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Autore: Channy    05/06/2010    3 recensioni
Kyle ha fatto la sua scelta: Jessi. I due passano dei mesi indimenticabili, in cui scoprono anche l'amore intimo, fin quando Kyle tradisce la fiducia di Jessi e lei è costretta a mollarlo. Pochi mesi dopo lei decide di lasciare casa Trager. Anni dopo i due si incontrano inaspettatamente dove avevano passato quei momenti felici, e Jessi porta con sè un segreto troppo grande da nascondere, un segreto che si chiama Adam... Spero di aver attirato la vostra attenzione. Questa è la mia prima fanfic e spero veramente che vi piaccia. E' ambientata dopo la fine della terza serie ed è ovviamente una Kessi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Jessi XX, Kyle XY
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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@ele85: grazie mille per la tua recensione. Spero davvero che questo capitolo ti piaccia. Ho dovuto riscriverne una parte perché il mio computer si era spento improvvisamente causando la perdita del discorso tra Kyle e una sua amica (non pensare male!). Buona lettura

Capitolo 6: Bicchieri di Vino, Consigli e Inviti a Cena


Jessi’s POV

Perché ero così agitata? Infondo stava venendo solo a casa mia…A chi stavo cercando di darla a bere? Non ero pronta per dire ad Adam che Kyle era suo padre; avevo paura di come avrebbe reagito alla cosa. Mi avrebbe odiato? O—

“Jessi, tutto bene?” chiese Kyle tenendo in braccio Adam che si era addormentato

“Sì, tranquillo” gli rivolsi un sorriso forzato prima di inserire la chiave nella toppa. Aprii la porta e digitai immediatamente il codice d’allarme “Entra pure.”

“Grazie.” mi seguì e guardò il salotto “Wow. Bella casa.”

Alzai le spalle “Forse è meglio metterlo a letto.” dissi “La sua camera è da questa parte.” gli feci strada. Aprii la porta lentamente

“Aveva ragione, ha una vasca identica alla mia” disse entrando nella stanza

“Mettilo sul letto” dissi e lui fece.

Appena mise sul letto Adam cominciò ad ammirare la stanza, accarezzando più volte i muri tinteggiati di azzuro pastello, osservando la bacheca su cui erano affissi i suoi disegni a gessetto e prestando attenzione alle foto incorniciate sulla scrivania

“Questo era lui?” chiese indicando una foto che lo mostrava da neonato

“Sì, aveva 1 settimana.” sorrisi

“Hai un album con le sue foto?” chiese curioso

“Certo che ce l’ho. Dai andiamo in salotto e lasciamolo dormire” andai verso il letto, baciai la fronte al mio piccolo prima di lasciare la stanza. Kyle chiuse la porta dietro di sé cercando di fare il meno rumore possibile. “Fai come se fosse casa tua. Io intanto faccio due cosette e poi ti faccio vedere l’album.” corsi di fretta in camera mia e mi sdraiai un attimo sul letto. Ero disperata. Dovevo assolutamente cambiarmi e truccarmi un poco per poter mettere al meglio me stessa. Aprii le ante dell’armadio e cercai in giro qualcosa che mi valorizzasse, ma che non facesse vedere che mi ero messa in tiro per lui. Alla fine optai per un paio di shorts slavati e un top blu.

‘Oddio’ pensai ‘Ma perché diamine sto facendo tutto questo? Noi siamo solo amici…amici che hanno un figlio, amici che stavano insieme, amici che non si sono sentiti per anni e che quando si sono rivisti hanno fatto sesso in macchina…certo, solamente amici.’ presi un bel respiro prima di tornare in salotto dove lui mi guardò a bocca aperta

“Ti--stai bene vestita così” mormorò osservando ogni parte del mio corpo con cura

“Grazie.” arrossii “Allora…” battei le mani “Che ne pensi di guardare quegli album ora?”

“Certo.” si tolse le scarpe e si mise a sedere per terra. Lo raggiunsi pochi secondi dopo con due album pieni zeppi

“Cominciamo da questo.” aprii la prima pagina. “Questa è stata la prima sua foto.” l’immagine era di me all’ospedale che tenevo in braccio il piccolo Adam “E questa…”

Continuammo così fin quando non guardai l’ora “Sono le 5:30. Vado a svegliare Adam.”

“Okay…” mi sorrise. Perché mi faceva sempre questo effetto?

