"Avevamo dodici anni quando io, Mary Anne Longbottom e Lilian Cooper, le mie migliori amiche, abbiamo scoperto come nascono i bambini.
Ok, ok, ne avevamo quattordici.".
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Grazie a tutti quelli che leggono, recensiscono e seguono questa storia:)
E grazie a Candidalametta, la mia beta superimpegnata che ha trovato comunque qualche minuto per betarmi questo capitolo:) Dovete ringraziare LEI se riesco ad aggiornare in tempi quantomeno decentiXD
Buona lettura!
Là dove non batte il sole - Pittsburgh
Bevo pacificamente la mia spremuta seduta in cucina.
Mia nonna ha dichiarato che una colazione senza brioche non è degna di questo
nome, quindi lei e mio padre sono andati in pasticceria a fare rifornimenti.
Mi stiracchio mentre osservo Jim, il mio criceto, che annaspa sulla ruota. Mi cade lo
sguardo sul calendario. 22 Giugno, evidenziato con un cerchio verde.
22 Giugno. Dovrebbe dirmi qualcosa.
Rifletti Chastity.
L'anniversario dei miei? No, aspetta è il 16 Novembre.
Il compleanno di qualcuno, forse? Lily, Mary Anne o Louise? Aggrotto la fronte.
Nemmeno. Ricordo i loro compleanni meglio del mio.
L'inizio della stagione dei saldi? No, non può essere, mia madre avrebbe già messo a
soqquadro la casa in cerca dei buoni sconto.
Ma allora cosa..
Ah!
Mi alzo così velocemente che Jim squittisce terrorizzato e corre a rifugiarsi sotto un
mucchietto di segatura.
Corro in camera mia, mi infilo i primi vestiti che trovo e esco sul mio minuscolo
balcone.
Dovete sapere che io, Mary Anne e Lily abbiamo questa specie di tradizione. Ogni 22
Giugno, da dieci anni a questa parte, festeggiamo l''inizio dell'estate e tiriamo le
somme dell'anno passato. Non c'è un motivo preciso, in realtà. Il fatto è che ci siamo
rese conto che casualmente avevamo fatto così per due anni di seguito, quindi
abbiamo deciso di renderla una tradizione ufficiale. A dirla tutta, penso che la usiamo
un po' come scusa per poter andare ancora nella casetta sull'albero anche se ormai
non siamo più piccole.
La casetta sull'albero è un'altra lunga storia. In uno degli strani periodi della nostra
infanzia io e Mary Anne ci eravamo fissate con i fumetti di Danny la Peste e abbiamo
supplicato i nostri genitori di costruirci una casa come la sua. Solo che a Penn Hills
non c'è grande abbondanza di quercie secolari.
Allora i nostri padri, stanchi di essere tormentati dalle nostre lagne, hanno tolto dei
pezzi alla fine della staccionata che divide le nostre case, hanno piantato un palo di
legno massiccio largo quanto una sequoia e poco più basso delle nostre case, ci
hanno procurato assi e chiodi e hanno chiamato un falegname.
La casetta sull'albero, chiaramente, è la sede dove avviene il nostro ritrovo annuale.
Perciò, eccomi qui.
Ai piedi del palo c'è una sorta di scaletta da cui poter comodamente salire, ma il mio
balcone è talmente vicino alla piattaforma di legno che basta un salto, neanche
particolarmente atletico, per arrivarci. Salgo sulla ringhiera, mi do la spinta e atterro
poco elegantemente su un fianco.
"Accidenti, non me lo ricordavo così distante!"- mi lamento dolorante.
"Stai invecchiando."- replica Lily, sgranocchiando delle tortilla -"Ne vuoi un po'? Sono
al formaggio".
"Sì, grazie"- borbotto sedendomi a gambe incrociate.
"Mmm, tortilla!"- interviene Mary Anne sbucando in quel momento dalla scaletta.
"Bene, ci siamo tutte!"- esclama Lily battendo le mani -"Allora, chi comincia?".
"Io"- risponde Mary Anne -"Allora.. La persona più interessante che avete conosciuto
quest'anno: per me è Charles".
