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Autore: space_oddity    17/06/2010    6 recensioni
"Avevamo dodici anni quando io, Mary Anne Longbottom e Lilian Cooper, le mie migliori amiche, abbiamo scoperto come nascono i bambini.
Ok, ok, ne avevamo quattordici.".
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie infinite alla mia fantastica beta, Candidalametta, che è ancora sotto esami e mi dedica lo stesso un po' di tempo(povera:) )
E grazie a tutti quelli che leggono, recensiscono, seguono o aggiungono ai preferiti questa storia:)
Buona lettura!:)


Là dove non batte il sole - Come evitare l'inevitabile





Ok. Stai calma. Calma, Chastity.
Questa è solo una strana, insolita coincidenza. Un'enorme coincidenza, ok.
Ma pur sempre di coincidenza si tratta.
Una fatalità, un caso del destino.
Voglio dire, avete idea delle probabilità? Devono essere.. Una su milione, su miliardi di milioni?
Dai meandri della mia coscienza sale una vocetta fastidiosa, [Già. O piuttosto due su tre?], ma non ci bado.
Nah.
Dopotutto quanti uomini di nome Tom proprietari di un negozio di dischi chiamato "The Abbey Road" possono esserci in tutta America?


..Dio.
James mi tira dentro il negozio e comincia ad indicarmi gli scaffali più interessanti mentre io sto entrando in iperventilazione.
Non riesco a rilassarmi. Non ci riesco, non ci riesco.
Inspira. Espira. Inspira. Espira. Inspira. Esp..
"..Tom! Come stai?"- esclama James tutto allegro.
"Non c'è male Jay. Tu?"- risponde un uomo dalla voce calda e profonda.
Ok.
Ora, non è detto che sia proprio lui. Potrei girarmi e vedere un uomo basso, pelato e con la pancia.
O un tipo smilzo coi capelli neri e unti.
Oppure un ragazzo brufoloso coi capelli rossi.
Sì, riesco proprio a visualizzarlo. Studente, probabilmente. Chewingum in bocca, maglietta dei Ramones e Converse consumate.
Sì, mi ripeto tranquilla. E' così. Dev'essere così.
Ormai rassicurata, mi giro.

.. E non è niente di tutto questo.
La prima cosa che vedo sono dei ciuffi di capelli. Capelli biondo cenere.
Tom è alto, snello e muscoloso, ha una linea di barba appena accennata e gli occhi azzurri. Degli occhi azzurri molto chiari.
Mi sorride porgendomi la mano e io mi sento morire.
Perchè quel sorriso dolce con le fossette sulle guance è dolorosamente familiare. Perchè lo conosco. Perchè l'ho visto milioni di volte negli ultimi dieci anni e lo riconoscerei ovunque.
Perchè è il sorriso di Lily.

Rendendomi conto a malapena di quello che faccio indietreggio, stringo la borsa e scappo via.
Corro senza fermarmi fino alla stazione e salgo senza fiato sul treno in partenza per Penn Hills.
E, in crisi totale, riesco a pensare solo due cose.
La prima è che James mi crederà pazza.
La seconda è che forse, dopo quello che ho scoperto, lo diventerò davvero.
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Ancora in stato confusionale sono riuscita a timbrare il biglietto, scendere dal treno, raggiungere casa mia e, contemporaneamente, a comportarmi in modo quasi normale.
Tranne quando ho inziato a tormentarmi le dita e mormorare ossessivamente "Oddio, oddio, oddio" e quel signore seduto di fronte a me mi ha lanciato uno sguardo strano e ha cambiato posto a sedere.
Comunque.
Come in un sogno, apro la porta, salgo le scale e mi chiudo in camera mia.
Devo ripensare attentamente a quello che è successo.
Allora: Lily. Tom. Pittsburgh.
CRISI.

