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Autore: lady lina 77    25/07/2010    7 recensioni
Sono passati sei mesi dalla sconfitta di Manson e di maschera di ferro e per d'Artagnan e i suoi amici è un periodo di pace... Il guascone è tornato a Parigi e può pensare tranquillamente ai suoi amici, alla sua carriera come moschettiere e al suo rapporto con Constance. Ma sarà davvero così? Una vecchia nemica sta tornando nella sua vita, più vendicativa e pericolosa che mai. E attraverso le sue macchinazioni, i suoi piani folli e criminali, le sue azioni sconsiderate, porterà i moschettieri a vivere nuove avventure, nuovi pericoli, nuovi dolori e nuove battaglie. E stavolta la loro nemica si insinuerà non solo a Parigi, i suoi tentacoli invaderanno la Francia intera, anche senza l'aiuto del Cardinale...
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi quì, con un nuovo aggiornamento! Ci ho messo un pò ma ho la scusante che questo capitolo mi è uscito molto lungo.

E' l'ultimo capitolo, a cui seguirà, tra pochissimo, l'epilogo di questa storia. Voglio finirla prima di partire per il mare, quindi la vedrete conclusa per il 7 agosto. Sono ispiratissima poi, quindi meglio approfittarne!

Ringrazio come sempre per le bellissime recensioni ricevute, sperando di riceverne ancora tante e che questo nuovo capitolo vi piaccia!

E come appena detto, vi saluto a fra POCHISSIMO con il finale!!!

Un bacione a tutti!!!






Resa dei conti



Fu il contatto fra la sua guancia ed il freddo pavimento a ridestarla...

Constance aprì gli occhi, dolorante, con la testa che sembrava scoppiarle da un momento all'altro dal male. Le sue membra erano fredde ed intorpidite, la sua mente sembrava annebbiata...

Ci mise un pò a mettere a fuoco l'ambiente che la circondava...

Con fatica si mise a sedere, volgendo piano il capo intorno a se. Era in una stanza dalle altissime pareti di pietra, probabilmente una soffitta di qualche castello o prigione adibita a contenere prigionieri. Non v'erano mobili a parte un pagliericcio che fungeva da letto e solo una piccolissima finestra in alto faceva penetrare una tenue luce, ma troppo flebile perchè illuminasse la stanza. Probabilmente il tempo, fuori, era ancora pessimo. Il gelo sembrava corroderle le ossa.

"Cosa mi è successo?" - mormorò fra se e se, cercando di riordinare le idee che in quel momento le sembravano fin troppo confuse. Era con d'Artagnan, si era rotta una parte della sella di Ronzinante e... E poi non riusciva a mettere a fuoco, proprio come quando aveva perso la memoria, l'anno prima...

Ma ad un tratto, dopo infiniti minuti di confusione, Constance sussultò. Nella sua mente l'immagine della scimmietta Pepe era apparsa come un lampo.

Fu in quel momento che dall'angolo buio della stanza, udì una fredda ed impersonale risatina.

E gli ultimi annebbiati ricordi della sua mente, presero la giusta direzione. Ora ricordava! L'inseguimento di Pepe e su, in cima a quella strada innevata, in mezzo alla tormenta, quegli uomini e lei... Milady...

La risatina malvagia proseguiva ininterrotta e Constance si voltò verso la direzione dalla quale proveniva.

I suoi pensieri e quella risatina aveva un'unica direzione: Milady!!!

E infatti si ritrovò davanti di nuovo la perfida dama che, appoggiata al muro con l'immancabile scimmietta sulle spalle, la fissava tranquilla.

"Era ora... principessina... Credevo non ti saresti più svegliata dal tuo sonno... E dire che questo posto non mi sembra così accogliente da schiacciare un pisolino! Mi sbagliavo evidentemente!" - disse divertita Milady in tutta calma, avvicinadosi alla ragazza.

Constance d'istinto arretrò contro il muro. Trovarsi da sola davanti a Milady era il peggior incubo che potesse capitarle. Si rese conto di quanto era stata sciocca a seguire Pepe senza avvertire d'Artagnan... Ora era lì, davanti ad una nemica mortale... Sola e senza speranza che suo marito sapesse dov'era stata portata, poteva scommetterci. "Milady! Ancora voi! Cosa volete da me, da noi?".

Milady le si avvicinò e le si inginocchiò davanti, accarezzandole con finto affetto la guancia. "Su Constance, fai la brava! Dovresti evitare di essermi così ostile e ricordarti di quanto in passato mi sia piaciuto giocare con te e i tuoi amichetti moschettieri! Sei stata un pesciolino facile facile da catturare, l'esca perfetta per tutti i tuoi compagni di viaggio. Ma se starai buona e collaborerai con me, ti garantisco che non ti capiterà niente!... Per un pò, ovvio...".

Constance la fissò negli occhi, senza togliere lo sguardo da quella donna malvagia. Collaborare? Preferiva la morte piuttosto! Milady era stata la causa di guai e dolore per lei, la regina Anna, suo padre e per i moschettieri. Era la donna che d'Artagnan temeva e la donna che su di lui aveva un ascendente strano... E poi... Milady l'aveva ridotta in fin di vita durante un attentato, Milady era arrivata a portare scompiglio e devastazione alla corte di Francia... E Milady – ormai ne era certa – era la causa di tutti i guai accaduti ultimamente a Parigi e a Nancy, compreso l'attentato a suo padre. La rabbia la invase, insieme a un concentrato di sfrontato coraggio. Con un gesto veloce morse la mano della sua nemica, che ancora riposava sulla sua guancia. "State lontana da me!".

Con un gesto veloce e un sussulto di dolore, Milady allontanò la mano da lei. Sanguinava... I suoi occhi si riempirono di odio e la sua mano partì, a dare un sonoro schiaffo in faccia a Constance... "Piccola sciocca, come hai osato?" - le sibilò, piena d'ira.

Per un istante calarono pesantemente gelo e silenzio nella cella...

Milady guardava Constance con occhi iniettati d'odio, Constance fissava Milady sbalordita ma non intimorita da quello schiaffo. No, non avrebbe permesso alla sua nemica di spaventarla, sarebbe stata forte e coraggiosa fino all'arrivo di d'Artagnan...

Si, perchè suo marito sarebbe arrivato a salvarla, ne era convita! E avrebbe sconfitto Milady, proprio come le aveva promesso il giorno del loro matrimonio...

"Chiedimi immediatamente scusa!" - le intimò furente Milady.

"No!". La voce di Constance era ferma e fredda. Aveva paura ma non avrebbe arretrato... Milady non l'avrebbe uccisa, a quella donna lei serviva viva, come esca per attirare in quel posto sperduto suo marito e gli altri moschettieri. Quindi, almeno per il momento non rischiava, almeno in teoria, nulla... E in forza di ciò, avrebbe reso difficile l'esistenza di Milady, avrebbe tenuto duro il più a lungo possibile.

Milady era più forte di lei, più scaltra, più veloce, più abile nell'uso delle armi e con un'intelligenza malvagia e fina...

Ma nemmeno lei era una sciocca ragazzina indifesa... Stavolta NO, Constance decise che non avrebbe avuto paura!

