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Autore: cocochokocookie    01/06/2010    7 recensioni
L'orgoglio ferito da parole di sottovalutazione, desideri di conquista che portano anche ad andare contro amici di vecchia data, e la presunzione del potere che scorre nelle vene. Ma la superbia non sempre veleggia su acque sicure, nella Storia di un Impero.
[Siglo de Oro]
Genere: Generale, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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| Imperio Mutilado ~ Mentiroso | Cap. 1
http://i49.tinypic.com/2lder7n.jpg
Rating Capitolo: Green [qualcuno potrebbe uccidermi, per le origini del termine :'D]
Personaggi:Antonio Fernandez Carriedo ~ Reino de España | Lovino Vargas ~ Italia Romano ◊ Stato del Vaticano | Arthur Kirkland ~ United Kingdom | Kjeld Bergkamp [non ho trovato il nominativo ufficiale, un pò come Lichtenstein, 'sto povero Cristo. Se qualcuno ha correzioni, ben vengano, almeno sistemo 'sto povero Paesi Bassi] ~ Koninkrijk der Nederlanden [Spesso questo Paese viene tradizionalmente chiamato Olanda, identificandolo con la regione storica su cui il regno si estende, sia in lingua italiana che in numerose altre lingue straniere. Questa denominazione, maggiormente diffusa in passato, non è corretta, in quanto la parola Olanda indica una regione, divisa in due province chiamate Olanda Meridionale e Olanda Settentrionale, che è solo una parte dei Paesi Bassi —e aggiungo: OH!] | Hohnihohkaiyohos Nodhi Sahale ~ Impero Maya [apparizione flash :'D | sì, anche io AMO il suo nome >>''']
Nota: Conclusione del XVI secolo
Osservazioni personali: No, non succede poi molto in questo capitolo, è l'ennesimo di transito, sono cosciente di quanto questi possano snervare, ma sono essenziali per non andare completamente allo sbando sul filo storico della vicenda, e poi c'è un personaggino nuovo, su :'D ~ e dieci punticini per chi becca l'ipotetico proseguimento di entrambi i filoni principali introdotti qui >O<.


Imperio mutilado
PREFERENCIAS

« Noi nazioni non siamo nate per avere dei sentimenti che siano tali. Noi siamo il popolo, il volere delle genti che si sentono fratelli tra loro, operiamo a loro favore e nell'interesse dei loro desideri.
Come il Sacro Romano Impero ricerca l'oramai dispersa potenza dell'utopia europea di Roma, altrettanto cocciutamente Spagna sta agendo per ottenere il prestigio che gli è sempre stato negato.
In tutto ciò non calcolano però una cosa, Mister:
essere assoggettati ad altri nostri simili comporta la massima delle frustrazioni, sfruttare il proprio popolo perché non si è riusciti a difenderlo per primi è probabilmente la più grande onta per qualcuno come noi. »

Per quanto, nonostante tutto, Francia e Prussia avessero tentato di limitare la fuoriuscita di notizie, l'Europa tutta era stata colta di sorpresa dal resoconto del conflitto nel Canale della Manica e, chi poteva, ne approfittò.
Lo aveva visto passare, pochi giorni prima dell'inizio della sua disfatta, probabilmente, al ricordo della flotta che seguiva il galeone principale sul quale spuntava rigido il ragazzo dal cappotto vermiglio.
Aveva qualcosa di odioso, quella Nazione. Qualcosa di malato, di morboso, mentre guardava il mare.
Sulle frastagliate coste del suo Stato sottomesso, l'arrugginito attrezzo agricolo in mano, aveva osservato Matamori sorpassarlo senza degnarlo di uno sguardo, se non con la coda dell'occhio, ed allora le parole d'Inghilterra serpeggiavano nuovamente alle sue orecchie, tra i campi di lavoro coloniale.
Erano tutti al corrente delle motivazioni che avevano spinto Spagna ad attaccare Inghilterra, a rispondere alla sua dichiarazione, invece che attenderlo alle proprie porte, per sbaragliarlo, perfino Norvegia poteva dirsi perfettamente informato: i commerci con le Americhe, il Triangolo Nero era costantemente sotto tiro di imbarcazioni illegali, di pirati inglesi, sostenuti segretamente —non poi così tanto— dalla corona di Londra; l'Inghilterra invidiava i possedimenti iberici nel Nuovo Mondo, guardava con avarizia e gola le navi traboccanti d'oro che varcavano le Colonne d'Ercole per giungere a Siviglia; e la monarchia aveva trovato il modo per distruggere ciò che Antonio aveva creato: attaccando le fondamenta stesse del potere di un impero coloniale, e le più vicine.
Si era presentato al suo indirizzo una mattina di non molto prima, con il suo ghigno spavaldo e la sua faccia da schiaffi.
Sì, aveva notato che chiunque avesse un minimo di potere rispetto all'interlocutore, sfoderava quel sorriso saccente. Da trucidare, a suo dire.
« Immagino che essere colonia del rinomato Impero spagnolo comporti delle rendite personali davvero incalcolabili, Nederland, o sbaglio? » aveva esordito. Non era poi così sottile come con altre potenze, riteneva evidentemente che lui e la sorella, in quanto sottomessi ad altri, non potessero cogliere frasi allegoriche.
Aveva sbuffato, Kjeld non era il tipo da intrattenersi in troppe chiacchiere, le tasse erano alte, rispose, era una provincia, al momento.
« Oh, indi un ragazzino gode di più diritti di te? »

