Geometria ♥
Capitolo
10
Il tempo passa, sempre e comunque, nel bene e
nel male.
Scorre inesorabile e tutto ciò che si può fare è sfruttarlo al meglio. È un
torrente dispettoso, un bambino egocentrico, ma allo stesso tempo affettuoso.
È un fiume che corre lungo il suo corso, e porta solo lui sa dove. Decide lui
stesso quante e quali avversità incontrerai lungo il suo corso. Conosce solo
lui gli ostacoli che dovrai superare, ma sta a te inventare i modi più
originali e ingegnosi per superarli. Lui ti osserva, ride delle tue buffe
cadute, piange quando vede che ti fermi e stai sprecando la forza che ti offre
la sua corrente, sorride quando vede che stai facendo progressi. Si
diverte a farti i dispetti, scorre veloce quando sei felice e rallenta fin
quasi a fermarsi quando vorresti solo che tutto finisse, ma, nonostante tutto,
sa aiutarti a dimenticare.
Più i giorni passavano, più Pan si rendeva conto che in fonto tutto quello che
era successo quello stupido sabato sera non era che qualche sciocchezza.
Lei e Ub, avevano fatto pace, anche se il loro rapporto non era migliorato più
di tanto. In compenso tra lui e Marron era nata una strana magia che stava
rinforzando sempre di più i sentimenti dell’ una per l’altro e viceversa.
Per quanto riguardava Goten e Bra, ultimamente si lanciavano più frecciatine
del solito, e più volte Pan aveva beccato entrambi –in situazioni differenti- a
fissare il vuoto con un sorrisetto ebete sulla faccia.
Ed era proprio in uno di quei momenti, che, quella domenica mattina, beccò il
suo adorato zietto, appena entrata in cucina per far colazione. – Goten!
Piantala, sembri un pesce lesso! – gridò, ridendo.
Il ragazzo sobbalzò e cadde dalla sedia. - Eh? Cosa?! – chiese lui, confuso,
mentre si rialzava rapido. – Non è colpa mia! Non sono stato io! – proclamò,
mettendo le mani avanti, con aria spaesata.
Pan rise di gusto, mentre Videl serviva la colazione. – Questa mattina siamo di
buon umore, vedo! – osservò, sorridente. Gohan la raggiunse, le stampò un bacio
sulle labbra, poi scompigliò i capelli alla figlia, afferrò una mela e uscì di
corsa. – Scusate, sono in ritardo! – rise.
- Fai attenzione! – gli gridò dietro Chichi, preoccupata come al solito.
Goku rise. – E dai, Chichi, è adulto ormai! -
- Sì, ma non vedi quant’ è tonto?! – ribattè la donna. – Ha preso tutto da te!
-
Goten rise assieme a Pan.
Goku si grattò la nuca, e decise di dedicare tutte le sue attenzioni alla
colazione.
Il ragazzo stuzzicò la nipote, mentre questa si versava del succo d’arancia nel
bicchiere. - Tu non devi ridere, guarda che sei figlia del tonto! –
Pan lo guardò di sottecchi, divertita. – Almeno io non fisso il vuoto
sorridendo come un ebete, zietto! -
- Sarà innamorato, lascialo stare, Pan! – ridacchiò Videl, passando alla
suocera un paio di uova che la donna le aveva chiesto.
Chichi si voltò di scattò verso il figlio, lasciandole cadere per terra. –
COSA?! Innamorato?! – gridò.
Goten trasalì e per poco non cadde nuovamente dalla sedia, sotto lo sguardo
divertito di Goku e Pan. – Ma no, mamma! Che dici, Pan?! Non è assolutamente
vero! – boccheggiò nel panico.
Chichi parve calmarsi. – Peccato – mormorò con una smorfia, facendo ridere
Goku. Anche Videl sorrise, mentre, assieme alla figlia, pareva riflettere.
Ad un tratto ad entrambe si illuminarono gli occhi e esclamarono. – BRA! -
Goten arrossì e scosse violentemente il capo. – Ma no! Che dite?! Bra? Pff! Ma
che centra? Cioè, insomma... tsk! -
Quando la nipote lo scrutò divertita, con un sopracciglio inarcato, decise di
seguire l’esempio del padre e di concentrarsi sulla colazione, quindi, sempre
più rosso in volto, si infilò in bocca un intero panino alla marmellata. – Buon
appetito – bofonchiò, sputacchiando in giro.
Videl e Pan risero di nuovo, sotto lo sgaurdo divertito di Goku e Chichi.
- C’è veramente tanta allegria oggi nell’ aria! – ripetè il supersajan,
sorridendo.
- Per forza – annuì la ragazzina. – Oggi pomeriggio mettiamo fine a questa
enorme pagliacciata messa in piedi dal bell’ innamorato! -
- Eh?! – Goten alzò la testa, sentendosi –giustamente- preso in causa.
Pan rise forte. – Allora vedi che sei innamorato! -
- Nffo! – sbottò Goten arrossendo, sputacchiando altro cibo in giro per la
tavola.
SBANG!
La mano di Chichi, munita di una padella colpì per
caso il capo del
povero ragazzo. – Non parlare con la bocca piena! – lo rimproverò, con una vena
che pulsava pericolosamente sul collo.
Lui si massaggiò il capo, e chinò la testa in segno di scuse. Si scolò tutto il
succo di frutta rimanente direttamente dalla bottiglia per mandare giù il
boccone troppo grosso, e ingoiò rumorosamente con le lacrime agli occhi. –
Scusa, mamma. E NO, non sono innamorato, Pan! – aggiunse, rosso di vergogna.
- Certo, certo! – rise lei. – Ma intanto oggi vincerò io! – esclamò la
ragazzina, correndo in camera per finire di prepararsi.
