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Autore: kannuki    10/09/2005    3 recensioni
Un pazzo che balbetta deliri, una fata che vive in un tulipano e una bambina punk che addestra tarantole chiuse in una scatola.
Un taxi verde che si muove per le città col suo Carico di Paradiso e l'Uomo dei Sogni che non è esattamente il principe azzurro. Una fotografa di cadaveri che ha perso se stessa e vaga nelle Nebbie dei Ricordi Smarriti. Un'Ombra che la segue e la studia, aspettando.
Strani personaggi che si intrecciano in un hard - boiled onirico e delirante, dove tutto non è mai come sembra, Realtà e Fantasia si mescolano in una caccia spietata che si spinge fino ai confini dell'autodistruzione. E se fosse tutto frutto di un'allucinazione?
Genere: Avventura, Dark, Drammatico, Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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“Insomma, lei mi fa : ‘l’illuminazione di questo posto è tutta sbagliata, la lampada da tavolo non fa luce a sufficienza, il t

“Insomma, lei mi fa : ‘l’illuminazione di questo posto è tutta sbagliata, la lampada da tavolo non fa luce a sufficienza, il termosifone è stato montato su una parete a caso..”

 

Paolo sbuffa, mezzo sbracato su tavolo come Harvey “una vera rompipalle”

“Scherzi, mi ha dato modo di farla restare lì più a lungo!” afferma infilandosi in bocca una cucchiaiata di budino al crème caramel “buonissimo, eccellente”

“Ci credo….e poi?”

Harvey ingoia un’altra cucchiaiata e si raddrizza appena “allora le chiedo se le va di venire a cena con me per ringraziarla di avermi spostato quei mobili orrendi e lei dice di si. E poi mi chiede quanto sono alto”

Paolo lo guarda tirando indietro la testa, sorpreso “e perchè?”

Che ne so.”

“Strana ragazza” mugugna afferrando un’altra porzione di crème caramel dal frigo e mettendogliela davanti.

Bronx allunga le mani, rifiutando. “Basta grazie, sono pieno.” Batte i palmi sulla giacca e aggrotta le sopracciglia. Ah già…le aveva lasciate a casa.

Mica ti sarai rimesso a fumare?” lo fulmina lo zio con aria omicida.

“Chi io? Non so di che parli” ridacchia nervoso mentre Paolo si addossa allo schienale della sedia. “L’hai chiamata?”

“No, non vedo perché dovrei farlo” ammette con aria nervosa.

“Dio, che nipote stupido che ho!” sibila alzando gli occhi al cielo “e se li fosse fermata la macchina in mezzo alla strada?”

Harvey alza le spalle seccato “Non penso proprio. Zio, non funziona più come hai tuoi tempi! Le donne ormai sono infide e calcolatrici, tirano colpi bassi quando meno te l’aspetti, giocano con i tuoi sentimenti neanche fossero ad una partita di bowling e ogni scusa è buona per…”

Sono sempre state così, figliolo.” Ridacchia scuotendo la mano: il nipote che si accalora è una vera novità…e meno male, qualcosa da Giulia l’ha preso, allora.E se l’avessero aggredita?”

 

“Ma se ci sono poliziotti a tutti gli ang..” S’interrompe pensando che si, i poliziotti ci sono ma i crimini continuano indisturbati. “Faccio una telefonata” mugugna allontanandosi un po’. Ha solo il suo numero di casa, scovato facilmente dal curriculum depositato in archivio.

La segreteria scatta e Harvey riattacca senza dire una parola. Non c’è. 

Guarda lo zio con aria pensosa “è uscita”

 

****

 

“CADONO TUTTI I RE DEL MONDO, SALTANO IN UN GIROTONDO...PERDONO SOLI CONTRO IL MONDO, RIDONO… IL MATTO, IL VAGABONDO!”

 

Perché urla così?! Mira è terrorizzata e non accenna a staccargli gli occhi di dosso. Marv ha deciso che la canzone della radio gli piace e ha cominciato a cantarla a squarciagola.

