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Autore: kannuki    23/09/2005    5 recensioni
Un pazzo che balbetta deliri, una fata che vive in un tulipano e una bambina punk che addestra tarantole chiuse in una scatola.
Un taxi verde che si muove per le città col suo Carico di Paradiso e l'Uomo dei Sogni che non è esattamente il principe azzurro. Una fotografa di cadaveri che ha perso se stessa e vaga nelle Nebbie dei Ricordi Smarriti. Un'Ombra che la segue e la studia, aspettando.
Strani personaggi che si intrecciano in un hard - boiled onirico e delirante, dove tutto non è mai come sembra, Realtà e Fantasia si mescolano in una caccia spietata che si spinge fino ai confini dell'autodistruzione. E se fosse tutto frutto di un'allucinazione?
Genere: Avventura, Dark, Drammatico, Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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E' una fata, pensa per un breve attimo prima che un tifone biondo e pallido come un giglio in camicia da notte, la travolga con la sua furia. La guarda per qualche istante e poi volge l'attenzione sulla ragazzina che la osserva facendo mille smorfie.
"Quante volte ti ho detto di non portarti le tue amiche barbone a casa?"
"Non sono una barbona!" Sbotta togliendo le parole di bocca a Kimmy "l'ospitalità lascia molto a desiderare, in questa casa"
"Se, se" canticchia fissando Kimmy che sta facendosi i fatti propri. "Tu, signorina, ti sei messa nei guai"
"E quanto la fai lunga, Malena!" Sospira allargando le braccia "Mira ha un grosso problema, volevo aiutarla!"
"Aiutala senza fare tutto questo casino!"strilla come una cornacchia voltando la schiena e rinchiudendosi in camera dopo aver sbattuto la porta.
"Mamma mia che caratterino!" sibila la donna raddrizzando la schiena " Mi porti dal tuo amico così sua maestà imperiale dorme... altrimenti stasera avrà le occhiaie fin alle ginocchia e sembrerà dieci anni più vecchia?!" Sbotta alzando la voce e rimediandosi una serie di frettolosi 'shh' 'shh' dalla ragazzina.
Cinque secondi dopo, l'intento di Mira è raggiunto. La donna riapre la porta e si erge in tutto il suo metro e ottanta.
Sembra più alta, pensa mentre si avvicina a lei e la guarda come fosse un'escrescenza schifosa.
"Ripeti un pò quello che hai detto"
"Le leggi le riviste? Otto ore di sonno e la pelle rimane fresca e giovane a lungo. Otto ore" ripete sorridendo.
La donna bionda ricambia il sorrisetto di circostanza e si stringe nella vestaglia che è miracolosamente apparsa indosso. 

"Simpatica la tua amica barbona che avrebbe bisogno di una strigliata come si fa con i cavalli e di un parrucchiere al più presto. Anche di un estetista, a dirla tutta" sibila acidamente spegnendo il sorrisetto di Mira che assume un'espressione minacciosa.
"Senti cosa.."
"Buone, buone. Time out, break!"
Kimmy si infila fra le due donne, le mani alzate in segno di pace "Mira non è una barbona, ha passato una brutta avventura. Ha bisogno di una macchina per tornare a casa e stavamo andando da Harlem"
"Harlem non gliela darà mai se non ha il dono giusto" sbotta fissando Mira negli occhi "potrebbe chiederteli, glieli daresti?" le domanda indicandoli.
Mira la fissa come se fosse impazzita "cosa?"
"I tuoi occhi. Harlem è pazzo e ha un mucchio di hobby strani. Potrebbe chiederti un occhio della testa per la macchina" ridacchia un secondo dopo alla battuta penosa e appoggia le mani sui fianchi. "Non era male, perchè non ridete?"
"Voi siete fuori, io me ne torno in treno a casa! Anzi, ancora meglio: fatemi chiamare la polizia"
"I telefoni non funzionano qui, non c'è rete"
La secca battuta la fa quasi crollare a sedere. Guarda Kimmy e indica la miriade di ciondoletti che penzolano fuori dalla tasca "E perchè tu hai il cellulare?"
"Perchè fa fico!" risponde allegramente facendole portare le mani nei capelli in un gesto disperato
"Dio, voglio tornare a casa!"
"E quante storie! Ci parlo io con Harlem!"
Mira alza la testa guardando la donna che cammina decisa verso la camera da letto da cui proviene ancora una luce accecante. "Ma dopo me ne torno a dormire e non voglio sentire casino!"
Mira e Kimmy annuiscono all'unisono.
La porta sbatte nuovamente e in silenzio le due si guardano "se ci parla lei, abbiamo speranze."
"Grazie, davvero" sussurra affranta e sconsolata. La finestra rossa s'illumina, è quasi il tramonto. Ma quanto tempo avevano passato la dentro? Era mezzogiorno, quando sono entrate!

