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Autore: kannuki    26/09/2005    4 recensioni
Un pazzo che balbetta deliri, una fata che vive in un tulipano e una bambina punk che addestra tarantole chiuse in una scatola.
Un taxi verde che si muove per le città col suo Carico di Paradiso e l'Uomo dei Sogni che non è esattamente il principe azzurro. Una fotografa di cadaveri che ha perso se stessa e vaga nelle Nebbie dei Ricordi Smarriti. Un'Ombra che la segue e la studia, aspettando.
Strani personaggi che si intrecciano in un hard - boiled onirico e delirante, dove tutto non è mai come sembra, Realtà e Fantasia si mescolano in una caccia spietata che si spinge fino ai confini dell'autodistruzione. E se fosse tutto frutto di un'allucinazione?
Genere: Avventura, Dark, Drammatico, Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Nella penombra della stanza

Nella penombra della stanza, Mira apre un occhio per un breve secondo, seguito subito dall’altro, appiccicoso di mascara nero raggrumato.
Perché sta dormendo a pancia in giù? Lei non ci dorme mai, dopo le fa sempre male la schiena.
Fa forza sulle braccia che le rispondono a malapena, alza il collo e la testa, ricadendo subito su una spalla e si gira lentamente sul dorso. Resta sdraiata con le braccia aperte come se la stessero crocefiggendo e respira sentendosi pesante, tanto pesante….
Con indolenza struscia il dorso della mano sinistra sotto un occhio, cercando di arginare il disastro del trucco colato. Avrà sporcato il cuscino con il mascara…sai, che casino toglierlo, pensa muovendo le spalle e restando a dormicchiare ancora un po’. Mah, butto tutto in lavatrice…
Sente cinguettare un uccellino. Deve essere il suo amichetto che si ferma a mangiare le briciole che gli lascia tutte le sere.
Il cinguettio si spegne, oppure è lei che si riaddormenta. Quando riapre gli occhi si sente meno stanca, l’appiccicoso dormiveglia è quasi svanito del tutto.

“Ciao, occhioni blu”

Mira spalanca gli occhi nella penombra e raggela. Marvin?! Ancora?!
Scatta a sedere sul letto, arretrando velocemente verso la spalliera, sentendo qualcosa di strano addosso.
China lo sguardo e vede una maglietta non sua, due taglie più grandi. Tocca il seno e sente che non ha il reggiseno. Oddio…
“L’ho tolto per farti dormire meglio”
La donna gira la testa verso il punto da cui ha sentito provenire la voce. “Marv?”

Un rumore strano. Mira capisce che ha lasciato andare qualcosa di pesante sul pavimento, o qualcosa del genere. No, non il pavimento: il rumore sarebbe stato diverso, più pieno. Un tavolo. “Marv…” no, non è lui. La voce è diversa, non ha accenni d’isteria, è più calma. Non è lui. Chi è?
“Quel sacco di merda se lo stanno mangiando i corvi mentre parliamo. Anzi a quest’ora direi che avranno finito di spolparlo.” Ridacchia la voce bassa e sconosciuta che la fa arretrare ancora di più verso il muro. Nella penombra lo può scorgere: una sagoma illuminata appena da un minuscolo faretto da lettura che si applica sui libri.
“Chi…è?”
L’uomo la guarda, toglie i piedi dal tavolo e resta seduto. “E no. Non te lo posso dire chi sono. Segreto di stato, occhioni belli”
Mira è ammutolita dalla paura. Afferra l’abat- jour sul comodino e gliela punta contro. “Non si avvicini” balbetta tremando e tenendola con entrambe le mani “cosa mi ha fatto?!”
Lui la guarda e soffoca una risatina “sei rimasta mezza svenuta per due giorni e mezzo. Se avessi voluto approfittare di te, l’avrei già fatto”
Mira continua a tremare: due giorni? Tutto quel tempo? E cosa…perché…“La droga..”
“Ah, non lo so. Forse non volevi svegliarti per non incontrare la faccia di quel lurido sacco di spazzatura” suggerisce alzandosi in piedi e facendola trasalire. “Mi stai facendo innervosire, sono una persona rispettabile io!” esclama con forza facendole balbettare suo malgrado uno ‘scusi’ che suona quanto mai fuori luogo.
“Ma guarda tu! Uno si prende il disturbo di toglierle dagli impicci e cominciano subito a farsi venire le idee balorde” lo sente borbottare mentre afferra qualcosa da una sedia in fondo alla stanza che risuona come un fruscio di seta.
“La luce…perché non accende la luce?” gli domanda abbassando appena le braccia.
“Perché prima devo bendarti”
“Cosa?!” esplode scendendo in fretta dal letto e rischiando di slogarsi una caviglia “perchè?!” Si appiattisce contro il muro e lo guarda venire verso di lei. “Stia lontano!”
“Senti ragazza, faccio un certo tipo di lavoro e non posso permettere che la mia faccia sia mostrata così in pubblico..” Le spiega con pazienza sedendosi sulla sponda del letto di fronte a lei “Ora. Io ti ho salvato quando potevo ammazzarti insieme a quel fallito, mi segui?”
“Si..” Sussurra ascoltandolo veramente “lei fa il killer”
“E brava occhioni belli! Capisci che non posso lasciarmi vedere da te.”

