E' una fata, pensa per un breve attimo prima che un
tifone biondo e pallido come un giglio in camicia da notte, la travolga con la
sua furia. La guarda per qualche istante e poi volge l'attenzione sulla
ragazzina che la osserva facendo mille smorfie.
"Quante volte ti ho detto di non portarti le tue amiche barbone a casa?"
"Non sono una barbona!" Sbotta togliendo le parole di bocca a Kimmy
"l'ospitalità lascia molto a desiderare, in questa casa"
"Se, se" canticchia fissando Kimmy che sta facendosi i fatti propri. "Tu,
signorina, ti sei messa nei guai"
"E quanto la fai lunga, Malena!" Sospira allargando le braccia "Mira ha un
grosso problema, volevo aiutarla!"
"Aiutala senza fare tutto questo casino!"strilla come una cornacchia voltando la
schiena e rinchiudendosi in camera dopo aver sbattuto la porta.
"Mamma mia che caratterino!" sibila la donna raddrizzando la schiena " Mi porti
dal tuo amico così sua maestà imperiale dorme... altrimenti stasera avrà le
occhiaie fin alle ginocchia e sembrerà dieci anni più vecchia?!" Sbotta alzando
la voce e rimediandosi una serie di frettolosi 'shh' 'shh' dalla ragazzina.
Cinque secondi dopo, l'intento di Mira è raggiunto. La donna riapre la porta e
si erge in tutto il suo metro e ottanta.
Sembra più alta, pensa mentre si avvicina a lei e la guarda come fosse
un'escrescenza schifosa.
"Ripeti un pò quello che hai detto"
"Le leggi le riviste? Otto ore di sonno e la pelle rimane
fresca e giovane a lungo. Otto ore" ripete sorridendo.
La donna bionda ricambia il sorrisetto di circostanza e si stringe nella
vestaglia che è miracolosamente apparsa indosso.
"Simpatica la tua amica barbona che avrebbe bisogno di una
strigliata come si fa con i cavalli e di un parrucchiere al più presto. Anche di
un estetista, a dirla tutta" sibila acidamente spegnendo il sorrisetto di Mira
che assume un'espressione minacciosa.
"Senti cosa.."
"Buone, buone. Time out, break!"
Kimmy si infila fra le due donne, le mani alzate in segno di pace "Mira non è
una barbona, ha passato una brutta avventura. Ha bisogno di una macchina per
tornare a casa e stavamo andando da Harlem"
"Harlem non gliela darà mai se non ha il dono giusto" sbotta fissando Mira negli
occhi "potrebbe chiederteli, glieli daresti?" le domanda indicandoli.
Mira la fissa come se fosse impazzita "cosa?"
"I tuoi occhi. Harlem è pazzo e ha un mucchio di hobby strani. Potrebbe
chiederti un occhio della testa per la macchina" ridacchia un secondo dopo alla
battuta penosa e appoggia le mani sui fianchi. "Non era male, perchè non ridete?"
"Voi siete fuori, io me ne torno in treno a casa! Anzi, ancora meglio: fatemi
chiamare la polizia"
"I telefoni non funzionano qui, non c'è rete"
La secca battuta la fa quasi crollare a sedere. Guarda Kimmy e indica la miriade
di ciondoletti che penzolano fuori dalla tasca "E perchè tu hai il cellulare?"
"Perchè fa fico!" risponde allegramente facendole portare le mani nei capelli in
un gesto disperato
"Dio, voglio tornare a casa!"
"E quante storie! Ci parlo io con Harlem!"
Mira alza la testa guardando la donna che cammina decisa verso la camera da
letto da cui proviene ancora una luce accecante. "Ma dopo me ne torno a dormire
e non voglio sentire casino!"
Mira e Kimmy annuiscono all'unisono.
La porta sbatte nuovamente e in silenzio le due si guardano "se ci parla lei,
abbiamo speranze."
"Grazie, davvero" sussurra affranta e sconsolata. La finestra rossa s'illumina,
è quasi il tramonto. Ma quanto tempo avevano passato la dentro? Era mezzogiorno,
quando sono entrate!
Un secondo dopo la porta di Malena si riapre e la donna
appare... sbocciata, pensa ammirando la sua figura snella e il sorriso
scanzonato.
"Andiamo?"
****
Il signor M ha preso alloggio in un alberghetto
fin troppo tranquillo dalle parti di Lafayette. Ha guidato a lungo, per
allontanarsi il più possibile da Houma. Ha sorpassato gli archi, il lungo tunnel dove
l’oscurità è interrotta solo dalla scarsa illuminazione giallastra dei fanali
anteriori e si è immerso nell'aria limpida con un senso di pace. La sua ospite
dorme ancora e non è di compagnia.
