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Autore: VerlaineLover_    25/06/2010    6 recensioni
Controlling my feelings for too long,
controlling my feelings for too long!
Trying to please you for too long,
trying to please you for too long!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3 APPUNTAMENTI PER FARLO INNAMORARE

Nda: eccoci all'ultimo capitolo. Spero di avere soddisfatto le vostre speranze e di tornare presto con una nuova BellDom. 'Because BellDom will be forever!

Un ringraziamento a: Excel88, Mars18, Holmes, RoyalCanadianB, AlphaStarlights, BJgirl, Musetta93.

Ci siamo, cioè io ci sono. Sono le 9 meno un quarto e io siedo nervosamente nella mia macchina, ormai divenuta la mia alleata, la mia confidente, la mia sorellina. Oddio, parlo come un gay parlerebbe della sua amichetta del cuore...e io non sono gay. Tutt'altro io... io amo Matt. Alla fine ieri mi sono addormentato in macchina. È stato lo spazzino della strada a svegliarmi. E anche in modo violento! Ha sbattuto il pugno contro il mio finestrino finché mi sono destato di soprassalto e lui ha borbottato qualcosa come "Devo pulire, via di qui, Romeo". Cosa? Anche un netturbino ha capito che ero qui perché ho riaccompagnato il mio...uff,  il mio migliore amico? D'accordo, mi sono detto e ho portato via me e la macchina. Dopo una giornata passata tra il parrucchiere e l'estetista, eccomi qui, impeccabile: camicia rosa, gibbotto di pelle lasciato aperto, jeans neri e All-Star bianche. Chi non mi salterebbe addosso? Matt, se non lo conquisto come si deve.

Ora, ieri mi è sembrato tutto sommato un successo. Certo, avrebbe potuto baciarmi, o avrei potuto farlo io, però meglio non affrettare le cose. Nooo, sono solo 15 anni che aspetti come un cane. Ebbene, se rifiuta questa sera... mi ritirerò a testa bassa. Saremo "amici" e compagni di gruppo, ma non passerò mai più una notte con lui, non rilascerò mai più interviste con lui, non ascolterò mai più la musica che suono con lui, perché io so arrendermi, però non so fermare l'amore che provo, quindi ho dei limiti. Per quanto possa farmi del male, lo lascerò andare. Ma bravo scemo! Se la pensi così, non andrai da nessuna parte! Ecco le voci che tornano a tormentarmi. State zitte e fatemi pensare! Dicevo che questa sera ho scelto il top dei top, la crème de la crème! Potreste pensare chissà che posto lussuoso, snob e chic... ma indovinate? Ho scelto la semplicità della natura; c'è un bosco piuttosto grande e selvaggio a pochi km dall'hotel, è ovviamente senza animali feroci né costruzioni. È uno spazio che di giorno viene dedicato allo sport o alle famiglie. Di sera invece viene abbandonato, ma essendo tutto recintato e talvolta sorvegliato da appositi guardiani non si incontrano drogati o barboni, al massimo anziani che portano a spasso il cane o coppiette in fuga romantica. E a meno che Matt porti un cane, io vorrei essere classificato fra le coppie romantiche. Tuttavia non pensiate che lascio al caso: ho allestito una canadese in una piccola e nascosta radura e appena fuori c'è un tavolo con gli alimentari. Ho preparato di mano mia composizioni di verdure e carne, una ricetta bizzarra che a Matt piacerà di sicuro. Poi al centro del tavolo rotondo ci sono due candele e un vaso con rose azzurre. All'interno della tenda invece ho lasciato la sorpresa: un dolcetto a forma di cuore fatto per essere diviso, a base di cioccolato e panna. Insomma, penso di averle escogitate tutte.

E pensare che se mi avessero chiesto di farlo per una donna avrei risposto con uno scettico: anche no! tutto disgustato all'idea. Come si cambia, quando si ama...

