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Autore: hotaru    10/07/2010    3 recensioni
- Non capisco perché la maestra abbia fatto quella faccia. Sembrava che non stesse nemmeno guardando un essere umano, ma uno scherzo della natura. Eppure quelle cose dovrebbe saperle! – si sfogò.
- Ma che cosa le hai detto? - chiese il fratello.
Ed scrollò le spalle.
- Le ho elencato gli elementi di cui è composto il corpo umano: 35 litri d'acqua, 20 chili di carbonio, 4 litri di ammoniaca, un chilo e mezzo di calce, 800 grammi di fosforo... -.
- E tutte queste cose – lo interruppe Al – le hai sentite... -.
Il fratello lo guardò.
- Nello specchio. Pensavo fossero esatte -.
[Accenni EdxWinry, AlxNoa]
Terza classificata a pari merito con vogue al "Mirror Contest" di Aki Asage
Genere: Romantico, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alex Louis Armostrong, Alphonse Elric, Altro personaggio, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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5- Foglie bruciate Nello scrivere questo capitolo ho ascoltato in modo quasi ossessivo il “Requiem” del film “Il conquistatore di Shamballa”, ossia la canzone finale. La trovo splendida.


Foglie bruciate


Rilesse quella frase forse per la milionesima volta, chiedendosi se sarebbe mai riuscito a capirla davvero. O perlomeno a comprendere il significato che Ed aveva voluto darle.

"Il tempo è lo specchio dell'eternità."

Ogni volta che la rileggeva, quella sensazione si faceva sempre più vivida, quasi tangibile: non avrebbe mai più rivisto suo fratello.
Che avesse attraversato davvero la Porta, che se ne fosse in realtà andato in chissà quale Paese del mondo, non sarebbe più tornato. Nei suoi ricordi Ed avrebbe sempre avuto diciannove anni: forse era questa l'eternità che intendeva.
O magari si riferiva al mondo al di là dello specchio: chissà se, in quanto realtà speculare a quella conosciuta, il tempo vi scorreva allo stesso modo? O se si trattava di un mondo eterno che lo specchio avrebbe continuato a mostrare, sempre uguale e identico a se stesso?
In fondo, se anche il tempo era lo specchio dell'eternità, ciò che rifletteva doveva comunque essere l'eternità stessa. Oppure no? Forse che, essendone solo il riflesso- un'immagine- non si potesse avvicinare neanche lontanamente a quella che era realmente l'eternità?
In un certo senso, quella frase contrastava nettamente col tono usuale dei diari. Era pacata, parlava di tempo ed eternità, come se Ed avesse voluto fargli sapere che aveva in qualche modo trovato la pace. O che sapeva dove trovarla.
Al si alzò dal letto, si lavò la faccia al lavandino e cercò di raccogliere i capelli in una coda decente. Doveva sbrigarsi, o avrebbe fatto tardi.


Noa aveva ammucchiato tutte le foglie secche sul retro del caffè, dopo aver trascorso il pomeriggio del giorno di chiusura a raccoglierle dal pavimento del pergolato. C'era un pezzo di terra battuta, perfetto per bruciarle in tutta sicurezza, che aveva circondato con delle pietre.
- Caspita, non sapevo esistesse un posto del genere! È davvero bello, fa tanto “Parigi”! - commentò una ragazza bionda coi capelli raccolti in una coda alta, entrando nel locale senza far caso al cartello “Fermé”. (¹)
- Tu devi essere Winry – disse Noa, ancora al lavoro col rastrello.
- Esatto – annuì l'altra, tendendole una mano – Noa, giusto? -.
- Già -.
- Piacere di conoscerti. Al non è ancora arrivato? -.
- No, ma accomodati pure finché finisco qui -.
Winry si sistemò su una delle sedie in ferro verniciate di bianco, godendosi l'atmosfera del luogo. Tirò fuori dalla borsetta il quaderno, l'ultimo della lunga serie scritta da Ed, e lo sfogliò per l'ennesima volta.
Si soffermò su una pagina in particolare, dove era presente uno schizzo fatto malissimo, ma che lei non si stancava mai di riguardare.

