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Autore: war    08/04/2010    1 recensioni
Fra gli esorcisiti, per combattere il Conte del Millennio e i Noah, viene inviato dal Vaticano un aiuto, giunto direttamente da quel Dio che a volte ci si dimentica di amare... La strada da percorrere è una sola: ed essa è sempre stata perfettamente delineata davanti ai nostri piedi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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L'empio concepisce malizia e partorisce rovina;
egli prepara l'inganno».



- Giobbe 15:35 -


Osservai Lenalee e Miranda, che erano venute alla mia ricerca, con aria perplessa a causa delle loro espressioni a metà strada fra lo stupito e la disapprovazione.
- Ciao ragazze! – le salutai accennando un sorriso mentre Kanda sbuffava sonoramente, rimarcando il suo fastidio per l’interruzione.
- Cosa fate ancora così?! – chiese la ragazza più giovane osservando con gli occhi sgranati la nostra tenuta da allenamento.
In effetti, per essere una che era appena stata avvelenata e aveva rischiato di lasciarci le penne ero fin troppo in salute, ma essere un’Esorcista aveva ben i suoi vantaggi, così come li aveva essere un Apostolo.
Non sapevo come definire il nuovo equilibrio che si era creato fra me e Yu, ma le cose non erano tanto male. Bastava non toccare certi argomenti e tutto andava via piuttosto liscio. Anche le mie turbe ormonali parevano essersi date una regolata e dato che con il ragazzo non era possibile avere edificanti conversazioni teologiche o di qualsiasi altro tipo, finivamo per fare quello che a lui riusciva meglio: combattere.
Era un ottima spalla: non era solo uno dei migliori, se non il miglior spadaccino che avessi mai incontrato, ma era anche molto abile con le arti marziali e nei combattimenti corpo a corpo. Con lui c’era sempre di che imparare e soprattutto non mi riservava alcuna gentilezza in quanto donna.
Una cosa l’avevo capita di Kanda: restava nell’ordine perché non aveva un altro posto dove andare o forse non lo interessava nessuna alternativa, ma non amava l’ordine. Forse non lo avrei amato nemmeno io se mi avessero usata come cavia da laboratorio e se mi avessero costretta a compire gli atti di cui lui era reo… Però… Era davvero così diverso quello che avevano fatto a me?
Forse non lo era in termini di sofferenza, di dolore, di incomprensione, di paura… Ma su una cosa io non potevo obbiettare: era stata una mia scelta. Mia e di nessun altro. Forse all’epoca non sapevo cosa mi aspettasse davvero ma nessuno mi aveva obbligato, a differenza di Kanda che se una scelta aveva avuto non gli era stata posta in modo a lui comprensibile.
- Sono solo le sei di pomeriggio! – appuntai lanciando uno sguardo fugace all’orologio appeso sul fondo della sala degli allenamenti.
- Sono già le sei, vorrai dire! – appuntò Lenalee
- Non farai in tempo a preparati come si deve… - diede man forte anche Miranda, malgrado non so per quale ragione io la intimidissi.
- Non è che sia come il giorno delle mie nozze che mi devo fare bella… - osservai perplessa. Da che avevo capito non era cosa poi così rara che alla Home si trovassero dei pretesti per fare un po’ di festa che serviva a tenere alto l’umore degli Esorcisti o se non altro a distrarli dagli orrori che la guerra in corso poneva costantemente sotto i loro occhi.
- Donne! – sibilò Kanda rinfoderando la spada e ponendo così fine ai nostri allenamenti.



