Crossover
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Autore: Fiamma Drakon    14/07/2010    3 recensioni
[Anime/Manga principali: Pandora Hearts, Full Metal Alchemist] [Altri anime/manga: Vampire Knight, Death Note, Vocaloid, Hellsing]
Lo Strahl★Night era uno dei più rinomati istituti di formazione vampira di tutta la nazione.
La sua fama si fondava su una secolare tradizione che vantava una ferrea istruzione, insegnanti intransigenti e inflessibili, discipline che comprendevano materie tecniche, scientifiche e liceali piuttosto difficili, che richiedevano un livello d’istruzione precedente non da poco e, ovviamente, corsi completi sulla gestione di poteri, capacità e istinto dei vampiri.
Insomma, lo Strahl★Night era l’obiettivo finale di ogni giovane vampiro con mirabili pretese lavorative per il futuro.
L’unica pecca di quell’istituto altrimenti perfetto, era la difficoltà degli esami d’ammissione: su migliaia di esaminandi, solo una ventina o meno riuscivano ad essere ammessi.
E tra i fortunati, il gentil sesso non era mai stato presente, tanto che lo Strahl★Night era da tutti considerato allo stesso livello di un istituto puramente maschile, esattamente come i suoi studenti.

Ma, quando tre vampire riescono a guadagnarsi l'ammissione, iniziano anche ad aver luogo strane apparizioni... e morti.
[Altri generi: Drammatico, Mistero]
Genere: Horror, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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10_Maestro di violino Fiamma si risvegliò con il capo adagiato sul materasso dove ancora dormiva Emily, il viso lievemente contratto in un’espressione angosciata: chissà che cosa stava sognando...
Accanto a lei c’era Gilbert, anch’esso appisolato, il capo appoggiato sulle braccia conserte, l’espressione rilassata.
Quell’aspetto così docile e innocente le strappò un fugace sorriso, che scomparve dal suo viso nell’attimo in cui rievocò alla mente quel suo stato di mistica trance razionalmente inesplicabile.
Lei era una vampira come tanti. Viveva la sua vita tranquillamente e non andava in cerca di guai.
Perché allora si sentiva come designata da quelle parole? Perché, all’improvviso, si sentiva così diversa?
Un altro ricordo si sostituì prepotentemente a quello, scacciandolo: rivide quella donna di bianco vestita e insozzata di sangue, rievocò i suoi sussurri strozzati e il continuo ripetere il suo nome, fino a quando Emily e Oz, trovandola, avevano affermato che con lei non c’era nessuno.
Indugiò alcuni istanti su quell’ultima parte.
- Non l’hanno vista anche se era innanzi a me. Che sia questo il potere di cui Gilbert parlava...? Può essere, ma ciò non spiega chi sia quella misteriosa e lugubre donna - mormorò tra sé e sé, completamente assorta - Eppure ho l’impressione che, in qualche modo, sia coinvolta in... -.
- Fiamma...? Sei già sveglia? -.
La voce impastata di sonno di Gilbert la sottrasse ai suoi pensieri, riportandola nell’infermeria, seduta accanto al letto dove sua cugina riposava.
Il Nightray la fissava, sereno, i segni del sonno in parte perso ancora sul viso.
- Buonasera - esclamò la rossa.
- Buonasera. Dormito bene? -
- Abbastanza -.
La vampira lanciò uno sguardo alla biondina.
- Dici che dovrei svegliarla? - chiese Fiamma.
- Forse dovremmo semplicemente lasciarla riposare - disse lui.
- Sì, forse hai ragione... - convenne l’altra, alzandosi.
Il vampiro la imitò e, assieme, si diressero verso la porta.
- D-dove... andate? -.
Ambedue si girarono di scatto al sentire la flebile voce di Emily, che li fissava dal letto, le palpebre in parte calate sugli occhi ancora gonfi di sonno.
- Sei sveglia! - esclamò Fiamma, avvicinandosi a lei di nuovo - Come ti senti? Tutto okay? -.
- Meglio di... ieri - ammise la biondina, abbassando lo sguardo, improvvisamente triste.
