23/05/2010
2 recensioniTime
Uno di fronte all'altro, si scontravano due figure, intrappolate nel nodo del tempo.
Scontrarsi per l'esistenza delle streghe, obbiettivo che col tempo lo sfidante aveva perso di vista; milioni di interrogativi lo intrappolavano, milioni di mezze domande lo attanagliavano.
Superflui punti neri in un'oscurità permanente. Doveva solo rinnegare lei, soltanto ciò.
Lei che meritava quelle accuse, quel dito puntato contro con fare accusatorio.
Era ciò che otteneva per le sue azioni, quello sguardo ardente come il fuoco che le rinfacciava le sue colpe.
Allora rideva, quasi isterica, schifando il ragazzo di fronte a se.
Lui non poteva comprendere, non poteva capire; doveva solo accusarla com'era giusto che fosse.
Era il giusto prezzo per permettere ad un gioco senza fine di continuare, per tutta l'eternità.
Non potendo capire fino in fondo, restavano uno di fronte all'altro, in una stanza perennemente illuminata.
Il tempo non scorreva, si limitava a ripetersi. Ancora ancora e ancora, fino ad un epilogo che non sarebbe arrivato.
Rinnegare qualcuno che si ha di fronte non si può considerare semplice, soprattutto se è impresso nel proprio animo confuso in un modo così potente e sbagliato.
Un sentimento d'amore può nascere in qualsiasi momento, in qualsiasi forma e tempo.
La sabbia di una clessidra incantata scende lenta, ad ogni arco dorato. L'orologio è rotto, ma il tempo continua a ripetersi.
Vivere in eterna illusione può portare alla pazzia. False apparenze dissimulate; basterebbero poche parole ormai per rinnegarsi a vincenda, ma nessuno osa.
Il gioco è destinato a perdersi nella spirale del tempo.
«Daisuki».
Avrebbe potuto dirlo in rosso,
ma non lo aveva fatto.
Lei avrebbe potuto costringerlo,
ma non lo aveva fatto.
Si erano guardati soltanto - senza sorridere, senza piangere - mentre il tempo aveva ripreso a scorrere in silenzio.