Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: Carrie_brennan    11/06/2010    2 recensioni
Maya decide di voler dire una cosa importante a Masumi..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il suono del telefono si insinuò in quell'atmosfera densa di emozioni.
Masumi scostò leggermente il viso dal corpo di Maya pur mantendo la presa intorno alla sua vita. Al terzo squillo subentrò la segreteria e, dopo il messaggio preregistrato, si udì una voce maschile:
"Masumi san, ho appena terminato i controlli che mi aveva chiesto, aveva ragione, la fonte che ha contattato il Tokio News è uno degli uomini della.."
Masumi con uno scatto repentino afferrò la cornetta proprio mentre l'uomo stava per dire il nome dei diffamatori.
"Sono Hayami. Si, d'accordo, hai fatto un ottimo lavoro. Domani ci aggiorniamo. A presto."
Chiudendo poi la comunicazione.
Masumi continuò a fissare il telefono per istanti che a Maya parvero eterni. Dunque aveva saputo chi c'era dietro le diffamazioni pubblicate sui giornali. Chi poteva essere? Ovviamente qualcuno che aveva interesse a mettere in cattiva luce Masumi.
"Hayami san.."
Maya si chinò leggermente sulla scrivania, in attesa che Masumi si voltasse.
Quando lui lo fece, fuggì il suo sguardo e si alzò dalla poltrona, avvicinandosi alla grande finestra che dava sulla città.
"Maya..non chiedermi niente per favore.." disse, con voce calma ma decisa. Maya fece un piccolo passo indietro, sorpresa delle sue parole.
"Teme che possa parlarne con qualcuno? Mi crede così sprovveduta?"
Il tono le uscì più tagliente di quanto avrebbe voluto. Ma la infastidiva che lui non si fidasse, che non potesse considerarla un suo pari. Che si mantenesse così distante.
Masumi si voltò verso di lei e le afferrò i polsi.
"Chibi chan.. meno persone sanno di questa storia e meglio è, capisci?"
mollò la presa e tornò a guardare la città, con espressione amareggiata.
Maya lo guardava sbalordita.
Sembrava essere tornato il vecchio Masumi. L'aveva di nuovo chiamata ragazzina, probabilmente per rimetterla al suo posto.
"In fondo ha ragione", pensò Maya con amarezza, non erano affari suoi. Ciononostante il tono con cui l’uomo aveva detto le ultime parole filtrarono nella mente di Maya con tutto il senso protettivo che celavano. Masumi ancora una volta voleva proteggerla. Sospirò.Prima si accorgeva sempre troppo tardi dei messaggi nascosti dietro il tono sarcastico o insolente con cui lui le si rivolgeva. E le sue reazioni "appassionate"non tardavano mai ad arrivare. Ma ora lei sapeva, o almeno sperava di sapere. Conosceva chi c’era dietro quegli splendidi occhi di ghiaccio. Un uomo capace di amare intensamente, senza chiedere nulla per se.
Si voltò dandogli le spalle.
"D'accordo.. spero solo che la smettano di darle fastidio"
si ritrovò a dire, stupendo Masumi e se stessa per il suo tono pacato.
Masumi sorrise ripetendo nella mente la sua frase. Come poteva dirle che quelle persone in un modo o nell'altro trovavano sempre il modo per raggiungere i loro scopi? Sperò ardentemente che i suoi sospetti circa il movente delle loro azioni non fosse quello che pensava. Sollevò il polso per guardare l’ora sul suo cronografo.
"Non è ancora molto tardi, che ne dici di andare a mangiare qualcosa?"
e accompagnò queste parole con uno di quei sorrisi che facevano letteralmente sciogliere il cuore di Maya.
“E’ davvero bellissimo..” pensò arrossendo e mettendosi una mano, chiusa a pugno, poggiata sulle labbra, rimanendo senza parole.
Masumi non seppe decifrare la sua titubanza, e, ripensando al suo abbigliamento, concluse che probabilmente aveva davvero un altro impegno, magari un appuntamento con Sakurakoji. Con gentilezza, ma non riuscendo a celare un tono deluso, le disse
"Scusami Maya, ovviamente hai altro da fare, va pure e grazie per essere passata"
e si mise una mano nel taschino della giacca, alla ricerca di una sigaretta.
Maya scosse la testa, come a scacciare un brutto pensiero.
Come faceva a non leggere nei suoi occhi tutto il desiderio che sentiva di restare con lui?
"In effetti avrei un impegno però.. potrebbe venire con me, se non le spiace"
Ecco lo aveva detto. Maya chinò il capo e trattenne il respiro. Ora non poteva fare più nulla per frenare gli eventi.
“Che vada come vada” si disse.
Masumi si bloccò all'istante, volgendo lo sguardo verso di lei.
"E..dove?"
"Dai signori Nakamura. Hanno un piccolo ristorante vicino la mia abitazione, mi hanno invitato a cena, per festeggiare il mio compleanno"
"Il tuo compleanno, Maya?" Possibile se ne fosse dimenticato? “Ma no, è domani..” rammentò.
