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Autore: Novelist Nemesi    26/05/2010    3 recensioni
Non era la pioggia. Non era il ticchettio dell’orologio. Non era la stanza spoglia. Non erano gli altri. Nessuno aveva colpa del fatto che lui avesse quel viso pallido e segnato da due righe nette che scendevano sulle guance. Era solo temuto da molti, rispettato da alcuni. Odiato? Qualcuno che portava rancore c’era. Il suo nome faceva in fretta a circolare e restare nelle menti. Ulquiorra Schiffer. Altisonante, vero?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Schiffer Ulquiorra, Un pò tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Per tutto il tragitto Caliel e Ulquiorra non si rivolsero la parola; lui era totalmente indifferente, mentre lei non sapeva da cosa cominciare per attaccare bottone, e non ne aveva neanche voglia. Aizen aveva notato quel silenzio, così insolito rispetto agli altri, ma non diceva nulla, volando innanzi a loro.
Arrivarono fin poco fuori Seattle, finché Tousen non indicò verso il mare; Alrick era lì vicino. Piombarono lì, a pochi metri dagli scogli dove Alrick, apparentemente tranquillo, guardava l’orizzonte. Tutti quanti fecero ben attenzione a non far rumore e a stare a debita distanza, attendendo ordini.
« Allora, Aizen? » bisbigliò Gi, sorridente come sempre.
« Sarà meglio chiedere rinforzi, non si sa mai. » chiuse gli occhi, concentrandosi per comunicare telepaticamente coi suoi subordinati. « Halibel, Stark. Sono a poche miglia da voi. Raggiungetemi, senza fracciòn; di loro non ce n’è bisogno. »
In poco tempo, anche i due espada raggiunsero la combriccola, e a quel punto Aizen elaborò un veloce piano d’azione.
« Halibel e Stark lo circonderanno ai lati. Tousen avanzerà, cercherà di distrarlo, poi Gin arriverà all’attacco. Ulquiorra e Caliel vadano con Stark e Halibel. Se le cose dovessero mettersi molto male, arriverò io a dare man forte a Gin. È tutto. »
Si sistemarono, come da copione, finché Aizen non diede l’attacco.
Fu una cosa molto veloce, da parte di Tousen; Alrick si era accorto già da un po’ della sua presenza, e come si voltò subì un colpo di spada da parte dell’ex shinigami, distruggendo le rocce degli scogli.
Purtroppo lo svantaggio di Tousen era di essere cieco, e anche se era dotato di un notevole intuito, non poteva certo vederlo; Alrick, in poco tempo, riuscì a trovare una strategia contro di lui e a metterlo in seria difficoltà.
Ulquiorra si era unito a Halibel, mentre Caliel era con Stark, che svogliato guardava la scena.
Halibel invece era concentrata, come Ulquiorra.
« Non credi che la tua fracciòn sia ancora troppo inesperta per questo genere di operazioni? » chiese la terza espada.
Ulquiorra non la degnò di uno sguardo, e rispose. « E’ stato Aizen a farla venire. »
« Dunque non ti importerebbe se morisse? »
Restò in silenzio per diverso tempo, lanciando veloci sguardi dall’altra parte, proprio dove era accampata lei. Rispose con un « Già, forse hai ragione. »
Lei rise. « Forse… Uomini; siete così sciocchi. »
Fu Stark a iniziare la conversazione. « Oggi sei più silenziosa del solito; come mai? »
Lei rispose che non era successo nulla, ma Stark non le credette neanche un po’. « Ulquiorra ti ha trattata male? Se è così, non sorprenderti; tratta male tutti, a parte Aizen. »
Lei si rabbuiò, chinando il capo e guardando per terra. « E’ che ha ragione; io sono ancora un’umana. Una sciocca e debole ragazzina umana. È per questo che non sono forte… Non sono degna di stare accanto a voi. » fece una piccola pausa e poi disse. « Tu sei gentile nei confronti di Lilynette. E Tesla, anche se viene trattato male, resta sempre devoto a Nnoitra. Io, invece, sono l’unica che ha sempre da ridire su di lui… Quando ho accettato di essere arrancar, sapevo che dovevo obbedirgli… Fare quello che faceva lui. Eppure… Non ci riesco. A volte mi sento soffocare dalla sua forza… Dalla sua malinconia. È opprimente, e sento di essere una nullità. A lui non serve affatto una fracciòn. »