.. No, così non va.
Prendo un blocco e una penna e mi siedo a gambe incrociate sul letto.
Dunque, ricapitoliamo.
Lily. Ok. Lily è mia amica. Fin qui ci siamo.
Tom. Tom è il padre di Lily che lei non ha mai conosciuto. Ha i suoi occhi. E hanno il sorriso praticamente identico. Bene.
Io ho appena incontrato Tom a Pittsburgh. E questo non va affatto bene. Perchè ora devo pensare
a) come dirlo a Lily,
b) se è il caso di dirlo per prima a lei,
c) se è, effettivamente, il caso di dirglielo.
Insomma, cosa dovrei dirle?
"Ciao Lily, sai com'è, ero a Pittsburgh e ho incontrato tuo padre. Sì, proprio lui, quello che non ti ha vista crescere per motivi misteriosi. Non è incredibile quanto crescono i prezzi della verdura di questi giorni?"..?
Scrivo furiosamente sul taccuino.
Rileggo quello che ho scritto, strappo la pagina e la appollotolo. Lavoro inutile.
Riassumendo, il concetto torna sempre ad essere "Lily, Tom, Pittsburgh, crisi.".
Affondo la testa nel cuscino e urlo.
"Chastity? Ti senti bene?".
Mi giro.
E' mia nonna, cordless in mano e sguardo preoccupato.
Annuisco in silenzio.
"E' per te.".
Prendo il telefono e rispondo stancamente:"Pronto?".
"Stai bene? Cos'è successo?!".
E' James.
Mi invento una storia contorta e poco credibile su un'emergenza familiare e una cugina piccola rimasta chiusa in macchina col finestrino alzato e Dio sa cos'altro, ma, fortunatamente, ci casca.
Ripeto che, no, non è niente di grave e che sì, adesso è tutto sistemato, finchè non si tranquilizza e riattacco.
Mi rendo pigramente conto che è la prima volta che mi chiama e non ho nemmeno l’ombra di un attacco cardiaco, ma in questo momento ho altro cui pensare.
Forse potrei dirlo prima a Mary Anne. No, poi mi sembrerebbe di fare le cose di nascosto.
Forse potrei dirlo ad Elise. Ma poi dovrei spiegarle perchè so di Tom e saprebbe che abbiamo letto il suo diario. No.
Forse mia madre potrebbe avere un buon consiglio da darmi.



. E forse domani vedrò dieci elefanti ballare il can-can davanti a casa mia.

Trasalisco. Il mio cellulare inizia a vibrare selvaggiamente.
Guardo il display.
OH, NO.
Lily.
In preda al panico valuto seriamente, per un istante, l'idea di riattaccare. Ma la conosco. Nel giro di trenta secondi me la ritroverei alla porta di casa a chiedere spiegazioni. E dal vivo è più difficile mentire.
Ok, Chastity. E' solo questione di bluffare. Finchè non avrai deciso cosa fare.
Mostrati rilassata e disinvolta.

"..P-pronto?".
"Ciao! Allora, come è andata a Pittsburgh?"- chiede Lily allegramente.
Che fa, prende in giro?
"Bene, dai.. Siamo andati in questo negozio che.. E.. Ehm.. Beh, insomma, bene.".
Disinvolta come un pinguino all'Equatore, Chastity. Vai così.
".. Sicura? Non sembri molto allegra."- ribatte Lily poco convinta.
"No, davvero. E' stata una giornata splendida.".
Almeno nella prima parte.
"Nessun momento di tensione, quindi?"- chiede, ancora spietatamente sospettosa.
"Nessuno.".
Certo, escludendo quando ho incontrato tuo padre.
"Allora perchè sei tornata così presto?".
Accidenti. Lily non si berrà mai la storia della cugina.
"Ehm, avevo mal di testa, stavo male..".
Però, sto diventando brava a mentire spudoratamente.
"Oh, mi dispiace! Adesso come stai?"- chiede Lily preoccupata.
"Meglio, tranquilla.".
Non sono mai stata male, lo credo bene.
"Mh. Beh, che dici, questa può essere classificata come la giornata più emozionante dell'anno?"- domanda allegra.
E non sai quanto è andata vicina a essere la tua giornata più emozionante dell'anno.
Trattengo a stento una risata isterica.
"Assolutamente.".
"Ne ero sicura."- replica Lily in tono affettuoso.
Anche se non la vedo, sono sicura che sta sorridendo.
Con quel sorriso.
Oddio.

DEVO dirglielo.
Sentendomi come un kamikaze in caduta libera mi metto d'accordo con Lily per trovarci domani a parlare della giornata passata a Pittsburgh. Chiamo anche Mary Anne, che accetta subito l'invito.
Se devo dirlo, voglio dirlo a tutte e due. E una volta sola soprattutto.
[Ben fatto!]- sussurra soddisfatta la vocina nella mia mente.


E poi cado finalmente in un sonno pesante, senza sogni, pensieri o vocine idiote che ti spingono a prendere decisioni avventate.



Mi dispiace tantissimo ma oggi non ho proprio tempo per rispondere alle recensioni :(
Però volevo ringraziare come sempre tutti quelli che leggono e soprattutto che recensiscono, perchè le vostre opinioni mi aiutano tantissimo a scrivere al meglio una storia e.. Beh, sì, i vostri complimenti sono anche una pompatina al mio egoXD Grazie mille, al prossimo!:)

  
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