Non so perché iniziai a piangere
nel
vedere quell'oggetto così fragile rotto in mille pezzi. Con la
sua perdita, anche una parte di me era andata distrutta.
Quella
dolce parte che tenevo racchiusa dentro di esso, protetta dalla
melodia che, una volta, diffondeva.
"Lal..." mi aveva presa per
mano, guardandomi negli occhi con il suo solito sorriso. "...vedrai
che tutto si sistemerà, te lo prometto. Se davvero si tiene a
qualcosa, essa tornerà sempre... per te..." Eravamo bambini,
ingenui come tutti quelli che pensano solo a giocare, ma con un
futuro decisamente diverso. Lui era l'unico che mi conosceva per
quella che ero, il solo che accettava quella parte sensibile di me.
Quel lato che, nell'esercito, non sarebbe dovuto esistere.
Saranno state quelle parole, sarà
stato il momento. Eppure... io ci credetti davvero...
Ci credetti fino alla fine...
Abbassai il coperchio del carillon tra le
mie mani, soffocando la melodia che, leggera, andò dissolvendosi. Il
silenzio invase la stanza, la memoria si chiuse in se, uccidendo i
pensieri che prima stavano riaffiorando insieme alle lacrime. Ogni
volta che la musica mi entrava in testa, i ricordi cercavano la loro
parte dentro di me. Mi volevano, continuavano a tornare per non
abbondare la mia tristezza.
"Colonnello..."
Avevi detto che non mi avresti mai
lasciata, che se davvero tenevo a qualcosa, questa sarebbe tornata.
Com'è che, allora, non arrivavi? Per
quale motivo attardavi a raggiungermi?
La tua vita era ben diversa da quella
di questo carillon, non poteva essere riaggiustata in poche
ore. Valeva troppo, nessuno era in grado di rimettere insieme quei
semplici pezzi che erano stati portati via...
La tua voce, quella
melodia, non avrebbe mai più riecheggiato nell'aria.
Strinsi a me quel piccolo oggetto,
portandomelo vicino al cuore. Il tuo ricordo... Solo quello mi
rimaneva...
***
Non posso farci niente, io adoro questi due... Sono la coppia più tenera che esista.
Spero di essere riuscita a trasmettere quelle che potrebbero essere le emozioni di Lal Mirch.