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Autore: Ili91    17/05/2010    3 recensioni
La storia è ambientata nei primi anni dell'1800 in Inghilterra. Sana è una nobile sposata con Naozumi, ma suo marito una notte viene assassinato. E se di risolvere il caso si occupasse Akito, che sviluppo prenderebbe la storia? Sana riuscirebbe a trovare l'amore che non ha avuto in cinque anni di matrimonio con Nao?
Genere: Mistero, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Omicidio di un nobile - XXXII capitolo Omicidio di un nobile

Premessa: 1) Scusate l'immenso ritardo. Vi ricordate quando nello scorso capitolo avevo detto che il 19/4 sarei andata in gita... beh, la mia partenza è stata spostata fino al 6/5 (Colpa del vulcano islandese...) e sono tornata solo mercoledì scorso... nei giorni precedenti alla gita sono stata senza ispirazione e solo oggi sono riuscita a concludere qualcosa.
2) Il capitolo è fondamentale! Buona Lettura!!!


XXXII

Fuka salì le scale che conducevano al piano superiore stizzita. Era da ore che cercava Lord Hayama in giro per la casa e per i giardini, ma ancora non l’aveva trovato.
Escludeva che fosse uscito a fare una passeggiata dato che era passata anche dalla stalla e le avevano riferito che non mancava alcun cavallo.
Probabilmente era salito in camera sua. Chissà se anche la sua “cara” mogliettina era con lui.
Sbuffò.
Non riusciva proprio a capire perché perdesse tempo con quella, quando avrebbe potuto avere lei. Non era possibile che non avesse capito quanto si sarebbe resa disponibile a farlo felice se solo lui lo avesse voluto.
No, era decisamente impossibile.
Aveva tentato più volte di sedurlo in maniera così lampante che nemmeno se fosse stato cieco e sordo avrebbe potuto non accorgersene.
Percorse il corridoio quasi a passo di carica e con la stessa frenesia spalancò la porta della camera che divideva con suo marito. La scena che le si presentò davanti la lasciò a bocca aperta: l’oggetto dei suoi pensieri era in quella stanza. Certo, non era proprio “come” voleva che fosse, vale a dire nudo nel suo letto, ma comunque era lì. Lui era in piedi - completamente vestito, naturalmente - davanti al suo armadio, con le mani appoggiate alle due ante spalancate. Non era da solo, notò poi. Poco più in là c’era anche Lady Sana Hayama che, con espressione colpevole, si trovava di fronte ad un cassetto aperto.
Quando si fu ripresa dalla sorpresa mormorò - milord, che cosa state facendo qui dentro? -
Ignorò completamente Lady Hayama, ma fu proprio quest’ultima a risponderle - ehm, vedete, milady, noi stavamo solo… - Si fermò, mentre il suo viso raggiungeva la tonalità di un pomodoro maturo.
- Sto svolgendo un’indagine, Lady Takaishi, per cui se ho bisogno di setacciare la stanza di uno dei sospetti lo faccio. -
- E cosa state cercando, se mi è concesso chiederlo? Un coltello intriso di sangue? -
- No, non siamo così ottimisti da pensare di trovarlo rovistando in un armadio - continuò Lord Hayama con un velo di sarcasmo nella voce.
- Non mi avete risposto, milord. Cosa state cercando? - ripeté scandendo bene le parole.
- Non l’ho fatto, perché non ho alcuna intenzione di rispondervi. -
Non si poteva dire che non parlasse chiaro. In mezzo all’irritazione che provava verso di lui in quel momento c’era anche un vago senso di ammirazione. Non aveva mai incontrato una persona come lui prima. - Bene, avete chiarito il concetto. Avete finito? Vorrei cambiarmi. -
- Veramente no. Potete farmi il favore di attendere ancora qualche minuto fuori? - Anche se era stato posto come una domanda era un ordine ciò che lui le aveva appena detto.
Inviperita per la sua insolenza, Fuka girò sui tacchi e uscì dalla stanza sbattendo la porta.

