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Autore: Evilcassy    18/07/2010    2 recensioni
Tanti piccoli momenti legati a 'Two Pairs of Chilling Eyes'. 8- Purple Shades of Victory““Con fare conciliante e con un sorriso da orecchio a orecchio, il ragazzo appoggiò le mani sul pancione di Nina. “Sono sicurissimo che ci sia un’altra cosa che gli va a genio…” “Evidentemente non hai visto la sua espressione quando ha scoperto che è femmina.” “Vammi indovinare: la solita?” “La faccia di Dragunov ha diversi tipi di impassibilità. Quella era la stessa impassibilità che utilizza anche nei post sbronza.” “…Colorito verdognolo?” “Precisamente.” “Oh, beh. Poteva andar peggio, no?” “Certo, poteva assumere l’impassibilità di quando si ritrova davanti Raven.”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anna Williams, Lee Chaolan, Nina Williams, Sergei Dragunov
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Chilling Saga'
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Chilling Pills.

Perché scrivere una storia intera e di senso compiuto comporta troppa fatica.

 

 

7 – Die Another Day!

 

Mentre estraeva le chiavi di casa dallo zaino militare tutto ciò a cui riusciva a pensare Sergei Dragunov era gettarsi sul divano. Sino a quel momento non poteva dirsi ufficialmente in licenza.

Dopo quei cinque mesi infernali passati in Kazakistan, di cui l’ultimo a schivare raffiche di pallottole praticamente ventiquattrore al giorno, ogni singola cellula del suo corpo reclamava il meritato riposo, il premio dell’eroe: Divano, TV e birra fresca portata da una bionda discinta.

E se riusciva a trovare le chiavi di casa, poteva star certo di veder realizzate tutte le sue necessità.

Soprattutto quella della bionda discinta.

Aprì la porta sul salotto incredibilmente ordinato dell’appartamento. Rimase inizialmente un po’ perplesso a riguardo: Nina era tutto fuorché una donna di casa decente. Era raro non trovare borse, vestiti e armi sparsi in giro per la casa.

Ma era davvero troppo stanco per mettersi solamente a sospettare. Tanto più che Nina era comparsa – Jeans attillati a vita bassa e canotta – dal corridoio. Nessuno sguardo minaccioso, nessun sorrisetto sadico.

“Bentornato, eh!” l’aveva salutato appoggiandosi alla parete, le mani infilate – chissà come – nelle tasche degli striminziti jeans.

Forse si aspettava di certo un saluto migliore da parte sua. Ma no, non ce la poteva fare. Il richiamo del divano era troppo forte. Ci si schiantò sopra a peso morto, facendo appena in tempo a mollare per terra lo zaino.

Stranamente, ma era sempre troppo stanco per sprecare energie sospettando, Nina l’aveva osservato alzando un sopracciglio quasi divertita. “Comodo, uh? Devi proprio essere sfinito…”

“Se continuo così ai trent’anni non ci arrivo vivo.” Bofonchiò l’uomo, accomodandosi meglio tra i cuscini e sfilandosi scarpe e giacca senza rialzarsi.

“Ti conviene arrivarci.” Eccolo lì, il temuto sorrisetto Williams: una piegolina del labbro a metà tra il sadico e l’irrisorio, da cui ci si poteva aspettare una notte di sesso sfrenato come una pallottola in mezzo agli occhi.

Sperando nella prima possibilità, l’uomo si sforzò di guardarla: “Perché, mi hai già preso il regalo?”

Nina prese un bel respiro scuotendo la chioma bionda e disse, con la stessa tranquillità con cui di solito gli annunciava di aver comprato un paio di scarpe con la sua carta di credito : “No, sono incinta.”

Lì per lì non capì immediatamente: l’accento irlandese di Nina, nonostante i tanti anni trascorsi a Mosca, non voleva proprio saperne di andarsene e spesso storpiava le parole.

Poi però comprese. Non appieno. “AH.” Non riusciva a rendere tangibile quello che Nina aveva appena detto. Da tanto era stanco, poteva anche esserselo sognato. Forse. “… e quando?”

