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Autore: winnie343    10/06/2010    3 recensioni
La Scalata alle Dodici Case vista attraverso i pensieri di Milo. Una giornata vissuta nell'attesa con la sensazione continua che qualcosa di brutto accadrà.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II




Osserva Milo con la mente la battaglia che imperversa nelle case più in basso. In lontananza. Cerca di capire, di comprendere come mai ha fatto prima d'ora. E' un guerriero Milo, un soldato, e i soldati non fanno domande, eseguono gli ordini. E' un cavaliere d'oro. Usa il cervello. I soldati devono eseguire gli ordini, giusti o sbagliati che siano. Il Grande Sacerdote è nel giusto. Agisce in nome di Athena. Sono mocciosi, ragazzini, bambini. Sono cavalieri e come tali vanno trattati. La battaglia infuria. Lontano. Ancora lontano. Per il momento lontano. Ma sempre più vicino? Impossibile. Ragiona Milo. Cerca di capire, di scoprire. Chi ha tradito? Il cavaliere di Ariete? Sicuro. Mai soggiornato al Santuario per più di un giorno quell'anarchico eremita aggiustatore di ferraglia. Ma Milo non comprende. Non del tutto. Se non voleva combattere che rimanesse fra i suoi monti, invece di scomodarsi e venire qui. Ma certo. Pensando Milo capisce, intuisce, comprende. Le armature. Ha aggiustato le loro armature. Sogghigna Milo. Anarchico. Fino in fondo. Grande Mu, uomo che segue i suoi credo fino in fondo. Apprezzabile. Cavaliere anche lui, perchè cavaliere è colui che segue il suo credo. E Aries lo segue nonostante tutto. E dunque? Irrilevante ai fini della battaglia. Giusto avere delle armature perfettamente funzionanti, ma irrilevante con i cavalieri d'oro, non è certo l'armatura che fa il cavaliere. Passiamo oltre. Toro. Aldebaran. Passati anche lì. Percepisce Milo che lo scontro c'e' stato, ma blando, una passeggiata. Che abbia tradito anche il nobile Al? Li ha lasciati passare. Sicuro? No, ma quasi. Perchè? Domanda da un milione di lingotti d'oro. Eppure Toro è un uomo di giudizio e di fede. Vorrebbe scendere Milo e chiedere di persona. Vuole capire il cavaliere di Scorpio, come mai prima d'ora, ma le postazioni non si abbandonano. Mai. E ora? La casa di Gemini. Vuota. Per anni. Ma un cosmo ora è presente, un cosmo potente e vigoroso seppur lontano. E allora? L'importante è fermare quei folli. Tutti. Sicuro, Milo è sicuro che tutti e quattro i mocciosi siano bloccati da Gemini. Quale è il nome del cavaliere dei Gemelli? Milo fa fatica a ricordare, sono anni che non lo sente più pronunciare quel nome. Dal giorno del tradimento del fratello dell'idiota. Aiolos era il nome del prode cavaliere del Sagittario, dimostrazione evidente che anche i migliori possono cadere in tentazione. Ma l'altro? Come si chiamava l'altro? Saga? Si certo. Saga. Mai visto. Ma che importa? L'importante è fermarli. Si annoia il cavaliere di Scorpio. I suoi polpastrelli fremono. Vuole combattere. Vuole sconfiggere quegli insolenti. Ma deve aspettare e sperare. Sperare che i suoi compagni falliscano. Possibile? Impossibile. Decisamente. Si volta di scatto Milo. Durante le battaglie non si abbandona mai la propria postazione. E allora? Che ci fa lui qui? Domanda da un milione di lingotti d'oro. L'osserva. Con l'armatura fa veramente la sua bella figura. Tutto un altro effetto rispetto a lui. Smettila! A volte sembra che tu ne sia innamorato. Ridicolo! Vuole capire Milo. E allora domanda.

  • Cosa ci fai qui?