Alcuni metri del parquet fuori dalla porta della stanza di Fuka stavano rischiando la formazione di un solco. Erano almeno dieci minuti che ci stava camminando sopra avanti e indietro a passo di marcia. L’espressione che aveva in viso era dura, la mascella serrata e le braccia tese lungo i fianchi.
Se qualcuno si fosse avvicinato a lei in quel momento avrebbe di sicuro rischiato la vita.
Quando ormai stava perdendo la speranza che i due coniugi Hayama sarebbero mai usciti da quella stanza, la porta si aprì.
L’espressione del conte non rivelava nulla, mentre quella della contessa era una maschera di delusione. Fuka provò una grande soddisfazione nel vederla.
Senza una parola Lord e Lady Hayama si avviarono in direzione delle scale. Fuka vide il primo infilarsi qualcosa in tasca, ma non ottenne l’effetto desiderato: il misterioso oggetto sgusciò fuori e precipitò a terra.
- Aspettate, milord - lo richiamò dato che lui non si era accorto di nulla. Si chinò e raccolse l’oggetto. Era un piccolo pezzo di stoffa blu.
Uhm, che strano.
Era sicura di aver già visto quel tipo di tessuto. Lo sfregò con due dita e le tornò in mente l’occasione in questione. Si rivide mentre l’anno precedente in una rinomata sartoria ordinava alla proprietaria del negozio di cucirle un completo per il compleanno del marito. Quel particolare colore era stato utilizzato per la giacca, ricordò.
Intanto Lord Hayama si era voltato verso di lei e la fissava curioso. - Qualcosa non va, Lady Takaishi? Avete mai visto l’abito a cui questa stoffa appartiene, forse? -
Non vedeva il motivo per cui evitare la domanda, perciò rispose - credo che sia della giacca di mio marito. Ma perché è in vostro possesso? Che significa? - Mentre parlava vide con la coda dell’occhio lo sguardo di Lady Hayama illuminarsi. Cosa aveva detto di sbagliato?
- Vostro marito? Ne siete certa? - le chiese di nuovo l’altro.
Lei annuì. - Beh, la stoffa e il colore sono gli stessi. -
- Non abbiamo visto nessuna giacca di questo tipo nel vostro guardaroba però. -
- Non l’ha portata con sé in effetti. L’ultima volta che glielo vista indosso è stato… dunque… mi sembra un mese fa circa. Penso il giorno in cui la “povera” Lady Hayama è stata aggredita. -
Lord e Lady Hayama si scambiarono uno sguardo d’intesa. Fuka era sempre più convinta che era stato uno sbaglio rispondere alle loro domande. Che cosa aveva combinato? - Perché tutte queste domande? A cosa può interessarvi sapere dei vestiti di mio marito? -
- Questo non è il posto più adatto per discuterne. Seguiteci nello studio. -

