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Autore: Lawliet    03/05/2010    9 recensioni
Cosa succede quando Rain decide di fare una visitina ai suoi protetti?
Se decide di arrivare in anticipo e gli MBLAQ non hanno ancora riordinato la casa, la risposta è: il caos.
Dopo crisi di nervi, vestiti nella lavastoviglie e crossdressing disperato, il campanello suona.
« Siamo rovinati. »
Quasi, Joon. Quasi.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< If you look at the ground while you’re on stage, you’re losing to me. >>
[Rain]






-Pronto? Mh?- G.O spalancò gli occhi. -Ho capito, grazie mille.- Il suono del cordless che chiudeva la chiamata sembrava quasi tetro. Si rivolse con aria grave ai suoi bandmates. -Arriva.

Joon, Mir, Thunder e Seung Ho lo guardarono, terrorizzati.

Mir correva intorno al tavolo. -Cosa facciamo cosa facciamo cosa facciamo?
-Aspettiamo la punizione.- disse con un filo di voce Joon, fissando il vuoto davanti a sé.
Seung Ho, risoluto, afferrò il maknae per la collottola. -Calmatevi. Pensate che il panico risolva qualcosa?
-Hyung,- Thunder aveva l’aria di un cucciolo spaurito. -Hai qualche idea?
Seung Ho annuì, serissimo. -Scappiamo dalla finestra.- Lasciò andare Mir. -Ovviamente, prima il leader!

Quando corse verso la finestra che dava sul vicolo e la aprì, tutti si precipitarono su di lui.

-Diamine, torna in te!- diceva G.O, trattenendolo per la vita.
Joon, che gli aveva afferrato un braccio, era molto più concreto ed esplicito. -Il tuo posto è qua! Ji Hoon hyung se la prende sempre con il leader, non puoi lasciarci nei casini!
-Ah, è a questo che servo?- esclamò Seung Ho, dibattendosi.
-No, certo che no, hyung.- si affrettò a dire Joon. Rivolse un’occhiata agli altri -Vero?
Mir annuì con forza. -Mi piacciono i giochi con le carte.
-Suoni benissimo il piano.- aggiunse Thunder.
Anche G.O, meccanicamente, fece la sua parte. -Hai un grande carisma.
-Sei intelligente.- intervenne ancora Mir.
-A mia sorella piaci.- disse Thunder.
Joon, che non capiva più niente, sbottò con un: -Quanto sei bello, Seung Ho hyung!

Il silenzio che seguì le sue parole non era dei più confortanti, ma almeno Seung Ho aveva smesso di dimenarsi come un’anguilla.

-Dicevamo,- riprese G.O con un colpetto di tosse. -Come faremo a mettere tutto a posto in mezz’ora?
Seung Ho, più tranquillo, si schiarì la gola. -Prima di tutto, dovremmo buttare via le cianfrusaglie. Ji Hoon hyung, l’altra volta, ci aveva consigliato di sbarazzarci del superfluo per avere più ordine.

Ad un tratto, si sentirono dei rumori sordi e ripetuti. Tutti si girarono verso Mir, che stava giocando con una racchetta da ping pong e relativa pallina attaccata. Aveva un’espressione spensierata.

Joon lo indicò con il pollice. -Io inizierei con Mir.
L’interessato smise di giocare e lo guardò. -Chiamato?- domandò, con aria innocente.

G.O stava per aggiungere qualcosa, ma il telefono squillò di nuovo. Tra gli MBLAQ calò un silenzio di tomba.

-Pronto? Cosa? Di già?- G.O lasciava cadere lo sguardo dappertutto, chiaramente agitato. -Va bene. Grazie.
-Dov’è?- chiese Thunder, che stringeva un cuscino.
G.O lo fissò, sospirando, poi guardò negli occhi i bandmates. Era una maschera inespressiva. -E’ qui.

Non l’avesse mai detto.
Scoppiò il finimondo: tutti parevano inciampare in qualcosa, correvano, afferravano da terra manciate di sacchetti di patatine vuoti che, in preda al panico, gettavano anche dalla finestra, toglievano le briciole dal divano, raccoglievano mucchi di vestiti e li nascondevano negli armadietti della cucina, nella lavatrice spenta, nel frigorifero...
G.O, nel frattempo, era rimasto fermo. Incapace di muovere un muscolo di fronte a quell’inferno tragicomico che gli si parava davanti.
Cosa vedeva? Oh, di tutto.