- Non contarci! – le urlò dietro Goten, sperando in cuor suo, che tutto
l’allenamento fatto da Pan ultimamente non l’avesse veramente resa più forte di
quel poltrone di Trunks che per tutto il tempo non aveva fatto altro che
prendere quella sfida alla leggere –come tutta la fazione maschile, in fondo.
Bra corse in cucina, con un sorriso a trentadue denti stampato in volto. – Buon
giorno! – trillò, correndo a posare un bacio sulla guancia del padre, che in
cambio le rivolse un’ occhiata in tralice. – Ciao mamma! – ripetè, correndo ad
abbracciare la donna che tanto le somigliava. Dopodichè saltellò a sedersi a
tavola, dove si accomodò accanto al fratello, rivolgendogli un sorrisetto di
sfida. – Pronto alla disfatta, bello mio? -
- Non mi preoccupo più di niente, sorellina, ho mollato la Miwako per ben due
volte, scatenando la sua ira, cosa vuoi che ci sia di peggio? – ribattè lui,
con aria da superiore.
Ebbene sì, dopo un paio di giorni di tortura, Trunks aveva nuovamente rotto con
la bella rossa, dicendole che quella dannata sera aveva solamente bevuto
troppo, e baciarla era stata una delle più grosse sciocchezze che avrebbe
potuto fare vittima dell’ alcohol. Forse era
anche per questo che Pan aveva iniziato a pensare che quella serata era stata
solo una sciocchezza, niente di serio.
Un lampo sadico brillò negli occhi della ragazza dai capelli azzurri. – Essere
schiavo mio e di Marron dopo tutto quello che hai combinato! – suggerì,
diabolica, riferendosi chiaramente a come era stata la mora a causa della
sua stupida ‘vendetta’.
Il fratello rise, anche se in cuor suo era un po’ preoccupato. – Ma figurati!
Non c’è gara, non riuscirete mai a vincere! – Almeno lo sperava. Iniziava a
chiedersi se fosse stata una buona idea rimanere in ozio per tutto quel tempo,
mentre Pan lavorava sodo a casa, al club e in palestra da suo nonno.
La ragazza gli fece una linguaccia, tornando frizzante come quando era entrata
in cucina. – Questo lo dici tu! – detto questo, corse in camera sua, pronta a
indossare la divisa che aveva creato apposta per l’occasione.
- Buongiornoooo! – gridò Marron correndo in cucina, sorridente. I capelli
biondi erano stati raccolti in una coda su un lato della testa. – Ciao, papino!
– salutò, abbracciando Crilin che la osservava stupito.
- Buon giorno, tesoro! -
C-18 portò una mano sul fianco e le sorrise, quando fece lo stesso con lei. –
Ben svegliata -
Lei sorrise ad entrambi e proclamò. – Avete già fatto colazione? Prepraro io! -
Crilin quasi cadde dalla sedia per lo stupore. – Cosa? Dici sul serio? -
- Che c’è di male? – domandò minacciosa C-18.
L’ uomo sorrise, spaventato. – Eh!? Certo, cara, hai ragione! -
Marron rise: adorava lo strano rapporto che c’era tra i suoi genitori. Corse ai
fornelli per preparare uova e pancetta per tutti. Era carichissima per lo
scontro che ci sarebbe stato dopo poco. Pan aveva lavorato sodo, mentre Trunks
non aveva fatto che poltrire per tutto il tempo. Ridacchiò tra sè. Di sicuro
vedendo quanto poco si era impegnato, i ragazzi avevano incominciato a
preoccuparsi seriamente per l’esito della lotta. Sorrise soddisfatta. Almeno gli
avrebbero fatto paura. Lei stessa non era sicura che Pan sarebbe riuscita a
vincere, ma di una cosa era certa: le ragazze erano carichissime e i ragazzi
preoccupati. Quella era già una piccola vittoria, no?
Suonò il campanello e Crilin andò ad aprire. – Oh. – mormorò. – Ub –
osservò, inarcando un sopracciglio.
- Salve – salutò lui, imbarazzato. – C’è Marron? -
L’uomo assunse un sorrisetto divertito. - Certo, è in cucina che prepara. Vuoi
fermarti per la colazione? -
Il ragazzo annuì, in imbarazzo, e salutata anche la madre della ragazza, la
raggiunse. – Ciao – mormorò, arrossendo.
Lei gli sorrise, sentendo il sangue raggiungere anche le sue guance. – Ciao -
- Ti do una mano? – propose lui, impacciato.
Lei annuì, sorridente, e gli passò la confezione delle uova. – Datti da fare!
Secondo i ragazzi del club puoi battere chiunque, quindi sbattere delle uova
non sarà di certo un problema per te, vero? – scherzò, ridacchiando sotto i
baffi.
Lui le fece una linguaccia e si mise al lavoro. – Tanto vince Trunks –
proclamò, rompendo il terzo uovo e con questo il silenzio che era calato tra
loro.
La ragazza rise e gli fece l’occhiolino. – Certo, credici! - ribattè
scettica.
Ub le fece di nuovo una linguaccia e la abbracciò brevemente con un braccio,
facendola ridere.
Il vento soffiava pigramente muovendo l’erba in cima alla collina come se i
singoli steli stessero facendo la ola.
Una biondina era stesa sul prato, le mani sotto la testa, e attendeva.
Un ragazzo dalla pelle scura si sedette accanto a lei, per poi sorriderle, e
sdraiarsi poggiando la testa sul suo ventre. Entrambi sentirono i battiti dei
loro cuori accellerare e il sangue affluire sulle guacne portando con sè un
dolce rossore.
Stavano lì, a godersi il tepore del sole e la fresca brezza, e aspettavano. In
silenzio. Insieme. Tutto era così bello che Marron si chiese se non si sarebbe
svegliata da un momento all’ altro.
E, purtroppo, fu proprio ciò che accadde. Più o meno.