L’uomo l'ha osservata agitarsi di tanto in tanto, mugolare
frasi impossibili da capire. Ha percepito 'fata', il più delle volte 'polizia' e
un tale che fa fatica a ricordare il nome.
Si era spaventata ed era stanca, conclude continuando a guardarla.
Chissà cosa sta sognando.
Ha guidato tutta la notte e buona parte della mattina, finchè nel tardo
pomeriggio ha trovato quella delizia nascosta in periferia della città. L'ha
fatta passare per la propria ragazza stanca del lungo viaggio e nessuno ha fatto
domande. Quel posto gli è piaciuto ancora di più.
La prima cosa che ha fatto, dopo averla adagiata sul letto, è stato telefonare
al suo committente per avvertirlo che 'la cantina era stata sgomberata e quel
topo che dava noia, stava riposando nel paradiso dei Sorci.'
La seconda telefonata è stata ancora più breve.
"Ti ricordi quel favore? E' arrivato il momento di ricambiare"
L'uomo dall'altro capo del filo ha capito e non ha fatto domande, limitandosi ad appuntare le coordinate
dettate dal signor M.
Il taxi sta per svanire nel nulla.
La pioggia aveva ripreso a battere violentemente, quindi le tracce delle gomme
sarebbero state lavate via.
Non poteva capitarmi un tempo migliore di questo,
pensa osservando i nuvoloni blu carichi di pioggia e minacciosi. Sente Mira
agitarsi nuovamente, si stacca dalla finestra e la guarda con aria pensierosa:
avrebbe dovuta ficcarla sotto la doccia e lasciarcela per un mese o due, tanto
era sporca, decide togliendole di dosso il vestito a pezzi. Lo getta da un lato e
si rende conto che non può lasciarla dormire in quel modo.
Anche perchè in quel letto avrebbe dovuto dormirci lui. Sai che urlo quando
si sveglierà? Immagina la scena e istintivamente gli viene da ridere.
Quel suono basso disturba Mira che si raggomitola su se stessa tremando.
"Si, si, lo so che hai freddo. Adesso bagnetto caldo e poi nanna sotto le
coperte" mormora prendendola in braccio. "Resisterti sarà dura,
occhioni blu, ma per tua fortuna sono un bravo ragazzo. Tremendamente sexy ma corretto" Ride
nuovamente mentre lo stomaco gli si contrae, mezzo eccitato. "Se non mi guadagno
il paradiso così, non so che altro fare"
Non è poi così leggera come sembra, pondera giocherellando con l'acqua
calda mentre la scarica nella vasca da bagno e la fissa un'altra volta. "E i
capelli?" Alza gli occhi al cielo e fa una smorfia scocciata "sarà un inferno".
Ma come fanno le donne con tutti quei capelli?
****
La via è deserta,sembra che non ci sia nessuno in giro. Mira svolta l'angolo
preceduta da Malena e seguita da Kimmy che continua a tirarsi le maniche sulle
mani e a guardarsi attorno. "Ho il brividi" confessa quando Mira la guarda
incuriosita "ho sempre paura di Harlem"
"E volevi portarmi qui lo stesso?"
Kimmy la fissa con aria colpevole "beh si."
La donna abbozza un sorriso mettendole un braccio sulle spalle e indicando la
borsa ultracapiente "che hai li dentro?" Falla parlare così si
distrae, si
dice intenerita dal suo comportamento.
La vede illuminarsi, le sopracciglia nere che s'inarcano e il sorriso che si
apre in meno di un secondo. "Ah qui! ti faccio vedere!" Urla quasi frugando
nella borsa ed estraendo una scatolina azzurra.
"Ti presento Arya!" Esclama porgendogliela tutta orgogliosa e restando a
guardare "la sto addestrando, è un amore!"
Arya? Si domanda incuriosita sollevando il coperchio e lanciando un urlo
non indifferente.
"Ma c'è una tarantola la dentro!" Grida allontanandola da se e notando con al
coda dell'occhio la fata bionda che si è fermata e le fissa seccata con le mani
sui fianchi. "E allora? Kimmy le addestra, sta mettendo su un circo. Certo che
t'impressioni con niente."
"Scusate tanto!" Urla col il batticuore e lanciando un'occhiata alla bestia nera
e pelosa nella scatola "non conosco nessuno che ha passatempi così strani!"
"A proposto di passatempi strani... siamo arrivati"
La voce di Malena si è fatta grave e profonda. Kimmy si affretta a riporre Arya nella sacca e stringe il giubbotto grande di Mira con le gambe che le tremano.
°°La Bottega Dei Sogni Usati.°°
Sogni di tutte le grandezze, in ottimo stato: provare per credere!
Si prega i gentili avventori
di non sciuparli in caso di restituzione.
Sogni usati?! Mira fissa la scritta rossa
brillante e la indica con il dito a Kimmy che sta osservando la porta blu
decorata "è uno scherzo?"