Milady la fissò con occhi iniettati d'odio. "A quanto pare, il matrimonio ti ha resa sfrontata e decisamente più stupida, vero Constance?". Disse quell'affermazione con una voce irritata, più che dalla mancata collaborazione della sua bionda prigioniera, da quell'anello che le aveva visto al dito quando l'avevano portata in quella cella. Era così che era venuta a sapere che d'Artagnan e Constance si erano sposati. Questo la irritava, la irritava terribilmente. D'artagnan... Come aveva potuto? E quella insulsa ragazzina, come aveva fatto ad ottenere quell'uomo come marito? D'artagnan era quanto di più coraggioso, forte e leale avesse mai incontrato. Un ragazzo molto giovane ma guidato da nobili intenti, non corrotto e incorruttibile. Un ragazzo forte che tante volte l'aveva battuta e tante volte l'aveva graziata. Un ragazzo... Un uomo che avrebbe voluto per se... Forse era solo attrazione fisica, forse era solo che ne era rimasta affascinata, forse era solo voglia di possesso... Era tanto diverso d'Artagnan dalle persone losche e sporche che la circondavano e che la usavano... Lui aveva sempre combattuto lealmente con lei... D'artagnan era da sempre stato suo nemico... E paradossalmente quello che, da quando era nata, l'aveva più rispettata...

E ora...

Quell'insulsa ragazzina bionda gliel'aveva rubato...

Sapeva che mai e poi mai d'Artagnan sarebbe stato suo, sapeva che da sempre era innamorato di Constance e forse per questo, in passato, si era tanto accanita contro di lei, sapeva anche che non ci sarebbe stato futuro per loro due...

Ma nonostante questo, irrazionalmente, vedere quella fede al dito di Constance l'aveva turbata e mandata su tutte le furie...

Quella ragazzina...

Una morte dolorosa, ecco cosa le avrebbe riservato...

E dopo di lei, il suo caro d'Artagnan l'avrebbe seguita nel mondo dei morti...

Oh si, si sarebbe vendicata...

Questa volta avrebbe battuto, con onore, il suo storico nemico...

E l'avrebbe ucciso, guadagnando fama e gloria alla corte spagnola...

E uccidendolo, battendolo finalmente, l'avrebbe dimenticato e tutta l'ammirazione che da sempre provava per lui sarebbe svanita, liberandola da quel dolce tormento...

Oh si... Milady pregustava già il dolce sapore di quella vittoria...

Mancava poco, molto poco...

Si avvicinò ulteriormente a Constance, fulminandola con lo sguardo. "Hai ancora poco, molto poco per essere così spudorata. Goditi il gioco finché puoi, perchè quando il tuo bello arriverà quì, tu vivrai l'inferno!".

"Tu non batterai d'Artagnan!" - replicò Constance con foga.

Milady si rialzò in piedi, imperturbabile. "Vedremo mia cara, vedremo...". Fece per avvicinarsi alla porta ma la voce di Constance la richiamò.

"Milady?".

"Cosa vuoi?" - rispose gelida la donna, senza voltarsi.

Constance si morse il labbro. "Perchè siete tornata, perchè avete fatto...?".

Milady si voltò verso di lei. "Vendetta mia cara, semplice vendetta! Che mi darà gioia e potere in questo paese! Voi che mi avete ostacolata, la pagherete tutti! E la Francia e le sue istituzioni che mi hanno voltato le spalle, tremeranno quando scatenerò una guerra fra loro e Spagna!".

"Voi siete folle, non ce la farete mai!" - ribatté Constance. Il suo tono tradiva però insicurezza. Milady era capace di fare cose del genere, sapeva che era così... 'D'artagnan, vieni presto...'.

Milady le sorrise freddamente. "Come ti ho detto... Vedremo...". Era intimorita Constance, lo capiva dal suo sguardo, dalla sua voce leggermente spezzata... Questo la inebriava di gioia e soddisfazione... Oh si, la vendetta stava cominciando col piede giusto...

Forte di queste convinzioni, uscì dalla stanza, chiudendo a chiave il pesante uscio della cella di Constance.

Poi accarezzò Pepe, legandole al collo un fiocchetto con allegato un messaggio. "Piccolina" – le sussurrò dolcemente – "porta questo messaggio a d'Artagnan! Lo voglio quì".

La scimmietta annuì e sparì da una delle finestre della torre in cui si trovavano.

Milady si affacciò e guardò l'animaletto scendere agilmente dalle pareti. Sorrise, fissando il vuoto davanti a se, mentre la neve continuava a cadere incessantemente. "Ti aspetto d'Artagnan, è ora della resa dei conti. E stavolta, vedremo chi davvero è il migliore fra noi!".



......



"D'ARTAGNAN, FERMATI!!!" - urlò Athos tenendo fermo, a fatica, il giovane moschettiere guascone – "Ragiona, non puoi uscire nella tempesta a cercarla, non sai nemmeno dove sia o cosa sia successo! Aspetta almeno che la tormenta si plachi un pò!".

"Non posso, non posso!!! LASCIAMI DANNAZIONE!!!". D'artagnan si divincolò dal suo compagno, cercando di liberarsi per prendere la direzione della porta della sua stanza alla locanda dove erano alloggiati, per uscire fuori a cercare la sua Constance. Non aveva la più pallida idea di cosa fosse successo, l'unica cosa certa era che aveva lasciato per pochi minuti sua moglie in una stalla per andare a cercare qualcuno per riparare la sella di Ronzinante e al suo ritorno... sparita...

Che Constance si fosse allontanata da sola dubitava... Non ne avrebbe avuto motivo, o comunque l'avrebbe avvertito...

E poi erano ore che era scomparsa nel nulla, era ormai notte fonda e la tormenta di neve infuriava... Doveva per forza essere successo qualcosa!!! E il fatto che Milady fosse probabilmente nei paraggi, non faceva che aumentare la sua angoscia e la sua ansia.

"D'artagnan, ragiona!". La voce pacata di Aramis tentò di spegnere l'ardore violento ed impaziente del guascone. "Forse Constance si è allontanata un momento per un qualsiasi futile motivo e poi si è fermata da qualche parte per ripararsi dalla bufera che è diventata violentissima! Facciamo calmare il tempo, se poi vediamo che non arriva, usciremo tutti a cercarla! Ora non avrebbe senso!".

"Già!" - annuì Porthos.

Rochefort sbuffò imbronciato. "Sempre detto io che le donne portano guai e problemi a portarsele dietro in missione!" - sussurrò fra i denti.

D'artagnan abbassò lo sguardo. I suoi amici avevano ragione ma non ce la faceva a stare lì fermo con le mani in mano. Constance era sparita! Era già capitato altre volte e sempre c'era stata Milady dietro a tutto. E gli esiti erano stati devastanti.

Era furente. Con la sua nemica e con se stesso, per aver lasciato da sola la moglie.

In quel momento un leggero ticchettio fece girare tutti verso la finestra.

Rochefort spalancò gli occhi. "Ma quella è...".

"E' Pepe, la scimmietta di Milady!!!" - gridò d'Artagnan correndo a spalancare la finestra. Se quell'animaletto era lì, allora i suoi peggiori sospetti circa la sparizione di Constance prendevano corpo. Milady aveva rapito sua moglie!

Il guascone spalancò la finestra, notando subito il foglietto legato al collo dell'animaletto.

