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Autore: AikoIzumi    21/06/2010    3 recensioni
Una tipica storia d'amore fra i banchi di un liceo diverso da tutti gli altri. Un Liceo dove si coltiva il talento di ogni studente, facendo in modo che esso possa divenire un giorno parte integrante del grande mondo dello Spettacolo.
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-domani sarà un grande giorno; Le superiori mi aspettano!- il ragazzo sentendo quelle parole e quella voce femminile si voltò notando una chioma di capelli castani che ricadevano sulle spalle di un corpo esile di una ragazza voltata di spalle rispetto a lui. Era sorpreso di trovare qualcuno lì in quel posto appena fuori città, raggiungibile solo da un piccolo autobus, se non dire corriera, ma l'aveva disturbato e questo non lo metteva di buon umore -potresti abbassare la voce?- borbottò il ragazzo facendo sussultare Kilari che si girò sorridendo imbarazzata -scusami non volevo disturbarti, pensavo che non ci fosse nessuno- si scusò e subito dopo aggiunse -scusami ancora, ciao- salutò quello sconosciuto e poi scese in fretta dalla collina mentre quel ragazzo continuava a guardarla accecato dalla brillantezza di quel sorriso nonostante ci fosse poca luce e non la conoscesse per niente...
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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01. Il Primo Giorno delle Superiori



Una ragazza dai lunghi capelli castani e lisci come la seta, legati in due code alte stava osservando con molta calma il cielo notturno pieno di stelle. Gli occhi celesti in quel momento erano scuri data la poca luce ma dopotutto cosa si poteva aspettare da una collina fuori città? La campagna si estendeva oltre quella città così chiassosa, lasciando spazio ad una tranquillità che pochi potevano immaginare vivendo in una metropoli come Tokyo, tuttavia Kilari Tsukishima, ragazza appena quindicenne con il sogno di trovare un giorno, colui che amerà per il resto della sua vita, era seduta lì su quella collina in silenzio, mentre fissava quel cielo così calmo e forse anche un pò monotono.
Andava spesso su quella collina appena fuori città, era diventato il suo posto speciale, dove poter riflettere, dove poter sognare tutto quello che la notte impediva. Ma il tempo passava in fretta e non si era accorta di quanto fosse tardi quella sera, tanto che non poco lontano da lei un ragazzo era seduto sul suo skateboard, aveva capelli corti e lisci, color nero come la pece anche se la poca luce che arrivava da Tokyo gli dava sfaccettature diverse, scurendo anche il rosso dei suoi occhi che ora sembrava più un bordeux (bordò).
Nessuno si era accorto della presenza dell'altro, erano entrambi occupati con i propri pensieri, ma questo non poteva durare all'infinito perciò dopo qualche minuto Kilari si alzò pulendosi i pantaloncini corti e color beige che indossava, prese la piccola tracolla dove dentro ad essa c'èrano un paio di chiavi, un cellulare e qualche moneta. Se la mise indosso e poi stiracchiandosi esclamò ignorando che ci fosse qualcuno
-domani sarà un grande giorno; Le superiori mi aspettano!- il ragazzo sentendo quelle parole e quella voce femminile si voltò notando una chioma di capelli castani che ricadevano sulle spalle di un corpo esile di una ragazza voltata di spalle rispetto a lui. Era sorpreso di trovare qualcuno lì in quel posto appena fuori città, raggiungibile solo da un piccolo autobus, se non dire corriera, ma l'aveva disturbato e questo non lo metteva di buon umore
-potresti abbassare la voce?- borbottò il ragazzo facendo sussultare Kilari che si girò sorridendo imbarazzata
-scusami non volevo disturbarti, pensavo che non ci fosse nessuno- si scusò e subito dopo aggiunse -scusami ancora, ciao- salutò quello sconosciuto e poi scese in fretta dalla collina mentre quel ragazzo continuava a guardarla accecato dalla brillantezza di quel sorriso nonostante ci fosse poca luce e non la conoscesse per niente, per non parlare poi del fatto che non l'avesse mai notata prima di quella volta sulla sua stessa collina. Scosse la testa e piano piano ritornò hai suoi pensieri, rimanendo questa volta, in solitudine osservando il cielo stellato e venendo cullato dal venticello fresco.
..........
