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Autore: _Bec_    07/04/2010    22 recensioni
New York, Manhattan. David, criminale diciassettenne fuggito da casa e al soldo del più ricercato delinquente della città. Allison, la figlia del capo della polizia, una ragazza con una vita normale. Almeno fino a quando i due non si incontrano. Tra scontri a fuoco e feste danzanti, si snoda la vicenda dei due ragazzi: anche gli opposti si attraggono, no?
(Introduzione a cura di _Panna)
Dalla storia:
"Mi stavo cacciando in un guaio, un guaio da cui non sarei più riuscita ad uscire.
[...]
Una parte di me mi insultava furiosa e mi diceva di denunciarlo alla polizia, l’altra parte, invece, mi diceva di uscirci insieme e di non pensare al resto. Gia, fosse stato facile non pensarci.
L’idea che mio padre potesse venire a saperlo mi terrorizzava, ma allo stesso tempo mi elettrizzava. Il fare qualcosa di proibito, il mettermi in pericolo uscendo con lui che era un tipo tutt’altro che raccomandabile, scatenava in me una serie di emozioni che non avrei mai pensato di provare.
Non ero mai stata un’amante del rischio, né un’adolescente ribelle che si trovava il fidanzato delinquente per esasperare i genitori, eppure quella faccenda mi piaceva da morire."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 20: Game over (Fine dei giochi)

Capitolo 20: Game over (Fine dei giochi)

 

 

Allison’s pov

 

Quella notte non avevo chiuso occhio. Ero partita da un unico e semplice messaggio che diceva “Ciao, come va?”, per poi passare ad un altro di una Julia che diceva “Stasera sono libera, ti va se ci vediamo?” concludendo in bella con un messaggio di Ashley che evidentemente non aveva un cazzo da fare la sera in cui aveva scritto al mio ragazzo che non riusciva a dormire perché pensava all’ultima volta che erano stati insieme. Se non mi fossi accorta che il messaggio risaliva a prima che io e Dave ci fossimo conosciuti, la cara Ashley non avrebbe avuto vita lunga…

Molti messaggi affettuosi e allusivi di ragazze però –tipo quello di Julia- risalivano già al periodo in cui stavamo insieme, quindi qualcuno avrebbe dovuto darmi un bel po’ di spiegazioni, prima di essere strangolato con un cuscino nel sonno possibilmente.

Oh, quasi dimenticavo i gentili omaggi di alcune ragazze che come mms mandavano loro foto molto…come dire…osé? Sempre che per una ragazza stare mezza nuda stravaccata su una lavatrice sia una posa osé e non da zoccola.

Arrivata di fronte alla scuola a passo svelto e incazzato quella mattina, mi ero bloccata al cancello non appena lo avevo intravisto fra la gente. Oh merda vacca, ma che ci faceva lì?!

Non era da solo, l’amichetto fashion –soprannome affibbiato all’ultimo a Kevin- era con lui.

Mi ci volle un attimo per capire perché fosse lì, sicuramente rivoleva il suo cellulare.

Feci un respiro profondo, dandomi mentalmente trenta secondi per mandarlo via prima che lo vedesse Mark:

- quindici secondi per insultarlo

- cinque secondi per lanciargli addosso il cellulare

- tre secondi (ero magnanima in fondo) per lasciare che si spiegasse

- sette secondi per andarmene a passo svelto e altezzoso lasciandolo in balia dell’amico coglione (povero Kevin, non c’entrava niente, ma quando ero nervosa insultavo sempre tutti).

Piano perfetto il mio.

-Sei uno schifoso pezzo di merda!- Sbraitai una volta arrivatagli davanti, lanciandogli addosso il cellulare che, sfortunatamente, prese al volo.

-Allie, senti…- Che peccato, aveva già sprecato i tre secondi che gli avevo gentilmente concesso.

-Non me ne frega assolutamente un cazzo di quello che hai da dire!- Lo interruppi ignorando le occhiate della gente intorno.

-Ma non è successo niente di niente con nessuna! Ho questo rompicoglioni antisesso quasi sempre appresso poi! Kevin…- Si girò verso l’amico cercando conferma, prendendolo però in contropiede.

-Cosa?- Chiese infatti confuso.

Dave alzò gli occhi al cielo. –Dille che è vero che non sono stato con nessuna!- E si aspettava che credessi a Kevin dopo che gli aveva detto di fronte a me di dirmi quello che volevo sentirmi dire?

-Ah sì, è vero!-

Roteai gli occhi seccata; certo come no!

-Ha dormito sempre in camera con me purtroppo.- Confermò Kev scuotendo la testa rassegnato. –Tolto ieri notte, in cui è venuto da te.-

Riportai il mio sguardo su David increspando le labbra in attesa che dicesse altro. 

-Primo non eri comunque autorizzata a leggere i miei messaggi.- E mi guardò con rimprovero. Feci per ribattere scandalizzata, ma riprese a parlare, -E secondo i messaggi che sicuramente hai letto sono sì di ragazze con cui sono stato, ma non le ho più viste da quando sto con te.-

Ci pensai su abbassando lo sguardo silenziosa: effettivamente in nessuno degli ultimi messaggi che avevo letto c’era l’accenno di qualche notte passata assieme…erano solo inviti, ragazze che gli chiedevano di vedersi e a cui lui non aveva risposto probabilmente…

Rialzai lo sguardo e lessi la sincerità delle sue parole nel suo.

-Ok…- Borbottai imbronciata, ma più tranquilla. –Ti credo…- Arricciai il naso infastidita dal mio comportamento forse eccessivamente geloso…da fidanzata gelosa…oddio! Mi ero esposta troppo…

-Gradirei comunque che queste deliziose signorine la piantino di scriverti.- Sibilai acida facendo poi una smorfia.

-Sei adorabile quando sei gelosa.- Sorrise il cretino compiaciuto.

-Ma vaffanculo!- Fu la mia gentile e amorevole risposta.

-Punta sul vivo, eh…- Mi schernì sghignazzando.

-Come no. Ci vediamo.- Dissi fra i denti girandomi di scatto.

Lui mi prese per un braccio e mi fece girare verso di sé. –Dimenticavi di salutarmi.-

Avrei dovuto evitare di lasciare che mi baciasse lì, davanti a tutti, forse anche davanti a Mark. Avrei dovuto farlo, ma non lo feci, non ci riuscii.

Fece aderire le sue labbra alle mie con una passione tale che mi tolse ogni forza di volontà. Dischiusi la bocca lasciando che la sua lingua assaporasse la mia. Mi mancava da morire passare del tempo con lui; avrei voluto stare sempre con lui, senza doverlo mai lasciare andare.

Mi staccai con un’immensa fatica, guardandolo poi con dispiacere. –Devo andare.- Sussurrai a fatica prima di girarmi ed incamminarmi a passo svelto verso la scuola.

 

 

La mattinata la passai stressando la mia vicina di banco del corso di economia e di chimica. Angela era assente, dovevo pur sfogarmi con qualcuno no?

Mi resi conto di essere veramente disperata nel momento in cui confidai ad Helena Elbow di essermi innamorata di un ragazzo…Dio mio, più in basso di così…

La cosa che mi rendeva particolarmente nervosa ed inquieta però non era l’oca bionda, né l’assenza di Angela…l’assenza di Mark piuttosto.

Perché diavolo non era venuto a scuola? Dov’era? Non ero tranquilla, per niente, avevo un bruttissimo presentimento e quando succedeva avevo imparato che stava per accadere veramente qualcosa di brutto.

Al suono della campanella della fine della lezione di geografia, mi ero alzata di scatto per dirigermi verso l’unica persona che sapevo sarebbe riuscita ad aiutarmi.

-Vicky, mi serve il numero di Kevin.-

Lo sguardo che fece Vicky poteva essere tranquillamente paragonato a quello della maschera di Scream.

-Cosa?- Mi chiese completamente spiazzata.