Un secondo dopo la porta di Malena si riapre e la donna appare... sbocciata, pensa ammirando la sua figura snella e il sorriso scanzonato.
"Andiamo?"

****
Il signor M ha preso alloggio in un alberghetto fin troppo tranquillo dalle parti di Lafayette. Ha guidato a lungo, per allontanarsi il più possibile da Houma. Ha sorpassato gli archi, il lungo tunnel dove l’oscurità è interrotta solo dalla scarsa illuminazione giallastra dei fanali anteriori e si è immerso nell'aria limpida con un senso di pace. La sua ospite dorme ancora e non è di compagnia.
L’uomo l'ha osservata agitarsi di tanto in tanto, mugolare frasi impossibili da capire. Ha percepito 'fata', il più delle volte 'polizia' e un tale che fa fatica a ricordare il nome.
Si era spaventata ed era stanca, conclude continuando a guardarla. Chissà cosa sta sognando.
Ha guidato tutta la notte e buona parte della mattina, finchè nel tardo pomeriggio ha trovato quella delizia nascosta in periferia della città. L'ha fatta passare per la propria ragazza stanca del lungo viaggio e nessuno ha fatto domande. Quel posto gli è piaciuto ancora di più.
La prima cosa che ha fatto, dopo averla adagiata sul letto, è stato telefonare al suo committente per avvertirlo che 'la cantina era stata sgomberata e quel topo che dava noia, stava riposando nel paradiso dei Sorci.'
La seconda telefonata è stata ancora più breve.
"Ti ricordi quel favore? E' arrivato il momento di ricambiare"
L'uomo dall'altro capo del filo ha capito e non ha fatto domande, limitandosi ad appuntare le coordinate dettate dal signor M.
Il taxi sta per svanire nel nulla.
La pioggia aveva ripreso a battere violentemente, quindi le tracce delle gomme sarebbero state lavate via.
Non poteva capitarmi un tempo migliore di questo,
pensa osservando i nuvoloni blu carichi di pioggia e minacciosi. Sente Mira agitarsi nuovamente, si stacca dalla finestra e la guarda con aria pensierosa: avrebbe dovuta ficcarla sotto la doccia e lasciarcela per un mese o due, tanto era sporca, decide togliendole di dosso il vestito a pezzi. Lo getta da un lato e si rende conto che non può lasciarla dormire in quel modo.
Anche perchè in quel letto avrebbe dovuto dormirci lui. Sai che urlo quando si sveglierà? Immagina la scena e istintivamente gli viene da ridere.
Quel suono basso disturba Mira che si raggomitola su se stessa tremando. 
"Si, si, lo so che hai freddo. Adesso bagnetto caldo e poi nanna sotto le coperte" mormora prendendola in braccio. "Resisterti sarà dura, occhioni blu, ma per tua fortuna sono un bravo ragazzo. Tremendamente sexy ma corretto" Ride nuovamente mentre lo stomaco gli si contrae, mezzo eccitato. "Se non mi guadagno il paradiso così, non so che altro fare"
Non è poi così leggera come sembra, pondera giocherellando con l'acqua calda mentre la scarica nella vasca da bagno e la fissa un'altra volta. "E i capelli?" Alza gli occhi al cielo e fa una smorfia scocciata "sarà un inferno".
Ma come fanno le donne con tutti quei capelli?

