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Autore: hotaru    22/06/2010    2 recensioni
- Non capisco perché la maestra abbia fatto quella faccia. Sembrava che non stesse nemmeno guardando un essere umano, ma uno scherzo della natura. Eppure quelle cose dovrebbe saperle! – si sfogò.
- Ma che cosa le hai detto? - chiese il fratello.
Ed scrollò le spalle.
- Le ho elencato gli elementi di cui è composto il corpo umano: 35 litri d'acqua, 20 chili di carbonio, 4 litri di ammoniaca, un chilo e mezzo di calce, 800 grammi di fosforo... -.
- E tutte queste cose – lo interruppe Al – le hai sentite... -.
Il fratello lo guardò.
- Nello specchio. Pensavo fossero esatte -.
[Accenni EdxWinry, AlxNoa]
Terza classificata a pari merito con vogue al "Mirror Contest" di Aki Asage
Genere: Romantico, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alex Louis Armostrong, Alphonse Elric, Altro personaggio, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1- Le Selve Obscure
La Porta dell'Inferno


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Le opere citate non mi appartengono, e sono state tutte scolpite dall'artista Auguste Rodin


Le Selve Obscure (¹)

Un vago sorriso illuminò il viso di un ragazzo dalla pelle chiara e i lunghi capelli biondo scuro raccolti in una coda.
- “Le Selve Obscure”… - mormorò, leggendo il nome del caffè di quell’appartata via nell’autunno ventoso di Parigi. Piacevolmente sorpreso da tale, particolare coincidenza, si decise a entrare.
Il primo impulso che ebbe fu quello di aprire la bocca e lasciar uscire un “Wow” di meraviglia, data l’assoluta bellezza del luogo, ma ritenne opportuno non attirare l’attenzione di tutta la gente seduta ai vari tavolini.
Trovò l’unico libero e si sedette.
- Bene, ora basta guardarsi attorno… al lavoro! – disse tra sé, tirando fuori un vecchio quaderno nero dalla copertina consunta e un grosso libro scolastico, aprendoli sulla tovaglia color caffè e immergendosi nella lettura.
Ogni tanto una foglia del variopinto pergolato sopra la sua testa cadeva sul tavolo, ma invece di buttarla bruscamente a terra- come faceva la maggioranza dei clienti presenti- il ragazzo la prendeva cautamente tra le dita e la aggiungeva alla pila che aveva iniziato a formare al centro del tavolo. Dopo quella pausa momentanea tornava ai propri libri, senza far caso al brusio che lo circondava.
La cameriera che, dopo parecchi minuti, giunse al suo tavolo, non mancò di notare la bizzarra e variopinta collezione che il giovane aveva ormai composto. Si concesse un sorriso, prima di esordire:
- Good afternoon, sir. What…
Non poté terminare la frase, perché il ragazzo alzò il capo con un sorriso divertito, chiedendole in francese:
- Ho proprio un’aria così americana?
Notando come la pronuncia più che buona fosse segno di uno studio tutt’altro che superficiale della lingua, la cameriera rispose:
- A dire il vero no, ma si vede lontano un miglio che è un turista. Allora, cosa le porto?
- Un cappuccino andrà più che bene, grazie.
- Perfetto. Torno subito.
In realtà non fu proprio “subito”, dato lo straordinario affollamento di gente di quel pomeriggio, tuttavia quando la ragazza tornò a portargli la tazza fumante il giovane la ringraziò cortesemente.
- Che velocità, grazie – fece, iniziando a sorseggiare la bevanda e stando attento che nemmeno una goccia finisse sui volumi aperti.
“Doveva essere proprio concentrato se non si è nemmeno accorto di quanto tempo è trascorso” ponderò la ragazza, osservandolo un momento “Certo che è davvero carino…”
- Signorina, la mia brioche! – fece una voce spazientita, sovrastando il brusio.
- Arrivo subito! – rispose l’interpellata, tornando al proprio trantran e dimenticandosi di quel turista sconosciuto, sicura che non l’avrebbe più rivisto. Come tutti i clienti che passavano di lì, d’altronde.