-So che ce l’hai- Non ne avevo alcun dubbio -Ti prego è importante…-

Abbassò lo sguardo pensierosa. –D’accordo.- Tirò fuori dalla tasca il suo cellulare e me lo porse evitando accuratamente di incontrare i miei occhi. –È nelle ultime chiamate.-

Non feci alcuna domanda riguardante la sua ultima frase; il perché il numero di Kevin era nelle sue ultime chiamate non era affar mio. Solo una cosa mi sentii in dovere di dire:

-Credo tu debba parlare con Angie, Vic.-

Lei mi guardò sorpresa e perplessa non capendo minimamente a che cosa mi riferissi.

Mi girai eludendo la sua silenziosa domanda, prima di segnarmi il numero di Kev sul mio cellulare pataccone dell’era mesozoica.

Le restituii il suo, tornando poi in fretta al mio banco.

Alla velocità della luce –per quanto fosse possibile farlo con quel telefonino- entrai in Messaggi -> Crea nuovo messaggio ed incominciai a scrivere:

 

Kevin, sono Allison, ho un favore grandissimo da chiederti: non devi assolutamente lasciare che David venga a prendermi a scuola questo pomeriggio, anzi, è ancora meglio se riesci a non farlo uscire.

Ti spiegherò tutto quando potrò, sappi solo che rischia grosso se esce di casa.

Grazie per l’aiuto, Allison

 

E dopo averlo inviato, tirai un sospiro di sollievo un po’ più tranquilla, anche se quel macigno pesante di ansia rimaneva ancora…

 

 

 

David’s pov

 

Non riuscivo a capire che cazzo stesse succedendo…Il comportamento di Allison era così…strano…allusivo…era pessima come attrice, si vedeva lontano un miglio che c’era qualcosa che non andava. Anche mentre la baciavo sembrava tesa, inquieta.

Sospirai, alzandomi di slancio dal letto.

Feci per uscire, ma non appena aprii la porta qualcosa mi venne addosso.

-Kevin potresti ogni tanto guardare dove cazzo vai?- Digrignai irritato già di mio; ci mancava solo lui a rompermi definitivamente le scatole!

Richiuse la porta dietro di sé, guardandomi come se avesse avuto davanti un fantasma. -Dove stai andando?- Il tono allarmato di voce con cui lo disse mi fece aggrottare le sopracciglia dubbioso.

-A prendere Allison a scuola.- Risposi con ovvietà.

Saltellò sul posto agitato, cercando di scansarmi per entrare in stanza.

-Eeeh, non puoi.- Si passò una mano fra i capelli teso, facendo aumentare il mio disappunto.

-Come scusa?- Ma era impazzito?Che diavolo si era bevuto?

-Avevi promesso che mi avresti aiutato a…pulire il bagno.- Molto accampata all’ultimo come scusa la storia del bagno, specie perché ero più che sicuro di non aver mai promesso a nessuno che avrei pulito il cesso di un bagno.

-Certo, un’altra volta magari.- Replicai facendo una smorfia stranita prima di dirigermi di nuovo verso la porta.

Si mise davanti alla velocità della luce per impedirmi di aprire. –Sul serio Dave, mi devi aiutare anche a scegliere un vestito per uscire con una ragazza.-

Agli occhi di qualcuno che non conosceva Kevin la sua ultima scusa poteva anche sembrare verosimile, invece per me che lo conoscevo abbastanza bene da sapere che mai si sarebbe abbassato a chiedere consigli di moda a qualcuno che non fosse Louis Vuitton in persona, la cosa risultò ancora più sospetta.

-Kevin devo uscire.- Dissi semplicemente con più calma di quanto volessi.

-Non prima di avermi consigliato qualcosa per stasera.- Abbozzò un sorriso tiratissimo dal nervosismo.

-Sono sicuro che te la caverai come hai sempre fatto, ora se non ti spiace.- La nota pungente nella mia voce non servì a farlo scansare nemmeno di un millimetro.

-Kevin.- Dissi risoluto cercando di spintonarlo per farlo spostare con gentilezza.

Si spostò di colpo facendomi perdere di poco l’equilibrio verso destra.

-Dave scusami non volevo arrivare a tanto, ma è per il tuo bene.-

Non capii il significato delle sue parole finché non aprii la porta, ritrovandomi davanti a Phin, Colin, Stephen e Kimberly. Che ci facevano lì? Ebbi la mia risposta non appena iniziarono a parlare.

-Sta cercando di uscire!- Phin mi additò come se fossi stato un mostro.

-Fermiamolo!- Stephen mi si avventò addosso seguito dagli altri due ragazzi che mi immobilizzarono neanche fossi stato un animale da braccare.

Opposi resistenza solo per pochi secondi, poi cercai di calmarmi aiutandomi con un profondo e salutare respiro.

-Ok, ora voi mi spiegate che cazzo sta succedendo.- Ero troppo tranquillo e sapevano tutti che non erano una buona cosa, la mia era la classica calma prima della tempesta.

-Non puoi uscire tesoro.- Dopo la sua brillante e ovvia spiegazione, Kim fece spallucce sedendosi sul letto di Kevin per osservare meglio la scena decisamente divertita.

-Ma non mi dire. Fin qui ci ero arrivato anche io cretina! Quello che voglio sapere è perché!- Sbraitai dimenandomi per cercare di liberarmi, ma da solo contro di tre non riuscivo a muovermi più di tanto. Che stronzi, mi avevano incastrato!

-Fermo!- Protestò Colin facendomi infuriare ancora di più: e che cazzo, proprio come un animale da tenere in gabbia mi stavano trattando!

-Mi spiace Dave, ma ne sappiamo quanto te.- Mi informò Kevin dispiaciuto. –Ma per il tuo bene è meglio se stai qui.-

-Ma nemmeno per sogno!- Risposi testardo come sempre, finendo col tirare accidentalmente una gomitata all’indietro che prese Colin proprio sul naso.

-Ah cazzo!- Si lamentò mollando la presa e permettendomi di muovermi di più.

Il posto di Colin però fu subito sostituito da Kev.

-Dovrete legarmi al letto per impedirmi di uscire!- Mi lamentai facendo una smorfia altezzosa.

Quello che non immaginavo minimamente era che mi prendessero in parola; meno di mezz’ora dopo mi ritrovai –perché non stavo mai zitto?!- legato con le braccia alla spalliera del letto.

-Dovevamo farlo subito.- Commentò Kim compiaciuta, spegnendo la sigaretta sul pavimento.

-Già. Grazie dell’idea Dave.- Ma mi stava sfottendo o cosa quel cretino di Phin?!

-Che dite, sarà il caso di legargli anche le gambe?- Chiese Kev facendo aggrottare le fronti degli altri idioti.

-Non vi avvicinate o vi prendo a calci in faccia!- Li minacciai cominciando a scalciare come un bambino indispettito.

-Meglio di no.- Ecco meglio, Kim a volte sapeva essere intelligente.

-Siete dei pezzi di merda!- Protestai senza smettere di tirare calci all’aria. Merda, da solo contro cinque –quattro e mezzo, Kim era una donna- non ero riuscito ad impedire che mi immobilizzassero le braccia.

-È per il tuo bene idiota, ci ringrazierai poi.- Kim si alzò dal letto annoiata e se ne uscì dalla stanza lasciandomi in balia degli idioti e dei miei dubbi. Che intendeva dire?Perchè era per il mio bene, cosa era per il mio bene?

-Dove credete di andare?!- Gridai furioso non appena li vidi dirigersi tutti e quattro verso l’uscita.

-Johnny ci ha affidato una missione.- Spiegò Kev. –Non ti preoccupare, gli abbiamo già detto che stai poco bene.- Sfoderò un sorriso canzonatorio che mi fece affluire il sangue al cervello dalla rabbia. –Riposati.- E con un insopportabile ciao ciao della mano, uscirono dalla stanza lasciandomi legato a quello stupido letto.

Ok, respira, respira, con calma, respira…Ma respira un cazzo! Quei grandissimi figli di buone donne me l’avrebbero pagata!Brutti bastardi pezzi di merda, li avrei presi a pugni non appena sarei riuscito a liberarmi da quella cazzo di corda che avevano usato per legarmi, neanche fossi stato un prigioniero di guerra del 1700!