Nascosto nell’ombra, Yuta si terse il sudore che gli colava dalla fronte con un fazzoletto di seta.
Lo avevano scoperto!
Era stata un fortuna che si trovasse su quel piano mentre quella stupida di sua moglie diceva a Lord Hayama della sua giacca, altrimenti rischiava di essere preso. Accidenti, come aveva fatto il pezzo di stoffa scomparso a finire nelle mani del conte?
Oh, beh, poco importava ormai.
Quando i passi di sua moglie e dei due conti si furono allontanati ed il silenzio ripiombò nel corridoio, Yuta sbucò fuori dal suo nascondiglio e si avviò in camera.
Agguantò una valigia dove infilò alcuni cambi d’abito, tutto il denaro che possedeva e i gioielli di sua moglie - li avrebbe venduti alla prima occasione. Pensò febbrilmente a cosa fare. Avrebbe rubato un cavallo dei conti Hayama e avrebbe raggiunto il porto più vicino. Arrivato lì avrebbe preso la prima nave disponibile per le Americhe. In quel continente sarebbe stato salvo e avrebbe potuto ricostruirsi una vita. In Inghilterra, per uno stupido chiodo, non era più possibile. Sì, quella era la soluzione migliore.
Richiuse la valigia e controllò che la pistola fosse carica. Non avrebbe permesso a nessuno d’intralciare i suoi piani. Avrebbe tanto voluto trovarsi faccia a faccia con Fuka per potergliela far pagare per la sua lingua lunga, ma non ne aveva il tempo.
Uscì dalla stanza e si avviò verso il piano di sotto. Incrociò alcune cameriere, ma si comportò normalmente e queste non fecero caso a lui.
La stalla era deserta fortunatamente. Legò la valigia ad uno dei cavalli presenti in modo che non cadesse e lo sellò. Adesso gli sarebbe bastato far partire al galoppo lo stallone per lasciarsi alle spalle tutta quella storia, ma non era pronto. Gli mancava ancora una cosa.
Non poteva e non voleva assolutamente partire senza la persona che lo aveva affascinato fin dal primo momento in cui l’aveva vista… Lady Sana Kurata*.
Era certo che anche lei sarebbe stata entusiasta di venire con lui e di non essere più ingabbiata in un altro matrimonio di convenienza. Capiva perché era stata costretta a sposarsi con Lord Hayama: a causa dei debiti che il marito non aveva saldato. Ci avrebbe pensato lui a liberarla di nuovo da un marito non voluto. Con lui sarebbe stata di sicuro felice. Ora doveva solo pensare a come farla fuggire con sè senza che venisse scoperto.
L’operazione di salvataggio stava per cominciare!

* Non è un errore. E’ lui a non volerla associare ad Akito.

Avviso! Che a nessuno vieni in mente di pensare che quelle cavolate che Yuta pensa nelle ultime righe siano vere.

Spazio autrice: Oh, ecco qui l’assassino! Quello vero! Contente che sia lui e non Misako? In verità dopo aver scritto il prologo volevo far sì che la colpevole fosse proprio lei, ma poi ho ritenuto più opportuno rendere Yuta l'omicida e Misako la mandante dei messaggi minatori. Ancora qualche capitolo per chiudere la storia dell'omicidio, l'ultimo problema tra Sana e Akito e poi... l'epilogo! Manca davvero poco!
Mi raccomando... COMMENTATE!!!
E ora i ringraziamenti:

Deb: Ciao, cara! Uff... ci ho messo una vita ad aggiornare. Povero Akito... non trattarlo male... in fondo fa solo il suo mestiere... Grazie per avermi detto dell'errore... che svista stupida! Come ho potuto confondere Lady Kurata con Lady Takaishi? Mi dispiace che questo non sia lungo venti pagine, anzi... è anche più breve del solito. Non sono nemmeno convinta di come è venuto dato che l'ho scritto un pò in fretta.
Sì, mi sono divertita molto in gita, grazie! A presto! Kiss

Delichan123: Ciao! Ti ho davvero fatto aspettare tanto per questo capitolo... scusa! Sorpresa per il vero assassino? Vabbè, spero che ti piaccia il chappy... a presto con il prossimo capitolo! Kiss

Tin_Tin: Ciao! Già, non è Misako l'assassina. Sì, Akito è troppo dolce! Tra qualche capitolo forse non sarai dello stesso parere però... Sì, quel problema è un pò elaborato... riguarda un pò il passato e... il presente...
Sì, sono andata a Lisbona! Non è male come città, però ho mangiato malissimo e il quartiere dove c'era il mio albergo era parecchio malfamato. Comunque mi sono divertita molto! A presto! Kiss

Favola08: Ciao! Grazie per i complimenti! Sono contenta ti piaccia la mia storia! Scusa tanto per lo spaventoso ritardo. Spero ti sia piaciuto il capitolo! Al prossimo chappy! Kiss

Grazie per le recensioni!

Grazie per le preferite, le ricordate, le seguite e le visite!

Grazie alle 5 persone che mi hanno inserita tra i loro autori preferiti!

Al prossimo capitolo!
Ilaria





   
 
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