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Autore: Lifei92    01/05/2010    3 recensioni
Dal capitolo4:
Il ragazzo rigirò la figurina e lesse. -Dunque, vediamo un po', c'è scritto... Harry Potter.-
-Ah di quella ce ne sono tante, io ce l'avrò quintupla.- gli disse Paul.
-Mi sai dire chi è questo qui?- chiese guardando la cornice, ora vuota, di traverso -Mi sembra di averlo già visto da qualche parte...-
Tre maghi lo guardarono strabuzzando gli occhi.
-Non sai chi è Harry Potter?!- esclamarono all'unisono.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Dursley, Famiglia Weasley, Mangiamorte, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Caleb Potter'
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2.La Posta della Domenica Sera

 

Cinque anni dopo, un paio di occhi ancor più blu appartenenti ad un ragazzo magretto con una faccia vispa, si aprirono nell'oscurità del mattino. Caleb Talon, ormai undicenne, guardò alla sua destra e incontrò con gli occhi il calendario. Resosi conto di che giorno era, sbalzò fuori dal letto e corse immediatamente di sotto. In cucina regnava il caos.

-Nooooo!!! La tovaglia a fiori ha una macchia di pomodoro! Sai com'è fatta quella, se non è tutto perfetto va in escandescenza!- Gridava Mara Talon a suo marito. L'uomo, stato confusionario, iniziò a vagare per la stanza con un grosso punto interrogativo in testa e una tovaglia a fiori in mano.

-Ma allora quale tovaglia metto?-

-Quella a quadri!-

-E dov'è?-

-È Qui papà!-

-Meno male che ci sei tu Cal...-

DLIN DLON

-Oddio è arrivata l'arpia!-

-John per favore risparmiati! Caleb, ricorda: niente magie strane, niente accenni alla magia o ai maghi, niente di niente! Oddio se arriviamo a stasera è già qualcosa...-

DLIN DLON

-JOHN VA AD APRIRE!- Il marito corse via.

Dalla stanza di ingresso si sentirono delle voci mentre la donna finiva di sistemare le posate in modo impeccabile. Poi si girò e sorrise al figlio abbracciandolo.

-Speriamo che non mi sgridi come al solito...-

Il ragazzino sapeva bene quanto sua madre ci tenesse a piacere alla bisnonna, in fondo quando era piccola era stata cresciuta anche da lei oltre che dai nonni. L'anziana signora entrò a testa alta. I capelli bianchi e la faccia rugosa ma ancora accentuatamente appuntita, spiò dagli occhi cerchiati da due lenti spesse la casa intera, facendo segni di apprezzamento o diniego con la testa. Dietro di lei c'era nonna Mara, la mamma di Mara Talon, dalla quale aveva preso il nome. Al contrario della suocera entrò tutta sorridente e abbracciò immediatamente il suo “bimbo”.

-Ma ciao Cal! Ma guarda un po' come sei cresciuto!- sorrise compiaciuta.

Lui sorrise di rimando. Nonna Mara era sempre dolce e affettuosa.

Al contrario della bb, chiamata così da lui e suo padre quando la mamma non li sentiva: la bisbetica bisnonna.

-Non sei un po' troppo magrolino per la tua età? E per carità, mettiti la maglia nei pantaloni che sembri un barbone.- disse appunto la vecchiaccia.

-A me invece piace.- Rispose l'altra.

Nonna Tuna guardò sua nuora con aria truce e lei le restituì serenamente l'occhiata. Se Cal avesse potuto, si sarebbe comprato i popcorn per godersi la scenata che stava sicuramente per venire.

-Ma tu, cara, non hai di certo il mio sesto senso per l'estetica...-

-Ma io, cara, con il mio poco senso dell'estetica vivo in una modesta casa a tre piani apparsa spesso su riviste famose.-

Nonna Tuna assottigliò gli occhi. -E che mi dici della composizione floreale assolutamente fuori posto dell'ultimo concorso? Gigli e margherite?-

-Ho vinto un premio per l'originalità infatti.-

-Ah ah!- disse l'altra trionfante. -Originalità ma non bellezza!-

-Ma il premio l'ho vinto comunque a differenza di qualcuno che arriva sempre almeno terza.-

-Ehm... mamma... è pronto...- Mara Talon si intromise nella conversazione. La diretta interessata le sorrise. -Arrivo tesoro.-

-Nonna, perché non ti siedi a tavola anche tu?-

-Tsk, ma che tovaglia avete messo? Quadri? Io odio i quadri!-

Nonna Mara guardò verso mamma Mara. E lo sguardo diceva “ma come fai a sopportare tua nonna tesoro?” lei alzò le spalle.

-La tovaglia a fiori era sporca...- diceva intanto John Talon.

-Ingrato di un marito di mia nipote, neanche una lavatrice funzionante le compri? Lavativo!-

Il signor Talon se ne andò alzando le mani. La giornata si prospettava noiosa come al solito. Si sedettero a tavola e per tutta la durata del pasto dovettero sorbirsi le lamentele della vecchiaccia.