"James"- sussurro arrossendo.
"E io.. Mh.. Il proprietario del negozio di mobili fatti con gli stuzzicadenti."- replica Lily.
La guardo allibita.
"Esiste un negozio del genere?".
"Anch'io ho avuto una reazione simile."- risponde Lily imperturbabile -"Dunque.. La
cosa più emozionante che vi è successa quest'anno: io ho guidato un motoscafo
nelle vacanze del Ringraziamento.".
"E io ho saltato la scuola con Chastity e ho guidato una Cadillac abbandonata su una
strada semideserta.".
Oh, mi ricordo quel giorno! E' stato esilarante. Almeno fino a quando non siamo finite
contro quella staccionata.. Beh, dettagli.
"Beh, idem."- rispondo ridacchiando.
Mary Anne e Lily ammiccano.
"Mmm, sei proprio sicura che sia stata questa la cosa più emozionante di tutto
l'anno?"- chiede Lily in tono malizioso.
"Proprio sicura? Nient'altro?"- rincara la dose Mary Anne.
"Magari qualcosa di recente? Magari qualcosa che è successo ieri sera ...?".
Umpf.
Non darò loro la soddisfazione. Mai e poi mai.
"No, no, sono sicura. Vi dirò, ci sono cespugli davvero impiccioni qui a Penn Hills.".
Hanno il buon gusto di arrossire e zittirsi.
Con un tono che gronda autocompiacimento continuo con le domande:
"La giornata più emozionante di tutto l'anno?".
"Capodanno."- risponde Lily senza esitazioni.
"Uhm.. L'ultimo giorno di scuola"- replica Mary Anne -"Le feste le ho passate dai
cugini del Connecticut: non è esattamente quel che si dice un posto
entusiasmante.".
"E io..".
"Chastity!".
Mi giro.
Mia nonna è affacciata al balcone.
"Sì?".
"C'è un certo James al telefono che ha chiesto se ti va di andare a Pittsburgh con lui
oggi pomeriggio!".
Se mi va? MA VUOLE SCHERZARE?!
"Digli che va bene!"- sbraito in risposta.
"D'accordo!"- urla mia nonna prima di scomparire alla vista.
Mi rigiro verso Mary Anne e Lily.
"Sapete una cosa? Credo proprio che potrebbe essere oggi."
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Stazione di Pittsburgh.
Scendo dal treno col cuore in gola e scruto la folla che aspetta sulla passerella del
binario.
O mio Dio. Eccolo lì.
Cammina verso di me, rilassato e tranquillo, col suo sorriso bello e sfacciato.
Onestamente, non credo che mi ci abituerò mai.
"C-ciao.".
"Ciao"- replica allegro, prendendomi la mano con naturalezza.
Appoggio la testa alla sua spalla, chiudo gli occhi e sento il suo profumo fresco.
Sono in paradiso.
"Allora, dove vuoi andare?".
Riapro gli occhi.
"Non lo so, non sono mai venuta a Pittsburgh.".
Alza un soppraciglio.
"Mai?".
"Mai.".
Riflette un attimo.
"Allora ti porto nel mio negozio preferito."- replica con un sorriso, dandomi un bacio
veloce.
Usciamo dalla stazione a spintoni e ci dirigiamo su un marciapiede ancora più
affollato.
Il sole batte cocente sulle spalle e sul cemento ruvido.
James sta dicendo qualcosa, ma mi sto ancora riprendendo dal bacio di prima e non
riesco davvero a capirlo, quindi annuisco e sorrido come una deficiente.
"Fa caldo, eh?".
"Mhmh.".
"Sai, generalmente non c'è così tanta gente in giro, ma è stagione di saldi e tutti
sembrano improvvisamente rendersi conto che ci sono dei negozi in città."- sbuffa
accigliato.
"Mhmh".
Mi lancia un'occhiata divertita.
"Hai un'insetto sulla maglietta.".
"Cosa?!"- squittisco paralizzata dal terrore.
"Non è vero. Verificavo solo se mi stavi ascoltando."- replica con un sorriso angelico.