Il giorno dopo: Kilari si stava avviando verso la scuola con la sua nuova divisa scolastica da liceale. Essa consisteva in mocassini color marrone chiaro, calzini bianchi e corti, minigonna quadrettata dai colori bianco, verde e marroncino chiaro, si alternavano incrociando i quadratini scozzesi, sopra la minigonna regnava un pullover leggero di cotone e color bianco, senza maniche ovviamente, sotto di esso però indossava una camicia bianca  maniche corte odve il colletto sbucava fuori insieme al fiocco della stessa fantasia e colore della minigonna coperta in parte. Si era truccata molto leggermente e si era raccolta  capelli in una coda alta con un fiocco marroncino giusto per non stonare con la nuova divisa.
-ciao Kilari!- la ragazza sentì due voci che la salutarono poco dietro di lei, così si fermò voltandosi e sorridendo alle sue due migliori amiche che la stavano raggiungendo. Noel Yukino e Cobeni Hanasaki, stessa età di Kilari, quindici anni, e stessa divisa scolastica
-ciao ragazze- le salutò garbatamente Kilari mentre tutte e tre camminarono verso la scuola che non distava molto dal loro quartiere, più o meno cinque o sei minuti a piedi
-hai che bella giornata? Mi sento così euforica che potrei giocare due partite a calcio una dopo l'altra- esclamò Noel che teneva la sua borsa in spalla mentre si stiracchiava
-già oggi iniziamo il liceo, stiamo crescendo- rispose Kilari fermandosi sul marciapiede prima delle strisce pedonali
-io invece sono preoccupata. Cosa succede se non riuscirò a farò amicizia con nessuno?- sussurrò quasi Cobeni mentre indossava, come sempre, i suoi soliti occhiali da vista dalla montatura forse un pò troppo grande e sopratutto rotonda. Portava i capelli, lisci, sempre sciolti, fermati da un cerchietto anomalo e dal color castano scuro. Essi arrivavano a metà schiena mentre i suoi occhi erano grandi e luminosi, esprimendo dolcezza e timidezza con il loro color miele. A differenza di Cobeni, Noel portava i capelli corti, lisci sopra e leggermente mossi verso le punte di un buffo color blu cobalto che però le donava parecchio, aveva gli occhi che rispecchiavano il suo carattere, maturo, serio ma anche competitivo, erano celesti. Entrambe erano magre sebbene Noel era più tonica dato che amava fare sport.
-faremo amicizia con tutti i nostro compagni vedrai- la consolò Kilari con il suo stato d'animo che non cambiava mai. Infatti una delle sue particolarità era il sorriso. Ogni volta che sorrideva metteva di buon umore il prossimo e anche se lei non se ne rendeva conto sprizzava gioia da tutti i pori, facendo sentire la sua allegria a metri e metri di distanza. Quando il semaforo divenne verde le tre ragazze attraversarono notando che altri studenti, con la loro stessa divisa scolastica, stavano camminando verso il liceo Muranishi.
Il liceo Takada era famoso per il fatto che gli esami di ammissioni erano concentrati particolarmente sulle abilità degli studenti, coltivandone i punti di forza e rimediando hai punti deboli. In poche parole era un liceo che educava giovani artisti per un possibile futuro nel mondo dello spettacolo, tuttavia non era da sottovalutare anzi, richiedeva molto impegno in ogni singola materia teorica e pratica poichè il prestigio doveva essere mantenuto alto.
Quando arrivarono ha destinazione entrano nel cortile popolato da studenti e studentesse di varie età e classi
-com'è che d'un tratto mi sento piccola piccola?- domandò Kilari guardando l'edificio scolastico davanti hai suoi occhi oltre la fontana centrale, circondata da panchine di legno marrone scuro
-sei una fifona...- la rimproverò con una piccola gomitata Noel
-io sono pienamente daccordo con lei- aggiunse Cobeni nascondendosi dietro Kilari che a sua volta si nascose dietro Noel
-siete due fifone- ripetè modificando la sua affermazione di prima Noel, ma prima che Kilari e la povera Cobeni potessero ribattere vennero distratte da alcune urla piuttosto acute. Le tre ragazze guardarono verso sinistra, un gruppo di ragazze urlanti con penne e carta in mano stavano circondando due ragazzi, inizialmente le tre non riconobbero i due ragazzi ma mettendo a fuoco le loro immagini Cobeni esclamò
-sono gli Ships!- Noel sbuffò
-su andiamo tra poco inizierà la cerimonia, non voglio far tardi soltanto per quei due- ma notando che Cobeni non la ascoltava e che Kilari fissava no dei due ragazzi, si girò verso le sue amiche -che facciamo andiamo si o no?- domandò di nuovo
-si andiamo è meglio- disse Cobeni in imbarazzo, ma Kilari non si mosse, era intenta ad osservare quello stesso ragazzo che aveva disturbato la sera prima sulla collina, credendo che non ci fosse nessuno. Possibile che fosse la stessa persona? Dopotutto non c'èra molta luce, si poteva sbagliare. Cobeni scosse un pò l'amica che si risvegliò da quel momento di "trance" e sorrise scusandosi, voltò la testa perciò non vide che uno dei due ragazzi oltrepassò le ragazze urlanti per dirigersi verso di lei.
