DOLCENOCE
qui dove non fa mai buio e i
lampioni
i lampioni mi fanno le docce
di giallo e arancione
qui dove le macchine non si
fermano mai
e la gente è sempre lì che ti
guarda come cieca
qui dove sembra che niente
dorma mai
eppure tutto, io dico, dorme
un incubo da zombie
io sono la bellezza che non
ha mai sonno
io sono la regina della
fortuna che gira sempre
io sono la principessa delle
stelle che non si vedono
io sono la gitana che
potrebbe sfidare il cemento a piedi nudi
io sono quella che vortica
con la gonna a ventaglio
certe volte qualcuno mi
chiede il nome
allora sorrido a
qualcos'altro dietro di me
e porgo il cappello a chi ha
gli occhi più buoni
e sono come smeraldi, come
brillanti come zaffiri
un tesoro di rame e di oro da
poco dritto dritto nelle mie mani
dritto dritto
nelle mie mani belle senza anelli senza gioielli
ma gli occhi, quelli se li
vendessi mille compratori
ma la bocca se la offrissi
diecimila scommettitori
ma le gambe se le mostrassi
un milione di spettatori
ma la mia pancia se la
affittassi milioni di acquistatori
ma io se mi prestassi quanti,
tanti quanti albergatori
ma io sono di chi sono, io
son di nessuno, ma un po' di lui sì
ed egli non mi comprò, lui
non mi giocò a carte
lui non mi vinse alle corse,
non mi conquistò sulle piste
non mi offrì di tutto e
anche di più, nè mari nè
castelli
non mi scambiò con preziosi e
un cavallo nero come il carbone
non mi stregò con malie da
quattro bottoni bucati, no
lui passò e io andai con lui,
lui andò e ci accompagnammo
e certe volte mi sembra così
di passare la vita a cercare
da bere
e qualche posto dove dormire
la sbronza
ma certe volte mi sembra
com'è
cercare qualcuno su cui
parcheggiare per un po'
e fare di tutto tranne
pensare a domani
ma tu sei qui e allora niente
è un problema
noi che non abbiamo passato
noi che non abbiamo promesse
noi che non abbiamo proposte
noi che non abbiamo un porto
fisso
noi che abbiamo tutta la
libertà del mondo
così dici, e allora io so che
così è
il mio nome, il mio nome che
cos'è
un ritornello, uno scherzo
un ripieno dolce di guscio
vuoto
il suo nome, il suo nome ora
dov'è
vola nel vento e cade nell'acqua
e via, via si fa portare,
dritto fino al mare
io, io non sono un salmone
non risalgo le correnti a
primavera
io, io non sono buona da
mangiare
e chi mi rompe non trova
nessun tesoro
nessun segreto che si possa
raccontare
nessuna storia che si possa
nascondere
e chi mi rompe, chi mi rompe
che trova?
quattro ossa e due chicchi di
giada grezza
e chi mi scaglia, chi mi
scaglia dove lancia?
verso l'orizzonte, là verso
il mare blu
mi affido ai gabbiani amici
cari
ladri e vagabondi, come me,
come me
loro capiranno, loro mi
prenderanno nel becco
porteranno le loro ali
bianche al largo sul blu
mi lasceranno cadere come una
pietruzza
brillerà piano al sole del
tramonto
e sotto lo specchio che balla
andrò
a baciare il mio amore che
dorme tra le alghe
ad abbracciare l'altra metà
del mio orizzonte