Mira annuisce, ma quando lo vede alzarsi, con calma e lentamente non può fare a meno di spaventarsi.
“Senti, prima che di farti venire un accidente, te lo dico un’altra volta e spero che sia l’ultima: non voglio violentarti, non ci penso proprio. Ok?”
Mira annuisce, prima lentamente e poi con forza. “Ok..” Sussurra abbassando la lampada e notando solo in quel momento l'assenza della lampadina “non basta prometterle che terrò chiusi gli occhi, vero?”
Lo sente esplodere in una risata divertita che le causa un mezzo infarto per la sorpresa.
“No, non basta! Su, da brava, vieni qui.”
Le gambe non le rispondono e la costringono a rimanere inchiodata contro la parete. Lui sbuffa e si avvicina, sempre quello strano fruscio di seta.
“Cos’è?” domanda timidamente toccando la stoffa…è sagomata…
“Non sono attrezzato per queste emergenze” spiega lasciandogliela scivolare fra le dita in modo che la senta.
È fresca e odora…di …si, di dopobarba! “Una cravatta?”
“Avevo solo questa a portata di mano”
Mira lo sente dal tono della voce che sta sorridendo mentre gliela gira intorno alla testa. Piuttosto delicatamente, a dir il vero. Resta immobile con le mani lungo i fianchi. Se non fosse una situazione così assurda, sarebbe quasi sexy!
Le scappa da ridere e si porta una mano alla bocca per mascherare il sorriso.
“Stai pensando alla stessa cosa che sto pensando io” afferma prendendola per le spalle e mettendola seduta sul letto.
Mira porta istintivamente la mano agli occhi e tocca il tessuto fresco. Liscia, leggermente scabrosa a tratti…righe oblique.
“Di che colore è?” domanda a bassa voce mentre sente le tapparelle aprirsi. Immediatamente la stanza s’illumina e lei si sente strana. Non le piace la situazione che si è creata. Adesso è esposta del tutto al suo 'salvatore'. E' un'altra volta in balia di un uomo. No, stavolta non posso sopportarlo.
“E’ blu”

Blu…di seta…
e lei se ne sta in una stanza con uno sconosciuto che fa il killer, mezza nuda e bendata con una cravatta?!

“Non posso crederci, non posso crederci! Tutte a me capitano! Perché, dio!” esplode saltando in piedi e inciampando sul letto “dovevo andare ad una cena, una semplice cena! Quella fottuta macchina si rompe e io fermo un taxi, un taxi verde! Sapevo che c’era qualcosa di sbagliato in un taxi verde! Ma io no, stupida lo prendo, perché l’uomo dei miei sogni mi ha chiesto di andare a cena con lui e mi sta aspettando nel più costoso locale della città da ben dieci minuti! E poi quel pazzo che mi dice ‘ ti porto a conoscere il vero Uomo dei Sogni ‘ e mi chiude dentro e cerca di violentarmi!!”
“Calma..”
“Calma? Calma un cavolo, come faccio a calmarmi?! Resto sventura tre giorni, chissà cosa mi è successo in tre giorni, mi sveglio mezza nuda in un posto sconosciuto con uno che mi dice che ammazza gente per lavoro e io dovrei stare calma?”
“Abbassa la voce!”
“No, non la abbasso!” urla di nuovo sentendo uno spostamento d’aria e una presa forte che la fa quasi urlare. Urta la schiena contro il muro, trattenendo il respiro per la paura. 
Una mano cala repentinamente sulla sua bocca e la mette a tacere, mentre una voce calma la blandisce.
“Capisco lo sconvolgimento, ma urlare la mia professione non ti aiuterà a stare meglio.” Mormora a pochi centimetri dal suo naso. “Non ti è successo nulla, da quando sei con me. Ti ho raccolto quando sei svenuta, hai viaggiato sul sedile posteriore della mia macchina, dormendo tutto il tempo. Ti sei svegliata a tratti e hai farfugliato il più delle volte. Sei stata male, ho chiamato il medico che ti ha visitata. Adesso stiamo alloggiando in un hotel piuttosto tranquillo dalle parti di Lafayette. Non ti è successo NIENTE. Ok?”

