Ehilà
a tutti da NaruXHina!
Spero mi abbiate perdonato il tiro mancino dell’ultima volta! XD
Con
questo rilassante e divertente epilogo si chiude ora questa breve fanfic. Non
sento la solita malinconia da fine storia come le altre volte, forse perché è
durata poco per affezzionarmici come le altre più lunghe, o forse sono io che
non ho potuto dedicarle abbastanza passione… Chissà se avrete ancora occasione
di leggere altre mie long-fic visto che manco l’estate, per colpa degli esami,
è più periodo di libertà… Beh, perché no? Quando mai son stato disfattista! XD
Perciò
dopo questa, continuate a seguirmi e magari consigliarmi agli amici, cari
lettori!
Buona
lettura, e buon proseguimento d’estate!
PS:
ICHIGO X RUKIA ORA E SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Un
lento risveglio colse di sorpresa Rukia, insieme a un lieve giramento di testa.
Non
era però un fastidio vero e proprio, un qualcosa di negativo. Somigliava
piuttosto a un inebriamento, in cui tutto intorno a te è ovattato, che ti
confonde e ti coccola allo stesso tempo.
Sbatté
le palpebre diverse volte. Poi provò a sollevarsi.
Vide
il grande armadio dall’altra parte della stanza. Non aveva dormito lì quella
sera.
Si
tirò su e portò una mano alla testa: i suoi capelli erano tutti scompigliati e
grassi: nonostante quell’estate non fosse ancora particolarmente calda si
sudava comunque tanto.
A
poco a poco quel torpore che l’abbracciava svanì e arrivò a connettere le cose
insieme.
Il
suo corpicino nudo sotto il lenzuolo bianco, quello di Ichigo che ancora
dormiva accanto a sé, il sole che brillava dalla finestra alla sua destra, e
quel senso di soddisfazione che sentiva dentro.
Nessun
risveglio da un bel sogno era mai stato tanto dolce per lei.
Tirò
su il lembo del lenzuolo, coprendosi il petto, anche se non c’era nessuno a
parte lei e il bello addormentato.
Lo
guardò.
Il
volto era disteso, le labbra appena un po’ aperte, il respiro regolare gonfiava
e sgonfiava i bei pettorali.
Una
buona dormita anche per lui, pensò Rukia.
Si
alzò, continuando a tirare pudicamente il lenzuolo su di sé. Ichigo non restò però
scoperto: non fece che pochi passi per raggiungere la finestra e spalancarla.
Il
vento la fece rabbrividire: attraversava la stoffa e pungeva sulla sua pelle.
La
piccola shinigami non sentì però la voglia di allontanarsi e tornare a letto.
Chiuse
invece gli occhi, e si concentrò.
Anche
a Soul Society spirava il vento, e tante altre volte, ad esempio durante gli
allenamenti, si era fermata per sentirselo addosso.
Quella
volta era diverso. Era perché indossava un gigai?
Non
era la prima volta, e non le era mai sembrato facesse un effetto tanto
differente.
Quel
soffio sfiorava i contorni del suo corpo, li delineava.
Sentiva
il vento disegnarla, rendere percepibile e vero ciò che semplicemente si pensa
o si sente dentro, come faceva lei con i suoi adorati disegni.
Eccola:
la sua sagoma. Poteva sentirla mentre le diceva, insieme con quella brezza
d’estivo mattino, esisti. Ci sei. Sei viva.
Viva
come non lo sei mai stata.
Completa
e appagata come non hai mai avuto occasione di essere.
Sorrise alla finestra, al sole e all’aria: se risvegliarsi dopo aver fatto
l’amore era qualcosa di tanto bello, quasi quasi non vedeva l’ora di rifarlo,
unicamente per vivere un altro silenzioso e tranquillo mattino come quello.
Finalmente
a posto; nel corpo smanioso, e nell’anima che era riuscita finalmente a provare
ciò che si era lasciata dietro in un esistenza carnale troppo breve.
<<
La morte è qualcosa di parecchio debole.
