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Autore: Tayr Seirei    02/05/2010    5 recensioni
Questa fanfiction rimarrà incompiuta. Nell'ultimo capitolo troverete un link a degli approfondimenti di trama.
"Il dio venne sconfitto e dilaniato. Ciò che ne rimaneva fu raccolto e conservato dai Custodi del Sole, per poterlo un giorno lontano riportare alla vita. Quantomeno, così dice la leggenda."
Il Sole sta morendo e il mondo con lui.
Una nuova corsa contro il tempo, una ricerca disperata, storie antiche, leggende che prendono forma e consistenza, magia e fede: tutto questo aspetta la vecchia banda di Domino. Con una componente aggiuntiva: Atemu, di nuovo vivo, è rimasto al loro fianco. E una streghetta che darà loro man forte. Come se la caveranno contro degli dèi...? Ma soprattutto, potranno ridonare la giusta scintilla al Sole?
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo Primo



It's Game time!


Sugoroku spazzava energicamente davanti all'ingresso del suo vecchio e caro ToyShop. Ogni tanto dei discolacci altrettanto mattinieri gli correvano intorno, giusto per vedere con quale maledizione li avrebbe scacciati quel giorno; un facchino stava scaricando nuovi prodotti delle industrie All Illusions sul retro, e la mamma, in cucina, si stava prodigando per preparare la colazione ai suoi "pargoletti".
Insomma, una mattina afosa come tante, al Turtle Game.
In apparenza.
Ma ancora i nostri ragazzi non sapevano niente di ciò che li attendeva. Quindi avviciniamoci, silenziosi, e andiamo a dare una sbirciata al piano di su, ove si stava consumando una "tragedia".

- Atemu! Alzati, dai! Ti ho chiamato mezz'ora fa!
Sconsolato, Yuugi guardò il suo ex-alter ego, il quale era ancora "nascosto" sotto le coperte, perso in un pacifico stato di dormiveglia.
Per l'ennesima volta, provò a scuoterlo. Senza successo. Non che ci sperasse: era una scenetta che si ripeteva all'incirca tutte le mattine, senza esclusione dei festivi.
- Ho sonno - Yami si voltò dall'altra parte con uno sbadiglio, come se quella fosse una risposta sufficiente.
- Ma andiamo! Sei un Faraone! Dovresti essere abituato ad alzarti presto per i riti sacri o giù di lì, no?
Aveva finito con l'innamorarsi dell'Egitto, il nostro Yuugi. E si era dedicato entusiasticamente allo studio di quella terra: dopotutto, aveva anche un campione di Nysut vivo e vegeto in casa, quindi sembrava che il suo destino fosse segnato. "Sì, certo" pensò funereo "Atemu mi è molto d'aiuto, quando riesco a farlo alzare..."
Sospirò e, indispettito, buttò giù dal letto il suo povero doppio. Letteralmente.
Atemu rimase perfettamente immobile per un lungo momento. Contava fino a dieci.
- Aibou, ti uccido - Dieci.
- Sì, come no!
Ma quando Yami lo sollevò di peso e lasciò ricadere sul materasso, Yuugi non fu più così sicuro.

In capo ad una decina di minuti, tutti gli "uomini" della famiglia erano riuniti intorno al tavolo della colazione, benché a giudicare dalle loro espressioni - quelle dei più giovani, almeno - sembrava fossero lì per una riunione strategica.
- Allora... - Yuugi agitò un coltello sporco di burro in aria come una bacchetta. - Ricordi, no? Tu vai lì, lo distrai, e io mi introduco...
L'altro attirò la sua attenzione affibbiandogli una leggera gomitata di nascosto, tanto per fargli notare come Sugoroku li stesse scrutando perplesso.
- Fra poco io e Atemu andremo ad una mostra al museo - si schermì subito Yuugi, elargendo un bel sorriso al nonnino.
Ci volle qualche istante, poi l'anziano s'illuminò. - Quella su l'evoluzione dei Giochi nella storia?
- Esatto - annuì Yami, con aria alquanto soddisfatta. Meglio che il nonno non sapesse come mai fosse tanto compiaciuto, per il momento.
Yuugi sospirò drammaticamente. - E se non fossi riuscito a buttare già dal letto questo qui, probabilmente ce la saremmo persa...
- A proposito - commentò sobriamente Yami, sorseggiando il suo bicchiere di tè freddo. (Aveva dei gusti particolari, il ragazzo, ma finché non richiedeva alcolici per la colazione, alla mamma andava bene tutto). - Non pensavo fossi tanto sensibile al solletico.
Yuugi gli scoccò un'occhiata bieca. - Ed io che ti abbassassi a tanto, francamente.
Con la sua tipica nonchalance, Yami fece spallucce. - Sempre giochi sono. Ora, se mi dai cinque minuti per sistemarmi...
Il ragazzo si alzò da tavola e lasciò la stanza, non prima di aver ringraziato la mamma con un sorriso per la colazione. Yuugi seguì tutte le sue mosse, come ogni tanto faceva. L'altro si era integrato abbastanza bene; a parte gli attacchi di sonno e fame che gli venivano talvolta (Isis e Malik avevano spiegato che, per una persona reincarnatasi da poco, era normale. Doveva solo abituarsi al corpo nuovo), sembrava che la vita nel Ventunesimo Secolo gli appartenesse tanto quanto quell'antica. Lo si capiva dai piccoli dettagli: non faceva una piega davanti alla tecnologia, come dimostrato più volte durante le loro avventure (anzi, a volte la capiva bene come Kaiba, e il che era tutto dire...), sapeva già scrivere in giapponese, se ne andava tranquillamente a spasso da solo. E soprattutto, pareva felice - felice come prima non lo si era mai visto. Sereno e rilassato. Forse un po' malinconico, a volte, ma allora Yuugi - e tutti i loro amici - si mettevano d'impegno per farlo tornare allegro.
- Quasi quasi - ponderò il nonno, strappandolo bruscamente dalle sue riflessioni - Vengo con voi!
Per poco a Yuugi non andò di traverso l'aria. - Cough! Ehm, no, ji-chan, fidati, è meglio se andiamo da soli... magari tu verrai un'altra volta...
Minaccioso, Sugoroku balzò in piedi brandendo una forchetta. - Cos'è, tu, nipote ingrato, cerchi di liberarti del tuo vecchio!?
- M-ma no! E' solo che abbiamo da fare delle... uhm... cose nostre...
Fortunatamente a questo punto arrivò Yami, prima che il più piccolo andasse nel pallone in via definitiva.
- We go, Aibou! Forza!
Gli tirò la giacchetta e, con un breve cenno di saluto, si diresse verso la porta.
- Ne riparleremo Ji-chan! Ciao! - Yuugi si defilò in tutta fretta.

