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Autore: war    01/07/2010    1 recensioni
Fra gli esorcisiti, per combattere il Conte del Millennio e i Noah, viene inviato dal Vaticano un aiuto, giunto direttamente da quel Dio che a volte ci si dimentica di amare... La strada da percorrere è una sola: ed essa è sempre stata perfettamente delineata davanti ai nostri piedi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Questa è la mia paura, che tu creda di accettare i principi
di una dottrina empia e di avanzare sulla via del delitto.
- Il sacrifico di Ifigenia - Lucrezio



In effetti non era stata un’idea così brillante andare alla festa in quelle condizioni. Se non altro avremmo dovuto per lo meno darci una sistemata, che Lenalee in lacrime, Miranda con un occhio pesto, Lavi con un braccio ferito e la faccia di Kanda la dissero lunga su quello che era successo.
Il quartier generale era nel caos più totale.
Dopo il primo attacco della famiglia Noah che aveva tra le altre cose , sottoposto l’Ordine alla perdita di parecchi suoi validi collaboratori, le difese erano state riviste e intensificate. Quello che era accaduto era pertanto indice di quanto ancora deboli fossero i componenti dell’Ordine se paragonati a quella famiglia oscura.
Ovviamente i festeggiamenti vennero sospesi e si ci ritrovò a parlare nella stanza del Supervisiore.
Solo Lenalee e Miranda erano assenti perché spedite in infermeria a fare i dovuti controlli.
- Io mi sono francamente stancata di lasciare a loro la prima mossa. – dissi giocherellando con una ciocca di capelli.
- Non abbiamo alternative – appuntò Link freddo e impersonale.
- Però potremmo iniziare qualche ricerca… - si decise a spezzare una lancia in mio favore Bookman Jr.
- Inutile perdita di tempo. – sbuffò Kanda seccato.
Per lui era tutto inutile.
Pareva quasi, adesso più che mai, che il suo solo scopo nella vita fosse quello di combattere obbedendo a degli ordini. Potevo capire, che dopo ciò che aveva passato non si potesse sperare che lui fosse mr. Allegria ma nemmeno che fosse in quel modo!
Allen sedeva in silenzio, il capo chino e le mani strette in grembo.
Pareva sconfitto ancora prima di aver combattuto.
Decisamente eravamo messi male.
In sostanza, dopo due ore di riunione non si cavò un ragno dal buco e decidemmo di andarcene tutti a dormire e riprendere la discussione l’indomani mattina.



Hevraska si mosse, sollevandosi adagio dalla sua dimora.
- Tutto bene Angel? – chiese con quella voce impalpabile che era tipicamente sua.
- In una guerra, le cose non vanno mai bene. Vorrei che potesse finire senza troppe sofferenze. – ammisi.
- Ti sei stancata di questo mondo? – mi chiese lei, lentamente
- No. Continuo ad amare questo mondo come la prima volta che l’ho visto. Continuo ad amare gi esseri umani, nella loro imperfezione e continuo a credere che la mia scelta sia stata la migliore. Vorrei solo facesse meno male, ma questo non l’ha promesso mai nessuno. – riconobbi sedendomi con le gambe a penzoloni nel vuoto.
- Proteggerò fino alla fine le Innocence che mi sono state affidate, in attesa che incontrino il loro compatibile… - disse lei chinandosi in avanti, per tornare sul fondo di quel posto, a svolgere la sua indiscussa funzione di guardiana.
- Grazie Hevraska… Sono stata proprio indelicata a lamentarmi con te, vero? – le dissi piegando le labbra in un sorriso mesto.
Mi parve di sentirla ridacchiare mentre la luminescenza del suo corpo si affievoliva e lei spariva, nel posto scuro, sotto di me.
Decisi di restare lì ancora qualche attimo.
I miei fratelli erano così vicini, ma non potevo raggiungerli.
Mi sarebbe piaciuto davvero sentirli… Forse mi avrebbero dato più forza, o forse mi sarebbe parso per un momento di tornare lassù. Sapevo che era Azael a fare questi pensieri, perché Angel possedeva solo il sentire di una vita terrena. Terribilmente lunga, ma solo una vita terrena.
Mi chiesi se anche Allen si sentisse in questo modo, tuttavia vi era una profonda differenza tra me e lui: il Quattordicesimo non era esattamente uno stinco di Santo e quando i suoi ricordi emergevano… Per Allen doveva essere tremendo trovarsi dentro la testa e dentro il corpo una presenza estranea che era così lontana dal suo intimo sentire… Io e Azael tutto sommato ci spostavamo sulla stessa linea di azione.
Sospirai socchiudendo gli occhi e lo vidi di nuovo.
Lord Lucifero.
Sarebbe mai venuto il tempo in cui lo avrei dimenticato?
