Personaggio: Regulus Black
Prompt: 50. Strada
Rating: verde
Disclaimer: Regulus Black e quasi tutti i personaggi di questa storia appartengono a J.K. Rowling
Tabella: http://juliablack89.livejournal.com/2009/06/11/
Ventiquattro ore
Novembre 1979
Il
tintinnio delle posate e le
voci dei commensali risuonavano nella grande e maestosa sala da pranzo,
sfiorando l’udito di Regulus, senza tuttavia che il ragazzo
li sentisse
veramente.
Immobile,
con la forchetta in
mano, fissava il piatto di porcellana da parecchi minuti, anche se si
rendeva a
mala pena conto di dove si trovava e di cosa stesse facendo. Il suo
sguardo
fisso in realtà era perso nel nulla più assoluto.
Era
orribile pensare che entro
poco tempo non avrebbe più potuto compiere gesti
semplicissimi come prendere in
mano una posata. Gli sembrava un’idea quasi assurda. Aveva
diciotto anni; non
sarebbe dovuto morire così presto, abbandonando la sua
famiglia, lasciando
Rachel nella disperazione e Sirius nella convinzione che la sua
scomparsa fosse
causata dalla sua stupidità e nulla di più.
Ma
ormai aveva preso la sua
decisione. Non sarebbe potuto andare avanti così tanto a
lungo: Voldemort si
sarebbe accorto presto del suo cambiamento. Lo avrebbe ucciso in ogni
caso,
perciò sarebbe stato molto più dignitoso
affrontare le acque mortifere del lago
di sua spontanea volontà piuttosto che farsi inseguire per
tutta la vita per
poi essere trovato e trucidato.
Un
lieve scoppio di risate lo
riscosse, e Regulus si ricordò improvvisamente di dove si
trovava. Era nella
sala da pranzo di villa Malfoy, seduto ad un lato del lungo tavolo
imbandito.
Alla sua destra c’era Narcissa, a sinistra era seduto
Rabastan. Il padrone di
casa, Lucius, era collocato a capotavola, mentre di fronte a Regulus si
trovavano Bellatrix e suo marito Rodolphus.
Non
aveva la più pallida idea di
cosa avessero parlato fino a quel momento. Non aveva avuto neanche
tanta voglia
di accettare l’invito a cena di sua cugina, ma Narcissa aveva
insistito tanto
che sarebbe stato scortese non presentarsi.
“Regulus,
l’arrosto non ti è
piaciuto?” chiese all’improvviso Narcissa, mentre
Lucius lanciava una gelida
occhiata assassina al suo elfo domestico, Dobby, il quale
sussultò per la paura
di non aver cucinato bene per gli ospiti.
In
effetti, la domanda era più
che legittima, dal momento che Regulus aveva trascorso gli ultimi dieci
minuti
a fissare il piatto senza mangiare nulla e a rigirare il cibo con la
forchetta.
Il ragazzo vide i grandi occhi verdi di Dobby colmi di attesa e terrore
per
un’eventuale punizione, e si affrettò a rispondere:
“La
cena è ottima, sono io che non
mi sono riposato molto, in questi ultimi giorni”.
“Infatti
si vede. Sei un po’
sciupato” osservò Bellatrix, prendendo poi il
proprio calice e bevendo il vino
elfico che vi era contenuto.
Regulus
evitò di rispondere e si
sforzò di ascoltare i discorsi dei convitati. Rabastan stava
parlando
dell’ultimo omicidio compiuto da Travers: a quanto pareva,
qualche tempo prima aveva
trucidato l’intera famiglia McKinnon.
Regulus
era sicuro di conoscere
quel cognome, e infatti ricordò che una di loro, Marlene,
faceva parte
dell’Ordine della Fenice.
“Purtroppo
è successo una
settimana dopo l’omicidio di Fenwick, e poi non siamo
riusciti più a trovarne
uno. Quelli dell’Ordine stanno aumentando le
difese” commentò Rodolphus.
Regulus
tirò un sospiro di
sollievo.
“Sono
pochi e spauriti. Non
avremo problemi a scovarli uno per volta” commentò
Lucius con aria soddisfatta.
“Il Signore Oscuro per il momento preferisce occuparsi delle
elezioni del
Ministro della Magia”.
“Da
quando Barty ha posto sotto
Imperius l’assistente di suo padre, su quel fronte possiamo
stare tranquilli.
Ora ci resta la Bagnold da scovare. Comunque, Regulus, il tuo amico
è proprio
in gamba” disse Rodolphus.
Il
ragazzo bofonchiò un
ringraziamento.
“Già,
hai fatto una grande
scoperta” aggiunse Rabastan, aggiungendo in tono
confidenziale. “Scommetto che mi
hai mentito quando hai rubato quella cosa per il Signore Oscuro, a
Hogwarts.
Non gli avevi lanciato nessuna Imperius, vero? Scommetto che ti ha
aiutato di
sua spontanea volontà”.
“Be’,
in effetti è così” ammise
Regulus, ricordandosi della movimentata notte in cui aveva rubato il
diario
vuoto di Tom Riddle.