Improvvisamente stacca l’audio e la guarda “non sei di compagnia”

“Mi dispiace” sussurra in fretta cercando di non innervosirlo “come ti chiami?”

Lui la guarda per qualche secondo e Mira pensa che la ucciderà seduta stante

“Marvin. O Marv

“Ok…hai sempre fatto il tassista?”

“Ho fatto un sacco di lavori” afferma con un sorriso. “Ma questo mi piace un sacco, mi da la possibilità di conoscere un mucchio di persone. Persone interessanti. Come te” afferma con un ghigno sinistro.

Distogli l’attenzione da te, si urla annuendo ferocemente “si, immagino. Quanti anni hai?”

“Tu quanti ne hai?” continua guidando nel nulla: la notte è scura senza stelle e Mira è stanca e ha un bisogno urgente di andare in bagno. “27…Marv, non ti chiederò dove stiamo andando ma devo…devo andare in bagno” sussurra impicciandosi con le parole.

Immediatamente il taxi inchioda e Mira è costretta a mettere le mani avanti per non sbattere contro il cruscotto.

Le fa cenno di scendere e la donna si affretta ad obbedire.

“Come sua maestà ordina” ridacchia indicandole il nulla assoluto. “Sbrigati!”

 

Mira lo fissa a bocca aperta e si domanda se la controllerà “va bene. Ma sii cavaliere e girati” ridacchia con voce stridula sistemandosi dall’alto lato della macchina. Lo sente ridere a lungo e la paura le blocca la vescica. 

Quando ha finito, si rimette a posto il vestito velocemente, mezza congelata e alza la testa ritrovandoselo di fronte.

Mi ha guardato?! Quando…non l’ho visto muoversi! Pensa allarmata spostandosi di qualche passo.

“Hai delle gambe stupende” sussurra avvicinandosi “fammele vedere”

“Non è carino, siamo solo alla prima uscita” balbetta impaurita abbozzando un sorriso tirato e scostandogli le mani dalla vita e dai fianchi “No. No, Marvin. Smettila!” urla d’un tratto sentendo di nuovo il gelo che le avvolge la pelle.

Un dolore acuto alla mano che le ha afferrato, la fa strillare “smettila? A me? Al tuo Re?” bisbiglia avvicinandosi al volto, il succhiotto che le ha fatto sul collo che le scurisce la pelle. La bacia con forza, facendola divincolare. Le torce un braccio dietro la schiena finchè non si muove più e il petto sussulta per i singhiozzi strozzati.

“Ti sto portando con me, ti ho accontentata quando me l’hai chiesto e tu continui a dirmi di no?”

Mira non si muove, lo sguardo fermamente puntato a terra. I pazzi vanno assecondati.  

Alza la testa e sorride con difficoltà “hai ragione Marv, scusa. Posso darti un bacio per farmi perdonare?”

Lui la guarda a lungo avvicinandosi di tanto in tanto “stai cercando di fottermi?”

“No” replica in fretta accarezzandolo con la mano libera. “Ho voglia di baciarti..Pensa ad altro, pensa ad altro! S’impone mentre gli fa abbassare la testa, pensa che sia Abe…o Harvey…

L’immagine di Bronx non l’aiuta. Per fortuna l’uomo la stacca da se e la guarda arrabbiato, puntandole un dito in faccia. “Tu sei matta, hai qualcosa che non va”

Io, eh? Pensa inviperita sforzandosi di non aprire bocca.

“Sali in macchina. E se tenti di fottermi, ti fotto io per primo” l’avverte spingendola dentro e facendola respirare di nuovo.

“Fortuna che siamo quasi arrivati…sempre a me capitano le sciroccate!”  lo sente bisbigliare mentre mette in moto.

Fanculo! Pensa arrabbiata dicendosi che in quella direzione c’è solo una cittadina sperduta. Avrebbe trovato sicuramente aiuto.

Doveva trovarlo!