Con poca grazia prese la scimmietta fra le mani, strappandole di dosso il messaggio che questa portava.

Col cuore in gola, d'Artagnan lo lesse...



"Tua moglie è nelle mie mani, caro d'Artagnan...

Se vuoi rivederla VIVA, vieni DA SOLO, sulla cima di Pic d'Anie!

Troverai un vecchio castello disabitato, tua moglie si trova lì, mia prigioniera.

Ti aspetta...

Ti aspetterò con ansia anch'io...

Milady".



"E' una trappola d'Artagnan, non caderci!" - intimò Athos a cui quella faccenda piaceva sempre meno.

Porthos si alzò dal letto, allacciandosi la spada al fianco. "Già, noi veniamo con te! Da solo non vai da nessuna parte mio caro, non se ne parla!".

D'artagnan liberò la scimmietta dalla stretta delle sue mani e dopo averla fatta uscire chiuse le imposte. Non gli andava di sfogare la sua rabbia e la sua frustrazione su un animaletto! Poi, con sguardo scuro si voltò verso i suoi amici. "No, mi vuole da solo e vado da solo. C'è in gioco la vita di Constance e tutti noi sappiamo quanto Milady può essere pericolosa se la si contraddice. Non me la sento davvero di rischiare la vita di mia moglie! Cercate di capirmi...".

"D'artagnan, ma è un suicidio!!! Non sai nemmeno chi ci sia in quel castello e sicuramente è una trappola!" - si oppose Aramis.

Il giovane guascone si mise il cappello in testa, il mantello e poi si avviò verso l'uscio. Non voleva sentire alcuna obiezione, aveva già deciso il da farsi e niente e nessuno l'avrebbe fermato! "Andrà tutto bene! Salirò lassù e libererò Constance. Ho già combattuto contro Milady e l'ho anche battuta! Ricordate?".

Porthos si fece serio. "Già, l'hai battuta, ricordo! Ma non sei mai stato capace di darle il colpo di grazia!".

D'artagnan strinse i pugni, mentre la rabbia verso se stesso aumentava. Porthos aveva ragione, quello era un aspetto di se di cui si vergognava. Il vacillare contro Milady, sempre... Ma no, stavolta sarebbe stato diverso. Era cresciuto, si era sposato, aveva promesso alla donna che amava che avrebbe battuto una volta per tutte la loro acerrima e pericolosissima nemica. Doveva dimostrare a se stesso e a Constance che era diventato un vero uomo, che mantiene la parola data! Non avrebbe più vacillato. Doveva andare lassù da solo per Constance... E per lui! Per avere la conferma che poteva farcela, che possedeva quel coraggio di porre la parola fine alle misfatte di Milady senza rimpianto alcuno. Per dimostrare a se stesso che non era incantato da quella donna malvagia. Era il suo terrore più segreto quella strana attrazione che lo legava a Milady... "Stavolta sarà diverso Porthos!" - disse sotto voce, uscendo dalla stanza. Voleva convincere lui e voleva convincere se stesso. E solo battendola avrebbe avuto le risposte che da tanto cercava...

"D'accordo d'Artagnan, va! Hai ragione, è la tua battaglia!" - esclamò Athos.

"Grazie! Sapevo che tu avresti capito...". Il guascone, senza voltarsi, uscì dalla stanza. Arrivò alla stalla e in sella a Ronzinante, si diresse verso i sentieri che portavano alla cima della montagna.

Nella stanza della locanda invece, sei occhi si voltarono furenti verso Athos.

"Ma perchè gli hai permesso di andare da solo?" - gridò Aramis al suo compagno, adirata.

Athos si voltò verso di lei, strizzandole l'occhio. "Mica ho detto che ci andrà da solo! Ma restare quì a discutere con lui non sarebbe servito a niente, avremmo perso solo tempo! Ha la testa dura d'Artagnan, non saremmo riusciti a fargli cambiare idea nemmeno dopo ore di inutili discussioni! Non sappiamo cosa lo aspetti lassù oltre a Milady, non sappiamo nemmeno quanti uomini abbia messo a guardia di quel maniero. Ha bisogno di noi e noi lo seguiremo a debita distanza, senza farci vedere da lui. E – se e quando ne avrà bisogno – interverremo in suo aiuto, come abbiamo sempre fatto!".

Aramis gli sorrise. "Ottima idea! Non avrei dovuto dubitare che ti eri ammattito di colpo Athos!".

Si scambiarono un veloce e strano sorriso che colse un pò in contropiede Porthos e Rochefort. Ma l'urgenza del momento fece dimenticare ai due quella strana situazione e passare in fretta la voglia di fare domande.

Porthos si avvicinò ad Athos. "Ottima idea amico!" - esclamò battendogli la mano sulle spalle – "Agiremo come al solito! In fondo, siamo sempre 'Tutti per uno e uno per tutti', no? Quando uno di noi ha bisogno, gli altri intervengono per aiutarlo! E' il nostro punto di forza!!!".

"Già già... Tutti per uno e uno per tutti..." - sussurrò meno entusiasta Rochefort, indossando il suo mantello. Non capiva tutto l'entusiasmo dei moschettieri. A lui l'idea di uscire con quel tempaccio infame per finire dritti nelle grinfie di Milady metteva di cattivo umore e spegneva ogni entusiasmo. Ma era abbastanza chiaro che il motto dei suoi compagni di viaggio, stranamente quella volta includesse anche lui... E non si sarebbe sottratto. Anche perchè... 'Che gli racconto al Cardinale se questi quattro arrivano a Pic d'Anie e sconfiggono Milady mentre io poltrisco alla locanda?'...

Dubitava che Richelieu avrebbe fatto i salti di gioia, venendolo a sapere...

Sbuffando, Rochefort seguì i moschettieri fino alle stalle... "Già... Tutti per uno e uno per tutti... Che fregatura di motto però!".



......



Freddo, gelo, neve...

Salire fino a Pic d'Anie era stato durissimo. A metà strada aveva dovuto lasciare Ronzinante al riparo in una piccola baracca e salire a piedi. Troppa neve e troppe rocce scoscese, la salita per il suo cavallo poteva diventare un suicidio.

Era stanco morto e ormai albeggiava quando giunse davanti al castello indicato da Milady.

Nevicava ancora e faceva freddo, però la tormenta si era un pò calmata. Beh, tanto meglio, almeno la discesa con sua moglie non sarebbe stata difficile.

Nascosto fra i cespugli, d'Artagnan osservò il castello. Non era grande, ma era in un certo senso inespugnabile, vista la posizione in cui si trovava. In alto, costruito su una grande roccia scoscesa a picco su un altissimo strapiompo di cui non si vedeva la fine, sarebbe stato un baluardo difficilmente espugnabile in guerra. Completamente in pietra, con le torrette ornate di merlature, probabilmente risaliva al periodo medievale e doveva aver rappresentato un punto di rifugio per gli abitanti delle valle, davanti alle invasioni delle popolazioni barbariche del nord Europa. Ora sembrava disabitato ma dubitava che lì dentro ci fossero solo Milady e Constance. Probabilmente la sua acerrima nemica si era circondata di fedelissimi pronti a proteggerla e a sbarrare la strada a lui.

Ma si sbagliavano tutti di grosso, se pensavano che potevano fermarlo!