Strattonai con forza le braccia nel vano tentativo di liberarmi, ma niente. Ok, in quei casi bisognava usare il cervello, il mio era già partito per la tangente da un po’ e fu abbastanza difficile richiamarlo.

Cosa avrei potuto usare per liberarmi? Qualcosa di affilato…forbici…un coltello…Il mio coltellino svizzero! Grande! Ma dove cazzo lo avevo lasciato? Sbuffai afflitto; nel mio giubbotto che stava dall’altra parte della stanza ed io non potevo alzarmi, ipotesi da scartare quindi.

Mi sedetti aiutandomi con lo slancio delle gambe, restando sempre comunque attaccato alla spalliera con i polsi.

Aprire il cassetto del comodino di Kevin fu un’impresa, soprattutto per via della grandezza di quelle stupide scarpe, dannate Air Max!

Fui costretto, sempre con i piedi, a far uscire completamente il cassetto dal comodino, buttandolo a terra senza troppi riguardi.

Frugai in mezzo a tutte quelle cianfrusaglie, nella speranza di trovare qualcosa di decente che avrebbe potuto aiutarmi e, quando vidi le forbici che Kevin usava ogni tanto per regolarsi il suo patetico taglio di capelli, un sorriso da ebete rincretinito mi si dipinse in faccia.

Ah, ci voleva ben altro per impedire a David Bellick di uscire da quella stanza!

Presi quelle inutili forbici fra le scarpe che poi cercai di portare alle mani con uno slancio all’indietro; quell’esercizio lo facevo sempre ad educazione fisica da bambino, era una cavolata da fare!

Una volta afferrate le forbici con la mano, liberarsi fu un gioco da ragazzi! Una degna missione da Tom Cruise in Mission Impossible, eh?

Diedi una rapida occhiata all’orologio sbuffando; Allison era già uscita da scuola, pazienza, sarei andato a trovarla a casa e mi sarei fatto spiegare il perché di quel suo comportamento strano.

 

 

Allison’s pov

 

 

Una volta richiusa la porta di casa dietro di me, sospirai di sollievo; Dave fortunatamente non era venuto a scuola, di sicuro Kevin era riuscito a trattenerlo in qualche modo.

Nicky era andato a studiare a casa di un amico, quindi io teoricamente avrei dovuto avere la casa tutta per me…

Appena entrata in sala però, incominciai a pensare che qualcosa non tornasse; la fondina di mio padre era appoggiata al tavolino al centro della stanza, possibile che fosse già rientrato?

-Eccoti.-

Quasi lanciai un urlo dallo spavento non appena la voce imponente di mio padre arrivò da dietro.

-Papà! Ma volevi farmi venire un colpo o cosa?!-

La mia voce si affievolì man mano non appena notai la ferocità del suo sguardo. Non era normale, doveva essere successo qualcosa.

-È successo qualcosa?- Domandai non riuscendo a tollerare oltre i suoi occhi accusatori.

-Dimmelo tu.- La sua voce così cattiva mi fece venire i brividi, mio padre non si era mai rivolto così a me.

Feci mente locale cercando di sforzarmi di trovare un motivo per cui potesse essere così arrabbiato.

-Ti ha chiamato una mia professoressa?- Azzardai; magari era venuto a sapere di tutte le volte che avevo marinato…

-Fai anche la finta tonta!- Esclamò incredulo alzando la voce e facendomi istintivamente indietreggiare. No, doveva essere qualcosa di molto più grave e avrei dovuto intuirlo da subito.

Stavo per azzardare qualche altra ipotesi, ma lui mi bloccò ponendomi l’ultima domanda che volevo sentire.

-Ti dice niente il nome David Woldrich?- Sembrava si sforzasse di stare calmo, ma i suoi occhi erano a dir poco furenti, facevano paura.

Il mio cuore perse un battito e per poco non mi accasciai per terra dalla disperazione non appena sentii quel nome; mio padre sapeva tutto…

Portai una mano alla gola spalancando gli occhi stralunata: non riuscivo a parlare che fine aveva fatto la mia voce?

Le corde vocali sembravano essere paralizzate, così come tutto il resto.

-Allora?- Sollecitò lui impaziente.

-Il…- Tossii cercando di schiarirmi bene la voce che usciva gracchiante come il verso di un corvo. –Il ragazzo…che ho visto quel giorno alla villa di Tom.- Riuscii a dire respirando a tratti, mi mancava l’aria.

-Solo?- Insinuò con un sorriso sadico.

Non avevo più la forza di parlare, mi limitai ad annuire.

-Strano. Ho sentito un tuo amico oggi, dice di averti visto in sua compagnia proprio stamattina davanti alla scuola.-

Odio. La disperazione fu quasi sostituita completamente dall’odio che provavo per quel grandissimo bastardo di Mark. Non avevo mai odiato nessuno così tanto in tutta la mia vita, tanto da arrivare quasi a desiderarne la morte.

-Non era David Woldrich, si è sbagliato.- Stupida e ingenua. Ero molto stupida e ingenua.

-Ah no?- Tirò fuori dalla tasca il suo telefonino e quello che vidi mi fece contorcere lo stomaco:

Una foto. Una cazzo di foto scattata quella mattina stessa. Io ero di spalle, ma David si vedeva bene in faccia.

Strinsi le mani a pugno con forza conficcandomi le unghie nei palmi che ero più che certa che stessero iniziando a sanguinare.

-E c’è anche questa.- La voce di mio padre era tranquilla, quasi mi stesse mostrando le foto scattate al mare dell’estate scorsa.

Nella foto successiva c’eravamo noi due che ci baciavamo. Per quanto la situazione fosse critica, non potei evitare l’ulteriore aumento dei battiti del mio cuore che ora martellava sul petto come un treno impazzito.

Vedere quella foto mi fece inumidire le labbra con la lingua mentre ripensavo al suo sapore…chissà se l’avrei più sentito, chissà se lo avrei mai baciato di nuovo…

Fece un respiro profondo per calmarsi, dallo sguardo che aveva sembrava essere ad un passo dallo schiaffeggiarmi.

-Io sto cercando di sbattere da una vita quello schifoso verme di Johnny Rydell in prigione…e tu vai a…divertirti con…con…- Era paonazzo, nemmeno lui riusciva più a parlare.  -Un suo complice!- Disse poi a denti stretti.

-Dave non è un suo complice!- Strillai prima che potessi rendermene conto.

-Sia quel che sia…Dave- Sputò fuori il suo nome con cattiveria. –collabora con lui e sa dove si trova. E, soprattutto…Dio Allison è un criminale, te ne sei dimenticata forse?!-

Sgranai gli occhi spaventata dalla sua reazione e di nuovo cercò di calmarsi strofinandosi il viso con la mano e sospirando.

Mi aspettavo quasi che da un momento all’altro arrivassero i vicini a suonare al campanello preoccupati, visto le sue urla adirate…

-Non me ne sono dimenticata papà!Ma lui è diverso, io…non rinuncerò a lui!- Lui rimase molto colpito dalla mia risposta, non si aspettava che reagissi.

-Lo farai invece, o il tuo amichetto finirà dritto dietro le sbarre!-

Non riuscivo a credere che mi stesse ricattando così crudelmente…

-Non puoi farlo! Io lo amo!- A quelle parole i suoi occhi si spalancarono così tanto che sembrarono essere spiritati.

-Tu cosa?! Te lo puoi proprio scordare quel ragazzo, stai pur certa che non lo vedrai più!-

Già una volta mia madre mi aveva detto quella frase e ci era andata vicina…non sarebbe successo di nuovo.

-Questo lo dici tu! Ci vuole ben altro per fermarmi!-  Lasciai che le lacrime mi affogassero letteralmente gli occhi che riuscivano solo a vedere la figura appannata di mio padre. –Tu non…puoi fare niente…- Singhiozzai quasi priva di energie. Debole, ero debole, mi sentivo dannatamente debole, non riuscivo a capire come mai le mie gambe riuscissero ancora a sostenere il peso del mio corpo.

-Dove trovo Johnny Rydell?- Mi chiese impassibile, ignorando tutto quello che avevo detto.

-Io…Io non lo so…non…me l’ha mai detto…- Mentii.