Non c’era motivo di biasimarla: aveva trovato il cadavere di uno studente in un corridoio. Sarebbe stato strano se non ne fosse stata minimamente turbata.
Persino Amethyst si era fermata al vedere la scena, il che era tutto dire.
Cadde un pesante silenzio, che permeò l’atmosfera per alcuni istanti, prima che la rossa si alzasse e si decidesse a romperlo: - Dai, andiamo a lezione... e cerca di non pensarci -.
Tese la mano alla cugina, per aiutarla a rialzarsi.
Quest’ultima la prese con una certa insicurezza e si tirò su.
Gilbert si era già alzato e allontanato di qualche passo.
Le due lo seguirono a poca distanza, mano nella mano.
- Volete andare a far colazione? - chiese, con garbo, il moro.
Ambedue le vampire apprezzarono moltissimo la gentilezza del chiedere: dopo quello che avevano visto la sera antecedente, era stato molto galante da parte del ragazzo chiedere se avevano voglia di mangiare o, nel loro caso, di bere.
La rossa lanciò un’occhiata alla bionda, che pareva a disagio.
- Forse è meglio di no... - concluse la Drakon.
- Sì, hai ragione... nemmeno io ho molta fame... - aggiunse il Nightray, incamminandosi.
Uscirono silenziosamente dall’infermeria e presero la strada che portava ai piani superiori, dove stavano le aule.
Nel guardarsi intorno, notarono una calma generale, in totale discordanza con quello che sentivano agitarsi dentro di loro e ciascuno se ne domandò il perché, anche se tacque il quesito agli altri due.
- Fiamma, Emily! -.
Un richiamo che voleva essere allegro, ma nel quale per le due non fu affatto difficile percepire un che di volutamente fasullo, giunse all’udito del terzetto, che si volse in contemporanea all’indietro.
Scorsero Edward e Oz correr loro incontro, precedendo gli altri.
E con loro c’era pure Pride.
Una fitta di tristezza colpì Emily al petto nel vedere lo sguardo del vampiro così sereno e pacato, mentre in realtà il suo fidanzato era... era...
- Ciao! Come va? - chiese Oz immediatamente, non appena fu davanti alla bionda.
Al notare il suo sguardo triste e accoratamente costernato, il suo impulso primario fu di abbracciarla, ma si contenne e, piuttosto, le sussurrò: - Pride non lo sa ancora. Per favore, fa’ finta di niente... -.
La vampira allora, per quel che poté, cercò di mutare espressione in una più tranquilla, cosa che le riuscì solo in parte: i segni dell’angoscia per l’accaduto erano ancora visibili sul suo viso, anche se solo ad un attento esame.
- Buongiorno! - esclamò, con voce lievemente incerta, quando anche il resto del gruppo arrivato con Edward e Oz li ebbe raggiunti.
Alphonse le sorrise e il fratello maggiore pure.
Pride distese appena un poco le labbra in quello che doveva, o poteva, essere interpretato come un sorriso.
Fiamma tacque e rimase com’era, mentre il suo sguardo si soffermava sui due profili, così diversi eppure, in quel momento, tanto simili, che scorgeva in un esile spazio tra i due fratelli Elric: Amethyst e Vincent parevano essere completamente disinteressati alla discussione, ma molto interessati l’uno agli occhi dell’altra, come pareva dallo sguardo che si stavano rivolgendo.
Era felice che il fatto della sera prima fosse servito ad avvicinarli, anche se pensare una cosa del genere le sembrava in tutto e per tutto un qualcosa di perverso e distorto.
- Andiamo, altrimenti faremo tardi - disse Gilbert, riprendendo a camminare, imitato da tutti gli altri.
Al piano della classe di Fiamma, i due Nightray si divisero dal resto del gruppo e proseguirono verso i piani più alti.
Gli altri andarono in classe, senza accennare minimamente al ritrovamento di Envy e cercando, ciascuno meglio che poté, di celare la tristezza che, chi in misura maggiore e chi minore, tutti provavano in cuor loro.