D'artagnan fissò il castello da destra a sinistra, alla ricerca del punto migliore e più nascosto dal quale entrare. "E ora da dove entro e da dove comincio a cercare Constance?".

Entrare da una delle grosse finestre delle stanze non era consigliabile. Non sapeva quanti fossero i suoi nemici ed entrare a quel modo poteva voler dire trovarsi davanti un numero illimitato di guerrieri pronti a trucidarlo.

Guardò ancora più attentamente. In una insenatura del muro portante stavano, allineate verticalmente, delle piccole finestrelle strette e alte. Minuscole, ma abbastanza grosse perchè lui potesse passarci. Probabilmente davano sulle scale a chiocciola interne e forse, se era fortunato, poteva anche capitare che nessuno stesse salendo o scendendo in quel momento.

Una volta all'interno, sarebbe stato più semplice nascondersi e muoversi fra gli ambienti. Il castello non era gigantesco ma nemmeno minuscolo e sicuramente offriva molti nascondigli fra il suo mobilio e i suoi meandri.

Il difficile era entrare ma d'Artagnan aveva già scelto.

Quelle piccole finestrelle sarebbero state la sua porta d'ingresso... Le mura erano vecchie e piene di crepe, l'ideale per arrampicarsi. Ci era abituato in fondo, la sua infanzia in Guascogna l'aveva passata arrampicandosi dappertutto!

Di soppiatto si avvicinò al maniero. Nessuno c'era in giro a vigilare, era un bene. E la boscaglia e la neve gli offrivano una valida copertura.

D'artagnan scivolò fra arbusti e alberi, muovendosi velocemente ma con grazia e cautela, per non fare rumore.

E quando arrivò all'insenatura da cui partivano in verticale le finestrelle, si appiattì al muro e cominciò ad arrampicarsi.

Era faticoso, la pietra era resa scivolosa dal ghiaccio e dal gelo, ma non si sarebbe fermato. Decise che sarebbe entrato da una delle finestrelle poste a metà... Ne troppo lontane dalle soffitte ne troppo lontane dalle cantine, si sarebbe nascosto e avrebbe osservato cosa succedeva, cercando di capire dove fosse tenuta prigioniera sua moglie e quanta gente, oltre a Milady, ci fosse lì dentro.

Si arrampicò senza essere visto fino al punto stabilito con l'unico intoppo di un grosso corvo che si era messo a gracchiare e a volargli intorno, si sporse un pò dalla finestrella per vedere che non ci fosse nessuno e, quando appurò che le scale erano vuote, con un balzo saltò dentro.

Inspirò profondamente...

Era nella tana del demone ora!

Come aveva immaginato, le finestrelle davano su una piccola e strettissima scala a chiocciola su cui si affacciavano delle minuscole stanzette, probabilmente dei magazzini...

Velocemente d'Artagnan arrivò ad uno di quegli usci e, dopo aver constato che era vuoto, si chiuse dentro, in attesa che qualcosa accadesse...

Mettersi a cercare alla cieca Constance per il castello significava matematicamente farsi scoprire, doveva evitare l'impazienza e usare il cervello, sapendo aspettare il momento giusto e cogliendo i giusti indizi, se si fossero presentati davanti ai suoi occhi.

D'artagnan si nascose dietro alla porta, aspettando...

Trascorsero un paio d'ore nell'assoluto silenzio, senza che nessuno passasse.

Il guascone si annoiava, ma non poteva fare altro che aspettare. Forse inutilmente, forse a parte Milady e Constance non c'era nessun altro in quel castello, però non ne aveva la certezza e quindi, viva la cautela... 'Devo starmene fermo e zitto'. Per un animo irrequieto come quello di d'Artagnan era una tortura ma sua moglie era più importante di tutto...

Improvvisamente però, un rumore di passi lo risvegliò dal suo torpore.

D'artagnan si rizzò in piedi, appoggiando l'orecchio all'uscio. Erano i passi di due persone che salivano.

Uno, dal rumore del tacco, sembrava il passo di una donna, l'altro era più pesante e felpato e probabilmente apparteneva ad un uomo che indossava degli stivali.

Parlottavano fra loro e man mano che si avvicinavano, d'Artagnan riconobbe immediatamente il tono di voce di Milady.

Un brivido percorse le sue membra dalla testa ai piedi. Dopo tanti mesi, la voce di quella donna era di nuovo udibile alle sue orecchie.

Alla fine era lei, ancora lei dietro a tutto.

Ogni dubbio era ormai svanito...

Milady era tornata!

"Portate il pasto alla prigionera in soffitta!" - ordinò la donna al suo servo, a voce alta.

'La soffitta, la soffitta, la soffitta! Ecco dov'è Constance!'. D'artagnan decise di non uscire allo scoperto in quel momento per combattere Milady, non sapeva se sopra ci fossero altre persone.

Finché Constance non fosse stato sana e salva fra le sue braccia, preferiva evitare scontri con la sua storica nemica.

Udì Milady scendere di nuovo, mentre il suo servitore continuava la sua salita verso la soffitta. Bene, era una buona cosa, al momento, che lei si allontanasse...

D'artagnan rimase fermo ancora qualche minuto, per dar modo a Milady di scendere ai piani bassi il più possibile.

Poi uscì dal magazzino, salendo anch'esso le scale. Battere il servitore di Milady con lei lontana era facile. Se non ci fosse stato nessun altro in quella soffitta, avrebbe sconfitto quell'uomo, liberato sua moglie e poi, dopo averla messa in salvo, avrebbe cercato Milady e avrebbe risolto tutti i conti in sospeso con lei.

Con passo felpato salì le scale, in assoluto silenzio. Udiva i passi sopra di lui, veloci e lontani. Con la mano sul fodero della spada, d'Artagnan era pronto ad affrontare il servitore di Milady.

Il guascone si fermò un istante, appiattito contro al muro, quando udì una porta in alto aprirsi.

Era quello che aspettava, il suo nemico aveva appena aperto la porta della cella di sua moglie. Era l'ora di rivelare a tutti la sua presenza al castello e di attaccare!

Prese a correre furiosamente verso la cima della torre, con la spada sguainata fra le mani.

Quando giunse in alto, l'unica porticina del piccolo pianerottolo era aperta.

Il servitore di Milady era già entrato e d'Artagnan, con un balzo, fu dietro di lui.

La stanza era piccola, l'uomo era di spalle e davanti a lui, seduta per terra in un angolo... "CONSTANCE!!!".

La donna si voltò di scatto, insieme al suo carceriere, sollevata dall'udire quella voce. "D'artagnan!!!".

Constance fece per alzarsi e correre da lui ma il servitore di Milady la afferrò per la vita, gettandola a terra malamente. "Ferma ragazzina!" - le intimò in malo modo.

D'artagnan sentì il sangue salirgli alla testa. Come osava quell'uomo!? Come osava mettere le mani addosso a sua moglie e a farle del male!?

In un istante gli fu addosso e fra i due cominciò una violenta lotta a mani nude. D'artagnan colpì duro, con pugni nello stomaco e al volto del suo avversario.

Le prese anche, un morso al braccio e diversi pugni nella pancia.