"Ah, ah, ah. Molto divertente."- borbotto in risposta.
"Non avrei mai detto che fossi il tipo che si spaventa per gli insetti, comunque."-
continua sempre sorridendo.
Tossisco. "Beh, non per tutti, sai. Solo per le api, le zanzare e.. Le coccinelle.".
Spalanca gli occhi.
".. Ti fanno paura le coccinelle?".
Annuisco.
Lui scoppia a ridere.
"Che c'è?!"- sbotto offesa -"Sembrano tanto innocue, vero? Con i loro puntini, le loro
zampine e le loro antennine e invece non si sa mai cosa possono combinare!".
James fa un coraggioso tentativo per tornare serio. Un tentativo, appunto.
"E, dimmi, ci sono altre paure insane di cui dovrei essere al corrente?".
"No."- replico gelida -"Beh, non proprio. Ecco.. I pupazzi da ventriloquo.".
Lo fulmino con lo sguardo prima che possa ribattere:"E non venirmi a dire che non
c'è niente da temere da loro! Sono inquietanti. Non so proprio chi sia l'idiota che ha
pensato di usarli per fare degli spettacoli per bambini. E' stato il mio trauma infantile,
capisci?"- concludo seria.
James annuisce con aria solenne.
Poi ha un casuale attacco di risatin.. Tosse.
Comunque.
"Siamo arrivati."- mi informa James, ancora con un fastidioso residuo di risatin.. Di
tosse.
"Cos'è?"- domando interessata.
E' un negozio piccolo, all'angolo di una strada, con le vetrine coperte di poster.
"E' un negozio di dischi. E' fornitissimo e il proprietario è un mito."- risponde James
con un gran sorriso.
Sorrido anch'io e faccio per entrare, quando mi cade l'occhio sull'insegna.
E quello che leggo mi fa raggelare.
"James, come hai detto che si chiama il proprietario?"- chiedo con un filo di voce.
"Non te l'ho detto. Si chiama Tom.".
Sorride.
"E' davvero un mito.".
Il mio cuore manca un battito.
Non è possibile.
Non.
E'.
Possibile.
"Chastity, ti senti bene?".
No. Non mi sento affatto bene.
E mentre James mi tira per la mano ed entriamo nel negozio, mi ballano ancora
quelle lettere davanti agli occhi.
Di quell'insegna vecchia e un po' consumata.
"The Abbey Road".
..Comincio a pensare che questa sarà davvero una giornata da ricordare.
kyraya: Brava, brava, lo studio nuoce gravemente alla salute, concordo u_u
Dovrebbero scriverlo sui libri di scuola, come fanno per le sigarette:)
Grazie mille della recensione!
P.s.: che dici, ho aggiornato abbastanza presto?:)
Ory_StarDust_95:AhahahahXD hai ragione, qui i nonni sono tutto tranne che nonni o.O
Beh, riguardo David Bowie concordo con te, l'alieno Ziggy è così dolce come personaggio rispetto al Duca Bianco.. Però io vivo per "Station to station", quindi..XD
Grazie mille per la recensione, al prossimo!
Wrath:Utilizzala pure, te lo concedo:)
Mi piace l'ipotesi dello scambio di cervelliXD Avrei voluto scriverla io:)
Grazie mille della recensione, al prossimo!(visto che non sono sparita a lungo?:) )
caramella_rosa_gommosa:*arrossisce* Grazie, grazieXD
Sei assolutamente perdonabile, tranquilla:) Specie se mi ricopri di complimenti cosìXD
Beh, a dire la verità, dal momento in cui mi alzo, il mio unico obiettivo è arrivare alla sera per poter dormire.. Non saprei:)
Alla prossima!
Candidalametta: Ed ecco il mio braccio destro:) O boss, come preferisciXD
Non preoccuparti cara, non mi offendo se perdo qualche recensione:) Grazie per aver trovato il tempo di betarmi il capitolo, fra esami e tutto posso solo immaginare cosa hai dovuto fare:)
Grazie mille! Al prossimo, un bacio:)