Non avrei mai detto a mio padre dove si trovava Villa Hernandéz, si sarebbe dovuto arrangiare.

-Vai in camera tua.- Si girò di scatto voltandomi le spalle, come se la mia vista gli fosse insopportabile.

E con il cuore letteralmente a brandelli, mi diressi verso la mia camera, dove piansi tutte le lacrime che avevo.

 

 

Harrison’s pov

 

 

David Woldrich. Mia figlia usciva –non volevo pensare a cos’altro facessero- con David Woldrich!

Mi sedetti sul divano completamente svuotato. Dio, dove avevo sbagliato con lei? Come poteva essere successa una cosa del genere? La mia bambina…

Mi passai una mano sul viso, ma quel gesto non bastò ad eliminare le rughe ancora presenti per via della tensione.

Non avrei dovuto urlare con lei, le avevo fatto paura…mia figlia aveva avuto paura di me! Eravamo arrivati a quel punto…e tutto per colpa di…di…quel gran bastardo di un Woldrich che le aveva completamente svuotato il cervello, mia figlia non avrebbe mai fatto niente di così stupido!

Io la conoscevo bene, lei odiava i malviventi, anzi, odiava tutto ciò che fosse fuori legge, non poteva davvero aver fatto qualcosa con quel ragazzino di sua spontanea volontà, lui doveva averla incantata di certo!

Solo il pensiero che l’avesse toccata…con le sue sporche mani da assassino…mia figlia…!

Stavo tremando dalla rabbia, se lo avessi avuto davanti lo avrei ucciso…!

Lo amava!Mia figlia amava quell’insulso essere vivente! Mia figlia stava piangendo e soffrendo a causa sua! Si era ribellata, mi aveva voltato le spalle e tradito a causa sua!

Era tutta colpa sua

Mi alzai dal divano con uno scatto e presi a calci la sedia nuova di legno pregiato di Noel. Speravo solo che mia moglie non notasse le rigacce che si erano formate a lato, dove aveva sbattuto con il camino…

Non riuscivo a stare fermo, incominciai a camminare per la stanza come un animale chiuso in gabbia; non riuscivo a ragionare, ero completamente accecato dalla rabbia.

Affacciandomi solo per un attimo alla finestra, notai una persona fuori sul viale. Un ragazzo. Era girato di profilo, ma lo riconobbi ugualmente.

Strinsi le mani a pugno con forza; che diavolo voleva ancora David Woldrich da mia figlia?!

Non si era accorto di me, sembrava stesse parlando al telefono…Un terribile dubbio si insinuò velocemente in me.

Lasciai ricadere la tenda della finestra al suo posto e risalii le scale di corsa.

Arrivato davanti alla porta della camera di Allison, la aprii di scatto pensando di coglierla in flagrante al telefono, invece, l’immagine che mi si prospettò davanti fu del tutto diversa: era sdraiata nel suo letto a pancia in giù; gli occhi chiusi, ancora bagnati dalle lacrime, e le piccole spalle che si alzavano ed abbassavano lentamente al ritmo del respiro. Stava dormendo.

Un sincero sorriso, mosso dalla tenerezza che mi suscitava vederla così, si dipinse sulle mie labbra e per un attimo mi scordai di tutta quella faccenda.

Un attimo appunto. L’attimo dopo il vibrare di un cellulare mi fece ritornare l’umore sotto i piedi.

Afferrai con forza il mio vecchio telefonino delle emergenze sulla scrivania di Allison e non potei evitare di soffiare come un gatto non appena lessi quel nome; Dave I.L.U.

Non ero un esperto di abbreviazioni nel linguaggio giovanile o cazzate del genere, ma non ci voleva un genio per capire che quelle iniziali stavano per I love you.

Bene, il ragazzino voleva giocare? Avrei giocato anche io allora, ma a modo mio.

 

 

David’s pov

 

Sbuffai chiudendo la chiamata stranito, perché cavolo non rispondeva? Doveva essere arrivata a casa da un bel po’.

Osservai attentamente la finestra della sua camera nella speranza di vederla affacciarsi, ma niente. Avrei potuto arrampicarmici su, ma non sapevo se suo fratello o qualcun altro fosse in casa, avrebbero potuto vedermi.

Stavo per girarmi ed andarmene quando il vibrare del mio telefonino mi fece tirare un sospiro di sollievo; un suo messaggio. Meno male cazzo, iniziavo a preoccuparmi.

 

Ciao, c’è mia madre in casa e non posso parlare; vediamoci al Cookies’ side sulla trentaquattresima fra mezz’ora, ok? A dopo!

 

Fissai il messaggio per un po’ facendomi venire inutili e insensati dubbi. Lei metteva sempre il “Ti amo” nei suoi messaggi…

Scossi la testa dandomi dello stupido; di sicuro se l’era dimenticato o era di fretta.

Iniziai a dirigermi verso quel bar, ignorando quel brutto presentimento che iniziava seriamente a farmi sentire ansioso.

 

 

Nemmeno una volta davanti al bar mi tranquillizzai. C’era qualcosa che non andava, era tutto troppo, troppo strano.

Non avrei saputo definire quel tutto con esattezza, sapevo solo che gli avvenimenti di quel giorno e di quello prima non erano normali.

Prima di tutto il comportamento di Allison non mi quadrava per niente; era stata troppo evasiva e nervosa in quei due giorni. Qualcosa la preoccupava…ma cosa?

In secondo luogo c’era il comportamento di Kevin; lui odiava sapermi in quel buco puzzolente di fogna che avevamo per camera, insisteva sempre per farmi uscire, o per lo shopping o per qualche altra sua cazzata. Aveva detto che era per il mio bene, a che si riferiva?

E poi c’era…

Riaprii il messaggio di Allie e lo rilessi più volte. Anche il giorno precedente era rimasta a casa con la madre, ma non mi aveva dato appuntamento da nessuna parte, aveva detto che non poteva uscire per via della febbre alta.

Febbre. Alta.

Rimasi fermo per non so quanto tempo a fissare quelle parole con la bocca più spalancata di quella di un pesce. Mi aveva mentito, non aveva affatto la febbre il giorno precedente.

Primo, lo avevo constatato io di persona la sera e secondo…sua madre non l’avrebbe mai lasciata andare a scuola quella mattina se davvero avesse saputo di una febbre alta.

Ok, l’ansia stava crescendo a dismisura ed aumentai il ritmo del mio respiro inconsciamente.

Diedi una rapida occhiata all’orologio; mancavano cinque minuti all’appuntamento.

Senza sapere nemmeno perché, incominciai a camminare il più lontano possibile da quel bar, il più in fretta possibile.

Merda. Merda, merda, merda!

Doveva essere di sicuro un fottuto tranello di qualcuno, qualcuno mi stava spiando ne ero certo, qualcuno ci stava spiando quella mattina mentre ci baciavamo, per questo lei era così guardinga e inquieta.

Accelerai i passi sentendo il cuore che martellava furioso nel petto; iniziavo a capire come si dovessero sentire le ragazze pedinate da qualche maniaco. La sensazione era più o meno la stessa; ansia e paur..no, timore. Mi sentivo fottutamente osservato, quasi ci fosse una telecamera che mi stesse puntando, come se fossi dentro ad un cazzo di film.

E automaticamente i miei piedi si mossero da soli sempre più veloci non appena udirono il rumore di altri loro simili alle mie spalle.

Mi infilai in alcune viuzze abbastanza piccole e deserte per non dare nell’occhio e per facilitare la mia fuga –cosa non facilmente realizzabile in mezzo a persone che mi avrebbero intralciato e basta-, maledicendomi mentalmente per non aver preso una cazzo di arma quel pomeriggio prima di uscire, non ci avevo proprio pensato…E per colpa della mia stupidità mi trovavo nei cazzi seguito da…tre persone probabilmente a giudicare dai passi.

Inutile imporsi di stare calmi e far finta di niente, inutile provare anche solo a pensare che quelle persone non stessero seguendo me, incominciai a correre il più veloce possibile, sapendo già che i tizi dietro di me avrebbero fatto lo stesso.

