando lo sguardo: non aveva avuto il coraggio di guardarlo negli occhi. – Io proprio non ti capisco! Stiamo insieme oppure no? Non vedi quanto io sono frustrata? Ti rendi conto di quanto sia estenuante per me nascondere quello che provo? Prima a scuola…e poi anche a casa da quando viviamo insieme! Cazzo, non è giusto!E tu… non fai altro che confondermi! Quando siamo da soli ne approfitti per baciarmi; l’altro giorno nello spogliatoio della palestra mi hai anche palpato il seno mentre ci stavamo baciando!Io…bhè…non che io non voglia…però…- la sua voce gli era sembrata d’improvviso incerta.

-Ciò che c’è tra noi non è per niente chiaro!-  aveva ripreso subito il suo tono accusatorio.

- Fai il vago e decidi anche al posto mio quando e come vederci, senza darti pensiero di quello che provo io! All’inizio ho sopportato, data la situazione, ma adesso…adesso non ce la faccio…sto soffrendo…- aveva detto l’ultima frase scoppiando in un pianto irrefrenabile.

Takeru era rimasto immobile davanti a lei. L’aveva guardata con estrema dolcezza. Istintivamente poi l’aveva abbracciata, stringendola al suo petto. La strinse forte…

‘Anche tu allora riesci ad arrabbiarti sul serio, eh Kayano? Hai tenuto tutto dentro perché non volevi che mi preoccupassi…Sei una scema…,

Erano rimasti abbracciati per un po’; Kayano aveva continuato a piangere tra le sue braccia, stringendo le mani contro i fianchi di lui.

Quando si era calmata un po’, Takeru, l’aveva presa per mano, dicendole -Andiamo-

Dapprima erano stati nel parco vicino, poi, senza pensarci, si erano ritrovati a Shibuya, richiamati dal dolce profumo di ciambelline.

Approfittando di una panchina libera, si sedettero per riposare, mangiando una ciambella a testa che avevano comperato poco prima da un venditore ambulante.

In silenzio mangiarono il loro dolce. In quel momento entrambi capirono di essere uniti più che mai sino ad allora…Perché seppur nel silenzio, i loro pensieri erano in sintonia…

I loro cuori battevano…ed entrambi riuscivano a percepire l’uno il battito dell’altra.

Kayano era sicura che suo fratello aveva compreso quello che aveva cercato di dirgli fuori dall’edificio scolastico. Si, lo aveva certamente capito…e a modo suo la stava rassicurando.

Non avrebbe voluto accusarlo della sua confusione, della sua frustrazione…Certo, lui faceva il vago e questo spesso la faceva soffrire, però quando prima si era rivolta a lui in quel modo aspro, era stato semplicemente perché si sentiva esausta.

Il suo era stato uno sfogo…

Nell’ultimo periodo si era rivelato sempre più difficile nascondere il suo sentimento; il timore di essere scoperta dalla mamma non le permetteva di dormire tranquilla. Anche a scuola doveva fingere. Questo costante nascondersi le aveva procurato dello stress, e alla prima occasione si era sfogata, riversando la sua rabbia contro Takeru.

Ma non era stato giusto. Ora se ne rendeva conto.

-Scusami- disse con rammarico, chinando la testa verso il basso.

Takeru si alzò facendo qualche passo in avanti, come se non avesse udito o non gli interessasse.

-Andiamo- disse pacatamente dandole le spalle.

Kayano si domandò dove sarebbero andati a quell’ora. Era quasi mezzanotte, forse sarebbe stato prudente tornare a casa.

Si sentiva ancora molto strana: aveva la sensazione che di lì a poco avrebbe dovuto prendere una decisione molto importante.

Camminavano fianco a fianco in mezzo alla folla. Questa volta senza tenersi per mano. Kayano avrebbe voluto sentire un po’ del suo calore…di sentire la sua mano…Ma non prese l’iniziativa. Aveva il timore che Takeru la prendesse in giro o la giudicasse una romanticona! Tsk!

Ogni tanto il brulichio di gente cessava: molte delle ragazze che facevano shopping si fermavano ammaliate dal fascino di Takeru, e per qualche secondo la frenesia lasciava il posto all’ammirazione.

Kayano si sentiva terribilmente a disagio e per la prima volta, anche fuori luogo.

‘Ma cosa ci faccio io qui? Takeru non si accorge di attirare l’attenzione delle donne in modo tanto spregiudicato? Sembra che non se ne accorga, è sempre molto disinvolto…Io invece mi sento un pesce fuor d’acqua e mi dà enormemente fastidio che lo fissino in quella maniera! Sicuramente tutti si chiederanno come uno tipo così attraente possa perdere tempo con una ragazzina insignificante come me.

Acciderba*, ma perché sono così poco sicura di me? Io a Takeru piaccio,devo avere fiducia in lui! Quindi non devo farmi delle paranoie!’ cercò di convincersi.

Passeggiando ancora un po’ giunsero in una zona molto meno affollata. Kayano si accorse subito della presenza di numerosi alberghetti.

La testa iniziò un po’ a girarle: ma quanto avevano camminato? Forse troppo. Per tutto il giorno si era sentita poco in forma; aveva avvertito più volte dei tremendi capogiri. La causa dei suoi malori era stata sicuramente la preoccupazione per la loro complicata condizione, che non l’aveva nemmeno fatta riposare bene nelle ultime notti.

Ora, mentre continuava a seguire il suo fratellastro chissà dove, avvertì la stanchezza. La sue mani divennero a poco a poco molto fredde…

-Takeru…- lo chiamò.

Il ragazzo si girò e la guardò, forse anche un po’ incuriosito.

Cosa gli avrebbe detto?

Non capì che sua sorella stava male. Si trovavano in una via poco illuminata e riusciva a vederla solo in penombra.

-Takeru, ma…dove siamo? Forse è meglio tornare indietro, non credi? Ecco…sono un po’ stanca- Si sentiva affaticata, forse avrebbe dovuto dormire un po’.

Guardandola nella semioscurità, Takeru le offrì un sorriso malizioso, non capendo che sua sorella riusciva a malapena a parlare.

Si portò un dito alla bocca toccandosi il labbro inferiore.

I suoi occhi scuri brillarono di una luce particolarmente vogliosa.

Era deliziosamente sensuale…

Con tono bramoso, cogliendola di sorpresa, disse :

-Voglio te, Kayano... Adesso!-

In quel preciso istante la ragazza, già molto debole, non capì più nulla. Aveva la mente confusa…

Poco prima stava per confessargli il suo amore…poi  erano scappati dal party come fossero stati due ragazzini…La paura di dover affrontare i loro genitori nel momento in cui avrebbero saputo tutto…

E poi…e poi Takeru che le dice questo…Era decisamente troppo.

Troppe emozioni, così diverse l’una dall’altra l’avevano portata a sentirsi sfinita.

Le mancò l’aria; sollevò lo sguardo verso il cielo…quasi a voler cercare respiro altrove.

Le mani sempre più fredde, le gambe tremolanti…che ad un tratto cedettero.

Nell’oscurità Takeru riuscì a vedere un luccichio…Una lacrima…soltanto una lacrima cadeva lungo la guancia di Kayano…

Una soltanto prima di capitolare irrevocabilmente…

Takeru fu agile e pronto a sorreggerla prima che lei potesse cadere sull’asfalto.

Fine 2. capitolo

Legenda :

*tsubuyokan: dolce con marmellata di fagioli,

*Acciderba: ho voluto utilizzare di proposito alcune parole usate spesso nel manga, tra cui, appunto, acciderba ^^

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lui, il diavolo / Vai alla pagina dell'autore: Sonya