Mir che girava per casa con gli occhiali di Joon capovolti sul naso, ad esempio, e che per non essere riconosciuto si era drappeggiato - invano - una tenda attorno ai fianchi a mo’ di crossdressing.
Thunder che, dopo aver ficcato i suoi vestiti nella lavastoviglie, si era rannicchiato in un angolo con il suo cellulare e chiamava la sorella.

-Noona, vienimi a prendere, ho paura!

Joon che si passava in continuazione la mano sugli addominali, come se fosse preoccupato di vederli sparire da un momento all’altro, e che aveva iniziato a correre sul posto, con un peso da due chili in una mano.
Seung Ho che provava i suoi trucchi con le carte sul divano, parlando con un interlocutore immaginario, talmente nervoso da dondolarsi avanti e indietro sui cuscini.

-Ragazzi,- provò a dire G.O, passandosi preoccupato una mano tra i capelli. -Cosa state facendo? Andate a vestirvi, sarà qui in meno di--

Il campanello suonò.

-Siamo rovinati.- sussurrò Joon.
-Noona, noona, ci sei ancora?- balbettò Thunder, al cellulare.
-Questa carta qua devi metterla là, quella carta là devi metterla qua...- bisbigliava un tremante Seung Ho.
-E se provo a sedurlo?- propose Mir, alzando vezzosamente la tenda che gli pendeva dai fianchi.

Non ricevette altra risposta che le occhiate indecifrabili dei compagni e la mano di G.O sulla testa, che, spingendolo giù, lo costringeva a sedersi sul divano.
Jung Byung Hee, con un assurdo sprezzo del pericolo, si assunse il compito più arduo di tutti: aprire la porta.

-Non aprire, non aprire.- pigolarono in coro, stringendo gli occhi.

G.O rivolse un’ultima occhiata ai bandmates e spalancò di colpo la porta.

-Buongiorno.- disse, inchinandosi. -Prego, Ji Hoon hyung.- disse, mostrandogli la casa con un ampio gesto del braccio.

Rain sorrise.
Era solo. Probabilmente i membri del suo staff lo aspettavano al piano terra, o in macchina. Aveva una scatola, con sé, ma non ne fece cenno. Si limitò a posarla accanto a un tavolino.
G.O era convinto che i compagni fossero ancora rannicchiati sul pavimento a tremare, e fu sorpreso, infatti, nel vederli tutti in fila, dritti come fusi, pur nei loro vestiti non proprio eleganti.
Appena Rain passò loro davanti, si inchinarono tutti nello stesso momento, esibendo dei sorrisi che avrebbero potuto far sospettare un disturbo bipolare, a chi li avesse visti prima.

Non sapevano che dire, di fronte al viso perennemente sorridente del loro produttore, ma questo li rendeva ancora più nervosi, perché erano fin troppo consapevoli che Jung Ji Hoon non amasse particolarmente i silenzi.

L’orologio appeso al muro ticchettava ad un ritmo che sembrava lentissimo, rispetto ai battiti dei cinque MBLAQ.

Che fare?

Che dire?

Rain passò in rassegna ognuno di loro: con le mani dietro la schiena, osservò il torso nudo di Joon, i capelli di Seung Ho, il viso dolce di Thunder, i lineamenti di G.O. Poi arrivò a Mir.

-Cheol Yong,- gli si rivolse con voce gentile. -Il tuo leader si prende cura di te?

Il maknae annuì più volte, senza mai distogliere lo sguardo.

-E i tuoi compagni?

Ancora una volta, Mir non poté che annuire. In fondo era la verità.

Rain sorrise. -Bene.

Poi fece un gesto inaspettato: gli tolse gli occhiali capovolti dal naso, li pulì con il fazzoletto che teneva nel taschino e glieli rimise sul naso, dritti.
Si sedette sul divano e accavallò le gambe. Si aspettava che i ragazzi lo stessero a sentire, cosa che in effetti fecero automaticamente.