Le lezioni furono come le due notti addietro: mortalmente noiose ma tranquille e furono un modo, anche se non definitivo, di distrarre l’attenzione dal ricordo della scena osservata all’alba.
Quando terminarono, Oz fu il primo ad alzarsi per dirigersi al banco delle ragazze, che si stavano preparando ad uscire.
- Andiamo a mangiare? - chiese immediatamente.
- Sì, andiamo. Stasera ho un certo appetito... - esclamò Fiamma.
Amethyst parve d’accordo, a giudicare dalla lugubre rapidità con cui si andò a posizionare sulla porta.
Emily, invece, parve titubare.
- C’è... qualcosa che non va? - le chiese Edward, sorpreso.
La biondina parve esitare ed essere sul punto di negare il tutto, quando un caldo rossore le invase il viso e i suoi occhi si spostarono sul pavimento, in cerca di qualcosa su cui fissarsi.
Oz rimase ad osservarla, rapito.
- Ecco, be’... - esordì lei, incerta - ... io preferirei andare all’aula di Musica... -.
Fiamma, senza essere scorta dalla cugina, sorrise dolcemente: sembrava che lo shock dell’alba precedente si fosse dissolto, o almeno, pareva intenzionata a superarlo.
E quale modo migliore di superarlo, per lei specialmente, se non dedicandosi alla cosa che più le piaceva fare?
E poi, chi era lei per impedirglielo?
- Okay, se vuoi va’ pure - acconsentì la rossa - Ma ricorda che devi tornare in dormitorio prima del sorgere del sole - l’ammonì poi, in tono un po’ materno.
Emily annuì, quindi salutò il gruppetto e se ne andò, con grande rammarico del giovane Bezarius, il quale rimase a contemplarne la figura finché non fu scomparsa oltre la soglia.
- Dai, Oz ammettilo: hai una cotta per Emily... -.
La voce di Fiamma lo fece sobbalzare e voltare a un tempo.
- C-che? Ma no...! -
- No...? - ripeté la rossa, inarcando con fare eloquente un sopracciglio - Strano, dal tuo sguardo mi era parso il contrario... va be’, capisco: Emily è una vampira così fragile e dolce che può non piacere ad alcune persone proprio per il suo essere così... -.
- Ehi, non è vero! - esclamò di getto il biondo.
Arrossì violentemente quando si rese conto d’essersi tradito con le sue stesse parole.
- Beccato...! - disse Fiamma - Comunque, non andrò certamente a dirglielo, se è questo che temi: sono dell’opinione che chi è innamorato deve esprimere da solo i propri sentimenti alla persona amata, senza intermediari - aggiunse, incrociando le braccia al petto.
- Ah... grazie - soffiò Oz, sollevato.
- Bene, allora che ne dite se adesso ci avviamo in mensa? - intervenne Alphonse.
- Concordo! - si aggiunse Edward.
- Okay, andiamo - rispose la rossa, seguendo gli altri.

Emily, da sola, si era intanto avviata verso l’aula di Musica.
Camminava con un certo fare sospettoso e timoroso insieme, lo sguardo basso che di tanto in tanto vagava, rapido, all’intorno, come se temesse di veder sbucare la morte stessa da dietro un angolo in qualsiasi momento.
Effettivamente, tutta quella sua paura non era da biasimare: dopo quello che aveva visto l’alba avanti, era da considerarsi un miracolo se osava ancora girare da sola per i corridoi.
I suoi pensieri, nonostante i suoi notevoli sforzi, non si allontanavano molto dai ricordi del ritrovamento di Envy e spaziavano semplicemente tra questi ultimi e sporadici accenni di una triste musica che le ronzava nella mente.
D’un tratto, giunta nelle vicinanze della sua meta, iniziò a sentire una dolce e melanconica nenia che, non ci fu bisogno di molto per capirlo, era suonata da un violino.
La vampira si sentì come rincuorata dall’abilità del violinista: c’era qualcun altro, all’interno dell’istituto, che amava suonare come lei.
D’istinto accelerò, ma giunta davanti alla porta tentennò: non era affatto sicura di voler disturbare l’esecutore.
