Cattive compagnie.
-prima parte-
Amy prese ciò che doveva il più velocemente possibile, poi camminò spedita
lungo il tutto il mercato. Teneva il cesto con una mano e intanto si sforzava
di non pensare a ciò che aveva detto il vecchio.
Alla sua destra di apriva il borgo. Un piccolo mucchietto di case addossate
una all’altra e costruite senza schema preciso. La cittadina era piena di
vicoli stretti e tortuosi, non molto convenevoli a una fanciulla da sola. Lei
però non si lasciava impressionare e, appena poté, scappò alla calura di quel
giorno in un vicolo stretto e ombroso.
C’era un vecchia cartomante cieca seduta in un angolo, con un gattino nero
che le si strisciava sul braccio e tanti braccialetti ai polsi e sulle
caviglie. Amy li notò subito, così simili al suo, e subito si avvicinò
incuriosita senza fare il minimo rumore.
“avvicinati pure, non c’è pericolo.” tuonò la vecchia con gli occhi
spalancati.
Amy trasalì, e il suo cuore aumentò la corsa. La curiosità avvampò dentro
di lei, così si fece più vicina e, sotto ordine della cartomante, le si sedette
di fronte.
“cosa desideri?” le chiese la vecchia con voce sottile.
Amy non sapeva cosa rispondere, rimase in silenzio con le mani in grembo.
“ti posso dire quanti anni vivrai, quanti figli avrai e chi sarà tuo sposo”
aggiunse la vecchia.
Amy non rispondeva ancora, ma continuava a fissarla ossessivamente.
“se non rispondi, o non puoi parlare, oppure non ti interessa questo.” La
vecchia rimase immobile, come ascoltando il silenzio. “Sei una ragazza con
altri valori … è un bene.” Il suo sorriso era sinistro. “Fammi una domanda, e
io ti risponderò” disse la vecchia.
Silenzio. Amy era bloccata.
“domandami dell’ignoto, di ciò che non sai, e di quello che vuoi. E io
risponderò.”
La parola ignoto rappresentò per
Amy un enorme quantità di emozioni. Ammirava le storie fantastiche, le piaceva
ascoltare racconti irreali e storie di avventure. In più era sempre preoccupata
per quello che aveva sentito e che aveva visto la sera prima sulla Punta
Estrema.
Pose la prima domanda che le venne in mente, e pensò che fosse insignificante
e infantile. “che fine hanno fatto i pirati? Esiste la Magia?” chiese. Alle sue
preoccupazioni si era aggiunta anche la visione che aveva avuto.
La vecchia, Amy non capì se fosse una cosa reale, voltò il capo con uno scatto
e la ragazza si ritrovò con i suoi occhi chiari davanti. Trasalì, e un brivido
gelido le scese lungo la schiena. Sentiva il cuore batterle forte nel petto, e
tremava tutta.
“come?” chiese la vecchia e dopo un po’ spostò lo sguardo in basso.
“si dice che i pirati siano stati distrutti ma …” mormorò Amy. Stava per
continuare, quando la vecchia prese la parola di nuovo.
“sai chi dice questo?” disse con voce sottile. Amy sussurrò una risposta
sicura. Dal forte, dai soldati provenivano quelle parole.
“e allora puoi risponderti da sola.” concluse la vecchia con voce saggia.
Amy non capì. Per lei i pirati erano scomparsi. Tutta la loro razza, era così che la chiamavano gli
Inglesi, non esisteva più.
“i pirati per te e gli altri sono scomparsi perché gli Inglesi te lo fanno credere. Loro non diranno mai di aver perso, di
essere scappati dopo un solo scontro e di aver perso parte della flotta. Chiunque
non direbbe mai di aver perso, se nessuno potesse provare il contrario.”
Amy non capiva, eppure nella sua testa qualcosa acquistava forma. Era
impossibile che dei combattenti come i pirati fossero scomparsi. Come Amy la
pregava di fare nella testa, la vecchia riprese.
“i pirati ci sono ancora, piccola. Non tutti, certo … Ma ci sono.” Disse.
Sospirò profondamente e poi aggiunse: “ci sarà sempre gente coraggiosa, ma
considerata pazza, che sfiderà le regole per ottenere quello che i codardi non
vogliono rivendicare.” Lo disse con voce così possente e enfatizzata che Amy
tremò. Si aspettava quasi di veder spuntare delle vele scure all’orizzonte.
“cercano, cosa?” chiese la ragazza,
presa dalla conversazione.