Aprii gli occhi e la mia mente rimase un passo indietro, facendomi vedere il volto di Kanda.
Perché lui?
Non avevamo nulla a che fare l’uno con l’altra… Eppure non potevo fare a meno di sentire quella calda emozione avvolgere il mio cuore se pensavo a lui. Ai suoi capelli neri, al suo sguardo duro, alle sue spalle sempre fieramente erette…



L’allarme scattò all’improvviso.
I Noah ci avevano attaccati di nuovo.
Due volte in una stessa notte era troppo persino per loro.
Il Conte doveva avere urgenza di stanare qualcosa, o qualcuno…
Perché?
Incrociai Kanda in fondo alle scale.
Aveva già Mugen sguainata e attivata.
- Tsk – sbuffò superandomi lungo il corridoio per precipitarsi all’esterno e combattere. Aumentai il passo per non essere lasciata indietro.
Non ero ansiosa di gettarmi nella battaglia ma lo avrei fatto perché quello era il mio preciso dovere. Mi chiesi se a Kanda piacesse combattere poiché pareva sempre impaziente di farlo. Concludere la missione e farsene assegnare un’altra. Come se sperasse che quella fosse l’ultima. Come se sperasse che fosse la volta buona per morire.
Morire non è un atto volontario.
A parte il suicidio, ma a taluni individui quella via di fuga è negata in partenza.
Le mie due personalità si trovano concordi sul fatto di voler vivere.
In questi secoli non avevo mai pensato nemmeno una volta, di farla finita.
Non era solo per l’ incarico a cui mi ero offerta volontaria ma ero io che voleva sopravvivere per vedere come andrà a finire e per sapere se a conti fatti, quello che il mio cure spera si avveri, succederà.
Restai basita, sul portone dell’ Ordine.
Una moltitudine di Akuma invadeva il Cielo che si stava schiarendo per l’ approssimarsi dell’alba.
Non c’erano solo gli Akuma di basso livello.
Le schiere nemiche si componevano anche di qualche livello Quattro e c’erano ben Quattro Noah a comandarli.
Avrei voluto prendermi Road per quello che sentivo di avere in sospeso con lei ma a quanto pareva Allen mi aveva preceduta.
Mi chiesi per quanto tempo ancora avrebbe combattuto al nostro fianco.
Dopotutto lui era destinato a divenire il Quattordicesimo.
Lavy e Yu erano alle prese con i gemelli.
Qualcosa mi diceva che allo spadaccino sarebbero saltati ben presto i nervi.
Ecco, mi pareva che non si fosse ancora presentato dinnanzi a me.
Tyki Mikk.
- Non credo proprio siano coincidenze o destino… - notai osservandolo in quegli occhi dorati che avrebbero dovuto spaventarmi ma invece mi riportavano solo una sensazione di tristezza.
- In effetti, ti ho reclamata per me. Road è stata più che contenta di prendersi Allen. –
- Ha un debole per lui, eh? Non sei geloso? – chiesi con un ghigno.
Quando avevo imparato a ghignare come lui?
- Geloso? Io sono il Piacere, non la gelosia. – lui parve perplesso.
Una vera tristezza che fossero umani, con tutti i sentimenti del caso e non li comprendessero affatto.
Anche Lord Lucifero non capiva il suo cuore… E nemmeno allora seppi fare qualcosa.
- Non siamo qui per intrattenerci in amene conversazioni – dissi secca prima di attaccare.
Sapevo che non sarebbe stata una battaglia facile, ma sapevo che andava combattuta. Non avrei voltato le spalle alla realtà del momento. Non di nuovo.



La balestra, fatta di Innocence apparve sul mio braccio.
Tease riempirono l’aria introno a noi.
Chiusi un momento gli occhi e quando li riaprii si scatenò l’Inferno.
Non era facile, evitare le farfalle malefiche, distruggere gli Akuma che mi si paravano innanzi e cercare di stare fuori portata di Tyki. Presto o tardi avrei commesso un errore e lui mi avrebbe ferita… Lo sapevo.
Mi chiesi perché io non cercassi di colpire lui.
Eppure un paio di occasioni le avevo avute, avrei potuto fargli male sul serio. Forse ucciderlo… Perché non lo avevo fatto?
Azael lo sapeva.
Perché i Noah erano ancora degli esseri umani e l’angelo che era in me non poteva non amarli e desiderare di proteggerli.
Per gli Akuma il discorso era differente. Loro erano già morti. La loro anima, richiamata dal Conte del Millennio dava vita a quelle mostruosità che venivano manovrate dal Conte stesso, macchiandosi di colpe che non erano loro direttamente imputabili tuttavia…
- Tsk!- riconobbi il sibilo di Kanda, mentre con la spada affettava un Akuma che era sopraggiunto ad una angolo cieco alle mie spalle.