Rimase lì, ferma, perfettamente immobile, per quelli che le parvero minuti interminabili, finché non sentì una voce provenire dall’interno: - C’è qualcuno al di là della porta -.
Presa dalla sorpresa, non riuscì a spostarsi e la porta si aprì mentre lei era ancora lì.
- Buonasera... - esclamò il vampiro che le aveva aperto, fissandola.
Almeno, era quello che Emily pensava stesse facendo: non riusciva a vedere gli occhi, dato che erano coperti da un grosso paio di occhiali dalle lenti rotonde e spesse.
Aveva i capelli neri che gli arrivavano fin sulle spalle e diversi ciuffi ribelli, ma dal contegno sembrava proprio un bravo ragazzo.
Tuttavia, non era lui l’esecutore di quella bellissima melodia che aveva udito, perché all’interno della stanza c’era un’altra persona, che teneva in una mano un archetto e con l’altra reggeva il violino in posizione.
I capelli erano castani, chiarissimi, con un ciuffo particolarmente buffo che stava dritto sul lato destro della frangia che cadeva trasversalmente sulla sua fronte.
Gli occhi, azzurri, erano sgranati in un’espressione sorpresa ma anche lievemente infastidita e, notò la biondina, sotto il sinistro aveva un punto nero, che contrastava con la carnagione pallidissima in modo molto spiccato.
- Chi è, Reo? - chiese il violinista sconosciuto, in tono irritato.
- È una delle nuove studentesse... - disse semplicemente l’altro, in tono pacato.
- M-mi chiamo Emily... Blaze - si presentò timidamente la vampira, avvampando.
- Che cosa vuoi? - le domandò direttamente il musicista, avvicinandosi alle spalle del compagno.
- Eliot, sii più educato! -
- Non sopporto le persone che mi interrompono! - ribatté Eliot, iniziando ad arrabbiarsi.
La vampira abbassò gli occhi, a disagio, cercando di celare le lacrime che stavano iniziando a pungerle ai lati degli occhi.
- L’hai fatta piangere... - constatò tranquillamente Reo, chinandosi su di lei.
- IO?! Ma che ho fatto?!?! - esclamò l’altro.
- Se fossi più garbato con gli altri... -.
A quell’affermazione, Eliot arrossì e tacque.
- Coraggio, non piangere... che cosa volevi? - chiese, con infinito garbo e dolcezza, Reo, porgendole un fazzoletto, che lei accettò e con il quale si terse le lacrime.
- Ero venuta per... suonare... - mormorò, timorosa.
- Sai suonare?! - esclamò Eliot, aggredendola nuovamente, ma stavolta con sorpresa.
L’effetto su di lei, tuttavia, fu comunque di paura.
- S-sì... suono da tan-tanto tempo... -.
- E cosa? -
- Un po’ t-t-tutto... ma pi-più di tutto i-il violino... - rispose Emily.
Eliot lanciò uno sguardo allo strumento che teneva in mano e poi alla vampira, incontrando successivamente quello del suo compagno, estremamente eloquente.
- C-che c’è? - chiese, a disagio.
Reo tacque, rimanendo in quell’atteggiamento e quel silenzio che volevano dire più cose di migliaia di parole.
- Ehm... - balbettò infine il vampiro, cogliendo finalmente il senso del silenzio dell’altro - ... vorresti... suonare il mio... violino? -.





Angolino autrice
Ecco finalmente a voi il decimo capitolo, che penso fosse ampiamente atteso! ^^'
Da qui in poi... o-ò *cerca di non fare spoiler* ... le cose potrebbero farsi più complicate - anzi, sicuramente XD per cui... ba', spero di riuscire a continuare senza annodarmi il cervello.
Ringrazio Sachi Mitsuki e sofia_stella, che instancabilmente leggono e recensiscono ogni benedetto capitolo di questa fic - e di molte altre - coloro che hanno aggiunto la fic alle preferite/ricordate/seguite e quanti leggono e basta.
Al prossimo chappy! ^^
F.D.
   
 
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