Crossover
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Autore: HHS_892    25/07/2010    3 recensioni
[...]Mettiamo le cose in chiaro: non ho la super forza, non sono super figa, non ho poteri, non ho abilità straordinarie, non sono un'intelligentona e conduco una noiosa vita normale[...]
L'estate è cominciata, c'è chi ha appena finito gli esami e deve fare serie decisioni sul proprio futuro rinunciando ai divertimenti dell'infanzia. La protagonista di questa storia è una ragazza che si è stancata di seguire il proprio sogno, ma uno strano giorno si troverà in un luogo dove la sua speranza e la sua fantasia protrebbero riaquistare vigore.
I personaggi di fantasia presenti in questa storia sono di viaria "entità" (tra cui Buffy e anime/manga/fumetti vari) e alcuni sono solo comparse.
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Fumetti, Telefilm
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 – Devi farlo
 
Proprio come era cominciata quella mattina, Agata tornò nel dormitorio, esausta si sdraiò sul letto per poi rialzarsi nuovamente per portarsi in bagno. Dopo una lunga doccia cambiò gli abiti e aspettò che l’ora finisse per incontrare Buffy…
 
«Buon giorno Cacciatrice!» nel suo ufficio un uomo corpulento di mezza età salutò Buffy che era appena entrata.
«Ciao Jordan, ci sono novità?»
«No, la solita routine. A proposito, come và la ricerca delle cacciatrici? Quelle che ho trovato vanno bene?»
«Si, tutte tranne una.»
«Agata, giusto? Adesso che ci penso, dovrei incontrarla tra un quarto d’ora.»
«La vado a prendere io, ma prima vorrei sapere perché l’hai ammessa.»
L’uomo emise una lieve risata, aprì la finestra e accese una sigaretta.
 
Scesi le scale del dormitorio, avevo le ossa a pezzi e i muscoli doloranti, il dolore però  era niente in confronto alla sete di curiosità. Finalmente stavo per sapere la verità e magari sarei tornata a casa per riprendere la mia noiosa routine.
Sceso l’ultimo scalino incrociai lo sguardo di Buffy, in confronto a poche ore prima adesso sembrava una donna tranquilla, aveva anche uno strano sorrisetto e si comportava in maniera gentile. Questo veloce cambiamento mi lasciò perplessa per tutto il tempo della strada fino a quando non arrivammo di fronte ad una porta in legno massiccio. La porta era decorata con scene di lotta tra individui alati che non avevano niente a che vedere con figure di angeli o demoni che si vedevano nei quadri.
«Io non posso entrare perché ho una lezione con altre ragazze, ma tu vai pure, il direttore ti aspetta.»
Annuii e dopo averla salutata entrai nell’ufficio.
«Benvenuta Agata!» il fantomatico direttore della fantomatica accademia (sempre se si può considerare tale) si alzò dalla sedia in pelle e allargò le braccia «Accomodati!».
Avevo l’impressione di trovarmi di fronte a Babbo Natale in versione giacca e cravatta coi capelli brizzolati e con due cicatrici che partivano dalla fronte alla guancia destra.
«Salve…» dissi io, mi sedetti su una poltroncina di fronte la scrivania.
«Mi hanno detto che vuoi sapere perché sei qui.» si sedette anche lui.
«Si…»
«Perché?»
«Perché…» mi vennero in mente quelle ragazze atletiche e quei ragazzi strani della sera prima, provai rabbia e gelosia «… perché questa chiaramente non è un’accademia di scrittura, perché non sono un’atleta e perché non ho poteri!» esclamai nervosa.
Lui sorrise e prese un paio di fogli da un cassetto.
«Ogni tanto mando in dimensioni diverse dei moduli-»
Lo interruppi. «Dimensioni? Che genere di dimensioni?».
«Per dimensioni intendo “mondi diversi”, “dimensioni spazio-temporali”, “dimensioni alternative”, eccetera,  eccetera.»
«Quindi questa è una “dimensione alternativa”?»
«Vedo che ci sei arrivata. Comunque, dicevo, mando dei moduli per selezionare nuovi studenti che trovo perfetti per questa accademia. Scelgo solo quelli che mi hanno colpito o che hanno risposto eccellentemente a molte domande.»
«Allora le mie risposte erano eccellenti?»
«Stai scherzando? Erano pessime, ma molto divertenti e ridicole!» sfogliò i fogli ridendo.
Rimasi senza parole, nella vergogna assoluta.
«Poi la risposta alla domanda “Come hai trovato questo modulo?” mi ha fatto morire, “per colpa di una stronza”» continuò a ridere «quando mia moglie l’ha letto si è offesa, ma poi anche lei ha riso.»
Portai una mano alla bocca, avevo gli occhi lucidi e mi sentivo umiliata. «Era sua moglie a dare i moduli..?» dissi con voce tremante.
«Oh, no, una delle sue subordinate.».
Volevo alzarmi e andare via, in quel luogo ero capitata solo per farmi prendere in giro e non volevo rimanere un attimo di più.
«Agata.» divenne serio. «So quello che stai pensando, ma ti stai sbagliando.» prese la mia mano con fare paterno, «tu non sei qui per essere presa in giro. Tu hai qualcosa che tutti gli alunni di questa accademia non hanno, non sono i poteri o la forza fisica, è quello che hai nella tua mente che ti da forza.» mi fece alzare dalla sedia e andammo di fronte la finestra, da lì si riuscivano a vedere alcune stanze dell’edificio e la palestra. «Questa è davvero un’accademia, qui vengono i ragazzi degli altri mondi per imparare a governare la propria forza e i propri poteri, alcuni addirittura per iniziare gli studi e altri ancora per avere un posto dove andare.»
Rimasi in silenzio per ammirare ciò che vedevo.
«Agata, alcuni di loro hanno problemi più gravi di quelli che potresti avere tu. Molti di loro rischiano di scomparire. Come Giles ti avrà sicuramente spiegato i loro mondi e il tuo sono legati. Quando un autore scrive un libro, fa una sceneggiatura o disegna una storia non sta del tutto inventando gli avvenimenti perché sono già accaduti o accadranno.»
«E io cosa centro con questo?»
«Hai avuto la fortuna di aver trovato il modulo prima di altri, è raro che arrivi nella tua dimensione. Quando qualcuno riceve quel modulo le domande e l’intestazione cambiano a seconda dei desideri di chi risponde. Tu volevi diventare una scrittrice, ma le tue risposte alle domande erano stupide e orribili, questo significa che non ci credi più. Tuttavia non mi sono arreso, tu puoi fare qualcosa, non è molto, ma ce la puoi fare a salvarne una piccola parte.»
«Come?»
«Scrivi. Devi solamente scrivere. Devi conoscere questi personaggi e devi scrivere per loro e per i propri mondi.»
 
Agata continuò a guardare in silenzio fuori dalla finestra mentre lo sguardo del direttore si era posato su di lei.
«Cazzate.» fissò con uno sguardo di ghiaccio l’uomo e andò via furiosa.
Aveva già abbandonato la scrittura da molto tempo, non era più la sua passione e ormai odiava scrivere, perché avrebbe dovuto farlo? E poi, se ne avrebbe salvati pochi, gli altri sarebbero morti comunque. O tutti, o nessuno.
 
***
Ringrazio Day_Dreamer e sweetthings per le recensioni e per i complimenti, ringrazio anche coloro che leggono e che seguono questa storia!
Ci vediamo al sesto capitolo!
  
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