- Grazie! – gli dissi socchiudendo gli occhi davanti all’esplosione di un livello Due ad opera delle mie frecce.
Un colpo ci travolse. Mandandoci a sbattere contro un albero.
Sentii una costola scricchiolare prima di precipitare a terra.
- Angel! Kanda!!! – strillò Allen per metterci in guardia ma reagimmo troppo tardi.
Qualcosa di simile ad un tentacolo mi aveva affettata per la gola e mi stava sollevando da terra.
- Che cazz… - sibilò lo spadaccino quando anche lui si trovò avvolto da quella cosa. Cosa ci aveva catturati?
Feci appena in tempo a chiedermelo quando vidi che il tentacolo sbatteva al suolo Yu, con una certa violenza.
Pochi istanti dopo e provai la medesima esperienza.
La grossa spada di Allen, che pareva quasi uno scudo passò davanti al mio campo visivo.
Fu un grosso errore.
Non appena il fendente si abbattè sul tentacolo da esso partì una scarica elettrica. Non mi vergognai di urlare per il male.
- Angel! Stai bene? - strillò Allen.
Cercai di sollevare il capo che mi ciondolava in avanti. Ricevere tutti quei volts aveva avuto un effetto paralizzante sul mio corpo, ma adesso si stava riprendendo.
- Sono viva! – confermai evitando di aggiungere che non sapevo per quanto lo sarei ancora stata.
Essere pessimisti in una battaglia non è mai producente.
- Bakanda? –
- Moyashi! – ringhiò il mio compagno di sventura e questo mi tranquillizzò.
Era ancora vivo e stava discretamente bene se diceva una cosa simile.
Una risata piuttosto folle ci raggiunse.
Tyki Mikk.
O quello che ne restava.
Pareva che il Noah in lui avesse preso il sopravvento e ciò che lo animava era solo un prepotente desiderio distruttivo.
Road stava seduta su quell’ombrello rosa dalla testa di zucca di Halloween e pareva divertita come non mai.
Mi chiesi cosa fosse accaduto agli altri, ma mi consolai notando l’assenza dei gemelli. Lavi e Kanda dovevano averli messi nel sacco, se quest’ultimo era poi venuto a darmi man forte.
- Vi divertite? – una voce più cupa si intromise.
Poco dopo apparve la grassa e assurda figura del Conte Del Millennio.
- Signor Conte! Benvenuto, Leero! – gracchiò l’ombrello.
A narrarlo sembrava di raccontare una fiaba degli orrori.
- Bhe, insomma – trovai la faccia tosta di ribattere.
- Oh, ma guarda cosa è finito impigliato nella nostra rete! – ironizzò il Rivale del Cielo. Non potevo certo illudermi che non capisse cosa o chi fossi… Però era lo stesso seccante essere smascherata in meno di tre secondi.
- Sei di quelli che si sono offerti volontari, eh? – domandò retoricamente il Conte avvicinandosi a me.
- Vuole provare a distruggermi? – chiesi quando me lo trovai a pochi passi dal volto.
- Non sono sicuro che non mi costi troppo. – ammise lui con un ghigno – Ma ti farò ugualmente parecchio male! –
Ecco, questa era una minaccia che avrei preferito non sentire…
Con la sua spada, così simile a quella di Allen, trafisse Kanda.
Il copro del ragazzo si piegò violentemente all’indietro, inarcandosi in una posa innaturale prima di afflosciarsi privo di vita.
Il tatuaggio che aveva sulla parte sinistra del corpo prese a dilagare e vorticare furiosamente.
Sgranai gli occhi per lo stupore mentre il sangue del ragazzo mi cadeva sul viso.
- Interessanti questi Apostoli… - sussurrò mentre sfilava la spada dal corpo del mio compagno d’arme.
- Dimmi Azael, quanto fa male vedere i propri compagni morire? – chiese il Conte
Vidi le dita della mano di Kanda fremere.
Stava già ritornando in vita.
- Oh, dimenticavo… Chissà per quanto tempo possiamo andare avanti così? – si interrogò di nuovo come se la cosa gli importasse e non avesse già deciso di giocare con le nostre vite…
- Vai a cagare! – sibilai liberando le ali che frantumarono il tentacolo e mi diedero la possibilità di colpire con violenza quell’assurda faccia che il Conte aveva deciso di sfoggiare.
Un dolore lancinante mi percorse il corpo.
Ci misi qualche istante a realizzare che non avevo distrutto i tentacolo, lo avevo solo smembrato e adesso, i suoi frammenti mi trafiggevano e mi tenevano inchiodata al muro della sede dell’Ordine.
- Mugen! Attivati! – Kanda si era ripreso in tempo per tentare un nuovo attacco ma anche a lui toccò la mia stessa sorte.