- Chiudi quella boccaccia, esibizionista del cavolo! – lo sbraitare di Bra fece
trasalire entrambi. I due innamorati scattarono a sedere, spaventati.
- Oh, ma dai! – gridò in risposta Goten, mentre i due, seguiti da una coppia di
silenziosi Trunks e Pan, si arrampicavano sul pendio per raggiungere il luogo
stabilito per lo scontro. – Non c’è storia! Come se non conoscessi mia nipote!
Pan non ha speranze! -
Bra serrò i pugni e diede una gomitata in pieno stomaco al ragazzo, allungando
poi il passo e lasciandolo indietro, a massaggiarsi la zona lesa. – Come se mio
fratello non fosse stato tutto il tempo a giocare ai videogame – borbottò,
giungendo in cima alla collina e voltandosi indietro ad aspettare gli altri.
Trunks le lanciò un’ occhiata in tralice e scosse il capo, divertito. – Questo
è perchè non ho bisogno di ulteriori allenamenti – specificò.
Pan rise. – Questo lo vedremo! – lo stuzzicò, guardandolo di sottecchi.
Lui le sorrise strafottente. – Non sperarci troppo -
- E tu non prendermi troppo alla leggera – ribattè lei, amichevole, per poi
notare i due ragazzi seduti vicini in mezzo all’ erba. – Hey, siete già qui? –
aggiunse, raggiungendo la ragazza dai capelli turchini.
Marron le sorrise. – Siete in ritardo -
Bra congiunse le mani e le portò sotto il mento, in volto un’ espressione
adorante. – Non è che voi piccioncini siete venuti qui prima per farvi le
coccole?! – suggerì, entrando in fase ‘romanticismo a go go’.
I due arrossirono ma non risposero. Pan e Trunks risero, mentre Goten inarcò un
sopracciglio e diede un frontino alla ragazza. – Tu guardi troppi film – la
accusò.
L’ umore di Bra cambiò all’ istante, e lampi di furia iniziarono a illuminarle
gli occhi a intermittenza. – Non dire scempiaggini, sottospecie di inutile
gorilla coi capelli sparati! – sbottò. – Stupido insensibile! – concluse, per
poi gettarsi a sedere a terra con poca grazia. Non si accorse che il gonnellino
del completo da cheerleader blu e giallo che aveva creato solo per sostenere
Pan durante lo scontro le era ricaduta scomposta sulle gambe, lasciando
intravedere le sue mutandine. Al contrario Goten se ne accorse subito, notò
Pan, perchè arrossì violentemente e si voltò dall’ altro lato, grattandosi la
nuca, nel più totale imbarazzo.
- Copriti, idiota – la rimproverò Trunks, scuotendo il capo, mentre le altre
due ragazze e Ub ridevano.
- Quando si inizia? – domandò Pan, su di giri. Non vedeva l’ora ti dare un
taglio a tutta quella cretinata proposta da suo zio. Basta, non voleva più
saperne di scommesse per tutto il resto della sua vita a partire da quel
giorno. Senza contare che sperava sul serio di vincere, in fondo se lo era
meritato. Tuttavia –ci aveva riflettuto quella notte- temeva che Trunks la
lasciasse vincere di proposito. E non voleva. O si combatteva seriamente, o non
se ne faceva nulla. Sorrise. L’idea di dargliele di santa ragione era più che
allettante dopo quello che le aveva fatto passare, senza contare che poi,
sarebbe stato terribilmente soddisfacente pensare di aver battuto con le
proprie forze il figlio del principe dei sajan. Ma... a pensarci bene, il
motivo per cui aveva voglia di combattere era prevalentemente il primo.
Trunks si voltò ad osservarla, stupito. – Hai voglia di prenderle? -
Lei rise di gusto. – Al contrario – gli fece l’occhiolino e raggiunse di corsa
Ub. – Allora, farai tu l’arbitro? -
Il ragazzo annuì, alzandosi in piedi. – Ovviamente -
- No! – gridò Bra, allarmata. – Tu sei di parte! Lo farò io! – propose.
Goten le diede un pugno leggero sulla testa. – Tu non sei di parte, invece –
commentò scettico. – Marron, pensaci tu. Assieme a Ub. Lui conosce il
regolamento ( ? ) e tu sei razionale. Quindi vi compenserete – decise.
- Ma chi ti credi di essere tu, per decidere!? – sibilò Bra, incorciando le
braccia al petto, con un’ espressione da bambina capricciosa in volto.
Goten rise e si sedette accanto a lei, abbracciandola e sussurrandole qualcosa
del tipo ‘non piangere bimba, ci penso io a te’. Gli altri quattro prestarono
poca attenzione alle proteste e agli insulti che Bra urlò al ragazzo, e
tantomeno al fatto che lei avesse iniziato a picchiarlo: dovevano iniziare quel
benedettissimo scontro, e finirlo al più presto, anche. Quella stupida
scommessa aveva provato tutti e nessuno ne poteva più. Tuttavia erano stati
tutti troppo orgogliosi per annullarla. Soprattutto Pan, che ormai, l’aveva
presa come una sfida personale.
Pan prese posizione di fronte a Trunks, a tre metri di distanza da lui.
Il ragazzo si sfilò la camicia per potersi muovere più comodamente e improvvisò
qualche mossa di riscaldamento, mentre lei cercava di distogliere l’attenzione
dal suo torace muscoloso e riportarla a tutte le tecniche apprese e migliorate
durante gli allenamenti.
- Così non vale! Arbitro, Trunks bara! – sentirono il grido di Bra, che
gesticolava, qualche metro più indietro rispetto ai giudici di gara
improvvisati.
Goten rise forte e sia Trunks che Pan arrossirono involontariamente.
Marron lanciò un’ occhiataccia a Bra, che in tutta risposta le fece una
linguaccia e cacciò un’ altra gomitata a Goten, questa volta solo per sfizio
personale, senza un motivo preciso.