Non nascondo che mi è venuta più volte in mente la scena di noi due che ci coccoliamo nella canadese fino a rotolarci per il bosco, mentre la costruivo! Al pensiero le mie guance avvampano vistosamente e la testa comincia a mandare il fumo dalle orecchie, come per dire: io ho finito il mio lavoro. Se solo rendessimo ciò reale...

Torno alla realtà e guardo l'ora. Sono le 9 in punto. Forza, sei sempre stato puntuale. Il mio profumo è fortissimo, non vorrei che lo disturbasse. Lui preferisce le fragranze più delicate, quelle che devi avvicinarti per assaporarle. Matt! Fammi sentire un po'...sì, bravo, porgimi il collo! Oddio! Ma questa sera cos'ho? Non resisto più, urge un calmante. Sono le 9 e un minuto. Ti prego Dio, non deve ritardare proprio questa sera. Accendo la radio. Canzone romantica, cambio stazione, voglio rock duro. Duro? Che aggettivo da gay. Nove e cinque minuti. Sto battendo il tempo sul volante con le bacchette che ho di scorta; tra poco me ne arriva una sul naso, lo sento. Dove sei? Dove sei? Dove sei? Posso morire! I minuti scorrono nell'orologio e le mie paure diventano tangibili. Ho paura che mi abbia dato buca. Ed è la paura più grande al mondo, credetemi.

"Matt" ansimo, uscendo dall'auto, cominciavo a soffocare. Guardo il Rolex: 9 e dieci. Cos'è successo? Controllo il cellulare, niente, nessun messaggio o chiamata. Lo voglio, lo voglio adesso. Giro attorno alla macchina come un cavallo pazzo. Dove sei? Dove sei? Dove sei? Sono ripetitivo, sono geloso, sono Dom. E sono innamorato. Okay, se si fanno le 9 e un quarto e lui non è qui lo vado a cercare. Oddio! Il Rolex segna ora le 9.15! Vado.

Sto per compiere un passo verso l'hotel, quando un ragazzo magnifico esce dalla hall. I miei piedi si bloccano. È Matt. È il mio Matt. Cammina come una star sui tacchi, ondeggia elegante e in men che non si dica è al mio fianco. Sorride a mo' di bambino monello e dice:

"Dommie, ha ritardato il... nessuno!" Io lo guardo storto. Ha l'odore di parrucchiere, si sente lontano un miglio. E i capelli infatti stanno alla grande: lisci, lucenti e profumati. Un po' lunghetti sulla fronte, meglio lo rendono sbarazzino.

"Parrucchiere?" dico e faccio per mettergli una mano in testa, quando lui indietreggia, confermando le mie supposizioni.

"No, ma quale parrucchiere! Il..servizio in camera" balbetta, dirigendosi senza aspettarmi alla macchina. Io ti adoro.

Questa sciocchezza però mi tranquillizza. Vuol dire che ci tiene. Accendo il motore e parto in quarta. Devo essere attraente e guidare in modo attraente. Chissà se tutti gli innamorati pensano le mie scemenze. Io di sicuro!

"Come siamo eleganti" dice lui, osservando la mia camicia e la mia giacca. Io mi gonfio tutto, mi pavoneggio proprio. Un complimento suo? Mille di altre persone.

"Non sono eleganti gli abiti; sono io a renderli tali" rispondo serio, un vero macho. Lui sorride e alza il volume della canzone in radio. Non la conosco; sarà qualcosa di etero però, il cantante dice she's my queen, she's my angel, she's my hell....Che pensi ancora a quella? Se ci prova, gliela faccio passare io. A suon di BellDom!

"Che è sto schifo? Cambiamo" e premo un altro tasto. Capita un radiogiornale e mi fingo interessato all'economia europea. Matt sbuffa e imposta il broncio. Che importa, io non voglio ascoltare nessuna canzone etero. Soprattutto nel nostro terzo e spero non utlimo appuntamento!

"Dom, devo farti una domanda. Puoi spegnere questo ossesso?" domanda, indicando la radio. Io eseguo l'ordine e attendo in silenzio. Lui guarda il finestrino e il paesaggio fuori che cambia colore. Siamo quasi arrivati, comincia il verde.