 

 

Harrison’s pov

 

Ancora dieci minuti…ancora dieci minuti e avrei avuto il piacere di vederlo in manette.

Quasi non ci credevo, quasi non riuscivo a stare fermo dall’impazienza.

Sapere che lui era lì ad aspettare mia figlia mi mandava in bestia. Brutto bastardo, avrebbe trovato altro ad accoglierlo a braccia aperte, le manette.

Un ghigno involontario mi si era dipinto sulle labbra non appena lo avevo visto davanti al bar; aveva abboccato come un pesciolino, in fondo il ragazzo non era poi tanto difficile da pescare. Avevo temuto di aver sbagliato qualcosa, magari mia figlia scriveva in un modo diverso ed il mio messaggio lo aveva fatto insospettire…per fortuna non era andata così.

Continuava a guardare e riguardare il cellulare, mentre io già pensavo ai vari modi di fargli vuotare il sacco su dove fosse Rydell una volta preso.

-Tenetevi pronti.- Dissi tramite la mia radio alle pattuglie in zona, ma anche ai colleghi dietro di me, Alex e Richard, preparati a qualsiasi reazione di Woldrich. 

-Qualcosa non va.- Mi fece osservare Richard alludendo al ragazzo.

Mi girai verso l’ingresso del bar e in un attimo di panico notai che Woldrich non c’era più.

-Se ne sta andando.-

Guardai nella direzione di Alex e vidi con sommo sollievo che era ancora nelle vicinanze.

Aggrottai la fronte perplesso; che cosa lo aveva fatto scattare?Perchè se ne stava andando così di punto in bianco?C’era solo una spiegazione…

-Si è accorto di noi.- Troppo tardi. Il gioco è finito qui.

Apparentemente ero tranquillo, da bravo capo con la situazione sotto controllo, ma dentro stavo bruciando dall’impazienza di seguirlo e fermarlo per impedirgli di farla franca.

-Lex avvisa subito gli altri e appena hai finito raggiungici, Richard tu vieni con me.-

Nessuno aveva spiegato al ragazzo che quando si era circondati da una decina di pattuglie della polizia, non aveva molto senso scappare…

 

 

 

David’s pov

 

 

Quando svoltai l’angolo e mi ritrovai davanti a cinque persone, l’unica cosa che riuscii a pensare fu:

Cazzo, sono fottuto.

Nessuna frase avrebbe potuto descrivere meglio la mia situazione. Ero fottuto.

Rallentai automaticamente il passo, fino a fermarmi. A spezzare quel silenzio solo il mio respiro affannato e i rumori della città in lontananza.

Quasi dimenticavo…anche il rumore dei passi dietro ai miei turbò per poco quella calma, ma cessò poco dopo l’arresto della mia corsa.

Non mi chiesi nemmeno chi fossero quegli uomini armati davanti a me, sapevo già che non avevano niente a che fare con la malavita della città.

Mi girai per vedere finalmente in faccia i miei inseguitori e ne riconobbi immediatamente uno.

Il respiro mi si mozzò del tutto, quasi credevo di avere un collasso da un momento all’altro.

Non avevo mai incontrato Harrison Lowell di persona -lo avevo visto solo su qualche volta sui giornali o in televisione, quando lo intervistavano per qualche caso particolare- eppure lo avrei riconosciuto comunque, anche se non lo avessi visto in telegiornali e riviste…assomigliava molto a lei, i lineamenti erano molto simili, nonostante lei avesse preso molto anche da sua madre.

Nemmeno io seppi come, -visto che sentivo ogni cellula del mio corpo paralizzata- alzai la mano e la passai fra i capelli a scatti quasi robotici; stavo tremando.

Persino distendere la bocca in un sorriso fu un’impresa.

-Harrison Lowell.- Dissi e fortunatamente la mia voce uscì ferma, al contrario delle mie labbra che nel tentativo di sorridere avevano tremato incerte come quelle di un bambino in procinto di piangere.

Cercai di ignorare quelle inutili voci dentro di me che mi dicevano che era finita…dovevo ignorare quelle voci, o di quel sorriso costruito con tanto impegno sarebbe rimasto ben poco.

Non avrei mai permesso a nessuno sbirro di vedermi spaventato. Nemmeno Johnny Rydell aveva avuto quel privilegio, chi era Lowell per averlo?

-David Woldrich.- Mi rispose lui con un sorriso a dir poco sadico, di certo più credibile della mia smorfietta precedente.

Bene, se non altro non avevamo bisogno di presentazioni.

Imposi alle mie braccia di alzarsi, ma ricaddero quasi subito sulle gambe quasi prive di forza.

-In carne ed ossa.- Cercai di dire sarcastico, ma la voce stava iniziando ad abbandonarmi.

Avevo paura. Merda, avevo paura.

Paura perché non mi ero mai reso conto di quanto cazzo potessi finire nei guai se beccato; seguivo gli ordini di Johnny tranquillamente, senza arrivare mai a pensare che un giorno sarebbe potuto succedere.

Paura perché sapevo che non avrei più rivisto Kevin, Kim…lei.

Paura perché non sapevo che cosa sarebbe successo; lo sapevo anzi…ma non volevo ascoltarmi, non volevo saperlo veramente

Ero stato stupido…uno stupido ed ingenuo bambino che credeva fosse tutto solo un gioco e che alla fine aveva finito unicamente per farsi male da solo.

Sentii gli uomini dietro di me avvicinarsi, ma le mie gambe non si muovevano minimamente di lì.

-Mi sembri un ragazzo intelligente…- La vocetta divertita di Lowell –mi faceva male pensare a quel cognome, a quello stesso cognome- mi distrasse dai miei pensieri.

-Sai benissimo che scappare non servirebbe a niente: sei da solo, disarmato, contro otto persone e ci sono altre pattuglie in zona.-

Ah, giocava la carta dell’intelligenza per non farmi scappare?

-Chi le dice che io non sia stupido?- Chiesi arrogante.

-Sesto senso…- Abbozzò un sorriso, questa volta più cordiale. -Vieni di tua spontanea volontà e potremo fare una chiacchierata amichevole alla centrale.- Il tono in cui disse “amichevole”, mi sembrava tutt’altro che amichevole.

Avrei voluto scappare…ma a cosa sarebbe servito? Scappare era da codardi…e oltretutto, non avevo alcuna possibilità di riuscirci, lo sapevo bene.

Anche se fossi stato armato poi, non avrei mai sparato al padre della ragazza che amavo, non avrei mai voluto che lei mi odiasse per quello…

Sempre con lo stesso sorriso di prima che si era congelato sul viso –avevo come la netta sensazione che se avessi provato a muovere le labbra si sarebbero crepate come il ghiaccio-, risposi apparentemente tranquillo con un:

-Perché no? Anche se parlare non è mai stato il mio forte.-

Sentii le manette di uno dei tipi dietro stringersi fredde sui miei polsi. Che brutta e strana sensazione…

Istintivamente mossi le braccia come per ribellarmi, ma una pistola puntata dritta dritta alla mia tempia mi ricordò che non ero proprio nella posizione di farlo.

-Oh non ti preoccupare…sono sicuro che non appena vedrai quanto sono accoglienti le nostre celle la voglia di parlare ti verrà.-

Certo, come no! Nemmeno sotto tortura avrei parlato, non avrei mai tradito nessuno dei miei amici, né Johnny; Lowell poteva aspettare e sperare quanto voleva.

Non replicai, mi limitai solamente a farmi portare dai tipi dietro di me verso la volante della polizia, continuando a ghignare spavaldo come un idiota.

Divertente. Stavo sorridendo…eppure l’unica cosa che volevo fare era piangere.

Era la fine. La fine della mia libertà, la fine della mia storia con…lei, la fine della mia vita…la fine di tutto.

Eppure, non mi pentivo di niente…né di averla salvata da Tom quel giorno, né di averla rivista…né di essermi innamorato di lei e del suo sorriso…

La mia vita era migliorata e aveva avuto un senso da quando l’avevo incontrata…che senso aveva prima? Seguire gli ordini di Johnny? Uccidere balordi? Bella roba…

 

 

 

Harrison’s pov

 

 

Era umanamente inconcepibile che un ragazzo di appena diciassette anni reagisse così bene davanti alla certezza di essere arrestato.