“Di
che si tratta?” intervenne
Lucius.
“Di
quella cosa che io ho
consegnato al Signore Oscuro e che poi Lui ha pensato bene di affidare
a te”
sbottò Rabastan, evidentemente irritato per il privilegio
concesso a Lucius, e
al tempo stesso attento a non far sapere troppe cose a Narcissa,
l’unica tra i
presenti a non essere marchiata.
“Oh,
giusto… spiacente, ma il
Signore Oscuro ha molta fiducia in me, Rabastan. E infatti quella cosa
non
potrebbe trovarsi in un posto più sicuro” rispose
Lucius con immensa
soddisfazione, e Regulus notò la sua occhiata rivolta alla
parete di fronte,
dietro la quale c’era il salotto. Quindi era nascosto nel
maniero dei Malfoy,
pensò, senza tuttavia dare molta importanza a
quell’informazione.
In
quel momento, Narcissa fece un
discreto colpetto di tosse, tanto per ricordare agli altri la propria
presenza:
cominciava a sentirsi un po’ esclusa.
“Lucius,
non dovevamo dire qualcosa?”
chiese in tono eloquente.
Il
marito parve sorpreso.
“Pensavo
che dovessimo aspettare
fino al dolce, ma va bene” rispose.
“Di
che cosa state parlando?”
chiese Bellatrix, sospettosa.
“Del
vero motivo per cui vi
abbiamo invitati a cena” disse Lucius con la sua solita aria
pomposa. “Siamo
lieti di annunciare ufficialmente che presto la famiglia Malfoy
avrà un erede”.
Seguirono
alcuni secondi di
silenzio, perché i presenti dovevano ancora assimilare
l’informazione, poi cominciarono
a complimentarsi con i padroni di casa.
“Non
me lo avevi detto!” esclamò
Bellatrix, rivolta alla sorella.
“Volevo
aspettare di esserne
sicura” rispose Narcissa.
“Congratulazioni,
Cissy” disse
Regulus, senza avere la più pallida idea di cosa aggiungere.
Lei gli rivolse un
sorrisetto e aprì la bocca per rispondere, ma fu interrotta
da Bellatrix, che
aggiunse:
“Aspettate
a cantare vittoria
troppo presto. Potrebbe essere una femmina”.
Lucius
inarcò un sopracciglio e
le rivolse un sorriso di circostanza.
“Ti
diverti sempre a fare la
guastafeste, Bella? Non preoccuparti, abbiamo già utilizzato
tutti i metodi di
preveggenza esistenti e hanno dato tutti la stessa risposta:
sarà quasi
certamente un maschio”.
Regulus
distolse lo sguardo da
quei due che bisticciavano quando notò che Rodolphus aveva
lanciato un’occhiata
in parte irritata e in parte rassegnata in direzione della moglie. A
quanto
pareva, non era il solo a preoccuparsi dell’estinzione della
propria famiglia.
Regulus
immaginava che Bellatrix
non volesse figli. Una Mangiamorte come lei non poteva avere qualcuno
che le
impedisse di servire costantemente la causa di Voldemort. Peccato che
suo
marito non ne fosse altrettanto convinto.
“Quando
dovrebbe nascere?” chiese
Regulus, tornando a rivolgersi a Narcissa.
“A
giugno. Adesso sto al secondo
mese” rispose la cugina. Lui notò che appariva
molto più bella del solito, ma
forse era solo una sua impressione. “Reg?”
Lui
la guardò, incuriosito.
Narcissa lanciò un’impercettibile occhiata agli
altri, come per assicurarsi che
non sentissero.
“Quando
nascerà, mi piacerebbe se
tu accettassi di essere il suo padrino, che ne pensi?”
Regulus
deglutì a fatica. Se
l’era aspettato, ma aveva sperato che non glielo chiedesse.
“Ehm…
Lucius è d’accordo?”
“Si
convincerà senza problemi”
rispose lei con la massima calma. “Allora?”
“Be’…”
Regulus si rese conto di
avere la gola secca, “… mi piacerebbe
molto… grazie”.
Narcissa
parve soddisfatta ma
Regulus non lo era per niente. Sapeva già che lei presto
avrebbe dovuto
chiederlo a qualcun altro: non poteva essere il padrino di un bambino
che non
avrebbe mai visto nascere.
La
balconata della sala da pranzo
si affacciava direttamente sul giardino curato che, tuttavia, era
completamente
immerso nell’oscurità. Le uniche fonti di chiarore
erano delle fiaccole
disposte lungo la balaustra, che si riflettevano nelle acque tremolanti
della
fontana.
Appoggiato
al parapetto, Regulus
osservava quelle fiammelle che, per un effetto ottico, sembravano
galleggiare
appena sotto la superficie increspata della vasca.
Finita
la cena, era riuscito a defilarsi
con discrezione mentre tutti gli altri invitati si intrattenevano con i
Malfoy.
Fino a quel momento era riuscito a sembrare piacevolmente sorpreso, ma
alla
fine aveva sentito il bisogno di rifugiarsi nella solitudine.