>> pensò la piccola dea della morte, sentendosi un po’ più alta del
solito.
Tornò
a letto, e coprendo entrambi si accoccolò accanto a lui. Al confronto Ichigo
(ma non solo…) era molto più grande, e sembrava proprio una bambina stringersi
forte al proprio fratello maggiore.
Quel
movimento però lo fece svegliare, anche se piano e con calma.
Si
girò su sé stesso e ritrovò gli occhi di Rukia che lo fissavano, vicinissimi.
“Ehilà.”
gli sussurrò.
“Ehilà
a te…”
Si
guardarono, senza sapere che dirsi…
Fu
Rukia a rompere il ghiaccio: “… Hai un bruttissimo alito, sai?”
Nel
più dissacrante dei modi!
Ichigo:
-__- “Beh, non è che il tuo sia fresco come una rosa!”
Lei
la buttò sul ridere, e così fece lui.
Si
distanziarono un po’: anche se il letto era a una sola piazza c’era spazio per
entrambi, e comunque la stagione non offriva il clima giusto per stare
“appiccicati”.
Presero
a guardare il soffitto, incrociando qualche volta lo sguardo nel riportarlo
giù, furtivamente.
Poi
Rukia mosse leggera e silenziosa la mano sotto il lenzuolo, verso la sua, e la
strinse.
“Adesso?”
chiese lui.
“Adesso
cosa?”
Sospirò:
“Voglio dire… Adesso che lo abbiamo fatto e che sei contenta, siamo ancora
amici?”
Calò
il silenzio.
“Oppure
significa necessariamente che ora siamo… qualcos’altro?”
“Non
siamo costretti ad essere nulla che non vogliamo.” rispose subito Rukia,
stringendogli più forte la mano.
“Perlomeno,
io non ti ci costringo.”
La
guardò. Non gli sembrava diversa. Al massimo più bella del solito, anche con
quelle ciocche di capelli scompigliate sulla faccia.
Si
massaggiò la testa con una mano.
“Sai
una cosa?” –disse con lo sguardo per aria- “Questa mattina mi sono svegliato
troppo bene per farmi domande.”
Rukia
si adagiò sul fianco, poggiandosi la testa sui gomiti: “Allora rimandiamole a
più tardi o a domani. Prendiamoci un po’ di tempo e poi… si vedrà.”
“Bel
programma!” mormorò l’altro.
Si
ridistese sulla schiena: “Ah, dimenticavo! Ichigo…”
“Si?”
“Grazie
di tutto.”
“Ma
figurati, scema!”
Rukia
si adagiò sul suo petto come su di un cuscino riscaldato, e stette lì a sentire
la sua mano carezzarle la schiena come fosse una gattina, mentre continuava a
fissare il soffitto. Poi si sollevò, oscurandogli quel vuoto panorama in cui
stava rilassandosi.
Una
forza attraeva sempre di più il suo viso al suo. Magari gli avrebbe dato un
altro bacio, si disse.
Un
bacio così, tanto per baciare, senza che dovesse accendere nessuna miccia.
“EHI,
ICHIGO!”
Certe
volte udire una voce familiare è l’ultima cosa che vorresti al mondo, e che
questo capiti quando la finestra è aperta ti fa già presagire il disastro.
Un
kimono nero era appena svolazzato dentro la stanza, e in cima ad esso c’era un
lungo codino di capelli rossi!
“Indovina
un po’, mi hanno assegnato per un incarico qui in Giappone e ho pensato di…”
Ichigo
e Rukia: O__O
Renji:
O.O”
Era
fatta: si era voltato.
Rukia,
colpevole di non aver richiuso la finestra dopo il suo momento poetico, pensò
che a quel punto ci volesse un bel countdown…
<<
Tre… due… uno… >>
“AAAAAAAAAAHHH!”
“AAAAAAAAAAHHH!”
Avevano
urlato anche loro due in risposta!
“ICHIGO,
BASTARDO! CHE COSA HAI FATTO?!?!?!”