"Senti...secondo te, se i Muse si sciogliessero... il mondo ci rimpiangerebbe?" ha una voce insicura. Sembra volere nascondere una domanda nella domanda.

"Matt, per quale motivo ci dovremmo sciogliere? Parla chiaro."

"Che ne so... metti caso che si scoprisse che Chris abbia una relazione...omosessuale." Io distolgo lo sguardo dalla guida, a momenti ci schiantiamo. Lo fulmino e poi torno ad occuparmi delle cose importanti.

"Mi chiedi cosa accadrebbe se io e te ci dichiarassimo?" dico secco secco. Lui impallidisce, poi arrossisce fino ai piedi.

"N-non ho detto questo! Dichiarare cosa?!" farfuglia, ma ho ragione.

"Oh taci, Bells. Tu e le tue manie. Siamo arrivati." e finalmente. Cominciavo ad irritarmi. Scendiamo e lui si guarda attorno spaesato.

"Dove siamo?" domanda, mentre io mi avvio fra gli alberi, oltrepassando il cancello. C'è già un certo buio, ma il tramondo è ancora rosso nel cielo. Matt mi trotterella dietro impaurito.

"Dove siamo?" urla. Io gli prendo prepotentemente la mano e dico: "Ti fidi di me?"

Lui annuisce, senza esitazione. Bene, allora silenzio. Non emette più un suono, camminiamo così, ma io lascio la stretta. Voglio che sia spontanea, mica imposta. Arriviamo sul luogo dopo pochi minuti. Nel frattempo mi sono chiesto ossessivamente se gli sarebbe piaciuto, se no, se forse. Non faccio a meno di guardarlo di nascosto e pensare quanto sono fortunato ad avere un'altra chance. Lo amo, non c'è altro da dire.

"Eccoci qui" sussurro, mentre l'ultimo raggio di tramonto illumina il tavolo, già rischiarato dalle candele tremolanti. Tolgo una tovaglia rossa e si scopre il cibo. (Ah! Ovviamente non avevo lasciato tutto insorvegliato. Ho chiesto e pagato un guardiano per darci un occhio, prima l'ho intravisto e gli ho fatto l'occhiolino, in segno di : okay, puoi andare.)

A Matt brillano gli occhi. Osserva tutto con l'innocenza di un bambino e poi all'improvviso mi butta le braccia al collo.

"Dommy, nessuno aveva mai fatto ciò per me." bisbiglia, mentre io stringo la sua schiena fra le mie mani grandi. Affondo il naso nei suoi capelli neri, inspiro a fondo e mi sento speranzoso.

"Io sì, Matty" rispondo e mi maledico perché vorrei solo baciarlo, altro che abbracciarlo.

"Grazie" dice e sciglie la stretta. Si siede tutto felice, presto seguito da me. Guarda divertito il cibo colorato e impugna la forchetta arzillo. Adesso sceglie le carotine...

"Buone queste!" esclama, infilandosene tre in bocca. Sono piccole, per bambini. Io prendo lo spezzatino e ridacchio emozionato. Non ha ancora visto cosa c'è dentro la tenda. Gli servo il vino, rosso e francese, poi lo servo a me e lo degusto lentamente. La luce fioca delle candele gli balla sul volto. Bello, bello, bello come il sole, come la luna, come il cielo in generale...

L'amore mi esplode in cuore quando si complimenta per la carne. La mastica aggraziatamente, gli piace molto, sembra un cagnolino affamato. Vorrei stringerlo, ma riesco solo a sfiorargli col piede il ginocchio. Sussulta. Io sorrido sensualmente. Arrossisce. Io continuo a sfiorargli la camba con la punta della scarpa. Indietreggia.

"Dom, che cuoco, non pensavo." commenta, per distogliermi dalla seduzione. Mi fermo e annuisco.

"Dom: batterista, cuoco e molto altro!" esclamo, per un attimo soddisfatto di ciò che sono.

