Note dell'autrice: Salve a Tutti ! Come al solito aggiorno dopo mille anni, vi prego di scusarmi. Adesso che ho un po' di vacanza sto riprendendo tutti i bozzetti dei capitoli e li sto sistemando e a breve dovrei aggiornare di nuovo anche le altre FanFiction.
Innanzi tutto volevo dedicare questo capitolo e il seguente a Sasa *_* l'ho scritta principalmente per il suo compleanno e quindi ho cambiato un po' lo stile che uso di solito per esigenze legate alla trama e vorrei anche fare un ringraziamento speciale a ballerinaclassica che come sempre mi da la carica per finire quello che ho iniziato visto che ho la brutta abitudine di cominciare cento cose e non finirne una, quindi grazie e presto vedrai nuovi sviluppi nella tua FanFic adorata ^_^
Allora per questi capitoli ( ho pensato di dividere la storia in due perchè la faccenda si stava allungando più del dovuto XD ) mi sono ispirata al quadro di Henri de Toulouse-Lautrec di cui appunto il capitolo porta il nome.
Presumo che troverete il tutto un po' strano, quindi ci terrei davvero a sapere cosa ne pensate, in questo modo mi aiutereste anche per quanto riguarda il capitolo successivo visto che la mia adorata committente mi ha dato indicazioni sommarie solo su alcuni punti. Un parere schietto sarebbe davvero molto gradito.
Ultima cosa, questo capitolo è ROSSO con tanto di linguaggio poco educato, scene non adatte a un pubblico non adulto, ecc ecc quindi io vi ho avvertito :D
Prima di augurarvi buona lettura volevo però rispodere ai commenti che mi avete fatto e ringraziarvi per averli lasciati, mi hanno fatto davvero tantissimo picere e spero di risentirvi anche stavolta.
cry_chan
:
grazie a te per il meraviglioso commento, le tue parole mi hanno
veramente toccata e il sapere di averti trasmesso emozioni mi ha
davvero fatto felice. A presto spero.
niisan
:
un commento breve ma davvero intenso, sapere che ti è
piaciuta la
mia storia è davvero una bella soddisfazione, sappi che
anche le tue
splendide parole hanno commosso me. Spero di leggere presto un tuo
nuovo commento.
lucy6
:
Oddio *_* davvero grazie per il commento, mi hai davvero fatto
emozionare mentre lo leggevo. Hai proprio ragione e stavo pensando
proprio la stessa cosa quando mi è venuta l'idea di scrivere
questa
raccolta, sappiamo fare delle cose splendide ma siamo altrettanto
capaci di compiere i più orribili massacri.
Certo, non l'ho
dimenticata e presto arriverà anche il quarto capitolo :D A
presto !
Perfetto, grazie per l'attenzione e ora a voi buona lettura :3 ci sentiamo a fine capitolo.
Al Moulin Rouge
Parigi, 1899
Aspirò l'ennesima boccata di nicotina intento a fissare con disinteresse il cielo cupo che avvolgeva la notte di Parigi. Appoggiò la testa sullo stipite scalcinato della portafinestra affacciata su un vicoletto poco lontano dai quartieri malfamati della città, chiuse gli occhi ascoltando per qualche minuto il rumore baccanale di Montmartre. Espirò con lentezza parte del fumo che non aveva precedentemente ingerito mentre i suoi occhi tornavano ancora una volta a fissarsi sull'imponente figura rossa di un vecchio mulino ora trasformato in uno dei locali più conosciuti d'Europa. Stanco di aspettare lanciò un'occhiata veloce all'orologio e scoprì a malincuore che erano da poco passate le tre.
Non l'avrebbe visto, non sarebbe venuto neppure stanotte.
Spense con irritazione la sigaretta sul pavimento bofonchiando qualche imprecazione, si concesse l'ultimo sguardo verso la strada deserta sperando inutilmente di veder spuntare quell'esile figura. Futile illusione. Lanciò stizzito il mozzicone oltre l'arrugginito parapetto mentre alcuni rumori piuttosto familiari gli arrivarono distinti alle orecchie. Cercò dapprima d'ignorare i versi lascivi dell'amico che fortunatamente non comprendeva vista la sua scarsa conoscenza della lingua spagnola, ma quando oltre a un duetto concitato di voci si aggiunsero anche i vari scricchiolii di un povero letto abusato non riuscì a trattenersi dall'urlare contro la porta chiusa. - Antonio cazzo, vedi di fare meno casino mentre trombi. Non me ne frega nulla di sentire i vostri fottuti rumori.- Aveva pronunciato quelle parole tutto d'un fiato, piuttosto velocemente e con un tono tutt'altro che amichevole, sicuramente non era stato troppo gentile, avrebbe chiesto scusa, ma in un altro momento, ora aveva solo voglia di prendere a schiaffi quell'odioso ragazzetto biondo.
Appoggiò
la schiena al muro e si lasciò scivolare lentamente verso il
basso
fino ad assumere una squallida posizione seduta, abbasso di qualche
centimetro la testa nascondendola in parte fra le ginocchia. Fece
qualche respiro profondo sperando di riuscire a calmarsi, non era
solito avere scatti d'ira, anzi generalmente era un tipo piuttosto
calmo. Si rilassò ascoltando il chiassoso nulla di Parigi
constatando con piacere di essere avvolto solo da un freddo rumore
lontano.
Avvertiva un disperato bisogno di vederlo, di toccarlo,
di scoparlo sperando in questo modo di poter cancellare dal suo corpo
qualsiasi altra traccia dei suoi innumerevoli amanti. Aveva
l'impellente necessità di stringerlo forte fra le sue
braccia,
schiaffeggiarlo come si usa fare con le prostitute disobbedienti per
poi urlargli in faccia tutto l'amore che provava per lui.
Dannatissimo ragazzino ambiguo, e stupido lui che con tante donne che
poteva avere si era andato ad innamorare di una sorta di puttana per
lo più di sesso maschile.
Rimase immobile in quella posizione per un tempo indeterminato scivolando a poco a poco in una sorta di torpore, lasciò fluire liberamente i troppi pensieri che gli affollavano la testa senza curarsi di attribuire ad essi troppa attenzione, li lasciava scorrere in maniera disordinata, privi di una qualsiasi regola cronologica. All'improvviso però si sentì scuotere delicatamente e solo in quel momento avvertì la gentile pressione che la mano di Antonio esercitava sulla sua spalla.
-
Va tutto bene Francis ? - chiese un po' preoccupato il ragazzo
spagnolo conservando però il solito sorriso rassicurante.
-
No, non va bene proprio per niente. - Il tono era piatto, privo di
sfumature e insolitamente serio, specie per uno come lui. Il
coinquilino inclinò di poco il capo intento a squadrare
preoccupato
l'accucciata figura bionda, poi con un unico rapido movimento si
andò
a sedere di fronte al francese.
-
Su, no pasa nada. Hai voglia di raccontarmi. - Antonio era l'amico
che tutti avrebbero voluto avere, sempre allegro e ottimista, anche
nelle situazioni più scure riusciva a intravedere uno
spiraglio di
luce, sapeva ascoltare e dare buoni consigli, ma la sua
semplicità
alle volte poteva farlo apparire un po' stupido specie in una
società
non troppo avvezza alla semplice bontà d'animo.
-
Cosa dovrei dirti ? Il problema lo conosci. - Francis sentì
l'amico
sospirare e pochi istanti dopo avvertì nuovamente la
presenza della
sua mano sulla propria spalla.
-
Francis, te lo devi dimenticare. Sei stato proprio tu a dire a
Gilbert che non ci si deve innamorare delle ballerine e adesso segui
le sue orme ? - Il ragazzo francese sorrise amaramente ricordandosi
delle parole che aveva usato per ammonire l'amico solo poche
settimane prima.
-
Hai ragione, ma nel mio caso non si tratta di una ballerina. - Per la
prima volta dall'inizio della conversazione alzò la testa
per poter
guardare il suo interlocutore che rispose al gesto con un ampio
sorriso.