Avevo visto piangere ragazzi di diciannove anni dopo essere stati beccati per furti di alcolici in supermercati, ma Woldrich non aveva fatto una piega quando ci aveva visti.

Certo, aveva avuto paura si vedeva, ma aveva fatto di tutto per non farlo capire, era rimasto quasi impassibile.

Come era possibile che un ragazzino avesse tutta quella forza? Come poteva un ragazzo così giovane reggere il peso di una sofferenza così grande?

Non era stupido, lo sapeva bene che come minimo quando sarebbe uscito di prigione –se sarebbe uscito- gli sarebbe rimasto ben poco. Come minimo gli avrebbero dato una condanna di venticinque anni…

E lui come poteva accettarlo senza mostrare il minimo segno di cedimento?

Pazzesco…

Da genitore, mi ritrovai a pensare che forse era stata la mancanza di una famiglia a farlo crescere così in fretta, a permettergli di avere reazioni così adulte, ma poi mi ricordai che era stato lui a volerlo, scappando dalla sua famiglia, quindi la colpa era sua…

Lo osservai circospetto dallo specchietto retrovisore; seduto in mezzo a Richard e Alex, guardava fuori dal finestrino con espressione vuota. Sembrava quasi che non vedesse il paesaggio, più che fuori sembrava stesse fissando un punto indefinito.

-Non scappo mica Lowell.- Mi informò con voce stanca e rassegnata, ma al tempo stesso pungente e sarcastica.

Hn. Moccioso petulante.

Distolsi lo sguardo dallo specchietto e lo puntai nuovamente sulla strada, rimangiandomi una serie di proteste poco fini, non adatte di certo ad un pubblico ufficiale.

Strinsi con forza il volante non appena realizzai che quello era il ragazzino che era uscito con mia figlia…quel ragazzino aveva osato sfiorare mia figlia! Non dovevo pensarci…ero un poliziotto e lui era un criminale, punto. Dovevo essere professionale, mia figlia non c’entrava in quella storia.

Eppure….il pensiero che di lì a poco avrebbe saputo cos’era successo quasi mi spaventava.

Ridicolo! Come se mia figlia avesse potuto farmi paura! Avrebbe capito…avrebbe capito che sarebbe stato tutto per il suo bene, che l’avevo fatto per lei e si sarebbe dimenticata di Woldrich…

 

 

Allison’s pov

 

Quando aprii gli occhi non ricordai immediatamente dove fossi e cosa era successo. Sentivo gli occhi gonfi e asciutti, come se avessi pianto tutte le mie lacrime, ed improvvisamente la litigata con mio padre mi ritornò davanti come un flash.

Mi alzai di scatto dal letto e scesi cauta al piano di sotto per controllare la situazione.

Aggrottai la fronte perplessa quando mi accorsi che in casa non c’era nessuno. Strano. Probabilmente mio padre doveva aver ricevuto qualche chiamata importante ed era dovuto correre in centrale.

Arricciai il naso inconsapevolmente; il brutto presentimento di quella mattina c’era ancora e non accennava minimamente a lasciarmi in pace.

Un brivido mi scosse la schiena e corsi in camera mia a chiudere la finestra convinta che fosse stata qualche improvvisa corrente d’aria a farmi rabbrividire. Quanto mi sbagliavo…

Chissà che stava facendo Dave…

Presi il mio telefonino del paleolitico e composi velocemente il numero di Angie; mi serviva qualcuno con cui parlare e alla svelta!

Lo staccai dall’orecchio stranita non appena l’adorabile voce registrata dell’operatrice telefonica mi disse che avevo esaurito il credito.

Chiusi la chiamata sbuffando. Stupide compagnie telefoniche ladre, ero convinta di averlo ancora qualche centesimo nella scheda, quella mattina stessa avevo fatto uno squillo a Kevin dopo il messaggio!

Mi lasciai ricadere sul letto ancora stanca e spossata nonostante la dormita.

C’era qualcosa che non andava…non era da mio padre andarsene così senza dire niente. Ok, era arrabbiato, ma lasciarmi così di punto in bianco mentre dormivo non era proprio una cosa da lui.

Mi avrebbe svegliato o lasciato quantomeno un biglietto…doveva essere davvero grave la cosa che lo aveva fatto uscire di casa così di corsa.

Beh…tanto valeva verificarla di persona, sarei andata alla centrale a vedere che era successo e a chiarire con lui la storia di Dave; forse se gli avessi ricordato di quel discorso fatto quel pomeriggio, lui si sarebbe impietosito…almeno un po’…forse…o almeno lo speravo perché non avevo nessuna intenzione di rinunciare a lui e mio padre doveva farsene una ragione, punto.

 

 

 

David’s pov

 

 

Avevo un mal di testa pazzesco e l’orologio appeso alla parete davanti a me non aiutava di certo con il suo ticchettare rumoroso.

Incrociai le braccia al petto e mi sistemai meglio su quella sedia scomoda, distendendo le gambe in avanti.

L’occhio mi cadde involontariamente su una foto appoggiata sulla scrivania e, inconsciamente, sorrisi intenerito.

Non appena Lowell lo notò, si schiarì la voce infastidito e girò più verso di sé la foto che lo ritraeva più giovane insieme ad una piccola bambina dai capelli rossi.

-Dunque…Woldrich.-  Incominciò dopo aver finito di sezionare un fascicolo infinito contenente chissà cosa.

-Bellick.- Lo corressi con un tono di voce incolore.

-Come scusa?- Domandò perplesso.

-Il mio cognome, è Bellick.-

Fece una smorfia e, dopo aver fatto un respiro profondo per calmarsi –non sembrava gli andasse molto di essere corretto da me-, ricominciò a parlare.

-Bene, come vuoi, Bellick.- Disse brusco. –Da quanto tempo lavori per Johnny Rydell?-

Distolsi lo sguardo e lo piantai indifferente verso l’orologio. –Sono già le sei?- Chiesi annoiato.

Lui sospirò, capendo subito che non avrei risposto a quella domanda, così ne fece un’altra.

-Ci sono anche altri ragazzi della tua età che lavorano per lui?-

-Qui fa veramente caldo, ma avete i caloriferi al massimo?- Fu la mia risposta.

Lowell guardò rassegnato il suo collega alle mie spalle, prima di riportare lo sguardo su di me. –Johnny ti ha mai costretto a fare qualcosa contro la tua volontà?-

Non voleva demordere, eh? Bene.

-Sua figlia come sta?- Me ne uscì tranquillo con un sorrisino, facendogli strizzare appena l’occhio.

Ero un idiota perché mi stavo facendo male da solo; nominarla mi stritolava cuore e stomaco in modo insopportabilmente doloroso.

-Ha mai costretto gli altri?- Continuò ignorando la mia domanda e giocando nervoso con la sua penna.

-Mi chiedevo se sapesse che sono qui…- Stavamo parlando di due cose diverse e nessuno dei due voleva cedere.

Però quella domanda l’avevo posta in modo serio, non per scherzare…lei sapeva di me? Dov’era in quel momento?

Mi rifiutavo di credere che fosse in qualche modo coinvolta in quello che era successo…

-Sapresti indicare con esattezza il luogo in cui sei stato per tutto questo tempo?-

-Quando la vede, me la saluti.- Questa volta la mia voce uscì leggermente sprezzante.

-David…- Lasciò ricadere la sua penna sul foglio e mi guardò serio. –Se non parli peggiori solo le cose…qui si tratta della tua vita, qualsiasi cosa potrebbe scontare la tua pena.-

Il suo discorso mi sorprese, non mi aspettavo che si potesse interessare così a me.

Il ricordo del suo ghigno prima dell’arresto però, mi congelò gli occhi in una perfetta espressione glaciale. –E posso sapere a lei cosa gliene importa della mia vita?-

Si raddrizzò sulla sedia e, come resosi conto di aver detto una cavolata, ritornò freddo e distaccato. –Niente.- Disse scrivendo qualcosa su dei fogli che aveva davanti.