Non era abituato a tanta calma, non nell'ultimo periodo, per lo meno.
La scena che abbracciava il suo sguardo non era cambiata, casa sua era rimasta la medesima della sua infanzia, fondamentalmente variavano esclusivamente gli abiti di coloro che attraversavano le vie, poco distanti dall'ampia terrazza.
Sorretto alla ringhiera di marmo, Antonio osservava distrattamente la sua città, il suo paese, il suo popolo.
Socchiuse gli occhi, ripensando per l'ennesima volta all'infamia ed alla vergogna delle quali si era bagnato il capo con una sconfitta simile, serrando i pugni sulla pietra chiara ed alzando lo sguardo con freddezza, senza voltarsi nel sentir risuonare per i corridoi immensi il suo nome.
Non degnò d'attenzione l'ufficiale nemmeno quando questi fu alle sue spalle, trafelato quanto impegnato nel non far intendere alla Nazione la stanchezza e l'urgenza della sua venuta, tutti erano consci di quanto Carrideo fosse ancora provato dall'ultimo viaggio in mare.
Non indossava il bolero rosso, né tantomeno il cappello piumato, lasciando che la brezza marina che risaliva dalle insenature delle coste spagnole gli accarezzasse la pelle abbronzata rivestita della camicia di cotone lavorato, indossata solo per nascondere le fasciature.
Non accennavano a rimarginarsi, le dannate ferite.
« Signore? » Antonio sospirò impercettibilmente, ruotando il busto e storcendo il naso per il dolore, costringendosi a donare l'intera attenzione all'uomo in divisa. Al momento l'unica cosa che pensava era a quanto fossero scomode, effettivamente, le tenute dei suoi sottotenenti.
« L'ultimo gruppo di navi è tornato dalla spediz... »
« Quante ne mancano? » lo interruppe, lapidario.
« Solo una » concluse il soldato, incrinando appena il tono di voce, tingendo l'incolore rapporto di sfumature stanche e spossate.
Antonio gli si avvicinò, posando la mano sulla sua spalla, al che l'uomo sussultò, irrigidendosi nella posa ufficiale obbligatoria in certe situazioni.
« Bene » concluse la Nazione, rientrando e passandosi una mano fra i capelli, esausto dalle diatribe marittime e dalle difficoltà nell'amministrare territori tanto ampi.*
Uscì dalla stanza, imboccando una manciata di corridoi prima di scendere le scalinate della sala principale, varcando la soglia della Villa e camminando a passo veloce verso le piantagioni di prodotti amerindi, sul retro della propria abitazione, quasi nascoste.

