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Autore: Lione94    11/04/2010    3 recensioni
Sono passati dieci anni da quando l'Olandese Volante è tornato dalle acque dei morti e ha terminato il suo compito, e ben venti anni da quel giorno memorabile della vittoria dei pirati sulla Compagnia delle Indie Orientali.
Adesso la volubile dea Calipso regna incontrastata su tutti i mari ma una ragazza comparsa dal nulla la sfiderà, coinvolgendo nelle sue avventure i più famosi pirati dei Caraibi, tra cui il capitano Sparrow, Barbossa e i coniugi Turner.
Dal terzo capitolo:
- Sapevo che la calma non sarebbe potuta durare per sempre - sospirò William Turner.
- Pensi che la tempesta sia stata per causa sua? - chiese Elizabeth perplessa.
Il Capitano annuì, serio.
- Oh andiamo, Will. Siamo pirati. La calma non fa per noi - ribadì la moglie, allegramente - Questa sarà un’altra avventura - sorrise e gli lasciò un leggero bacio sulle labbra.
Will sorrise di rimando, anche se non ancora del tutto sicuro di voler affrontare una nuova avventura.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13: Gioco di menzogne



La nave imbarcava acqua da tutte le parti e ondeggiando pericolosamente la sua prua si stava già inabissando. James con il sudore che gli imperlava la fronte e il cuore che batteva forte per l’adrenalina e la paura cercò di liberarsi dalle corde del pennone caduto in cui era rimasta incastrata la sua gamba destra ormai insensibile al dolore.
Osservò il mare e agitato notò che la Medusa si stava allontanando senza di lui.
- Forza, andiamo! -
Con uno strattone spinse via la pensante vela dai disegni cinesi e districò il sartiame mentre l’acqua iniziava a lambirlo. Il mare intorno a lui si macchiò del sangue che usciva dal lungo taglio che solcava il suo polpaccio.
Imprecò e alzò lo sguardo quando il sole fu oscurato da delle vele scarlatte con sopra dipinto uno scheletro.
Doveva sbrigarsi!
Gemette quando, finalmente, con un ultimo sforzo liberò la gamba e cercò di alzarsi in piedi.
Rimase per un attimo incantato da un volto sorridente di una splendida donna dagli occhi scuri che sembravano osservare con desiderio il suo petto ma si riscosse quando delle mani lo afferrarono bruscamente per le braccia, strattonandolo e alzandolo del tutto da terra.
- Il signor Turner, suppongo - disse una voce strascicata.
James vide degli occhi grigi e freddi come il ghiaccio scrutarlo con indifferenza mentre due uomini lo tenevano fermo ed altri lo circondavano con aria minacciosa.
- Chevalle! - sputò il nome con un tono di disprezzo.
- Immagino che quello sia un sì - disse annoiato il capitano francese sfregandosi i polsi e poi fece un cenno imperioso ai suoi: - Portatelo sulla nave, prima che questa bagnarola affondi -
James si ribellò sferrando calci con la gamba sana e tirando un pugno a uno dei pirati che lo teneva ma fu di nuovo bloccato.
- Parbleu! Sta fermo cane indiavolato! - ringhiò un corsaro dall’accento strano dandogli una botta dietro la schiena con il manico della sua spada.
James cadde a bocconi per terra, schizzando acqua, ma non si arrese: - Che cosa volete da me? -
Il rumore di una forte bordata interruppe le parole di Chevalle e una figura minuta atterrò sul ponte, colpendo proprio il pirata nemico.
- Kendra! -
La donna si rialzò impugnando con forza la spada e dopo aver lanciato uno sguardo attento a James per esaminare le sue condizioni, guardò con odio il pirata che aveva ucciso la sua famiglia, distrutto la sua casa. Sentì l’odio ribollirle nel sangue.
- Capitano Chevalle - pronunciò gelida.
- Capitano Margan, è un piacere rincontrarvi - disse Chevalle alzandosi e facendo una reverenza con un ghigno sulla faccia.
- Non posso dire altrettanto di voi -
Kendra si scagliò contro il pirata e tentò di colpirlo ma quello parò il colpo con maestria e la spinse in avanti facendole sbattere la schiena contro l’argano semidistrutto della nave. La giovane si chinò in avanti per schivare un colpo e corse sotto coperta ritrovandosi a combattere l’odiato nemico tra le scale della cambusa, facendo attenzione a non scivolare per via dell’acqua che scorreva lungo di esse.
- Dite ai vostri uomini di liberare James - pronunciò a fatica le parole, alternandole con dei grossi respiri. L’uomo era più forte di lei: già aveva il fiatone e le braccia e la schiena le dolevano, eppure continuava a combattere.
- Perché mai dovrei disobbedire agli ordini della mia signora? - ribatté Chevalle che sembrava non fosse per niente affaticato -Il giovane Turner è prezioso -
- Perché? - domandò Kendra, lo sguardo fiammeggiante d’odio.
Il corsaro le sfiorò un fianco con la spada e sorrise sornione. - Se Calipso non può avere il cuore del padre allora prendere quello del figlio -
La piratessa sgranò gli occhi e indietreggiò. Quelle parole gli mozzarono il fiato come se la lama di ferro del nemico l’avesse trapassata proprio all’altezza del petto. - Vuole strappargli il cuore e metterlo in un forziere? -
- Siete molto perspicace, capitano Margan - osservò Chevalle poggiandole la spada alla gola dopo averle levato la sua di mano approfittando della sua distrazione.