Invece all’ora di chiusura quel ragazzo si trovava ancora lì.
Aveva però cambiato tavolo: dato che le giornate si andavano facendo più corte il buio cominciava a calare presto, così il giovane si era spostato su uno dei tavolini appena sotto le lanterne in ferro battuto, per poter usufruire della luce e continuare così a leggere. Aveva ordinato dell’acqua minerale e un panino verso l’ora di cena, ma la cameriera non si aspettava certo che sarebbe rimasto lì fino a notte fonda.
Anzi, non dava nemmeno l’impressione di essersi accorto di che ora fosse.
Piuttosto incuriosita, ma non volendo disturbarlo, la ragazza aveva cominciato le pulizie per chiudere il locale: aveva tolto le tovaglie marroni, spostato le sedie verniciate di bianco- così raffinate- per dare un colpo di ramazza e tirare via le foglie cadute dal pergolato che andavano accumulandosi… solo quando l’unica cosa rimasta da fare fu quella di chiudere davvero si decise ad andare a smuovere il bel lettore incallito.
- Mi scusi… - disse piano, avvicinandosi – Mi spiace davvero interromperla, ma dovrei chiudere…
Il ragazzo alzò lo sguardo, sorpreso, e sembrò accorgersi soltanto in quel momento di quanto fosse tardi.
- Oh no, scusi lei! – esclamò, chiudendo in fretta il libro più grosso e infilandolo nello zaino che si portava dietro – Non mi ero davvero accorto che si fosse fatto così tardi, sono mortificato. Le ho fatto solo perdere tempo…
- Ma no, cosa dice? – chiese la ragazza, ridendo divertita da quella reazione tanto pronta – Per me non ci sono problemi, davvero. Ma è stato fortunato a non trovare il capo.
- Perché, cosa avrebbe fatto? – chiese ingenuamente il giovane.
- Diciamo che l'avrebbe letteralmente presa e buttata fuori con le sue mani… non gli piace chi ritarda l’orario di chiusura.
Di fronte allo sguardo sbigottito del ragazzo, la cameriera si affrettò ad aggiungere:
- Ma di solito sono degli ubriaconi… è per questo che non vuole si fermino qui a lungo, anche perché di solito cercano di importunarmi…
- Beh, posso capirlo: lei è molto bella – commentò candidamente il giovane.
La ragazza arrossì leggermente, anche se data la sua pelle scura di solito nessuno lo notava. Decise che non era poi così tardi, e si sedette di fronte al ragazzo, facendo ondeggiare i lunghi capelli castano scuro.
- Posso chiederle che cosa sta leggendo di così interessante? – domandò.
- Ah, questo – disse lui – Vede, è che oggi sono stato al Museo Rodin, e mi sono un po’ informato…
- Il Museo Rodin? Sì, lo conosco. E che cosa ha visto di interessante?
- Beh, per prima cosa la “Fanciulla coi fiori sul cappello”… Ed diceva sempre che somigliava alla mamma da giovane…
- Ed?
- Sì, è mio fratello… - rispose il ragazzo, sfogliando velocemente un libro e girandolo verso la sua interlocutrice – Ecco, questa è l’opera. È un busto di terracotta, vede?
- È molto bella…- commentò la cameriera, osservandola – E somiglia davvero a sua madre?
- Sì, quando aveva sedici o diciassette anni. Mio fratello aveva occhio, per queste cose.
- E cos’altro ha visto? – chiese la ragazza, preferendo non indagare sulle questioni familiari di uno sconosciuto.
Prima di rispondere, il giovane le indirizzò un sorriso entusiasta, lo stesso che poteva avere un bambino dopo aver mangiato un gelato gigantesco.
- Il “Pensatore” – disse solenne.
- Questo lo conosco! – esclamò la cameriera – E poi?
- Nient’altro.
Stavolta lei gli rivolse uno sguardo piuttosto sorpreso: - Come nient’altro? In un intero museo ha visto soltanto due opere?
- Sì, ma tanto ci tornerò domani – rispose semplicemente lui.
- Nello stesso museo?
- Già. Pensò che mi dedicherò alle “Ombre”.
La nostra giovane cameriera iniziava a pensare che quel ragazzo americano tanto carino avesse qualche fissazione.
- Ma perché?
- Perché, vede… osservandole una alla volta, forse potrò arrivare a coglierne l’essenza. La stessa che lo scultore aveva messo in ciascuna di esse, come un pezzetto della sua anima in un ammasso di terracotta, marmo o bronzo. Fino a plasmarne anche l’esteriorità, mi capisce?
La ragazza annuì col capo, lentamente.
- E alla fine potrò arrivare a vederla…
- Che cosa? – chiese la giovane, senza più riuscire a trattenere la curiosità.
- La “Porta dell’Inferno”.


