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Autore: Doralice    27/05/2010    5 recensioni
Foster, mantenere la distanza. Gill, superare la linea. Certo Cal non si sarebbe mai aspettato che la linea l'avrebbero superata in quel modo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crossing the border*



Cal? –

Ti volti un momento: – Sì? –

Gillian non risponde. Resta lì, nel vano della porta, e ti guarda. La vedi con la coda nell'occhio mentre stai leggendo i dati sul monitor.

La settimana prossima è il mio compleanno. – annuncia.

Lo so. – ti volti di nuovo verso di lei, la scruti un attimo – Vuoi un aumento? –

Lei sorride: uno di quei sorrisetti di rimprovero che fa solo a te. Lo sapete tutti e due che stai svicolando. Non ci vuole la tua scienza per capire che sta per sganciare una bomba.

Glielo dici: – Hai l'aria di chi sta per sganciare una bomba. –

Si siede sulla poltrona e ti guarda. Ti guarda e basta. E ti senti aperto in due come una mela. È tragicomico, ma hai l'impressione che sia così che si sentono le persone quando sei tu che guardi loro.

Gill, ti senti così quando ti guardo?

No, lei no. Per fortuna.

Ti accomodi meglio sulla sedia: – Che c'è Foster? –

Foster, mantenere la distanza. Gill, superare la linea.

Sai quanti anni compio? – ti chiede chinando appena la testa con quella sua aria birichina.

Ti scappa un sorriso. Devi distogliere lo sguardo quando fa così: è abbastanza brava da leggere cosa c'è sotto il divertimento.

È abbastanza lei da saperlo e basta.

La domanda di riserva? – abbozzi agitando la mano.

Stai facendo l'evasivo. – ti fa notare.

Quanto le piace coglierti in fallo.

Ventotto? –

Ride. E arrossisce. Ti chiedi se esista qualcosa di più bello. Bello nel senso di unico.

Ventinove?! – esclami sporgendoti verso di lei – No, dai, non ci credo. –

Alza gli occhi al cielo: – Cal... –

Cosa? – fai alzando le sopracciglia – Cosa? Lo so come vanno a finire questi discorsi. Ho avuto una moglie. Qualsiasi risposta sarebbe sbagliata. –

Stringi le labbra e scuoti la testa.

Ne avevo ventinove quando ci siamo conosciuti. – dice improvvisamente malinconica – Fai un po' i conti. –

Sospiri: – Già. –

Già. – ti fa eco.

Non ti guarda più. Lo sai a cosa sta pensando: le stesse cose a cui pensi tu in questi patetici momenti. Linee, sguardi, confini, espressioni, gesti, parole non dette.

Dai Gill. Dimmi. –

Gill, superare la linea.

Si riscuote e torna a guardarti.

Con Alec non si poteva neanche parlarne. – ti dice, e il groppo ti sembra di sentirlo nella tua gola – Ma questo lo sai già. –

Resti in attesa. Ci sono dei silenzi tra di voi che nessuna parola potrebbe colmare. Sono quelli in cui i confini si fanno più labili e l'aria sembra come rarefatta.

Secondo i medici il problema non è mio. – lo dice così, senza risentimento.

C'è solo rassegnazione e tanta, tanta delusione in lei. Ti fa male il cuore a vederla così: ti fa proprio fisicamente male.

Dieci anni di matrimonio. – sospira – Dieci anni... e non ho mai osato dirglielo. Per non fare un torto a lui, capisci? –

Sì, capisci. Quella è la Gillian che quando tu perdi la testa interviene con la sua dolcezza a sistemare le cose. Che affronta un caso con competenza anche se la inquieta. Che ti lascia andare anche se ha paura. Quella è la Gillian lontana anni luce da te.

La cosa che non riesci a capire è come possa essere così serena. Ma il perché l'abbia fatto, quello sì che lo capisci.

Certe verità incrinano i rapporti. –

Ma che saggio che sei. Stai davvero giustificando dieci anni di sofferenze e incomprensioni?

Come il consumo di droga. – commenta cinica.

Quella Gillian, invece, è un po' troppo simile a te.

Scrolli le spalle: – Eh, anche. Ma non sei qui per fare sarcasmo, mh? –

Ti guarda e questa Gillian non l'hai mai vista. Praticamente l'hai già capito cosa ti chiederà e non sei in grado di darti una risposta.

Stai per sganciare la bomba? –

Domanda retorica. Infatti ride di nuovo. E malgrado tutto ridi anche tu.

Se devo fare un bambino, non voglio farlo con un anonimo donatore. –

Bam! Sganciata.

Uno in certi casi non si aspetta mica quell'aria così sicura.

Cal Lightman, questa sarebbe la prima volta che ti imbarazzi in vent'anni.

Ho ricevuto proposte sessuali più strane. – commenti.

Sorride. È grata del fatto che sei ancora in grado di sdrammatizzare. Ne sei grato anche tu, a dire il vero.

Incroci le braccia sulla scrivania e la osservi. Adesso è lei a restare in attesa, ed è molto più tranquilla di prima.

Non era così che me l'ero immaginata, però. –

Lo dici con voce un po' troppo bassa. E allusiva. Di solito non parli così: te lo sta dicendo anche lei nel modo in cui schiude le labbra.

Avresti mai pensato di arrivare a questo punto? No, sei il tipo che non pensa ad eventualità remote, ma a realtà concrete.

E come te l'eri immaginata? –

Te lo chiede candidamente. Sul serio: è candida. Intreccia le dita sulle ginocchia, tutta nervosa.

Se glielo dici resterà così? Avete lavorato insieme per quanto, sette anni? Fin'ora sei riuscito a non contaminarla. O forse è lei che sa come evitarlo? Ora che ci pensi, non sarà lei che sta contaminando te?

Tocca fare l'evasivo.

Diversa. –

Lei stringe appena gli occhi: – Bugiardo. –

C'è qualcosa nel suo volto che ti sfugge. Se sta cercando di nasconderti ancora qualcosa, forse è venuto il tuo turno di sganciare la bomba.

È che a me i figli escono meglio col metodo tradizionale. – dici nascondendo abilmente l'agitazione – Ma si può risolvere, eh. Cosa fai questo weekend? –

L'idea ti mette ansia? – ti chiede.

Lo dice con la stessa aria dolce e materna con cui spolpa i soggetti dei vostri casi. C'è solo un'altra dozzina di particolari in lei che ti danno una chiara idea di come ha preso la proposta.

Sì. –

La verità funziona sempre.

Sgrana gli occhi: – Davvero? –

È più stupita dalla tua ammissione che dal fatto in sé.

Davvero. – annuisci.

Scuote la testa: – Se non te la senti... –

No no no. – la interrompi – Me la sento. Sul serio. Sarà un piacere. –

Non l'hai detto davvero.

Si porta una mano alla bocca e ride: – Cal! –

L'hai detto davvero.

Se preferivi una battuta sul regalo di compleanno... –

Si alza e si stira la gonna.

Questo weekend sono libera. – annuncia orgogliosa, la segui con lo sguardo mentre esce dal tuo studio – Portami in un posto carino. –

Vi sorridete. E che cosa non c'è in quel sorriso. Linee, sguardi, confini, espressioni, gesti, parole non dette. Parole dette.

Ok tesoro. –

Si chiude la porta alle spalle. E tu ti trovi a pensare che i confini, a volte, non ce ne rendiamo conto, ma li abbiamo superati nel momento stesso in cui li abbiamo costruiti.

   
 
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