Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: eleanor89    13/07/2010    13 recensioni
Questa storia racconta dei Malandrini e di tutte le persone venute a contatto con loro a Hogwarts e negli anni successivi; tanti pezzi di vita che possono avere un significato importante nelle loro esistenze o essere episodi di normale quotidianità.
Avanti e indietro nel tempo, momenti di gioia e di dolore: ecco a voi una lunatica e pessimista Lily Evans, Un Frank Longbottom calmo e che non si lascia influenzare dai suoi pazzi amici, una Alice sportiva e dura, una Mary McDonald civettuola e allegra, e naturalmente Severus Snape, Regulus Black, i Lovegood, tutto l'Ordine della Fenice, compresi i magnifici Prewett, la spaventosa Dorcas, e tanti altri ancora.
Ultimo capitolo: Come Alice soprannominò James "Capitano": "James individua Alice da sola il giorno dopo Natale e pensa che avrebbe preferito non aver stampato sulla fronte il segno di una delle pantofole pelose di Remus, che Sirius gli ha lanciato quando ha ripreso a cantare. Le pantofole sono state trasfigurate da lui – ed è abbastanza sicuro che Remus le preferisca così – ed è ingiusto che siano state usate per tentare di stroncare la sua futura carriera."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie '70's students.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Bacon e piselli  [luglio-agosto 6° anno]