Non certo un tipo di lotta che si addiceva a un brillante moschettieri, ma in quel momento d'Artagnan convenne che il bon ton poteva andare a farsi benedire. Ogni tipo di lotta era giusta, se avrebbe portato come risultato la salvezza di sua moglie.

La spada del guascone cadde lontano nella zuffa e Constance, libera dal suo carceriere, la raccolse, seguendo con lo sguardo la lotta furiosa dei due uomini.

Rotolando per terra e strattonandosi, i due arrivarno all'uscio.

E lì la lotta si interruppe bruscamente, mentre anche Constance arretrava contro al muro spaventata e presa alla sprovvista.

Perchè, soddisfatta, appoggiata alla parete con un sorriso egnigmatico sul viso, Milady osservava tranquillamente la lotta fra i due. Era giunta lì in silenzio e chissà da quanto osservava quella scena...

Gli occhi blu di d'Artagnan si piantarono sul viso della sua acerrima nemica.

Milady infine era lì, davanti a lui... Un turbinio di sentimenti contrastanti prese a vorticare nella mente del ragazzo. Milady, la sua astuzia, la sua malvagità, il suo sangue freddo che voleva dire che lui era giunto esattamente dove lei voleva giungesse... Non l'avrebbe colta di sopresa, no! Era lei che aveva colto di sorpresa lui, fancendolo cadere di nuovo in una delle sue trappole.

E infatti, l'espressione che aveva in viso Milady, non sembrava nemmeno troppo sorpresa che si fosse introdotto in quel castello, come se sapesse tutte le sue ultime mosse delle ultime ore...

Milady si rivolse al suo servitore. "Torna giù, nell'atrio d'ingresso dagli altri!" - gli ordinò.

"Ma...". D'artagnan fece per protestare ma Milady estrasse dalla tasca una pistola, puntandogliela contro.

"Fermo, se non vuoi un bel buco di proiettile sulla tua fronte!".

Il servitore corse fuori dalla cella e d'Artagnan arretrò indietro, fino a raggiungere Constance. "Milady...!".

La perfida dama sorrise, avvicinandosi alla giovane coppia. "Sapevo che saresti arrivato a spron battuto per salvare la tua mogliettina d'Artagnan! Non sei cambiato per niente in questo periodo, sei rimasto il ragazzino innamorato e stupido di allora... E sapevo anche che già ti trovavi quì! Il mio amichetto corvo che ti ha disturbato nella tua scalata, mi ha rivelato la tua presenza... Ti ho dato per un pò l'illusione che nessuno ti avesse visto entrare e ho fatto in modo che tu venissi a conoscenza di dove si trovava tua moglie. Così ora..." - si avvicinò ancora di più – "vi ho quì tutti e due, in trappola come topolini! A dire il vero, mi serve solo una testa da portare come prova alla corte spagnola, circa l'invio di spie da parte della Francia, ma credo che con due, i sovrani saranno ancora più convinti di intraprendere una guerra contro il vostro re e il vostro paese. E io, in quanto salvatrice della patria spagnola, verrò ricoperta d'oro e insignita del rispetto e del potere che bramo e che merito!".

"Milady, non la farete franca!" - ringhiò d'Artagnan fra i denti.

La dama lo liquidò con un'alzata di spalle. "Se pensarlo ti fa piacere...". Un colpo di pistola partì dall'arma che teneva fra le mani e si conficcò nel muro, mancando la guancia del guascone di pochi millimetri. "Cosa si prova ad essere ad un passo dalla morte, d'Artagnan? Com'è la paura? Com'è il terrore?".

D'artagnan si voltò verso sua moglie. Ed ora cosa avrebbe fatto? Doveva sbrigarsi a partorire qualche idea geniale oppure lui e Constance erano spacciati per davvero! Arma da fuoco contro spada... Una battaglia quasi disperata!

In quel momento la voce del servitore di Milady che aveva lottato poco prima con d'Artagnan, fece capolino nella cella. "Mia signora, è un disastro la sotto! Quattro uomini, quattro giovani guerrieri armati e pericolosi sono entrati nel palazzo e stanno mettendo sotto sopra tutto l'atrio d'ingresso! Sono delle furie scatenate, più che spadaccini, sembrano inviati del demonio! Abbattono i miei compagni con una facilità paurosa, ce n'è uno gigantesco che ne ha fatti fuori tre in un colpo solo!".

Milady si voltò verso il servitore, seccata per quell'interruzione. E d'Artagnan ne approfittò. Con un gesto veloce si tolse il mantello, lanciandolo addosso alla sua nemica, le si lanciò contro con una veloce spallata facendola cadere a terra senza darle il tempo di reagire e poi prese Constance per mano. "Corri adesso!!!".

Il servitore di Milady fece per sbarrargli la strada ma Constance, con un gesto veloce, lanciò la spada che teneva fra le mani al marito che mise in un attimo fuori gioco l'uomo.

Poi uscirono di corsa dalla cella, correndo come forsennati giù dagli scalini. D'artagnan si sentiva sollevato. I quattro uomini dovevano essere sicuramente Athos, Porthos, Aramis e Rochefort, venuti a dargli una mano. Nonostante avesse chiesto loro di non intervenire, era decisamente felice di sapere che erano arrivati a dargli man forte.

Nel mentre Milady, rossa d'ira, si rialzò da terra, gettò in un angolo il mantello di d'Artagnan e poi prese anch'essa a correre giù dalle scale, all'inseguimento dei due fuggitivi.



......



"Athos, che faccio!!!" - urlò Porthos tenendo in mano un grosso tavolo, pronto ad essere lanciato sui loro nemici.

"Insegui i fuggitivi e lanciaglielo dietro!!!" - gli rispose il moschettiere più anziano.

Entrare in modo trionfale in quel maniero sulla montagna era stato quanto di meglio potessero fare! L'effetto sorpresa sui loro nemici si era tradotto in un disorientato e disorganizzato modo di difendersi.

E non c'era nulla di peggio per un nemico, che trovarsi impreparato davanti a dei moschettieri uniti e forti come Athos, Porthos e Aramis, aiutati anche da Rochefort.

Erano un gruppo unito e molto forte e spadaccini di media bravura, benché in numero superiore, non potevano tenere loro testa.

Entrando dall'ingresso principale, i quattro si erano trovati davanti una quindicina di uomini vestiti in nero, armati.

La lotta era cominciata subito. Porthos ne aveva atterrati due o tre a suon di pugni e altrettanti con la spada, aiutato da Rochefort. Alcuni nemici erano fuggiti ai piani superiori, probabilmente alla ricerca di rinforzi o di armi.

E al pachidermico moschettiere quella fuga affrettata non andava giù. "Odio chi se la svigna con la coda fra le gambe Athos! Vado a recuperarli!!!" - urlò Porthos inseguendo, col tavolo in mano, i nemici fuggitivi.

In un'altra stanza, Rochefort stava combattendo contro un tirapiedi di Milady, senza particolari problemi mentre in una sala che pareva un soggiorno, arredata con più cura rispetto alle altre, Athos e Aramis continuavano la loro lotta contro contro uno sparuto numero di nemici.

Nel giro di una decina di minuti il duello si concluse, con una netta vittoria dei due moschettieri.

"Che fatica! E ora dovremmo salire di sopra, a cercare d'Artagnan che sicuramente starà avendo a che fare con Milady!" - esclamò Aramis al compagno, asciugandosi con la mano il sudore dalla fronte, quando tutti i nemici furono a terra esanimi.