“Io….vado.” dissi imbarazzata prima di andare nella camera di mio figlio. Lo trovai sorridente che leggeva a letto

“Ciao, mamma.” mi fece segno di sedermi

“Perché non sei venuto in salotto se eri sveglio?” chiesi curiosa arruffandogli i capelli

“Volevo lasciarti i tuoi spazi” lo guardai confusa “Ho quattro anni ma non per questo sono stupido. So che vuoi ancora bene a Kyle..” mi fece un ghigno “E non dire che non è vero, perché si vede lontano un miglio.”

Lo fissai sbalordita “Stai troppo con zia Lori.”

“Lo so.” mi baciò la guancia “Io voglio solo che tu sia felice, mamma.” poggiò la testa sul mio grembo “C’è qualcosa che devi dirmi?” mi chiese.

E lì sapevo che sapeva…magari non sapeva proprio tutto, ma almeno aveva capito che gli stavo tenendo nascosto qualcosa “No. Non posso dirtelo ora, ma hai ragione.” gli baciai la fronte “Dai, ometto. Andiamo ad invitare Kyle per cena.”

“Sì!” dissi scattando in piedi

“Li hai fatti i compiti?”

“Oggi a scuola.”

“Bravo.” gli carezzai i capelli prima di dargli un bacio sonoro sulla guancia. Rise. “Ti voglio bene.”

“Anch’io mamma, tanto.” alzò le braccia e lo presi automaticamente in braccio “Take-away cinese?”

“Okay.” andammo in salotto

“Ciao, Adam.” sorrise Kyle

“Ciao!” rispose entusiasta,e immediatamente lo misi giù

“Vuoi rimanere a cena?” chiesi nervosa, più che altro timorosa di un rifiuto

“Con piacere.”

“Bene. Allora chiamo il cinese.” presi il telefono “Cosa volete voi? Il solito?”

“Ti ricordi ancora cosa prendevo al cinese 5 anni fa?” chiese Kyle stupito

“Certo. E’ la stessa cosa che ordina Adam tutte le volte.”

“Abbiamo tante cose in comune, vero?” chiese a nostro figlio

“Chissà perché?” alzò le spalle

Ormai erano le 9 e Adam era già letto. E Kyle non era ancora andato via. Infatti eravamo seduti al tavolo della cucina a bere due bicchieri di vino rosso

“Non l’avrei mai detto. Jessi che beve vino..” fece roteare il liquido nel bicchiere prima di prenderne un sorso

“Le persone cambiano….e comunque lo uso solo per le occasioni speciali.” abbassai lo sguardo

“E questa lo è?”

“….credo di sì.” alzai le spalle prima di svuotare il bicchiere in un sol colpo

“E cosa si festeggia?” chiese avvicinandosi a me

“L’amicizia.” dissi nervosa prima di alzarmi e di sedermi sul divano in salotto

“La nostra amicizia?” mi seguì con la bottiglia di vino in mano

“Esatto.” evitai il suo sguardo

“Facciamo un brindisi allora.” mi sorrise prima di riempirmi il bicchiere e di riempire anche il suo “Me lo terresti un attimo.” mi porse il suo bicchiere prima di appoggiare la bottiglia in cucina. Tornò e si sedette ancora accanto a me “Allora…all’amicizia”

“All’amicizia.” i suoi occhi catturarono i miei appena li incontrai

“E ad Adam.” mi guardò intensamente

“Ad…Adam.” dissi distrattamente. Non si poteva continuare così. Non potevo continuare a negare che provavo qualcosa per lui…ma non m’interessava. Il mio sguardo dai suoi occhi calò alle sue labbra. Bevvi ancora tutto d’un fiato e anche lui fece altrettanto

‘E’ solo stupida attrazione, niente di più’ continuai a ripetermi

“Sai benissimo che è molto più di questo, Jessi.” m’interruppe

‘Diamine, non dovrei pensare a queste cose adesso, quando lui può sentire ogni mio discorso’

“Hai ragione, non dovresti, ma neanche io dovrei pensare certe cose, ora, dato che volendo potresti leggere i miei pensieri…” appoggiò il bicchiere sul tavolino accanto al divano, e poi prese anche il mio e fece la stessa cosa “Per esempio..cosa sto pensando adesso?”  mi accarezzò il braccio

‘Cavolo, Jessi. Perché mi stai facendo questo? Perché hai dovuto cambiarti? Vedevo già abbastanza prima quando eri in jeans e maglietta, ma adesso, con questi shorts addosso e con il top decisamente attillato…’

“Kyle!” protestai arrossendo

‘Adoro il tuo sorriso, adoro tutto di te. Sei così bella, così spensierata…vorrei tanto poterti abbracciare, stringerti a me, potermi svegliare con te accanto ogni mattina, e--”