-scusami, posso parlarti un'attimo?- domandò con voce decisa, Kilari si girò e rivide chiaramente quello che aveva visto la sera prima di sfuggita. Un ragazzo della sua età, alto qualche centimetro più di lei, dai capelli corti e lisci, di color nero pece e dagli occhi intensi e maliziosi di un rosso scuro che non aveva mai notato prima d'ora in nessuna persona precedentemente incontrata. Indossava anche lui la stessa divisa, anche se diversa. Mocassini marrone chiaro, pantaloni lunghi ma leggeri della stessa fantasia quadrettata e con gli stessi colori della minigonna che indossava Kilari, sopra un pullover bianco e sotto una camicia bianca, dove il colletto spuntava fuori venendo circondato dalla cravatta della stessa fantasia e colori dei pantaloni. Essa era un pò allentata e indossava la tracolla per traverso -ehi ci senti?- domandò di nuovo il ragazzo notando che Kilari non aveva detto e fatto nulla dal momento in cui era arrivato, così Kilari scosse la testa e sorridendo un pò in imbarazzo disse
-scusami stava sovrappensiero dicevi?-
-dobbiamo parlare un'attimo- disse con tono spazientito
-e di cosa?- domandò ingenuamente Kilari
-cambia posto, quella collina è mia. Non ti ci voglio più vedere hai capito?- Kilari sentendo quelle parole captò qualcosa che non le piaceva affatto
-mi stai forse ordinando di non andare più su quella collina?- domandò lei
-si perciò vedi di ricordartelo la prossima volta- confermò il ragazzo
-c'è qualche problema Hiroto?- domandò l'altro ragazzo avvicinandosi ad Hiroto. Quando Kilari li vide l'uno vicino all'altro finalmente li riconobbe. Erano Hiroto e Seiji, gli Ships. Un duo di Idol molto alla moda in quel periodo, erano fratelli anzi fratellastri. Infatti Hiroto Kazama aveva mantenuto il cognome della madre morta tempo fà, quando suo padre si era risposato successivamente ereditando anche un'altro figlio Seiji Hiwatari, ma aveva sentito che da poco erano morti i loro genitori in un incidente stradale, alla tv ma che questo fatto non aveva cambiato le loro vite e che attualmente abitavano con il loro manager. Tuttavia Kilari non amava le persone che le davano ordini, specialmente se usavano il tono strafottente che aveva usato Hiroto
-non ho nessuna intenzione di lasciare quel posto, e non ti darò ragione solo perchè sei una superstar- Kilari si voltò verso Noel e Cobeni e poi aggiunse -andiamo ho facciamo tardi, quì è un pò troppo affollato per i miei gusti- l'allusione di Kilari colpì in pieno l'umore di Hiroto che però sorrise quasi teneramente guardando la stessa ragazza che aveva incontrato la sera prima comportarsi diversamente da tutte le altre.
-ehi fratellino ti ha messo KO senza troppi giri di parole- ridacchiò Seiji al suo fianco. Lui aveva un anno in più di Hiroto, perciò faceva il secondo superiore. Alto e magro come Hiroto, aveva i capelli corti e lisci, di color biondo e gli occhi celesti. Hiroto daltronde fece sparire subito quel sorrisino tenero quando intervenne il fratellastro
-spiritoso..- bofonchiò prima di andare verso l'entrata dell'edificio scolastico seguito dal fratello e partner di lavoro che a sua volta era seguito dalle fan urlanti che avrebbero frequentato il loro stesso liceo. Il Liceo Takada!
..........
La palestra del liceo era immensa ed era a pochi passi dai campi sportivi, ma in quel momento non sembrava nemmeno una palestra. Niente rete, niente recipienti per palle da pallavolo, calcio o basket, non c'èrano attrezzature per allenamenti atletici, c'èra solamente un grosso palco montato probabilmente per presentare gli insegnati hai nuovi studenti, ovvero alle matricole. Sul palco infatti erano presenti tutti gli insegnati delle varie discipline e materie teoriche mentre su  un piccolo sgabello in legno massiccio e abbastanza consumato, si trovava quello che probabilmente era il preside del Liceo.