Mira annuisce ma lui la sente tremare, a scatti respirare. Sta per mettersi a piangere e la cosa lo disturba enormemente.
“Vi ho tenuto d’occhio tutto il tempo, lo seguivo per conto di una persona. Se ti avesse voluto far del male, non ci sarebbe riuscito.”
La donna si irrigidisce e per un attimo resta immobile. Subito ricomincia a tremare e a mugolare qualcosa che non capisce.
“Mira, per favore. Tolgo la mano ma tu non urlare e non piangere”
Quando si ritrova libera non riesce a trattenere un singhiozzo “ci seguivi…” sussurra passando al tu senza accorgersene “non potevi…farlo prima?”
“No. Non posso dirti nulla” afferma sentendola tirare su col naso. “Non mantieni le promesse”
“Non te l’ho promesso” singhiozza come una bambina appoggiando una mano sul fianco, dimentica di non avere i jeans e di conseguenza il fazzoletto.
“Non piangere”
“Non ci riesco” singhiozza abbassando la testa e sentendo le lacrime inzuppare la seta “non ci riesco… Non urlo più”
“Brava”
Mira gli crede. Ha la voce tenera e consolatoria. Continua a tirare su e a piagnucolare finchè un fazzoletto non le circonda il naso. “Dai, soffia forte”
“Posso farlo da sola” borbotta togliendoglielo di mano e sfiorandogli le dita che torna a studiare attraverso il tatto.
Lui la lascia fare abbozzando un sorriso: la storia della cravatta era da prendere in considerazione con le future conquiste! La situazione cominciava a piacergli parecchio.
Mira percepisce le mani un po’ ruvide, leggermente segnate e con i classici calli da sollevatore di pesi. Continua la sua esplorazione fino sul braccio e la spalla: fa palestra, ma non è un pompato ipervitaminizzato.
“Se vuoi sentire anche il resto, io non mi oppongo di certo” lo sente ridacchiare strappandole un sorriso.
“Ah…” mormora arrossendo, un pò divertita “no…magari…in seguito, siamo solo alla prima uscita.”
Lo sente ridere e ascolta attentamente i suoi movimenti. Si sposta piano, forse per non spaventarla.
“Hai fame?”
“Sì”
“Posso portarti da mangiare, ma devi restare qui.”
“Va bene”
“E non devi toglierti quell’affare dagli occhi”
Mira si morde un labbro perché ci aveva già pensato.
“Ehh, che pazienza che ci vuole” sospira avvicinandosi “se fai la brava non ti lego. Se la togli sono costretto ad ucciderti, ok?”
Quella frase tranquilla le mette inspiegabilmente i brividi. “Va bene…però non legarmi…”
“Non ti lego. Ma se cerchi di vedermi in volto..”
L’ultima frase resta a metà facendola annuire in fretta.
“Brava ragazza.”