Lui guaì una protesta e mise il broncio.
- Pronti? – domandò formalmente Ub.
- Prontissima – decretò subito la mora, assumendo una posizione di battaglia.
Ce l’avrebbe fatta. O forse no, ma le probabilità di batterlo erano salite
vorticosamente nell’ ultimo periodo di allenamenti e questo era comunque un
passo avanti.
Una folata di vento mosse l’erba tutto intorno a loro, scosse appena i jeans
corti e sbiaditi di Pan, fece frusciare la sua solita maglietta rossa e
ondeggiare la bandana e i suoi capelli corvini. Trunks scosse il capo. Non si
era allenato per nulla durante quel mese, e se ora si perdeva nell’ osservare
quei meravigliosi dettagli che caraterrizzavano la ragazza di cui era
innamorato, avrebbe certamente perso, finendo tra le grinfie di Marron e Bra.
No, non poteva permetterselo. Prese posizione anche lui e annuì a sè stesso per
prepararsi psicologicamente. – Pronto -
- Via! – gridò Ub.
Pan fece una smorfia tra il teso e il divertito. – Si aprano le danze –
borbottò, per poi partire all’ attacco.
- Cazzo! Oh, ti ho fatto male? – Trunks volò rapido a soccorrere Pan, alla
quale aveva appena assustato un poderoso calcio nello stomaco. Era più forte di
lui: non riusciva a combattere senza sentire i sensi di colpa ogni volta che la
colpiva.
La mora era caduta di culo sull’ erba, dopo un volo di un paio di metri. –
Tutto ok – boccheggiò, sforzandosi di ristabilire un ritmo di respirazione
adeguato.
Trunks si inginocchiò accanto a lei, e la resse per le spalle. – Ok, respira.
Piano. – suggerì, mentre Bra correva verso di loro, con Goten al seguito.
Marron e Ub li raggiunsero, lei visibilmente preoccupata, lui accigliato.
- Stai bene?! – gridò Bra, inginocchiandosi davanti all’ amica.
Lei annuì. Respirò a fondo. – Ok, ci sono – proclamò, incrociando le gambe e
prendendosi le caviglie con le mani. Rovesciò leggermente il capo all’ indietro
per guardare Trunks negli occhi. – Complimenti, hai vinto -
Il ragazzo rimase in silenzio per qualche istante, stupito da quell’
affermazione.
Pan abbozzò un sorriso e lui fece lo stesso. Era vero, aveva vinto. Ma le aveva
fatto male. Era stato forse il combattimento più duro che avesse mai fatto. Non
tanto per la competenza di Pan –che era effettivamente diventata parecchio più
forte durante l’ultimo mese di continui allenamenti-, ma per il combattimento
interiore che aveva dovuto affrontare costantemente, per tutto il tempo. Ogni
volta che la colpiva, gli veniva l’ impulso di soccorrerla. Ma allo stesso tempo
sapeva che sarebbe stata una reazione stupida: stavano combattendo entrambi per
vincere e non poteva permettersi di perdere. Il suo cervello tuttavia replicava
sempre con qualcosa del tipo ‘ma stai picchiando una ragazza’ o peggio
‘quella che a cui le stai dando è Pan’.
Scosse il capo, cercando di cacciare quei pensieri.
- Quindi abbiamo vinto? – domandò Goten, per il quale, una volta assicuratosi
che la nipote fosse tutta intera, la preoccupazione maggiore era rimasto
l’esito della scommessa.
Marron gli lanciò un’ occhiataccia: che insensibile!
- Bè, sì: Trunks l’ha messa KO – osservò Ub rivolgendosi all’altra giudice di
gara. – Tu che dici? -
La bionda sospirò. - Pan ha superato tutte le nostre aspettative – commentò,
pensierosa. – Però... sì, hai ragione. Avete vinto – concesse, infine.
Goten e Ub iniziarono prontamente a saltare in giro per il prato, festeggiando
per la vittoria tanto bramata.
Bra incrociò le braccia e mise il broncio. Non era giusto. Si erano pienamente
meritate una vittoria! Pan si era allenata, aveva rischiato di mettere KO
Trunks ben due volte ( contro le sei da parte del ragazzo ), Marron e la mora
avevano fatto pace dopo tutto quel gran casino e lei
aveva creato una divisa da cheerleader per l’occasione!Avrebbero
dovuto vincere, non era giusto!
Marron fece una smorfia, scontenta, mentre Pan si alzava in piedi e respirava a
fondo. Ebbene sì, avevano perso. Tuttavia, non riusciva a non essere contenta.
Ok, avrebbe dovuto essere schiava dei ragazzi –assieme alle altre- però almeno
avrebbe potuto smettere di frequentare il club, e avrebbe potuto considerare
finalmente la scommesa –che di per se aveva combinato più danni di Goten dopo
aver ingerito una quantita esorbitante di zuccheri- un capitolo chiuso.
- Da ora siete ai nostri ordini! – gridò Goten, correndo a scompigliare i
capelli alla nipote. – Mi hai fatto proprio un gran regalo, Pan! Bravissima! -
- Piantala, tu! – abbaiò Bra, irritata. – Evita di rigirare il coltello nella
piaga! -
- A b b i a m o v i n t o l a s c o m m e s s a !
– sillabò lui, un sorriso sornione sulle labbra, portando le mani sui fianchi e
sporgendosi leggermente verso la Brief.
- Chiudi il becco! -
- Abbiamo vinto! Abbiamo vinto! Abbiamo vinto! – Saltellava sul posto battendo
le mani, più per infastidire la ragazza che per altro.
- Stai zitto! -
Lui rise e continuò a cantilenare, gongolando: - Abbiamovintolascommessa!
Abbiamovintolascommessa! Abbiamovintolascommessa! Abbiamovintolascommessa!
