“Complimenti
Lady Ashalid, siete davvero migliorata nell'utilizzo delle armi da
mischia”
“Grazie Ser Gilmore” disse la fanciulla
asciugandosi il sudore dal volto con un panno.
Nel terzo mese
dell'anno Ashalind aveva compiuto diciassette inverni, diventando una
fanciulla gradevole agli occhi di qualsiasi uomo.
Gli occhi
azzurri erano incorniciati in una chioma nera ondulata, che durante
gli addestramenti era raccolta completamente in un ciuffo sul retro
della nuca.
La sua persona dritta e snella aveva raggiunto il
metro e settanta nel corso degli anni.
Nel complesso, la fanciulla
aveva una figura elegante, ma non delicata come qualcuno avrebbe
osato dire ad una prima occhiata, infatti vi erano comunque molti dei
suoi atteggiamenti che rivelavano la mascolinità di quella
donna a
partire dalla semplice camminata.
“Adesso è arrivato il mio
turno di pausa, vorrei osservarvi mentre vi allenate” disse
Ashalind.
“Certamente mia Lady”
Ser Gilmore rientrò
nell'ala di allenamento e cominciò a scambiarsi una rosa di
colpi
studiati con uno dei soldati.
Appena arrivato al castello di
Altura perenne Roland fu avviato all'addestramento militare e dopo
circa dieci anni di allenamento era diventato un guerriero provetto,
solo Fergus, il figlio maggiore del Teyrn riusciva a batterlo e
Ashalind a tenergli testa.
“Roland, fateci assistere ad un bello
spettacolo, avanti!” lo incitò Ashalind.
“E sia” il
cavaliere accolse il guanto di sfida e in pochi attimi si
aprì
un'area nel salone permettendo a Gilmore di poter duellare.
Lo
scontro non durò a lungo e in pochi attimi Roland ebbe la
meglio.
“Bravo!” disse Ashalind battendo le mani
“Ora è il
mio turno!”
“Quali armi preferite mia Lady? Possiamo anche avere una
diversa combinazione di armi se volete...”
Ashalid si
avvicinò all'armeria e cominciò a scorrere con la
mano le mani che
erano in fila una dietro all'altra passando dai semplici pugnali,
armi a una mano da taglio e poi a quelle contundenti, proseguendo
fino alle armi a due mani e a quelle in asta.
La fanciulla
prediligeva le armi a due mani quel giorno era decisa a sperimentare
qualcosa di nuovo: estrasse dalla rastrelliera un'alabarda di un
metro e ottanta.
“Che ne pensate Roland?!” disse
divertita.
“Penso che sarà uno scontro
interessante” disse
Ser Gilmore ingoiando della saliva per il crescente nervosismo.
La
figlia del Teyrn entrò in campo con passo sicuro e deciso,
impugnando l'alabarda orizzontalmente con scioltezza.
“In
guardia” disse la fanciulla impugnando l'arma con guardia
alta e
lama rivolta verso il basso.
Ser Gilmore annuì di rimando.
I
due si studiarono per alcuni attimi cominciando a compiere passi
laterali come lungo una circonferenza.
Il cavaliere cominciò con
qualche attacco leggero misurando con lo scudo il livello di potenza
dei colpi inflitti e i riflessi dall'avversario. Quando si
sentì
sicuro Ser Gilmore cominciò con attacchi precisi e forti,
che
venivano prontamente parati e riconsegnati.
La fanciulla dal suo
canto era abile nel mantenere le giuste distanze, il suo obbiettivo
principale era quello di riuscire ad aggirare la guardia avversaria o
di minacciarne l'equilibrio scaraventandolo a terra.
Il
combattimento proseguì con continui colpi di scena da
entrambi i
contendenti, ma nessuno sembrava in grado di sopraffare l'altro e la
stanchezza cominciava a farsi sentire.
Entrambi i duellanti
volevano che lo scontro finisse, ma che ci fosse un vincitore.
Con
una finta Ashalind colpì violentemente lo scudo di Gilmore
con il
pomo dell'alabarda, che si distribuì su Gilmore stordendolo;
con un
ultimo slanciò la ragazza lo buttò a terra
puntando la punta della
della sul collo del cavaliere.
“Allora?”
“Esperimento
riuscito userei dire mia Lady”
Entrambi i giovani rimasero ad
osservarsi per alcuni attimi, ansanti per la fatica fino a che un
applauso non li distrasse.