Ha ancora nelle orecchie le urla di Walburga, ma non si è potuto trattenere.
Regulus lo ha detto chiaramente: «Quando tra qualche mese diventerò un Mangiamorte...»
Di sicuro aspetta i sedici anni, magari i G.U.F.O.
Non che a Voldemort interessi, ma la famiglia ci tiene a un titolo di studio da poter mostrare anche al resto del mondo, di modo da poter continuare la scuola una volta finito di ripulire il mondo magico. In realtà qualche volta Sirius ha avuto la sensazione che Orion volesse prendere tempo, nel caso il figlio minore cambiasse idea. Non deve essere bello sapere che il proprio figlio prediletto vuole partecipare a una guerra, specie potendosi tenere in disparte ad aspettarne i frutti. Walburga, d'altro canto, è entusiasta quanto il marito è reticente, e non fa che sottolineare quanto almeno uno dei suoi figli valga più di tutti i cugini assieme, esclusa la cara Bella, che è comunque un'adulta.
Comunque sia, all'ennesima minaccia del fratello minore, qualcosa in lui è scattato. Il pensiero di averlo irrimediabilmente perso, e per quanto si detestassero hanno lo stesso sangue ed è pur sempre il bambino con cui ha diviso l'infanzia, il pensiero che la sua famiglia sia dalla parte di un mago che compie simili abomini, e che suo fratello vi prenderà mano di persona e ucciderà innocenti, ha mosso il suo braccio da solo.
Si sono ritrovati a lottare come animali, e Walburga, quella che dovrebbe essere sua madre, per salvare l'eroe di famiglia, gli ha lanciato un crucio. Non particolarmente doloroso, il suo scopo era fermarlo e non torturarlo, ma pur sempre la Maledizione usata dai Mangiamorte per torturare le loro vittime. Persino Regulus era pallido e guardava la madre, questo Sirius l'ha colto bene, perché il tempo sembrava rallentato. Ha visto benissimo l'espressione per un istante colpevole di Walburga mutare in una furiosa, priva di senno.
«Regulus, stai sanguinando! Kreacher, inutile elfo, dove diavolo ti sei cacciato?» aveva gridato come una banshee. Sirius ha visto in quel momento suo padre sulle scale, il viso livido, reggersi con forza al corrimano e corroso dal dubbio. Sicuramente indeciso se lasciare che la moglie continuasse così o fermarla.
Non era neppure in grado di prendere una posizione, quell'uomo.
«Sirius...»
Un sussurro soltanto, da Regulus. Sirius non l'aveva neanche guardato. Mentre il disgustoso elfo appariva trafelato e sua madre urlava qualcosa, aveva alzato la bacchetta e Appellato la scopa.
Forse non giocava a Quidditch con il fratello, ma con James aveva combinato abbastanza guai in sella alla propria da essere diventato un asso. Ci era saltato sopra al volo ed era riuscito anche a non farsi troppo male quando aveva sfondato la finestra con voluto fracasso, volando attorno alla casa e rientrando dalla finestra della propria camera. Bloccando e facendo evanescere la porta, mentre chiamava a sé il baule, come sempre già pronto, aveva lanciato un'occhiata di rimpianto agli oggetti che sapeva non avrebbe più rivisto, ma che non aveva tempo di portare via.
Walburga già batteva contro il muro, lottando contro il marito perché gli facesse sfondare la parete, avendo intuito le sue intenzioni.
«Sirius Orion Black, fermati ora, è la tua ultima possibilità!» aveva tuonato Orion da fuori.
Sirius non lo aveva degnato di risposta, volando all'esterno e scappando più veloce che poteva.
Ora sta atterrando con qualche difficoltà nel giardino dei Potter. Si vergogna da morire, ma non ha avuto dubbi, perchè Prongs è il suo vero fratello. Addirittura già mesi prima gli aveva offerto casa propria. Magari ci starà qualche giorno, il tempo di trovare una pensione o qualcosa, tanto i soldi non gli mancano.
Va' sotto la finestra di James, la conosce perchè ha segretamente trascorso un Natale a casa sua. I suoi non glielo avrebbero mai permesso, ma lui ha fatto sapere di essere a scuola, in infermeria, approfittando di una fattura lanciatagli da Avery, e nessuno ha avuto sospetti non vedendolo in giro.