Mi lasciai cadere a peso morto sul letto, provocando la protesta delle molle del materasso. Le altre due ragazze sospirarono come se fossi un caso perso. Non era che non apprezzassi quel genere di cose, anzi, trovavo davvero piene di dolcezza e di serenità le scene in cui Miranda pettinava gli splendidi capelli di Lenalee che sotto i colpi della spazzola parevano diventare ancora più luminosi. Rimasi incantata ad osservare poi la ragazza più giovane che sceglieva il trucco più adatto per la tedesca, rendendo il suo viso pallido e perennemente tirato qualcosa di più dolce. I miracoli dei trucchi delle signore.
Il problema era che non volevo venissero fatte a me quelle cose! Mi imbarazzavano e mi mettevano un po’ a disagio. D’altra parte i monaci non erano certo le creature più materne del mondo, malgrado i loro animi fossero votati al bene, non erano soliti incipriarsi il naso e fare pettegolezzi. Gli anni trascorsi in Vaticano, poi, non erano certo stati diversi. I contatti fisici non erano frequenti, soprattutto fra due persone di sesso differente. I baci, le stette di mano, gli abbracci erano dati solo come mere formalità e l’essere troppo espansivi non era molto gradito soprattutto nel mio ambiente. Probabilmente i diocesani erano più calorosi, ma con loro non avevo mai troppo a che fare. Gli uomini di chiesa infatti nutrivano molto più lo spirito che non il corpo di cui si prendevano la giusta cura per mantenerlo pulito e in buona salute ma di sicuro non perdevano tempo a coccolarsi a vicenda. Forse era perché le coccole, che solo una madre compie con estrema naturalezza, mi erano negate senza cattiveria, che alla fine le trovavo estremamente imbarazzanti. Non ci ero abituata.
Nemmeno quell’altra me stessa, Azael era avvezza alle coccole. Lo sapevo per certo.
Eppure dopo la rigidità iniziale avevo iniziato a trovare piacevole il tocco delle mani abili e capaci di Lenalee che passavano nelle mie ciocche rosse, e sebbene non mi interessassero molto trovavo suadente la voce bassa di Miranda che raccontava aneddoti divertenti a cui aveva partecipato da quando era stata accolta nell’Ordine. Sapevo che quelli erano assai meno dell’orrore che aveva veduto ma proprio perché rari erano ancora più preziosi e scivolavano come balsamo sulle ferite dell’anima.
- Forse questo spacco è un po’ troppo profondo – riconobbe la tedesca osservandosi nello specchio a figura intera che avevo sull’anta all’interno dell’armadio.
- Ma no! E poi più è profondo lo spacco più sei libera nei movimenti. – le dissi con cognizione di causa.
- Come? –
- Certo, con uno spacco come quello puoi darti alla fuga in qualsiasi momento senza doverti rimboccare le gonne, puoi tirare un bel calcio nelle basse sfere di un uomo troppo insistente senza rischiare che il vestito blocchi il tuo attacco e cosa ancora più pratica non sarai assordata dal frusciare di gonne e sottogonne e sa il cielo che altro inventarsi le donne dell’alta società per rendere opulenti i loro abiti! –
- Angel! Questa è una festa… Serve per rilassarci e socializzare! Siamo a casa, fra amici non c’è bisogno di essere così guardinghi! Cosa potrebbe mai accadere? –
- Non lo so, ma se qualcosa può andare storto, stai certa che lo farà… - dissi e questo mio pensiero non proprio positivo parve trovare il pieno sostegno di Miranda. A volte dimenticavo la sua ansia e il suo pessimismo che non era il caso di incrementare, perciò aggiunsi subito – Ok, stavo scherzando! –