  • Devo passare – sempre di poche parole Camus. Sempre

  • Per andare dove? - anche Milo sa dire poco

  • Nella settima casa

  • E' vuota – sorride Milo. Giochiamo al gioco dei mimi.

  • Lo so – odioso Camus quando dice poco o nulla

  • E allora che diavolo ci vai a fare? E proprio nel mezzo di una battaglia? – quando Milo perde le staffe diventa insolente

  • Se i miei calcoli sono giusti tra poco incontrerò qualcuno – Enigmatico Camus. Come al solito

  • Calcoli? Qualcuno? Ma di cosa parli? - Sempre più nervoso Milo.

  • Non sono affari tuoi – Camus passa Milo. Senza aggiungere altro. Nessuno supera Milo.

  • Si che lo sono amico mio. Soprattutto quando pretendi di passare dalla mia casa senza la minima spiegazione – Milo strattona Camus. Molla subito la presa. Lo sguardo del francese non consente repliche. Odioso Camus quando fa così.

Se ne va il francese. Senza aggiungere altro. Milo è stanco. L'amicizia a volte è esasperante. Incomprensibile. Un atto di fede. Ad un tratto Milo percepisce cosa ha portato il suo amico nella casa sottostante. Hyoga. Ecco il qualcuno. Precipitato nella casa di Libra da un'altra dimensione. Perchè Camus? Non comprende, però, il cavaliere di Scorpio cosa diavolo possa volere il suo amico dall'allievo. Attende. Si concentra. Al massimo. Gli altri ragazzini? Non sa, non gli interessa. E' concentrato Milo su due soli cosmi. Camus e Hyoga. Il Cigno e l'Aquario. Non c'e' battaglia. Non c'e' confronto. Eppure sente il cosmo del ragazzino affievolirsi sempre più, mentre quello di Camus è lo stesso, sempre lo stesso. Possibile? Impossibile. Il ragazzino non può essere così scarso. Impossibile. E allora? Milo non sa rispondere. Non è un pensatore. Non lo è mai stato. Odia riflettere. Lui agisce. Sempre. Comunque. All'improvviso accadono due cose. Simultaneamente. Sente il cosmo di Hyoga sparire. Vede le lacrime di Camus. Camus non piange mai! Sicuro. Camus non piange e non ride mai. Non sa, non comprende, non riesce a pensare, perchè la sua mente non è abituata. Eccolo Camus, nuovamente di fronte a lui. Solita espressione. Solita compostezza. Solita freddezza. Eppure ha pianto.

  • E così il tuo allievo è morto. Questo vuol dire che non riuscirò a vederlo. Peccato

  • Non è morto – odioso Camus quando parla a monosillabi

  • Ma io non percepisco più il suo cosmo.

  • E' debole. Ma c'e' – una parola è poco Camus. Ma Milo ha compreso. Finalmente

  • Lo hai rinchiuso in una teca di ghiaccio. Non vuoi che combatta. Vero?

  • Non è questo – Milo a volte si domanda se il francese si diverta a parlare come gli oracoli

  • E allora cosa cazzo è? - Sa Milo che le parolaccia disturbano Camus.

  • Non era pronto. Non è pronto – è lo sguardo di Camus. I suoi occhi malinconici. Ecco cosa ferisce Milo.

  • Capisco, magari un giorno lo sarà – Si dispiace Milo per il suo amico deluso.

  • Magari. Addio amico mio – è malinconico Camus

  • Addio? - Milo pensa che le parole che usa Camus a volte siano inappropriate

  • Si, addio. - enigmatico Camus. Ancora

  • Cos'è, hai intenzione di suicidarti una volta giunto all'undicesima perchè il tuo allievo ha fallito? - Ride Milo. A volte Camus è assurdo, ridicolo. Eppure.

  • Può essere un'idea – non ride mai Camus.

  • Non essere ridicolo. Non sarei capace di vivere senza di te. - fa l'occhiolino Milo. Si diverte a stuzzicare il francese. Sempre

  • Lo farai. Lo farai.