-
Usare il termine puttana mi sembrava poco elegante. - Aggiunse lo
spagnolo corredando il commento con un piccolo sbuffo per
sottolineare l'ironia delle sue parole.
-
Tecnicamente non è neppure una puttana, è
più, come dire ... -
prima di riuscire a completare la frase venne però
interrotto dalla
calda voce dell'amico.
-
Francis, non è per essere pignolo, ma uno che si fa scopare
per
soldi è una puttana. - L'espressione serena di Antonio
impedì al
ragazzo più grande di arrabbiarsi per quella precisazione
scomoda
quanto inutile. Insomma lo sapeva benissimo da solo che si era
cacciato in una situazione malsana e senza via d'uscita.
Sospirò
nuovamente mentre un'espressione apatica andava ancora una volta a
rendere inespressivo il viso dell'uomo.
Stettero
in silenzio entrambi per una manciata di minuti, poi inaspettatamente
fu Francis a rompere quell'ovattato torpore. - Ti volevo chiedere
scusa per poco fa, insomma .. non avevo intenzione di .. -
Prima di rispondere Antonio si concesse una leggera risatina imbarazzata - De nada, è colpa mia. Dovrei controllarmi, ma non ci riesco, quel niño mi fa impazzire. -
I due amici si guardarono nuovamente negli occhi e lo spagnolo notò sollevato che Francis sembrava stare un po' meglio, almeno adesso parlava e aveva un qualche tipo di reazione agli stimoli esterni. Si alzarono poco dopo dal pavimento e si diressero nell'angusta stanzetta adiacente al soggiorno. Quel piccolo cucinotto era in perenne disordine, ma tutti gli abitanti della casa sapevano perfettamente come muoversi un quel cumulo di scatole vuote e stoviglie ammucchiate. Il miglior rimedio per scacciare completamente la tristezza era senz'ombra di dubbio un buon bicchiere di vino rosso. Francis si occupò di provvedere sia alla bevanda sia ai bicchieri mentre Antonio si limitò ad accomodarsi sulla sua solita sedia vicino alla finestra. In poco più di mezz'ora si erano scolati quasi due bottiglie e l'effetto inebriante del vino iniziava ormai a far sentire i suoi effetti. Entrambi infatti avevano le guance leggermente sfumate di rosso ed erano inclini a ridere per ogni minima stupidaggine.
-
Allora ti sei divertito parecchio stasera, almeno da quanto ho
sentito deve essere così. -
-
Tu non puoi neppure immaginare, mi sa che mi sono proprio perso per
quel ragazzino. -
-
Sono contento per te, Lovino è un bravo ragazzo e ha anche
un gran
bel culo. -
-
Francis ti permetto questo genere di commenti solo perché
sono
piuttosto ubriaco e perché concordo pienamente con quello
che hai
appena detto. - entrambi si lasciarono andare a una risata piuttosto
sonora e malgrado l'ora tarda continuarono a chiacchierare ancora per
parecchio tempo.
- Tornando a Gilbert - il tono del francese assunse una sfumatura più seria - hai idea di dove si sia cacciato, è quasi mattina. -
-
Dove vuoi che sia Francis, con la sua ballerina preferita. - dedusse
semplicemente Antonio prima di tornare a concentrasi sul suo
bicchiere pieno a metà - voi due vi ci siete fregati in quel
locale,
io ve l'avevo detto e anche tu avevi detto a Gilbert di stare
attento, almeno prima che facessi la stessa fine. -
Francis distolse lo sguardo dal suo interlocutore per spostarlo sulla piccola porzione di cielo visibile dalla finestrella che illuminava l'ambiente. Ormai stava albeggiando e le scure nuvole che avevano coperto Parigi per tutto il giorno precedente si stavano ora chiazzando di sfumature rosate. Ancora assorto Francis mormorò - Se non avessi avuto bisogno di soldi tutto questo non sarebbe mai successo, di conseguenza non sarei mai e poi mai entrato al Moulin Rouge. -
L'idea
di tirar su un po' di soldi affittando il suo piccolo appartamento
gli era balenata in mente per caso; quello che guadagnava lavorando
non gli bastava più per pagarsi gli studi e certo mamma e
papà non
avrebbero investito i modesti risparmi di famiglia in un progetto
che, a loro parere, faceva acqua da tutte le parti. Parigi in quel
periodo era una delle mete più ambite da tantissimi giovani
e
sicuramente non avrebbe avuto molti problemi a trovare qualcuno
interessato a condividere l'alloggio con lui. L'ingenioso piano non
aveva fatto attendere i suoi frutti e in neppure una settimana dalla
diffusione dell'annuncio, Francis trovò due coinquilini,
così ormai
da quasi due anni Francia, Prussia e Spagna vivevano sotto lo stesso
tetto. Fra i tre si era subito creata una sorta d'intesa speciale e
anche se non si conoscevano da molto, divennero subito ottimi amici.
Ben presto però nell'angusto appartamentino di Francis lo
spazio si
era nuovamente ridotto, infatti da tre inquilini quali erano in
origine, erano passati dapprima a quattro poi a cinque, anzi fra meno
di sette mesi sarebbero stati in sei.
La
prima annessione si verificò qualche settimana dopo l'inizio
della
loro convivenza quando Antonio si presentò a casa una sera
con un
ragazzino italiano che a detta dello spagnolo aveva bisogno di un
posto dove stare solo per qualche giorno. Poi insomma, Lovino aveva
talmente un bel musetto che, nonostante tutti i suoi infantili
capricci e il suo carattere viziato, era risultato impossibile
liberarsi di lui; sicuramente quello che avveniva di notte fra
l'italiano e Antonio aveva senza dubbio contribuito alla decisione di
promuovere quell'ospite ad abitante effettivo. Meno di un anno dopo
Francis si vide costretto ad assistere ad un analogo episodio il cui
protagonista stavolta era però Gilbert. Quest'ultimo infatti
aveva
preso a frequentare con regolarità un certo numero di locali
altamente sconsigliati e più volte aveva costretto i due
amici, più
per mancanza di soldi che per bisogno di compagnia, ad andare insieme
a lui al Moulin Rouge. La vera ragione di queste frequenti uscite era
rimasta sconosciuta ad entrambi per parecchio tempo, i due pensavano
semplicemente che il loro spavaldo amico volesse divertirsi un po'
con le disinibite ballerine di can-can che erano solite svolazzare in
giro per il locale, mai avrebbero creduto di ritrovarsi a condividere
l'alloggio con una di esse. Infatti, come aveva fatto precedentemente
Antonio, anche Gilbert una sera tornò a casa in compagnia e
come era
già successo per Lovino, la stessa cosa si ripeté
anche nei
confronti di Elizabeta specie dopo la sconvolgente scoperta della
gravidanza della ragazza.
- Credo che, vista l'ora, sia davvero passato a prendere Eliza. - ipotizzò Francis rivolgendo nuovamente l'attenzione all'amico.
- Si, avrà sicuramente aspettato che finisse lo spettacolo, ma lavora ancora nelle sue condizioni ? - biascicò Antonio che, ormai non più molto lucido, iniziava a strascicare le parole.
-
Credo che ne abbia ancora per questa settimana, poi dovrebbe smettere
definitivamente di fare la ballerina, in più essendo ormai
incinta
di tre mesi l'avrebbero cacciata a prescindere. - Fece una breve
pausa di un paio di secondi poi continuò - Con tutta questa
storia
Gilbert sembra essersi calmato un po', almeno si è trovato
un lavoro
e ha smesso di bere come una spugna. -
- Grazie al cielo, anche se mi sa che poi alla fine ci toccherà dargli una mano pure noi, i niños sono cari, eh Francis ?! -
-
Già, i bambini costano, mi chiedo dove lo mettiamo un
bambino,
stiamo già stretti così. Basta non ci voglio
pensare adesso
altrimenti mi torna mal di testa. Vuoi un altro bicchiere di vino? -
-
Meglio di no, ci vedo già imbrogliato e domattina devo
lavorare
quindi credo che per adesso possa bastare così, gracias. -
Antonio
aveva appena finito di mormorare il suo blando ringraziamento quando
la conversazione venne interrotta dal chiassoso arrivo di Gilbert. Il
ragazzo raggiunse subito i due amici in cucina e, assecondando un
muto gesto di Francis, si sedette al tavolo e si fece riempire un
bicchiere.
