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Autore: Namine23    24/06/2010    2 recensioni
Elle, una volta dopo aver concluso il caso kira in poco tempo, riceve una lettera minatoria. Un nuovo caso complesso, dove ci sono in gioco le vite di moltissime giovani ragazze. In tutto questo che ruolo avranno Tsubaki e Yuriko? Due talentuose ragazze che amano vestirsi lolita e i manga? Spero vi piaccia questa mia fiction ^__^
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Watari
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Ehi, sei sicuro che sia quella la ragazza?-

-Sì, ne sono sicuro,ma ora lasciami fumare una sigaretta in pace!-

 

Yuriko quel giorno uscì un po’ più tardi del solito perché si era fermata a consolare una compagna che aveva preso un 3 in inglese.

All’uscita di scuola, come sempre, c’era Requiem ad aspettarla, aveva uno strano sguardo, sembrava teso e preoccupato.

Yuriko non poté fare altro che iniziare ad incamminarsi aspettando che Requiem la seguisse.

All’improvviso si fermò davanti ad una vetrina e prese il cellulare dalla tasca del completino sweet lolita bianco, finse di chiamare qualcuno e guardò Requiem negli occhi.

-Si può sapere cos’hai?-

Requiem sospirò e guardò oltre Yuriko prima di rispondere:

-Due persone ti stanno pedinando da quando sei uscita da scuola-

Yuriko cercò di mantenere la calma, chiudendo gli occhi per qualche secondo.

-Dove sono?-

-Il ragazzo dall’altra parte della strada con il berretto... E il ragazzo davanti all’edicola più dietro di te, è incappucciato...-

Yuriko si girò cercando di non dare dell’occhio, era vero, il ragazzo col berretto la osservava di sottecchi, non erano alti e robusti, dovevano avere all’incirca la sua età.

-Uhm, ho capito, non posso tornare a casa...-

disse riprendendo a camminare, rimise il cellulare in tasca.

“Merda...Devo pensare a qualcosa.... Uhm, non posso assolutamente tornare a casa o scopriranno dove abito...”

Yuriko era disperata, non aveva idee, poi all’improvviso ebbe un lampo di genio.

Iniziò a camminare più velocemente, fingendo di aver guardato più volte l’orologio perché in ritardo.

Anche i suoi inseguitori dovettero essere più veloci, il ragazzo incappucciato sarebbe arrivato per primo.

Yuriko svoltò in una stradina stretta e poco frequentata, si nascose in una delle rientranze delle case.

L’inseguitore incappucciato svoltò in cerca della ragazza, non vedendola imprecò qualcosa.

Riprese a correre sperando di ritrovarla, ma Yuriko spuntò dal nulla e lo fece cadere con uno sgambetto.

Poi gli tirò un calcio ben assestato al basso ventre (con le scarpe lucide con la zeppa da 5 centimetri O_O), il ragazzo lanciò un urlo di dolore.

Arrivò anche l’altro inseguitore, quello con il berretto, che venne bloccato da Requiem a terra.

-Che cazzo volete da me?-

chiese infuriata Yuriko assestando un colpo allo stomaco del ragazzo incappucciato.

Il ragazzo ringhiò dolorante, deciso a non parlare per nessun motivo al mondo.

Yuriko si avvicinò e gli tolse il cappuccio mentre sorrideva in un modo diabolico e inquietante sul suo viso d’angelo.

Quel che vide la sorprese non poco, era un ragazzo della sua età, con i capelli lucidi biondo cenere con il caschetto, gli occhi color ghiaccio, era bello come un angelo, ma lo sguardo era pari a quello di Yuriko.

Provò a ripetergli la domanda senza picchiarlo, ma ne lui ne l’altro compagno rispondevano.

Il ragazzo col berretto aveva gli occhi color smeraldo e i capelli rosso fuoco, decisamente anche lui era bello, ma il suo sguardo era più docile e tranquillo rispetto a quello del ragazzo biondo.

- Si chiamano Mihael Keehl e il rosso Mail Jeevas... Prova a spaventarli-

le suggerì Requiem.