-Ho una tabella di impegni molto fitta.- iniziò a spiegare. -Mi sono preso del tempo solo per voi.

I cinque ragazzi si inchinarono rispettosamente.

-Perché voglio che mi crediate, quando vi dico che siamo come una famiglia.- Le dita intrecciate, Rain li guardò uno ad uno. Poi si alzò.

Prese la scatola che aveva portato e la porse a Mir. Questi, interdetto, tese comunque in avanti le braccia per prenderla.
Joon, G.O, Seung Ho e Thunder fissavano la scatola come se ne provassero a immaginarne il contenuto. Cosa c’era lì dentro? E perché l’aveva consegnato a Mir?
Un mormorio di improvvisa comprensione corse nel gruppo. Non poteva essere che...

-E’ per te.- spiegò Rain. -Buon compleanno.

... Sì, era proprio quello che si immaginavano. Si era ricordato del compleanno di Mir.
In tutti gli MBLAQ si fece risentire, più forte che mai, la convinzione che non ne esistevano tanti, di produttori così.
Cominciavano già ad avere le lacrime agli occhi, al pensiero che Ji Hoon hyung permettesse loro di assimilare così tante calorie tutte in una volta. Una torta. Diamine, non ne vedevano da un pezzo.
Ma era un po’ troppo presto per santificare Rain.

-Devo andare, ho davvero troppi impegni.- disse, controllando l’orologio. -Oh, quella torta...- E indicò la scatola. -Mi aspetto che poi ne bruciate le calorie andando in palestra, questo pomeriggio. Niente scherzi. Ci sarà anche il vostro istruttore per tenervi d’occhio, mi sono già messo d’accordo con lui.
-Certo.- risposero a una voce gli MBLAQ, già stanchi al solo pensiero.
-Molto bene.- Rain li salutò con un sorriso cordiale e un piccolo inchino. -Lavorate sodo, ragazzi.

La porta si richiuse dietro l’ampia schiena di Rain, e i battiti cardiaci degli MBLAQ sembrarono calmarsi.

-Una fetta di torta, un’ora di palestra. Decorazioni di marzapane, due ore. Ciliegina...- calcolava mesto Joon.
-Il mio regno per una cassata siciliana.- sospirò G.O, appoggiando il gomito al bracciolo del divano.
Mir era l’unico su di giri. -Dai, alla fine non è andata così male, no?
-Già. Buon compleanno, Cheol Yong ah!- sorrise Thunder.
-Ehi,- disse G.O guardandosi in giro, quando Mir e Thunder stavano già divorando la torta. -Dov’è finito Seung Ho?
-In cucina,- rispose pensieroso Joon. -E’ andato a prendere del tè freddo.
-Come?- saltò su Mir. -No, non deve aprire il frigorifero!
-Perché?

La risposta alla domanda di Thunder arrivò in quel momento dalla cucina: un fragore assordante in cui si potevano distinguere palline di gomma che rimbalzavano, fibbie di cinture di metallo che cadevano e con loro una valanga di altre cose rumorosissime.

Mir fece una smorfia. -E’ lì che avevo nascosto le mie cose.
-Tanti auguri, in tutti i sensi!- Joon credeva di morire dalle risate. -Non vorrei essere al tuo posto!

Dalla cucina arrivò la voce di Seung Ho, attutita come se il proprietario fosse coperto o sepolto sotto qualcosa.

-Goditelo, questo compleanno, perché sarà l’ultimo!
































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Aww. Arrivo a fanghèrlare anche nel Kpop! Diamine, però, mi ucciderà.
Gli MBLAQ sono i primi perché c'è Rain, e Rain, beh, non è secondo a nessuno in Corea. Poi perché fanno morire dal ridere :DDD E ancora perché le slice of life dei Kidols penso siano pazzesche, come questa xD
Ah, quante cose Kpop-ish mi frulleggiano in testa é__é Chissà se riuscirò a scriverle tutte!

Per ora mi eclisso di nuovo :°D

P.S. Sì, lo so che il compleanno di Mir è il 10 marzo, ma non potevo usare nessuna delle date vere, così ho tirato un po' a caso :D
  
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