-
A momenti ti davamo per disperso. - Sentenziò bonariamente
lo
spagnolo
-
Nah abbiamo fatto tardi perché Eliza si è persa
in chiacchiere come
al solito, tranquillo mamma il tuo bambino sa cavarsela anche da
solo. - I tre scoppiarono a ridere mentre una figura esile e
aggraziata faceva il suo ingresso nella stanza.
-
Ciao ragazzi, cosa fate ancora svegli ? - Chiese la ragazza prima di
avvicinarsi al presunto fidanzato con l'intento di sedersi sulle sue
gambe. Gilbert, a quel gesto, emise un piccolo sbuffo infastidito
dettato più dall'imbarazzo che da un reale disagio, ma non
si
oppose, anzi con qualche piccolo movimento riuscì a trovare
la
posizione più comoda per entrambi. Infine le cinse la vita
con il
braccio libero accertandosi di appoggiare la mano sul ventre
leggermente arrotondato di lei.
-
Ci sparlano dietro queste due pettegole ecco cosa fanno ancora
svegli. - Rispose Gilbert alla domanda rivolta in precedenza dalla
ragazza. Rimasero tutti insieme a parlare ancora per un po' di tempo,
finché Antonio non si sentì chiamare da una
vocetta assonnata ma
piuttosto decisa.
-
Antonio, sarà meglio che ti sbrighi ad andare a sentire cosa
vuole,
altrimenti il tuo morosino si mette a strillare e sveglia tutto il
palazzo. - Lo spagnolo rise imbarazzato alla battuta di Francis prima
di congedarsi dal gruppo ed affrettarsi a raggiungere la sua camera
da letto.
-
Comunque sarebbe meglio se anche tu andassi a riposare adesso,
abbiamo fatto tardi stanotte. - Aggiunse Gilbert rivolto alla
ragazza. - Io arrivo fra poco, ho bisogno di farmi un bagno. Francis
la potresti aiutare a portare in camere della roba che abbiamo
portato via stasera dal suo camerino ? - Il ragazzo accolse con un
sorriso la proposta dell'amico e poco dopo si trovò ad
armeggiare
con Eliza nel disperato tentativo di piegare un lunghissimo lenzuolo
bianco.
-
Non per farmi gli affari tuoi, ma che te ne facevi di un lenzuolo in
camerino ? - chiese Francis con un tono leggermente perplesso mentre
cercava di trovare il modo di riuscire a ordinare quella massa di
stoffa.
-
Veramente è un regalo che mi hanno fatto le mie amiche
quando hanno
saputo che lasciavo il Moulin Rouge. - la ragazza sorrise stringendo
dolcemente fra le mani un lembo del tessuto candido. - Ci hanno
ricamato sopra alcuni piccoli fiori e hanno detto che in questo modo
mi sarebbero sempre state vicine e mi avrebbero protetto. Sono state
davvero gentili, mi mancheranno molto alcune di loro. -
Sfiorò con
le dita sottili i piccoli boccioli ricamati con precisione e cura,
accarezzò la loro finta corolla rosa mentre continuava a
mantenere
inalterato il dolce sorriso che le si era dipinto in viso durante la
descrizione del prezioso regalo.
Francis
si accorse solo in quel momento di quella piccola chiazza di colore
che qualcuno aveva aggiunto al tessuto immacolato, strinse appena gli
occhi cercando di mettere ben a fuoco il delicato ricamo e, prima
ancora che riuscisse a formulare la domanda nella sua mente, Eliza
gli stava già fornendo la risposta.
-
Sì, li ha ricamati lui. - Il ragazzo alzò di
scatto lo sguardo e lo
incollo ai grandi occhi di lei, respirò affannosamente per
un paio
di secondi prima di iniziare a parlare.
-
L'hai visto? Stasera intendo, l'hai visto? Era con te? Con chi cazzo
è andato a letto stavolta ?! - il tono di voce dapprima
flebile era
cresciuto man mano che le parole gli uscivano di bocca, tanto che
Francis aveva praticamente urlato l'ultima frase in faccia ad Eliza
che si era limitata ad alzare un sopracciglio. Prima di rispondere
alle domande disordinate del suo padrone di casa, la ragazza
aspettò
qualche secondo in modo da farlo in parte calmare, ogni volta che si
entrava in quel genere di argomento diventava piuttosto intrattabile
e ciò era dovuto alla commistione di un'assurda gelosia
mischiata ad
una grande insicurezza.
-
Francis, calmati. Si, l'ho visto ma sono passata io da lui è
per
questo che abbiamo fatto così tardi. Non è venuto
al Moulin Rouge
stasera e ormai non ci viene quasi più, tanto lo sai
perfettamente
anche tu il vero motivo per cui aveva chiesto di essere assunto per
dare una mano dietro il sipario. Ha già trovato abbastanza
clienti e
perdere le serate in quel locale non gli servirebbe a molto. -
-
Certo che ha già trovato abbastanza clienti, ma che cazzo se
ne fa
di tutti quei vecchi maiali se ha anche un lavoro normale ? Per
questo che non trova tempo per me, si vede che lo pago troppo poco e
poi adesso ha cominciato a ricevere pure a casa, ma che bravo il
nostro Iggy davvero, complimenti vivissimi .. - lo sproloquio di
Francis fu brutalmente interrotto da un sonoro schiaffo di Eliza.
La
mano della ragazza andò a colpire con decisione la guancia
del
francese, il ragazzo di cui stavano parlando era una persona a lei
estremamente cara, si conoscevano ormai da alcuni mesi e si erano
affezionati molto l'uno all'altra, Eliza era la sola che conosceva
veramente Iggy, tanto che era l'unica a cui quest'ultimo avesse mai
detto il suo vero nome: Arthur.
-
Non è venuto a farsi sbattere da te perché il suo
fratellino non
sta bene. - La ragazza mormorò piano queste parole mentre le
si
stringeva il cuore al ricordo di quella gracile figura accovacciata
in un letto apparentemente troppo grande e dell'espressione
preoccupata del fratello maggiore. Arthur le aveva raccontato d aver
chiamato più volte il dottore in quei giorni e ormai quello
che
all'inizio era solo un brutto sospetto stava diventando un'angosciate
consapevolezza. Eliza venne risvegliata dai suoi pensieri da una
sgradevole quanto velenosa replica di Francis.
-
Certo che non sta bene, povero bambino con un fratello così
come mai
potrebbe ... - nuovamente la ragazza azzittì il suo
interlocutore.
-
Francis vedi di piantarla di fare lo stronzo. Probabilmente Peter ha
la tisi. -
Dopo aver sentito l'ultima frase detta dalla ragazza, Francis spalancò gli occhi per la sorpresa, rimase immobile qualche secondo vergognandosi di quello che aveva appena detto e pensato. Tenne lo sguardo fisso sull'aggraziata figura di Eliza che nel frattempo cercava di trattenere come meglio poteva le lacrime che avevano già cominciato a rigarle le guance.
-
Non volevo, io .. mi dispiace. - il francese mormorò quelle
poche
parole flebilmente, abbassando la testa. Elizabeta mosse qualche
passo verso di lui e lo abbracciò, lo strinse forte cercando
di
rassicurarlo, sapeva che Francis aveva detto quelle parole
inconsapevolmente e mosso dalla gelosia, conosceva bene il suo
padrone di casa e sapeva quanto in questo momento stesse soffrendo.