Colpisce il vetro con delle pietre ma ovviamente il sonno pesante di James non è cambiato, così inforca di nuovo la scopa e si alza per aria, chiedendosi come farà a non fargli venire un accidente presentandosi ancora ferito e sanguinante per via dei vetri e delle botte con Regulus.
Bussa alla finestra, e sembra che questo possa riscuotere l'amico, che grazie alla luce della luna quasi piena vede cercare gli occhiali a tentoni. Ha già la bacchetta in mano, James, e usa un lumos per guardarsi attorno.
I suoi occhi assonnati si puntano alla finestra, e con un altro lumos scorge Sirius, che saluta con una mano. Si precipita ad aprire, sconvolto.
«Padfoot, sei proprio tu? Che è successo?» domanda preoccupato a morte, accendendo la luce. La voce gli muore in gola e il poco colore sul suo viso svanisce del tutto, a vedere il sangue ormai secco sul viso dell'altro, e anche gli eleganti vestiti stracciati, camicia con manica gocciolante di sangue compresa.
«Ah, quello, un pezzo di vetro...» mormora lui, quando lo sguardo di James cade lì.
Si guardano e James si accorge che Sirius ha gli occhi decisamente arrossati, l'aria sciupata di chi ha pianto come minimo per tutto il volo.
«Prongs, posso stare a dormire qui?» domanda Sirius, palesemente imbarazzato.
James fa qualche passo indietro, permettendogli di entrare con la scopa e il baule, raccogliendo fiato e idee.
Poi urla.
«MAMMA! PAPA'!»
Sirius è assordato e intontito dal volo durato secoli, non riesce che a osservarli mentre la signora Potter lo aiuta goffamente a scendere dalla scopa e James parla a macchinetta spiegando al padre che lui deve assolutamente stare con loro.
«Mi avevi già parlato dei suoi genitori.» lo blocca Charlus, alzando una mano per zittire il figlio. Si volta verso Sirius, e sorride in modo per lui irragionevolmente gentile: «Benvenuto.»
«Povero tesoro, guarda com'è magro!» si lamenta la madre, «E stai sanguinando, è vetro questo? Tu vieni immediatamente con me a darti una sistemata, non puoi dormire in questo stato.»
«Starà morendo di sonno se è venuto al volo!» protesta James. Sirius gli vorrebbe dire di stare zitto, per godere un po' di quelle attenzioni, ma non riesce neanche a parlare.
«Appunto, non vorrai farlo morire dissanguato!»
Dorea, imparerà Sirius, è una brava donna, ma piuttosto esagerata nella sua premura.
«Seguimi.» ordina, e nessuno dei due Potter trova nulla da ridire.
Lui la segue come un automa, e arrivati alle scale lei gli prende un braccio, come se temesse di vederlo cadere. Vanno in soggiorno, Dorea appella il necessario per disinfettare e fasciare, e intanto gli fa qualche domanda, a cui risponde laconicamente.
«Sirius, ascoltami, sono anni che ci conosciamo, e quando non ci sei Jamie parla praticamente soltanto di te. Sei di famiglia ormai.» dice la donna, finito di bendarlo e incerottarlo, «Perciò esigo che tu resti qui questa estate. E anche nelle vacanze future, se non troverai un posto migliore dove stare.»
Lui annuisce, notando solo in quel momento che è presente anche Charlus, che lo rassicura con un sorriso.
«Sarai un regalo di Natale anticipato.» scherza.
«Purché non mi si abbandoni come coi cani dei babbani.» soffia Sirius, un po' scherzoso e un po' no.
La signora Potter lo abbraccia, e lui pensa qualcosa come “Allora era così, con una famiglia normale.”
James si fionda giù per le scale e ride felice.
«L'avevo sempre chiesto un fratello, ogni Natale!» esclama allegramente, poggiando una mano sulla spalla di Sirius. L'altro lo guarda, sembra ancora più sconvolto, ma è raggiante.
«Preparo del bacon.» annuncia Charlus, «Volare mette fame.»
«Non è certo l'ora adatta!» protesta Dorea, lasciandolo andare.
James si scompiglia i capelli, radioso, e stringe le spalle, «È sempre ora per il bacon, mamma. Padfoot, scoprirai che in questa casa sei libero di cucinarti quello che vuoi a qualsiasi ora.»
«E questo spiega le tue abitudini alimentari a Hogwarts.» dice l'altro, riprendendo presenza di spirito.
«Tutto suo padre...» borbotta la madre, scherzosamente affranta.

