Pick you up on our very
first date
Mentre stava preparando
tutto per la colazione, Juliet sentì battere.
Erano le sette e un quarto di
mattina e si domandò un po’ impensierita chi
potesse mai essere a quell’ora.
Non appena aprì
l’uscio, comprese
che era tutta opera del suo vicino di casa: James.
James, che
ci fai qui?
– chiese pronta. Nonostante
l’orario mattutino, Juliet era
vispa come sempre.
Sono
venuto a portarti la colazione,
biondina. O è un reato?
–scherzò James.
Le sue mani stringevano due
tazze di cartone e una scatola rigida provenienti dal bar della mensa
del
Progetto Dharma, ma i suoi occhi caddero sull’abbigliamento
notturno della sua
bella dirimpettaia, una camicia da notte in seta rosa,
squadrando ogni centimetro di pelle scoperto.
Bella la
tua camicia da notte, mia zia ne
portava una uguale… Per carità, non che tu
assomigli a mia zia vestita così… e
poi era più lunga la sua camicia, sembrava una
tunica… però era sempre rosa… Oddio,
ma che diavolo sto blaterando? -
disse un po’ confuso. Se avesse avuto le mani libere, si
sarebbe schiaffeggiato
da solo per la figura da idiota colossale appena fatta davanti a lei.
Non aveva mai visto Juliet
in una veste del genere e stava parlando a sproposito per quello.
Tranquillo
James, ho afferrato il concetto - rispose Juliet, soffocando i
risolini e facendolo
entrare dentro, cercando di coprire alla meglio con la vestaglia la
scollatura
e le cosce che tanto lo avevano sconvolto. Dove
vuoi sistemarti, in cucina o sul divano?
Sul divano
andrà bene- precisò James, recuperando
la sua sanità
mentale. Sembrava davvero in imbarazzo e Juliet non se ne capacitava
fino in
fondo, visto che di certo non era la prima donna che trovava con quella
mise.
Sul tavolino del salotto
James iniziò a sistemare i due cartoni, racchiudenti
cappuccino fumante, e aprì
il contenitore, scoprendo il loro contenuto favoloso: ciambelle.
A cosa
devo questo onore? Per te sto
rinunciando al mio solito tè con biscotti – bofonchiò
Juliet prima di mordere uno dei dolci e
innaffiarlo col cappuccino bollente.
Non posso
fare una sorpresa galante alla mia
vicina?
– dichiarò James,
mostrando il suo sorriso da spaccone e agitando le mani in aria per
sottolineare il concetto, come era solito fare quando era in panico
totale.
Potrei
crederti se non ti conoscessi bene,
caro LaFleur. La tecnica della colazione a sorpresa l’hai
già usata con Miles
quando gli hai chiesto di diventare il tuo vice e l’hai
affinata con Jin per
pregarlo di imparare l’inglese, così avresti
potuto metterlo in squadra con te- espose chiara Juliet mentre
masticava con
lentezza un boccone.
Conosceva davvero bene
James e i suoi metodi persuasivi, non c’era che dire.
Mi
aspettavo prima o poi una tua visita a
sorpresa a colazione. Dai, sputa il rospo e dimmi di cosa hai bisogno- continuò precisa,
lasciandolo senza fiato
per l’esattezza con cui aveva compreso i suoi scopi.
Ok, Miss Sapientona, touché -
ammise James, alzando le braccia in
segno di resa.
Automaticamente le labbra
della bionda si
arricciarono trionfanti. A
Juliet Burke
piaceva fin troppo avere sempre ragione, specialmente se ciò
aveva a che fare
con il suo affascinante vicino.
Dimmi tutto, vedrò se posso
accontentarti- lo
prese in giro ingoiando l’ultimo pezzo di ciambella e
pulendosi con le dita le
briciole sulle labbra.
Non
immaginava minimamente quale sarebbe stata la richiesta che avrebbe di
lì a
poco dovuto vagliare.
Ehm… stasera c’è la
Festa di
primavera… sai, quella organizzata da Horace ed Amy a casa
loro con
montagne di cibo e la birra– pronunciò
sottovoce, quasi come se si stesse
strozzando dall’agitazione, senza guardarla.
Si, lo so, sono stata invitata come
tutti quanti. E’ una bella iniziativa per far socializzare e
amalgamare nuovi e
vecchi componenti del Progetto, ma non vedo cosa possa avere a che fare
con me… - annunciò Juliet dubbiosa.
Anche se
conosceva James come le sue tasche, non aveva la minima idea di dove
volesse
andare a parare.
E
così calò
un silenzio pesantissimo tra loro due, carico di imbarazzo da una parte
e
curiosità dall’altra.
Biondina, ti andrebbe di andarci con
me? Io e te, soli intendo
–confessò da ultimo James.
Le
stava
chiedendo un appuntamento.
Juliet non poteva crederci.
Era
incredula
mentre sentiva puntato addosso lo sguardo di James che la scrutava un
po’
supplicante in cerca di una risposta.
Lo
stato
d’animo di Juliet era sorpreso non perché non se
l’aspettasse, visto che tutti
si erano accorti dell’evidentissima attrazione reciproca tra
loro di cui lei
era tra l’altro conscia da tempo, ma perché non
pensava che la proposta le
sarebbe giunta mai in quel modo così tenero, inaspettato.
James
aveva
finalmente fatto la prima mossa; adesso toccava a lei.
Ma
Juliet sapeva
già cosa gli avrebbe detto.
Si, certo che ci vengo con te stasera
da Horace ed Amy. Non vedo l’ora James
– gli sorrise felice, osservando la gioia che ridisegnava la
sua mascella
marcata fino a poco prima tesa nell’attesa.
Juliet
non
poteva dire di no a quella dolcezza così semplice da far
sembrare tutto che
quello che stava accadendo tra loro naturale e straordinario allo
stesso tempo.
Non come se avessero avuto già altre esperienze o altre storie, ma come se fosse la prima volta davvero.
***
Awwwww, ma che tenerezza
questi due!!! (L)
Li amo fin troppo,
e non è sano!!! LOL. Grazie Darlton per avermeli messi
assieme, grazie a nome di tutte quante noi fangirls pazze per le ship
adorabili come questa! * e lo Jate, of course
ù_ù*
Mi sono divertita a
scriverla, io li vedo perfetti assieme, complementari in tutto e per
tutto.
Il titolo della
shot è tratto da una canzone dei mitici Blink 182, First
Date *che titolo fantasioso nè???^^*.