Le nove arrivarono fin troppo presto ma a volte la percezione del tempo risulta essere un po’ sfalsata quindi non vi prestai molta attenzione. Anche il cielo fuori dalla finestra pareva essere troppo scuro, tuttavia Londra non era famosa per il suo sole splendente perciò se era nuvoloso era ovvio che anche la luce fosse meno e che il buio calasse prima.
Con un sospiro che voleva celare l’imbarazzo presi dalla tasca della giacca di esorcista, quella stessa giacca che avevo indossato per l’allenamento con Kanda, un piccolo pacchettino. Me lo aveva dato il ragazzo, quando ero andata a chiamarlo per la sessione di allenamento. Non aveva detto molto, mi aveva solo dato quella cosa e aveva sibilato
- Non osare scartarlo davanti a me! – poi si era allontanato lungo il corridoio a passo di marcia, tanto che avevo quasi dovuto correre per raggiungerlo.
Adesso potevo aprirlo. Per la verità nemmeno io sapevo cosa contenesse ma dato che me lo aveva dato Yu potevo stare tranquilla che non era nulla di compromettente (cosa che se fosse stato Lavi a farmi un regalo mi sarei guardata bene dall’aprirlo di fronte a chicchessia!).
- Cos’è? – chiese Lenalee curiosa.
- Qualcosa che sfoggerò stasera – le dissi con un sorriso. Perchè qualsiasi cosa fosse stata l’avrei senza dubbio indossata e lo avevo saputo nel preciso momento in cui Yu mi aveva messo fra le mani quel regalo. Non sapevo la ragione precisa, ma dato che in qualche modo era suo, per me era importante e prezioso.
- Ma che bello! – esclamò Lenalee piena di entusiasmo osservando il piccolo ciondolo a forma di fiore di loto che pendeva da una striscia di velluto azzurra che andava legata attorno al collo.
- Si intona perfettamente al tuo abito! – approvò anche Miranda.
Sorrisi pensando che Yu vedeva e capiva molte più cose di quello che lasciava intendere e soprattutto non era l’insensibile che voleva far credere che fosse: semplicemente non era avvezzo ad esprimere i propri sentimenti e forse non sapeva nemmeno bene come fare. O forse era solo la mia parte femminile e angelica a voler vedere il bene e il buono in ogni parte… Chissà.
- Andiamo! E’ vero che le belle donne devono farsi desiderare, ma se ritardiamo troppo Allen ci avrà saccheggiato il buffet! – dissi ammiccando verso la ragazza cinese che annuì per poi scuotere la testa e protestare
- Dai! Allen non è così maleducato da lasciarci senza cena! –
- Non ci scommetterei – diede man forte Miranda.
Uno sbuffo gonfiò le rosee gote della sorella del supervisore ma poi le nostre risate riempirono l’aria.



Voi dite: «Noi abbiamo fatto alleanza con la morte,
abbiamo fatto un patto con il soggiorno dei morti;
quando l'inondante flagello passerà, non giungerà fino a noi
perché abbiamo fatto della menzogna il nostro rifugio e ci siamo messi al sicuro dietro
l'inganno».


