Why... just one
Mad Hatter?
« Cappellaio... perché c’è solo un
Cappellaio? »
Il Leprotto Marzolino di fianco
a lei alza la testa dalla tazzina di porcellana colma di the, bloccando il
cucchiaino che ne sta girando il contenuto. Appare quasi interdetto da
quell’assurda richiesta – non basta un solo Cappellaio Matto lì a
Sottomondo? E chi mai dovrebbe sentire il bisogno di averne un altro?- ma è solo
un istante.
Presto la sua attenzione viene catturata
dalla zuccheriera e con una risata stridula simile a un gorgoglio la scaglia con
violenza.
Strizza
gli occhi rallegrato osservandola scontrarsi contro un albero e riempire l’aria e la terra
brulla di schegge chiare e granelli di polvere fine e bianca che assomiglia a
neve, ma è molto, molto più dolce.
Segue la traiettoria
dell’ennesimo oggetto lanciato, vedendolo fare la medesima fine degli altri
suoi compagni di servizio e poi torna a guardarlo la piccola Alice, gli occhi celesti
incredibilmente azzurri e blu e grigi puntati su di lui, pazienti e fiduciosi.
Sembra la principessa di un
Regno lontano nel vestito turchese della festa, i riccioli d’oro, il sorriso
birichino e le guance di rosa.
Lo osserva, per nulla
intimorita dal suo aspetto bizzarro e riesce a mantenere lo sguardo fiero e
limpido fisso in quello verde prato leggermente strabico senza alcuna
difficoltà.
Appare pensierosa ora, mentre
cerca risposta al suo quesito infantile e abbassa di poco gli occhi sulla torta
di fragole e cioccolato che li separa pensando a che accoppiata strampalata sia
quella, come tutto in quello strano mondo delle meraviglie del resto.
« Per lo stesso motivo per cui
c’è una sola Alice suppongo. » risponde allora lui ugualmente serio e assorto,
espressione alquanto singolare da riscontrare se a comparire è sul viso del
Cappellaio Matto.
Non è un’aria tra il faceto e
il divertito, quella che ci si attenderebbe
dal suo aspetto eccentricamente buffo, ma un'espressione riflessiva che mal
vi combacia e al contrario sembra stridere con i capelli arancioni e gli abiti
eleganti dalle tonalità sgargianti.
Soppesa intanto Alice il
responso che le è stato dato, sceglie silenziosamente se accettare per buona
quella soluzione oppure no. Pare infine arrivare alla conclusione che non sia
poi così importante e che in quel momento lo sia molto di più il divertirsi e
cercare di sapere un po’ di più di quei bizzarri amici –amici non creature- che
ha incontrato prima di tornare a casa. Eppure c’è ancora qualcosa di scorretto
che la costringe a precisare, quasi in colpa.
« Ma io non sono unica né la
sola Alice e nel mio Mondo ci sono tanti altri Cappellai... »
Il sorriso cordiale e così
familiare, sebbene l’abbia da poco conosciuto, del Mad Hatter la raggiunge, confortante e benevolo. Sembra
che tutto sia una festa per lui e riesca a vedere in ogni cosa, anche nella
minima sciocchezza, un motivo per divertirsi e far baldoria.
Ed è così entusiasticamente
premuroso e gentile comprensivo nella
sua assurda non sensatezza, che lei si sente tutt’a un tratto tranquillizzata
senza un motivo o una logica precisa che non sia un paradosso.
Il ricordo di casa diventa vago,
i visi di mamma e papà improvvisamente remoti e lontani.
« Mm... Scommetto però che nessuna
delle altre Alice sia mai riuscita ad arrivare fin qui e che nessuno di questi
fantomatici Cappellai sia pazzo la metà di quanto sia Matto io per intero. »
Ride dell'assurditità che ha detto o forse del fatto che per qualche ragione ne sia stata rassicurata Alice, in modo
allegro e tenero, dolcemente rivolta a lui.
« Tu non sei tanto matto,
Cappellaio! » e scuote la testa falsamente seria, in realtà non credendo lei
stessa a quanto ha appena detto.
« Ah no? » sorride anche lui, gli
occhi brillanti puntati con affetto sulla testolina bionda come in una soffice
carezza.
« Beh, presumo allora di potermi
ritenere un mezzo matto. Ma se sono matto solo a metà dove sarà l’altra mia
metà matta, mi chiedo? Si sentirà sola poverina... »
Entrambi luccicano di briosa
giocosità, di scoperta complicità. Forse il Cappellaio in modo più maturo e
consapevole o forse no. Sanno ambedue però che in quel paese incantato hanno
finalmente trovato un modo per eludere la solitudine reciproca, un amico o
chissà.
E un giorno forse ricomparirà
un’Alice più grande e matura, ma non meno fanciullina di quella graziosa bimba
dai capelli giallo paglierino, in grado di riempire il vuoto di quella metà
matta da tempo scomparsa che finalmente potrà dire all’altra... sono tornata.
N/A:
E’ una sciocchezza lo ammetto
io stessa, ma non potevo fare a meno di scriverla, soprattutto per la risposta
del Cappellaio che mi ha fatto sciogliere come burro fuso *_*
Il risultato non è dei migliori
e non mi piace come ho reso Alice, ma si fa quel che si può e non ho voluto
modificarne neanche una virgola, ben consapevole di quello a cui vado incontro del
resto..Magari la Regina Rossa mi farà mozzare la testa chissà..
Alice è precoce e cavolo non so
come io abbia fatto, ma sembra quasi maliziosa..
L’ho resa bimbetta e di un mieloso
che fa venire le carie.
Ringrazio qui di cuore chi ha
commentato “Un po’ meno Alice” e spero di divertire con questa mia nuova chi
leggerà. A presto <3