Athos sbuffò. "Direi di sì, non abbiamo decisamente tempo di tirare il fiato! L'effetto sorpresa deve continuare e dobbiamo muoverci velocemente per disorientarli, anche se ormai credo che Milady sia stata informata della nostra presenza quì!".

Aramis gli strizzò l'occhio. "Già, è ora di muoverci e salire! Porthos e il suo tavolo ormai, saranno come minimo a metà della torre!" - esclamò ridacchiando.

"Ok, ribecchiamo Rochefort e saliamo su, a finire gli ultimi sherri di Milady e a dare una mano a d'Artagnan con quella vipera!" - rispose Athos.

Fecero per uscire dalla stanza, ma improvvisamente un uomo elegantemente vestito, alto e austero si parò davanti a loro, armato, con una pistola puntata contro Aramis. "Voi due non andrete da nessuna parte!" - disse serio.

Athos lo osservò, colto di sorpresa. Da dove veniva quel tipo? Era diverso dai nemici affrontati fino a quel momento. Più raffinato e austero, elegantissimo, fine nel modo di parlare e muoversi, probabilmente si trovavano davanti al socio di Milady... Una faccia che ad Athos sembrava conosciuta... "Chi siete?" - digrignò fra i denti.

L'uomo armato sorrise. "Duca Alain De Morbeille! Vi dice qualcosa questo nome, Monsieur Athos?".

Athos sussultò. Ecco dove l'aveva conosciuto! Una delle sue prime missioni da moschettiere, dieci anni prima... Una famiglia di nobili privata del titolo da Sua Maestà, per tradimento verso la corona... "Si, direi che ora ho capito chi siete! Credo siate cosciente che quanto avete fatto e state per fare non gioverà alla vostra causa, vero... ex duca...? La credibilità e il rispetto a corte, ve lo siete già giocato dieci anni fa, tradendo il nostro re... State attento, ora rischiate che il boia di re Luigi XIII vi faccia saltare, oltre al titolo nobiliare, anche la testa con un unico colpo, ben assestato... E perdere la vita... è un pochino più grave che perdere un titolo nobiliare!".

Alain parve contrariarsi a quelle parole dette con tanto scherno e la sua mano premette lentamente il grilletto, puntato verso Aramis. "Probabilmente avete ragione Athos... Ma non c'è problema perchè all'inferno, mi precederete voi due! Così mi farete da guida...".

Fece per sparare...

In un attimo tutto avrebbe potuto essere perduto...

Un compagno d'arme e un amore appena nato, fra mille difficoltà...

Con un gesto ancora più veloce, Athos lanciò la spada contro la mano armata di Alain.

Il colpo, grazie all'impatto, esplose simultaneo, andando a conficcarsi nel muro, dopo aver sfiorato appena il braccio di Aramis, che prese a sanguinare leggermente...

Con un balzo, Athos riprese la sua spada e si lanciò verso Alain, rimasto privo di armi...

E in un istante, la spada del moschettiere lo trapassò nel petto, da parte a parte...

Alain stramazzò al suolo senza vita, in un lago di sangue, senza un gemito ne un lamento...

E per qualche istante nel salotto calò il gelo...

Athos inspirò profondamente. Aveva appena messo la parola fine ad una contesa fra i duchi De Morbeille e la corona... Una contesa che si era rivelata negli ultimi mesi, più pericolosa di quanto si fosse creduto fino a quel momento...

Poi si voltò verso Aramis, rimasta pietrificata e in silenzio ad osservare il corpo senza vita di Alain... "Tutto bene?" - le chiese avvicinandosi e notando il braccio sanguinante.

Aramis annuì. "Si, è solo un graffio!".

Athos si rilassò. Stava bene... "Mi ero preoccupato, se ti avesse uccisa..." - stinse i pugni in preda all'ansia – "Ti aveva sotto tiro!". Si avvicinò a lei e la baciò, sulle labbra, lungamente. Ne aveva bisogno, dopo quello che avevano appena passato...

Aramis, dopo il bacio, si strinse a lui, abbracciandolo. "Ma sei stato più veloce tu! Mai dubitato che non ne sarei uscita viva!".

Athos ridacchiò, accarezzandole i capelli e spettinandoglieli. "Sai che mi stai abbracciando? E se qualcuno ci vedesse?".

Aramis scoppiò a ridere. "Beh, diciamo che preferirei mantenere il segreto, almeno per ora... Ma se qualcuno casualmente lo scoprisse... beh, non ne farei una tragedia!".

Anche Athos si mise a ridere forte. Bene, era un passo avanti!

Poi, le prese la mano. "Ora non è il momento per queste cose comunque! Stai bene e dobbiamo salire per aiutare gli altri!".

Aramis annuì. E insieme si misero a correre su per le scale, alla ricerca di d'Artagnan.



......




D'artagnan e Constance correvano come due forsennati giù dalle scale a chiocciola. Dietro di loro sentivano i passi veloci di Milady che li inseguiva e che sparava contro al muro per intimorirli, sotto di loro sentivano il frastuono ed il baccano causato dal combattimento fra i moschettieri e gli sgherri di Milady, con la vociona di Porthos che sovrastava tutto e tutti.

"D'artagnan, mi manca il fiato, fermiamoci un attimo!" - ansimò Constance col fiatone.

"D'artagnan scosse la testa, stringendola a se senza fermarsi. "Non possiamo, abbiamo Milady alle calcagna!". Voleva portare Constance al sicuro, fuori da lì e solo dopo tornare per affrontare Milady.

"HEI, VOI DUE DOVE SCATTAPE???".

Il vocione di Porthos e il rumore di passi veloci che correvano su, verso di loro, fece bloccare d'Artagnan. Probabilmente due sgherri di Milady erano riusciti a sfuggire al suo amico e ora stavano salendo.

Erano nei guai!

Dietro Milady, davanti due nemici pronti a sbarrargli la strada e a interrompere la loro fuga dalla perfida dama. Erano in trappola, presi fra due fuochi...

D'artagnan si guardò attorno ansioso. Cosa doveva fare?

Il suo sguardo ricadde su una finestrella a lato della scala. Bene, com'era entrato quella mattina, allo stesso modo sarebbe uscito. "Constance, ora si fa sul serio!".

"Cosa???". La ragazza non fece in tempo a fare domande che il marito l'aveva già sollevata sul davanzale della finestra. "Fuori di quì, dobbiamo uscire!!!".

In un attimo d'Artagnan la raggiunse sul cornicione e con un balzo si spostarono a lato, su una pietra del muro esterna che sporgeva.

"Ho paura d'Artagnan!" - sussurrò Constance stringendosi forte al muro.

Il moschettiere le accarezzò dolcemente i capelli. "Lo so! Ma ti fidi di me se ti dico che ce la puoi fare e che andrà tutto bene, vero?".

Il tono deciso e sicuro di d'Artagnan, nonostante le circostanze per niente simpatiche, la fece sorridere e calmare. "Si, mi fido!".

D'artagnan ricambiò il sorriso, poi la strinse forte per la vita. "Bene! Allora, si parteeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!".