-Bene.- Ribattei sicuro, arrivando a chiedermi da dove mi uscisse tutta quella spavalderia visto che ancora tremavo e non per il freddo.

Non avrei mai detto nulla su Johnny, né tantomeno sul luogo dove si trovavano Kevin e gli altri. Non li avrei traditi, non mi sarei mai servito di loro per scontare la mia pena.

-Ora ti dirò i nomi di alcuni criminali che cerchiamo, tu dovresti dirmi se li conosci o se li hai sentiti nominare, d’accordo?-

Scrollai le spalle.

-Conosci un certo Theodor Madison?-

Beh, Theodor non era un mio compagno quindi…

-Sì.-

Gli occhi di Lowell si illuminarono. –Sapresti dirmi dove si trova in questo momento?- 

-No.-  La mia risposta lo fece incupire di nuovo.

Se avessi detto di Theodor per la polizia sarebbe stato più semplice avvicinarsi a Kevin, Kim e gli altri.

Strinse le mani a pungo. –Maledizione…lo cerchiamo da una vita, se sai dove si trova parla!- Gridò quasi infuriato.

Feci un respiro profondo e chiusi gli occhi.

-Ho due condizioni.- Li riaprii e notai che era proteso in avanti in attesa.

-Parla.- Mi incitò cupo.

-La prima è che dovete arrestare solo Theodor, nessun altro. Se rispetterete questa condizione può darsi che la voglia di parlare degli altri che cercate mi venga.-

Lui annuì serio. –E l’altra?-

La voce mi uscì più tremolante di quanto volessi. -Voglio vedere Allison.- Forse per l’ultima volta.

 

 

*To be continued..*

 

Ed eccomi per l’ennesima volta qui a rompervi xD

Questo capitolo l’ho scritto e riscritto tantissime volte e anche adesso se devo essere sincera non mi convince del tutto…avrei voluto che fosse più vero diciamo…ed è uscito così alla fine >.< eh va beh…

Che cosa ne pensate? Non ve la prendete con il padre di Allison, vi assicuro che si riscatterà, ora è più che comprensibile che abbia reagito così. Anzi, una delle mie paure era proprio che lui non sembrasse vero come personaggio per via di una reazione troppo positiva; non poteva mica accettare Dave come fidanzato della figlia e accoglierlo a braccia aperte in famiglia…Credo che alla fine sia normale la sua reazione, è quella di un padre preoccupato per la sua famiglia.

Ecco, discorso diverso per Mark che potete pure prendere a sassate per quel che mi riguarda xD Vi tranquillizzo subito dicendovi che qualcuno gliela farà pagare…qualcuno che adorate già e che adorerete ancora di più mi sa, o almeno lo spero ;)

Ma veniamo alla cosa veramente importante…Reazione di David? Come l’avete trovata? Vi giuro sono stata giorni e giorni a pensare a come avrebbe potuto reagire davanti alla polizia; non volevo fosse troppo spavaldo (sarebbe stato stupido da parte sua esserlo), né troppo impaurito (scappare sarebbe stato un tentativo altrettanto stupido e inutile)…il risultato finale è questo, che spero non vi abbia deluso =(

La reazione di Allie l’avrete nel prossimo capitolo ed è stata ancora più difficile da immaginare, mi sono autodepressa (fa niente se non esiste come parola xD) per riuscire a scrivere tutti i pezzi dei prossimi cap che saranno abbastanza tristi :P

Bene, ho finito di stressarvi con questi discorsi noiosi. Anzi no, ultima cosa, voglio ringraziare ancora TUTTE le Meravigliose ragazze che recensiscono e che mi spronano ogni volta a postare, vi adoro! =)

Un bacione grandissimo, la vostra Bec ;)

 

 

 

Detto questo, vi ricordo:

-Il FORUM che alcune mie amiche fantastiche hanno creato per la mia storia e dove posterò l’inizio del cap 21 :D

Iscriversi a forum community è semplicissimo; mi farebbe davvero piacere chiacchierare un po’ con voi lì! Oltretutto se state scrivendo qualcosa anche voi, potrete pubblicizzarlo^^

Dimenticavo, per essere abilitati alle sezioni protette bisogna presentarsi nella sezione Welcome =)

 

-La mia storia Tra l'odio e l'amore c'e la distanza di un bacio che fa schifo, come ogni cosa scritta da me del resto ù_ù

 

 

*Spoilerino sul prossimo capitolo*

 

Allison’s pov: Corsi ad abbracciarlo senza pensarci due volte, senza riuscire a tollerare un secondo di più quello sguardo sofferente.

Portai le mie mani fra i suoi capelli, stringendolo a me con tutta la forza che esse, deboli come il resto del mio corpo, riuscirono a racimolare.

Amore mio

 

 

David’s pov: Faceva un male cane. Faceva un male cane stringerla fra le braccia, sapendo benissimo che non l’avrei più rivista dopo quella volta, sapendo che il suo piccolo corpo non avrebbe più riscaldato il mio con la sua dolcezza.

 

 

 

Il capitolo si intitolerà: Where is our hope? (Dov’è la nostra speranza?)

 

 

 

*Risposte recensioni*

 

__piccola_stella_senza_cielo__: Ciao cara!!! Eh già hai proprio ragione, lo scorso capitolo era davvero tristissimo >.< Sono contenta che Kevin ti abbia comunque fatto ridere con le sue trovate geniali per far svegliare Dave ;)

Allie e Dave sono proprio sfortunati sì…poveretti, in questo capitolo le cose sono peggiorate ancora di più =( Ma vedrai che si sistemeranno, parola mia ;) E Mark avrà quel che si merita^^

Un bacione grandissimo, grazie mille per la recensione, Bec =D

 

 

lucyette: Ciao cara!!! Alla fine come hai visto da questo cap c’è stato un passo avanti sì, anche se molto negativo =(

Mark la pagherà di sicuro, tranquilla ;) Non la passerà liscia, ma non sarà Dave a vendicarsi… =P

Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e spero che anche questo non ti abbia delusa**

Un bacione grandissimo, grazie per la recensione, Bec ;D

 

 

mary96twilight: Ciao!!! Innanzitutto ti ringrazio tantissimo per tutti i tuoi complimenti, sei troppo buona, grazie^^

Sono davvero contentissima che la mia storia ti sia piaciuta così tanto :D Spero che questo capitolo non te l’abbia fatta rivalutare in negativo >.< Sono un’amante del lieto fine, quindi in un modo o nell’altro le cose le sistemerò :P

Un bacione grande, grazie mille per la recensione, Bec :D

 

 

sbrodolina: Ciao carissima!!! Se tu stavi saltellando per la gioia del capitolo, io stavo saltellando per la tua recensione^^ Mi fa sempre piacerissimo leggere il tuo parere*_*

Sono contenta di sapere che non sopporti Mark, vuol dire che sono stata brava a renderlo odioso allora xD Mi sa che in questo capitolo lo sopporterai ancora di meno…ma tranquilla che avrà quel che si merita ;)

Alla fine in questo capitolo le cose sono precipitate del tutto; Allie e Dave non si sono lasciati, ma sarà piuttosto difficile per loro uscire da questa situazione…

Nel prossimo avrai la reazione di Allie che sarà abbastanza triste, spero di averla comunque resa credibile >.<

La storia finirà fra qualche capitolo sì, ma penso proprio che farò un seguito :P Sempre se questa alla fine sarà piaciuta abbastanza =)

Grazie mille carissima per il tuo supporto che per me è davvero preziosissimo, un bacio grandissimo, Bec :D

 

 

Punk936: Ciao carissimaa!!! Innanzitutto ti ringrazio come sempre per tutti i tuoi complimenti^^

Il tuo ragionamento non è affatto contorto, hai proprio ragione, il momento in cui torneranno insieme sarà ancora più bello*_* (o almeno lo spero :P)

Sono felicissima di essere riuscita a rendere   Mark così odioso, alla fine il cattivo della situazione è proprio lui xD Ma la pagherà…muahahah, sono abbastanza perfida con i personaggi che non mi ispirano simpatia xP

Kevin mi è uscito veramente deficiente, però lo adoro alla follia! Se non ci fosse lui sarebbe tutto un mortorio xD

All’inizio avevo pensato di far arrivare la madre mentre Dave ed Allie erano insieme…ma lei avrebbe rovinato tutto, si sarebbe accorta, mentre Nicky essendo piccolo e assonnato non ha notato nulla :P

Mi spiace di averti lasciato così in sospeso fino ad oggi >.< Spero ne sia valsa la pena, come ti è sembrato alla fine il cap?*_* è come lo avevi immaginato, o peggio?