Le mani di Nina si posarono sui fianchi, mentre la sua voce prendeva una nota sarcastica: “Dunque,  facendo un paio di calcoli direi durante la missione in Kazakistan, ricordi? Quando ci siamo nascosti nello scantinato… in attesa dell’alba per attaccare…? Effettivamente avevi detto che poteva essere pericoloso.”

“Intendevo che potevano spararci.”

“Oh, beh. Invece quello che ha fatto centro sei stato proprio tu. Complimenti. Una sola botta in cinque mesi, colpita e affondata! Che mira…”

“AH” La faccenda continuava a suonargli abbastanza confusa. Meglio dormirci su. “Svegliami per cena.”

L’ultima cosa che vide, prima di chiudere gli occhi, era la bocca di sua moglie che si apriva sdegnata.

 

 

 

Si svegliò a notte inoltrata, rimanendo per qualche istante incredulo nel constatare che il salotto era avvolto nel buio e non si sentiva all’interno dell’appartamento alcun rumore.

Uhn…

C’era qualcosa che non andava.

Uhn…

Il divano c’era, ma la Tv era spenta e nessuna traccia della birra portata dalla bionda discinta.

A proposito, la bionda discinta non doveva svegliarlo per la cena?

Bah.

Valle a capire le donne. Probabilmente era uscita, o si era scordata, o era a dieta, o chissà che.

Si alzò grattandosi la testa e prendendo contro a tutti gli spigoli dei mobili della casa, prima di entrare in cucina. Nel frigo c’era solo un solitario toast con un foglietto dalla eloquente didascalia “La cena dello stronzo”.

Uhn….

Cosa doveva tanto onore?

Bah.

Valle a capire le donne.

Trangugiò il toast congelato accompagnandolo da un pacchetto di patatine come contorno e una birra. Dopo essersi lavato i denti e aver deciso di rimandare a domani la rasatura della barba si era avviato verso la camera

Aprì la porta piano, illuminando con il fascio di luce la figura femminile avvolta nelle coperte. Di Nina si intravedeva una ciocca bionda sul cuscino e un braccio che sporgeva dal piumone.

Un braccio solo, già abbastanza invitante.

Di certo il riposo aveva giovato ad un suo certo tipo di appetito. Si infilò sotto le coperte, cercando il suo corpo. La sentì mugolare morbida mentre le accarezzava le gambe, i fianchi, sino ad arrivare al collo da cigno, respirare il suo profumo, accarezzarle la guancia e…

“AH!”

Ricevere un morso.

“Che cazzo…?”

Nina era balzata in piedi sul materasso, gli occhi furenti quasi fuori dalle orbite, i capelli gonfi e scarmigliati.

“comeosipezzodimerda!!”

“…?”

“Dopo che prima ti sei addormentato, come se quello che ti ho detto non fosse affar tuo, chiedendo mi svegliarti per cena… cosa pensi che sia, la tua cameriera personale?”

“…aspetta…”

“Certo, non mi sarei mai aspettata che tu facessi i salti di gioia, ma questo tuo menefreghismo nei miei confronti, anzi, nei nostri confronti, è disgustoso! E io ho ammazzato per MOLTO MENO.

“… Nina io…”

“TU COSA?”

“… non ricordo quello che mi hai detto.” Era una mezza verità. Qualcosa gli suggeriva che Nina, qualche ora prima, gli avesse riferito una notizia sconvolgente, ma, davvero, il tutto era avvolto in una fitta nebbia.

… e tra poco, a giudicare dallo sguardo assassino della donna, sarebbe stato anche macchiato di sangue.

“COME FAI AD ESSERTI SCORDATO CHE TI HO DETTO CHE SONO INCINTA?”

 Dopo un istante di disorientato silenzio, mentre la memoria gli faceva il favore di ritornate, l’uomo deglutì faticosamente. “AH.” Deglutì di nuovo. “… e lo vuoi tenere?”

Si ritrovò schiantato contro la parete di fronte, con Nina che scendeva, con studiata calma felina, dal letto e si avvicinava, gli occhi brillanti nel buio.

“Ho deciso che non avrei più ucciso nessuno finché il bambino non fosse nato. Ma per te farò volentieri un’eccezione.”

“ASPETTA!”