Abbiamovintolascommessa! –
- Taci, taci, taciii! – frignò la ragazza, iniziando a battere prima i pugni e
poi anche i piedi a terra.
Pan ridacchiò, vedendo l’amica fare i capricci come una bambina.
- Ora dovete fare tutto ciò che diciamo noi! – osservò Ub, raggiungendo Marron
e abbracciandola da dietro.
Marron sbuffò, cercando di non sorridere o arrossire per il gesto affettuoso. –
Non esagerare. Oh, e soprattutto non crediate che non ve le faremo pagare
tutte! – precisò la bionda, prevedendo che i ragazzi le avrebbero costrette a
fare di tutto, facendo fare loro, magari, anche qualche bella figuraccia.
Trunks trasalì, senza che gli altri lo notassero. Marron aveva colto nel segno.
Vittoria o meno, quelle due gliel’avrebbero fatta pagare –come se Pan fosse
stata l’unica a starci male. Tuttavia... quella scommessa aveva già causato
troppi guai, e lui non aveva intenzione di lasciare che ne combinasse altri.
Magari Goten avrebbe fatto un casino dei suoi, con il pretesto che poteva
comandare le ragazze a bacchetta. O magari lui avrebbe
fatto la figura del cretino scambiando una situazione per un’ altra –di nuovo-
e... oh, cazzo. Da quando era così insicuro? E paranoico, anche. Quella cavolo
di sfida lo aveva veramente stufato.
La sua voce sovrastò le lamentele di Bra e il canto di gioia di Goten. -
Scommessa annullata! – proclamò.
Al moro morirono le parole in gola, a metà di un ‘Abbiamovintolascommessa!’ e
Bra si voltò di scatto a gaurdare il fratello con gli occhi che brillavano. –
Davvero???? – domandò, entusiasta.
- No! – protestò Goten. – No che non è vero! Che ti salta in mente, Trunks!? -
Ub ridacchiò. – Per me va bene – Strano ma vero: anche lui aveva pensato che
quella scommessa ne aveva davvero combinate troppe. Bisognava tagliarle le
gambe il prima possibile, prima che arrivasse a combinare qualche altro casino.
- Chiudi la bocca. – berciò Bra, rivolta ad uno scioccato Goten. – Se il mio adoratofratellone
vuole annullare la scommessa, sono affari suoi! È lui che ha vinto, non tu! -
Trunks inarcò un sopracciglio. Adorato fratellone?? Ahah. Quella pazza furiosa di
sua sorella era davvero incredibile. – Ruffiana – soffiò. – Però hai ragione.
Sono io che ho lottato con Pan. – E contro me stesso, aggiunse
mentalmente.
- Già, sei tu che hai rischiato di essere messo al tappeto due volte da Pan –
sottolineò Bra, abbandonando le vesti della sorellina dolce e gentile, per
riprendere le solite vesti da Bra Brief.
Il maggiore fece una smorfia. – Vedi di non farmi cambiare idea, sorellina – minacciò. – Scommessa annullata – ribadì
poi.
- No! – ripetè Goten. – Perchè!? Hai vinto! -
Pan spostò lo sguardo ripetutamente dallo zio a Trunks. In effetti nemmeno lei
capiva perchè il ragazzo avesse fatto quella scelta, ma sinceramente non se ne
preoccupava, anzi.
- Già, perchè? – domandò Marron. A rigor di logica, non aveva senso rinunciare
ad un’ opportunità così ghiotta come quella di poter sfruttare loro tre a
piacimento. E di sicuro non sarebbe più capitata un’ occasione simile. A meno
che non si parlasse di una questione di orgoglio. Della serie ‘Sono un uomo
d’onore, non voglio sbandierare troppo in giro la mia vittoria nè farla pesare
agli sconfitti’. Mah.
- Che ti frega! – la riscosse Bra, letteralmente: era infatti balzata in piedi
e stava scuotendo l’amica, come cercando di farla rinsavire dopo un malore. –
Tanto di guadagnato! -
Pan rise. – In effetti – appoggiò la Brief.
- Guadagnato un cavolo. – si indispettì il moro. – Ha
vinto Trunks! -
- Noi ci siamo impegnate di più, però – osservò la nipote, con un’ alzata di
spalle. – In questo modo viene una specie di pareggio. Un premio di
consolazione – azzardò.
- Oh, ma non diciamo sciocchezze! – si lagnò il ragazzo, iniziando a
disperarsi. – Non è possibile, dai! Noi uomini siamo tendezialmente egoisti! -
- Parla per te! – lo rimproverarono gli altri due, divertiti. Goten era
davvero un bambino quando ci si metteva.
– Ma non è giusto! – si lamentò lui per l’ennesima volta, mentre tutti gli
altri si avviavano verso casa. Era passata da un po’ l’ora di pranzo, e avevano
tutti fame. Pan per un attimo temette che lo zio sarebbe scoppiato in lacrime,
avrebbe puntato i piedi per terra e non si sarebbe mosso da lì, proprio come
faceva da bambino. Fortunatamente lo vide imcamminarsi con loro, a testa bassa,
e bobottando le sue lamentele.
Sorrise. – Chi arriva prima a casa, pulisce la pentola del riso! – gridò, per
poi volare in testa al gruppo.
- Hey, non vale! – protestò nuovamente Goten, inseguendola rapido. – Tanto
vinco io! – decise, raggiungendola e superandola.
Lei rise e quando lo zio l’ ebbe seminata, si fermò ad aspettare gli altri. –
Premio di consolazione – spiegò, quando le amiche le rivolsero uno sguardo
interrogativo. Così almeno, il povero Goten avrebbe avuto una vittoria per
addolcire l’amara rinuncia al premio dettata da Trunks. – Mangiate con noi?