Stark sbuffò, non sopportando quel genere di discorsi. « Ulquiorra è fatto così, è vero. Ma non vuol dire che ti consideri una cosa da niente. Insomma, detto sinceramente, la maggior parte delle volte non è per niente obbligato ad obbedire; poteva anche rifiutarsi di prenderti come fracciòn. » Caliel si asciugò velocemente la lacrima che le era sfuggita. « E poi, che significa che sei inutile? Dovresti aver compreso qual è il ruolo di una fracciòn; proteggere l’espada che segue. E tu non l’hai forse fatto? Non hai forse rischiato la vita per salvarlo? Se sei ancora qui, a parlare con me, se esisti ancora, si vede che Aizen, Ulquiorra, nessuno di noi ti vede tanto inutile. » lanciò uno sguardo verso Alrick, che stava avendo la meglio su Tousen. « Ma se tu uccidessi quel congelado laggiù, ti sentiresti un pochino più utile? Pensi che Ulquiorra dia retta a questi dettagli? »
Caliel restò impassibile, di fronte a quel discorso; a modo suo, l’aveva consolata. Lo vedeva, così menefreghista e svogliato, che tirava fuori la spada e andava ad aiutare Tousen. Anche Halibel era uscita allo scoperto, e Gin stava arrivando.
Rivedere quell’essere all’attacco le incuteva sempre un certo terrore. Ma, diavolo, era o no un’arrancar? Aizen contava su di lei. Cercò di calmare il tremolio alle mani, prese Sangrienta e andò all’attacco.
Notò che Gin era incredibilmente veloce, e rideva sempre; Alrick sembrava snervato dalla situazione, subiva ripetuti attacchi, ma con altrettanta velocità riusciva a ripararsi. Tousen era gravemente ferito, e anche Halibel e Stark non se la passavano granché bene. E perché Ulquiorra ancora non usciva allo scoperto?
Caliel non sopportava più l’idea di stare lì a far niente, ma senza saper usare uno straccio di resurreciòn, come faceva?
L’istinto le disse di fregarsene, e andò comunque all’attacco; in velocità era migliorata, i campi di forza erano più potenti e sicuri, le scosse erano più precise. Era migliorata moltissimo, e la sorpresa di Alrick fu una conferma. Ma Caliel non si aspettava di certo, come nessun altro, che lui avesse un asso nella manica.
« Non volevo arrivare a tanto. » e inaspettatamente, colpì Halibel che, da dietro, lo stava attaccando con le ultime forze rimaste; la colpì dritto al petto, slacciandole la giacca e lasciando scoperta la maschera che le ricopriva bocca e seno, deturpando di poco il bel viso scuro che aveva.
« Mi dispiace, signorina. » si avvicinò a lei, la bloccò col collo e inserì una mano nel buco che le aveva appena fatto, tirando fuori le sue interiora e ingoiandole. Caliel distolse lo sguardo; raccapricciante, impensabile che un essere normale potesse arrivare a tanto.
Solo allora Gin, che assisteva senza sorridere alla scena, comprese un’altra potenzialità del congelado, che non era stata scoperta durante le ricerche. Si voltò verso Caliel e prese Tousen sulle spalle.
« Al riparo! » gridò. « Se non ci allontaniamo finiremo per diventare polvere! »
Stark capì subito, e infatti si allontanò; ma Caliel, un po’ per la paura e un po’ perché non aveva capito bene la situazione, restò lì impalata, osservando un Alrick pieno di vene visibili su tutto il corpo, senza più iridi agli occhi, e che sprigionava un’energia tale da solidificarsi e disperdersi nell’aria, in tanti frammenti che travolsero tutti i dintorni. Alberi distrutti, scogli frantumati, schegge che arrivarono a trapassare una gamba di Stark, ma per fortuna lui era fuori pericolo.
Caliel credeva di essere spacciata; già si vedeva a vagare in qualche dimensione sperduta, magari all’inferno. Quelle schegge se le vedeva davanti al viso, e pensava che non ci fosse via d’uscita.
Ma quando si rese conto di poter ancora respirare, era in braccio ad Ulquiorra, in stato di resurreciòn, che la guardava con un fare quasi severo. Perdeva sangue dalla fronte, dalle braccia e dal torace, essendo stato colpito dalle schegge, ma non era grave; le ali avevano contribuito ad attutire i colpi, e poi poteva rigenerarsi velocemente.