“…hai un ultimo desiderio da esprimere?”

“Ho una considerazione da fare che…”

“RISPARMIA IL FIATO!”

Solo gli incredibili riflessi del soldato lo salvarono dal calcio di Nina, che colpì la parete facendo cadere il poster del film ‘Scarface’ appeso di fianco e tremare pericolosamente l’armadio. Nina si rimise in posizione, pronta ad attaccare di nuovo. “Nina, è sleale, non posso combattere contro di te!”

“Oooh. Ma che dolce. Così mi rendi tutto più facile.” Sembrava sul punto di spiccare un balzo, quando si fermò, una gamba a mezz’aria e l’espressione disgustata. Premendosi una mano sulla bocca, corse in bagno, gettandosi sulla tazza.

Ne uscì qualche istante dopo, la faccia stravolta.

“…hai vomitato?”

Nina annuì, sedendosi sul materasso. “Ho la nausea in continuazione. Facciamo che ti uccido un altro giorno.” Disse, coricandosi stancamente e riavvolgendosi nel piumone.

“Meglio, grazie.” Sospirò Sergei, coricandosi a sua volta. Rimasero un istante in silenzio, entrambi svegli, senza guardarsi.

Eccezionalmente, il primo a parlare fu proprio l’uomo: “Ma quindi sto per diventare padre?”

“Complimenti per l’intuito, Capitan Ovvio!” Nina lo fissò, studiandone l’espressione. Impassibile, come al solito. “Tu non lo vuoi, vero?”

Dragunov rimase un attimo in silenzio. Si aggiustò il cuscino più volte. “Non è questo. E’ che non me l’aspettavo. Mi hai colto di sorpresa.”

“Se è per questo ha colto di sorpresa anche me. Però… non so. Sento che è una cosa positiva. Forse sono gli ormoni, non lo so. Ho fatto la prima settimana completamente scombussolata, ma poi… Credo che sia dall’altra volta che aspetto questo momento.”

“… Forse quella volta mi hai colto ancora di più di sorpresa.”

Nina si sorprese ad accarezzarsi il ventre ancora piatto. Lo sarebbe stato ancora per poco, forse era solo una sua impressione, ma poteva notare un piccolo rigonfiamento spuntare. “Dovrebbe nascere i primi di maggio.”

“Ah. Come me.”

“Ma non eri nato a luglio?”

“No, quella sei tu.”

“Ah, già, è vero.”  Nina sospirò, aggiustandosi il copripiumone. “Dovranno cambiare un po’ di cose, qua dentro.”

“Già. Dovremo nascondere le armi.”

“E’ vero. Dove le mettiamo? Non abbiamo di certo tutto questo spazio…”

“Uhn…”

“Forse dovremmo cambiare casa, che dici?”

“… che quasi quasi mi faccio trasferire in Afghanistan.”

“Provaci, e scateno l’inferno in terra.”

“… come se fosse una novità.”

 

 

Finalmente, dopo lungo rimandare, riesco a postare in questa torrida domenica di metà luglio!

Die Another Day è una canzone di MADONNA…

Ragazze, sono rimasta senza parole dalla rapidità delle vostre recensioni!!! E’ RECORD!!

XD

BLOODY ROAD: Aiuto, ragazza mia! Che adulazione! Tu sei già bravissima di tuo, io non mi trovo così eccezionale!

MISS TRENT: Probabilmente cercherai di strozzarmi dopo la storia della data di compleanno di Sergei… ;) grazie tesoro per l’infinita pazienza con cui mi sopporti, e grazie grazie grazie grazie per la FF che mi hai dedicato!  Non vedo l’ora di leggere la tua nuova produzione.

WISHPER OF THE WIND: Grazie!!! Diciamo che il matrimonio di questi due lo vedo come una semplice firma in comune, tra una missione e l’altra… (forse perché è questo il mio matrimonio ideale…)

NEFARI: mmmmm…. Mi fa troppo gola quel muesli….Volkov è come il grande fratello… non te lo puoi scollare dai maroni maiiii!!!

 

Sperando che vi gusti anche questa…

Ancora troppissime grazie… alla prossima!!!

EC

 

 

 

   
 
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