- Shh,
non lo potevi sapere. Adesso vedi di calmarti sul serio, se stai qui
a piagnucolare non aiuti nessuno. Perché non ti dai una
sistemata e
non lo vai a trovare al lavoro, dopotutto è un po' che non
vi vedete
vero ?! - Francis, prima di accennare qualsiasi tipo di risposta, si
lasciò confortare ancora un po' dall'abbraccio caldo della
ragazza.
Non appena i loro corpi si staccarono si prese qualche secondo per
osservarla. Gilbert aveva davvero buon gusto, Eliza era davvero
bella, sicuramente il loro bambino sarebbe stato uno splendore.
Francis si ritrovò a sorridere senza neppure accorgersene,
l'idea
che gli era stata suggerita non era affatto male, anzi avrebbe fatto
proprio così, sarebbe andato a trovare Iggy.
-
Ehm ehm – i due sentirono un distinto colpetto di tosse alle
loro
spalle. - Non per interrompervi sia chiaro, ma gradirei molto sapere
cosa ci fai appiccicato alla mia ragazza con quel sorriso da ebete
stampato sul grugno barbuto. - La voce appena irritata di Gilbert
alleggerì parecchio il clima che involontariamente si era
creato,
entrambi sorrisero divertiti alla volta del nuovo venuto che
liquidò
quella strana reazione con un gesto infastidito.
-
Stavo solo facendo dei piccoli test sui fianchi della tua ragazza. -
rispose ironico Francis prima di staccarsi definitivamente dal corpo
di Eliza. - e devo dire che le mie ricerche e i miei attenti studi mi
hanno portato a dedurre che .. - venne nuovamente interrotto dalla
voce dell'amico.
-
Ti hanno fatto dedurre che se non levi le zampacce da quello che non
è tuo io mi incazzo e dopo ... - Rendendo il favore
all'amico,
Francis completò la frase per lui.
-
e dopo speriamo che tuo figlio non prenda il tuo carattere
perché
altrimenti siamo tutti fregati. - Lui ed Eliza scoppiarono a ridere
mentre Gilbert, con il solito sorrisino strafottente stampato in
faccia, alzò elegantemente il medio in direzione del ragazzo
parigino.
________________
Parigi
a quell'ora era sempre parecchio trafficata, tutti avevano qualcosa
da fare e la maggior parte delle persone si muoveva rapidamente senza
badare a chi o cosa avessero intorno, la fretta che si era
impossessata del mondo ormai da quasi un secolo non lasciava
più
tempo alla calma e ormai ognuno come meglio poteva si era adeguato al
nuovo ritmo dettato dalla fiorente tecnologia.
Francis conosceva
bene la sua città, non aveva problemi ad orientarsi e
così scelse
di percorrere un numero imprecisato di sporchi vicoletti per
raggiungere la sua meta, in questo modo avrebbe sicuramente evitato
di perdere tempo imbottigliato in un mare di gente disorientata. Non
impiegò più di un quarto d'ora per arrivare a un
piccolo bar che
esteriormente non aveva nulla di diverso dalla miriade di
cafè che
continuavano a spuntare in tutta la capitale. L'unica eccezione era
rappresentata da un particolare cameriere biondo.
Francis sapeva davvero poco di Iggy e gran parte delle cose di cui era a conoscenza le aveva apprese per deduzione, quindi non rappresentavano poi una vera e propria scoperta. Per esempio visto l'assurdo accento del ragazzo Francis aveva subito capito che doveva avere origini anglosassoni, aveva inoltre scoperto da poco che aveva un fratello più piccolo al quale badare, per il resto le esigue informazioni in suo possesso riguardanti la vita dell'inglese le aveva sentite, per errore, direttamente da lui. Una sera l'aveva trovato ubriaco fradicio sotto casa sua, non aveva idea del perché il ragazzo fosse venuto a cercarlo, ma passarono insieme tutta la notte. Ubriaco Iggy era sicuramente molto più loquace e di compagnia, ma purtroppo in tutto quello che aveva detto non c'era un minimo senso logico, almeno per Francis. In quell'occasione il francese ottenne delle informazioni preziose tipo il lavoro diurno che il ragazzo inglese svolgeva in un piccolo bar, qualche intima informazione sui clienti che abitualmente frequentava e più volte sentì Iggy chiamare il nome di un certo Alfred. Chi fosse questo Alfred non lo sapeva nessuno, certo Francis non aveva mai chiesto spiegazioni al diretto interessato, ma la cosa strana era che neppure Eliza ne aveva mai sentito parlare.
Mosse qualche altro frettoloso passo in direzione dell'entrata del piccolo locale e non appena fu all'interno iniziò a cercare con gli occhi quel particolare cameriere biondo. Guardò attentamente tutte le persone presenti nell'angusto ambiente, ma di Iggy neppure l'ombra. Piuttosto sconcertato cercò di ottenere qualche informazione dagli altri dipendenti e dopo alcune veloci domande venne a sapere che il ragazzo non si presentava al lavoro ormai da una settimana. Il solito pettegolo di turno aggiunse anche che probabilmente era stato licenziato perchè il principale aveva scoperto qualcosa di scomodo su di lui, ma quale fosse di preciso la causa del presunto licenziamento non lo sapeva nessuno. Francis rimase in silenzio per alcuni secondi prima di sedersi ad un tavolino vicino alla porta e ordinare un caffè, forse quella bevanda forte gli avrebbe schiarito le idee e gli avrebbe fatto venire in mente qualcosa di utile per rintracciare il ragazzo inglese visto che, ironia della sorte, non aveva la più pallida idea di dove abitasse e di sicuro non glielo avrebbero mai e poi mai rivelato più che per rispetto della privacy per mancanza di informazioni, d'altra parte Iggy era un maestro a non lasciare la minima traccia che permettesse di poterlo rintracciare. Fin dalla prima volta che si erano incontrati Francis aveva subito capito che quel ragazzo era estremamente riservato, era anche convinto che quello con cui si presentava non fosse il suo vero nome, insomma che razza di nome è Iggy ?! D'accordo che gli inglesi sono rinomati per il loro pessimo gusto, ma quello non poteva assolutamente essere il suo nome. Non sapeva nulla di lui, nessun intimo dettaglio della sua vita, era anche certo che non avessero mai fatto veramente l'amore, Iggy era bravo a prendere le distanze anche in quel campo. Non c'era nulla di vero, era tutto palesemente costruito durante i loro amplessi a cominciare da quell'orrido rossetto rosso che Francis aveva ben presto incominciato ad odiare, ma che non aveva il coraggio di togliere dai colletti delle sue camicie. Si lasciò nuovamente trasportare dai ricordi, la prima sera che si erano incontrati pioveva a dirotto, faceva un freddo cane e lui era di pessimo umore.
Francis odiava il Moulin Rouge, preferiva di gran lunga trovarsela fuori la compagnia femminile, ma purtroppo per lui, Gilbert non era del suo stesso parere. Come tutte le volte l'amico l'aveva incastrato e, anche se controvoglia, adesso si ritrovava a vagare con la solita aria scocciata per l'enorme salone illuminato a giorno pieno di allegre ballerine molto poco vestite. Naturalmente la stragrande maggioranza di quelle sorridenti signorine fin troppo truccate svolgeva, oltre a quell'impiego, anche tutt'altro tipo di attività molto meno morale ma sicuramente più redditizia. Francis per principio odiava le puttane, rappresentavano tutto ciò che andava contro la sua filosofia di vita: l'amore; e con le prostitute non c'è l'amore ma solo squallido sesso.