-Allora... Mio caro Mihael Keehl, adesso mi spieghi un po’ perché tu e il tuo amichetto Mail Jeevas mi pedinavate, okay?-

chiese con un tono talmente dolce da mettere i brividi, era una minaccia.

Il ragazzo biondo sgranò gli occhi, poi diventarono due fessure guardando Yuriko.

-Tu.. Hai gli occhi dello shinigami... Cos’avete fatto a Elle!?-

ringhiò rancoroso.

Yuriko non aveva gli occhi dello shinigami, ma sorrise divertita, decisa a farglielo credere.

-Oh, ma quante belle cose che sai sugli shinigami... A Elle? Assolutamente nulla-

-Bugiarda!!! Lo avete minacciato!!! Lo salveremo!!!-

urlò il rosso.

-Eh? Ma allora... Siete proprio due idioti!!! ahahahahahahah!-

esclamò Yuriko scoppiando a ridere.

-Non lo abbiamo mai minacciato realmente! Lui ci sta aiutando a risolvere un caso!!-

aggiunse asciugandosi le lacrime per le troppe risate.

-Requiem lasciali andare-

disse Yuriko offrendo la mano al ragazzo biondo per aiutarlo ad alzarsi, lui rifiutò e si alzò da solo.

-Voi siete della Wammy’s house giusto?-

chiese mentre sorrideva dolcemente ai due.

-Sì, portaci da Elle, voglio vedere se è veramente al sicuro...-

rispose il biondo scontroso.

-Requiem, sai dov’è Elle?-

chiese Yuriko guardando lo shinigami, i due ragazzi la guardarono stupiti, ma capirono che non stava parlando da sola.

-L’ho visto andare via con Tsubaki –

-Con Tsubaki??? Aaaah! Capiti quei due... uhuhuh...-

esclamò Yuriko ridacchiando.

-Su Mail, Mihael, venite sono a casa mia...-

disse iniziando ad incamminarsi, i due la seguirono.

-Non chiamarci con i nostri veri nomi, io sono Mello –

la corresse rabbioso e diffidente il biondo.

-E io sono Matt!!-

esclamò più allegramente il rosso, che si beccò un’occhiataccia da parte di Mello.

 

 

 

 

 

 

-Tsubaki?-

La voce di Elle sorpresa e ansiosa riscosse Tsubaki dai suoi pensieri.

-E..Elle?-

-Stai piangendo Tsubaki...-

le disse Elle avvicinandosi alla ragazza.

Per una frazione di secondo era stato certo che lei avesse visto ciò che teneva rinchiuso nella sua anima.

E ne era stato felice, felice che finalmente qualcuno notasse il dolore che si portava dentro.

Tsubaki era lì immobile, piangeva silenziosamente, sentiva l’estremo desiderio di aiutarlo, di sentirlo vicino.

Si fece coraggio e parlò:

-Elle... Io.. Io voglio... esserti d’appoggio!! Non voglio che tu continui a soffrire in silenzio... perciò... perciò... Lascia che li aiuti !!!-

Elle aveva gli occhi sgranati, quella ragazza che non lo conosceva neanche da un giorno era capace di vedere così a fondo dentro di lui.

Era spaventato, un senso di smarrimento lo attanagliava, guardò Tsubaki negli occhi, non c’era pietà nel suo sguardo, solo il desiderio di aiutarlo.

Rimase zitto e immobile, non riusciva a parlare, era come se la sua gola fosse stata annodata.

Tsubaki arrossì leggermente, gli sorrise dolcemente, cercando di superare l’imbarazzo lo abbracciò con affetto.

Elle era pietrificato, ma non fece nulla per staccarla da se, nella sua mente riesaminava tutti i fatti incredibili e strani che gli erano capitati da quando aveva ricevuto la lettera con le minacce.

Era la prima volta che accettava un caso simile, era la prima volta che scendeva in campo mostrando il suo volto.

Era la prima volta che trovava interessante e piacevole il sorriso di una ragazza.

Era la prima volta che provava un così profondo rimorso per aver fatto piangere qualcuno

Era la prima volta che abbracciava lui una ragazza per consolarla.