“E
TU ALLORA?!?! QUESTA SI CHIAMA EFFRAZIONE E VIOLAZIONE DELLA PRIVACY!”
“R-Renji…” –balbettò la shinigami, badando a non fargli vedere nulla- “Se
aspetti ti spiego ogni cosa!”
Figurarsi
se i tentativi di Rukia di riportare la calma andavano a buon fine! Le urla si
sentivano anche al piano di sotto e in cucina, dove il resto della famiglia
Kurosaki stava facendo colazione.
“COME HAI POTUTO?!?! IO MI FIDAVO DI TE!!!”
“IO NON CENTRO! HA COMINCIATO LEI!!!”
“ERO CONSENZIENTE GIURO!!!”
Yuzu,
la sorellina dai capelli chiari, si tolse il grembiule e si sedette anche lei
davanti la sua tazza di latte freddo e biscotti.
“Ma
che succede?”
Karin,
la sorellina dai capelli scuri, mostrava molto poco interesse nel riversare un
etto di cereali al cioccolato nella propria tazza: “Boh? Ma dovresti saperlo
che questa non è una casa normale.”
“FALLA SOFFRIRE E IO TI VERRÒ A CERCARE!!!”
“MA DI CHE CAVOLO PARLI ADESSO?!?!?”
“RENJI, PER FAVORE!”
“Di
che stanno parlando?” si domandò Yuzu ad alta voce.
<< Ad occhio e croce sembra un terzo incomodo
piombato al momento sbagliato. >> pensò Karin masticando.
Isshin,
veloce come un fulmine, la raggiunse e le diede due carezze in testa: “Oh, non
stanno parlando di nulla, tesorino mio. A te basti sapere che se ti presenti a
casa con un ragazzo prima dei diciotto anni lo scuoio, intesi?” disse con un
dolce sorriso.
Yuzu
batté le palpebre: “Eh?”
“E
vale anche per te, Karin!”
“Tsk,
figurati! Se avessi un ragazzo la prima cosa che farei sarebbe non presentargli
mio padre.”
“CHE
COOOOOOOOSA?!?!?!?”
Due
torrenti di lacrime si riversarono sul pavimento a partire dagli occhioni
affranti di Isshin!
“SIGH!
MASAAAAAKIIIII!!!”
Stava
ovviamente invocando l’altare a cui sovente si rivolgeva quando il suo cuore
era in pena: la gigantografia di una foto della sua scomparsa moglie che aveva
appeso in quella stessa cucina!
“OH,
MASAKI! I NOSTRI STANNO CRESCENDO COSÌ IN FRETTA!!! BUAAAAAAHH! DI QUESTO PASSO
MI LASCERANNO SOLO IN POCHISSIMO TEMPO! BUAAAHH!”
“Che
padre idiota…” disse Karin mandando giù un'altra cucchiaiata di cereali e
latte.
Ah,
che bello concludere col comico: aggiusta sempre tutto! XD
Devo
dire che però il top di questo epilogo non è Isshin, né Renji, bensì Karin! Voi
che ne dite? Mi è sembrato di rievocare le gag della primissima puntata, quella
che mi ha fatto subito appassionare a questo bell’anime!
Grazie
a tutti voi che mi avete seguito e a coloro che mi han fatto notare i miei “errorini”…
Sembra che alla fine Ichigo e Rukia siano riusciti, quest’ultima un po’ meno:
qualcuno dice che è troppo “pervertita”. Ammetto, in quanto uomo, di non
conoscere alla perfezione il pensiero femminile, ma banalizzare non era mia
intenzione, e posso assicurare che ciò che volevo trasmettere era l’amore di
Rukia per Ichigo e la vita nuova che, in questa come in altre occasione, le ha
donato.
Spero
vi sia piaciuta la scena “poetica” d’inizio epilogo, specie perché ha portato
ad una degna conclusione!
Alla
prossima fic, e buon proseguimento d’estate da NaruXHina!
PS:
ICHIGO X RUKIA ORA E SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!