 

****

 

La Chrysler blu vagamente impolverata li segue da quando hanno lasciato la città. Il suo occupante ha appena riposto il potente binocolo rubato in un’armeria militare e ha rimesso in moto, sempre tenendo una distanza di sicurezza quando li ha visti ripartire.

Gliel’aveva detto che era psicotico ma non immaginava che avrebbe rapito una donna! Figlio di puttana senza Dio. Vedi che succede a fidarsi degli avanzi di galera come Marv? Ancora non l’aveva violentata e la cosa era molto strana. C’era andato vicino due volte, ma chissà come mai quella donna era sempre riuscita a scamparla.

Sospirò infastidito mentre spingeva la chiamata rapida nel vivavoce del cellulare. “Sono io. Ha rapito una donna.”

Attese la risposta e non si stupì “Vi serve?”

Guardò il telefono e sorrise ampiamente “me ne occupo io”  

Gonfiò le guance e sbuffò un po’ di volte per gioco, aprendo la valigetta sul sedile del passeggero. Dentro si stagliava l’ultimo modello di fucile Sniper Sako TGR, un gioiello costruito apposta per i tiri di precisione a lunga distanza. Lo usavano molti enti governativi…e lo usava lui!

Fece schioccare la lingua e lo rimise a posto. Pistole ad azione singola e un bel coltellino svizzero multiuso che usava per aprirsi la birra, popolavano il cruscotto ermeticamente chiuso.

Decise che avrebbe seguito gli ordini a metà. Se quello era un gran coglione, perché doveva andarci di mezzo quella poveretta?

Lo mando a chiedere l’elemosina all’Inferno se prova a rompermi i coglioni!

 

***


 

“Aiutami a scaricare quella roba!”

Mira annuì in fretta e prese un pacco fra le braccia, domandandosi quanto pesasse. C’era droga dentro. L’aveva capito quando si era presentato in quel macabro balletto.

“Non hai freddo vestita così? Ho dei vestiti pesanti in quella sacca” le disse comparendole davanti all’improvviso.

“No. grazie. Sto bene” mentì con il naso rosso e il pacco che pesava “dove devo metterlo?”

“In terra. Stanno arrivando. Non una parola e se te lo chiedono tu sei la mia amorevole fidanzata” la prese in giro con un ghigno cattivo, accarezzandole il viso. Mira lo lasciò fare domandandosi che sarebbe successo dopo.


L’avrebbe uccisa? Certamente. Violentata come minimo.

Quando vide la macchina comparire in lontananza, Mira pregò tutti i santi che conosceva. Ed erano pochi perché non era mai stata una fervente cattolica e non ci credeva poi molto.

Si torse le mani a lungo, quando vide scendere tre persone dalla Cadillac nera e impolverata che aveva visto giorni migliori. Tre uomini, tutti con brutte facce che la scrutavano sorpresi.

“La mia ragazza ha insistito per accompagnarmi” esordì con un sorriso smagliante “come negli accordi, datemi il denaro”

“Prima controlliamo la merce” affermò quello più grosso, strizzato in un bomber verde militare. Estrasse un temperino dalla cintura e tagliò il nastro dei pacchi marroni, stracciando la carta e rivelando tanti soffici cuscini bianchi.

Mira s’impose di guardare da un’altra parte con aria annoiata.

Il secondo fece un buco minuscolo e intinse il dito nel panetto. Esitò e la guardò. “Prima le signore” affermò porgendolo verso Mira che girò la testa sorpresa.

Marv la fissò con odio e la trascinò davanti al tipo più smilzo.

“No...grazie. Io non uso quella roba, sono ancora ferma alle canne” affermò la donna con aria scherzosa.

“Un momento buono come un altro per cominciare, amore” le sibilò strizzandole il braccio e facendola quasi gemere. I tre uomini si guardarono e quello di fronte a Mira ritirò il pacchetto. “Che storia è questa?” domandò con voce alterata. “Chi cazzo è questa troia?!

“Una puttana che sta facendo un sacco di storie!”