- Isaia 28:15 -




- Ma sono sempre state così buie queste scale? – chiese Miranda che si trovava in mezzo a noi due, con aria preoccupata.
- In effetti non mi pareva, ma forse i ragazzi ci stanno organizzando uno sorpresa… - ragionò Lenalee.
- Già, la sala della festa dovrebbe essere piuttosto vicina ma non si sente alcun rumore… Dite che ci stanno facendo uno scherzo? – chiesi crucciando la fronte mentre un brivido freddo mi scorreva lungo la schiena.
La sensazione che qualcosa non andasse si intensificò nel mio petto. Era piuttosto fastidioso, come un brusio di sottofondo, una nota stonata nell’insieme.
- Io mi sto preoccupando… - sussurrò la Lotto.
- Dimmi qualcosa di nuovo, Miranda! – le dissi con un piccolo ghigno. Non era che la volessi offendere o volessi essere scontrosa nei suoi riguardi ma la sua ansia eccessiva a volte era snervante.
- Io mi preoccupo davvero! – protestò debolmente lei.
- Non ne dubito, è solo che lo fai eccessivamente. Fai del tuo meglio, dai il tuo massimo e lascia che il resto venga come deve venire. Non puoi vivere sull’orlo dell’esaurimento per tutta la vita. Potresti crollare nel momento in cui qualcuno ha davvero bisogno di te. – le dissi.
Lei sospirò.
- Hai ragione, ma non riesco ad essere diversa da come sono… Lo so che sono orribile… - piagnucolò lei.
- Non sei orribile! Non sai quante volte ci hai salvato la vita! Senza di te avremmo fallito in molte missioni! Tu sei… Sei una di noi e sei preziosa proprio per questa ragione! – si infervorò Lenalee. Certo che lei sapeva essere più consolante di me, in effetti io non ero mai stata troppo brava a parole. Erano i fatti che parlavano in vece mia, però forse stare con loro poteva essere l’occasione per provare a sforzarmi un po’ di più con le parole.
- Ma io… -
- Tu sei stata scelta dal Signore del Cielo e della Terra come tutti noi. E il tizio dei piani alti sa quello che fa, te lo assicuro. Se non riesci ad avere fiducia in te stessa fidati di lui. Non ti metterà mai davanti ad una prova che non sei in grado di superare… Il suo amore è immenso, ti permette di usare il tuo libero arbitrio e offenderlo con scelte sbagliate ma anche quando hai commesso degli errori la sua mano si protende per offrirti il suo aiuto… E’ questo che lui ci chiede di fare. Tendere la nostra mano a chi si trova in difficoltà e continuare a farlo anche quando veniamo respinti, anche quando a causa di questo finiamo noi stessi per cadere… -
- Ma che belle parole, Angel! – la voce ci gelò nel corridoio e dalle ombre più dense dietro una colonna emerse una figura, inconfondibile per i suoi capelli argentei ma…
Quello non era Allen!
Gli occhi dorati brillarono in modo sinistro e inquietante mentre il ghigno che tagliava a metà l’armonia del volto dell’Esorcista aveva un che di ferale.
- Chi… Chi sei? Tu non sei Allen… - pigolò Lenalee spingendosi contro la parete come se le pietre potessero aprirsi e inghiottirla o fornirle una qualsiasi protezione.
-Certo che sono Allen. Ma sono anche il Compositore… o Quattordicesimo! – rispose lui avanzando verso di noi.
- Non è divertente… - la voce di Miranda era strozzata nella sua gola a causa della paura.
- Cosa vuoi da noi? – chiesi dandomi immediatamente della scema. Era come esporsi in prima persona! Mettere una X grande una casa sul bersaglio da colpire…
- Mettervi in guardia. Gli altri della mia famiglia sono qui e hanno voglia di giocare un po’ con voi, soprattutto la capricciosa principessa dei sogni… -



L’odore inconfondibile della sigaretta mi fece compiere uno scarto brusco e afferrai il braccio di Lenalee con poco garbo, ma giusto in tempo.
Dal muro presso il quale di era ridossata emerse il mezzo busto di Tyki Mikk. Avevo un conto in sospeso con lui. Il collo ancora mi doleva dove le sue dita avvelenate lo avevano stretto. Era fastidioso, come una carezza elettrostatica e sapevo che non mi sarei sentita meglio fino a che non avessi saldato quel debito, restituendo i dovuti interessi.
- Che bello sguardo hai Angel Cielo! Sei pronta a dare finalmente battaglia? – chiese ridacchiando il Noha mentre spariva nel muro per riapparire sul soffitto.
- Uffa Tyki ma tu ci hai già giocato con lei… - Protestò la voce infantile di Road. Non c’era nulla da fare, con quella mocciosa era incompatibilità di carattere a pelle.
- Perché Bookman non ti diverte più? - chiese Tyki
- Che avete fatto a Lavi? – domandò Lenalee con voce tremante.
- Per ora è ancora vivo… come anche quello spadaccino… Ma chissà per quanto lo resteranno… Tic tac- tic tac… Il tempo scorre… - ridacchiò di nuovo la Noha dei sogni.
Ebbi la sensazione che quella volta facessero molto più sul serio che altre. E per la prima volta pregai di sbagliarmi. Poi un pensiero incoerente mi attraversò la testa.° Yu, qualsiasi cosa accada resta vivo. Voglio vedere ancora una volta il tuo viso e voglio toccare di nuovo i tuoi capelli°



  
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