"In realtà è domani, ma Rei e gli altri mi hanno già chiesto di uscire insieme per festeggiare..così con i Nakamura abbiamo anticipato a stasera"
Masumi inspirò l’aroma della sigaretta. Maya lo aveva appena invitato per un’occasione molto personale, intima quasi. Perchè?
"Ti ringrazio dell'invito, Maya, ma è una ricorrenza importante per te, e la mia presenza non era prevista, non vorrei crearti problemi.."
Maya gli fu di nuovo ad un passo.
"Sono sicura che ai Nakamura farà piacere, sono delle persone molto gentili, mi conoscono da tanti anni.. e poi il signor Nakamura cucina benissimo! Venga con me Hayami san!" esclamò con entusiasmo.
Venga con me Hayami san!
Le sue parole toccarono corde nascoste nel cuore di Masumi. Maya desiderava sinceramente la sua presenza. Le aveva servito una perfetta scappatoia ma lei aveva insistito con dolce fermezza. Lasciò che il fumo della sigaretta formasse una piccola nuvola tra lui e il vetro della finestra.
“Non ho voglia di pensare stasera, mi affiderò ad una buona stella, confidando che quello che sto facendo sia la cosa giusta”.
"D'accordo. Ti ringrazio per l'invito, accetto. Dammi solo un minuto per chiudere questi documenti.. accomodati"
e le indicò il divano bianco di fronte la scrivania.
Maya annuendo leggermente col capo si sedette ad un angolo del divano.
Da dove era seduta poteva vedere Masumi chino sul suo notebook, e, complice lo schermo, che la nascondeva parzialmente ai suoi occhi, poté osservare il suo viso concentrato e accarezzare con lo sguardo i suoi lineamenti perfetti.
Era il primo uomo che la incuriosiva in quel modo.
Era il primo uomo che l’attraeva in quel modo.
Rei una volta le aveva detto che era fortunata perché era sempre stata circondata da uomini bellissimi. Satomi, Sakurakoji e aveva citato anche Masumi, perché, parole sue, “che voglia prenderti in giro o farti un complimento, comunque, ti è sempre intorno”. Quando le aveva detto quella frase lei aveva già fatto chiarezza nei suoi sentimenti, però sentire l'apprezzamento di Rei le permise di allungare ulteriormente la lista delle cose che le piacevano di Masumi. Finora ciò che l'aveva colpita assumeva soprattutto i toni di sensazioni, di affinità.. le rose recapitate proprio quando ne aveva bisogno, quelle determinate parole dette al momento giusto, un sorriso o uno sguardo capace di arrivarle nell'anima, un abbraccio inaspettato..
e ripensando proprio al suo primo abbraccio di donna, quella delle prove di Helen Keller, che nulla avevano avuto a che vedere con esempi precedenti e futuri di altri ragazzi, sentì un brivido. Allora non aveva saputo interpretare quel gesto, ma ora capiva che quell'abbraccio non aveva molto di paterno, Masumi si era lasciato andare in quel momento. E lei aveva desiderato poter riprovare quell'emozione cosi forte, la stessa della notte passata al tempio. Ma era tutto difficile. Come ogni cosa nella sua vita.
Forse era per quello che quella sera aveva deciso di andare da lui, e poi di invitarlo a seguirla. Ci aveva riflettuto mentre si preparava a indossare gli abiti di Akoya, per la prova quotidiana. Akoya aveva rischiato, Akoya aveva osato, si era messa alla prova, non aveva avuto paura di soffrire. Aveva dato una possibilità al suo amore. E lei? Lei si era data una possibilità? In fondo, poteva andare peggio di così? Con Masumi che si sarebbe sposato a breve, Sakurakoji che la incalzava, le prove del suo personaggio ancora insoddisfacenti? Si ritrovò a guardare di nuovo il profilo di Masumi e deglutì, chiudendo gli occhi. “Se i suoi atteggiamenti non fossero cosi contraddittori, forse io potrei sperare che.. ma.. prima mi prende in giro, poi mi difende. Mi afferra i polsi per strillarmi contro e poi mi abbraccia facendomi dimenticare anche come mi chiamo. Mi cerca nella pioggia e poi mi dice che sono solo un investimento”.
“Maya?”
la voce di Masumi le arrivò, calda, proprio a qualche centimetro dall’orecchio.
Lei spalancò gli occhi, sorpresa, voltandosi verso di lui e trovandolo chino su di lei, a un palmo dal suo viso.
“Si?” balbettò confusa. Masumi ridacchiò.
“Ti sei incantata? Possiamo andare, ho finito” e indossò la sua giacca, porgendo poi a Maya la sua tracolla, che giaceva sul divano, poco distante da lei.
Lei si mise la borsa sulle spalle, un po’ impacciata, guardandolo torva, e si avvicinò all’uomo che aveva già aperto la porta, facendole cenno di precederlo.
“Andiamo” le disse piano, quando le fu vicino
“Si” disse semplicemente lei.
La porta si chiuse sull'ufficio di Masumi.
Un altro luogo che era stato testimone di un abbraccio tra lui e Maya. "Tornare qui non sarà più come prima" pensò Masumi, e sorrise, raggiungendo poi Maya davanti l'ascensore.

  
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