Non lo ricordava tanto anziano, anzi.
Appoggiato ad una pala conficcata nel terreno fertile, un vecchio si sosteneva, scosso dai tremiti di una febbre inguaribile e con gli occhi opachi di uno sguardo soffocato.
« Maya » la voce altisonante che lo richiamò lo rese preda di un sussutlo maggiore degli altri, costringendolo ad erigersi nella sua statura, per quanto finito, era ancora dotato di orgoglio, per quanto cane lo reputassero, ancora non aveva intenzione di cedere, come ogni componente della servitù di quella villa tanto opulenta quanto ricolma di ingiurie per nativi sfrattati.
« Signore » replicò con voce neutra, reprimendo a stento il desiderio di sputare ai suoi piedi l'odio che covava oramai da decenni, verso la sua figura e verso le catene che gli chiudevano polso e gola, gelide in inverno e roventi nei mesi estivi, era una tortura sottile, almeno quanto le ustioni che presentava sulle braccia.
Lo sguardo dell'iberico fu inequivocabile, poco prima che si ritirasse, era venuto solo per quello, come altre volte gli aveva visto fare con compagni ora assenti.
Ricominciò a respirare solo quando non vide più i capelli scuri della Nazione imperiale, abbassando lo sguardo alle mani tremanti, sapeva cosa lo stava attendendo, lo sapevano tutti.
Ed allora iniziò a dubitare che fosse la speranza, l'ultima a morire.

Inutile dire che non aveva nulla da fare, se non camminare a vuoto nel giardino che oramai conosceva quanto le sue tasche.
Lanciò con rabbia uno dei ciottoli, incurante di eventuali bersagli mobili quale avrebbe potuto essere il proprietario stesso di casa.
« Dovresti fare più attenzione » commentò una voce alle sue spalle, alla quale Romano si volse con stizza, pronto a strillare che di attenzione e pazienza ne aveva fin troppe, erano gli altri che pensavano esclusivamente agli affari loro e non si guardavano attorno, ma riconosciuta la figura di Antonio si limitò a bofonchiare parole senza un senso preciso, irritandosi ancor più per non poter strigliare il superiore con parole adeguate.
Non si parlavano dal giorno nel quale i due stranieri l'avevano riportato a casa, non riusciva più a guardarlo senza ricordare le lacrime cocenti che scivolavano lungo le gote del ragazzo più grande.
« Mi annoio » concluse l'italiano, facendo perno sulla cantilena che da anni ripeteva, senza ricevere mai una risposta che si scostasse dalla presa di coscienza del fatto e basta.
« Hai mai visto Barcellona? » domandò quindi il maggiore, lo sguardo assente mentre spaziava in luoghi poco più lontani della piazza che gli si presentava dinanzi, ignorando l'espressione perplessa del piccolo.
« Non la voglio vedere la tua città, voglio tornare a casa e basta » concluse dopo poco Lovino, avendo collegato il nome ad una delle regioni segnate sulle numerose cartine geografiche disperse per l'abitazione. La prima volta che ne aveva vista una, l'aveva ridotta in pezzi.
« Sei già a casa, Romano » ripetè l'iberico per qualcosa come la trecentesima volta, mentre l'ufficiale di poco prima lo raggiungeva, ugualmente trafelato, se non di più, all'apparizione precendente.
« Signore... le Colonie del Nord » mormorò a fatica, sorreggendosi al portone aperto, alzando lo sguardo alla Nazione.
« È appena tornata una spedizione, lo hai detto tu stesso, arriveranno notizie più accurate con il temp... » rispose distrattamente Carriedo, mentre Lovino aggrottava le sopracciglia, gonfiando le guancie e fulminando l'uomo in uniforme. Tutte le volte che appariva qualcuno conciato a quella maniera, Antonio lo ignorava bellamente, la cosa lo snervava.
« Colonie europee, Signore. I fratelli. È la rivolta. » sussurrò, prendendo fiato ad ogni parola.









*= Nonno Roma fa ‘CIAAAAAAAAAAAAAO, compare *O*’

~ Risposta alle recensioni [qui qualche d'una è uscita di melone :'D]