Lei restò in silenzio a guardare quella figura così diversa dall’Ulquiorra che conosceva, lasciando a lui la parola.
« Se proprio ci tieni a morire, la prossima volta dillo chiaramente, donna; così non mi scomoderò per salvarti. » la fece scendere, chiedendo poi. « Sei ferita. »
« No… »
« Non era una domanda. » staccò d’un colpo una scheggia finita sul fianco della ragazza, provocandole un piccolo, veloce ma infame dolore. « Pensi di riuscire a riandare lì senza farti prendere dal panico? »
Lei riprese fiato. Certo che aveva paura, ma non poteva tirarsi indietro, non in quel momento.
« Sono pronta. »
« Resta al mio fianco. » disse Ulquiorra, spiccando il volo.
Stark si era ripreso, ed era accanto a Gin ad affrontare un Alrick diverso, che poteva usare le tecniche di Halibel; a quanto sembrava, acquisiva le tecniche di chi divorava. Disgustoso.
« Questo non c’era nei vecchi rapporti di Aporro. » disse Gin sghignazzando. « Dirò ad Aizen di dargli una bella sculacciata. »
« Meno male, Stark sta bene! » disse Caliel tirando un sospiro di sollievo. « Ma perché non usa la resurreciòn? È il numero uno, potrebbe essere utile se… »
« Stark non può usare la resurreciòn, se è da solo. » rispose Ulquiorra. Notando lo sguardo dubbioso della ragazza, continuò a spiegare. « E’ stato lui a creare Lilynette; ha diviso la sua anima in due, per scacciare quello stupido senso di solitudine. Per questo ha bisogno di lei; anche Lilynette deve rilasciare, per permettere a Stark di usare i suoi poteri in resurreciòn. »
Poi accadde tutto molto in fretta; anche Stark venne ferito a morte, con un colpo secco vicino al cuore, ma pur sempre letale. Senza Orihime, era impossibile curarlo. Anche Aizen uscì allo scoperto, correndo verso Stark, preoccupato e imprecando. Alrick allora ne approfittò; ferì gravemente anche lui, eludendo la velocità di Gin, impacciato anche dai movimenti a causa di Tousen che, moribondo, giaceva accanto a lui. Fu una reazione a catena; Ulquiorra si gettò su Alrick per salvare Aizen, e anche lui subì la stessa sorte. Caliel si trovava davanti ad una pioggia di sangue.
Anche lei si gettò sul congelado, ma c’era qualcosa di diverso; piangeva, urlava di non uccidere, di non fare del male, di “non azzardare a toccarli con quelle sudice mani”. La sua spada si fece rovente. Fu costretta a prenderla con due mani, e in preda alla rabbia gridò.
« Maledetto! Ti ucciderò! Con questa spada! Affonderò Sangrienta nel tuo sangue! »
Nell’aria ci furono delle esplosioni, e un bagliore rossastro che svelò, una volta sparito, una nuova Caliel; aveva numerosi disegni rossi a contornarle gli occhi dorati, la maschera che aveva sulla testa era stata sostituita da quello che era simile a un diadema di ossa. I vestiti erano più ristretti, le braccia ricoperte da guanti, e vicino alle spalle delle sottospecie di squame. Ricordava vagamente una sirena, o un pesce esotico. La sua zanpakuto, Sangrienta, era diventata un lungo tridente, con un nastro legato all’estremità. Il rebbo che era al centro era più lungo e affilato degli altri.
Tutti i presenti restarono pietrificati e, in un certo senso, affascinati davanti a quella visione.
Caliel Lenain Khethel aveva infine raggiunto il suo stadio di resurreciòn.
Lei aveva uno sguardo serio, arrabbiato, impassibile. Alrick, non appena capì che quella era una resurreciòn, cercò di attaccarla, ma Ulquiorra lo bloccò da dietro, rigenerandosi nel frattempo.
Caliel non perse tempo, prese il tridente e iniziò a caricare contro il congelado. Lui, spaventato, cambiò traiettoria, ponendo l’espada davanti alla ragazza e bloccandolo. Ulquiorra non riusciva a muoversi, e si voltò, notando che Caliel non accennava fermarsi, anzi.