Gilbert naturalmente, come al solito, si era bellamente fregato dei consigli suoi e di Antonio e ormai da alcuni mesi frequentava assiduamente il locale. Eliza gli aveva fatto perdere la testa ed era fondamentale per lui che si vedessero praticamente tutte le sere. In tutto questo Francis non aveva ben capito il ruolo che avrebbe dovuto svolgere visto che, finito lo spettacolo della ragazza, veniva gentilmente parcheggiato in qualche angolo dalla coppia di piccioncini bisognosa d'intimità. Francis solitamente s'intratteneva pochi minuti ancora dietro il sipario poi tornava a casa, ma quella notte successe qualcosa di totalmente inaspettato.
Aveva appena salutato Gilbert con le solite raccomandazioni da mamma che lui e Antonio gli facevano a turno e si stava preparando per andarsene quando notò un ragazzo biondo che non aveva mai visto. Incuriosito, anzi attratto da quella figura così fuori luogo dietro le quinte di un locale di can-can si avvicinò velocemente a lui. Quando le distanze fra di loro vennero ridotte appena ad una manciata di centimetri, Francis si fermò aspettando che il ragazzo si accorgesse della sua presenza. In quei pochi secondi il francese si concesse il lusso di studiare attentamente l'elegante fisionomia piuttosto minuta di quello che poi sarebbe diventato una vera e propria ossessione per lui. Aveva un fisico asciutto e fin troppo esile per essere un maschio, anche i tratti del viso erano piuttosto delicati, fatta eccezione per le sopracciglia oltremodo esagerate. Nel complesso la sua figura era armoniosa e altamente arrapante, ecco quello era l'aggettivo adatto per descrivere appieno il ragazzo che gli stava di fronte intento a contare una manciata di sgualcite banconote di piccolo taglio. Il fatto che fosse un maschio non era un problema per uno come Francis che da sempre era innamorato dell'amore, e l'amore, come spesso quest'ultimo spiegava ad Antonio, non è nè maschio nè femmina.
-
Fuck you, stupid old pervert. Here are missing 30 francs. - Solo dopo
aver esclamato queste parole il ragazzo si accorse della presenza di
Francis. - La pianti di fissarmi il culo ? - Chiese con tono
leggermente irritato mentre squadrava il suo interlocutore spuntato
da chissà dove.
-
Ti prego di scusarmi. - Bofonchiò un po' imbarazzato Francis
non
essendosi neppure reso conto di essersi soffermato un po' troppo su
una particolare zona del corpo dell'altro. Qualcosa lo attraeva in
maniera irresistibile in quel ragazzo arrogante, ma visto il suo
atteggiamento c'erano solo due possibili alternative: o si occupava
di gestire i guadagni di qualche ragazza o svolgeva lo stesso lavoro
di gran parte delle dipendenti del locale. - Non era mia intenzione
soffermarmi così insistentemente sul tuo .. ehm .. sederino.
-
Francis sorrise, ormai totalmente stregato dalle occhiatacce che
riceveva come risposta a qualsiasi suo comportamento. - Senti, che
fai di bello stasera ? - chiese stupendo più sé
stesso che la
persona con cui stava parlando. Insomma probabilmente quel ragazzo
era una puttana e lui gli stava chiedendo di passare la notte
insieme, stava facendo tutto ciò che si era categoricamente
vietato
e su cui aveva messo in guardia Gilbert. La risposta quasi ovvia del
ragazzo interruppe il filo dei suoi pensieri impedendo così
a
Francis di fare un ultimo tentativo per non impelagarsi in una
situazione che sarebbe, con il tempo, risultata estremamente
problematica, specie per lui.
-
Se vuoi stare con me stasera sappi che costo caro e da adesso ho
deciso che voglio il pagamento anticipato. - L'intensità del
suo
sguardo deciso fece crollare anche l'ultima fragile incertezza di
Francis che sfoggiando il consueto sorriso seducente chiese spavaldo
a quanto ammontasse il prezzo richiesto da quello strano ragazzo.
-
Vediamo .. diciamo che 150 franchi dovrebbero bastare. - La voce
ferma e sicura andò a contrastare lo sguardo attonito di
Francis,
insomma era una cifra decisamente alta. Prima che quest'ultimo
potesse protestare sulla somma fin troppo elevata, il suo
interlocutore prese nuovamente la parola.
- Non si
contratta, non abbasso il prezzo neppure di un franco, se ti sembra
troppo allora va a scocciare qualcun altro. - Era abituato a fare lo
spaccone e anche se aveva un disperato bisogno di soldi non si
vendeva per delle cifre irrisorie, insomma se doveva fare quel genere
di lavoro per far quadrare i conti almeno voleva guadagnare
abbastanza, la sua sottomissione costava caro. Francis stette in
silenzio ancora per qualche minuto, poi accettò.
-
Vada per 150 franchi, spero almeno che tu valga tutti questi soldi. -
Prima di frugarsi nelle tasche della giacca per recuperare il
portafogli fece un rapido occhiolino a quella che sarebbe stata la
sua compagnia per quella notte. Contò velocemente le
banconote e
sopperì alla mancanza degli ultimi franchi aggiungendo un
paio di
arrugginite monetine. Porse il consistente mazzetto di soldi al
ragazzo davanti a lui e aspettò con impazienza che
quest'ultimo
contasse nuovamente il denaro. Al termine dell'imbarazzante
operazione i due si fissarono negli occhi ancora una volta.
-
Va bene, seguimi. - Il ragazzo più piccolo fece un lieve
cenno al
suo nuovo amante, lo condusse in un angusto alberghetto sporco poco
distante dal Moulin Rouge. Entrarono da una porta sul retro e ben
presto si trovarono in una stanzetta scarsamente ammobiliata, solo un
letto e un comodino mezzo rotto riempivano lo squallido ambiente, ma
almeno le lenzuola sembravano lavate di fresco.
-
Ah, è qui che vivi ? - Chiese incuriosito Francis mentre
studiava il
povero ambiente polveroso.
-
No. Qui è dove lavoro. - Rispose l'altro precedendolo e
accendendo
la piccola lampada appoggiata sul comodino. La fioca luce
illuminò
l'ambiente donando, con la sua tenue luce giallastra, un po'
più di
calore a quello sporco angolo di Parigi. - Non è un
granché, ma è
pulito. - Precisò il ragazzo prima di sedersi sul letto.
-
Perfetto allora. - Sorrise Francis mentre una strana sensazione di
disagio si faceva sentire alla bocca dello stomaco. C'era qualcosa di
strano in quel ragazzo, pochissime persone avevano il potere di
agitarlo e lui lo stava decisamente mandando in confusione. Gli si
piazzò davanti continuando a fissare quegli enigmatici occhi
verdi.
-
Cominciamo ? - Chiese con voce suadente la piccola figura accoccolata
sul morbido materasso. Il tono che aveva usato era totalmente diverso
da quello precedente e Francis stentava quasi a credere che quella
carezzevole parola lasciva fosse stata pronunciata dalla stessa
persona che aveva incontrato poco prima. Gli sorrise nuovamente
mentre il desiderio di fare l'amore con quello strano ragazzo
cresceva ogni minuto di più, tanto che ormai stava iniziando
ad
essere evidente un leggero rigonfiamento nel cavallo dei suoi
pantaloni.
-
Certo, ti lascio carta bianca .. emh ehm .. come ti chiami ? - La
domanda arrivò così inaspettata che l'inglese ne
rimase spiazzato,
nessuno gli aveva mai chiesto il suo nome, almeno mai prima di un
rapporto, di solito quella parte se la riservavano per il post-sesso
mentre si rivestivano frettolosamente. Scosse leggermente la testa
come a volersi riprendere dalla sorpresa poi rispose con voce
piuttosto lasciva.
-
Puoi chiamarmi Iggy e non voglio sentire commenti relativi al mio
nome. - Tagliò corto liquidando la domanda come la maggior
parte di
quelle che gli venivano rivolte, era abituato a rispondere in modo
laconico, fornendo il minor numero possibile di informazioni e
dicendo sempre solo una mezza verità se non una bugia vera e
propria. Non avrebbe mai permesso a nessuno dei suoi clienti di
violare anche la sua vita, avevano già il suo corpo con cui
divertirsi.