I suoi pensieri furono interrotti da me, o meglio dalle mie labbra che si posarono sulle sue con furia. Si staccò da me e mi guardò incredulo prima di sorridere malizioso e prendere a baciarmi con ugual forza. Mi strinse a sé mentre le mie mani inevitabilmente finivano trai suoi capelli. Ci baciammo come se non ci fosse un domani, come se fosse giunta la fine del mondo e quella fosse l’ultima occasione per stare insieme. Le sue mani si facevano strada sotto il mio top e sentivo che mi accarezzava la pelle. Improvvisamente però interruppe il bacio

“Cosa c’è?” chiesi confusa

“Non voglio che tu consideri questo momento come uno sbaglio domani…”

Lo baciai e feci navigare le mie mani sotto la sua maglia e sul suo torace scolpito. Rispose al bacio senza più calcolare alcuna cosa. Poco dopo mi trovai sdraiata sul divano guardata da quei suoi occhi color ghiaccio infuocati dalla passione, ma dopo avermi slacciato gli shorts e avermeli tolti si fermò di nuovo

“Cosa ora?” chiesi leggermente irritata

“Non hai detto nulla, prima. Sarà ancora un errore, vero? Se faremo l’amore questo non vorrà dire che torneremo insieme, vero?” chiese rassegnato, ma anche speranzoso

“….” Non risposi. Perché aveva perfettamente ragione.

“Bene, come pensavo.” si alzò dal divano, si rimise la maglia che era stata buttata a terra in precedenza, si infilò le scarpe, allacciò la zip dei pantaloni “E poi comunque tutto questo non sarebbe dovuto accadere. C’è nostro figlio che dorme di là…un po’ da irresponsabili.”

“Ma l’amore è irresponsabile.” mormorai

“Ma tu non mi ami.” constatò e a queste parole mi si gelò il sangue nelle vene. Cosa stava farneticando? Io lo amavo? E’ solo che…

“Bè, io vado.” mi baciò dolcemente prima di dirigersi alla porta “Proviamo ad essere amici, seriamente però.” chiuse la porta alle sue spalle e passai una buona mezzora a fissare la porta, non curandomi del fatto che ero mezza nuda, in trans. Cos’era successo? Kyle mi aveva rifiutato?..O mio Dio!

 

Kyle’s POV

Guardai l’ora. Erano le undici e mezza ed era tutto il giorno che ero fuori. Sbadigliai esausto. Era stata una giornata piena di eventi e sicuramente pesante. Chiusi l’auto che avevo parcheggiato davanti casa prima di andare alla porta d’ingresso, infilare la chiave nella toppa ed entrare in casa.

“Kyle, sei tu?” chiese Nicole raggiungendomi all’ingresso

“Sì.” buttai le chiavi sul tavolino all’ingresso

“Cos’hai fatto oggi?” chiese curiosa

“Ho visto Jessi e Adam.” dissi atono

“Davvero? E com’è andata? Gli avete detto che tu sei—“

“No. Faremo le cose con calma.” sospirai prima di mettermi le mani trai capelli

“Cos’è successo?” era preoccupata, come al solito.

Silenzio

“Dai, vieni che ti faccio una tazza di tè.” la seguii in cucina e mi sedetti davanti a lei

“E’ andata bene, tutto sommato.” dissi guardandola “E sono simpatico ad Adam…”

“Ma?”

“Ma sono confuso…cioè è Jessi che..la scorsa settimana dopo che—“ mi fermai. Mica potevo dirgli che io e Jessi avevamo fatto l’amore..era pur sempre mia madre e stavamo navigando in acque a dir poco imbarazzanti “…dopo che ci siamo baciati, non voleva stare con me. Allora io comincio ad accettare la cosa dell’amicizia e lei cosa fa? Mi bacia.”

Mi porse la tazza di tè “Credo che lei sia confusa quanto te. Prova ancora qualcosa per te, ma non vuole ‘scottarsi’ ancora” mi sorrise “Vedrai che si risolverà tutto per il meglio.”

Presi un sorso della bevanda bollente “Lo spero.”

“Non mi avete mai voluto dire perché vi siete lasciati….”

“Ed è meglio così, credimi. Non saresti per niente fiera di me se sapessi cosa ho combinato.”