****

La via è deserta,sembra che non ci sia nessuno in giro. Mira svolta l'angolo preceduta da Malena e seguita da Kimmy che continua a tirarsi le maniche sulle mani e a guardarsi attorno. "Ho il brividi" confessa quando Mira la guarda incuriosita "ho sempre paura di Harlem"
"E volevi portarmi qui lo stesso?"
Kimmy la fissa con aria colpevole "beh si."
La donna abbozza un sorriso mettendole un braccio sulle spalle e indicando la borsa ultracapiente "che hai li dentro?" Falla parlare così si distrae, si dice intenerita dal suo comportamento.
La vede illuminarsi, le sopracciglia nere che s'inarcano e il sorriso che si apre in meno di un secondo. "Ah qui! ti faccio vedere!" Urla quasi frugando nella borsa ed estraendo una scatolina azzurra.
"Ti presento Arya!" Esclama porgendogliela tutta orgogliosa e restando a guardare "la sto addestrando, è un amore!"
Arya? Si domanda incuriosita sollevando il coperchio e lanciando un urlo non indifferente.
"Ma c'è una tarantola la dentro!" Grida allontanandola da se e notando con al coda dell'occhio la fata bionda che si è fermata e le fissa seccata con le mani sui fianchi. "E allora? Kimmy le addestra, sta mettendo su un circo. Certo che t'impressioni con niente."
"Scusate tanto!" Urla col il batticuore e lanciando un'occhiata alla bestia nera e pelosa nella scatola "non conosco nessuno che ha passatempi così strani!"
"A proposto di passatempi strani... siamo arrivati"

La voce di Malena si è fatta grave e profonda. Kimmy si affretta a riporre Arya nella sacca e stringe il giubbotto grande di Mira con le gambe che le tremano.

°°La Bottega Dei Sogni Usati.°°

Sogni di tutte le grandezze, in ottimo stato: provare per credere!

Si prega i gentili avventori di non sciuparli in caso di restituzione.

Sogni usati?! Mira fissa la scritta rossa brillante e la indica con il dito a Kimmy che sta osservando la porta blu decorata "è uno scherzo?"
"No. Harlem compra i sogni usati e li rivende. Potrebbe averne comprato anche uno tuo."
"Io non ho sogni usati!"
"I sogni che hai già fatto" le spiega pazientemente, per nulla stupita della sua sorpresa "Ti capita mai di fare due volte lo stesso sogno?"
"Si. E' successo... qualche volta."
"Questo perchè qualcuno ha comprato il tuo sogno e l'ha utilizzato." Conclude alzando le mani come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Mira la fissa, indecisa se portarle una mano alla fronte per scoprire la presenza di un'eventuale febbre in arrivo, quando Malena la strattona verso l'entrata. "Hai il regalo?"
"La scatola?" domanda frugandosi in tasca e tirandola fuori. "Si, andrà bene?"
"Chi può dirlo, Harlem è così incostante" sospira aprendo la porta. Mira sente una musica provenire dall'interno, una ninna nanna che aveva già sentito... da bambina... il carillon che mi aveva regalato mamma, pensa con una stretta al cuore nostalgica.
S'immerge nell'aria blue e celeste e trae un profondo respiro, percependo un forte odore di zucchero caramellato. In un angolo, una bambina sta muovendo la testa al suono della ninna nanna e tiene in mano una pallina trasparente. Mira la fissa attentamente; c'è qualcosa che si agita al suo interno.
"Sta sognando di mangiare lo zucchero filato." Sussurra una voce maschile alle sue spalle. Trasale violentemente, la scatola sta per caderle. No, si aprirà!
"Presa. Non c'è nulla di cui preoccuparsi, Kalliopi"
Mira fissa l'ometto davanti a se e per un momento ha un deja-vu "come sa il mio secondo nome?" sussurra abbassandosi per guardarlo.
Harlem abbozza un sorriso placido e stringe a se la scatola "questo è per me. So cosa vuoi chiedermi. Ti risponderò nei limiti del possibile"
"No, io ho bisogno di una macchina!" Sbotta allarmata "devo tornare a casa, c' è gente che mi aspetta"