Sapeva
perché aveva avuto quel
tipo di reazione. Era una sofferenza atroce vedere persone felici e
realizzate,
pensare ad una nuova vita che stava per cominciare, mentre la sua era
irrimediabilmente condannata a concludersi nel giro di poco tempo.
Ripensando
a Narcissa e Lucius,
si rendeva ancora più conto di quel che aveva perso. Si era
precluso per sempre
la possibilità di una vita normale, che sarebbe stata
sufficiente a salvare la
famiglia. E invece presto i Black si sarebbero estinti, ponendo fine
alla
storia di una delle stirpi Purosangue più nobili del mondo
magico. Era già
difficile accettare una cosa del genere; a maggior ragione quando
pensava che
sarebbe stato proprio lui e chiudere la partita.
Non
aveva eseguito le ultime
volontà di suo padre, anzi, era riuscito
nell’impresa di ottenere l’esatto
contrario di quello che gli era stato richiesto.
Rubare
e distruggere l’Horcrux
sarebbe stata l’ultima occasione per dimostrare –
almeno a se stesso – di non
essere un fallimento su tutti i fronti.
L’idea
di entrare in quella
caverna lo terrorizzava, ma in realtà cominciava a credere
che rimanere con le
mani in mano a rimuginare sulla rovina della casata e a rimordersi la
coscienza
fosse mille volte peggio. Al momento la vita per lui era solo dolore e
paura. A
rigor di logica, quindi, la morte sarebbe stata una liberazione: niente
più
sofferenze, rimorsi, rimpianti e incertezze.
Non
sapeva con precisione che
cosa ci sarebbe stato dopo, ma di sicuro non sarebbe stato peggio della
sua
condizione attuale.
In
effetti, l’idea di non provare
più emozioni e di sprofondare nel nulla cominciava ad
allettarlo. Ormai aveva
anche trovato un medaglione falso da sostituire
all’originale. L’unico pensiero
che lo frenava, a parte quello delle persone a cui teneva, era
piuttosto il
dolore che avrebbe provato prima di trovare finalmente pace, sempre se
così si
poteva definire.
Ed
ecco che, non appena sembrava
convinto di desiderare la morte, tutto a un tratto sentiva di nuovo il
desiderio di continuare a vivere, atroce e lancinante, proprio
perché vano e stupido.
In
quel momento era come se
dentro di sé si svolgesse una lotta cruenta tra
rassegnazione e speranza.
Quest’ultima tuttavia era destinata a soccombere e infatti la
sua resistenza si
manifestava solo sotto forma di fantasticherie senza costrutto:
l’unico
vantaggio che apportavano era quello di aiutarlo ad andare avanti per
quel poco
tempo che gli rimaneva…
Un
improvviso rumore di passi
alle spalle lo costrinse a tornare di colpo con i piedi per terra.
“Ah,
sei qui” esordì Bellatrix,
affiancandolo.
“Stavo
prendendo un po’ d’aria”
spiegò lui, meravigliandosi del proprio tono perfettamente
tranquillo. “E tu?”
Bellatrix
appoggiò a sua volta le
mani sulla balaustra e fece una smorfia.
“Narcissa
voleva già coinvolgermi
nella scelta delle tende per la camera del marmocchio. Come se arredi e
abiti
fossero in cima alle mie priorità”.
Regulus
tentò di simulare
qualcosa di vagamente simile ad un sorriso divertito, ma non gli
riuscì, quindi
decise di rinunciare.
“Spero
che prenda più dal suo
lato Black. Se somigliasse al padre sarebbe un…
peccato” borbottò Bellatrix,
contrariata.
Lucius
Malfoy non le andava a
genio, perché lei lo considerava un opportunista, ma Regulus
sperava l’esatto
contrario. L’istinto di conservazione dei Malfoy era di gran
lunga maggiore di quello
dei Black, i quali invece avevano delle fatali tendenze
all’autolesionismo, e
lui ne era la prova lampante.
Si
augurò che il figlio di
Narcissa fosse meno stupido di lui, almeno non avrebbe commesso il suo
stesso
errore. Avrebbe voluto vederlo nascere e, col passare degli anni,
dargli un
esempio di cosa succedeva ad unirsi a Voldemort senza esserne davvero
convinti.
Quando
alzò lo sguardo, si
accorse che sua cugina lo stava osservando.
“Che
c’è?”
“Dovrei
essere io a chiedertelo.
Hai qualcosa che non va”.
Regulus
evitò di farsi guardare
negli occhi, inquieto. Bellatrix era la più pericolosa per
lui, ovviamente dopo
Voldemort stesso.
“Te
l’ho già detto. Sono stanco.
Questa guerra non è mica una passeggiata” disse.
“Non
preoccuparti, finirà.
Dobbiamo soltanto avere fiducia nel Signore Oscuro” rispose
lei, fissando il
giardino buio. Le fiamme delle torce si riflettevano nei suoi occhi
scuri,
conferendole un aspetto minaccioso. “Il Signore Oscuro
libererà il mondo dalla
feccia e finalmente noi Purosangue potremo occupare il ruolo che ci
spetta di
diritto e governeremo al Suo fianco…”
A
Regulus fece molta impressione
il tono in cui Bellatrix aveva parlato: era stato deciso e crudele ma
al tempo
stesso mostrava una nota appassionata e – possibile?