Tanto nonna Chichi prepara abbastanza cibo per sfamare un esercito! –
E così fu. Goku e Gohan aiutarono i ragazzi a preparare un tavolo in cortile,
mentre Videl e Chichi preparavano il pranzo.
- Pan, abbiamo iniziato a riordinare il garage – la informò Gohan, passandole i
tovaglioli che lei disponeva sulla tavola.
La ragazza gli sorrise. – Trovato qualcosa di interessante? – domandò. Nel
garage erano stipati tutti gli anni, i mesi, i giorni, i minuti e le ore della
vita passata di Pan, Goten e persino di Gohan. Chichi ci teneva a mettere tutto
da parte, legata com’era alla sua famiglia e a tutti i ricordi che la
riguardavano. Non voleva dimenticare nemmeno un attimo di ciò che era accaduto,
e così aveva riposto ogni cosa in garage, dove Gohan aveva rinunciato a mettere
la macchina ormai da anni. Tuttavia, siccome Goten era ormai in età da patente
e Pan era prossima alla stessa, avevano deciso di comprare un’ auto nuova, che
i due avrebbero ovviamente condiviso, ed ora era necessario un posto in cui
metterla, quindi avevano deciso di fare un po’ di pulizia, con grande
dispiacere di Chichi.
- Un sacco di roba... ma la nonna non vuole buttare via nulla. – spiegò,
sospirando. – Dice che sono ricordi vostri e dovete scegliere voi. In realtà,
credo speri veniate presi dalla nostalgia e ci chiediate di tenere tutto –
Pan rise. – Probabile. –
- Dopo pranzo andate a dare un’ occhiata. Se i ragazzi trovano qualcosa che gli
piace, possono prendela tranquillamente, mi raccomando -
Pan annuì e lanciò un’ occhiata a Goten, che rideva e scherzava con Ub e Trunks
in cortile, mentre Marron e Bra ordinavano piatti e posate sul tavolo. – Hey,
Bell’ Innamorato! – gridò, rivolta allo zio. – Non pensi che dovresti dare una
mano?! -
Lui si voltò e le fece una linguaccia, per poi tornare agli amici.
Goku, in quel momento, si aprì in un gran sorriso. – Urca, è vero! – esclamò. –
Com’è finito lo scontro?! Chi ha vinto?? – chiese, con gli occhi che
brillavano.
Pan indicò Trunnks, tranquillamente, mentre Goten sbarrava gli occhi,
ricordandosi di essere arrabbiato con gli amici per aver annullato la scommessa
un attimo prima di poter riscuotere il premio. – Non è giusto! – gridò.
Trunks si battè una mano sulla fronte, mentre Ub saltava sulla schiena dell’ amico
e cercava di tappargli la bocca con una mano per evitare che un nuovo fiume di
proteste e lamentele ne sgorgasse fuori. – Chiudi il becco! – lo apostrofò,
mentre quello cercava di divincolarsi, finendo per far cadere a terra entrambi.
I due cominciarono a ridere, e non smisero finchè non ci fu il cibo in tavola.
Mentre mangiavano, Ub raccontò nei dettagli al suo maestro –Goku- com’era
andato il combattimento, mentre Goten continuava aborbottare, scontento, tra un
boccone e l’altro.
Dopo aver pranzato, i ragazzi si fiondarono in garage, ad esplorare i vecchi
oggetti che vi erano stati accumulati. Trunks e Pan vennero mandati a prendere
qualche straccio per dare una ripulita alle cose, mano a mano che venivano
tirate fuori, così entrarono in casa e inziarono a razzare nell’ armaidetto dei
detersivi per trovare anche un mangiapolvere.
- Alla fine com’ era andato quel compito di geometria? – se ne uscì il ragazzo,
facendo trasalire la ragazza.
- Oh! – mugugnò, sorpresa. Se ne era completamente dimenticata. – Bene, avevo
preso sette – Ma non gliel’aveva già detto?
Trunks annuì, spostando una scatola di guanti in lattice per sbircarvi dietro
alla ricerca del prodotto per la polvere. In effetti gliel’aveva già detto,
ma... quella era stata la prima cosa che gli era passata per la mente e voleva
assolutamente rompere il silenzio. – Bè, le mie ripetizioni sono state utili,
quindi! -
Pan annuì, arrossendo lievemente. Scostò la bottiglia dell’ ammoniaca, e sbarrò
gli occhi, allarmata.
Oh. Santo.
Cielo. Oh Santo cielo! Ohsantocielo! Ossantocieloossantocielo!
Le balenarono nella mente le sue parole durante quel famoso compito in classe e
arrossì violentemente.
Se prendo la
sufficienza in questo compito, giuro che mi dichiaro a Trunks!
Oh Kame! Non era possibile! Ora... ora... ora doveva
farlo. Non poteva rimandare ancora, era il momento adatto. E poi... da quello
che aveva capito Goten si era lasciato scappare qualche frase di troppo dopo la
festa di Hiromi e, secondo Ub, Trunks aveva già intuito i suoi sentimenti. Oh
Dio. Stava per fare la figuraccia del secolo. Tuttavia, una parte di lei non
vedeva l’ora di gridare ciò che provava. Forse la parte più folle, si disse.
Prese un respiro profondo e parlò: – Perchè hai annullato la scommessa? – Oh,
bè, non aveva detto che l’avrebbe detto subito. Aveva tutto il diritto di
girarci un po’ attorno.
Trunks arrossì. – Bè, io... diciamo che non volevo infierire oltre. – borbottò.
Pan strabuzzò gli occhi, senza capire e parlò di riflesso. – Cioè? Ti facevamo
pena?! -
Il ragazzo scosse il capo e alzò le mani, allarmato. – No, no, che hai capito!