"E grande amico. Amico vero, fedele, unico al mondo." prosegue lui, zittendomi. Continua, dì altro... Ma si interrompe. Riprende a mangiare sereno e io lo imito. Presto terminiamo e il vino viene lasciato: meglio, non vorrei ubriacarmi proprio questa sera. Mi guarda con fare interrogativo. Sono pronto? Non lo so! Sì, dai, lo sono da 15 anni. Perché mi manca la terra sotto i piedi allora?

"Ehm...ora...ci sarebbe...eh..." dico confuso. Lui con un soffio spegne le candele e sussurra: "La caccia al tesoro!" Vuoi uccidermi? Sei tu il mio tesoro.

"Non proprio." riesco a dire. Nel buio crescente scorgo la sua faccia pallida e incuriosita. È pieno di stelle, lassù...

"E-ecco...vedi quella tenda?" domando, coperto di vergogna. Ora se ne va.

"Ci entriamo? Ho freddo!" mi interrompe lui. Lo amo, l'ho già detto?

"Vieni" sospiro infine, avviandomi. Lui mi segue con passo felpato. Pensa che sia un gioco? Forse, in un certo senso sì.

Entriamo e dobbiamo abbassarci. Chiudo il telone e rimaniamo dentro, c'è solo una fessura sulla cima per il ricambio d'ossigeno. Lo spazio è ridottissimo. Siamo seduti a gambe incrociate e si toccano le ginocchia. Però ho calcolato che si si sta sdraiati...vicini vicini, ma ci si sta eccome. Trova il dolcetto al centro e lo prende fra le mani.

"Ma Dom!" esclama, scardandolo. Anche se c'è buio, la luna penetra e si riesce a vedere abbastanza bene. Come vede il dolcetto, alla panna e al cioccolato, a forma di cuore e bello fresco...sorride in modo talmente puro e sincero che il cuore mio si ferma. Perde un paio di colpi, poi ne fa 10 troppo ravvicinati. Tentenno.

"È stupendo. Posso?" chiede, avvicinandoselo alla bocca.

"È tuo" rispondo semplimente. Lui lo addenta. Dev'essere squisito, perché subito assume un'aria beata. Mastica sorridente e subito dà un altro morso. La sua bocca è piena di panna, una goccia gli cade sul jeans. Io mi sento rimescolare il sangue in corpo. Tra poco...ci provo.Quando sta per arrivare alla fine, me ne porge una parte.

"Scusa, ne vuoi un po'?" domanda. Io mi avvicino, ma non per il dolcetto. Okay, sono pronto. Sicuro? Mai stato più sicuro. Sussurro:

"Finiscilo tu." Lui obbedisce e in un boccone lo fa sparire del tutto. È il momento! Gli metto una mano attorno al collo, dietro, sulla nuca. Con l'altra faccio presa sulla sua schiena.

"Matthew?" domando nel buio.

"Dominic?" ha capito. Sento il battito del suo cuore, è più forte del mio.

"Ti amo" dico tutto ad un fiato e mi sporgo fino a raggiungere le sue labbra.ico tutto ad un fiato e mi sporgo fino a raggiungere le sue labbra. Ed è un attimo: le labbra combaciano, gli occhi si chiudono, i respiri si fermano. Il bacio a stampo dura poco, io voglio la sua lingua. Con la massima dolcezza, socchiudo la bocca. Matt trema. Apro gli occhi e incontro il blu dei suoi. Ci leggo paura, ma convinzione. Li richiudo e mi abbandono. Lo travolgo; con tutto il mio corpo lo spingo giù, cade di spalle, io sono subito sopra e gli afferro il volto fra le mie mani. Spingo la mia lingua nella sua bocca di panna, lui trattiene un gemito e apre a sua volta le labbra. Ci baciamo con passione e foga.