– carezzevole nella voce.
Si
sforzò di annuire, notando che
le gote di lei si erano tinte di rosso.
“Devi
essere pronto a fare
qualsiasi cosa per Lui, e vedrai che riceverai la giusta
ricompensa”.
Bellatrix
gli aveva destato
sempre una gran soggezione ma in quel momento Regulus si chiese come
potesse
essersi così illusa. La devozione totale che mostrava nei
confronti di
Voldemort era troppo esagerata, per i suoi gusti.
Possibile
che ci fosse un motivo
più grande che la spingesse a seguirlo in tutto e per tutto,
lei che non si
sottometteva mai a nessuno? L’emozione che traspariva dai
suoi atteggiamenti
quando parlava di Lui erano indicativi. In questo Bellatrix aveva un
punto in
comune con Sirius: non controllava le proprie emozioni. Era impulsiva,
a
differenza di Narcissa e Regulus stesso.
Aveva
iniziato a sospettare che
si fosse addirittura innamorata di Voldemort, anche se gli sembrava
strano che
una donna forte e indipendente come lei potesse farlo. Ma, in effetti,
lui era
l’unico che poteva dominarla.
In
ogni caso, continuava a
ritenerla un follia vera e propria. Il Signore Oscuro aveva dimostrato
a
sufficienza di non avere cuore, perciò non avrebbe mai
potuto ricambiarla.
Anzi, di certo non sarebbe stato felice di saperlo.
Sentendo
le voci all’interno
della sala, Regulus si chiese se Rodolphus sospettasse qualcosa. Ma
pensò che,
anche se lo avesse intuito, non avrebbe potuto fare niente, a parte
sfogare la
propria ferocia e frustrazione sui Sanguesporco che incontrava.
“Però”
aggiunse Bellatrix,
distogliendolo da quei pensieri, “devi anche diventare
più motivato. Con la
Cruciatus vai bene, ma non riesci ancora ad uccidere. Se non fossi
sempre in
compagnia di qualcun altro, saresti catturato in poco tempo, te ne
rendi
conto?”
“Sì,
Bella” rispose lui, serrando
le mani intorno al bordo del balcone. Non vedeva l’ora di
finirla, perché più
viveva e più rischiava di ritrovarsi improvvisamente a dover
scegliere se
risparmiare la vita di qualcuno o ucciderlo per non destare sospetti.
Era
spaventoso soltanto pensarlo.
“Vedrai
che non è così difficile
come sembra” affermò lei, indifferente.
“Certo…”
Regulus
ad un certo punto si
chiese se Bellatrix avrebbe sofferto per la sua morte. Anche se
l’aveva sempre
ammirata fin da piccolo, lei non lo aveva considerato molto
finché non era diventato
un Mangiamorte. Lo aveva sempre ritenuto un moccioso e il suo scarso
istinto
materno la aveva indotta a ignorarlo più delle altre due
sorelle.
Si
ricordava che, quando
Andromeda era scappata di casa, Bellatrix ci era rimasta davvero male
ma era riuscita
subito a reprimere quel sentimento, per poi decidere di cancellarla per
sempre
dalla propria vita.
Perciò
Regulus si rese conto che,
anche se avesse sofferto per la sua scomparsa, la consapevolezza del
suo
tradimento sarebbe stata molto più forte e presto avrebbe
odiato anche lui.
***
Regulus
diede un ultima occhiata
al biglietto sul quale erano scritti luogo e ora
dell’appuntamento e lo
incenerì.
Si
trovava nel bel mezzo di Hyde
Park, a Londra. Il sole non era ancora tramontato, ma il cielo aveva
già
assunto una tinta di fuoco. La luce rossastra filtrava attraverso le
chiome
degli alberi. Sotto uno di questi, Regulus riconobbe una sagoma
familiare e le
si avvicinò.
“Ciao”
esordì, rivolgendosi al
ragazzo che aveva appena voltato la testa dalla sua parte.
“Ciao”
rispose Barty, con un tono
che si sforzava di sembrare naturale. In realtà era
parecchio giù di tono. Lo
sguardo cupo e l’espressione tesa lo dimostravano ampiamente,
ma Regulus non
gli chiese nulla perché sapeva che, quando era di cattivo
umore, a Barty non
piaceva essere infastidito.
Questo
gli fece un cenno ed
entrambi iniziarono a camminare. Per un po’ rimasero in
silenzio, ascoltando
solo i propri passi attutiti dall’erba, mentre il parco
iniziava già a
svuotarsi.
“Come
va il corso di Magisprudenza?”
chiese Regulus, sforzandosi di iniziare un discorso. Non era proprio in
vena di
chiacchierate ma aveva intuito che, se non fosse stato lui a
cominciare,
probabilmente Barty non avrebbe aperto bocca.
