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Autore: SahCapricorn    22/07/2010    3 recensioni
Chissà se mi pensi ancora... Sai , me lo chiedo spesso, io ti penso sempre, ogni giorno che passa sei nei miei pensieri, ma penso che oreamai tu sia lontano, con il corpo e con la mente, da me. Le altre ragazze mi dicono che dovrei smetterla ma lo sai anche tu, mi sono inmamorata di te, come faccio a lasciarti andare? Ieri riguardavo le nostre foto insieme, la mia preferita, che poi ho sempre pensato fosse anche la tua, è rimasta sul como' di fronte al letto cosi' ogni giorno, quando mi sveglio, siamo li' a guardarmi. Patetica, lo so, eppure mi manchi da morire. Ma sai una cosa? Tra pochi giorni ti rivedro' e faro' in modo che anche tu mi veda.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chaos all around

Giusto due cosine :) Dedico il capitolo a LaPiccolaFra visto che gliel'ho promesso :)
Ringrazio inoltre lei e Splash_BK per le recensioni e per averla inserita tra le seguite!
Un saluto a chi passa di qui e si ferma anche solamente a leggere!
Buona lettura gente!




-Erin cosa cavolo stai facendo? David mi ha detto di non farti entrare, vieni qui.
Gesù Andreas ma perchè non mi lasci guardare quel benedetto ragazzo in pace, mica ci vede così bene da capire chi è quella scema bionda che lo guarda da qui sopra.
-Andreas, sono impegnata.
Mi sento afferrare per i fianchi ma non è Andreas, lui è troppo gracilino per fare questo. Merda, Bruno.
-Lasciami Bruno! Lasciami!
-Ti prego Erin non urlare se ti sentono io, Dave e anche Bruno adesso, finiamo nei casini.
Non mi puoi impedire di ribellarmi a un'omone enorme che mi trattiene per i fianchi.. quei fianchi che non molto tempo fa erano di suo esclusivo possesso, come tutta la persona ad essi connessa. Accidenti perchè ti penso anche mentre uno grosso il quadruplo di me mi sta braccando come se fossi un avversario sul campo.
-Erin, Bruno ti lascia se la smetti di divincolarti così.
-Andreas appena mi lascia ti uccido, te e lui, anzi uso te per uccidere lui! Magari Dave ti aiuterà!
-Erin, dai smettila così ti lascio e non ci saranno altri problemi. Vuoi uscire al caldo e perderti anche il concerto visto che hai venduto il biglietto?
-Stupido, dopo questa mossa mi aspetto almeno un biglietto di scusa!
Mi contorco abbastanza per scoprire che David è arrivato e Andreas ha chiuso la porta.
-Bruno, lasciala, non ti preoccupare.
Un secondo dopo mi ritrovo per terra, dio che schifo, chissà cosa è successo su questo pavimento. Bleah, mi rialzo in un altro secondo e scopro che Bruno, come prima, è già scomparso.
-No ma Andy ti sembra normale?
Mi rimetto a posto alla meglio e raccolgo le magliette e il cappellino che nell' "aggressione" mi erano caduti.
-Che cavolo credevi di fare Erin? Ti ho fatta entrare ma non puoi farti subito scoprire. Non so lui, ma io non chiamo Bruno, io ti sbatto fuori veloce come ti ho fatta entrare.
-Sì, l'avevo intuito. Senti scusa ma..
-E menomale che non ti interessava più! Senti, hai fatto colazione? Sei piuttosto pallida!
Oh che palle con questa storia, tutti "pallida, pallida, pallida".
-Sì, ho mangiato e sto bene grazie, inoltre tra due orette è ora di pranzo, altro che colazione, qui ci vuole uno spuntino di metà mattina.
Mi guardano come se fossi pazza, ok forse un poì lo sono ma dai, io voglio solo rivedere lui, non è poi così strano. Mi giro indignata mentre quei due sghignazzando mi passano vicino, Andreas mi ginge con un braccio la vita e ci dirigiamo verso i camerini.
-E non hai paura che mi vedano mentre andiamo di là?
-No, stanno facendo il suond check. Almeno in quello non sgarrano.
-Giusto. E dove le metto le mie cose per non dre nell'occhio?
"Manco fossi un'evasa" vorrei borbottare ma non me la sento. Forse ho davvero già sgarrato troppo.
-Portali dove stiamo io Andreas e gli altri. Non ti preoccupare i ragazzi stanno in un altro camerino.