Con un salto, trascinando la moglie giù in basso, saltò su una tettoia che si trovava a qualche metro più sotto. Ma più in alto Milady, che aveva seguito le mosse dei due, li stava inseguendo fuori dal castello, seguendo il medesimo percorso della giovane coppia.

D'artagnan strinse i pugni. Dovevano scappare in fretta o Milady li avrebbe raggiunti in un attimo. Constance non era veloce quanto la sua nemica!

Sotto di lui sentiva i rumori del combattimento fra i suoi compagni e la difesa di Milady! D'artagnan doveva comunicare con loro i suoi movimenti!!! E non aveva tempo per farlo di nascosto. "PORTHOS!!!" - chiamò a gran voce, sperando che il compagno lo sentisse.

Dalla camera sotto di loro, giunse la risposta dell'amico. "D'ARTAGNAN, DOVE SEI???".

"SUL TETTO!!! SONO CON CONSTANCE E ABBIAMO MILADY ALLE CALCAGNA!!! MI ALLONTANERO' USANDO LE PARETI ESTERNE, VOI FINITE QUEGLI UOMINI E SEGUITEMI, AVRO' BISOGNO DI VOI!!!".

"OK!!! A DOPO ALLORA!!! E BUONA DISCESA!!! CI VEDIAMO FRA UN PO'!!!" - urlò in risposa Porthos.

D'artagnan sospirò. Almeno era riuscito a comunicare coi suoi compagni... Poi si girò verso sua moglie... Milady era sempre più vicina... "Constance, metti i piedi dove li metto io e scendiamo giù! Dobbiamo allontanarci di quì!".

La ragazza annuì. "Va bene".

Si sporsero dalla tettoia e ripresero a scendere dal muro, d'Artagnan davanti e Constance dietro di lui, che lo imitava in ogni gesto e passo. Il guascone guardava verso l'alto. Anche Milady era arrivata alla tettoia dove loro avevano comunicato con Porthos e si apprestava a scendere al medesimo modo, alla loro caccia. Aveva la pistola stretta fra le labbra e d'Artagnan ringraziò il fatto che la discesa era tanto difficoltosa, altrimenti Milady, se avesse avuto le mani libere, non ci avrebbe messo nulla a sparare contro lui e Constance.

Finalmente, con un ultimo balzo, i due furono a terra. La giovane guardarobiera della regina tirò un sospiro di sollievo. Ce l'aveva fatta!!! Anche se Milady era dietro di loro, furente, ce l'aveva fatta!!! Era una grande soddisfazione! Anche lei non era una buona a nulla allora!

Con uno sbalzo di entusiasmo, si gettò fra le braccia del marito. "Ci siamo riusciti!!!" - sussurrò prima di baciarlo brevemente sulle labbra.

D'artagnan la strinse a se. "Non ne avevo dubbi! Ma non è ancora finita però! Dobbiamo andarcene da quì il più in fretta possibile!".

Constance annuì. Suo marito aveva ragione.

E proprio in quel momento, anche Milady giunse al suolo...

La caccia ai due fuggiaschi continuava...

"Constance, corriamo fra le rocce vicino allo strapiombo, almeno le verrà difficile colpirci, saremo riparati dai massi!" - sussurrò d'Artagnan alla moglie, prima di prenderla per mano e cominciare a correre. Avrebbe voluto che Constance scappasse più a valle, giù al sicuro dove aveva lasciato Ronzinante, ma l'eccessiva vicinanza di Milady rendeva questo progetto pericoloso e difficile. Doveva stare con sua moglie per proteggerla, non aveva altra scelta.

Corsero fra i massi, a ridosso del burrone, mentre Milady dietro di loro li seguiva correndo e sparando colpi di pistola che sibilavano, andando a sbattere contro le rocce.

D'artagnan, sotto di lui, vide una specie di sentiero roccioso. Con un balzo lui e sua moglie scesero di qualche metro, fino a raggiungerlo. Era una specie di viottolo che sembrava portare più in basso, verso il fondo di quel profondissimo burrone. Ed era pieno di curve, ottima cosa per sfuggiere ad una donna armata.

E poi, prima o dopo Milady avrebbe finito le munizioni...

D'artagnan e Constance corsero come pazzi, percorrendo il sentierino a ridosso dello strapiombo, evitando di guardare in basso per non essere colti da vertigini. La visione era abbastanza... spaventosa...

Non si vedeva il fondo...

Ma ad un tratto la loro corsa dovette interrompersi. Un enorme masso caduto probabilmente durante qualche frana passata, sbarrava loro la strada, troncando bruscamente il percorso che stavano compiendo.

D'artagnan fissò la parete, per vedere se fosse possibile arrampicarsi per risalire sopra. Inutile, roccia liscissima e ghiacciata, piena di neve fresca nelle sue rientranze...

Erano in trappola!

In un attimo Milady fu davanti a loro, con un sorriso trionfante in viso, seguita dall'inseparabile scimmietta Pepe. "Finalmente ho riacciuffato i due... topolini..." - disse avvicinandosi a loro con la pistola fra le mani.

D'artagnan si mise davanti a Constance, per difenderla. La situazione era disperata, una spada non può vincere contro una pistola, nella cella da cui era fuggito poco prima era stato fortunato a riuscire a cogliere un attimo di distrazione della sua nemica. Ma ora? Milady non avrebbe rifatto lo stesso errore e i suoi amici sembravano ancora troppo lontani ed impegnati nei loro duelli per correre in suo aiuto... "Milady, avete detto che vi serve solo una testa. Uccidete me e lasciate libera Constance!".

Milady sorrise. "Sei molto tenero e dolce, ma non ci penso nemmeno d'Artagnan! Vi voglio tutti e due!".

Il tono di voce del guascone si fece più profondo. "Sapete che non la passerete liscia, vero? Finiti noi due, ci penseranno i miei compagni a darvi la lezione che meritate!".

"I tuoi amici non mi spaventano d'Artagnan!". Milady si avvicinò ancora...

D'artagnan strinse i pugni. Come poteva cavarsela? Come poteva salvare Constance? Milady, era chiaro, non era disposta a trattare...

Inspirò profondamente...

C'era solo una strada... La sua forza fisica contro quella di Milady che, per quanto scaltra e furba, non era che una donna... Probabilmente lui sarebbe morto, ma almeno Constance si sarebbe salvata... "Constance, ti amo..." - le sussurrò sotto voce.

"Cosa...?" - replicò la ragazza senza capire cosa intendesse suo marito in un momento come quello.

D'artagnan non le diede tempo di porre domande. Si staccò da lei e correndo come un matto si buttò incontro a Milady. Lei gli avrebbe sparato forse, forse sarebbero precipitati insieme nel burrone... Non doveva darle tempo per reagire, doveva arrivare vicino a lei per colpirla con una spallata, anche se l'avesse ferito doveva giungere da lei con tutta la forza che possedeva nelle gambe per farla cadere.

Milady, colta alla sprovvista, arretrò di qualche passo mentre un colpo di pistola partiva dalla sua mano armata, spostata dai suoi obbiettivi dalla mossa a sorpresa di d'Artagnan.

La donna cadde qualche metro indietro, mentre il moschettiere finiva a terra, nel punto dove prima si trovava la sua nemica.

