Erik si stava aggirando per i corridoi esterni del castello. Quella
era una bella giornata: il sole era alto nel cielo anche se faceva
piuttosto freddo. Non che la cosa lo preoccupasse con tutta quella
pelliccia che aveva addosso. Ogni tanto delle guardie incrociavano il
suo cammino riempiendolo di feste... ma il suo obbiettivo era un
altro.
Il mabari continuò la sua passeggiata con nonchalance
affacciandosi furtivamente ad ogni vicolo cercando la sua
preda.
Niente, per ora non era ancora riuscito a trovarla. Ma per
questo motivo non si sarebbe sicuramente arreso.
Ma alla fine
eccola: stava dando degli ordini ad alcune guardie, quella giornata
il castello era tutto in fermento... chissà come mai.
Erik si
avvicinò con noncuranza, scodinzolando la sua piccola coda.
Non si
sarebbe mai accordo del suo arrivo: era troppo occupato a svolgere le
sue mansioni.
Il cane era vicino, sempre più vicino... e...
“Per
i mutandoni di Andraste!”
Roland si accorse improvvisamente che
il mabari gli aveva morso il di dietro, fece per corrergli
immediatamente dietro ma il cane era già fuggito.
“Non posso credere che lo abbia fatto” disse
Ashalind ridendo
allegramente.
“Si invece... e il mio sedere ne è la prova
lampante!” la ragazza non badò alle lamentele di
Roland e continuò
a medicarlo. Non che Erik avesse combinato un grosso danno,
sì, la
pelle aveva dei piccoli forellini, ma erano talmente piccoli che
quasi non si vedevano. Quella lagna era principalmente una farsa per
farla impietosire.
“Prima ero da mio padre nella sala delle
udienze, stava ricevendo Arle Howe, ha detto che i suoi uomini erano
in ritardo, ma non ho ben capito il motivo... Che strano” poi
gli
sovvenne la novità “Lo sai che c'è un
Custode Grigio al
castello?”
Roland si stava rivestendo quando lasciò andare le
brache dall'eccitazione provocata da quella notizia.
La fanciulla
finì di ravvivare il piccolo focolare nella sua stanza
quando si
voltò e vide il giovane in quelle condizioni “Non
dovevi tornare a
lavoro?” lo canzonò.
Roland si ricompose“Ashalind ti rendi
conto della gioia che mi hai dato con questa notizia? E se mi
reclutasse?” continuò avvicinandosi alla figlia
del Teyrn.
“E
lasceresti il castello in questo modo?” le rispose
incrociando le
braccia. Roland sapeva bene a cosa stava alludendo e non seppe cosa
rispondere, erano trascorsi quasi tre anni da quando avevano deciso
di unirsi “lasciamo perdere questa discussione, ne
riparleremo a
tempo debito...” Ashalind si avvicinò alla porta
della sua stanza
osservando il corridoio esterno e quando fu certa che nessuno fosse
lì fuori congedò Roland senza troppe cerimonie.
Quella
stessa giornata, dopo gli allenamenti Ashalind decise di concedersi
un bagno ristoratore.
Si ritirò nella sua stanza. Fuori c'era
ancora molta luce e i deboli raggi invernali penetrarono nella sua
stanza concedendo un freddo chiarore agli interni. Accese le candele
che aveva ai candelabri aumentando la luce e si spogliò
ammucchiando
l'armatura e le vesti in un angolo della stanzina da bagno.
Riempì
la vasca quasi fino all'orlo con acqua calda, testandola prima con un
piede per abituarsi alla temperatura e poi l'altro fino ad immergersi
completamente.
Aveva compiuto venti inverni ed era in età marito, sua madre
non
faceva che ripeterglielo costantemente.
Tesoro perchè non
prendi marito? Cosa c'è che non va? Perchè
nessuno dei giovani che
incontri soddisfano i tuoi gusti? Sei così bella, eppure...