È che... aveva già fatto il suo bel casino... cioè, questa scommessa ne ha
combinate di tutte i colori, e secondo me è meglio impedirle di causare
altre catastrofi. E poi... forse un po’ era per farmi perdonare per ciò che è
successo alla festa. – arrossì. Per quale stupidissimo motivo aveva detto
queste cose? In che situazione si era cacciato! Dopo questa frase sicuramente a
Pan sarebbe venuto il diabete! Ma che diavolo stava combinando?!
Pan prese tempo, prima di rispondere. Spostò altre due bottiglie e trovò un
paio di stracci. Afferrò una sportina e ve li gettò dentro, senza riuscire a
guardare il ragazzo.
Ora o mai più, si disse infine
la mora.
A questo punto, bisogna arrivare al
nocciolo della questione, pensò Trunks, stringendo i pugni per
farsi coraggio.
- Devo dirti una cosa! – sbottarono, nello stesso istante.
Sgranarono gli occhi e arrossirono.
– Prima tu – aggiunsero, di nuovo in coro.
Ridacchiarono entrambi, imbarazzati, e distolsero lo sguardo l’uno dall’ altra.
– Prima tu – ripetè Pan, prendendo di nuovo tempo. Affondò le mani nelle tasche
e respirò a fondo. Non poteva credere di essere diventata così fifona, tutto d’
un tratto!
- Io... – boccheggiò Trunks, infilandosi le mani in tasca. Non si era mai
sentito in imbarazzo come in quel momento. – Io, Pan... io devo dirti una cosa
– Che idiota. Questo l’ha capito, cretino! – Oh, insomma... io credo di... penso
che tu... cioè, credo di... credo di essermi preso una bella cotta per te,
ecco. -
Pan sussultò a quelle parole. Non... non era possibile. Arrossì violentemente e
alzò lo sguardo su di lui, trovandolo nella sua stessa identica posizione e,
perdipiù, rosso in volto –se non come lei, forse addirittura di più. E scoppiò
a ridere. Per la felicità, in parte, e un po’ anche per l’ assurdità della
situazione.
Lo vide alzare lo sguardo su di lei e accigliarsi. – Ecco, lo sapevo. Scusa, tu
di sicuro avrai altro per la testa...- brontolò, scontento. Voltandosi per
andarsene. Si sentiva un perfetto idiota. Avrebbe dovuto tenere il becco
chiuso. Ora magari Pan non gli avrebbe nemmeno più rivolto la parola. Perfetto.
Già, era perfetto: un perfetto idiota!
- No! – gridò Pan, per farmarlo. – No, aspetta, non ridevo per quello! – si
giustificò, afferrandolo per un braccio. Ed ecco Pan Son che ne combina un’ altra delle sue,
pensò. Complimenti, ragazza.
Lui la guardò interrogativo.
Lei scosse il capo e arrossì prima ancora di parlare. – Anche io – disse
infine.
- Anche tu...? -
- Anche io mi sono presa una cotta per te.- spiegò tutto d’un fiato. – Una
cotta che ho dalle elementari, tra l’ altro. – aggiunse a mezza voce,
distogliendo lo sguardo da lui.
Trattenne il fiato. E ora? Cosa sarebbe successo? Sarebbe scappato urlando? Le
sarebbe scoppiato a ridere in faccia, dicendo che lui in realtà stava
scherzando?
- Oh – lo sentì borbottare. – Allora siamo in due -
Pan alzò lo sguardo e lo vide, rosso in viso, che le sorrideva. Lei ricambiò il
sorriso, timidamente, arrossendo a sua volta. Ultimamente non faceva altro che
arrossire, si rese conto.
- Pan! Trunks! Venite a vedere! –
Sentirono il grido di Bra venire da fuori.
Trunks scosse il capo. – Chissà che ha trovato – borbottò, e prese la ragazza
per mano.
Lei per un attimo rimase stranita dall’ azione del Brief, ma poi strinse la
mano di lui, sentendo le farfalle nello stomaco. Recuperò la sportina con gli
stracci per la polvere e si lasciò condurre fuori dal ragazzo.
- Che c’è? – chiese la mora, uscendo in cortile, ma ebbe bisogno di alcuna
risposta, vide da sè ciò che c’era da vedere: Goten stava faticosamente
pedalando in strada, a bordo di un veicolo che decisamente si abbinava a
perfezione con il suo comportamente di quel giorno.
- Il mio triciclo! – gridò la ragazza, stupita, tre le risate di Marron e Ub.
Subito dopo, anche lei e Trunks scoppiarono a ridere.
- Sei ridicolo! – lo informò la ragazza dai capelli turchini, trattenendo a
stendo un sorriso divertito.
Goten, in tutta risposta, fece un’ inversione a U, pedalando ad una velocità
ridicola –e non solo la velocità lo era-, ‘sfrecciò’ verso Marron, che per
evitarlo finì addosso a Ub. Lui la abbracciò, mentre Goten continuava il suo
teatrino. Il moro si fermò proprio di fronte alla Brief e le fece l’occhiolino.
– Che ne dici di fare un giro a bordo, pupa? -
Lei inarcò un sopracciglio. – Ma per favore! – lo snobbò, voltandosi dall’
altra parte.
Lui tuttavia non si lasciò liquidare, anzi: si alzò, la fece voltare e... la
baciò. Tempo un secondo e un sonoro SCIAFF aveva riempito l’aria.
Pan chiuse gli occhi e mormorò un ‘ahia’. Sulla guancia di Goten lampeggiava il
segno della mano della ragazza, che lo stava fissando in cagnesco. – Maniaco!
Stupido troglodita infantile! – lo insultò lei, stringendo i pugni. Si morse il
labbro inferiore, frustrata. – Non si baciano le ragazze senza permesso! –
sibilò, voltando la testa dall’ altro lato.
- Scusa – mormorò il moro, deluso. Aveva proprio l’aria di un bambino a cui era
stato soffiato il regalo di Natale un attimo prima di scartarlo.