Se ne va Camus. Non aggiunge altro, lasciando Milo esterrefatto. A volte il cavaliere di Scorpio fa veramente fatica a comprendere il francese. Saranno i libri che il suo amico legge e di cui lui ignora perfino l'esistenza. Non si può vivere pensando troppo. Si vive e basta. Ecco la filosofia di Milo. Vivere. Un'idea assurda attraversa la sua mente. Lui ama la vita. E Camus? La morte. Impossibile! Assurdo! Ridicolo. Mai parlato di questo. Non c'e' bisogno. Ai cavalieri non serve parlare. I cavalieri agiscono. Sono le azioni che parlano per loro. E le azioni del cavaliere di Aquarius sono sempre state un inno alla vita. Sorride Milo. Malinconico. Irriverente. Sorride al pensiero di Camus. Il francese non ride e non piange mai. Eppure Milo è sicuro che per Hyoga ha pianto. Geloso? Assolutamente no. Anche Camus ha dei sentimenti. Lo sapeva Milo, ma saperlo è un conto. Vederlo. Tutt'altra cosa. Camus non ha mai pianto per me. Ma lui non è morto, e non ha mai rischiato di esserlo, per cui. Il francese non piange mai, solo per i morti evidentemente lo fa. Sorride Milo al pensiero che forse un giorno lo vedrà anche ridere. Magari. Si concentra nuovamente sui ragazzini. Meno uno. E gli altri?. Interessante. Il cocco di Libra è impantanato nella casa del Cancro. Non può fare a meno di pensare Milo che quel povero ragazzo starà vivendo le pene dell'inferno. Non ama Death Mask Milo. Tutt'altro. Arrogante, spocchioso, opportunista, bastardo. Basta pensare ad una cosa brutta, malvagia, e quel pensiero va dritto verso Cancer. A chi importa? A Milo no di certo. Siamo in battaglia, non ad una festa. Certo sono solo ragazzini. E allora? Un cavaliere deve sempre affrontare il proprio destino. Destino. E quale è il mio destino? Non è dato saperlo fino a che non è compiuto. Milo non vuole divagare, non oggi. Oggi deve rimanere concentrato. Molto concentrato. Uno è fuori. Un altro è all'inferno. E gli altri due? Dispersi. In corsa verso la casa di Leo. No. Uno solo va verso la casa del Leone. E allora? Il quarto dove è? Alla casa di Gemini. Disperso. Milo comincia a pensare che nella giornata che sta vivendo non vedrà neanche l'ombra di un combattimento. E se andassi a dormire? Non si può dormire. Non in battaglia. E allora torna a pensare. A quella giornata strana. Alla sensazione che qualcosa di brutto accadrà. Eppure se si concentra riesce a vedersi nel prossimo giorno, e ancora nel prossimo. E allora? Non comprende Milo. Non capisce perchè continua a pensare a Camus e al suo impossibile sorriso. Se non la smette immediatamente comincerà a convincersi di essere veramente innamorato del francese. Impossibile. Assurdo. Ridicolo. E allora?




Ecco il secondo capitolo di questa breve storia. Una precisazione, ho sempre pensato che Milo durante la battaglia seguendo ciò che stava accadendo subisce un'evoluzione nei suoi pensieri e che il dubbio comincia a manifestarsi in maniera latente anche prima del combattimento con Hyoga. Volevo ringraziare le persone che si sono fermate anche solo per un momento a leggere questa storia :-).


X sagitta72: eccoti anche qui, la cosa mi fa molto piacere :-). Spero che anche questo secondo capitolo ti piaccia, visto la tua adorazione per Camus (che è anche la mia) dimmi se in qualche modo ho reso giustizia al suo personaggio.


X Diana924: grazie per i complimenti, fanno sempre piacere. I pensieri di Milo sono molto contorti e a volte il suo giudizio sui suoi compagni (vedi Doko) non sono carini, ma non siamo ancora nel periodo Hades. Per quanto riguarda Camus, come tutti i bravi Aquari una parola è poca e due sono troppe :-).

  
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