Quelle
erano solo alcune delle frasi che la Teyrna con cui la esortava a
maritarsi. Eppure lei aveva i suoi motivi, soltanto che non poteva
farlo sapere ai suoi genitori, entrambi si aspettavano molto da lei.
Ma Roland era intenzionato a diventare un Custode Grigio ora che
c'era la possibilità. Duncan lo avrebbe sottoposto alla
prova, e chi
era lei dopotutto per impedirgli di seguire i suoi sogni.
Cosa
posso fare? Si chiese Ashalind tra sè e
sé. La cosa più giusta
era di lasciarlo andare... per la sua strada, per la sua
felicità.
Sì, l'unica soluzione ragionevole era finire quanto
era cominciato...
Dopo essersi rivestita con un abito da donna
il più sobrio possibile, uscì dalla sua stanza in
cerca di Roland.
Il sole stava ormai tramontando e nel cortile del castello le ombre
si facevano sempre più lunghe. La giovane donna era
così
sovrappensiero che camminava senza guardare avanti e incidentalmente
andò a sbattere contro una figura nuova tra quelle spesse
mura di
pietra.
“Dama Ashalind, state bene? Sono mortificato, non vi
avevo vista arrivare da dietro al vicolo...” si trattava di
Dairren, il figlio di Bann Loren.
“Ah... sì, è tutto apposto.
Non preoccupatevi...” rispose la ragazza a mezza voce mentre
l'altro l'aiutava a rialzarsi.
“Avevate qualche impegno Lady?”
chiese gentilmente “più tardi potremmo ritrovarci
e conoscerci un
po' meglio, magari davanti al focolare...”
“...Sì, non ci
sono problemi” Ashalind rimase inebetita da quella richiesta.
“A
più tardi allora...” si congedò
baciandole la mano.
La ragazza
rimase a fissare Dairren mentre si allontanava, in fin dei conti non
era male... però aveva ancora dei problemi da risolvere.
Ashalind
riprese la sua ricerca.
Finalmente lo trovò, era lì, al centro
dell'ala di allenamento con il Custode, lo stava sottoponendo ad una
prova.
La ragazza non si fece vedere lì per lì,
attendendo che
il giovane si fosse liberato.
Le torce all'interno della sala
erano accese e i pilastri di pietra che sorreggevano l'edificio
gettavano sul pavimento delle ombre che si ammassavano sul
fondo.
Rory era veramente concentrato, faceva del suo meglio per
meritarsi quelle attenzioni. Inizialmente parlarono, principalmente
della vita di Ser Gilmore per poi arrivare alle sue doti in
combattimento. Il Custode stesso decise di testare le sue conoscenze.
Si vedeva lontano un miglio che quell'uomo aveva passato una vita
intera sui campi di battaglia e nonostante Rory fosse un abile
guerriero non riusciva a stargli al passo. Nonostante tutto Duncan si
congratulò col giovane concludendo che di lì a
pochi giorni
sarebbero partiti alla volta di Ostagar.
E così era stato tutto
deciso... se ne sarebbe andato.
Ashalind attese che Duncan se ne
andasse e si avvicinò a Ser Gilmore
“Congratulazioni” disse
sinceramente “allora te ne andrai...”
Ronald guardò Ashalind
negli occhi, accorgendosi di quanto effettivamente stava soffrendo
“Sì” rispose solamente il giovane.
“Sono contenta per te,
dopotutto diventare un Custode è sempre stato il tuo
sogno... stavo
pensando, che forse è giunto il momento di chiudere questo
piccolo
capitolo della nostra vita. Non ci rivedremo più: non
sarebbe giusto
per entrambi mantenere delle promesse impossibili...”
Gli occhi
della fanciulla si stavano riempiendo di lacrime. Ronald non
disponeva di parole appropriate a quel momento, cercò di
avvicinarsi
per stringerla un'ultima volta tra le sue braccia, ma lei lo respinse
per poi rinchiudersi nella sua stanza.
La fanciulla dagli occhi
azzurri se ne era andata un'altra volta.