-
Ok, io sono Francis, non sei di queste parti vero ? - La sua
curiosità l'aveva spesso cacciato nei guai, ma era un
qualcosa a cui
non riusciva proprio a resistere specie se la persona in questione lo
interessava. Si scambiarono ancora un breve sguardo poi, più
perché
aveva già pagato che per altro, Iggy decise di rispondere
anche a
questa domanda.
-
Infatti, non sono di qui e non mi piace neppure questo posto. -
Nuovamente non concesse alcuna informazione riservata a parte un
inutile parere su Parigi. Si stava decisamente irritando, odiava fare
conversazione specie in circostanze del genere. Squadrò il
suo
interlocutore e forse lo vide veramente per la prima volta. Era
abituato a non soffermarsi mai molto sulla fisionomia dei suoi amanti
anche perché la maggior parte di loro era composta da uomini
piuttosto grandicelli e non particolarmente attraenti. Quello che
aveva davanti invece era un uomo molto giovane, di sicuro avevano
solo un paio d'anni di differenza, e dovette ammettere che era
davvero di bell'aspetto. Almeno per quella sera non avrebbe dovuto
tenere gli occhi obbligatoriamente chiusi, ma con la fortuna che
aveva c'era sempre la possibilità che il bel francesino
fosse un
pervertito. Sbuffò appena cercando di scacciare quel
pensiero,
quella sera non era proprio in vena di strani giochetti schifosi.
-
Sei inglese vero? - Le parole pronunciate improvvisamente da Francis
lo fecero sobbalzare, era totalmente perso nei suoi pensieri e non si
sarebbe aspettato che qualcuno riuscisse ad indovinare così
facilmente la sua nazionalità. La lunghissima pausa che
seguì
quella semplice affermazione e la sguardo piuttosto spaurito di Iggy
non lasciarono dubbi in merito alla risposta. Per la prima volta
l'avevano preso così alla sprovvista che non era riuscito a
simulare
nulla che non fosse altro che la verità. Era inglese fin
dentro
all'anima, amava l'Inghilterra e sentiva un disperato bisogno di
tornare a casa, ma al momento le sue precarie condizioni economiche
gli impedivano qualsiasi possibilità di ritorno, in
più adesso
doveva pensare solo ed esclusivamente al suo fratellino. Rimase in
silenzio ancora qualche secondo mordicchiandosi il labbro inferiore,
quasi fosse indeciso sulla prossima mossa, era in evidente
difficoltà
e per quanto il fatto che quel Francis sapesse la sua
nazionalità
non rappresentasse un'informazione così personale, si
sentiva in
qualche modo violato. Non voleva mescolare sé stesso al suo
sporco
lavoro, per questo non concedeva mai dettagli della sua vera vita,
anche il nome era una cosa troppo personale e non avrebbe mai
permesso a nessuno di scoprirlo.
-
Indovinato, sei piuttosto perspicace ... Francis giusto ?! - Il tono
di voce era tornato quello sicuro di prima, ma i suoi occhi tradivano
ancora un certo nervosismo che il francese non mancò di
notare.
L'aver messo così in crisi quella figura apparentemente
così
inarrivabile gli aveva conferito una sorta di strana fiducia e adesso
si sentiva come rassicurato da quella inaspettata reazione.
-
Nah .. è che prima, mentre contavi i soldi, ti ho sentito
parlare in
inglese allora ho supposto che fossi straniero, sai Parigi in questo
periodo è piena di gente che arriva da tutte le parti
d'Europa. -
Sorrise, cercando forse di dare un po' di conforto a quel ragazzo che
gli era apparso, anche se solo per pochi secondi, così
fragile.
Senza neppure pensarci si chinò appena in avanti e
catturò con un
unico movimento veloce le labbra morbide dell'inglese. La risposta
non tardò ad arrivare e mentre era intento ad accarezzare
con la
lingua la pienezza di quella soffice bocca, sentì il dolce
sapore
del compagno. Il bacio diventò ben presto molto
più profondo e i
due si trovarono avvinghiati sul materasso intenti a divorarsi a
vicenda. Francis non sapeva con esattezza se ciò che stava
facendo
il suo amante fosse dettato dall'esperienza o dalla stessa passione
di cui lui stesso era caduto vittima, ma non ebbe il tempo di
soffermarsi troppo su questo pensiero. Le sue mani, avevano infatti
preso a vagare bramose sul corpo asciutto di Iggy e continuavano a
soffermarsi impazienti sulla rotondità appena accennata del
sedere
sodo di quest'ultimo.
-
Adesso rilassati e lasciami lavorare. - Queste poche parole vennero
pronunciate direttamente all'orecchio di Francis e furono seguite da
un'umida lappata. Il francese non potè far altro che
guardare
curioso il ragazzo più piccolo allontanarsi da lui, lo
seguì con lo
sguardo sollevando appena la testa e lo vide frugare frettolosamente
nel piccolo cassetto del traballante comodino. Udì una
flebile
imprecazione in inglese che non riuscì però a
decifrare e
all'improvviso si ritrovò con due occhi verdi puntati di
nuovo
addosso.
-
Ti piace il sesso orale vero ? - La voce calda dell'inglese fece
sembrare la frase appena pronunciata molto più romantica,
almeno
alle orecchie di Francis che annuì vigorosamente alla
domanda che
gli era stata appena rivolta.
-
Pensavo che per questo genere di cose si dovesse pagare un extra .. -
Aggiunse poi Francis non perché avesse qualcosa da ridire in
merito
alla proposta, ma più che altro per il fatto che era
completamente
al verde dopo aver pagato l'esorbitale parcella. Venne però
interrotto prima di poter completare la frase.
-
In teoria sì, ma ho finito la vaselina e non ho alcuna
intenzione di
farlo a secco, quindi vedrò d'impegnarmi affinché
tu ne faccia
davvero tanta. - Il francese rimase davvero sbigottito da queste
parole, ma la cosa che lo colpì maggiormente fu quello che
successe
immediatamente dopo. Infatti Iggy si mise di nuovo a ravanare nel
cassetto finché non ne estrasse un piccolo cilindro
argentato,
questa volta il gesto venne accompagnato da un piccolo mugolio
d'approvazione. Francis intanto stava cercando di scoprire a cosa
servisse l'oggetto apparentemente inutile che il compagno aveva
recuperato, ma non appena capì di cosa si trattasse non
poté
evitare di fare una domanda.
-
Scusa la mia ignoranza, ma che cosa dovremmo farcene di un rossetto
?! - Mentre formulava la domanda inclinò appena la testa di
lato
cercando di cogliere qualche dettaglio utile dalle espressioni
enigmatiche di Iggy. Quest'ultimo sentendo quelle parole si
girò
verso di lui e sfoggiando un ostentato sorriso seducente rispose
velocemente.
-
Tu proprio niente, serve a me. - Entrambi spostarono lo sguardo sul
piccolo contenitore che, dopo essere stato aperto, rivelava il suo
morbido contenuto. Francis era decisamente confuso, all'inizio aveva
pensato a uno scherzo, forse quello strano ragazzo si voleva
divertire a prenderlo un po' in giro, ma ancora una volta fu
costretto a rivedere le proprie convinzioni. Dopo aver fatto un
veloce respiro Iggy appoggiò il trucco alla bocca e con
poche
lascive mosse dipinse completamente le sue labbra che da rosa
diventarono rosso acceso. Francis da parte sua non avrebbe saputo
dire se fosse più eccitato o sconvolto, non aveva mai visto
un
ragazzo mettersi il rossetto e soprattutto non in quel modo.
Squadrò
per una manciata di istanti il viso dell'inglese che grazie a quella
macchia brillante di colore si era trasformato così tanto.