Eppure, riuscì a capire le sue parole.
« Resta fermo dove sei, Ulquiorra. »
Fece passare il rebbo centrale per il buco posto sotto il collo di Ulquiorra; Alrick non se l’aspettava, e si ritrovò col collo perforato. Con gran velocità, Caliel e Ulquiorra ne approfittarono; lui scappò, lasciando campo libero alla ragazza, che trafisse al cuore Alrick, lo scaraventò a terra e con un colpo secco lo divise a metà, e poi in altri pezzi più piccoli. Tutto velocemente e con una ferocia che Ulquiorra non le avrebbe mai attribuito.
Gin, invece, rideva. « Aizen… Hai visto? »
Aizen era letteralmente incantato. « E’ splendida, Gin… Favolosa… Ho creato qualcosa di assolutamente fantastico. È incredibile… L’Hougyoku ha saputo rendere un essere umano un arrancar stupendo. »
« E tu, Tousen, hai visto? » disse scherzando Gin. Tousen ignorò quella battutaccia.
Quando Caliel si calmò, era ormai finita; Alrick non esisteva più, era diventato polvere e il vento lo stava portando via. Riacquistò il suo aspetto, guardando poi la sua spada; stentava a crederci.
« Non stai sognando, donna. » disse Ulquiorra. « Alla fine ce l’hai fatta. » sospirò, riprendendo anche lui il suo aspetto. « Congratulazioni. »
Stark si rialzò, preoccupandosi di altro. « Halibel è morta. »
Si voltarono tutti verso i resti dell’espada numero tre, morta per adempiere ai suoi doveri di arrancar. Caliel in particolare, si chinò verso di lei, cogliendo un po’ del suo sangue.
« Mi dispiace, Halibel. » disse.
Aizen, invece, sviò velocemente l’argomento. « Caliel. »
La ragazza rispose prontamente. « Sì, signore? »
« Sei stata fantastica. »
« La ringrazio. »
« Qui ci vuole una riunione straordinaria. Torniamo a Las Noches. »
Gin capì subito. « Non dovremmo aspettare almeno i funerali della povera Halibel, Aizen? »
Lui ricambiò il sorriso, dicendo che c’erano cose ben più importanti.
Alla riunione ci furono un paio di cambi di posto; Caliel era seduta al posto di Halibel, uno dei tre posti liberi, mentre Ulquiorra fece a cambio con Nnoitra, sedendosi accanto a lei; in quel caso era meglio starle vicino.
Caliel era emozionata; era la prima volta che partecipava a quel genere di riunioni, in cui di solito potevano presenziare solo gli espada. Le venne servita una tazza di tè, come tutti i presenti, e poco tempo dopo Aizen si accomodò al capo dell’enorme tavolo rettangolare.
« Bene, signori. La riunione straordinaria può avere inizio. » disse. « Come avrete saputo, Halibel ci ha lasciati, ma non è stata una morte inutile. » indicò Caliel. « Oggi, Caliel Lenain Khethel ha raggiunto la sua resurreciòn. Fatele un bell’applauso. »
Neanche fossero stati a Hollywood, ci fu un piccolo ma fragoroso applauso, e Nnoitra, per scherzare, fischiò anche. Grimmjow fece giusto una smorfia, applaudendo per due secondi.
« Purtroppo solo Ulquiorra e Stark hanno avuto il privilegio di vederla, ma potrete farvi raccontare quanto è meravigliosa, letale… Forte. Anche Gin potrà confermarlo. » fece una piccola pausa sorseggiando del tè. « Capirete dunque che non è ammissibile tenerla ancora come fracciòn di chicchessia. » guardò Caliel, facendola alzare. « E’ un nuovo giorno per te, Caliel… Nuovo espada numero tre. »
Tutti rimasero a bocca aperta; Grimmjow soprattutto, non voleva proprio crederci. Gli unici a restare impassibili furono Stark e Aizen; persino Ulquiorra spalancò leggermente gli occhi. Forse non si aspettava per lei il terzo posto.
Caliel, emozionata, chiese. « Sta… Sta dicendo che sono… Un espada? »
« La numero tre. » ripeté Aizen.