Era la prima volta che una ragazza lo abbracciava per consolarlo.

Un vecchio ricordo tornò a galla, non capiva esattamente perché gli si stesse presentando.

Alla Wammy’s House dopo aver concluso brillantemente un altro caso, Elle all’epoca aveva solo dodici anni.

Il caso trattava di un serial killer che uccideva tutti coloro che avevano fatto del male alla donna da lui amata.

Quel caso aveva destato l’attenzione del giovane detective che non riusciva a comprenderne le sfumature psicologiche.

-Watari, perché quell’uomo, ha ucciso così tante persone per quella donna?-

gli chiese mentre addentava una ciambella appena portata dal suo fidato collega.

-Beh, perché l’amava troppo... Se così si può dire-

rispose l’anziano.

-Non comprendo Watari-

disse il ragazzino mentre si mangiava l’unghia del pollice.

-Beh, mettiamola  così- cercò di spiegargli Watari comprendendo che Elle non sapeva nulla dell’amore –Arriva sempre un giorno in cui arriva una persona speciale, che ti vuole un bene sconfinato, un voler bene diverso da quello degli altri, unico, quella persona sarà la persona che ti amerà e che tu amerai...-

Elle smise di mordersi il pollice guardò interrogativo Watari che sorrise tranquillo.

-Elle, è una cosa che imparerai più avanti, ma non temere la troverai anche tu quella persona...-

 

Elle pur non comprendendo totalmente ancora in quel momento le parole sagge di Watari, strinse a se Tsubaki.

Forse non era lei “la persona speciale”, ma in quel momento aveva davvero bisogno di qualcuno che lo abbracciasse.

Erano ancora abbracciati, stretti l’uno all’altra, quando la porta di casa si aprì.

Yuriko, Mello, Matt e Requiem sgranarono gli occhi all’inverosimile, non credevano ai loro occhi.

Tsubaki e Elle erano immobili, sorpresi e imbarazzati, cercavano le parole giuste per evitare disastrosi equivoci, ma non le trovavano perciò cadde un silenzio imbarazzante.

Fu Mello a rompere il silenzio:

-E-Elle... Cosa ci fa attaccato a... quella?-

Yuriko gli tirò un pungo alla bocca dello stomaco e seccata e urlò.

- Tu sottospecie di Raffaella Carrà in miniatura!!! Non osare mai più  indicare con “quella” la mia Onee-san!!!-

Mello, per tutta risposta, la mandò a quel paese mentre cadeva a terra raggomitolato.

Grazie a quella scenetta, Tsubaki e Elle si staccarono velocemente evitando altro imbarazzo.

- Mello, Matt cosa ci fate qui?-

chiese Elle alzandosi in piedi con la sua postura incurvata.

A Tsubaki sembrò quasi che la sua postura si fosse raddrizzata di un poco.

Mello non rispose e girò la testa dal pavimento, Matt fece lo stesso.

-Mi hanno pedinata perché credevano che ti avessi rapito...-

rispose per loro Yuriko.

-Ovviamente Roger non ne sa nulla, siete scappati....-

disse Elle con tono di rimprovero.

Per Mello era la prima volta che Elle gli rivolgeva la parola, in genere si limitava ad affidare dei casi a lui o a Near, il suo odiato rivale.

Era infuriato e frustrato, voleva solo aiutarlo, voleva che Elle lo ringraziasse o che almeno lo notasse, invece aveva rovinato tutto...anche se aveva una voglia matta di urlare e piangere, abbassò il capo e serrò i pugni. Non si sarebbe mai mostrato debole davanti agli altri.

-Sediamoci e sistemiamo la questione con calma... Intanto io devo discutere con Mello, ci metterò due secondi!!-

disse Yuriko sorridente, prese Mello per il braccio e lo strattonò fuori dall’appartamento come un uragano, fino alle scale di servizio.

Tsubaki sospiro, poi sorridendo fece sedere tutti, Elle gli lanciò un’occhiata interrogativa.