Il vecchietto, no, non è vecchio... o forse si? Si chiede osservandolo: potrebbe avere tutte le età. A seconda di come varia la luce, assume connotati quasi piacevoli.
Ma nel buio il suo sorriso è sinistro e pericoloso.

"Non c'è nessuno che ti aspetta, Kalliopi. I tuoi sono morti, Abe ti ha lasciato per un'altra. Harvey è solo il primo di una lunga serie di relazioni destinate a fallire"
"Abe non mi ha lasciato... ma come.." Mira s'immobilizza osservandolo attentamente. La pancera verde che indossa non basta a nascondere il grasso girovita e le scarpe con le ghette bianche sono assurde su quel frac stracciato.
Io l'ho visto...
pensa facendo un passo indietro.
Harlem annuisce accarezzando la scatola che vibra. "Il tuo regalo è impaziente di uscire."
"Come sa queste cose?"
Mentre parla la figura di Harlem cresce a vista d'occhio, i pantaloni scuri che indossa si sciolgono fino ad assumere un colore rossastro. Fa girare il cilindro che ha in testa e per un secondo giocherella con il bastone a cui è appoggiato. Quando lo solleva verso di lei, Mira ha un balzo al cuore.

***
Il signor M lascia quasi cadere il libro che sta leggendo, sorpreso dal suo urlo. Che le prende? Allunga una mano per toccarle la fronte e alza un sopracciglio quando la sente bollente. Ha la febbre. Prende il telefono e chiama la reception. "C'è un medico da queste parti?"
***

Sai gemere come quel sassofono? Sai parlare come la tromba e battere come il tamburo?"

"No..." 

"E allora cosa ci fai così lontano da casa, bambina?"

"Sto cercando...."

"Cosa stai cercando?"

"Non lo so. Non lo so più...."

 ***
"Ha un bel febbrone; le dia questa medicina tre volte al giorno e se non scende mi richiami."
Il signor M annuisce e la guarda farfugliare e agitarsi.
Il medico le ascolta il cuore e controlla la pressione arteriosa e poi lo fissa "ha preso qualcosa?"
Lui annuisce di nuovo, stavolta con aria melodrammatica. "Mi sa che si è impasticcata alla festa. Non mi ascolta mai e se le dico qualcosa, mi fa le scenate." Allarga le braccia le batte sconsolato sulle gambe rimediandosi un'occhiata divertita dall'uomo. "Le donne lo fanno. Ma con chi sta parlando?"
"Non lo so. Va avanti così da un pò."
"Lasciatela stare, allora. Sarà il delirio della febbre"
E chi dice niente? Pensa mentre accompagna il medico alla porta. Basta che non mi muoia nel letto!
****

Non è qui che troverai ciò che cerchi” 

Ma deve esserci…deve! Se non qui, dove? Aiutami, ti prego!”

“Io sono l’Uomo dei Sogni, bambina. Devi stare attenta a ciò che chiedi… potresti essere esaudita”
 

L'Uomo Dei Sogni, sussurra dentro di se tremando. Marv... no, Marv è morto! 
In quel momento Harlem spalanca la scatola e un'ombra nera e cattiva si piega su di lei, inglobandola nel suo abbraccio soffocante. 

No, Marvin non è morto!