“Bravi!”
“Complimenti Lady
Ashalind siete migliorata molto!”
“Evviva per la nostra
guerriera provetta!”
“Dobbiamo festeggiare!”
“Alzatevi”
disse la fanciulla tendendo la mano destra guantata a Ser
Gilmore.
“Grazie mia Lady, converrei anche io per festeggiare i
risultati del vostro allenamento”
“Va bene, birra a volontà
per stasera!”
Grida di esclamazione si levarono all'unisono, di
rado capitavano occasioni per cui fosse doveroso festeggiare e quella
era era uno di quei momenti.
“Cos'è questa lagna?! Più
ritmo!” disse uno dei soldati alzando un boccale di birra
mentre il
suono delle cornamuse, tamburi e flauti si levava.
Non vi era un
soldato che non partecipasse alle danze e Ashalind priva del corsetto
e rimasta con una camicia che le nascondeva le forme era al centro
dei festeggiamenti.
Ogni tanto la guerriera usciva dalla mischia
per rinfrescarsi con una pinta di birra scura, la sua preferita per
reimmergersi nuovamente.
“Grinta!” disse Ashalind salendo su
un tavolo ed inneggiando i presenti ai festeggiamenti “Ser
Gilmore
venite!” continuò rivolgendosi al giovane
affinchè la
raggiungesse in alto alla folla.
Roland non se lo fece ripetere
due volte e la prese sottobraccio e cominciarono a ballare mentre il
resto dei soldati batteva le mani.
I festeggiamenti
proseguirono fino a notte fonda, quando rimasero in pochi ad avere le
energie necessarie alla festa.
“Lady Cousland, non potevate
contenervi un po'?”
“Vi prego Rory, non cominciate con le
vostre ramanzine! Ogni tanto ci si deve sfogare in qualche
modo...”
disse mentre la sue voce perdeva di volume.
“Ce la fate a
comminare?”
“Certo...” rispose la ragazza mentre i suoi
piedi cedevano nonostante l'appoggio del cavaliere.
“Se lo dite
voi...” disse il cavaliere prendendola in braccio.
Roland fece
qualche passo nella strada osservando sconsolato la quantità
di
strada che necessaria per riportare quella sprovveduta nella sua
stanza.
“Anima e coraggio...” cercando di convincersi. La
fanciulla tra le sue braccia cominciò a dormire
profondamente e ne
ammirò la bellezza desiderandola in segreto come aveva fatto
fino a
quel momento.
In fine arrivò alla stanza di lei, nessuno si
accorse del loro arrivo.
Roland aprì la porta, richiudendola con
un piede alle sue spalle attento a non fare troppo rumore e depose la
sua Lady sul suo giacilio.
La osservò ancora per alcuni attimi
accorgendosi che stava riaprendo gli occhi.
“Lady, vi auguro un
buon riposo...”
Roland si sentì afferrare un polso, si voltò e
vide Ashalind che lo stava osservando “Rimanete
qui...”
“Mah...”
“Shhhh, non dire niente, restate qui e
basta...”
Ashalind si alzò dal letto e si tolse ciò che le
restava dell'armatura rimanendo con una leggera sottoveste.
“Vi
aiuto Rory...” continuò con un bisbiglio e
cominciò a slacciare
le parti di armatura che il cavaliere aveva addosso
“toglietevi li
stivali almeno...”
Ashalind ridacchiava notando l'imbarazzo del
cavaliere di fronte a quella situazione, si avvicinò
all'armadio
estraendo una pesante coperta di pelliccia per tenere caldo in quella
notte, l'inverno era ormai alle porte.
“Non venite? Non vorrete
morire di freddo vero? Suvvia Rory!”
Roland accolse l'invito e
si sdraiò accanto alla ragazza. Ashalind si fece piccola
piccola
accanto al corpo di Roland abbracciandolo, per poter trarre da quegli
attimi il maggior calore possibile.
Ashalind aveva sembra voluto
bene a Rory come un amico, ma crescendo aveva cominciato ad
osservarlo in maniera diversa: crescendo era diventata una donna, non
più una bambina...
Quando Roland si accorse che Ashalind gli
stava accarezzando i capelli, la strinse di più a
sé, era una donna
che sapeva difendersi, su quello non c'erano dubbi... ma voleva
comunque proteggerla.
Roland si accorse per la prima volta che i
suoi capelli odoravano di lavanda...