Dalla porta della cucina, fece capolino la testa della mamma. - Ma cosa stanno macchinando, quei due?
Sugoroku consolò il suo dispiacere con il pane tostato dimenticato da Yuugi. - Non lo so! Abbandonare così il suo povero vecchio!
- Sì, però hai visto com'è assolutamente felice ora, no? - fece la madre con espressione saggia. Nonostante tutto, ne sapeva molto più di quanto sembrasse. - E Atemu è un ragazzo adorabile!
Il nonno fece cenno di sì con il capo. - Sì. Almeno ora va tutto bene - si abbandonò contro la sedia. Sì, andava tutto bene.
Se avesse saputo quanto si sbagliava!

- Bene! - Yami sfogliò freneticamente il suo deck mentre camminava. - Il piano per impadronirci della Stele del Mago Nero - finalmente trovò la carta e la sollevò, lasciando che un raggio di sole la illuminasse meglio - Può cominciare!
Yuugi rise. - Sai, non pensavo che saresti stato d'accordo!
- Per qualsiasi altra cosa, magari - Atemu si mordicchiò un labbro - Ma qui parliamo di Mahado. In fin dei conti, poi, quella Stele mi appartiene, non è proprio rubare... mi dispiace solo che non ci sia Mana: queste cose le piacevano da morire...
Incuriosito, Yuugi domandò: - Perché, ne combinavate tante, voi?
All'altro non sfuggì una grossa risata solo per miracolo. - Se ti raccontassi quanto abbiamo fatto dannare Mahado e Shimon - o dovrei dire Sugoroku? - non mi crederesti.
In realtà, Yuugi aveva sempre saputo che Atemu non era esattamente uno stinco di santo in nessuna accezione, per cui sapeva anche che gli avrebbe creduto benissimo. Stava per porgli un'altra domanda sulle loro (dis)avventure, quando...
Yuugi levò il braccio, indicando in alto. - Atemu... guarda il cielo!

Intanto, non molto lontano da lì, nella sede della KaibaCorp, uno degli impiegati sgranò gli occhi, osservando lo schermo luminoso del computer che stava riproducendo la situazione atmosferica in tempo reale.
Mise mano all'auricolare che aveva sull'orecchio, in un leggero stato di agitazione, e lo attivò. - Signore!
Qualche secondo di crepitii statici. - Quante volte devo ripetervi di non chiamarmi senza preavviso? - Avrebbe fatto meno paura, la voce di Seto Kaiba, se fosse stata così fredda e tagliente solo a causa del mezzo di trasmissione elettronico. Il problema era che si trattava del suo tono naturale. - Sto eseguendo un controllo on-line di...
- Signore, guardi questo!
L'uomo fece comparire la stessa schermata che aveva sotto gli occhi sul portatile di Seto.
- Diamine!

Un eclissi stava oscurando il sole.
E sapeva un po' troppo di dejà-vu, ripensando a ciò che tutti avevano visto nel Regno delle Memorie.

Sul tetto di un palazzo, una figurina sottile parve riscuotersi. Si alzò in piedi e, guardando il cielo, le sfuggì un sorrisetto.
- Mi sa che si comincia. Allora, it's Game time!


Capitolo Primo - Fine.



Bah, non mi pare ci sia molto da dire, a parte che si comincia ^_^
Ringrazio tanto Mizu-chan e Andry-chan che hanno commentato *-* per rispondervi: sorellona, è una battaglia per il dio del sole, non per Horus! XD L'altro, ricordi...? <.< Seto, col senno di poi, sembra OOC anche a me: vedrò di sistemare e, per i prossimi capitoli, tenerlo più attinente a se stesso! Andry-chan, invece, vedi: ho aggiornato piuttosto presto ^o^ Naturalmente sono lieta che ti incuriosisca (considerando, poi, che è prettamente nel mio stile, con magia, mitologia e ironia a go-go, posso ben capirlo XD) e spero ti sia piaciuto anche questo ^^

Augurandomi che sia stato di vostro gradimento - nel caso, un commentino ci starebbe ç.ç, mi inchino e mi ritiro!

Bye!




  
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