Beh quando questa storia finirà, credo inizierò a postare il seguito…se per voi va bene =) Magari mi troverete noiosa con tutti questi aggiornamenti xP

Sappi comunque che tu non mi annoi mai con le tue recensioni, i tuoi commenti non sono “inutili”, guai a te se lo dici ancora eh? Mi arrabbio altrimenti :P

Grazie per gli auguri, spero che anche tu abbia passato una buona Pasqua^^

Un bacione grandissimo, grazie per la recensione, Bec ;D

 

 

piccolinainnamora: Ciao carissima!! Mark è stronzissimo sì…u.u sono contenta che tutte siate così coalizzate contro di lui, devo essere proprio riuscita nel mio intento di renderlo odioso allora ;P

Tranquilla che qualcuno gliela farà pagare…non Dave però :P

Allie è stata stupida a non dirlo a lui è vero, pensava di gestire da sola la situazione, non voleva coinvolgerlo e ha sbagliato…però c’è anche da tener conto che Dave non avrebbe reagito bene, magari avrebbe peggiorato ulteriormente la situazione se lo avesse saputo.

Non succederà come Vicky e Kevin, i due stessi si assicureranno che non succeda ;)

Grazie infinite per i complimenti e per la recensione, un bacio grandissimo, Bec ;D

 

 

Sabry87: Ciao tesoro!! Grazie come sempre per i tuoi meravigliosi complimenti^^

Eh sì, Mark è proprio stronzo, ma tranquilla che ci penserà qualcuno all’interno della storia a fargliela pagare ;)

Un bacione grandissimo, grazie mille per la recensione, Bec =)

 

 

Bella_kristen: Ciao cara!!! Sono felicissima che anche lo scorso capitolo ti sia piaciuto*_* Eh sì, era abbastanza triste purtroppo, ma questo lo è ancora di più >.<

Mark è proprio stronzo, hai ragionissima! Sono riuscita a creare un personaggio decisamente odioso, sono quasi fiera di me xD Tranquilla che avrà quel che si merita comunque ;)

Vuole rovinare la vita di Allie perché è un cretino; non sopporta di essere stato lasciato da lei ed è anche piuttosto geloso di Dave…alla fine era davvero interessato ad Allison…Però il suo comportamento non è comunque giustificato -.-

In questo capitolo ha incontrato il padre di Allie sì…come ti è sembrato il loro incontro?*_* Ti è piaciuto?

La storia probabilmente avrà sui 26 capitoli, ma ancora non è sicuro, quando posterò vedrò bene come sistemarli :P

Ti ringrazio tantissimo per le tue bellissime parole e per i tuoi complimenti** un bacio grandissimo, Bec ;D

 

 

selena_14: Ciao Sel!!! Ti ringrazio tantissimo per tutti i tuoi complimenti alla mia storia :D In effetti qualche errorino c’è di sicuro nei vari capitoli; nonostante rilegga più volte prima di postare, sono sicura che qualche svista ci sia purtroppo :P Spero non siano errori gravi >.<

In questo capitolo le cose fra i due si sono complicate…come ti è sembrato l’arresto?

Mark è davvero stronzo sì xD Se non altro sono riuscita nel mio intento di renderlo odioso xP

Ti ringrazio tantissimo per aver recensito e per aver inserito la ff tra i preferiti*_* GRAZIE davvero^^

Un bacione grandissimo, al prossimo capitolo, Bec ;D

 

 

lallina_2: Ciao Laura!!! Oddio quanti complimenti tutti in una volta, grazie sei gentilissima*_*

Ti capisco benissimo per quanto riguarda il computer, anche il mio è cretino -.- pensa che una volta si è spento pure da solo -.- mah, ci vuole pazienza con ‘sti pc xD

Non è assolutamente vero che non sei brava a recensire, la tua recensione è stupenda** Ti ringrazio tantissimo per aver recensito, sono davvero contentissima di sapere che la mia storia ti piaccia così tanto^^

Un bacione grande, al prossimo cap, Bec =)

 

 

silvietta_in love 4ever:  Ciao tesoro!!! Mi sembra proprio di capire che Mark non ti stia più di tanto simpatico :P Hai proprio ragione, è un grandissimo stronzo -.- Lo odio pure io, alla fine se non altro son riuscita nel mio intento di renderlo così odioso xD

Tranquilla che qualcuno si vendicherà, non Dave, ma qualcun altro darà a Mark quel che si merita ;P

Purtroppo Dave non sapendo del ricatto di Mark è andato a trovarla proprio davanti alla scuola e sono stati visti u.u lei è stata scema a non dirgli del ricatto, ma del resto se lo avesse fatto Dave non avrebbe reagito comunque molto bene…

Grazie infinite per i complimenti cara, sei sempre troppo buona** Un bacione grandissimo, al prossimo cap, Bec ;D

 

 

didi_kaulitz: Ciao tesoro!!! Buonasera anche a te :D

Oh, sempre con questa storia del “recensire” con le virgolette? Come se la tua non fosse una recensione stupenda! Va che mi arrabbio eh?? xP

Non ti preoccupare assolutamente se non sei riuscita a recensire gli altri cap: i tuoi commenti in diretta su fb valgono il triplo ;D E poi con la scuola guarda, nemmeno io riesco a stare tanto sul forum…u.u quindi tranquilla =)

Mark è proprio da uccidere sì!!!Da trucidare! Ma la pagherà, trallalero trallalà! xD Ho qualche neurone fuori posto sì :P

Dave che va di notte da lei è il mio sogno*_* Anche io voglio che entri in casa mia di notte oh! xD

Alla fine ho accolto la tua richiesta e sono riuscita a postare oggi, nonostante abbia chimica che mi tormenta xD Spero che ti abbia risollevato un po’ il morale per il rientro a scuola questo capitolo*_*

Cosa ne pensi dell’arresto di Dave? =( Mi spiace per tuo marito, mi farò perdonare promesso ;P

Ma tesoro mica devi chiedere scusa umilmente, ma va!! Non ti preoccupare davvero, so che non ti piace recensire e per me è già un onore grandissimo che tu lo abbia fatto per lo scorso cap, grazie ;)

Un bacione grandissimissimo, Bec :D

 

 

pirilla88: Ciao Vale!!! :D Ti ringrazio tantissimo per i tuoi complimenti, sei gentilissima come sempre^^

Mark è stronzissimo sì -.- sono proprio riuscita nel mio intento di renderlo stronzo mi sa xP

Allie è stata molto brava e coraggiosa a mio parere a tenere tutto per sé e a non coinvolgere Dave…purtroppo è stato un errore, perché così facendo alla fine le cose sono andate male come hai visto da questo cap =(

David è stato permaloso sì…ma solo perché si è sentito messo da parte >.< Non poteva sapere che lei lo stesse facendo per il suo bene =)

Grazie infinite per la recensione cara, un bacione grande, Bec :D

 

 

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- Love Penalty di Trappy

- ♥ Our Secret Kiss ♥ di silvietta_in love 4ever

- L’unica fra tante di Emmetti

- Fiori d’arancio di Panna_

 

Se volete vedere i volti dei personaggi, ho aperto un blog grazie all’aiuto di fallsofarc, Qui.

Ringrazio infine le 135 meravigliose persone che hanno inserito la storia fra le preferite (non commento neanche più, sono troppo contenta, grazie^^), le magnifiche 122 persone che l’hanno inserita tra le seguite (vi adoro, grazie^^) e le 30 ragazze fantastiche che mi hanno fatto l’onore di aggiungermi ai loro autori preferiti, grazie*_*

 

   
 
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