“Bene”
rispose quello, come se si
fosse improvvisamente risvegliato, “anche se non siamo ancora
membri del
Ministero a tutti gli effetti. Dobbiamo usare l’ingresso
visitatori”.
Per
un altro po’ camminarono
lungo un viale coperto di ghiaia, senza dire nulla, e Regulus ebbe
l’occasione
per notare come
Barty fosse cambiato un’altra volta. Se fino a poco tempo
prima aveva cercato
di dimostrare la propria intenzione di fare il ribelle, facendo poca
attenzione
all’ordine dei suoi abiti, adesso era vestito di tutto punto
e sembrava di
nuovo il ragazzo perfettino che aveva conosciuto al primo anno,
atteggiamento
volto a mascherare la sua doppia identità. Tuttavia il suo
modo di fare non era
più quello insicuro di un tempo: era diventato molto
più determinato ed
estremamente bravo a mascherare ogni suo pensiero.
Però
quella volta sembrava fare
eccezione: doveva esserci qualcosa che lo preoccupava molto. Barty
infatti
appariva davvero nervoso. Muoveva gli occhi incessantemente, senza
farli
fermare un attimo, come se non sapesse dove guardare. Aveva le
sopracciglia
aggrottate che rivelavano una grande inquietudine. Regulus
percepì il suo
nervosismo e ne fu inspiegabilmente invaso a sua volta.
“Allora?”
chiese Regulus,
impaziente. “Come mai mi hai chiesto di
incontrarci?”
A
quel punto Barty si fermò,
decidendo di individuare una direzione in cui puntare gli occhi, e lo
guardò. Era
incerto ma anche cupo e serio. Esitò per alcuni secondi, poi
cominciò a
parlare.
“Avrei
una cosa da chiederti”.
Regulus
gli fece cenno di
continuare e quello proseguì.
“Stamattina
al Ministero ho
incontrato Rachel, e lei mi ha detto che vi siete lasciati”.
Regulus
sentì una fitta dolorosa
al cuore, ma si impose di ignorarla. In quelle ultime settimane aveva
cercato
di non pensarla, ma naturalmente ogni suo sforzo in quel senso si era
rivelato
inutile.
“Sì,
e allora?” sbottò, nervoso.
Non gli andava di parlarne, in particolare con Barty. Non si poteva
fidare più
di lui.
“Mi
chiedevo come mai. Lei non me
l’ha voluto dire”.
Regulus
si domandò perché gli
interessasse tanto.
“Non
mi va di parlarne”.
Barty
non parve deluso.
Piuttosto, sembrava che volesse chiedere qualcos’altro ma che
non sapesse se
avrebbe potuto osare tanto.
“Non
è normale” disse. “Non vi
sareste mai lasciati se non per un motivo molto serio”.
“Dove
vuoi arrivare?” sbottò
Regulus, irritato.
Barty
finalmente lo guardò dritto
negli occhi, riponendo ogni esitazione.
“Le
hai detto che sei un
Mangiamorte, vero?”
Regulus
impallidì e distolse lo
sguardo, il cuore che gli martellava nel petto. La sua reazione
però diede
all’altro la conferma dei suoi sospetti.
“Lo
sapevo! Le hai confessato
tutto!”
Regulus
gli scoccò
un’occhiataccia.
“Non
le ho detto proprio tutto… e
comunque non sono affari tuoi. Lei non lo racconterà a
nessuno”.
Barty
diede un calcio a un
sassolino, scagliandolo dall’altra parte della strada. Nello
sforzo di
calmarsi, fece un lungo respiro.
“Non
è questo il punto… Pensa se
decidesse di denunciarti… Non le hai detto di me, voglio
sperare”.
“Credi
che sia un idiota? No che
non gliel’ho detto”.
Regulus
era sicuro che a quel
punto Barty si sarebbe relativamente calmato, e invece si sbagliava di
grosso.
Si torturava il labbro inferiore con i denti, come se non avesse ancora
detto
tutto quello che voleva. Alla fine sembrò trovarne il
coraggio e lo guardò di
nuovo, ansioso.
“Parliamoci
chiaro, Black. Ci
conosciamo da otto anni ormai, perciò so intuire quando
c’è qualcosa che non va.
Io ti sarò sempre grato perché, se non fosse
stato per te, non sarei mai
diventato un Mangiamorte. Sono contento di quello che faccio, anzi, ne
sono
entusiasta. Tu però ti comporti in un modo strano,
ultimamente. Ogni giorno non
vedi l’ora di tornartene a casa, parli pochissimo e hai lo
sguardo sfuggente. E
non sono l’unico pensarla
così: anche
Piton l’ha notato. Sei cambiato”.
Regulus
fu assalito dalla paura,
che gli intorpidì le facoltà mentali.
“Non
è vero” riuscì solo a
rispondere.
“E
adesso…” proseguì Barty, come
se non fosse mai stato interrotto: sembrava che si fosse preparato quel
discorso a memoria. “… vengo a sapere che hai
confessato chi sei ad una che –
spiacente – ma non essendo con noi, è contro di
noi. Ti rendi conto da solo che
il tuo non è un comportamento normale”.