“Prometto che non ti giudicherò”

Risi sarcastico “Se guarderai la cosa come psicologa forse, ma sei mia madre e ti verrà sicuramente voglia di sgridarmi, ma mi dispiace, mi rimprovero da solo ogni giorno perciò non ho bisogno della predica.” presi la tazza in mano e mi alzai dal tavolo “Però magari un giorno te lo racconterò.” le sorrisi “Notte.” le diedi un bacio sulla guancia prima di andare nella mia stanza. Domani mi aspettava un turno massacrante all’ospedale

 

“Salve, dottor Trager.” disse ammicando Camilla, l’infermiera in guardiola

“Ciao, Camilla.” le rivolsi un sorriso

“Oh, la prego, mi chiami Camie.” perché tutte le volte che parlava con me tentava di farsi notare? O erano le mani nei capelli, o il petto all’infuori. Non la sopportava a volte, nonostante dovessi riconoscere fosse brava nel suo lavoro

“D’accordo…Camie.” andai nello stanzino del personale e mi cambiai, cercando di non prestare attenzione ai discorsi dei miei colleghi

“Ciao, Kyle.” mi salutò Matt

“Ciao.” ricambiai

“Cos’hai fatto ieri?” chiese curioso

“Ehm…non ricordo con esattezza.”

“Ma mica dovevi incontrare quella gnocca di cui hai la foto--”

“Ne possiamo parlare dopo?” lo interruppi già un po’ irritato. Mi dovevo ricordare assolutamente di non confidargli più niente. Aveva la bocca troppo larga

“Certo, amico.” gli suonò il cerca persone e per fortuna se ne andò.

Tutti i miei colleghi erano più grandi di me ma la maggior parte di loro non sapeva cosa significasse la parola maturità. Sbuffai prima di finire finalmente di cambiarmi, infilare la mia roba nel mio armadietto e chiuderlo. Mi mancavano esattamente 47 ore 55 minuti e 34 secondi prima che finisse il mio turno. E non vedevo l’ora di quel momento perché avrei chiamato Jessi e avrei passato del tempo con Adam. Ma per il momento mi toccava lavorare. Non è che odiavo il mio lavoro, anzi fare il chirurgo generale mi appagava, mi rendeva felice, ma il pensiero di non poterli vedere se non dopo 2 giorni mi rattristava un po’.

Mi ritenevo fortunato. A ventidue anni ero già un interno e non uno specializzando al Northwest Hospital & Medical Center di Seattle, dopo aver conseguito la laurea in 2 anni, avevo iniziato subito a lavorare e in un anno da specializzando ero diventato uno dei chirurghi più importanti del mio ospedale. Si vociferava che presto sarei diventato responsabile di un gruppo di specializzandi e sinceramente quest’affermazione mi lusingava molto. L’unica cosa che mi mancava era l’amore, ma su quello avevo una mezza ideuccia per far sì che Jessi ritornasse con me.

Il mio cerca persone suonò e mi diressi immediatamente in reparto dove la dottoressa Stewart mi affidò uno specializzando

“Kyle, questo è Jason, sarà la tua ombra oggi, e Jason questo è il dottor Trager. Io vi lascio.” e se ne andò incutendo terrore tra le infermiere

Mi diressi verso la guardiala e mi feci passare delle cartelle cliniche

“Dottor Trager…” chiese Jason come intimorito

“Oh, chiamami Kyle.” gli sorrisi ritornando alla mia cartella clinica

“D’accordo, Kyle…”

Mi voltai e lo guardai “Devi chiedermi qualcosa?”

“No, nulla.”

“Bene.” mi voltai verso un’infermiera “Prelievo del sangue al paziente della stanza 356”

“Sì, dottore.” andò verso la stanza

“Jason, voglio una tac di questo paziente entro 33 minuti e 59 secondi.”

“Sì, signore.” e si mise a correre al seguito dell’infermiera

“L’hai già fatto scappare, dottor Trager ?” chiese ridendo Sophie “Sei un record.”

Le scompigliai i capelli in risposta

“Tu vuoi farmi perdere credibilità, Kyle.” mise il broncio. Sophie e Michael erano gli unici amici veri che avevo in questo ospedale. Sapevano tutto di me…bè non sapevano proprio tuta la mia storia ma  gli avevo parlato di Jessi e di Adam

“Dai Sophie, non te la prendere…” le baciai la guancia e sorrisi

“Sì, bravo, bravo, ridi.” fece una faccia esasperata prima di ridacchiare “Com’è andata ieri?”

“Bene, credo” evitai il suo sguardo

“Kyle, fai proprio schifo a mentire.” scosse la testa

“Ho passato una giornata piacevole con Jessi e Adam e poi quando Adam è andato a letto---“

“No! Non dirmi che ti sei fatto fregare così” mi guardò speranzosa

“No. Non è accaduto nulla.” sospirai

“Meno male. Dai racconta.”

“Abbiamo bevuto un bicchiere di vino, forse più di uno, però è stata lei!”

Mi guardò confusa “A far cosa?”

“A buttarmi giù dalla finestra e a farmi il solletico. Ma a baciarmi, scema!”