***
Il signor M la sta fissando un pò preoccupato. Sta peggiorando o è una sua impressione? "Mira... Mira. Mi senti?" Sussurra piegandosi su di lei e togliendo anche quel minimo bagliore di luce che la illuminava. Le accosta le coperte alle spalle, ma si agita così tanto che non riesce a coprirla. "Stai buona o ti do una botta in testa" la minaccia scherzosamente toccandole la mano che spunta dalla coperta.
"Non è morto non è morto.." singhiozza stringendogli le dita, aggrappandosi ferocemente. Ha un incubo? Si domanda avvicinandosi un altro pò e fissandola. E vabbè, pensa abbracciandola per metà. Sacrifichiamoci! La tira contro di se ma trema così tanto che non riesce a capire.
"Non è morto... no no..."
La perplessità si dipinge sul suo volto. A chi si riferisce, al verme? "Sì che è morto, sta tranquilla. Più morto di così non muore"
Mira si sveglia di scatto, urlando e balzando all'indietro. Sente qualcosa soffocarla. Il signor M la guarda allontanarsi, scivolare via dal letto e rincantucciarsi in un angolo."Non è morto, non è morto!" singhiozza ancora scacciando qualcosa con la mano "stammi lontano, va via. Via!"
"E' morto." Sbotta tutto insieme scendendo dal letto e andandole vicino "è morto, Mira"
"No.."
"Sì, invece" ribatte facendole alzare la testa e ammutolendo alla sua espressione angosciata.
"Hai comprato i miei sogni, per quello sai queste cose?! Ridammi i miei sogni, non ti appartengono!" urla nella sua direzione con quanto fiato ha in gola.
Non sta guardando me, non parla me, sta delirando. E di brutto, anche.
***

"Rivuoi i tuoi sogni? Ti accontento!"
A quel suono cupo Mira si spaventa ancora di più, alza la testa verso l'ombra gigantesca che la sta fissando e urla per il terrore mentre miriadi di scene la investono, lasciandola frastornata. I suoi sogni di adolescente: fare la cantante in un gruppo rock, il sogno di avere una casa propria, piena di bambini, il sogno di vivere con Abe. Vanno in frantumi uno dopo l'altro sommergendola di schegge e deturpandole la pelle nuda.
L'ultimo, il più bello. Harvey le sta dicendo qualcosa che non sente, ma muove le labbra così piano che riesce a capirlo lo stesso.
Anche io... sussurra allungando la mano e toccando il fragile vetro che esplode, trafiggendole la carne.
"Come ti permetti di fare questo ai miei sogni?" urla fra le lacrime voltandosi verso l'Uomo Dei Sogni che sorride e danza, agitando il bastone e inchinandosi alla sua paura.
"Posso fare di meglio, posso ridarti tutti gli incubi che hai scacciato come falene morte."
"No!
"Si, invece!

L'incubo più reale di tutti: il suo rapimento.

Mira urla di terrore all'improvviso facendo accapponare la pelle al signor M che la sta osservando. Porca puttana, mi ha messo una paura del diavolo!
"Mira svegliati, cazzo! Basta dormire!" la sgrida afferrandola e scuotendola "svegliati" sbotta mollandole un ceffone abbastanza pesante "ti faccio rinvenire a forza di schiaffi se non la finisci"
Al secondo, la donna crolla contro il muro e smette di urlare.
O cazzo, avrò esagerato?

Mira vede l'ombra cupa fissarla intensamente, ma non ha più paura di lei: Marv sta rosicchiando l'anima che le ha strappato dal cuore e l'ha lasciata insensibile e immobile sul pavimento nero petrolio. L'ombra assume contorni meno vaghi, più reali. Allunga le dita nere ed evanescenti e lei fa la stessa cosa. 

Merda, mi sa che l'ho colpita forte. Il signor M la prende in braccio e Mira ricade come una bambolina addosso a lui e non da cenni di vita. "Scusa, occhioni belli, ma stavi svegliando tutto l'hotel con quella vocetta acuta" sussurra rinfilandola nel letto e coprendola bene. Resta a guardarla un pò titubante: c'è da farsi sgozzare da una così. Speriamo abbia superato la fase acuta, altrimenti dovrò legarla al letto!

 



 

 


 

 

 

 

 

  
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