Non
sembrava più neppure la stessa persona, ma prima che potesse
formulare qualsiasi altro tipo di pensiero razionale, Iggy prese in
mano la situazione, letteralmente. Francis sentì le calde
mani del
ragazzo insinuarsi sotto la stoffa spessa dei sui pantaloni,
avvertì
un'eccitante brivido non appena le dita dell'altro sfiorarono la sua
virilità ancora imprigionata nella scura biancheria intima.
Bisognoso di ricevere attenzioni più dirette
aiutò il compagno a
liberarlo dall'impiccio dei vestiti e pochi secondi dopo
trovò il
paradiso nella bocca di uno sconosciuto.
Non
gli piaceva perdere tempo, quindi non appena vide che il suo nuovo
cliente era pronto afferrò con dolcezza la base del suo pene
già
eretto e avvicinò con calcolata lentezza le sue labbra
dipinte verso
la voglia dell'uomo. Dapprima si limitò a piccoli baci,
alternati a
veloci lappate riservate solo alla parte più sensibile. I
mugolii
impazienti che riusciva a strappargli lo aiutavano a preparare la
mossa successiva e non appena il francese iniziò a spingere
il
bacino verso di lui, cercando una soddisfazione più
profonda, decise
di accontentarlo accogliendo la maggior parte dell'asta dell'uomo
nella sua bocca. Chiuse gli occhi, era schifosamente umiliante fare
pompini, ma stavolta non aveva avuto altra scelta. Iniziò a
muoversi
ritmicamente su e giù per tutta la lunghezza del suo amante
muovendo
la lingua per stimolare le zone più sensibili. Il pesante
strato di
rossetto applicato in precedenza lasciava ad ogni passaggio delle sue
labbra una sottile traccia rossa, Iggy cercò di essere
piuttosto
veloce e non appena sentì che gli ansimi dell'uomo si
facevano
sempre più affannosi e alti e che i suoi muscoli stavano
iniziando a
contrarsi si preparò psicologicamente a non spostarsi.
Doveva
assolutamente reprimere la sensazione di nausea che aveva e riuscire
a trattenere in bocca più liquido che poteva.
Francis
rimase piuttosto stupito dall'inaspettata bravura del ragazzo tanto
che non ci mise molto a riversare il suo orgasmo direttamente fra
quelle labbra che avrebbe preferito baciare, specie in un momento del
genere. Si concesse qualche secondo per riprendersi dalle
coinvolgenti sensazione che quel contatto gli aveva regalato.
Succhiò
avidamente l'aria calda e pesante che aleggiava nella piccola
stanzetta poi si puntellò sui gomiti per riuscire ad alzare
la
schiena dal materasso. Voleva vederlo quasi come se avesse paura di
essersi immaginato tutto. Non appena sollevò il capo i suoi
occhi
incontrarono quella gracile figura accucciata fra le sue gambe
intenta a succhiarsi velocemente le dita in modo da ricoprirle
abbondantemente di sperma. Era sporco in più punti, colpa
del
rossetto sbavato, e Francis immaginò che la sua
virilità fosse
conciata poco meglio; vedere quella sottile traccia rossa
eccitò
incredibilmente il francese che tentò di guadagnare una
più
decorosa e comoda posizione seduta. Fu però bloccato nel
movimento
dalle mani di Iggy che si erano nuovamente appoggiate sul suo pene,
ora quelle dita leggere e sporche lo stavano accarezzando con
delicatezza risvegliando la sua voglia. Passò meno di un
minuto e
Francis era di nuovo pronto, l'inglese ritrasse le mani, si
spogliò
velocemente andando infine ad appoggiarsi a cavalcioni sul bacino
dell'uomo che rimase immobile a fissare gli eleganti movimenti di
quell'audace ragazzetto. Lento Iggy si appoggiò alla sua
virilità
gonfia strofinandosi un paio di volte sopra di essa, poi, aiutandosi
con una mano, iniziò a farlo scivolare dentro di
sé. Non fece male,
almeno non tantissimo, ma l'eccessiva foga con cui il francese dava
il ritmo rendevano il tutto piuttosto doloroso. Raramente riusciva a
rilassarsi durante un rapporto, ma questo poco interessava ai suoi
clienti anzi più era stretto e contratto più
questi si divertivano
a sfondarlo. Chiuse gli occhi sperando come sempre che finisse il
prima possibile quando improvvisamente sentì le ditta
dell'uomo
carezzargli la schiena.
-
Ehi, tranquillo, va tutto bene. Preferisci che aspettiamo un secondo
così riesci a rilassarti un po' ? - Iggy riaprì
gli occhi sorpreso
sia dal gesto di tenerezza sia delle parole dell'uomo, da quando
aveva iniziato quel genere di lavoro nessuno aveva mai fatto una cosa
del genere per lui. Non era più abituato alle coccole
così come
aveva praticamente accantonato l'idea di potersi godere anche uno di
quei rapporti che concedeva solo per soldi e questo insolito
comportamento lo stava totalmente spiazzando. Non si ricordava
neppure più l'ultima volta che aveva fatto davvero l'amore,
da
quando Alfred non c'era più aveva accantonato l'idea
dell'amore e
l'unica cosa a cui puntava era di ritornarsene a Londra con suo
fratello. Francis, così almeno aveva detto di chiamarsi, lo
stava
mettendo in seria difficoltà, non poteva assolutamente
concedersi il
lusso di provare qualche genere di sentimento verso i suoi clienti e
non sarebbero certo state due carezze a comprarlo anche se per
sentirsi amato si sarebbe fatto volentieri scopare gratis. Scosse
velocemente la testa cercando di dare una convincente risposta
negativa alla domanda che gli era stata posta, ma Francis comunque
rimase fermo aspettando di vedere il suo amante un po' più
rilassato. Allungò le braccia appoggiando le mani sulle
spalle esili
dell'inglese, esercitò una lieve pressione verso il basso
portando
così il ragazzo ad appoggiarsi al suo petto.
Rovesciò
successivamente le posizioni e dopo aver regalato ad uno sconvolto
Iggy uno sfavillante sorriso iniziò nuovamente a spingere
dentro di
lui. Francis cercò di usare la massima delicatezza
possibile, ma fu
difficile mantenere tale proposito, infatti ben presto riprese il
ritmo dell'inizio constatando però che il suo amante si era
notevolmente rilassato. Non appena si sentì nuovamente
vicino
all'orgasmo impugnò la virilità dell'inglese ed
iniziò a
massaggiarla vigorosamente tanto che dopo pochi rapidi movimenti
precisi quest'ultimo di riversò nella mano dell'altro
emettendo un
suono piuttosto acuto. Sentendo l'orgasmo del compagno Francis
sorrise soddisfatto di sé stesso per poi concentrasi sul
meraviglioso calore che il corpo di Iggy gli trasmetteva.
Bastò una
lieve contrazione dei muscoli del ragazzo più piccolo per
portare
Francis direttamente all'apice, senza tanti complimenti
assestò
alcune spinte piuttosto violente venendo infine dentro quel
meraviglioso calore.
Rimasero
nudi e ansimanti ancora per qualche altro secondo, immobili,
impegnati a regolarizzare il respiro e a smettere di ansimare. Era
stato un rapporto decisamente coinvolgente per entrambi e
l'intensità
che avevano provato in quei momenti lasciava ora il posto ad un
pesante torpore. Francis aveva incominciato ad accarezzare con
delicatezza i morbidi capelli chiari del suo amante, ora leggermente
umidi per via del sudore. Lo guardava respirare con gli occhi chiusi,
ancora appoggiato sul suo petto. Il calore dei loro corpi attaccati
era ancora forte, ma stava pian piano scemando, presto avrebbero
iniziato a sentire un po' di freddo. Iggy era abbastanza frastornato,
più per il comportamento atipico del cliente che per il
rapporto in
sé. L'aveva prima coccolato e poi si era anche preso il
disturbo di
fargli avere un orgasmo, Il problema più grosso era un
altro: gli
era piaciuto. Questo infrangeva tutti i limiti che si era fissato nel
momento stesso in cui aveva deciso di tirar su un po' di soldi in
questa schifosa maniera. Non sapeva se provare commiserazione o
disgusto per sé stesso, ormai non si riconosceva neppure
più, una
volta aveva dei sogni, una vita, un ragazzo .. una volta era felice.