Road ridacchiò prima di usare Leero come mazza e colpire sia la Katana che cadde a terra che poi, in successione, il volto di Kanda.
- Ahiahiaahia!!!! Road-Tama!!! Fa male, Leero! – protestò l’ombrello.
Stoicamente il giapponese non emise un suono.
Fu allora che mi chiesi che ne era stato di Allen.
Un brivido gelido mi percorse quando lo realizzai.
Allen non era più Allen, e fissava la scena con aria un po’ curiosa ma per nulla interessato alle nostre sorti.



Il Conte si sollevò da terra e iniziò a fissare la figura di Allen.
Ebbi il brutto presentimento che se non facevo qualcosa e non lo facevo subito qualcosa di moto brutto sarebbe accaduto all’Esorcista albino.
Iniziai ad agirarmi ma muovendomi ottenevo solo di farmi male e sanguinare di più. Le ali, che erano da sempre state fonte di soccorso e aiuto adesso, si stavano rivelando un intralcio.
- Smettila di agitarti tanto o rovinerai quelle belle ali di cui sei tanto fiera e non volerai mai più. – mi disse Road lanciandomi uno sguardo di sufficienza.
Mi chiesi da dove venisse quel desiderio di prenderla a schiaffi fino a gonfiarla come una zampogna. Non era degno di Azael… Ma forse lo era di Angel!
- O magari ti piacerebbe strapparmele, no? Come una bambina crudele che taglia le ali alle farfalle per vedere se tornano bruchi… o se gli ricrescono… - ecco, ci mancava solo di diventare sarcastica con la principessina mentalmente deviata dei sogni…
Scoprii a mie spese che anche le candele di Road fanno schifosamente male.
Mentre combattevo per arginare il dolore e trovare coerenza di pensiero e azione le parole dei Noah mi raggiunsero.
- Sei della famiglia – stava dicendo Tyki
- Proprio così Allen!!! – trillò Road e mi immaginai che gli si fosse avviluppata adosso come edera… Di certo questo non face bene a Lenalee e mi ritrovai ad essere grata del fatto che stesse combattendo altrove.
Occhio non vede, cuore non duole… Non diceva circa così quel vecchio detto popolare?
- Se chiedi scusa, verrai perdonato… - provò di nuovo suadente Tyki.
Avevo voglia di gridare di non farlo.
Di non ascoltarli… Che erano tutte menzogne…
Ma non lo erano.
Allen era il Quattordicesimo e in quanto tale apparteneva alla famiglia dei Noah.
- Andiamo a casa… - disse il Conte tendendo la mano all’albino.
Un ghigno deformò le labbra e i tratti del viso dell’esorcista.
- Te l’ho già detto. Ti ammazzerò prenderò il tuo posto, Signor Conte! – ribattè Allen prima di calare un fendente con a spada, proprio sul Conte.
Non lo colpì, come avevo sperato per un attimo, perché la sua spada cozzò contro la sua gemella, dando vita ad una pioggia di scintille e a stridore metallico.
- Dannato traditore! – strillò Road mentre anche Tyki preparava l’attacco.
Forse il Quattordicesimo ce l’avrebbe fatta da solo, ma non lo credetti.
Fu per questo, che ignorando il dolore mi strappai dal muro, lacerando le ali e sentendo il mio sangue, caldo e denso scivolare lungo la mia schiena e sul mio corpo.
- Attento Allen!!!! – stillai prima di mettermi fra lui e una scarica di candele della piccola stronza.
L’impatto mi spinse all’indietro e avvertii vagamente la sensazione di cadere mentre il dolore prendeva possesso di tutto il mio corpo.
- Angel!!! – gridò Kanda ed io avrei sorriso per il fatto averlo riconosciuto la primo colpo, senza nemmeno vederlo…
- Stupida!!! – qualcuno mi stava sibilando all’orecchio quella parola.
Aprii gli occhi per vederne due dorati, nascosti da ciocche d’argento.
- Perché lo hai fatto!? Non sono forse un Noah? Non sono forse un nemico? – e a parlare, malgrado il ghigno che incurvava le labbra era qualcuno che assomigliava davvero ad Allen, senza tuttavia esserlo. Ma più che ad Allen, forse assomigliava a Lord Lucifero.
- Sei un uomo, tanto mi basta. –
- Ti basta per cosa, stupida!!! – chiese lui che davvero non comprendeva.
- Per amarti e per proteggerti. Non importa che tu sia Allen o il Quattordicesimo, ai miei occhi resti un essere umano e la tua vita va preservata… Sono così stanca… - borbottai.
- Moyashi!!!! Datti da fare! – strillò Yu prima di raggiungerci con un balzo e attivare la terzo livello la sua Innocence.
Il resto della battaglia me lo persi.
  
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