Pranzare coi Potter è un'esperienza faticosa per l'udito. James ha ereditato la brillante parlantina dal padre, e litiga con la madre quanto con la Evans; tra l'altro Sirius ha l'inquietante impressione che le due si somiglino, ma questo all'amico non lo dirà mai. Lui discute col padre di James di moto, cercando di non farsi rubare il cibo dal piatto né di farsi assordare, accecare o chissà cos'altro, rifiutando la terza porzione.
Dorea si alza, agitando la bacchetta: «Stavo dimenticando i piselli.»
«Devo andare al lavoro.» ribatte prontamente Charlus.
«Devo fare i compiti!» esclama James.
«Siamo in vacanza, stupidi.» sbuffa contrariata la donna, e marito e figlio si afflosciano contro il tavolo, speculari. A Sirius sfugge un risolino divertito, e tutta l'attenzione ora è su di lui.
«Vedete, Sirius li mangerà senza fare storie!» sottolinea lei.
«Ma mamma, sai che vomito appena li metto in bocca!» protesta James. La sua faccia si sta pericolosamente chiazzando di rosso, e si prevede tempesta.
«Avevi solo sei anni, James! Stavi male anche quando mangiavi il bacon, e non mi pare che tu non favorisca ora! E tu non ridere!» aggiunge rivolta al marito, che stava per aprire bocca.
«Io...» comincia Sirius e Dorea gli rivolge un'occhiata raggelante.
«Ti caccio, sai?» scherza, e lui ammutolisce, terrorizzato all'idea.
«Ma perché li devi obbligare?» chiede esasperato Charlus, e lei per tutta risposta gli dà le spalle, facendo levitare la pentola verso il tavolo con attenzione.
«Non è “LI devi obbligare”, e “CI devi obbligare”, dato che ne mangerai anche tu. I miei figli devono seguire un'alimentazione corretta e anche mio marito!» risponde con veemenza, «Fosse per te in questa casa si mangerebbero soltanto dolci!»
«E farebbe bene!» interviene James, particolarmente disperato alla vista dei piselli.
Sirius non sta più ascoltando. Il pensiero gli si è bloccato a “I miei figli”, e sente nuovamente il calore dell'abbraccio di Dorea. Nota che la vista gli si è offuscata e teme il peggio.
In vita sua ha pianto pochissime volte, escluso quando era un bambino piccolo, e sempre per dolore, senso di colpa, rabbia: quando ha ascoltato la storia di Remus dal diretto interessato, nessuno lo sa ma quella sera ha pianto contro il cuscino, quando ha fatto il famigerato scherzo a Snape e ha trovato Remus ferito nella foresta, quando Andromeda è stata cancellata dall'albero della famiglia Black e per mesi non ne ha saputo nulla, e quando il mese scorso è fuggito di casa.
Ancora non lo sa, ma quella è l'ultima volta in cui ha pianto a causa della sua famiglia.
Ora sta scoprendo che si può piangere anche di felicità.
Al secondo anno, quando Remus ha raccontato loro tutta la storia di suo padre e Fenrir Greyback, James ha pianto apertamente, quindi non avrebbe trovato avvilente se anche lui l'avesse fatto, ma forse, se piangesse ora, avrebbe le sue prese in giro dietro per sempre. Perché già lui lo trova sinceramente ridicolo.
E non è per niente virile.
Quindi si alza di scatto, forse troppo veloce, e farfuglia qualcosa che contiene ben udibile la parola “bagno” al signor Potter, mentre James sta strillando come una ragazzina per chissà cosa.
Quasi sfonda la porta e subito va al lavandino, riempiendo le mani a coppa di acqua gelida e schiaffandosela in viso. Ridacchia isterico, sentendosi molto stupido, e cerca di arginare la quasi crisi di pianto con autoironia.
Remus gli dice sempre che la forma di cane come animago è veramente perfetta per lui, dato che è più canino che umano: i suoi sentimenti scorrono sempre liberi, specialmente rabbia e felicità. In realtà Remus gli dà anche del pazzo, ma ha comunque ragione su tutta la linea.
Sente la madre dell'amico gridare un “ma assaggia almeno!” e la vista gli si offusca di nuovo. Si guarda allo specchio, e come temeva i suoi occhi chiari sono arrossati, rivelatori.
È finita, lo scopriranno e faranno internare.
Si volta verso la porta per chiuderla e nascondere le prove, e James sceglie quel momento per spalancarla, con gli occhi sgranati. Sirius ha una rapida visione del suo colorito verdolino mentre la porta sbatte di nuovo e l'amico si getta sul water, vomitando.
Resta impalato a guardarlo rimettere, senza peraltro unirsi a lui come di solito fa, a vedere qualcuno che sta male di solito ne segue l'esempio involontariamente, ma è talmente scioccato che si limita a tenere l'asciugamano tra le mani e aspettare che l'altro abbia finito.
