Capitolo 5 < Buon giorno mademoiselle > disse imbarazzato. < Buon giorno. Ormai inizio ad abituarmi a trovarvi impalato davanti alla mia camera > rispose lei subito pentendosi di essere stata così acida senza motivo. Lui incassò il colpo e continuò < Sono felice che siate tornata. Ho sentito la mancanza della vostra compagnia > < Anch’io > disse Suzy senza volerlo e subito arrossì per l’errore commesso. < Vi siete divertita ? > < Oh si molto > rispose lei sorridendo. Henry sembrò illuminarsi in volto vedendolo ma subito la sua espressione cambiò. < Oh, perdonate la mia scortesia, non è molto educato farvi rimanere in piedi sulla porta. Vi prego, seguitemi >. Senza nemmeno chiedersi cosa avesse in mente Suzy prese il braccio che le era stato porto e, sentendo la solita sensazione che il contatto con Henry le provocava, lo seguì. < E così domani sarà il grande giorno per i nostri comuni amici > esordì il ragazzo Henry si sedette sugli scalini e si prese la testa tra le mani. Non sapeva come prendere quella reazione, ma tutto gli suggeriva il peggio. Sentì dei passi dietro di lui: era Ian, aveva sentito tutto. Non si giustificò e il giovane non gli chiese niente, il braccio che Ian gli mise intorno al collo fu sufficiente. < Andrà tutto bene amico mio, abbi fiducia >. Suzy si era chiusa in camera sua e non riusciva a smettere di piangere e ogni volta che provava a tranquillizzarsi, le tornava in mente il volto dispiaciuto e teso del povero Henry. Malediceva se stessa per esser fuggita in quel modo, ma d'altronde non sapeva come reagire altrimenti. Il suo cuore era sede di sentimenti contrastanti che prendevano sempre più piede anche nella sua mente. Da una parte voleva correre dal ragazzo, stringerlo forte e baciarlo, dall’altra voleva rimanere nella sua camera per sempre, ma sapeva che la seconda ipotesi era impossibile tanto quanto la prima. " E come l’avrà presa lui? " pensò angosciata " e se non mi rivolgesse più la parola? Dio mio cos’ho fatto? ". Passò forse un’ora quando Suzy sentì qualcuno battere ala porta. Corse verso l’entrata speranzosa spalancandola di colpo. < Henry! > disse quasi gridando ma davanti a lei stava con aria mortificata Isabeau. < Ciao Suzy >. La ragazza scoppiò ancora in lacrime e si gettò tra le braccia dell’amica. Chiusero la porta e si sedettero sul grande letto sempre rimanendo abbracciate. Suzy fece per parlare ma Isabeau la precedette < So già tutto, Ian ha accidentalmente ascoltato la conversazione e adesso sta con Henry >. Lei la guardò con gli occhi marroni pieni di lacrime < Come sta? E’ arrabbiato? > < Non posso dire che stia bene, ma no non è ancora troppo tardi >. La ragazza capì l’allusione in quelle parole. < Io dovrei … > < Solo se lo senti veramente Suzy >. Lei strinse ancora di più l’amica e restarono così ancora per qualche minuto. < Forza > disse alla fine Isabeau < è arrivato il momento di andare >. Suzy trovò Henry ancora seduto su quelle scalinate con Ian al suo fianco. Quando l’americano vide la ragazza accompagnata dalla moglie, si defilò con quest’ultima lasciando i due da soli. Per educazione Henry si alzò in piedi, ma il timido sguardo che spesso distoglieva e che la ragazza aveva imparato a riconoscere in lui ora era stato sostituito da uno sguardo fisso su di lei. Gli occhi del giovane conte, se pur velati di tristezza, mantenevano un’inconfondibile fermezza. Suzy sentì ancora le lacrime salirle agli occhi, ma doveva essere forte, così le ricacciò indietro. Era terribilmente mortificata, ma non sarebbe stata capace di iniziare nessun discorso, nessuno di quelli che aveva mentalmente preparato nei minuti precedenti. < Henry, io … > balbettò. Lui si avvicinò e le posò delicatamente un dito sulle labbra e allontanandolo disse < Non dite niente madama, solo il fatto che siate tornata porrà fine al mio tormento, in un modo o nell’altro. Ditemi solamente si o no >. Il bacio che lei gli diede fu più eloquente di qualsiasi altra frase. ANGOLO DELLA SCRITTRICE Dopo più di un anno e due libri di Hyperversum letti,riletti e strariletti, m sono accorta che nonostante l'avessi conclusa non avevo pubblicato la fine di questa mia storia; mi scuso e spero che la conclusione vi piaccia.