«“Il Bacio”: un uomo e una donna ritratti mentre si baciano, successivamente usati come modello per gli amanti Paolo e Francesca, riportati sulla Porta.»

Oh, conosceva bene quell'opera, e sapeva tutto ciò che era stato detto al riguardo. Rodin stesso la definiva una scultura troppo canonica, mentre i critici sottolineavano la contrapposizione tra gli atteggiamenti dei due amanti: lei persa nell'estasi di quel bacio, mentre lui sembrava più serio, distaccato, quasi pronto ad alzarsi.
Ecco, anche quella relazione durata appena due mesi era stata così: malgrado cercasse di non darlo a vedere, lei si era sentita sempre più coinvolta, mentre Ed non ci aveva pensato due volte ad andarsene, sparendo nel nulla. Finendo forse in un'altra dimensione da cui non avrebbe più fatto ritorno.
- “In amor vince chi fugge”, non è questo che dicono? - chiese Noa, i lunghi capelli scuri mossi appena dal vento autunnale.
- Già... - mormorò Winry.
- E, se non sbaglio, è anche un'opera di Rodin – aggiunse.
“Fugit amor”. Due corpi allacciati l'uno all'altro- un uomo e una donna- ma trascinati via da invisibili correnti opposte. Una metafora lampante.


Il tardo pomeriggio stava ormai per volgere in sera, quando arrivò Al.
- Scusate – disse – Sono in ritardo? -.
- In realtà non ci eravamo accordati su un orario, quindi non puoi essere in ritardo – lo rassicurò Noa.
- Anzi, ti devo ringraziare per avermi fatto scoprire questo posto magnifico – esclamò Winry – Credo che d'ora in poi ne diventerò una cliente fissa -.
- Mi farebbe davvero piacere – disse Noa.
Al aprì lo zaino che aveva portato con sé, tirandone fuori i quaderni. Winry lo imitò, porgendogli quello che aveva lei.
- Non sei obbligata a farlo – disse Al, incerto – Sicura di non volerlo tenere? -.
Lei annuì.
- Sì. Nessun rimpianto, giusto? -.
Sistemarono i quaderni sul cumulo di foglie, poi Noa accese un fiammifero e diede fuoco al mucchio.
Osservarono i fogli accartocciarsi su se stessi e crepitare mentre bruciavano, la grafite delle fitte righe scritte a matita unirsi al fumo che si levava.
Il sole non si vedeva già più, in procinto di tramontare dietro le case. Sopra di loro aveva iniziato ad alzarsi il vento, un vento che in alta quota doveva spazzar via qualunque nuvola e assicurare un crepuscolo sereno anche quella sera.
Quando non rimasero che cenere e poche braci, Winry si rivolse ad Al:
- Beh, è stato un piacere. Sono contenta di averti incontrato; mi piacerebbe che rimanessimo amici -.
- Piacerebbe anche a me – assentì lui.
- Solo vedi di non sparire anche tu – lo ammonì seria, guardandolo dritto negli occhi.
- Tranquilla, non c'è alcun pericolo – la rassicurò Al, sorridendo.
- In ogni caso, ricordati che saprei dove sei andato -.
Detto questo, salutò anche Noa e se ne andò. La sua uscita di scena diede ad Al una strana sensazione, lasciandogli quasi l'amaro in bocca: non avrebbe mai creduto di riuscire a stringere un'amicizia del genere in pochi giorni. Sapere che difficilmente l'avrebbe rivista gli faceva sentire dentro qualcosa di molto simile alla nostalgia di casa.
- A volte capita – disse Noa, guardandolo – In fondo sono le persone che contano, non il tempo -.
Già. Il tempo. Lo specchio dell'eternità.
- Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensi di una certa frase – fece Al, rivolgendosi a lei.
- Adesso? -.
- Anche più tardi -.
- Magari a cena – commentò la ragazza.
- Non sarebbe una cattiva idea -.
- Non pensi che sia un po' troppo vecchia per te? - gli chiese, ancora appoggiata al rastrello.
- Beh, tanto per citare un famoso pensatore, “sono le persone che contano, non il tempo” -.
- Già – fece Noa sorridendo – Comunque, tanto perché tu lo sappia, ho venticinque anni -.
- Io ventidue. Non mi sembra un scarto così terribile -.
- No, in fondo non lo è – convenne lei – E poi ci vorrà qualcuno che ti mostri un po' Parigi: non credo che tu l'abbia esplorata molto finora -.
- Ho visitato un museo – e visto una Porta che dà su un altro mondo.
- Sì, questo lo so. Ma limitare la Ville Lumière a un museo è un po' riduttivo – ponderò Noa.
- Forse sì – ammise Al.
La ragazza lo osservò per qualche istante, poi aggiunse:
- In realtà vorrei chiederti se hai intenzione di sparire anche tu, come diceva Winry, ma mi sembri molto diverso da tuo fratello -.
Al stava per ribattere qualcosa, quando realizzò che cosa significavano quelle parole. Quindi domandò, esterrefatto:
- Tu hai... conosciuto Ed? -.
- Diciamo che non sei stato l'unico ad aver scelto questo locale per il nome che porta -.
Passò qualche istante, durante i quali una folata di vento si insinuò nel cortile e smosse leggermente il cumulo di cenere.
E alla fine, Al si ritrovò a sorridere. Perché era come se avesse seguito un cammino già tracciato, in ogni sua impronta, calpestandone ogni singola orma senza rendersene conto. Erano passati quattro anni, ma era come se il tempo trascorso non avesse avuto alcuna ripercussione. Effimero, istantaneo quanto un riflesso. Quasi si fosse trattato davvero di un vezzo dell'eternità, in vena di specchiarsi.
Sembrava incredibile a dirsi, ma quando era con quella ragazza gli sembrava di capire sempre qualcosa di più, qualunque fosse la questione che lo stava assillando.
Chissà se aveva aiutato anche Ed.