Alto poco più di un bambino di quattro anni, i capelli bianchi, quei pochi che gli erano rimasti, lasciavano intravedere un pò della testa che a contatto con le luci posizionate su di essa rifletteva rendendola quasi lucida. Ma non era l'unico particolare, infatti aveva grandi e folti baffi bianchi sotto il naso e che coprivano gran parte delle labbra, nascondendole solo quando non parlava, ma nonostante l'altezza e l'aspetto un pò anziano indossava fiero il suo completo grigio, la cravatta a strisce oblique e le scarpe nere. Era in piedi sullo sgabello davanti all'alta con il microfono che era stata abbassata appositamente.
Le tre ragazze, sedute in una fila più o meno al centro, osservarono quel signor anziano trovandolo anche un pò buffo finchè non prese la parola con tono fermo e autoritario, cosa che non si aspettavano i nuovi studenti.
-mi chiamo Pierre Takada e sono il Preside di questo Liceo- iniziò guardando la distesa di studenti che aveva davanti a sè oltre il palco -come tutti voi sapete questo Liceo ha lo scopo di coltiva e approfondire le vostre abilità, che siano cantare, ballare oppure far battute esilaranti. E' un Liceo dove la disciplina è la prima regola da rispettare e l'impegno è la seconda per questo motivo voglio precisare che se qualcuno infrangerà le regole verrà punito secondo la gravità della regola infranta- nessuno riusciva a parlare, le matricole, tra cui le nostre tre amiche, erano letteralmente concentrate e immobilizzate da quel discorso -detto questo- il preside stese le sue labbra mezze coperte dai baffi in un sorriso enorme -dò ufficialmente il benvenuto hai nuovi studenti. Spero che insieme potremo fare tante cose divertenti- quell'improvviso sbalzo d'umore fece sospirare le matricole che erano osservate dai studenti più anziani con sguardi divertenti. Il preside scese dallo sgabello che poi fù portato via in pochi secondi e successivamente ci fù la presentazione di ogni docente spiegando di che cosa si occupasse, ma ormai gli studenti non seguivano più la cerimonia specialmente Kilari che si era, come dire, appisolata sulla spalla di Cobeni alla sua sinistra che aveva tentato più e più volte di svegliarla ma dormiva e sapevano bene che quando si "appisolava" non poteva risvegliarla nessuno. Solo quando la cerimonia terminò, Noel si alzò in piedi e gli diede un cazzotto leggero sulla testa
-ma ti pare questa l'ora di dormire?- la rimproverò a bassa voce mentre tutti gli altri stavano scorrendo via verso l'uscita della palestra, Kilari prese la sua borsa e si stiracchiò, poi guardò l'amica e dissi sbuffando
-non è colpa mia se mi addormento sempre nelle cerimonie, e poi stanotte non ho dormito bene dall'emozione- sorrise mentre piano piano si incanalavano tra gli altri studenti verso l'uscita
-dovresti stare più attenta Kilari- le disse con tono dolce e gentile Cobeni
-non succederà più, lo prometto- terminò lei il discorso
-sbrighiamoci ad andare in classe, non voglio stare in prima fila- borbottò Noel prendendo per mani Cobeni e Kilari facendosi poi strada tra gli studenti uscendo dalla palestra. I giardini del complesso studentesco erano molto curati, si notava dalle aiuole recintate e dalle fontane sparse per il cortile.
-ciao..- disse Seiji fermando le tre ragazze, accanto a lui c'èra Hiroto che ignorava la loro presenza e il fatto che il fratello si fosse fermato. Kilari guardò Seiji provando immediatamente un senso di dolcezza e pace provenire da quel ragazzo
-ciao..- salutò lei
-vorrei scusarmi per l'atteggiamento che ha avuto Hiroto...-
-non fà niente..- sussurrò Kilari in preda a qualche calmante invisibile hai suoi occhi
-Seiji avanti dobbiamo andare a quello ci metterà una nota..- dei ragazzi lo richiamarono e lui sorrise a Kilari
-ciao... Kilari, giusto?- Kilari fù molto sorpresa dal fatto che lui sapesse il suo nome, non si erano presentati ed era sicura che nemmeno Hiroto lo sapesse, che l'avesse sentito da Noel o Cobeni quando l'avevano chiamata? Mah, Seiji andò via con degli amici e intanto proseguirono il loro piccolo viaggio verso la loro nuova classe al primo piano dell'enorme edificio scolastico, imponente e decisamente raffinato se non dire moderno e altamente costoso. Se non fosse per il semplice fatto che il padre di Kilari aveva una catena di bar-pasticcierie nella città in cui vivevano, non avrebbe potuto iscriversi a quel Liceo insieme alle sue amiche.
   
 
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