Improvvisamente la voce calda e ovattata del suo nuovo cliente lo
riportò alla realtà.
-
Sì, decisamente li vali tutti 150 franchi. -
Mormorò il francese
continuando a passare le dita fra le ciocche bionde del ragazzo
più
piccolo che per tutta risposta fece un piccolo sbuffo.
-
Posso farti una domanda ? - Continuò Francis con lo stesso
tono
carezzevole di prima. Iggy emise un brontolio infastidito, ma
perché
erano tutti fissati con le domande, possibile che dovesse sempre aver
a che fare con della gente impicciona ?! Adesso chissà quale
assurda
idea stava frullando nella testa di quel citrullo biondo che era
riuscito, dopo tanto tempo, a fargli riscoprire almeno in parte le
gioie del sesso.
-
Immagino di sì. - Rispose con voce piatta e decisamente ben
poco
entusiasta.
-
Non che non mi sia piaciuto, ma perché il rossetto ? - Ecco,
lo
sapeva che alla fine sarebbe andato a parare da quelle parti, lui
stesso si rendeva conto che quello che aveva fatto era piuttosto
strano quindi era inevitabile dare un spiegazione. L'aveva
già messo
in conto fin dall'inizio, ma non sapeva come rispondere, magari a lui
avrebbe potuto dire la verità, anche solo per ringraziarlo
di non
averlo trattato come una puttana. Fece un respiro profondo prima di
rotolare via da sopra il corpo caldo dell'uomo, si sdraiò
vicino a
lui in modo da poterlo guardare negli occhi.
-
Mi dà l'impressione di non essere io. - Abbasso di poco lo
sguardo,
era imbarazzato. Stava rivelando a qualcuno una piccola parte di
sé
e aveva paura di essere giudicato o peggio deriso. Si costrinse a
risollevare lo sguardo e incrociò l'espressione leggermente
confusa
di Francis. Un altro profondo respiro introdusse una spiegazione
più
approfondita. - Non metterei mai il rossetto, quindi facendolo
è
come se mettessi una sorta di protezione sulle mie labbra, lo so che
è stupido, ma ho l'impressione di non toccare direttamente
quello
che mi metto in bocca, è una sarta di barriera fra la mia
bocca e il
resto. - Rimase fisso in quegli occhi azzurri pronto a fronteggiare
qualsiasi tipo di reazione negativa. Invece rimase stupito ancora una
volta, dopo avergli regalato l'ennesimo sorriso, Francis lo
baciò
nuovamente. Un bacio veloce, quasi a stampo se non fosse stato per
quella piccola lappata finale, qualcosa di dolce, di intimo, qualcosa
che non si spreca per una puttana.
-
Penso che tu sia davvero un bravo ragazzo, ti assicuro che mi
interesserebbe molto sapere come sei finito a fare questo mestiere,
ma sono altrettanto sicuro che non mi risponderesti quindi, almeno
per il momento, mi accontento così. Ti andrebbe di fare un
bagno ? -
Iggy a quelle parole gentili sorrise imbarazzato poi indicò
una
porta in un angolo della stanza.
Francis avrebbe voluto sapere ancora molte cose di quel ragazzo, ma non avrebbe mai ricevuto le risposte sperate nemmeno nei loro incontri successivi. Da quella sera aveva iniziato a vivere con l'ossessione di Iggy, lo cercava continuamente, spendeva i suoi scarsi risparmi per comprare qualche ora del suo tempo e si stava accorgendo ogni giorno di più di essere innamorato di lui. Il loro primo incontro fu sicuramente quello più intimo, Iggy piano piano aveva cominciato a fidarsi di lui, ma non abbastanza da ritenerlo meritevole di entrare a far parte della sua vita reale, quella in cui viveva al di fuori della calda e lasciva notte parigina. Ultimamente però i loro incontri erano diventati sempre meno frequenti, Iggy era sfuggente e nervoso, spesso saltava gli appuntamenti che si davano ed era sempre più difficile da rintracciare. Francis aveva provato a cercare di scoprire quale fosse il problema, ma il ragazzo non gli aveva concesso nessun genere d'informazione. Adesso però aveva assoluto bisogno di trovarlo, doveva parlargli e riuscire in qualche modo a farsi spiegare la situazione, la cosa sarebbe stata sicuramente vantaggiosa per entrambi.
Mentre
stava sorseggiando l'amaro liquido scuro a Francis venne
un'illuminazione: Eliza. La ragazza infatti gli aveva detto di essere
passata a casa sua la sera precedente e forse con un po' di fortuna
sarebbe riuscito a farsi dare l'indirizzo, anzi meglio chiedere
direttamente a Gilbert, meno domande e risultato più sicuro.
Lasciò
direttamente sul tavolo i soldi necessari a pagare la consumazione e
si ritrovò a compiere a ritroso il percorso di vicoletti
intrapreso
meno di un'ora prima.
Entrò in casa come una furia, piuttosto trafelato e con piccole gocce di sudore che gli colavano lente lungo il viso dai lineameti morbidi. Nonostante il caldo aveva corso per impiegare il minor tempo possibile. Trovò solo Lovino ad accoglierlo nel salotto, il ragazzo italiano lo guardava sbigottito, sicuramente non si asepttava quel genere d'incursione, tanto che era rimasto immobile con il biscotto che stava mangiando ancora per metà stretto fra le labbra.
-
Ciao Lovi, fatto tanta nanna ? - Chiese con voce fin troppo dolce
Francis. Quasi tutti in casa avevano l'abitudine di trattare e
rivolgersi all'italiano come se avessero a che fare con un bambino.
Il padrone di casa forse si soffermò qualche secondo di
troppo sul
sedere sodo del suo ospite che girava deliberatamente in mutande. Lo
sguardo stizzito che gli venne rivolto come risposta
confermò a
Francis la sua supposizione e dopo aver sorriso candidamente al
ragazzino continuò. - Sai dov'è Gilbert ? -
chiese ansioso
ricordandosi improvvisamente il motivo del suo anticipato ritorno a
casa.
Lovino si limitò ad alzare svogliato le spalle per poi
alzare rapido il braccio indicando la porta della sua camera da letto
che proprio in quel momento si spalancò mostrando la figura
altezzosa di Gilbert tutto tirato a lucido per affrontare
un'impegnativa giornata di lavoro.
-
Hey, buon giorno, senti Gilbert ti vorrei chiedere una cosa
importante, hai due minuti per me? - chiese Francis cercando di
apparire il più rilassato possibile, insomma non voleva che
tutti
capissero quanto quel dannato inglese lo avesse coinvolto.
-
Ciao, no mi dispiace adesso non posso badarti, sono già in
ritardo e
visto che non è la prima volta rischio di essere licenziato
se non
vado subito. - Il tono del ragazzo era abbastanza irritato, odiava
lavorare, ma con un bambino in arrivo ed Eliza a carico non potevano
esserci alternative. Superò velocemente Lovino dopo averlo
salutato
con un breve cenno del capo oltrepassò anche Francis. Si
fermò però
un momento sulla soglia rivolgendosi nuovamente all'amico.
-
Il suo indirizzo te l'ho scritto in un foglietto di là in
cucina, ho
pensato che magari ti poteva servire, ci vediamo stasera e mi
raccomando Lovino tieni d'occhio Eliza. Buona fortuna Francis. -
Dette queste parole il ragazzo si chiuse la porta alle spalle, a
Francis non restava altro che trovare l'indirizzo riportato sul
piccolo pezzo di carta.
_______ Fine primo capitolo _
Grazie
a tutti per essere arrivati fin qui.
Spero di leggere tanti vostri
commenti e ci sentiamo presto.
Un bacio a tutti, alla prossima <3