Qualche minuto dopo la serratura scatta. Mi ha chiusa dentro? Si domanda indecisa se togliersi la benda dagli occhi oppure no. Con cautela la alza di un centimetro fino a rivelare di fronte a se una stanza ben ammobiliata ed essenziale.
Una valigetta e una sacca piuttosto capiente.
Vestiti da uomo appoggiati su una sedia.
Un libro.
“ ‘Non buttiamoci giù’ “ recita leggendo la copertina gialla e rossa. “Aggiornato” sorride suo malgrado guardando la cravatta che tiene ancora in mano.
Occhieggia il suo vestito provvisorio, la maglietta bianca che le ha infilato e si tocca istintivamente il corpo, domandandosi se davvero non le ha fatto nulla.
Bagno! Bagno! Bagno!
Un impellente bisogno fisiologico la costringe a catapultarsi dietro un’altra porta, chiudendola con un sospiro. Dieci minuti dopo sta ancora cercando di togliersi il trucco dagli occhi.
Ma non poteva essere una donna? Avrebbe sicuramente avuto tutto il necessario per struccarsi! Pensa aprendo un’anta dell’armadietto di fronte a lei.
Non posso crederci!
Mira afferra un tubetto di latte detergente con aria stupita…e che ci fa lui con questa roba?
Si pone mille interrogativi, mentre la crema profumata le porta via il trucco. Sarà gay?! Si domanda d’un tratto guardando la porta chiusa.
Lavarsi non le è mai sembrato più bello. Ha sudato e quell’odore proprio non lo sopporta. Si guarda attentamente per vedere se ha graffi o qualcosa del genere. No, solo quello schifoso succhiotto che le ha fatto Marv. Sta scomparendo, meno male.
Mira sobbalza, quando sente provenire un rumore. Una porta spalancata e poi richiusa. Resta in silenzio aspettando una sua reazione.
“Mira?”
Sobbalza sentendolo dietro la porta. “Si” sussurra appoggiandocisi contro. “Non entrare”
“Non entro. Ti ho portato da mangiare”
“Grazie… ora esco” balbetta velocemente infilandosi la maglietta e calandola bene oltre le mutandine.
“Ricorda il nostro patto”
Non ha fatto neanche in tempo a dirlo che Mira è comparsa davanti a lui nuovamente bendata. “Mi dai una mano? Ho paura d’inciampare.”
L’uomo la afferra portandola fino al tavolo, facendola sedere. L’odore di cibo, le ricorda che ha fin troppa fame.
“Allunga la mano, ma sta attenta che scotta” la avverte porgendole un hot dog che Mira annusa e riconosce. Un sorriso le compare sul viso attraendo la sua attenzione.
“Ho visto il libro. L’ho letto, è molto..”
“Dimmi come va a finire e ti getto dalla finestra” ribadisce togliendole le parole di bocca. “Mangia piano o ti strozzerai” ridacchia mettendole in mano una boccetta d’acqua fresca.
“Di questi quanti ne hai?” borbotta indicando il residuo di hot dog fagocitato in un lampo.
“Altri due”
Mira allunga la mano e incontra la sua, sfiorandola per tutta la lunghezza “non ti sto facendo una proposta, ti sto studiando”
L’uomo sorride e la guarda, la bocca sporca di ketchup da un lato. “E cosa hai capito?” La osserva mentre toglie lo sbaffo con un dito e lo succhia in silenzio.
“Che sei un ottimo padrone di casa. Che non mi lascerai morire di fame e che posso stare tranquilla” afferma decisa “però devi togliermi una curiosità.
“E quale sarebbe?”
Mira si ferma e mette giù il panino, guardando nella direzione da cui proviene la voce. “Sei gay?”
“No!” esplode ridendo “e quest’idea da dove ti viene? Dal fatto che non abbia cercato di approfittarmi di te?”
“No, dal tubetto di latte detergente in bagno”
“Mi sembrava di riconoscere l’odore..” Sussurra stringendo gli occhi e studiandola attentamente. “Potrei essere solo molto vanitoso”
“No, no. Io abitavo con uno vanitoso. C’erano più creme e cremine sue nel bagno, che in confronto il mio beauty case era più desolato del deserto dei Tartari” spiega velocemente finendo di fagocitare il panino. “Non sei vanitoso, hai solo quell’affare. Ti serve a qualcosa di preciso”
Ad un certo punto ci arriva da sola e tace, ingoiando a stento. “Tu ti mascheri…anche adesso potresti …”
“Sei sveglia, volpina mia” ridacchia alzandosi e girovagando per la stanza “il mio aspetto deve essere alterato quando lavoro, quando mi muovo. Come adesso”

Mira lo ascolta senza più fame. Inspiegabilmente ha paura.

“Tanto per saperlo, l’hai finito tutto?”
“No…”sussurra testando con le mani strette attorno alla bottiglietta, una gamba piegata sotto l’altra che dondola un po’.
L’uomo la osserva attentamente. Ha percepito un cambiamento che non gli è piaciuto. “Ti si vedono le mutandine” l’avverte facendola avvampare e tirare giù la maglietta con forza.
“E tu non guardarle” borbotta rimpicciolendosi sulla sedia. “Vorrei sapere come ti chiami. O come posso chiamarti”
Mira lo sente ridere e schioccare la lingua nella bocca. “Vediamo…ne va bene uno qualsiasi, no? Chiamami…vediamo…è difficile, non ho fantasia con i nomi. Adam, va bene?”
Mira fa una smorfia disgustata suo malgrado, storcendo il collo all’indietro “ti prego! Tentami con la mela, allora!”
“Quanto la fai lunga! Jack e non se ne parla più”
“Jack?!” esclama disgustata “peggio che andar di notte!” Lo sta ascoltando, lo sta facendo parlare perché ha un accento straniero. “Tu non sei americano” sbotta all’improvviso interrompendolo.
L’uomo la guarda con aria seria, mordendosi l’interno della bocca. “E allora?”

 

 



 

 

  
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