Regulus
sentì l’ansia salire a
livelli mai raggiunti prima ma si impose di restare impassibile e di
fare il
finto tonto.
“Non
capisco cosa vuoi dire”
rispose, sostenendo con fermezza il suo sguardo.
Barty
aveva ancora un’aria
indecisa e forse vagamente dispiaciuta.
“Lo
spero per te. Io sono tuo
amico, perciò in linea di massima mi fido di te. Ma proprio
perché siamo amici,
dovresti sapere che la cosa che odio di più al mondo
è il tradimento. La mia
fedeltà va tutta al Signore Oscuro, e chiunque altro viene
sempre dopo di Lui, perciò
regolati di conseguenza”.
Quelle
parole gli rimbombarono
nella sua testa, come se avessero prodotto un’eco
interminabile. Regulus ebbe
l’impressione che lo stomaco gli si fosse riempito di piombo.
“Che
cosa vorresti insinuare?”
Barty
gli si avvicinò con aria
minacciosa.
“Lo
sai. Ti dico solo che un
giorno non vorrei ritrovarmi a dover riferire al Signore Oscuro che lo
hai
tradito. Sono stato chiaro?”
Ci
fu una breve pausa di
silenzio, durante la quale Regulus valutò la
possibilità di estrarre la
bacchetta e cancellargli la memoria, ma non sarebbe stata una mossa
saggia.
“Come
la luce del sole” rispose,
esteriormente glaciale, ma in realtà scosso dal terrore.
“Peccato che le tue idee
non siano altrettanto chiare”.
“Quindi
non hai intenzione di
tradirlo?”
“No”.
“Me
lo auguro. Ma sei avvertito,
Black. Io servirò sempre e incondizionatamente il Signore
Oscuro. Per questo i
suoi nemici sono anche miei nemici. Sicuramente mi sono sbagliato a
sospettare
di te. In effetti, sarebbe strano se uno come te, un Black, cambiasse
ideali, ma
ho pensato che fosse meglio avvertirti, prima che ti vengano in mente
strane
idee”.
Poi
cadde un altro silenzio teso.
Regulus e Barty continuarono a guardarsi con diffidenza per alcuni
secondi.
Anche se a parole lo aveva solo avvertito di quella
possibilità, era evidente
che Barty non si sarebbe più fidato di lui.
Regulus
non aveva mai dato
eccessiva importanza all’amicizia, sostenendo di non averne
bisogno: era sempre
stato Sirius quello che non poteva farne a meno, non certo lui. In quel
momento
però capì che qualcosa tra loro due si era
infranto per sempre e ne fu
dispiaciuto, molto più di quanto avrebbe mai potuto pensare.
Non
erano più i ragazzini dei
tempi della scuola. Erano cresciuti e avevano fatto le loro scelte,
decidendo
di percorrere due strade del tutto opposte.
Si
sentiva anche un po’
responsabile, perché se Barty aveva preso una strada
sbagliata, la colpa in
parte era sua. Era stato lui a presentarlo al Signore Oscuro e ai
Mangiamorte. Sapeva
che, con o senza il suo aiuto, Barty avrebbe sbagliato lo stesso
autonomamente,
ma avrebbe voluto fargli capire chi fosse davvero lord Voldemort.
“Be’,
io vado, adesso” tagliò
corto Barty. “Ci vediamo domani”.
Un
attimo dopo si era
Smaterializzato, lasciando Regulus in preda al terrore.
Il
panico gli impediva quasi di
respirare. Non aveva più tempo per rimandare il viaggio
nella caverna. Se Barty
aveva iniziato a sospettare di lui, doveva andare il prima possibile.
Sarebbe
entrato nella caverna la sera successiva, così Voldemort non
lo avrebbe potuto
fermare prima.
Gli
sembrò impossibile quando si
rese conto che gli restavano solo ventiquattro ore, le ultime
ventiquattro ore
della sua vita. Come le avrebbe trascorse? Aveva così tante
questioni in
sospeso da chiarire prima di andarsene per sempre, ma non sapeva da
dove
cominciare e inoltre si rendeva conto di non poterle risolvere tutte.
Tutti
lo avrebbero ricordato come
il Mangiamorte stupido che aveva avuto paura ed era stato punito. Quasi
non gli
importava. Poteva sopportare che la comunità magica la
pensasse così,
addirittura che Sirius, Alphard e sua madre si facessero quella
opinione di
lui. Anzi, pensò, dovevano
pensarla
in quel modo: così sarebbero stati più al sicuro.
Ma
l’unica cosa che non poteva
tollerare era che Rachel lo considerasse un vigliacco. Lei doveva
sapere la
verità. Non le avrebbe detto nulla di quello che aveva
scoperto, ma doveva
almeno confessarle che si era pentito.
Sentiva
il bisogno lancinante di
stringerla di nuovo a sé. Forse lei non glielo avrebbe
permesso, ma si sarebbe
accontentato di poterla vedere per l’ultima volta,
perché anche soltanto guardarla
da lontano lo avrebbe aiutato a trovare la forza per affrontare
l’ultima prova
che lo attendeva, la più difficile di tutte.