La donna scosse la testa, ma non rispose.
Amy sospirò. “ma certo. La libertà … non è vero?” disse dopo qualche
secondo. Lo disse con voce stanca, perché era triste. Per lei non c’era
libertà, era destinata a sposare George, e l’unica ebbrezza che poteva provare
era girare per quei vicoli stretti e bui sapendo che in molti avevano paura di
farlo.
“presto potrai rivendicarla.” Sussurrò la vecchia, come se le stesse rivelando
un segreto.
Amy piegò la testa di lato. “come?” chiese “I pirati sono ricercati dalla
legge, e sono lontani. È impossibile.” Lo disse con convinzione, ma la cosa la
allettava.
“nulla è impossibile per colui sulla cui testa sventola una bandiera col teschio,
ricordarlo.” Disse la vecchia.
Amy si prese un colpo. Quella frase le ricordava qualcosa, come se l’avesse
già sentita. “quelle parole …” mormorò. La vecchia fece per rispondere, ma non
riuscì a continuare.
Dei passi di marcia echeggiarono nel vicolo. Delle voci sommesse di uomini,
il rumore delle armi, la voce del comandante.
La vecchia era già scattata in piedi quando Amy si rivoltò.
“presto!” le disse con enfasi. “scappa da quella parte!”
Amy non si mosse e anche se la donna la
spingeva verso il buio, lei opponeva resistenza.
La vecchia continuò e Amy finalmente
scoprì che fingeva di essere cieca.
“se i soldati ti scoprono a parlare dei pirati finisci sulla forca!” le sibilò
ad un pelo dal viso.
Amy arretrò spaventata, tremando.
“non avere paura, piccola.” Le disse la vecchia. “Confida in chi avrai
accanto e credi nel tuo coraggio. I pirati ci sono ancora … tu lo sai, devi
solo crederci.”
La cartomante prese il bastone e andò veloce ma con andatura dinoccolata verso
il buio in fondo al vicolo, mentre il gatto correva davanti a lei.
Amy sentì il cuore salirle in gola. Si nascose nel buco di in una finestra
abbattuta, completamente al buio. Vedeva le ombre dei soldati che camminavano
fianco a fianco, e ne contò cinque.
Amy si spinse sempre più in fondo senza rendersene conto. Agiva spinta dalla
paura, l’istinto le diceva cosa fare.
Uno dei militari prese in mano lo straccio su cui era seduta la vecchia, e lo
mostrò ai compagni. I soldati cominciarono a guardare in tutti i cunicoli che
si aprivano sul vicolo.
Amy restò un attimo paralizzata, ma vedendo le canne dei fucili ad altezza
d’uomo, si voltò e corse al buio alzando la gonna fino alle ginocchia per non
cadere.
Emerse dalle tenebre tremando dalla paura. Si ritrovò nel retro della locanda
meno malfamata del posto e tirando un sospiro di sollievo, ringraziò la sua
buona stella per averle dato il coraggio di scappare, e la fortuna di trovarsi
in posto che conosceva abbastanza bene. Dopo una breve sistemata a capelli e
cesto con gli acquisti, chiedendosi come avesse fatto a portarselo dietro nella
fuga, tornò nella via del mercato.
Si ricordò dove si trovava, e di un vecchio che stava sempre sui gradini
fuori dalla taverna. Raccontava sempre storie di pirati e Magia. Amy voleva
sapere di cosa parlava la cartomante dicendole che i pirati c’erano ancora e in
più era sempre più preoccupata per le sue visioni e la tempesta. Per questo
sperò di trovarlo al solito posto.
Con sollievo Amy trovò il vecchio al solito posto, sui gradini fuori della
taverna con una bottiglia vuota in mano.
Lei lo salutò con un inchino del capo mentre lui alzò una mano. Era sempre
così tra di loro. Non c’era rapporto tra i due se non per le storie che lui era
solito raccontare e che ad Amy piaceva ascoltare.
Amy non disse nulla, né si sedette, ma lui cominciò come al solito a
parlare senza essere interpellato: “che tempesta ieri, vero?” non attese
risposta e riprese. “non se ne vedono di così che alla stagione dei tifoni,
vero?” aggiunse.
