L'inverno
era arrivato.
Le notti si facevano sempre più fredde e
nonostante gli spessi muri dell'architettura Fereldiana il freddo
riusciva a penetrare lo stesso nelle residenze.
Come suo solito,
dopo cena Ashalind prese un libro dalla biblioteca appartenuta al
nonno e si distese sopra a dei cuscini nella sala delle udienze del
padre coperta da un mantello di pesante pelliccia di fronte al
focolare.
I capelli ondulati le ricadevano sulle spalle come una
cascata di piume corvine mentre gli occhi erano intenti sulla
lettura.
I minuti scorrevano veloci quando la lettura la
appassionava: adorava i romanzi di avventura con un pizzico di amore
al loro interno. Chi avrebbe detto che anche Ashalind sognava il
principe azzurro?
Fergus entrò nell'ala e non si sorprese nel
vedere la sorella intenta alla lettura.
La salutò dolcemente
baciandola sulla guancia.
“Cosa stai leggendo di bello
sorellina?” chiese incuriosito.
“Una novella con vicende
avventurose...”
“So il resto... ho capito!” disse Fergus
ridacchiando “Sei molto migliorata nel combattimento
sorellina, ho
saputo che sei riuscita a battere Ser Gilmore... e di come avete
fatto baldoria tu e i soldati per il resto della serata”
“Suvvia
Fergus!” rispose sorridendo “ ogni tanto ci
vuole!”
“Non
lo metto in dubbio! Cosa ti preoccupa ultimamente? Lo sai che con me
puoi parlare di qualsiasi cosa...”
“Niente fratello, proprio
niente” rispose con un tono di inquietudine nelle ultime
parole.
“Menti... Ho notato che da quella sera hai cominciato ad
evitare Ser Gilmore. Cosa è successo?”
“Non ti si può
nascondere nulla a te, vero?”
“Non quando ho una sorellina
così graziosa che devo proteggere specialmente da se stessa.
Sei
troppo rigida con te stessa: metti il dovere prima di qualsiasi cosa,
arrivi a quell'attimo in cui ti lasci un po' andare e subito te ne
penti.
La fanciulla chiuse il libro e rimase ad osservare le
fiamme per qualche istante senza rispondere al fratello.
“Non mi
rispondi?”
“Sì è successo proprio quello che hai
detto...”
“Cosa è successo di preciso?”
“Ma quante
cose vuoi sapere? Non posso avere diritto ad un po' di
riservatezza?”
“Non con tuo fratello, maggiore per di
più...”
Ashalind incrociò le braccia osservando Fergus
“Abbiamo dormito insieme”
“E basta?”
“Sì... qualche
problema?”
“Assolutamente no! Conoscendo la tua grinta pensavo
che saresti andata ben o...” Fergus dovette tacere quando un
cuscino lo centrò pienamente sul viso “Maledetta,
allora vuoi la
guerra!”
I due cominciarono a prendersi a cuscinate di santa
ragione fino a che non cominciarono a riempirsi di piume avvicenda
tra le risate.
“Se hai interesse per Roland dimostraglielo.
È una persona affidabile e per di più un ottimo
guerriero...”
“Ma
nostro padre non approverebbe...”
“Cosa importa: il Teyrn
ereditario sono io, farei di tutto pur di vederti felice!”
“Grazie
Fergus” disse abbracciandolo.
“Ti
aspetto questa sera in camera mia, vorrei parlarti di alcune cose...
Ashalind”
Rimasi
stupito da quel biglietto così improvviso. Non mi sarei mai
aspettato un cosa simile dopo quella notte.
Ashalind aveva
cominciato ad evitarmi, non ne capito il motivo, non che avessi fatto
qualcosa per offenderla anzi...
Aspettai quindi la sera con
impazienza e una volta terminato il mio turno di guardia cercai di
rendermi più presentabile che potessi.
Era ormai notte fonda,
temevo che si fosse addormentata.
Raggiunsi la sua stanza e notai
che la porta era aperta, entrai e mi avvidi che la stanza era ben
illuminata.
Il piccolo camino era acceso e scoppiettava
vivacemente, Ashalind era sdraiata su dei cuscini vicino al focolare
e stava leggendo.
Quando mi vide entrare mi accolse sorridendo e
intimandomi di fare silenzio chiuse a chiave la porta.
“Buona
sera, Lady...”
“Rory, non essere così formale... te ne
prego”
Rimasi interdetto da quella sua richiesta ma cercai
ugualmente di soddisfare il suo desiderio.
“Siediti qui con me”
disse indicandomi i cuscini.
Mi sedetti accanto a lei e attesi di
sentire cosa aveva da dirmi.
Notò il mio silenzio di attesa e
notai che per la prima volta la vedevo a disagio...
“Hai freddo?
Ho qui della birra...”
“No grazie. Di cosa volevat... volevi
parlarmi?”
“Sì... giusto” disse guardando per terra
e
arricciandosi nervosamente una ciocca di capelli “Ho
ripensato a
quella sera. Mi dispiace se ti ho arrecato offesa in qualche modo, ma
soprattutto mi spiace per averti evitato in questi giorni...”
“Non
mi hai arrecato offesa, ma per quale motivo mi hai evitato?”
“Ecco...
il punto è che, ho avuto paura... paura
nell'eventualità che mio
padre avesse saputo cosa fosse successo. Dubbi, le mie
responsabilità... Ero confusa... non sapevo cosa desiderassi
veramente”
“E ora?”
“Ora so cosa desidero...” disse
avvicinandosi.
Non sapevo cosa dire, solo uno stupido non avrebbe
desiderato una donna come Ashalind. Ma in fin dei conti la capivo, le
sue paure non erano infondate. Lei era una nobile, mentre io il
figlio di un Bann minore, le conclusioni erano evidenti.
Eppure
desideravo vivere quei momenti, lì con lei.
Ma se...
“...mi
dispiace di averti messo in questa situazione... veramente. L'unica
cosa che resta è di non...”
La baciai, tenendo il suo volto tra
le mie mani. Non volevo lasciarla andare via... mai più.