Kagura91
Lieta di trovare poliglotte disseminate per l'Italia, io le colgo solo grazie ad amicizie messicane :'D
Inca è una bambina perché vedo nelle popolazioni amerindie un'ingenuità infantile, lei è tale appunto in rappresentanza del candore della disponibilità dei popoli nei confronti di coloro che poi si sarebbero rivelati carnefici, inoltre trovo le popolazioni amerindie del Sud America particolarmente colte, lei rappresenta anche il desiderio di scoperta e la curiosità tipica dei bambini ‘ficcanaso’, se così vogliamo chiamarli :'D, oltre a ciò, sottolinea anche il fatto che la differenza di trattamento tra le altre colonie e Romano non è dettata dall'età apparente, ma ad una preferenza insita in Antonio, tant'è che Inca stessa è trattata probabilmente peggio degli altri, perché su di lei incide anche il corpo da bambina nel lavoro forzato —çAç.
Davvero, tanti complimenti non penso di meritarmeli, sono imbarazzanti :'D.
Tutte le nazioni, eccetto Austria e la maggior parte delle Native Americane, sono rappresentate con un massimo di vent'anni per sottolineare i comportamenti egoistici, individualisti e menefreghisti che generalmente vengono associati agli adolescenti —vedasi Spagna ed Inghilterra con diciannove e diciotto anni :'D.
Nella scena con Impero Maya questi tenta un approccio civile con Romano, il quale è però terrorizzato dal ‘diverso’, come da Francia e dalla villa spagnola stessa, escluso Antonio, il quale fondamentalmente somiglia a Lovino, interpreta il gesto di Maya anche come un tentativo ipocrita, come quello di molti altri verso di lui.
...
'kai, forse della logica POTREBBE essera nascosta in questa pappetta informe di spiegazione, ma sorvoliamo :'D.
Colonia ed europeo, ma non solo, come hai detto tu, anche preferito tra gli europei, cosa che non fa piacere ad altri del continente assoggettati a Spagna.
OMA, ma che ho scritto? ;A;


Kurohime
Gilbo spacca eccome *-* [:'DDDDD], era palese che sarebbe arrivato 1- in grande stile; 2- come solo uno del Bronx dei film polizieschi potrebbe eguagliare :'DD
Grazie di cosa? X°D, grazie a te per la recensione :3

Assassin Panda
Diiiiciassette [la piccola vittoria di ridere agli NC17, BUOHAHAHA —come sono superficiale °-°], e graziegraziegrazie >O<.
Oh, tranquilla, non devi scusarti per recensioni mancate, l'importante è che tu sia felice di recensire >O< [che pensiero filo anarchico x°D].
Lo so, lo faccio spesso, purtroppo. Non so perché, ma uso un tipo di scrittura particolarmente interpretativo, ho dei seri problemi mentali, spesso i capitoli sono ‘in movimento’, come dice Samby :'D.
Il Bad Friends Trio è una delle mie basi di Hetalia, nun ce posso fà niente, li adoooro :'D, ed adoro il fatto che ogni nazione sia completa storicamente, storia che si riporta nei loro caratteri, e resa dei caratteri ipotetici che diviene Odissea :'DDDDD.
Sono contentissima che ti sia piaciuto sia il combattimento che Gilbo in versione bonbon :'D [...che brutta immagine X°DDDD].
GRAZIE >O<

la Crapa [la malata, aggiungerei]
Sono in superstraritardo, ma in questi giorni non ho proprio avuto tempo. Non ce l'ho nemmeno adesso perché dovrei studiare storia per l'interrogazione di domani, ma questi sono inutili dettagli.
Mi chiedo se tu non abbia ancora pubblicato il nuovo capitolo a causa del mio dolce o per semplice mancanza di tempo, ma voglio fidarmi di me e sperare che l'opzione sia la seconda. XD
Riguardo al capitolo di prima...Beh, si sa: Nonno Roma do it bettah!
Norbertoh! Chi non ama HP? Anche se l'epilogo mi ha fatto lanciare il libro fuori dalla finestra dal nervoso. Troppo banale! Era meglio se non lo scriveva affatto.
TU, DONNAH, tu terminerai questa fanfiction anche a costo della vita di... di Canada! (Tutti: chiii?)
Come sono andati gli esami? Anche se non ho molti dubbi in proposito: scommetto che sono andati a meraviglia, o per far contento Iggy, a gonfie vele -gonfie del ventaccio del Canale della Manica (Iggy: cough, English Channel, please.) che ha favorito la vittoria inglese sugli spagnoli.
Andando al sesto capitolo, sai com'è, vivendo una settimana in Germania si imparano tutte le parolacce peggori. Perciò posso comprendere la scelta del rating. XD
Mi è piaciuta molto l'introduzione: si passa dalla condizione del vincitore, eretto e sprezzante dall'alto del promontorio roccioso, a quella del perdente, "naufrago in se stesso" (frase stupenda).
Il nostro Gilbert mi è sembrato molto urtato dalla situazione, ma d'altra parte, chi non lo sarebbe?
La scena di Romano tutto preoccupato che si scaglia contro Francia, che fino a pochi attimi prima gli ha fatto venire i brividi dalla paura, è davvero adorabile.
Ho adorato Francia e la sua ironia, soprattutto alla domanda secca di Antonio, ritrovatosi i suoi due ex migliori amici davanti senza volerlo davvero. Peccato che il nostro iberico debba proprio comportarsi così. Il bad touch trio spaccava.
Ho già detto di amare Romano? Immagino di sì! Insomma, è troppo carino, lui e la sua ostinazione. <3
Mi è sfuggito il significato dell'ultima parte? Perché l'ebete Prussia ha detto quella frase con quel tono, appunto, ebete? Ho bisogno dei sottotitoli per i diversamente intelligenti. T__T
Ci vediamo al prossimo capitolo! <33