01.
Addio.
02.
Ricordi.
03.
Speranza.
04.
Bellezza.
05.
Fotografia.
06.
Gatto.
07.
Cane.
08.
Musica.
09.
Fuochi d'artificio.
10.
Cioccolato.
11.
Carta.
12.
Paura.
13.
Sole.
14.
Sangue.
15.
Bambola.
16.
Ali.
17.
Cuscino.
18.
Candela.
19.
Dolce.
20.
Amaro.
21.
Pelle.
22.
Ghiaccio.
23.
Sogno.
24.
Incubo.
25.
Risveglio.
26.
Incontro.
27.
Vertigine.
28.
Lacrime.
29.
Attesa.
30.
Noia.
31.
Felicità.
32.
Dolore.
33.
Solitudine.
34.
Silenzio.
35.
Campanello.
36.
Nascosto.
37.
Gelosia.
38.
Nodo.
39.
Caldo.
40.
Freddo.
41.
Tempo.
42.
Bacio.
43.
Sorriso.
44.
Desiderio.
45.
Illusione.
46.
Specchio.
47.
Latte.
48.
Caffè.
49.
Potere.
50.
Strada.
Draco nasce il 5 giugno 1980, perciò secondo i miei calcoli nel novembre 1979 Narcissa doveva essere già al secondo mese. Ho sempre pensato che Regulus sarebbe stato il padrino perfetto per Draco: magari avrebbe potuto far entrare un po' di buon senso in quella zucca! Su Draco nutrivo molte speranze, e invece nell'ultimo libro è stato la mia più grande delusione. Ci ho impiegato più di un anno per riprendermi dallo shock. E pensare che dopo il sesto mi piaceva tanto... Ho odiato la Rowling anche per questo. :-(
Passando ad altro, Bellatrix è un'altra che mi mette soggezione, quindi spero di averla descritta almeno decentemente!
Come avrete notato, in questi ultimi capitoli sto inserendo alcuni personaggi che avevo un po' abbandonato: è un po' un modo per salutarli. Anche se non riesco ad inserirli tutti. A Emmeline Vance, per esempio, non sono riuscita a ritagliare neanche un piccolo spazio, perché ora fa parte dell'Ordine e un incontro con Regulus non sarebbe proprio pacifico! E, prima che vi illudiate, purtroppo non ci saranno nuovi incontri con Sirius. Visto che ho già ideato quello che ci sarà nel seguito, preferisco aspettare fino a quel momento, se no mi si esaurisce un po' del pathos se i due fratelli li faccio chiarire prima! (prego, adesso lanciatemi pure la frutta marcia... argh!)
Ultimo (sigh) aggiornamento: tra il 28 sera e il 29 maggio.
Alohomora: hai ragione, Alphard ricordava molto Sirius adulto nel capitolo scorso. In effetti, ho giocato molto sulle storie che si ripetono, e non solo quelle d'amore! In effetti poi la scoperta degli Horcrux l'ho fatta passare in secondo piano, perché volevo concentrarmi più che altro su quello che ha provato Regulus dopo la scoperta che sulla solita spiegazione di cosa sono gli Horcrux (anche perché la conosciamo tutti, mi sembrava una ripetizione inutile!)
Mirwen: oh be', capita! Certe volte anche io sono convinta di aver fatto una cosa e invece... XD Non potevo non parlare più di Alphard... mi è mancato tanto!
November Rain: ciao, sono contenta che hai letto questa storia! Volevo anche dirti che hai un bellissimo nickname! ^^ Hai ragione, non sei stata l'unica a pensare a Sirius nell'Ordine della Fenice quando hai letto di Alphard. Come hai potuto vedere, il capitolo in cui Regulus riparlerà con Rachel sarà il prossimo, anche perché pensavo di concludere proprio nel momento in cui lui sta per entrare nella caverna. La scena della sua morte l'ho già descritta in un'altra fanfiction e anche in una one-shot che non ho ancora pubblicato, quindi capirai che ormai rischio solo di ripetermi! Quella scena poi potrebbe apparire nel seguito What if, in cui cambierò alcuni eventi, quindi preferisco fare così...
Circe: prima di tutto, grazie del commento positivo su Severus, mi ha fatto piacere! Spero che qui Bellatric ti sia piaciuta. Non l'ho approfondita troppo, altrimenti avrei scritto un poema, ma mi auguro che ti abbia convinta! Ormai tu sei la massima esperta su Bellatrix per me, quindi il tuo giudizio sarà il più influente! ^^ Nel capitolo scorso, anzi, non mi sono soffermata troppo sulla ricerca sui libri, perché non volevo ripetere cose risapute, ma sono felice che ti sia piaciuto lo stesso.