Elizabeth, grazie a una delle funi spesse dell’ancora, saliva rapida lungo la fiancata del Dragone Giallo dopo aver nuotato fino a lì dalla Medusa che si era affiancata alla nave che stava affondando. L’arrivo a sorpresa di Kendra aveva distratto e confuso i nemici così salì con un agile salto sul ponte senza essere notata. Si avvicinò con la Vedova Ching che la seguiva alle spalle degli uomini che tenevano imprigionato suo figlio e li colpirono tramortendoli.
- Mamma! -
Le due donne presero di scatto James prima che cadesse di nuovo a terra per via del forte dolore che aveva attraversato la sua gamba ferita quando erano mancati gli uomini che lo sostenevano.
Elizabeth guardò preoccupata il lungo e profondo taglio che attraversava il polpaccio del giovane. - James, stai bene? -
- Dov’è Kendra? - domandò il pirata preoccupato senza sentire nemmeno le parole della donna.
Da quando, combattendo con il capitano Chevalle, Kendra era finita nella cambusa l’aveva persa di vista e temeva che le fosse successo qualcosa. E se quel qualcosa fosse successo non se lo sarebbe mai perdonato. Lei era tornata indietro per salvarlo, mettendo a rischio la sua stessa vita per lui. La colpa era solo sua, perché non era stato abbastanza veloce e la sua gamba si era incastrata in quell’inutile pennone caduto.
- Non lo so - rispose Elizabeth guardandosi intorno.
- Mrs Turner dobbiamo andare via! -
La Vedova Ching li trascinò via ma furono fermati da altri uomini della ciurma francese.