Non se mai in ritardo, anzi sono onorata di cispare tempo al tuo studio —TORNA SUI LIBRI! :'D—, e temo la tua speranza sia riposta nell'opzione sbagliata, ma sorvoliamo su queste ammissioni stucchevoli e proseguiamo con la risposta u_ù —e si svicola dallo zucchero :'D.
Nonno Roma era italiano, tanto basta uwù —schifosamente patriottica, lo so, lo so :'D [e devo smetterla di usare questa smile :'D].
Penso che la storia dei figli di Harry sia rimasta sullo stomaco a tutti: avrebbe potuto lasciare all'immaginazione, anzi, avrebbe fatto meglio, se questa era l'unica alternativa =A=.
IO, DONNAH, io sarò la causa della morte di Canada! :'DDDDD —ANCORA?! èOé.
Sono andati bene, Italiano, Storia e tutte le materie teoriche —E PURE EDUCAZIONE FISICA 'AAAAA' [panico]— hanno sopperito a mancanze sporadiche, quindi: YEAAAAH :'D —...—
OMA, io l'ho studiato alle medie, il tedesco, ho un'amica che passa più tempo che può in Francia ed un'altra con parenti messicani che mi riempie di spagnolo. A conti fatti, io risulterei il Gilbo della siturazione, mi manca solo un canarino obeso èWé —... sì, 113? Salve...—, almeno il raiting è azzeccato —ti rendi conto che Gil, in spagnolo, è una parolaccia? :'DDDD.
Arthur non accettava l'idea di non essere sotto i riflettori almeno per qualche capitolo, quindi ho dovuto accontentarlo =A=, è peggio di Preußen, a volte.
Oh, urtato è urtato, ha chiamato praticamente lui a rapporto Inghilterra, dopo le proteste sottovalutate di Francia, entrambi si sentono in colpa, dopotutto, si sono riscossi dal fastidio per il successo di Antonio con un bel paio di sberle e il ricordo di un'amicizia.
Lovino è sempre adorabile, per quanto lo possa negare con quanta possibilità i muscoli del collo gli permetteranno di scuotere il capo con veemenza :'D.
Non è questione di essere diversamente intelligente :'D, mi sono espressa male io: Gilbert se la ride perché Francia stesso ha reagito con stizza al ricordo di aver perso Romano contro Antonio, quindi il prussiano coglie del fastidio nel mancato possesso di Lovino, se poi questo si rivela tanto premuroso —seppur negazionista convintissimo—, l'ilarità cresce, perché è un'ulteriore vittoria di Antonio su Francis :'D.
Del genere: AH-AH! Ti ha fottuto il peluuuuucheeeees! :'D
Ci vediamo alla prossima recensione! <33

P.S.
MA SEI USCITA DI TESTA?
Che era quella recensione? 'AAAAAAA'




...ti voglio bene, grazie <3
Ma... OAO :'D, non me lo aspettavo.







Eh, cioè... non so davvero come ringraziarvi tutte, se la FF va avanti è principalmente grazie a voi, è unicamente grazie a voi, assHie :3

   
 
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