Caliel avvertì gli sguardi di tutti; la maggioranza forse era contraria a quella promozione. Ulquiorra era imperscrutabile; non sapeva dire con sicurezza se era favorevole o no. Ma mi sentì in soggezione, e si chiese se era adatta a quel compito.
« Le sono molto grata, signore… » disse con imbarazzo, giocherellando con le dita. « Ma un terzo posto… Mi sembra esagerato… Ecco, io non ho nulla di più forte rispetto alla gran parte dei presenti. Ecco, il nono e il settimo posto sono liberi… »
« Non dovresti sminuirti, Caliel. »
« Signore, apprezzo davvero, ma… Io non sono più forte di Ulquiorra. » a quel punto il ragazzo sussultò, cercando di evitare gli sguardi di tutti. « Io sono la fracciòn di Ulquiorra Schiffer… Non posso essere sopra di lui… Promuovete lui a terzo posto, oppure… »
« Piantala, donna. » lei si zittì subito. « Ti ricordo che meno di un’ora fa hai ucciso un congelado. » si alzò in piedi, richiamando l’attenzione di tutti. « Quello che dice Aizen è giusto; questa ragazza ha raggiunto risultati eccellenti, ha raggiunto la resurreciòn, e ha combattuto straordinariamente. Ha ucciso un essere come Alrick in nemmeno dieci minuti. Per come la vedo io , merita di essere la nuova espada numero tre; anche perché la sua potenza, ora come ora, ha molto in comune con quella della defunta Halibel. »
Tutti bisbigliarono tra loro, ancora increduli e restii ad accettare quella nuova entrata.
« E se finisce come Luppi? » chiese Barragan. « Ricordate quanto sia stato inutile? »
« Luppi peccava di presunzione. » disse a quel punto Stark. Dato che era il numero uno tutti stettero a sentire con grande attenzione. « Posso assicurarvi, signori, che quando ho visto la vera forza di questa donna, ho avuto la pelle d’oca. » rimasero tutti impressionati di fronte a quelle parole, tranne Grimmjow, che sbuffò senza farsi vedere da nessuno.
Dopo un lungo silenzio, in cui nessuno metteva più in discussione la parola di nessuno, Aizen, sorridendo, disse. « Allora siamo d’accordo. Caliel, d’ora in poi quello è il tuo posto. Ora vai da Gin… Hai un tatuaggio da farti fare. Ah, Ulquiorra, accompagnala a cambiare sistemazione; non ha più senso che viva sotto il tuo stesso tetto. »
Lui non sembrava avercela con lei per essere stata promossa a un grado più alto del suo. Aveva sempre la stessa espressione, lo stesso modo di fare, ma lei non riusciva ancora a crederci; espada numero tre. Roba da matti, impensabile, si diceva.
« Non starci a pensare troppo su. » disse Ulquiorra, accompagnandola ad una stanza più avanti della sua, su cui era appeso il cartello col numero tre. « Consideralo un onore. »
« Lo so. » rispose Caliel.
« Guarda che non me la sono mica presa. Parlavo sul serio, in riunione. »
La fece accomodare nella sua nuova dimora; enormi stanze, arredate secondo un gusto tipicamente femminile, con dei mobili candidi, enormi specchi, un enorme finestra e un enorme letto, con delle coperte candide a una miriade di cuscini. Non credeva che Halibel fosse il tipo da avere quei gusti.
« Da oggi la tua stanza è questa. Puoi anche prenderti delle fracciòn, se vuoi. »
Era vero, ora che ci pensava; poteva scegliere un servitore e dirgli tutto quello che voleva. Solo a pensarci, si emozionava; dalle stalle alle stelle, insomma. Benvenuta in un nuovo mondo, Caliel.
« Ora andiamo, donna; dobbiamo farti tatuare il numero, e poi tornare sul mondo degli umani. »
Caliel, quando si trovò davanti a un Gin sghignazzante e davvero poco rassicurante, andò nel pallone, senza contare che, quando era umana, le avevano sempre detto che i tatuaggi facevano un male cane. Ma poi, gli espada si facevano i tatuaggi come i normali esseri umani?, si chiese. Sperò almeno che non usassero zanpakuto o tecniche strane. Poi Gin, a quanto sembrava, era un tuttofare; Ulquiorra le aveva detto che aveva realizzato lui gli abiti di tutti quanti, che aveva organizzato tutta l’architettura del palazzo, e a quanto sembrava sapeva anche tatuare.