- Povero Goten – commentò Trunks, piegando il capo da un lato. – Ha una cotta
da paura per... BRA?!?? – fece, stupito.
La ragazza si era girata di nuovo verso di lui, e gli era saltata al collo,
baciandolo con foga.
- Povero un cavolo! – rise Ub, abbracciando forte Marron, mentre Goten cingeva
la vita alla sua nuova ragazza e rispondeva al bacio.
Pan sorrise, felice per il suo adorato zietto. In cuor suo sperava solo che
Chichi non decidesse proprio in quel momento di emergere dalle montagne di
scatoloni che avevano trasformato il garage in un labirinto, o le sarebbe
venuto un infarto.
- Stavo pensando – le disse Trunks, piano, stringendole dolcemente la mano. –
Che forse, uno di questi giorni, potremmo uscire insieme -
Il cuore di Pan perse un battito e si fece pesante di gioia, mentre dal suo
stomaco le farfalle erano uscite, e ora stavano svolazzando ovunque,
soprattutto nella sua mente, ora annebbiata dai sentimenti. Gli sorrise, al
settimo cielo. – Non vedo perchè no! – rispose.
Si alzò in punta di piedi e gli posò un tenero bacio su una guancia.
Io amo la geometria!
Vi ho fatto
patire e attendere tanto di quel tempo che a questo punto avreste avuto tutto
il diritto di presentarvi sotto a casa mia con tanto di torce, forconi e fiamme
ossidriche.
Vi ho
rifilato mille scuse –tralaltro tutte vere- per giustificare i miei ritardi.
Vi ho
postato capitoli corti che più corti non si può.
Non vi ho
risposto alle recensioni per circa duemila volte.
E, ripeto,
vi ho fatto aspettare tanti di quel tempo che qualunque persona a questo punto
mi avrebbe scritto una trentina di lettere minatorie.
Ma,
nonostante tutto, siete ancora qui a leggere.
Che posso
dire se non che... vi adoro?
Non merito,
non ho meritato e credo che non meriterò mai i complimenti che mi avete fatto,
la vostra fedeltà nel leggere la storia e le vostre splendide recensioni.
Capisco e
di certo non biasimo chi di voi a rinunciato a leggermi (?), e ringrazio anche
le persone che si sono stufate di aspettarmi e hanno abbandonato la lettura.
Forse, un giorno, leggere questo enorme ringraziamento che voglio rivolgervi, nonostante
voi abbiate rinunciato a starmi dietro.
Per tutti
gli altri, il grazie, viene ancora dal più profondo del cuore ed è ancora più
grande. Grazie per aver portato pazienza, per non esservi stufati di starmi
dietro, per essere rimasti fedeli a Pan, Trunks, Goten, Bra, Marron e Ub, anche
se di certo io non vi ho invogliato a farlo con i miei modi di fare. Spero che
riuscirò presto a smettere questa orribile abitudine del ritardo, ma... sono
dell’ idea che almeno ho portato a termine la storia. Tantissime persone –per
motivi svariati, validi e di sicuro migliore di quelli che ho io per i miei
ritardi- lasciano le storie a metà. Io stessa l’ho fatto una volta, come potete
vedere nel mio profilo ( trattasi di KIRKUS ), e continuo a pentirmene.
Tuttavia, la mancanza di ispirazione è difficile da combattere e... sto
divagando. Insomma, quel che voglio dire è che vi ringrazio con tutto il cuore
per essere giunti fino a qui e per avermi sopportato fino ad ora. So cosa
significhi aspettare invano giorni e
giorni che una storia venga aggiornata, e non immaginate quanto mi sento in
colpa nel pensare a quante volte l’ho fatta patire a voi, quest’attesa.
spero che, almeno, la storia vi sia piaciuta.
GRAZIE di CUORE, a tutte voi!
Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo. Questa volta vi
risponderò, ad una ciascuna ^^
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Un grosso grazie a chi ha recensito la storia almeno una volta:
Alix36
(brutta zuccona xD tu hai commentato senza nemmeno leggere una riga! xP)
Un enorme ringraziamento anche a chi ha messo la storia tra le
seguite:
1 - ale_db95 [Contatta]
2 - bika [Contatta]
3 - DANINO [Contatta]
4 - dolcepuffa [Contatta]
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E tra le preferite:
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12 - VaMpIrA89 [Contatta]
Ringrazio ovviamente di cuore quelle anime pie che hanno solo
letto, perchè hanno dovuto portar pazienza anche loro.
Oh, ma mi
stavo quasi dimenticando della mia amatissima beta, che, capitolo dopo
capitolo, ha reso leggibile quasi l’intera fic. Un grazie infinito a elly 91 ♥
Prima di andarmene del tutto,
vorrei dirvi che mi è stato suggerito di scrivere una fanfiction sui personaggi
di questa, quando già saranno fidanzati. Se qualcuno è interessato a leggerla
–e, a dirla tutta, devo ancora iniziarla, quindi parliamo di tra moooolto tempo
– la troverà sul mio profilo.
Se vi andrà ancora di fare due
chiacchere con me, dopo tutto il tempo che vi ho fatto aspettare e l’attesa che
avete dovuto patire per causa mia, come sapete il mio profilo di Facebook è il
posto ideale. Accetto tutti, ma mi farebbe piacere conoscere il vostro
nickname, giusto per sapere che non sono stata ggiunta –come capita in
continuazione – da persone che non hanno la minima idea di chi caspio zia
Yvaine0 o che diavolo sia XD ( non è
obbligatorio dirmi il nickname, accetto l’amicizia anche senza che lo
specifichiate ).
Inoltre, sul profilo facebook ( Yvaine Da Efp ) segnalerò ogni aggiornamento, di ogni
storia, per chiunque sia interessato.
Ora me ne vado sul serio.
L’ ennesimo ENORME grazie, da parte mia e di Eva.
Yvaine0 - Miki