Mentre ci avviamo saluto i visi conosciuti e mi comporto come le altre sette volte che mi sono ritrovata nel backstage, come se fosse casa mia insomma, i volti nuovi sono un po' sorpresi, non sanno se catalogarmi come fan fortunata o come nuova ragazza di Andreas dato l'affetto che quest'ultimo mi mostra, non che la cosa mi dispiaccia. Arriviamo in una stanza dove vedo un tavolo piuttosto grande, delle poltrone rosso fuoco e un divanetto blu notte. Non certo un'accoppiata vincente, l'arredatrice di interni che è in me cambierebbe volentieri la fodera rossa delle poltrone con un rosso rubino o mogano, ma purtroppo non lavoro per loro. "Purtroppo davvero" penso mentre mi lascio cadere sul divanetto e appoggio i miei trofei di fianco a me, giusto prima che Andreas tenti di accomodarsi.
-Bene Erin, lascia in questo borsone le tue cose e vieni a mangiare.
-Certo capo!
Essere ironiche non è sempre la mossa giusta, sopratutto data l'espressione che David mi riserva. Eppure mi consolo con le risatine soffocate di Andreas e seguo il grande capo lungo un corridoio, mi ritrovo dentro un'altra stanza simile alla precedente ma letteralmente strapiena di cibo.
-Grazie David.
Prima di fiondarmi sul cibo mi fiondo su di lui per un abbraccio riconoscente. Sì, anche io so essere sdolcinata quando serve. Anche se non ero così da tempo.
-Di nulla scimmia. Ci sei mancata in questi mesi. Lui compreso, anche se non lo ammetterà facilmente.
-Mmmh, capisco, mmh, è normale. Mmh, mio dio che buona questa tortina.
-Ma vuoi stare seria un attimo?
Mando giù quella buonissima tortina e lo guardo seria.
-Scusa. Dove possiamo andare a parlare?
-Qui va benissimo.
Mi indica due sedie e mentre prendo posto decido che un'altra crostatina non mi farà poi tanto male.
-Vado diretto al punto... Te lo vuoi riprendere?
Quasi mi strozzo, ma che ha in testa quest'uomo? Bevo un goccio d'acqua e mi risiedo, lo sguardo falsamente stupito.
-No, ti sembra? Stavo davvero male là fuori e l'unico modo per vedere il concerto e non morire era chiamarti.
-Chiudersi nel bar fino a pochi minuti prima dell'apertura dei cancelli e poi tornare in fila non andava eh?
-E tu come fai a sapere che ci facevano uscire ed entrare? Oh gesù, volevo dire.. anche così quando sarei entrata sarei morta in prima fila ecco.
-Va beh, posso capire questo e sei stata fortunata. A conoscerci intendo. Ma in ogni caso sappiamo tutti che sei ancora legata a lui.
-No, non lo puoi sapere.
-Hai ancora il suo bracciale al polso.
Abbasando lo sguardo, un po' per la vergona e un po' per rendermi conto dello sbaglio che avevo commesso a metterlo, scorgo quel bracciale. Un semplice braccialetto di tela largo più o meno due centimetri mi fasciava il polso. Disegnini stilizzati e due lettere su di esso. Uno dei pochi ricordi materiali che avevo di quel noi oramai andato.
-Merda.
-Erin ti conosco oramai. Ti ricordo che in ogni caso sei mia nipote.
-Lo so ma, speravo che se fossi riuscita a nasconderlo a me stessa anche gli altri non l'avrebbero capito.
-So come ci si sente. E sai che altro so?
-Cosa?
Sto lottando per trattenere le lacrime che oramai non lascio uscire da quasi tre mesi. Non so quanto ancora posso resistere.
-Lui è nella tua stessa situazione.


Sto ancora piangendo chiusa in questo piccolo bagno. Chissà se David mi sta ancora aspettando fuori o sia andato dai ragazzi o da Andreas o a sbrigare uno dei suoi tanti compiti da manager.
-Erin ci sei?
Ecco, appunto. E' andato ma mi ha mandato Andreas. Non gli rispondo, i miei singhiozzi sommessi parlano per me.
-Tesoro devi uscire, non ti preoccupare, ti porto nel nostro camerino, i ragazzi non sono ancora tornati.
Mi faccio convincere e esco, me ne frego dell'aspetto che ho, probabilmente il mio trucco è andato a farsi benedire, oppure risiede stabilmente sulle mie guancie, me ne frego perchè tanto tra poco me ne vado di qui, non dovevo nemmeno venire.
   
 
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