"No. Harlem compra i sogni usati e li rivende. Potrebbe averne comprato anche
uno tuo."
"Io non ho sogni usati!"
"I sogni che hai già fatto" le spiega pazientemente, per nulla stupita della sua
sorpresa "Ti capita mai di fare due volte lo stesso sogno?"
"Si. E' successo... qualche volta."
"Questo perchè qualcuno ha comprato il tuo sogno e l'ha utilizzato." Conclude
alzando le mani come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Mira la fissa, indecisa se portarle una mano alla fronte per scoprire la
presenza di un'eventuale febbre in arrivo, quando Malena la strattona verso
l'entrata. "Hai il regalo?"
"La scatola?" domanda frugandosi in tasca e tirandola fuori. "Si, andrà bene?"
"Chi può dirlo, Harlem è così incostante" sospira aprendo la porta. Mira sente
una musica provenire dall'interno, una ninna nanna che aveva già sentito... da
bambina... il carillon che mi aveva regalato mamma, pensa con una stretta
al cuore nostalgica.
S'immerge nell'aria blue e celeste e trae un profondo respiro, percependo un forte
odore di zucchero caramellato. In un angolo, una bambina sta muovendo la testa
al suono della ninna nanna e tiene in mano una pallina trasparente. Mira la
fissa attentamente; c'è qualcosa che si agita al suo interno.
"Sta sognando di mangiare lo zucchero filato." Sussurra una voce maschile alle
sue spalle. Trasale violentemente, la scatola sta per caderle. No, si aprirà!
"Presa. Non c'è nulla di cui preoccuparsi, Kalliopi"
Mira fissa l'ometto davanti a se e per un momento ha un deja-vu "come sa il mio
secondo nome?" sussurra abbassandosi per guardarlo.
Harlem abbozza un sorriso placido e stringe a se la scatola "questo è per me. So cosa vuoi
chiedermi. Ti risponderò nei limiti del possibile"
"No, io ho bisogno di una macchina!" Sbotta allarmata "devo tornare a casa, c' è
gente che mi aspetta"
Il vecchietto, no, non è vecchio... o forse si?
Si chiede osservandolo: potrebbe avere tutte le età. A seconda di come varia la
luce, assume connotati quasi piacevoli.
Ma nel buio il suo sorriso è sinistro e
pericoloso.
"Non c'è nessuno che ti aspetta, Kalliopi. I tuoi sono morti, Abe ti ha lasciato
per un'altra. Harvey è solo il primo di una lunga serie di relazioni destinate a
fallire"
"Abe non mi ha lasciato... ma come.." Mira s'immobilizza osservandolo
attentamente. La pancera verde che indossa non basta a nascondere il grasso
girovita e le scarpe con le ghette bianche sono assurde su quel frac stracciato.
Io l'ho visto... pensa facendo un passo indietro.
Harlem annuisce accarezzando la scatola che vibra. "Il tuo regalo è impaziente
di uscire."
"Come sa queste cose?"
Mentre parla la figura di Harlem cresce a vista d'occhio, i pantaloni scuri che
indossa si sciolgono fino ad assumere un colore rossastro. Fa girare il cilindro
che ha in testa e per un secondo giocherella con il bastone a cui è appoggiato.
Quando lo solleva verso di lei, Mira ha un balzo al cuore.
***
Il signor M lascia quasi cadere il libro che sta leggendo, sorpreso dal suo
urlo. Che le
prende? Allunga una mano per toccarle la fronte e alza un sopracciglio
quando la sente bollente. Ha la febbre. Prende
il telefono e chiama la reception.
"C'è un medico da queste parti?"
***
Sai gemere come quel sassofono? Sai parlare come la tromba e battere come il tamburo?"
"No..."
"E allora cosa ci fai così lontano da casa, bambina?"
"Sto cercando...."
"Cosa stai cercando?"
"Non lo so. Non lo so più...."
***
"Ha un bel febbrone; le dia questa medicina tre volte al giorno e se non
scende mi richiami."
Il signor M annuisce e la guarda farfugliare e agitarsi.
Il medico le ascolta il cuore e controlla la pressione arteriosa e poi lo fissa
"ha preso qualcosa?"
Lui annuisce di nuovo, stavolta con aria melodrammatica. "Mi sa che si è
impasticcata alla festa. Non mi ascolta mai e se le dico qualcosa, mi fa le
scenate." Allarga le braccia le batte
sconsolato sulle gambe rimediandosi un'occhiata divertita dall'uomo. "Le donne
lo fanno. Ma con chi sta parlando?"
"Non lo so. Va avanti così da un pò."
"Lasciatela stare, allora. Sarà il delirio della febbre"
E chi dice niente? Pensa mentre accompagna il medico alla porta. Basta
che non mi muoia nel letto!
