L'ultimo
bicchiere
-Ti ha rifiutato, eh?-
Aveva l'aria stanca e distratta. Lo
sguardo perso nel bicchiere davanti a lui in cui il ghiaccio si stava
sciogliendo ormai da parecchi minuti, abbandonato a se stesso.
-Doc...- Salutò
con un sorriso mesto.
-Che ti ha detto?-
-Importa?-
-Abbastanza direi-
-Qualcosa circa il fatto che non era lei
quella ad aver bisogno di protezione, ma ero io a dover essere protetto da lei.
Che lei non sarebbe mai stata in grado di amarmi come l'amavo io e che non
avrebbe mai potuto rendermi felice. Che era una scienziata e non poteva
cambiare, non sapeva come fare... - un sospiro e un altro sorso di alcool
anestetizzante -Poi con le lacrime agli occhi mi ha chiesto se potevamo ancora
essere amici e continuare a lavorare insieme...-
-E tu le hai detto di sì-
Un sorriso amaro gli si dipinse sulle
labbra prima di rispondere -Avrei potuto fare altro? Sa benissimo che non sarei
mai capace di negarle nulla. Però, alla fine sono riuscito a dirle che dovevo
andare avanti. Che dovevo trovare una donna che mi amasse e mi rendesse felice,
se lei non voleva farlo, avrei trovato qualcun altra.-
Sentì il suono di un'altra bottiglia che
veniva stappata e una nuova dose di liquido andò a riempigli il bicchiere.
Passarono alcuni minuti prima che la voce
dell'uomo tornò a farsi sentire nel locale ormai vuoto.
-Allora doc, non mi dice niente?-
-Che devo dire?-
-Be' non
saprei... l'esperto è lei...-
-Non ci sono esperti in queste cose-
Un altro sorso.
-...Tuttavia, a quanto pare aveva
ragione.-
-Chi?- Sollevò finalmente lo sguardo
sull'interlocutore.
-Lei. Sei tu quello da proteggere. Quello
più insicuro dei propri sentimenti.-
-IO?!? Ma se le ho confessato di essere
innamorato di lei!-
-Hai nuovamente lanciato il sasso e
nascosto la mano...-
-Lei è pazzo!-
-Non direi. Comunque è innegabile che ci
siano diversi stadi di pazzia...-
-Se tornassimo al punto?-
-Ah, sì, certo... Sbaglio o la dottoressa
ha detto di non sentirsi in grado di renderti felice, di non saper amare quanto
dici di amarla? Di essere fatta così e di non saper come fare a cambiare? Di
aver paura di ferirti con il suo modo di essere? Di preferire di passarti una
vita accanto da amica che rischiare di perderti per una storia che potrebbe
finire? Di poter accettare di vederti felice accanto a qualcun altra che
infelice accanto a lei?-
-Be'... così
suona un po' diverso...-
-E tu che rispondi? Ok...-
Una pausa studiata.
-No, non solo. Le hai anche detto che
avresti cercato qualcun altra che ti rendesse felice.-
L'uomo ebbe la sensazione che qualcosa
gli si spezzasse nel profondo.
-Visto? Scappato, a gambe levate.
Un'altra volta.-
-Eh.. che..?-
-Che avresti dovuto fare? Combattere, per
esempio!-
Nello sguardo smarrito finalmente una
scintilla..
-Che avresti dovuto dire? Che non era
vero che lei non avrebbe potuto renderti felice, che un giorno con lei valeva
una vita accanto a chiunque altra. Che non doveva cambiare di una virgola, che
la ami per quello che è, una scienziata, con i suoi pregi e i suoi difetti. Che
se voleva cambiare e le avresti insegnato come fare, le saresti sempre stato
accanto e l'avresti aspettata anche anni finché non si sarebbe sentita pronta.-
Concluse l'uomo più anziano davanti alla
sedia vuota, mentre la porta del locale tornava lentamente al suo posto e le
campanelle all'ingresso tintinnavano allegre.
-Ecco che cosa avresti dovuto dirle...-
Sorrise, versandosi l'ultimo bicchiere e
brindando ad una nuova speranza.
-In bocca al lupo, ragazzo-