Dopo pranzo il più piccolo dei Talon scappò in camera. Già doveva sopportare sua nonna a pranzo e persino a cena, non anche nell'intermezzo dei pasti per favore! Si sedette sul letto e dopo aver giocato con i suoi videogiochi di ultima generazione l'occhio gli cadde sulla foto che aveva trovato in soffitta.

Quando aveva scoperto che anche suo padre era un mago, anche se a differenza di lui non poteva fare magie, gli aveva più volte chiesto di portarlo a conoscere il mondo dei maghi, ma lui si era rifiutato categoricamente. Così era andato in soffitta e aveva trovato quella vecchia foto. Ritraeva proprio tutti. C'erano sua madre, suo padre, i suoi zii e persino certe persone che non aveva mai visto. Una di esse l'aveva attratto in particolare, aveva i capelli neri spettinati, simili ai suoi, e gli occhi marroni. Portava gli occhiali e stringeva una donna bellissima che era però girata di lato, si potevano distinguere solo i capelli, biondo scuri. Vicino c'era un uomo con una faccia cattiva e gli occhi che sembravano trapassare la cornice, e poi una donna con i capelli rossi e un uomo anche lui con i capelli rossi. Poteva distinguere che la foto era stata scattata a casa di suo nonno, e sembravano tutti divertiti, tranne l'uomo dagli occhi verdi che guardava storto la bionda e il moretto, e suo padre, che aveva in mano la scatola da prestigiatore che aveva mostrato a lui e Kev cinque anni prima e la guardava storto, mentre sua moglie rideva indicandolo.

Lui sorrise. Era fortunato ad avere dei genitori come loro. Rimase incantato a guardarla per un bel po' di tempo finché non sentì una voce chiamarlo e capì che di tempo ne era passato anche troppo.

-Caaal?! Si cena!-

Il bambino scese nuovamente di sotto. Erano tutti seduti intorno al tavolo, mancava solo lui.

-I bravi bambini non arrivano in ritardo signorino!- e te pareva che l'arpia non lo sgridasse.

-Scusa nonna Tuna...-

-Ma lascia stare quel povero ragazzo!- la donna gli sorrise incoraggiante. -I ragazzi della sua età si devono divertire, no?- aggiunse strizzandogli l'occhio.

-Non ti intromettere Mara! Tuo nipote deve imparare ad essere ben educato! Meno male che a settembre inizia la Scuola Media e Superiore di Snobkin come è tradizione in famiglia...- disse sognante. -Perché è lì che va vero?- aggiunse minacciosa.

Caleb guardò implorante i suoi genitori, che borbottarono qualcosa. Sua madre sembrava piuttosto a disagio. Lui non voleva andarci a quella scuola! Meno male che suo padre avrebbe sicuramente impedito uno scempio simile... vero?

-E non credi che ad insegnarglielo ci pensino già mia figlia e John?-

-Figuriamoci se quei due possono dare dei buoni insegnamenti!-

E via dicendo. Meno male che venivano a cena solo una domenica al mese. E tutte le domeniche della cena i famiglia erano insopportabilmente uguali.

-E il nonno?- Caleb spezzò il discorso sapendo che a parlare di suo figlio la donna si sarebbe ammorbidita.

-Il nonno è ad una mostra di auto d'epoca, tesoro, non arriverà fino a dopodomani.-

Sentendo parlare del figlio, come programmato, la bisnonna bisbetica divenne una bisnonna mielosa.

-Oh il mio bel bambino! Ovviamente vincerà come al solito il primo premio!-

E poi parla di crescere bene un figlio... nessuno commentò mentre lei prendeva ad elencare tutte le sue belle qualità. Meglio tenersela di buon umore almeno per quella piccola parentesi.

La serata andò avanti tranquilla finché per sbaglio non si iniziò un discorso proibito: magia. Lui non aveva mai capito come mai, ma ogni qual volta che venivano accennate lievemente certe cose, nonna Tuna prendeva a lamentarsi di certe persone che lui neanche conosceva. E quando lo faceva le discussioni diventavano più che mai accese, dato che sua madre, suo padre e sua nonna erano puntualmente contrariati da tutto quello che diceva.

-Non puoi venirmi a dire che non era un piccolo ingrato! E il fratello pure, ha avuto la fine che si meritava!-

-Non parlare male di lui! Possibile che devi sempre dar contro a quei poveretti?!-

-E con questo vuoi dire che sei d'accordo con le idee di quello squilibrato?!-

-No, ovviamente no.- ammise sua madre abbassando un po' la voce con lo sguardo triste. Già, tutti tranne Cal a quella tavola sapevano quanto fossero effettivamente sbagliate quelle idee. E a cosa avevano portato.