Lellas92: mi accingo a rispondere a questa lunga recensione! Più che altro la punizione divina l'ho meritata io! Ho dovuto aggiornare in anticipo perché visto che vado sempre a letto tardi e poi il venerdì sera sono uno zombie! Tu invece ti meriti un premio: 8 capitoli al giorno è un'impresa, complimenti! Sono felice che la mia versione di Regulus ti sia rimasta impressa! Sì, lui era meno innocente di una come Edvige, che il massimo che poteva aver fatto era di aver beccato Harry quando la ignorava, perciò sono contenta di essere già arrivata al suo pentimento (di Regulus, non di Edvige!). Sono felice anche che ti piaccia Rachel e che il cambiamento di Barty ti abbia convinta: anche io temevo di dovermi arrampicare sugli specchi per lui! Eh, Sirius in effetti è più serio del normale, soprattutto perché Regulus lo vede spesso a Grimmauld Place dove di certo non si divertiva, sia perché a scuola si rivolgevano la parola quasi sempre per litigare (-.-) Riguardo James... scusa, è più forte di me! Però sapere da una sua fan che sono riuscita lo stesso a trattarlo bene mi rincuora: ho sempre timore di esagerare! Nel seguito alcune morti ci saranno (per esempio molti dell'Ordine come i Prewett, ecc) ma sicuramente i personaggi essenziali vivranno molto più serenamente...
Vodia: be' di solito preparo il capitolo seguente con le relative risposte alle recensioni a metà settimana, cioè quando ho un po' più di tempo e poi guardo solo se ne arrivano di nuove! ^^ Stavolta però ho ricontrollato la tua pochi minuti prima di aggiornare, così sto tranquilla! Per quanto riguarda le tue domande: 1) Regulus non ha detto mai a nessun parente di aver cambiato idea, neanche a Kreacher, perché - come dice Hermione - così sarebbero stati più al sicuro, per questo ho evitato che lo raccontasse ad Alphard. 2) E' una buona idea, sai? La Rowling non ha mai fatto collaborare Alphard con l'Ordine (forse lei lo immaginava già morto, chissà) però potrei farci un pensierino!
vulneraria: grazie! Meno male, mi state incoraggiando tantissimo: vuol dire che ho fatto bene a lasciare tutto così com'era! Non temere, tra Regulus e Rachel si aggiusterà tutto e anche Alphard e Perseus si riavvicineranno, anche se non proprio subito...
lyrapotter: il fatto che Regulus avrebbe trovato informazioni sugli Horcrux da Alphard era praticamente l'unica certezza che avevo all'inizio della storia, quindi meno male che vi è piaciuta! Hai ragione, Walburga è stata sempre la solita, anzi, magari ha dimostrato anche un po' più di pazienza che in fututo... Comunque sia, non si finisce mai di parlar male di lei! XD A proposito, nel prossimo capitolo anche lei avrà una parte, proprio perché lei è sempre presente, purtroppo... Ma poi ci sarà anche Rachel, che immagino sarà più gradita dell'adorabile signora Black!
_Mary: ci tenevo tanto a far riappacificare Regulus e Alphard, o meglio a fare in modo che Regulus non fingesse più di avercela ancora con lui! E' proprio per scrivere questo capitolo che ho deciso di modificare nei limiti del possibile la storia dei galeoni che Alphard ha dato a Sirius, non facendolo morire così presto! Certo, ora è invecchiato, e purtroppo nemmeno lui è eterno, ma per il momento preferisco non pensarci. Sono felice di quello che hai scritto, perché ho scoperto che la saga non si conosce mai abbastanza, e infatti non è facile far combaciare tutto perfettamente! Quindi grazie ancora! La dicitura VIF mi sta benissimo, anzi, ne sarei lusingata! XD
Rinalamisteriosa: complimenti per aver letto tutta la storia in così poco tempo, anzi, grazie per aver impiegato il tuo tempo! Lo so che è lunghetta, anche se a me non lo è sembrata perché mi piace scriverla! Sì, ho dovuto fare parecchie ricerche, ma per fortuna c'è un sito fantastico (HP Lexicon) che dà più o meno tutte le risposte, anche se è in inglese (sob!). La vera difficoltà l'ho incontrata quando ho dovuto descrivere il cambiamento di Barty Crouch, ma alla fine ce l'ho fatta. Grazie ancora!
malandrina4ever: sì, in questi ultimi capitoli sono sempre più fiera di Regulus, e meno male, perché nel suo primo periodo da Mangiamorte mi dispiaceva un sacco fargli fare certe cose... Adesso però posso finalmente sbizzarrirmi e dire apertamente che è un eroe! XD Credo che io e te arriveremo a fondare un culto in suo onore! In questo capitolo come hai potuto vedere ha riflettuto molto su quello che lo aspetta: se lo avessi fatto in quello scorso, sarebbe stato troppo, e poi doveva avere il tempo di assimilare la notizia (e anche io!). Un probabile romanzo mi sembra ancora molto lontano! Prima mi esercito qui e poi si vedrà! Anche perché non credo che il periodo delle fanfiction si esaurirà tanto presto! XD
E infine grazie a MEISSA_S per aver ritagliato un po' del suo tempo limitatissimo per indicare i capitoli più significativi in cui è comparsa Rachel! Grazie mille! :-)