*  *  *


Il giorno dopo era di nuovo lì.
Nuovamente immerso nella lettura di uno strano quaderno scritto fitto fitto a matita, con una calligrafia piuttosto confusa, che confrontava di tanto in tanto con le pagine di un grosso libro di storia dell'arte.
Eppure non sembrava che stesse studiando.
Quando lo raggiunse, la cameriera lo stava ormai guardando con evidente curiosità.
- Di nuovo cappuccino? O oggi preferisce qualcos’altro? - chiese.
- Credo che opterò per un tè, grazie – rispose il giovane alzando la testa. Aveva occhi molto belli, di un colore indefinibile.
- Perfetto.
- Ah, signorina! - la chiamò proprio mentre si stava voltando, diretta verso l'interno del locale.
- Sì?
- Verso l'ora di cena può portarmi un panino, per favore?
- Serviamo anche ottime zuppe, se vuole provare qualcos'altro.
- D'accordo, allora. Una zuppa con del pane. E dell'acqua, grazie.
Lei annuì. Anche se mai, prima di allora, un cliente le aveva ordinato la cena con due ore di anticipo.
Lo osservò tornare ai propri libri, subito concentrato al massimo come se stesse cercando qualcosa. E una vocina le diceva che, all'ora di chiusura, l'avrebbe trovato ancora lì.


- Oggi si è dedicato alle “Ombre”? - domandò quella sera, dopo aver sistemato tutti gli altri tavoli.
Il sorriso imbarazzato che le rivolse le fece capire che, ancora una volta, non si era reso conto di che ora fosse.
- Mi scusi – disse – Probabilmente sta cominciando a detestarmi, me ne vado subito.
- Non si preoccupi – rispose lei – Anche a me piace molto leggere, anche se non ne ho mai il tempo, dato il lavoro che faccio. Se un libro mi prende, mi succede spesso di dimenticare persino dove mi trovo.
- Sì, in effetti mi capita... anche se questa è una cosa un po' diversa.
- Sta facendo una ricerca?
- … più o meno. Sì, si può dire così.
Il tono incerto con cui l'aveva detto le fece pensare di essere stata un po' inopportuna.
- Beh... “Le Ombre” le sono piaciute? -.
- Sì, le ho trovate... affascinanti. Misteriose – girò un paio di pagine del libro di storia dell'arte, voltandolo poi verso la cameriera, che senza accorgersene si mise seduta ad osservare l'immagine – Tre uomini identici, perfettamente scolpiti in ogni muscolo, eppure l'osservatore è inspiegabilmente portato a guardare verso un unico punto. Quello in cui convergono le mani delle ombre. La mano sinistra di tutti e tre.
- Un caso? - chiese lei con un sorriso.
- Chi lo sa. La sinistra è sempre stata considerata la “mano del diavolo”: evoca il male, l'oscurità...
- Le ombre, appunto – completò la ragazza – Non per niente, è con la sinistra che si spezza il mazzo delle carte per leggere i tarocchi.
- Davvero?
- Sì – sorrise – Ma in fondo voi gagi che ne capite, di queste cose?
- “Gagi”... - mormorò il giovane - Significa che lei è di origine Rom? (²)
Annuì, quasi sorpresa che qualcuno estraneo alla sua gente conoscesse quella parola.
- Posso chiederle come si chiama? - domandò ancora.
- Noa. E lei?
- Alphonse.
- Un nome francese... ? - chiese, incuriosita.
- Sì, lo stesso di mio nonno. La sua famiglia se ne andò dalla Francia prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, stabilendosi negli Stati Uniti.
- Una bella fortuna, non c'è che dire.
- Già.
Dopo un momento di silenzio, Noa chiese di nuovo:
- E domani? Pensa di andare al Louvre? O a vedere la Torre Eiffel?
- Oh, no. Tornerò al Museo Rodin .
Per il terzo giorno di fila?
- E come mai? - non riuscì ad impedirsi di chiedere, sorpresa – Non ha ancora visto l'opera che le interessava?
- No, devo arrivarci lentamente.
Stavolta Noa non fece domande, ma la sua espressione dovette parlare per lei, perché quel ragazzo così gentile sorrise e disse:
- Perché devo.



(¹) “La selva oscura”, in francese
(²) Gagi: nome con cui i Rom indicano tutti i “non Rom”




Questa storia nasce da un'ipotesi di Wikipedia, che vi spiegherò in seguito. Anche la storia si farà più chiara man mano, non temete.
Intanto spero vi ricordiate di Noa, la zingara che appare ne “Il Conquistatore di Shamballa”. È un personaggio che mi affascina, anche perché l'inizio- il circo, lei che viene venduta... - mi ricordava vagamente “Il mistero della pietra azzurra”. A voi no?  ^^

Questa long è arrivata terza, a pari merito con vogue, al “Mirror Contest” indetto da Aki Asage. Complimenti a Ribrib20 e a DominoWhite, prima e seconda classificate!
   
 
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