-E non parliamo poi della sorella! Sposarsi col cugino! È inammissibile!-

-Ma si amavano! Dovevano forse rinunciare l'uno all'altra?!- li difese nonna Tuna.

-Tanto è inutile che li difendete, io odio i maghi, non riuscirete mai a farmi cambiare idea! E meno male che in questa famiglia non ce ne sono...- disse con astio la vecchia, storcendo il naso con un espressione di disgusto.

Com'è che si dice? Ah già, le ultime parole famose.

PLOP

Silenzio.

Il gufo, dopo aver lasciato il suo regalino sulla testa dell'anziana donna, si appollaiò sul tavolo e tese una lettera a Caleb. Nessuno fiatò e tutti aspettavano l'esplosione che sarebbe sicuramente avvenuta tra poco. La vecchia divenne rossa. Poi viola. Poi verde. Blu.

-GUFI?! COSA CI FANNO DEI GUFI IN QUESTA CASA!!??-

Caleb fiutò la tempesta, era diventato bravo quando si trattava della bb, e presa la lettera sgusciò via mentre in cucina iniziavano a volare piatti e pentole. E anche la torta a sentire dallo “splat”.

Una volta in camera sua, oramai al sicuro dalla furia umana, guardò interessato il gufo appollaiato sul suo braccio. Suo padre una volta gli aveva detto che era proprio con i gufi che i maghi si scrivevano. Lui l'aveva trovato un metodo un po' antidiluviano, date le tecnologie che avevano inventato ultimamente, ma comunque interessante. Ma chi è che voleva scrivere a suo padre?

-Povero gufetto,- disse scuotendo la testa sconsolato, -deve essere la prima volta che capiti in una casa dove una donna decrepita tenta di farti arrosto... ma vediamo un po' la lettera.-

Curioso, se la rigirò tra le mani. Niente sigillo, niente mittente, solo il destinatario. Quando lesse il nome, Caleb si corresse mentre il cuore batteva più forte. Chi è che voleva scrivere a lui?

Col cuore in gola, l'aprì.

Uno stemma raffigurante quattro animali spiccava in alto a destra, prima di dedicarsi alla lettura, il ragazzo si fermò ad ammirarlo. Sembrava uno di quei sigilli antichi che si vedono nei libri di storia.

 

 

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS

Direttore: Neville Paciock

(Grande Erbologista, Ordine di Merlino, Terza Classe, Confed. Naz. dei Maghi, Ordine della Fenice, Auror onorif.)

 

Caro Signor Talon,

siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la

Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà

l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.

I corsi avranno inizio il 10 settembre. Restiamo in attesa della

Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.

Con ossequi, vicepreside

Eleonora Vitious.

 

Eeeeeh? Caleb strabuzzò gli occhi. Ordine di Merlino? Quello di Re Artù? Fenici? Cioé quegli uccelli incendiari? Scuola di.....SCUOLA DI MAGIA??!!

Cal strabuzzò gli occhi. -Fico!- urlò felice. -Devo assolutamente dirlo a papà...-

Aprì la porta.

-E QUESTO QUANDO AVEVI INTENZIONE DI DIRMELO EH? HAI SPOSATO UN MAGO? UN MAGO PER LA MISERIA!-

Richiuse la porta.

-Forse mi conviene aspettare...- si disse sconsolato.

Si risedette sul letto e ammirò la lettera. La lesse e la rilesse così tante volte, insieme all'allegato dove spiccavano nomi di strani oggetti, che oramai la sapeva a memoria. Il suo cellulare vibrò e lui guardò il display. Era suo cugino.

Cal non ci crederai mai sono stato accettato in una scuola di magia! Non vedo l'ora di farti vedere la lettera! Mi invidierai di sicuro!

Lui sorrise. “No, che non ti invidierò Kev, ma chissà che faccia farai quando scoprirai di non essere l'unico!” pensò fra sé e sé. Gli rispose che non vedeva l'ora e poi aspettò paziente. L'unico suo pensiero in quel momento era: addio Scuola per Stupidi di Snobkins!

Si azzardò a scendere solo più tardi, quando dal silenzio capì che sua nonna doveva essere tornata a casa, sempre se non esisteva davvero un Dio misericordioso, e in quel caso poteva essere morta di crepacuore e così si spiegava quel pacifico silenzio. Ma non ci sperava più di tanto. Con un sorriso a trentadue denti e la lettera in mano, entrò in cucina e si diresse immediatamente verso i coniugi Talon. Era eccitatissimo!

 

*Angolo di micia*

Ed ecco il secondo capitolo! Tanto per spiegare questo mio delirio, ho letto tante fic sulla”new generation”, ma in sincerità quando pensavo ad una possibile continuazione che zia Row potesse dare alla storia di Harry, credevo che non sarebbe stata una storia esattamente sulla new gen... per la periodicità, dovrei postare ogni 5 giorni.... boh spero che continuate a seguire il mio Cal e tutte le pazzie che farà ad Hogwarts :)

  
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