James, che deve aver finito di regalare anche la cena di natale, alza la testa verso l'amico, ancora di un colorito malsano, e dice schifato: «Piselli! L'avevo detto io! Vomito!»
«Non puoi essere normale!» grida la madre, fuori dalla porta, ed è ben udibile Charlus che si sta sganasciando. «Sirius, tesoro, buttalo fuori al più presto!» si raccomanda, allontanandosi.
James va al lavandino, spingendo l'altro con una spallata, e si sciacqua il viso. «Grazie.» dice di buon grado, quando gli viene passato l'asciugamano. Poi lo guarda meglio in faccia, e Sirius sa già cos'ha notato.
«Stai bene?» domanda sospettoso. Gli occhiali sono più storti del solito ed è in qualche modo comico, così Sirius ride.
Cane.
Ha ragione Remus.
«Sì.» risponde, ridacchiando.
«Guarda che non c'è bisogno di mangiare piselli, non più.» lo rassicura James, che ce l'ha scritto in faccia che lo crede impazzito del tutto.
«Ma quali piselli!» si indigna Sirius, «Anzi, a me non dispiacciono.»
«Certo, tu mangeresti anche il muschio.» gli ricorda saggiamente James.
«Pensa per te, Jamie.»
«Hai detto che non mi avresti chiamato così!» protesta lui, stridulo, facendolo ridere ancora. «Ma sul serio, Pad, tutto bene?»
James non lo forza mai a parlare. Non è un campione di sensibilità ma sa che Sirius non va messo sotto pressione, anzi, è meglio far finta di non accorgersi di quanto lui soffra. Infatti vede come l'amico cerca di fare il disinvolto, nonostante si illumini ad ogni complimento dei suoi genitori, e finga di non essere stato veramente male a casa propria. Non vuole la pietà di nessuno, il suo migliore amico. Ma James mangerebbe una pentola intera di piselli, da solo, se questo servisse a farlo illuminare come quando Dorea ordina loro di pulire la stanza, o come quando Charlus li sfida a gavettoni in giardino, invece che continuare a tagliare l'erba del prato.
Sa anche che Sirius minimizza tutti i momenti definiti da Remus “ecco che il cane vuole osso e coccole” perchè vuole fare l'uomo maturo, quindi si è premurato di fare più attenzione alle espressioni e ai gesti dell'amico, nel caso sia necessario obbligarlo ad accettare aiuto.
Per questo, quando Sirius dice dopo qualche esitazione: «Tutto bene, sono a casa, no? E poi non ho davvero problemi a mangiare piselli, anzi, quindi tua madre disconoscerà te e io verrò chiamato Sirius Black Potter e adottato mentre tu perderai il tuo cognome. È grave, ma potresti chiedere ai Black di adottarti. Non è colpa mia se i tuoi preferiscono me, come tutti.», James sa che tutto il fulcro della questione è in quel “sono a casa, no?” e che l'amico, che ha parlato con un falso tono di superiorità che gli ha fatto pensare alla Evans, è felice. Magari non si fida del tutto di questo momento felice, ancora, perchè non sa quanto durerà e non ci è abituato, ma al presente è felice.
«Io sarei un perfetto James Black. Insomma, guardami, io sono perfetto in tutto.» ribatte quindi con un ghigno, spingendolo verso la porta, «Tieniti pure i miei. Tanto per noi sei già Sirius Black Potter.» aggiunge con falsa casualità.
Sirius fa un sorriso tutto felice da piangerne, che giustifica dandogli della ragazzina subito dopo.
«Vorresti che lo fossi, così avresti una chance con me.» lo provoca James, mettendogli un braccio sulle spalle.
Com'era ovvio, suo padre è lì, che infila il giaccone.
«Ah, pure. Ecco, lo sapevo. Dorea! I piselli hanno di sicuro qualcosa che non va, non mettermene da parte per quando torno!»
«Ma che sciocchezze!» borbotta la moglie dalla cucina.
«Papà...» comincia James con un filo di voce, allontanandosi da Sirius.
«Ah, no no, non voglio saperne nulla. Siete grandi ormai.» dice l'uomo, spettinando i lunghi capelli perfetti di Sirius, che ricadono in ordine come se non li avesse toccati.
«Papà!» strilla James.
Sirius ghigna, soddisfatto. «A me può riempire il piatto, signora Dorea.»
«Signora Dorea? Cosa ti avevo detto?»
«Scusami, Dorea.» si corregge, imbarazzato e sorridente.
«Ruffiano!» sibila James, con una gomitata.
«Ci conosciamo, ragazzo?» fa la madre, «Sirius, siediti, te li do subito.»
«Ma mamma! Grazie, eh!»
«Dici a me? Mi avrai scambiato per qualcun'altra. La porta è di là.»
Sirius ride, infilzando spietatamente i piselli.
Famiglia sa di bacon e piselli, ora, per lui. Non è una combinazione che si trova tutti i giorni, ma del resto neppure una vera famiglia lo è.