Io ansimo fortemente, non mi importa; premo il mio pacco sul suo, sento un gran calore là sotto. La dolcezza è molta in lui; piega il capo con cedevolezza e ricambia il mio bacio perfettamente. È troppo bello per essere vero, sono un vortice di felicità. Sa di cioccolato e di panna, sa di gioia finalmente ritrovata, sa di quel ragazzo che conobbi 15 anni fa. Le nostre lingue giocano ancora per qualche minuto, poi comincia a far male per lo sforzo, quindi ci distacchiamo di poco. Lo spessore del buio non permette di vedere molto; ciò che mi guida è il suo meraviglioso corpo.

Il suo respiro caldo e affannato, le sue esili braccia tremanti, i suoi capelli ormai scomposti. Rimaniamo così per qualche secondo, ognuno col respiro dell'altro sul proprio collo, sensazione stupenda. Vorrei che...

"Ti amo" dice all'improvviso, velocissimo e confusissimo, come solo io potrei capirlo. Gli chiudo le braccia attorno al corpo e poso una decina di baci sul suo collo per fargli capire cosa significano quelle parole per me. Significano che lui è mio e io sono suo. Geme dolcemente, scosso dal piacere che gli provocano le mie labbra umide sul collo liscio e fremente. Si morde le labbra quando lecco il suo capezzolo attraverso la stoffa della sua camicia. È un'emozione indescrivibile, sto realizzando un sogno e Matt mi ama. Adesso posso anche andare in paradiso. Si afferra con le mani ai miei capelli e li tira, ormai sto arrivando alla sua cintura. Sa cosa sto per fargli ed è evidente quanto voglia, quanto mi voglia.

"Dom! Io...io non lo so fare!" eclama forse in unaa attimo di lucidità.

"Neanche io. Ma con te, tutto è possibile" rispondo, slacciandogli la cinta. Lui inarca la schina, è combattuto. "Fatti guidare da me e dall'amore che provi per me" suggerisco, abbassandogli i jeans. Lecco i suoi boxer, finché sento che sotto c'è qualcosa di molto duro. Li tiro giù e gli bacio il membro. È bollente, ma così bello. Tutto in lui è bello. Matt ansima in modo piuttosto femminile mentre glielo succhio. È la prima volta che faccio una cosa del genere, ma a lui sembra piacere moltissimo. Do pure un piccolo morso e lui balza per aria. Ridacchio e torno a provocargli piacere. Quanto sta per venire, mi stacco e mi posiziono ancora sopra di lui. Attacco le labbra al suo orecchio.

"Stai bene?" sussurro.

"Ahhh..." risponde tutto surriscaldato. Io sorrido e gli giro la faccia, voglio baciarlo. Lui afferra la mia testa e mi anticipa: fa scivolare la sua lingua dentro la mia bocca e ci baciamo con passione.

"Dom, vieni in camera mia" dice a bassa voce. Non so perché ma mi sembrava "come in my cave." (Volentieri!)

"Se mi prometti che è vero, vengo"

"Certo. Andiamo." dice e si chiude i jeans, o meglio: glieli chiudo io, anche se prima ci caccio giù un bel massaggio finale che lo fa venire in parte.

Usciamo e il gelo notturno ci avvolge. Mi abbraccia teneramente e abbracciati ci dirigiamo in macchina. Entriamo, accendo subito il motore, ma vedo che Matt ha un'espressione piuttosto maliziosa. Lo guardo perplesso e dico:

"È tutto okay?"

"Senti... i Muse finiranno, la stampa ci dirà che siamo froci, gli alieni ci rapiranno e Chris non ci guarderà più in faccia, ma...io non resisto" risponde e in due secondi è a cavalcioni su di me. Io allibito non so che fare. Spengo il motore e subito dopo lui gira la rotella del mio sedile, questo si abbassa e io mi ritrovo sdraiato con lui a cavallo sulla mia pancia. Ora ho capito cosa vuole fare. Si leva la maglietta e la lancia via.

"Ti amo" diciamo assieme, come se fosse una formula magica.

 

Perché è così. Dopo anni di nascondigli, di sotterfugi, di scuse e di sofferenze... l'amore ha vinto. E ora scusatemi, ma ho da fare. Ho il MIO MATT da amare.


  
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