****
Non è qui che troverai ciò che cerchi”
“Ma deve esserci…deve! Se non qui, dove? Aiutami, ti prego!”
“Io sono l’Uomo dei Sogni, bambina. Devi stare attenta a ciò che chiedi…
potresti essere esaudita”
L'Uomo Dei Sogni,
sussurra dentro di se tremando. Marv... no, Marv è morto!
In quel momento Harlem spalanca la scatola e un'ombra nera e cattiva si piega su
di lei, inglobandola nel suo abbraccio soffocante.
No, Marvin non è morto!
***
Il signor M la sta fissando un pò preoccupato. Sta peggiorando o è una sua
impressione? "Mira... Mira. Mi senti?" Sussurra piegandosi su di lei e togliendo
anche quel minimo bagliore di luce che la illuminava. Le accosta le coperte alle
spalle, ma si agita così tanto che non riesce a coprirla. "Stai buona o ti do
una botta in testa" la minaccia scherzosamente toccandole la mano che spunta
dalla coperta.
"Non è morto non è morto.." singhiozza stringendogli le dita, aggrappandosi
ferocemente. Ha un incubo? Si domanda avvicinandosi un altro pò e
fissandola. E vabbè, pensa abbracciandola per metà. Sacrifichiamoci!
La tira contro di se ma trema così tanto che non riesce a capire.
"Non è morto... no no..."
La perplessità si dipinge sul suo volto. A chi si riferisce, al verme? "Sì che è morto, sta
tranquilla. Più morto di così non muore"
Mira si sveglia di scatto, urlando e balzando all'indietro. Sente qualcosa
soffocarla. Il signor M la guarda allontanarsi, scivolare via dal letto e
rincantucciarsi in un angolo."Non è morto, non è morto!" singhiozza ancora scacciando qualcosa con la mano
"stammi lontano, va via. Via!"
"E' morto." Sbotta tutto insieme scendendo dal
letto e andandole vicino "è morto, Mira"
"No.."
"Sì, invece" ribatte facendole alzare la testa e ammutolendo alla sua
espressione angosciata.
"Hai comprato i miei sogni, per quello sai queste cose?! Ridammi i miei
sogni, non ti appartengono!" urla nella sua direzione con quanto fiato ha in
gola.
Non sta guardando me, non parla me, sta delirando. E di brutto, anche.
***
"Rivuoi i tuoi sogni? Ti accontento!"
A quel suono cupo Mira si spaventa ancora di più, alza la testa verso l'ombra
gigantesca che la sta fissando e urla per il terrore mentre miriadi di scene la
investono, lasciandola frastornata. I suoi sogni di adolescente: fare la cantante in
un gruppo rock, il sogno di avere una casa propria, piena di bambini, il sogno
di vivere con Abe. Vanno in frantumi uno dopo l'altro sommergendola di schegge e
deturpandole la pelle nuda.
L'ultimo, il più bello. Harvey le sta dicendo
qualcosa che non sente, ma muove le labbra così piano che riesce a capirlo lo
stesso.
Anche io... sussurra allungando la mano e toccando il fragile vetro che esplode,
trafiggendole la carne.
"Come ti permetti di fare questo ai miei sogni?" urla fra le lacrime voltandosi
verso l'Uomo Dei Sogni che sorride e danza, agitando il bastone e inchinandosi
alla sua paura.
"Posso fare di meglio, posso ridarti tutti gli incubi che hai scacciato come
falene morte."
"No!
"Si, invece!
L'incubo più reale di tutti: il suo rapimento.
Mira urla di terrore all'improvviso facendo
accapponare la pelle al signor M che la sta osservando. Porca puttana, mi ha
messo una paura del diavolo!
"Mira svegliati, cazzo! Basta dormire!" la sgrida afferrandola e scuotendola
"svegliati" sbotta mollandole un ceffone abbastanza pesante "ti faccio rinvenire
a forza di schiaffi se non la finisci"
Al secondo, la donna crolla contro il muro e smette di urlare.
O cazzo, avrò esagerato?
Mira vede l'ombra cupa fissarla intensamente, ma non ha più paura di lei: Marv
sta rosicchiando l'anima che le ha strappato dal cuore e l'ha lasciata
insensibile e immobile sul pavimento nero petrolio. L'ombra assume contorni meno
vaghi, più reali. Allunga le dita nere ed evanescenti e lei fa la stessa
cosa.
Merda, mi sa che l'ho colpita forte. Il signor M la prende in braccio e
Mira ricade come una bambolina addosso a lui e non da cenni di vita. "Scusa,
occhioni belli, ma stavi svegliando tutto l'hotel con quella vocetta acuta"
sussurra rinfilandola nel letto e coprendola bene. Resta a guardarla un pò
titubante: c'è da farsi sgozzare da una così. Speriamo abbia superato la fase
acuta, altrimenti dovrò legarla al letto!