Marvin è fuori di se e non esita a spingerla avanti “avanti, amore”

Mira li fissa a turno tremando, non vorrà mica che assaggi quello schifo? Non si è mai fatta neanche una canna in vita sua, figurarsi se adesso si metteva a sniffare Morte in polvere!

“Piantiamola con questo casino”

La donna gira la testa sul terzo componente della banda che non aveva ancora mai parlato. “Visto che la roba è tua, l’assaggi tu” borbotta rivolto a Marv che accenna un sorrisetto,

“Sai che dispiacere” soffia fra i denti prendendo il pacchetto.

Mira lo osserva senza battere le ciglia. Era pazzo da lucido, ora che gli sarebbe successo?

Magari diventava normale, pensò in un lampo di speranza. O magari ci lasciava la pelle, il che era ancora meglio.

 

Marvin continua a parlare tranquillamente, alternando sprazzi di risate stridule a discorsi bizzarri che non avevano niente a che fare con la situazione.

Sembrava una scena tarantiniana e lei non ne poteva più di starli a sentire cianciare di sport e donne.

 

Si ritirò sempre più verso il taxi, un centimetro alla volta, decisa a rubargli la macchina: le chiavi erano appese dentro e non le ci sarebbe voluto molto a mettere in moto e filarsela. 

Dove stai andando, gattina?”

Accidenti a te! “Da nessuna parte” rispose seccata e con evidente disprezzo. Marv sembrava normale: la droga non aveva fatto effetto?

 

Lo vide salutare i tre che accennarono appena una risposta e si diresse verso di lei con passo malfermo e il volto scuro. Quando se lo ritrovò di fronte, Mira ebbe veramente paura.

“Adesso facciamo un’altra tappa, gattina” borbottò spingendola verso l’interno del taxi, facendola cadere sul sedile del guidatore. Mira si affrettò a tirarsi su perché la situazione non le piaceva per niente

“Spostati, dai” ridacchiò osservando il vestito che si era alzato sulle gambe. Più si muoveva e più si sollevava.

Con un moto di stizza Mira lo tirò giù e lo sfidò con lo sguardo vedendolo rabbuiarsi sempre di più.

Mentre era a metà, con la schiena sulla leva del cambio, lo vide infilarsi dentro a sua volta, costringendola ad aprire le gambe quando ci infilò un ginocchio in mezzo con un sorrisetto scemo che la mandava in bestia.

“Ops, scusa che maldestro” ridacchiò spingendolo più su e appoggiandosi al volante con una mano e al sedile con l’altro.

Le aveva imprigionato la parte inferiore del vestito e ora Mira non poteva più muoversi.

Cristo, cristo, cristo! Imprecò fra i denti senza emettere un fiato e guardandolo svogliatamente.

“Ci facciamo notte?” domandò con lo stesso tono che avrebbe usato per domandare il prezzo di un vestito.

“No, pensavo di fermarmi in un bel posto, per questa notte” le rispose senza smettere di guardarle le gambe “tira su quel vestito”

“Non posso…” ammise sempre più inquieta “Marv togliti, ho la leva del cambio infilata nella colonna vertebrale!” esplose ad alta voce scuotendolo dal suo torpore.

Lui la guardò e non emise un fiato, dandole la possibilità di tornare finalmente al suo posto.

Brutto bastardo te la faccio pagare, te la faccio pagare appena possibile! Si ripromise mentre l’uomo scivolava al volante e metteva in moto.   

 

***

 

Il signor M abbassò il fucile che aveva tenuto premuto per tutto il tempo contro la spalla, l’occhio incollato al mirino e l’indice pronto sul cane.

Non era corso un solo brivido nei muscoli mentre lo teneva sotto tiro, e ora sentiva mille formiche che gli rosicchiavano le braccia e il collo neanche fossero ad una festa privata.

Riadagiò il fucile accanto a se e prese il binocolo seguendo la direzione del taxi.

 

Era quasi buio.

Si dirigeva in città per una nuova consegna.

Avrebbe pernottato da qualche parte trascinando quella poveretta con se.

Tanto meglio per lui. 

  
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