Amy, questa volta fu svelta a parlare: “era così violenta, non mi è
sembrato …”
Lui biascicò: “ma certo, con il tempo così solo un pazzo spiega la vele
della sua nave, oppure bisogna essere completamente senza ragione …”
Amy allora pensò che il capitano del veliero che aveva visto non doveva
sapere cosa stesse facendo. Stava per fare una domanda quando il vecchio
continuò: “dicono che in una notte come quella sia morto il Pirata Morgan”
Amy sussurrò un: “chi?” appena accennato e non si accorse neanche che
quello era lo stesso cognome di Stephanie.
“il Pirata Morgan, signorina, il proprietario
del tesoro più ricco e immenso della storia …” sospirò, e i suoi occhi ebbero
un luccichio. “peccato sia ben nascosto, però …” disse rigirandosi la bottiglia
tra le mani.
Amy non capiva, era molto confusa. Per di più l’ultimo accenno al tesoro
non faceva altro che acuire la sua curiosità, e distrarla da quello per cui
aveva iniziato quella conversazione. Non riusciva a capire di chi fosse la nave
del giorno prima. Pirati, era quello che aveva pensato subito, e forse era
l’unica possibilità comprensibile.
Il vecchio aveva detto che bisognava essere pazzi per uscire al largo con
una tempesta simile, ma Amy sapeva che ai pirati non serviva essere pazzi per
affrontare una tempesta, bastava essere molto testardi. Amy escogitò un modo
per farsi dare qualche informazione in più. “ma erano possenti, le onde, solo
vicino alla costa, o anche in mare aperto?” chiese.
“soprattutto in mare aperto,
fanciulla, il nostro porto è in una conca, per questo le onde non hanno fatto
gravi danni alle imbarcazioni. E poi c’è l’isola.” Rispose il vecchio indicando
la macchia scura dell’isola di Gonàve, che fronteggiava la costa di
Port-au-Prince.
Amy sentì la sua curiosità crescere. Tutte le risposte che on la
soddisfavano non facevano altro che aumentarla.
“sapete se per il matrimonio è arrivato qualche ospite in nave, ieri
notte?” continuò Amy, per smentire quei pensieri sempre più funesti sui pirati
e le sue visioni. Se ci ragionava, le “cattive compagnie” di cui parlava lo
stalliere potevano essere i pirati, chi altrimenti? Il suo cuore riprese a
battere più forte.
“no, solo questa mattina” rispose il vecchio. Se possibile, il cuore di Amy
cominciò a battere ancora più forte. “oppure ieri, nel primo pomeriggio. Gli
altri in carrozza, dall’interno. Perché mi fate tutte queste domande?” chiese
il vecchio.
Amy rabbrividì, l’uomo sembrava ubriaco, ma era molto lucido e l’aveva
scoperta subito. In effetti era un po’ strano che una domestica chiedesse di
navi e tempeste.
Così Amy si inventò una scusa su due piedi: “… ehm … mancano ancora un paio
di ospiti per andare alla Messa e volevamo sapere se forse voi li avevate visti
al porto.” Non le piaceva affatto la situazione in cui si era cacciata.
Lui fece una pausa di riflessione, guardandola da sotto in su.
“non vorrete che si siano persi nella tempesta, vero?” incalzò Amy.
“beh, potete stare tranquilla, di navi ieri notte non ne ho viste nemmeno
una …”
Amy tirò un sospiro di sollievo e si allontanò. Solo vedendola andare, il
vecchio le disse dietro: “… bisogna cercarle, per trovarle, le Ombre …” le
orecchie di Amy riuscirono a sentire quella frase, ma servì solo a confonderla
ancora di più.
Sara camminava sempre più svogliatamente per la strada, sbuffando di tanto
in tanto. Aveva lasciato la via con i mercanti di stoffe e di gioielli, si
stava avvicinando a quelli che vendevano gli alimentari e del pesce, ne sentiva
l’odore fin da lì. Si era impossessata di altre due collane e un gruppo di
braccialetti d’argento, ma non era molto soddisfatta. In effetti si annoiava a
morte.
Vide una ragazza alta e magra, con i capelli rossi che stava pagando
davanti a un pescatore un po’ anziano, con i capelli brizzolati, i denti quasi
del tutto marci, gli occhi spenti e la pelle grinzosa e abbronzata di chi sta
sempre al sole. Sara si fece più vicina per ascoltare la loro conversazione,
visto che non aveva altre cose da fare, e quella ragazza la incuriosiva.
Il pescatore stava dicendo: “… e Stephanie?… povera ragazza … Gli voleva
bene al padre, dicono che in una tempesta sia naufragato con tutta la ciurma e
solo uno sia riuscito a raggiungere la terra. Glielo avete già detto?”