Chevalle spinse più forte la lama sulla gola di Kendra facendola fremere di dolore.
- Il Mare vi reclama, mia cara. Calipso sarà così orgogliosa quando scoprirà che ho ucciso anche l’ultima dei Fratelli della Costa -
- Aspettate - disse Kendra dando finalmente voce ai pensieri che le turbinavano nella testa da quando aveva udito ciò che la malefica dea aveva intenzione di fare a James, il suo James - Ho un patto da proporvi -
Chevalle affilò lo sguardo ma si fermo: - Avanti. Parlate, vi ascolto -
- Lasciate andare James, vi porterò il forziere di William Turner - disse la giovane tutto d’un fiato senza riuscire davvero ad immaginare le conseguenze che avrebbero causato le sue parole.
- Sapete dove si trova il Forziere Fantasma? - domandò Chevalle sospettoso e meravigliato allo stesso tempo - Ho la vostra parola? -
Kendra annuì, combattendo contro l’incertezza che si era affacciata nei suoi pensieri: Sapeva che stava facendo il doppio gioco, un gioco pericoloso. Ma doveva farlo, doveva farlo per salvare James.
- Va bene, portatemi il Forziere -
Kendra allontanò la spada del pirata, quello la rinfoderò e le porse la mano.
Con un brivido la giovane donna strinse la mano al pirata francese, pensando che quel periodo si era ritrovata a stringere troppe mani, troppe promesse che non sapeva se sarebbe stata in grado di mantenere.
Stava diventato uguale a suo padre ma forse lei non era in grado di riuscire a salvarsi da tutte quelle menzogne e sotterfugi.
Ritirò la mano di scatto e corse sul ponte dove Elizabeth e la Vedova Ching combattevano ormai allo stremo delle forze per difendere James dagli uomini di Chevalle. A un richiamo silenzioso del loro capitano che era giunto anch'esso in coperta si allontanarono.
- Ricordate il vostro patto, attenderò il vostro ritorno ai confini della Città dei Relitti - le sussurrò alle spalle il corsaro prima di tornare alla Fancy e richiamare i suoi uomini: - Andiamo! -
Le tre piratesse e il giovane riuscirono a salire sulla Medusa appena in tempo, prima che il Dragone Giallo affondasse del tutto.
Elizabeth, dopo aver ricevuto l’aiuto di Pintel e Ragetti per sistema James sul ponte, fasciò con bende la ferita sulla gamba del figlio mentre Kendra li osservava di sottecchi con i pensieri che la vorticavano nella mente.
Gli avrebbe mentito ma per una giusta causa. Però cosa avrebbe fatto dopo aver preso il Forziere? Lo avrebbe dato davvero a Calipso? Oppure a suo padre come aveva promesso tempo prima? Non poteva pugnalare il cuore, James non l’avrebbe mai perdonata per la perdita del padre e poi lei non voleva diventare una Schiava. Allora che fare? La prima ipotesi le sembrava la più giusta per salvare James ma anche la più sbagliata per tutti i pirati liberi.
Il gemito di James la riscosse dai suoi pensieri e si avvicinò a lui per controllare il bendaggio. Quando il pirata si districò dalle mani premurose della madre alzò lo sguardo su Kendra e si accorse che lo stava guardando con un espressione tormentata sul volto. Allora, anche se con fatica, si alzò in piedi e tirandola a sé la abbracciò. Kendra s’irrigidì meravigliata dal suo gesto ma poi ricambiò la stretta, allacciando le sue braccia alle spalle di James e, beandosi del calore della sua pelle e del suo profumo di salsedine, capì che avrebbe fatto di tutto per salvarlo, anche fare finire il suo stesso cuore in quel maledetto forziere.
- La mia nave - si lamentò con tono struggente la Vedova Ching attirando su di sé gli sguardi che fino a poco prima erano posati curiosi sui due giovani pirati e poi, quando i due si erano abbracciati, erano rimasti imbarazzati a guardare il mare.
- Andiamo dolcezza ne troverete una migliore - cercò di consolarla Jack ormai abituato a vedere navi affondate o rubate.
- E voi me ne dovete proprio una! -
Il capitano Sparrow roteò gli occhi: - Già, beh… prendete quella! - indicò l’Opulensia abbandonata in mezzo al mare.
La signora cinese rifletté sulla proposta e poi s’illuminò: - D’accordo -.





Buon pomeriggioooo!!!
Questo è un capitolo più corto degli altri eppure pieno di pensieri, specialmente quelli della nostra Kendra... però spero vi sia piaciuto ugualmente ^^
Povero James! che crudeltà mettere in mezzo pure lui con questa storia dei cuori. Ma purtroppo l'animo crudele di Calipso, da come avrete notato, non ha mai fine... e nemmeno la mia immaginazione ahah *-*
Piccola nota: Il titolo del capitolo forse vi risulterà familiare (; E' ripreso da uno dei titoli delle scene del Dvd di potc2 che ho rivisto qualche tempo fa. Mi sembrava azzeccatissimo per questo chap così l'ho "preso in prestito" :D
Fannysparrow: Grazie mille per i complimenti ai due personaggi inventati *-* Wow sono davvero contenta di averli resi Ic per la nostra amata saga ^^ Si James ha preso proprio il carattere di William, infatti descrivendolo nel chap precedente mi è venuta in mente una frase dell'uomo di cui porta proprio il nome: "Avventato signor Turner" (; Anche se direi che una parte della sua impulsività è presa anche dalla mamma. Comunque io, conoscendo il carattere, non mi fiderei più di tanto di ciò che dice Jack. Un bacio anche a te ^^
Yunie992: Ahahah davvero carina la scena dei pupazzi uccisi a sciabolate xD Eggià, Jack ci stupisce sempre *-*
Rebecca Lupin: Hai proprio ragione! Però non diamo proprio del fesso al povero James, fosse ingenuo xD Dovevo trovare un modo veloce per fargli rivelare dov'era il cuore altrimenti avooooja a scrivere capitoli ahah :D
Un abbraccio a tutte le mie lettrici!
Chiara.

  
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