… sì, era proprio il caso che cenassero insieme. Ne aveva, di domande da farle.
 
 




(¹) “Chiuso”



Nel film, non so perché, mi sono ritrovata a fare il tifo per la coppia Noa/Alfons Heiderich. Poi lui è morto. Quindi mi sono rifatta qui. ^^
Spero che questa storia sia piaciuta anche a chi ha solamente letto. Se voleste lasciarmi una recensione alla fine, per dirmi cosa ne pensate, mi farebbe davvero piacere.

La frase dell'inizio era quella che avevo scelto nel contest, e su cui ho sviluppato la storia.

Vegeta4ever: mi spiace non dare la risposta definitiva su dove sia finito Ed, ma fin dall'inizio mi piaceva l'idea del “finale aperto”. Anche le immagini che Ed vedeva nello specchio, non è detto che fossero parallele al tempo che scorreva nel suo mondo: se ben ricordi, in “Fma” alla fine Ed si trova nel nostro mondo nel primo dopoguerra... si ricollega un po' alla frase che dovevo usare nel contest. Spero che la storia ti sia comunque piaciuta. ^^
Akachi: la faccenda del “come” ho preferito lasciarla indefinita, come hai visto. Ma, se c'era un modo per passare nel mondo al di là dello specchio, sta' certa che Ed l'ha trovato. ^^
Io sono curiosa di sapere la tua teoria al riguardo, invece.
Sono contenta che tu abbia apprezzato una storia con Winry e Al protagonisti, anche perché quest'ultimo è il mio preferito... e con questa storia ho perorato la mia causa. ù_ù
Onyria: il tuo brivido mi ha fatto immensamente piacere! E se apprezza anche il tuo ragazzo, ne sarò contenta. ^^
preffy: guarda, ti direi “vengo anch'io”, ma Parigi è ancora off-limits per me- purtroppo. Mi fa piacere sapere di non aver sbagliato, e ancor di più che il capitolo ti sia piaciuto. Spero che le aspettative non siano andate- troppo- deluse. Non voleva essere chissà quale saga, in fondo è una semplice storia di cinque capitoli. ^^
Spero che anche gli ultimi riferimenti alle opere ti siano piaciuti.
   
 
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