Anne abbassò lo sguardo e la voce le traballò “Katherine lo ha detto a me
ed Amy solo l’altro ieri, Stephanie era troppo felice per il matrimonio, è una
che si entusiasma subito … no, non ci siamo riuscite.”
L’uomo annuì e si inchinò. “avete fatto bene. E’ giusto dire la verità, ma
bisogna trovare il momento più adeguato per farlo.”
Proprio in quel momento da dietro Anne spuntò il viso tondo di Amy, che
aveva finito gli acquisti.
“Ossequi miss Right” la salutò il pescatore. Le parole gli morirono in gola
quando si trovò a dover salutare Amy, orfana che non aveva cognome e famiglia.
Per venirgli incontro la ragazza gli sorrise e concluse: “Amy, soltanto Amy.”
Le ragazze si allontanarono dividendosi gli acquisti tra i due cesti che
portavano.
Dalle loro spalle risuonarono ancora le parole del pescatore: “avete
dimenticato il ciondolo Amy!” la richiamò. “dov’è la vostra madreperla?”
Amy spiegò che lo aveva preso Stephanie e del matrimonio e con un gesto
della mano si congedarono.
A Sara si illuminò tutto il volto e gli occhi le brillarono. Finalmente
aveva trovato la ragazza che cercavano, lei poteva togliersi di dosso quell’ odioso
vestito e andarsene da qual borgo monotono.
Corse senza ritegno per il mercato in cerca di Mary e la trovò appostata davanti
ad un mercante di stoffe intenta a controllare una ragazza con occhi attento.
“puoi anche smetterla.” Le disse appena raggiunta. “l’ho trovata.” sorrise soddisfatta
mentre Mary la afferrava per un braccio. “ma ne sei sicura? Te la ricordi la
descrizione?”
“certo che me la ricordo.” Sbottò Sara offesa. “e comunque sono entrata
nella sua mente, so quello che faccio.” In realtà non era mai totalmente sicura
che la sua Magia funzionasse, ma non lo avrebbe mai ammesso davanti a Mary.
Sara le disse di seguirla, poi provò a descrivere Amy, perché Mary era
scettica. “il ciondolo non lo aveva, ma un pescatore ne ha parlato riferito a
lei. L’età è la mia, o almeno credo. Capelli scuri … occhi non mi ricordo … ma
si fa chiamare Amy, non Michelle.”
Mary rimase un secondo a pensare, e mentre camminava a passo svelto con la
figlia borbottò: “e come può sapere il suo vero nome se aveva meno di un anno
quando l’ha lasciata qui!”
Le due piratesse raggiunsero un sentiero che si snodava su una leggera
collinetta, dove case e mercanti diventavano rari e c’erano pochi passanti. Non
persero le ragazze di vista per un attimo, e le seguirono ad una discreta
distanza, per non farsi notare.
La stradina che seguivano portava alle colline più interne all’isola, ma dopo
una svolta si raggiungeva la grande villa. Mary osservò con occhio esperto il
panorama. Dietro la villa c’era un piccolo tratto di spiaggia e poi il mare.
Alla destra si ergeva un basso monte roccioso, su cui era stato costruito il
forte. Mary notò che da lassù la baia dove avevano attraccato poteva benissimo
non esistere, visto che era completamente nascosta. Fu fiera della scelta del
capitano, per una volta.
Cara Hivy, mia cara sorellina... grazie per i complimenti, ma la parte sui personaggi potevi anche evitarla (...scherzo, dai) mi fa piacere sapere che ti piace!
Nemesisi 18... che bello risentirti di nuovo. farò come dici, non smetterò di aggiornare.... grazie ancora di tutti i complimenti! ..non vedo l'ora di recensire le tue storie!!!
Cabol.. grazie veramente di cuore per seguire questa storia e continuare a recensirla, è sempre bello leggere i tuoi commenti... per quanto riguarda i complimenti sui personaggi, non sai quanto ne sono felice, perchè la mia paura era proprio quella di lasciare in secondo piano qualcuno rispetto ad altri... e invece l'idea del film di pirati.. che bello! appena l'ho letto sono saltata sulla sedia, perchè l'atmosfera da film di pirati era proprio quella che volevo creare... sono così felice di esserci riuscita!
spero che anche agli altri lettori piaccia questa storia, e che continuerete a seguire e recensire...
a tra poco per la seconda parte!!
ciaoo
Archer