Ulquiorra si accorse del disagio della ragazza.
« Hai fatto fuori un congelado che ha ucciso chissà quante persone, più un espada, e ti spaventi davanti a un tatuaggio? »
« E’ diverso, va bene? » sbottò lei. « A te ha fatto male? »
« No, ho solo sentito un leggero formicolio sul petto. »
Aveva scelto di farselo tatuare sulla coscia destra, così da poter coprire il numero con la calza alta. E in effetti, non le fece granché male; Gin era stato bravissimo, per quanto il suo ghigno era in grado di spaventare chiunque, ma, come aveva detto Ulquiorra, sentì solo un leggero formicolio.
Quando arrivò sulla Terra notò che, anche usando un gigai, il tatuaggio rimaneva; non faceva altro che riguardarselo, davanti allo specchio della stanza, un numero tre grande quanto la sua mano. Ancora non ci credeva di essere diventata la numero tre e di non essere più la fracciòn di Ulquiorra.
Constatò che anche Ulquiorra aveva il tatuaggio visibile, visto che bussò alla sua porta senza maglietta.
« Sistema in fretta le tue cose, donna; domani leviamo le tende. Il nostro compito è finito, non c’è più ragione di restare qui. »
« D’accordo… » un po’ le dispiaceva lasciare le amicizie che aveva lì, Sharon, Phil, Mandy. Lei sicuramente non se la sarebbe mai dimenticata. E a proposito…
« Ulquiorra, guardiamo un film insieme? »
« Sbrigati a scendere, allora; ho già messo nel lettore Sherlock Holmes. »
Il mattino dopo per Caliel fu un po’ difficile salutare tutti i suoi amici, e dare una spiegazione valida; disse che Ulquiorra aveva trovato un lavoro migliore all’estero. Questo causò un inevitabile shock a Mandy, e oltretutto se ne andava una sua cara amica.
Caliel si intenerì a vederla così. Corse da Ulquiorra chiedendogli di andare a salutarla.
« Perché dovrei? » chiese, già pronto a partire per Las Noches.
« Perché lei è innamorata di te. »
« Ma io no. » rispose lui con indifferenza.
« Sii gentile, dai; tanto non la vedrai più! arriverà tra poco, per darmi un ultimo saluto, vedi cosa puoi fare. »
Mandy arrivò a casa Schiffer con un piccolo pensierino; una scatola di normali cioccolatini, senza forme di cuori, con un dvd del film Fight Club. Li diede ad Ulquiorra con fare timido, mentre lui osservava senza nessuna espressione particolare la scena.
« Ecco… Ho pensato che non ce l’avessi… Perciò… Te l’ho comprato… Visto che ti piace il cinema… »
Caliel era rassegnata al fatto che Ulquiorra non avrebbe fatto nulla, e invece la sorprese; lui sospirò, prendendo il regalo e dicendo. « E’ un pensiero molto carino. Grazie. »
La ragazza arrossì, e fu sorpresa da un gesto del tutto inaspettato; Ulquiorra si avvicinò, dandole un bacio sulla guancia. « Addio, Mandy. » disse.
Lei trattenne le lacrime, arrossì all’inverosimile, balbettò un saluto striminzito e corse dalla sua amica per abbracciarla e lasciarsi finalmente andare ad un pianto liberatorio, sia per dispiacere per la loro partenza, sia per un’immensa felicità nell’aver ricevuto un bacio, anche se sulla guancia, da lui.
« Quante futilità. » disse Ulquiorra, non appena la ragazza se ne andò. « Però tornare qui mi ha fatto tornare in mente una cosa che devo assolutamente fare a Las Noches. »
Infatti, non appena tornarono a casa, chiese ad Aporro di costruirgli un televisore con lettore dvd annesso; da Seattle si era portato tutti i dvd che aveva comprato, più il regalo di Mandy, e sembrava intenzionato a guardare film anche a Las Noches.
Caliel non lo snobbò mai, ma era intenerita da quella passione che era nata in lui, e che persisteva.

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@ Liar: Grazie infinitamente!
@ Celia93: Sono davvero contenta e onorata del fatto che Caliel ti sia piaciuta talmente tanto da averle fatto un disegno! Mi piace un casino, grazie mille! Spero che ti piaceranno anche i seguenti capitoli!

  
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