Il proiettile sparato andò a conficcarsi nella roccia della parete e immediatamente un rumore sordo colse i tre di sorpresa. Il colpo di pistola aveva generato una piccola valanga con la neve raccolta sopra di loro, lungo la parete. Una piccola valanga diretta verso Milady veniva giù...

La roccia sotto ai piedi della donna e del moschettiere schricchiolò, prima di sbriciolarsi e Milady cadde giù, riuscendo all'ultimo ad aggrapparsi a un piccolo lembo di roccia a strapiombo sul nulla.

La sua pistola cadde giù, mentre lei rimaneva aggrappata con una sola mano e il corpo a penzoloni nel vuoto e Pepe, con fatica, si arrampicava per risalire su, in alto.

Con un balzo d'Artagnan saltò indietro, vicino a Constance, sulla parte di sentiero più stabile e non compromessa dal colpo di pistola.

Il moschettiere guardò la sua nemica. Gli occhi di Milady erano fissi su di lui.

Cosa doveva fare? Aiutarla? Di nuovo? No, non poteva, aveva promesso a Constance di mettere fine alle sue malefatte una volta per tutte... E sua moglie era lì, accanto a lui ad osservarlo, non poteva deluderla... Però, nonostante la promessa... Era difficile, con Milady era mortalmente difficile. La sua nemica era praticamente spacciata, quello che più desiderava... Ma l'istinto di correre ad aiutarla di nuovo, per non mettere la parola 'fine' ai loro duelli infiniti era fortissimo...

Gli occhi di Milady e quelli di d'Artagnan si incrociarono di nuovo. Ora negli occhi della donna, d'Artagnan riusciva a non scorgere ne odio ne rancore ne cattiveria. Solo una strana pace, finalmente raggiunta... Come quella sera in cui avrebbe dovuto giustiziarla e non l'aveva fatto... Stesso sguardo, stessi occhi in cerca disperatamente di pace...

Milady sollevò lo sguardo su di lui, mentre la sua mano scivolava sempre più, perdendo ad ogni istante un pò di presa sulla roccia. "Non farlo d'Artagnan! Se sei un uomo, non farlo e stai dove sei!" - disse seria, intuendo la grande battaglia interiore del moschettiere.

D'artagnan spalancò gli occhi. Milady sapeva leggere nella sua anima come pochi... E capì... Che lei aveva ragione, che il porre fine alla loro lotta continua era una prova difficile che solo un uomo poteva superare. Era giunto il momento di avere il coraggio di chiudere la partita, di sciogliere quello strano legame che li teneva uniti. Non avrebbe mai più incontrato un nemico come lei, non avrebbe mai più potuto misurare la sua forza con un'avversaria tanto forte... Ma ora era un uomo e avrebbe scelto il bene della donna a cui aveva dichiarato amore eterno. No, non sarebbe intervenuto... Per la Francia, per Constance ma soprattutto per se stesso...

La sua battaglia con Milady era giunta alla fine...

Era diventato un uomo e questo significava anche saper dire la parola 'basta', per quanto doloroso potesse essere...

Milady sorrise, vedendolo finalmente immobile e più tranquillo. "Bravo, hai capito! Sei davvero diventato un uomo allora! E' stato un piacere, un vero piacere misurarmi con te, d'Artagnan... Ti rispetto e avrei voluto che le cose fossero diverse...". In quell'istante il piccolo lembo di roccia si frantumò e Milady cadde sotto, sparendo dopo pochi istanti alla vista della giovane coppia.

D'artagnan fissò il burrone annientato.

E anche sollevato...

Era finita, finita davvero!

Le sue gambe cedettero e cadde a terra. Constance gli si avvicinò, abbracciandolo forte e singhiozzando.

Il guascone le accarezzò piano i capelli, stringedola a se. "Tranquilla, è tutto finito...".

Constance sollevò lo sguardo, sorridendogli dolcemente. "Lo so! E sono fiera di te!". Nel sorriso di Constance c'era la tranquilla consapevolezza dell'aver capito anch'essa, come Milady, della battaglia interiore del marito. E della certezza che aveva scelto lei.

Rimasero in silenzio per alcuni istanti, l'una fra le braccia dell'altro.

Finchè...

"D'artagnan, tutto bene?" - chiamò la voce di Athos dall'alto, mentre una corda veniva calata giù per riprenderli.

Il moschettiere alzò lo sguardo. I suoi amici erano giunti a recuperarli. "Tutto bene!".

Athos, in alto, sorrise, facendo segno a Porthos di tirare la corda per aiutare i suoi amici a salire. "Ok, direi che la missione è riuscita! Recuperiamoli!".

D'artagnan fece salire per prima Constance e poi salì anch'esso, aiutato dal forte Porthos.

Quando tutti furono riuniti, finalmente sani e salvi...

"Nemici alla fortezza battuti TUTTI e senza problema alcuno!" - fece rapporto Aramis trionfante.

"E Milady battuta e morta! Missione riuscita ragazzi! Potremo fare rapporto positivo al re e al Cardinale Richelieu!" - rispose mestamente d'Artagnan senza un filo di gioia nel tono di voce, nei cui occhi scorrevano ancora gli ultimi istanti di vita della donna.

"Ne sei sicuro?" - chiese Rochefort stupito.

D'artagnan abbassò lo sguardo. "Nessuno, nemmeno Milady potrebbe sopravvivere ad una caduta in un precipizio tanto profondo!". Si calò il cappello sugli occhi e senza aggingere altro, prendendo Constance per mano, si diresse giù a valle, dove aveva lasciato Ronzinante. Non aveva alcuna voglia di parlare. Era un'amara vittoria quella...

Scesero a valle mestamente, in silenzio. Era stata una battaglia dura e nessuno aveva voglia di fare domande. Ci sarebbe stato tempo anche per quello, quando i loro animi fossero stati più tranquilli...

Giunsero da Ronzinante un'ora di cammino dopo e con grande stupore di d'Artagnan, si resero conto che il cavallo non era solo.

Pepe, la piccola scimmietta di Milady era accanto all'animale, ferma e mesta, ad osservarli.

Rochefort estrasse la spada. "Ma quella è la scimmia di Milady!".

"FERMO!!!" - gridò d'Artagnan avvicinandosi alla scimmietta e prendendola fra le mani, piano.

Gli occhi degli animali non mentono mai, era una delle cose che i suoi nonni gli avevano insegnato da bambino. E gli occhietti di Pepe erano tristi e disperati. Un'altra conferma della morte di Milady...

Pepe fissò il guascone. Sapeva che quel ragazzo era l'unica persona che la sua padrona aveva sempre rispettato e sapeva che non c'era altra persona a cui l'avrebbe affidata. In quel momento Pepe scelse d'Artagnan come nuovo padrone, sapendo in cuor suo che Milady ne sarebbe stata contenta.

D'artagnan sorrise. Anche lui in quel momento aveva deciso... Lo doveva a Milady! Era il miglior modo per onorare la memoria della sua grande nemica!

Si volse verso Constance e sua moglie lo percedette, impedendogli di parlare. "Direi che sfamare una scimmietta non ci manderà in malora d'Artagnan!" - gli disse strizzandogli l'occhio.

D'artagnan annuì. La loro famiglia stava già aumentando!

E forti di questa certezza, i sei ripreso la strada per Parigi...

La missione era perfettamente riuscita!







  
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