-Torneranno fra poco, Se Yuriko fa una cosa simile c’è un motivo serio-

gli rispose tranquilla, poi spostò lo sguardo sull’altro ragazzo che si era messo a giocare ai videogame.

-Ehm, scusa se sembro invadente... Ma questi due ragazzi sono tuoi collaboratori?-

chiese rivolta a Elle.

-No, sono i miei eredi, Matt, quello rosso, è il terzo in graduatoria e Mello è il secondo-

gli spiegò distaccato come sempre.

-Ehi!? MA si può sapere che cazzo stai facendo?!?!-

urlò Mello scioccato e parecchio seccato, fregandosene se si stava rivolgendo ad una ragazza con modi così rozzi.

-Taci Raffaella Carrà!-

ringhiò Yuriko costringendolo a sedersi sulle scale del condominio.

-Come cazzo mi hai appena chiamato?????-

rispose furente il ragazzo.

-Senti Barbie Malibù, non farmi incazzare, diventerei il tuo peggiore incubo!-

Mello desiderò ardentemente picchiare a sangue quella ragazzina dal viso di porcellana.

Non gli importava se sembrasse una bambola, se fosse bella come un angelo.

Lo aveva capito, quella ragazzina era come lui, un demone nelle vesti di angelo.

-Perché cazzo mi hai portato qui?-

chiese sbuffando.

-Perché non sopporto vedere gente deprimersi, piena di rabbia repressa-

rispose Yuriko mostrandosi distaccata e un po’ arrogante.

Mello la guardò sorpreso per qualche secondo, lo aveva visto.

La sua rabbia crebbe il doppio e non riuscì a trattenersi.

-MA CHI DIAMINE TE L’HA CHIESTO?!? FATTI I CAZZI TUOI MOCCIOSA!-

urlò con tutta la forza che aveva, alzandosi in piedi.

Yuriko si girò verso di lui e sorrise e gli rispose:

-Ma guardati, sei proprio penosa, una vera ragazzina isterica-

A quel punto Mello cercò davvero di picchiarla, le sferrò un pugno diretto allo stomaco, che però Yuriko parò prontamente.

Allora iniziarono a picchiarsi, Yuriko stava soprattutto sulla difensiva, mentre Mello continuava ad attaccarla senza sosta.

Dopo dieci minuti, entrambi caddero sfiniti a terra, entrambi erano bravi combattenti, Yuriko aveva seguito dei corsi di lotta libera, mentre Mello aveva imparato facendo delle piccole risse con gli altri allievi della Wammy’s House.

-Devo ammetterlo, non sei una ragazza... Noi siamo più aggraziate nei movimenti-

esclamò distesa a terra cercando di riprendere fiato.

Mello la guardò un po’ confuso, ma tornò a guardare fuori, ora era più calmo e rilassato, la rabbia e la frustrazione erano scomparse...

Proprio in quel momento gli venne in mente il motivo per cui Yuriko lo aveva portato lì.

Scattò in piedi, arrabbiato, era un ragazzo orgoglioso, non voleva che qualcuno lo aiutasse.

-Tu lo hai fatto per...!!-

Yuriko ridacchiò e andò verso l’appartamento.

-Io? Io non sopporto le scenate, tutto qui-

 

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Nami: Yeeeh entrano in scena Mello e Matt (Mi hai ispirata MayCry xD)

Mello: Ehi!! Cos'è sta storia che sono sul punto di piangere io ?? è.è

Nami: Taci Barbie Malibù! u.ù tu e Yuriko siete molto simili *impala Mello*

Matt: Che arpia...

Nami: *coltello affilato in mano* Hai detto qualcosa Rossana? +.+

Matt: N-Nulla... O.O"

Nami: Meglio così, allora care lettrici spero vi sia piaciuto il nuovo capitolo, mi ha fatto un po' disperare è difficile tenere Mello in IC, Matt non si è sentito molto, ma nel prossimo capitolo avrà più spazio!

 

@_bonnie_: Grazie mille per la recensione!! Continua a seguire le peripezie di Tsubaki e Yuriko, ne vedranno delle belle!

 

 

 

 

  
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