Ho ritrovato questa storia in un mio quaderno delle superiori, credo fosse la prima oneshot scritta sui Malandrini!
Alla prossima vedremo il suo incontro con Remus port-fuga. “Corsa al camino [luglio 6° anno]”
Il mio Regulus ha un anno meno di Sirius che li compie lo stesso anno di James. Solo dopo le prime settanta shot ho scoperto l'arazzo disegnato dalla Rowling con la data di nascita dei due e ho visto che Sirius in realtà è nato a fine del '59. Perciò purtroppo c'è qualche incongruenza col fatto che quando Regulus diventerà un Mangiamorte i Malandrini saranno ancora a Hogwarts e mi scuso in anticipo per questo.



Gaea [Contatta]

Segnala violazione

 13/07/10, ore 11:10 - Capitolo 12: Corrispondenza.


Tranquilla per lo scorso capitolo e poi per me è sufficiente quel “Barty O.O oddio”, almeno so che ti ho scoccata XD sono felicissima che il capitolo epistolare ti sia piaciuto tanto e che non sia sembrato superficiale, temevo di non far notare il fatto che sotto sotto tutti erano più o meno preoccupati per Lily e che Lily si sta sforzando come può di sorridere ancora! Per alcol e sigarette poi sono gli anni settanta, i babbani erano per il rock e le canne XD o magari no, ma sono reduce da 70's show XD per gli scherzi se avrò qualche dubbio ti chiederò, grazie mille!

 carota [Contatta]

Segnala violazione

 13/07/10, ore 05:16 - Capitolo 12: Corrispondenza.

Sì, hanno partecipato tutti senza mai nominare il funerale o null'altro per far sì che fosse Lily a parlarne, volendo. Anche perchè non saprebbero come fare e principalmente ci hanno già pensato Alice e Mary. Adoro che ti piaccia il mio Remus, io sono divisa tra lui e Sirius e ogni tanto parto anche per il James vagamente troppo effeminato nei momenti in cui non fa il macho e in futuro per i Prewett XD parlando solo di uomini, eh, le donne sono poi un altro discorso a parte. Anche se sono miei personaggi è come li vedo, quindi praticamente sono entità a parte! E Remus tra l'altro mi piace nel suo tentare di andare d'accordo con tutti e ogni tanto esplodere e nel suo essere diviso tra tante situazioni della sua vita: licantropo, prefetto, Malandrini, adolescente (infatti sarà in crisi in più di un senso più avanti XD)

Grazie anche per ciò che hai scritto alla fine, sia per il fatto che non avrei saputo dirlo meglio sia perchè hai notato che anche nelle cose più stupide ci metto passione, perciò grazie, grazie mille! È proprio per persone come te che continuo a pubblicare! Grazie ancora!


 Foolfetta [Contatta]

Segnala violazione

 12/07/10, ore 19:40 - Capitolo 12: Corrispondenza.

Hai ragione, è un capitolo leggero giusto a prima vista, ma il fatto che Lily fumi e beva la dice lunga, così come il casino a casa sua... e anche io pensavo a Harry vs Zia Marge quando ho scritto della magia involontaria senza bacchetta di Lily. Per me è di famiglia il fatto che siano così potenti da continuare a compierle ed è Lily quella che a nove-dieci anni riesce a restare sospesa per aria saltando giù dall'altalena e a usare la magia come se avesse la bacchetta, senza notare che Snape mi sembrava sincero quando le ha detto che lei è molto potente...

Per le date avevate ragione tu e Vodia, ho rifatto il conto e tra l'altro nei successivi capitoli erano giuste, quindi è stato un momento di confusione. Tra l'altro ho sbagliato anche la data di morte di Regulus perchè quando ho scritto il capitolo non avevo ancora visto il disegno della Rowling con l'arazzo dei Black... grazie per avermelo fatto presente! Grazie della recensione!


 Vodia [Contatta]

Segnala violazione

 12/07/10, ore 17:10 - Capitolo 12: Corrispondenza.


Per quanto possa essere carina, le date sono sbagliate ← anche il “per quanto possa essere carina” sembrava negativo, quindi se devi recensire preferirei avere anche un parere sulla storia che mi dica perché non ti piace e cosa sto sbagliando oltre che il farmi semplicemente notare l'errore, se non altro per capire cosa ne pensi visto che ti sei già presa la briga di scrivermi l'errore stesso. E naturalmente mentre il 76 era un mio sbaglio nel calcolare la data, l'11 è assolutamente un errore di battitura. Avrai notato che non ho problemi con le critiche negative e costruttive purchè mi si parli anche della storia e non solo di un errore di date e finita lì. Grazie.





   
 
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: eleanor89