“Non c’è bisogno di prendersela, deficiente.”

La ignorai “E comunque stavamo quasi per fare… tu sai cosa—“

“Sesso, Kyle, sesso. Chiama le cose con il loro nome.”

Roteai gli occhi “ Stavamo per fare sesso, quando mi sono fermato e le ho chiesto se sarebbe significato qualcosa se avessimo proseguito  .”

“E lei?” chiese sempre più curiosa

“E lei non ha risposto. Quindi ho preso e me ne sono andato.” finii la mia storia

“Oddio…” mi guardò come se fossi stupido “Ma sei scemo?”

Esaminai un’altra cartella “Perché?”

“Per essere così intelligente sei proprio stupido…”

“Perché, scusa?” corrucciai la fronte confuso

“Kyle, sei proprio un inesperto.”

“Guarda che io non voglio solamente un rapporto fisico con lei. Voglio che sia mia.”

“Ma potevate cominciare con una storia di tipo fisico per poi esplorare di nuovo l’amore. Avreste potuto divertirvi nel frattempo e dopo vi sareste confessati i vostri sentimenti e sareste vissuti per sempre felici e contenti con Adam e i figli seguenti. Sei proprio un dilettante.” andò all’ascensore e la seguii. Salimmo sull’ascensore

Ignorai quel commento “Quindi cosa dovrei fare?”

Stette in silenzio quando le porte dell’ascensore si aprirono ed entrò il dottor Barnes, direttore ospedaliero.“Ormai è troppo tardi.” disse teatralmente “A meno che…Trova una babysitter per Adam, invita Jessi a cena dicendo che dovete parlare di Adam, bla bla, e poi riportala a casa tua o falle visitare il tuo attico inutilizzato. Una volta arrivati a una di queste due destinazioni potrete lasciarvi andare alla passione, desiderarvi, appagarvi per quanto vorrete. Poi finito di fare tutte le vostre cose sconce le farai credere che per te quello che c’è stato un attimo prima non conta nulla e poi le proponi una rapporto unicamente basato su tanto puro e sano sesso.” disse a bassa voce

“Ma sei pazza?” mormorai esterrefatto

“Lo prenderò per un complimento. Comunque fidati. Tanto lei ti ama”

“Tu sei fuori di testa.” commentai

“Mi prometti una cosa?”

“Cosa?” chiesi con il broncio

“Se avrete una femmina la chiamate come me?” ridacchiò

Il dottor Barnes si voltò e ci guardò male

“Dottoressa Brandon, in merito a quella cartella che mi aveva fatto leggere precedentemente forse so cos’ha il suo paziente---“

Barnes si girò “Non attacca, dottor Trager.” mi guardò serio “Posso darle un consiglio?” chiese ancora più serio

“Sì, certo.” lo guardai un po’ intimidito

“Ascolti la dottoressa Trager, i suoi consigli potranno esserle utili.”

Diventai più rosso di un pomodoro e Barnes  e Sophie cominciarono a ridacchiare, mentre io volevo solo che la terra m’inghottisse

 

33 ore dopo ero nella saletta dei medici che tentavo di riposarmi un po’. Dall’inizio del turno avevo fatto solamente 3 pause e non ce la facevo più Dopo le numerose operazioni chirurgiche, le ore in ambulatorio, in reparto e in pronto soccorso avevo finalmente trovato il tempo per riposarmi e quindi per ripensare a ciò che mi aveva detto Sophie. Ora dovevo solamente trovare il coraggio di chiamare Jessi e chiederle di venire a cena con me. Perché magari Sophie aveva ragione e dovevo solamente seguire il suo consiglio.

Finito finalmente il turno estenuante presi il cellulare mentre m’incamminavo fuori dall’ospedale

“Ciao, Kyle.” sentii la sua voce e subito mi sentii meglio

“Ciao, Jessi.” sorrisi mentre aprivo la mia auto

“Nicole mi aveva detto che eri all’ospedale…”

“Sì.” mi misi al posto di guida

“Allora….”

“Senti, volevo chiederti se volevi venire a cena da me.”

“Da te?”

“Sì, nel mio attico in centro città…”

“Ma Adam…”

“Lori voleva portarlo in giro.” dissi in fretta

“Davvero?”

“Eh già.”

“D’accordo. A cena.” sapevo che stava sorridendo

“A cena. Domani sera,  manderò un taxi a prenderti alle 7.30.” e misi giù. Cominciai a sorridere come un idiota prima di ringraziare mentalmente Sophie un milione di volte. Prima di partire mandai un messaggio a Lori per chiederle se poteva curare Adam per la sera successiva.

  
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